Stockholm Syndrome

By Loveonly277

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Camila Cabello ritorna nella sua città nativa dopo essere stata via per un paio di anni. Camila, possiamo dir... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Epilogo
Speciale #1
Speciale #2

Capitolo 9

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By Loveonly277

Lauren's pov

Con quale coraggio si permetteva di dire che non le avevo dato una ragione per restare? Con quale coraggio mi dice che l'ho lasciata andare senza lottare?
Insomma, ma che aveva i paraocchi? Avrei dato la mia inutile vita per lei. Avrei rinunciato alla mia propria libertà solo per vederla felice, per fare in modo che i suoi sogni si realizzassero. Sarei scappata via con lei sulla luna, se solo me l'avesse chiesto. Invece, mi sento dire che non ho fatto nulla per farla restare. Il mondo aveva per caso iniziato a girare al contrario ed io non me ne ero resa conto? Perché era l'unica spiegazione che riuscivo a trovare.
Avevo passato una meravigliosa notte in bianco, poiché la nostra conversazione si ripeteva ancora e ancora nella mia mente. Mi era persino passata la fame, quindi non avevo mangiato. Ero andata a letto per evitare di fare qualche disastro, siccome avevo voglia di bere fino a trovare il coraggio di dire a Camila tutto quello che pensavo. Be', o le avrei detto tutto, o proprio come dubitavo, avrei fatto solo un bel casino. Ero solita perdere completamente il controllo quando bevevo, ed ero molto grata ai ragazzi per essermi sempre stati accanto da quando lei era andata via. Sarei probabilmente morta la sera della sua partenza, altrimenti.
Quando la mia sveglia suonò, inutile dire che io non avevo chiuso proprio occhio e la giornata risultava essere un tantino pesante.
Lewis aveva detto che voleva vedermi, in modo tale che avremmo potuto mettere in chiaro cosa fare con Camila, come gestire la situazione e poi andare a parlare con Alejandro. Come se sua moglie non si fosse già resa conto che sua figlia non era tornata dalla sua passeggiata serale, e non fosse andata a dirlo a suo marito. Tuttavia, se dei poliziotti non erano ancora entrati in casa mia sfondando la porta, stava a significare che forse voleva collaborare.
Non avevo proprio voglia di avere a che fare con Lewis, ma andava fatto, soprattutto se entrambi volevamo uscire completamente illesi da questa situazione. Lui sarebbe stato la vergogna di suo padre se si fosse fatto beccare- Lewis voleva essere la copia di suo padre, mentre a me non interessava più di tanto. Quel bastardo poteva anche rivoltarsi nella tomba e venire a tormentarmi nei sogni, ma non sarei mai diventata uguale a lui. Mai.
Scesi al piano di sotto, trovando Chris che si stiracchiava sul divano e sbadigliava.

<<Avresti potuto prendermi in braccio e portarmi a letto>>, disse, prendendomi in giro.

<<Non sono in vena>>, dissi, muovendo la mano. Lui strinse la sopracciglia, fissandomi confuso.

<<Qualcosa non va?>>, chiese.

<<Senti, io vado a correre, okay? Quando arrivano i ragazzi, di' a Normani o Dinah di portare la colazione a Camila>>, dissi. Lo sentii mormorare qualcosa alle mie spalle, ma avevo già messo le cuffie, quindi non riuscii a capire molto bene cosa avesse detto.
Uscii di casa ed iniziai a correre, cercando di calmarmi e di togliermi di dosso questa sensazione angosciante. Mi sembrava di sentire un peso al centro del petto, e volevo solo che sparisse. Non era un segreto per nessuno che mi piacesse correre, siccome lo facevo da quando ero più piccola.
Ricordo che durante gli allenamenti di softball, le mie amiche odiavano i giri di campo che ci faceva fare il coach, mentre io lo amavo tantissimo. Mi aveva sempre rilassata, mandando via ogni tipo di tensione che sentivo in quel periodo. Ovviamente, da adolescente, ero convinta che il peso del mondo fosse tutto sulle mie spalle, e prendevo troppo sul serio ogni singolo avvenimento che mi accadeva nella vita. Correre era diventata la mia unica via di fuga, poiché dopo una bella corsa, sembrava quasi che mi fossi lasciata alle spalle tutti i miei problemi. Anzi, mi sentivo una persona completamente nuova e totalmente rinata. 
Sperai di riuscire ad ottenere lo stesso effetto anche questa volta.
Corsi per quasi tutta la città, sentendo l'adrenalina scorrere nelle mie vene ad ogni passo che davo. La musica, il mio respiro agitato e il battito accelerato del mio cuore erano gli unici suoni che riuscivo a sentire, poiché il resto del mondo mi sembrava essere sparito del tutto. Tuttavia, nella parte più recondita della mia mente, c'erano sempre le parole di Camila. Per questo motivo, mi ritrovavo a correre sempre più velocemente, cercando di allontanare quei pensieri.
Ad ora di pranzo, mi limitai a mangiare un panino in un cafè che si trovava nelle vicinanze. Dopo essermi andata a sedere in uno dei parchi che avevo superato correndo, cercai di trovare la pace in un'altra maniera.
Era la prima volta che correre non mi calmava del tutto, quindi, se non correre fino a non sentire più le gambe, o bere fino a non sentire più il cervello, non erano utili, sarei ricorsa ai vecchi metodi che mi aveva insegnato Camila.
Eravamo solite andare in un luogo silenzioso- solitamente il vecchio parco giochi dove l'avevano trovata Zayn e Jacob. Il luogo era poco frequentato dai bambini da quando avevano aperto un luna park nelle vicinanze, quindi i bambini non lo usavano quasi mai. Io e lei ci sedevamo in silenzio- a meno che non fossi in vena di parlare- e ognuna si perdeva nei propri pensieri. Per quanto strano potesse sembrare, mi rilassava. Alla fine, dopo essere state così per un paio di ore, non mi sentivo poi così tanto piena d'angoscia come quando arrivavamo. Però, sapevo che adesso non era la stessa cosa. Correre mi rilassava poiché mi concentravo su altro. Stare da sola con Camila mi rilassava perché mi concentravo su di lei e su di noi, quindi allontanavo il problema in quelle ore. Ma adesso ero da sola, e la mia mente sembrava non volerne proprio sapere di allontanare il problema. 
Osservai l'orario dal mio cellulare, che da stamattina ripeteva la stessa musica, e mi resi conto non solo che la batteria era quasi scarica, ma che tra un po' avrei ricevuto la visita dei miei amati ospiti.
In un ultimo tentativo disperato, corsi nuovamente fino a casa.

***

Dopo aver fatto una doccia, ed aver subito una ramanzina da Normani- che diceva che correre per così tanto tempo non mi faceva poi molto bene-, ero pronta (almeno fisicamente) all'arrivo di Lewis e ai suoi amici.
Li aspettavamo insieme in soggiorno, che era abbastanza spazioso per tenere questa riunione. Zayn aveva preparato un vassoio con le bevande preferite dei nostri visitatori, Chris aveva messo a volume molto basso la musica che si riproduceva casualmente dalla radio. Non sapevo per quale motivo lo facesse sempre, come se la musica potesse coprire le nostre conversazioni, quando in realtà, era ad un volume così basso che si sentiva a malapena.
Sentii il campanello, e Normani si alzò per andare ad aprire.

<<Metti su un bel sorriso>>, disse Dinah, imitando una madre che si rivolgeva ad una figlia ribelle, per non farle fare brutta figura con degli amici. In realtà, sapevo che cercava solo di migliorare il mio umore completamente nero.

<<Buonasera>>, dissi, quando vidi Lewis e il suo gruppo fare il loro ingresso. Mi alzai e gli strinsi la mano, limitandomi a salutare gli altri con un cenno del capo. Feci segno loro di sedersi.

<<Buonasera a te, Lauren>>, disse lui, guardandosi intorno. Era la prima volta che veniva a casa mia. O almeno, la prima volta da quando Mike era morto. Avevo fatto dei cambiamenti, siccome ovunque mi giravo, vedevo la faccia del bastardo.

<<Non ho ricevuto una tua chiamata...ammetto che mi stavo un po' preoccupando>>, disse.

<<Come puoi vedere, non hai nulla di cui preoccuparti>>, dissi, indicando me stessa.

<<Oh, certo, lo vedo>>, disse. <<Ti dispiace se mi verso un bicchiere?>>, chiese, indicando la bottiglia di Jack Daniels.

<<Fa' pure>>, dissi. Si versò da bere, poi bevve un sorso.

<<Non c'è niente da fare...persino una comune marca di alcol diventa più buona se ce l'hai tu. Proprio come la tua roba>>, disse, poggiando una mano sulla gamba di Harry, che era seduto al suo fianco.

<<Mi piace avere il meglio>>, dissi, alzando le spalle.

<<Quindi deduco che sia meravigliosa come dicono tutti>>, disse. Stranamente, non ci misi molto a capire di cosa parlava, o meglio, di chi parlava. Strinsi la mascella, sentendo la rabbia iniziare a scorrermi nelle vene. I suoi occhi azzurro ghiaccio mi fissarono attenti, alla ricerca di una mossa azzardata. Gli piaceva giocare sporco...era proprio un fottuto bastardo.

<<Be', è la figlia di Alejandro Cabello, è ovvio che tutti dicano che sia meravigliosa>>, dissi, alzando le spalle. Stavo facendo uno sforzo incredibile per non attaccarlo alla giugulare, come un animale selvaggio.

<<La ricordo vagamente...Se non sbaglio, aveva dei lunghi capelli castani e degli occhi dello stesso colore...>>, mormorò, chiudendo gli occhi come se stesse provando ad immaginarla. Non sapevo se Lewis fosse gay o bisessuale, ma semplicemente sapere che stava pensando a Camila o che avesse potuto farlo in passato, mi mandava su tutte le furie. Sentii gli occhi attenti di Dinah, Normani, Chris, Jacob e Zayn su di me.

<<E aveva un culo meraviglioso>>, mormorò Niall. I miei muscoli si irrigidirono e mio fratello, che era più vicino a me rispetto a tutti gli altri, si sporse subito in avanti. Mi avrebbe afferrato, questo era poco ma sicuro, ma sapevo che prima sarei riuscita a colpire quel piccolo bastardo biondo tinto.

<<Sembra che Niall se la ricordi eccome...magari gliela farai conoscere, dopo>>, disse.

<<Come scusa?>>, chiesi. La mia rabbia stava per esplodere, potevo sentirla. Non c'era un muscolo nel mio corpo che non fosse teso, stringevo la mascella così forte che temevo di spezzarmi i denti e faticavo davvero tanto a mantenere la calma.

<<Oh, credevo che Niall potesse passare un po' di tempo da solo con lei. Sai, per parlare>>, disse in finto tono innocente, facendomi un occhiolino quando pronunciò la parola "parlare". Il biondino sembrava di essere entusiasta di sentire quelle parole.

<<Camila non è una puttana. Quindi, nessuno parlerà con lei. L'importante è che stia sotto il nostro controllo, che non ci dia problemi. Parleremo con Alejandro, lui farà la scelta migliore e lei andrà via senza complicazioni>>, disse Chris, prendendo parola al mio posto.

<<Ho semplicemente pensato che...>>, stava per dire lui. Tuttavia, vidi il suo sorrisino soddisfatto, come se fosse contento di vedere questo mio comportamento così passivo.

<<Hai pensato cosa?>>, chiesi, interrompendolo. <<Che uno dei tuoi cani da compagnia se la potesse portare a letto come se fosse una puttana qualunque?>>, dissi, guardandolo negli occhi.

<<No, Lauren. Io ho solo dedotto...>>, ancora una volta, lo interruppi. <<Be', hai dedotto male. Perché sono sicurissima che non vorresti che qualcuno dei miei si avvicini al tuo prezioso Harry>>, sbottai.

<<Capisco>>, disse, rivolgendo un'occhiata complice a Niall. <<Vuole essere l'unica a scoparla. Magari ci potrai provare quando avrà finito>>.
Mi alzai di scatto dal divano, tirando un calcio al tavolino che andò in frantumi, insieme a tutte le bottiglie che c'erano sopra, compreso il bicchiere dal quale stava bevendo il castano.
Giunsi a Lewis prima che qualcuno di loro potesse fare qualcosa, quindi lo afferrai per il colletto della maglia e lo feci alzare dal divano come se non pesasse nulla. Portai direttamente i miei occhi nei suoi, facendo in modo che capisse che non stavo scherzando.

<<Se uno dei tuoi bastardi si avvicina alla mia donna, non esiterò un attimo ad ucciderlo e dopo, puoi stare certo che ti riserverò lo stesso trattamento!>>

A/a

Chissà perché Lewis è così stronzo...

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