L'altro battito

By Velmachelly

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Un medico donna alla corte della Juve. Una giornata stravolta dagli eventi. Una notte di passione. Cosa cambi... More

Una giornta poco normale
La stanza 21 di isabella
Zebre oltre il vetro
Sotto esame
Cuore e...batticuore
Tango argentino
Battito
Quinto piano
Maglia a strisce
Dove mi porti?
Passione...senza controllo
Sushi bollente
Carezze
Latte a mezzanotte
Buonanotte Buonanotte
Risveglio
Messaggi inaspettati
Sei diversa!
Spaghetti per cena?
Ritratto di famiglia...(o quasi...)
Taxi verso casa
Il principe azzurro non esiste
Alla corte dei Re
Tacchi e tacchetti
Preda e cacciatore
Rabbia e gelosia
Followers e sorprese
Rose e diamanti
Lontano dagli occhi. Lontano dal cuore
Turno di notte
Colazione a casa
Punto e basta!?
SECONDA PARTE: In viaggio verso casa
Emozioni a distanza
"Ho bisogno di aiuto..."
Pronto soccorso
"Non lascairmi da solo..."
"Ricordo tutto di te..."
Cerchio magico
Giorno 1: "Prima che faccia buio..." (Prima parte)
Giorno 1: "...Dopo il tramonto e prima dell'alba" (seconda parte)
Giorno 2: Rianimazione (prima parte)
Giorno 2: ...Vita e consapevolezza (seconda parte)
Giorno 2: Resa e difesa (terza parte)
Rivelazioni, dolore e verita'
Amore
Desiderio
Precipizio
Partita a scacchi
November rain
Serata di Gala
"Scacco matto!"
Le confessioni di Miranda
Schiaffi
Battiti impossibili
Cuore, amore e Pace
Piccolo epilogo...o prologo?
Comunicato
comunicato n.2

"Lasciami spiegare..."

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By Velmachelly

Il lavoro per sistemare il mio ufficio allo Juventus medical center mi impegna più del previsto. La mia scrivania è invasa dalle cartelle mediche dei giocatori, non solo della squadra di serie A ma anche di quella femminile.
Naturalmente ho deciso di iniziare dalla prima squadra. Più di 25 cartelle, alcune tutte in italiano, altre con parti in tedesco, inglese e spagnolo.
Prima di classificarle e metterle nello schedario chiuso a chiave ho deciso di dare una scorsa a tutte, per farmi un idea e non essere impreparata.
Avrei potuto farlo dal PC della Apple che fa bella mostra di se sulla mia scrivania ma che ci posso fare se sono un amante folle del cartaceo? Sono convinta che ci sarà un millennium bug che farà saltare ogni device informatico e allora sarà la buona e vecchia carta a salvarci!
"Come sei vintage!" Mi dice il mio omino
"Lo so! E la cosa mi piace!"
Sfoglio le cartelle rigorosamente infilate e catalogate in buste argentate con la "J" sopra.
Passandole in rassegna vedo che ognuno ha dati precisi, ogni calciatore segue, oltre agli allenamenti comuni, attività fisiche specifiche per rafforzare eventuali punti deboli o postumi di infortuni e interventi più o meno gravi.
Le scorro,  guardo ciò che mi interessa, soprattutto gli infortuni osseo-muscolari e poi catalogo nello schedario.
Tra una cartella e l'altra mi ritrovo tra le mani quella di Paulo. La stringo tra le dita tenendola chiusa per un po', in fondo l'ho già vista e le ultime parti le ho scritte io stessa.
"Beh, riguardarla non ti farà male" mi dice l'omino
"Ma potrei anche farne a meno" rispondo posandola sulla scrivania senza aprirla.
In quel momento il mio cellulare riceve un messaggio. Per distrarmi dal dubbio cartella lo afferrò e sblocco lo schermo per vedere di chi si tratta.
Rimango stupita quando vedo la notifica proveniente  proprio di Paulo.
È Una settimana che non si fa sentire, non un messaggio, non una chiamata, non un segno di vita, niente, fino a questo momento.
"Lupus in fabula...quando si dice la telepatia..." L'omino ha una voce beffarda e ironica, io non so cosa mi provoca rivedere quel nome ricomparire sul mio
telefono.
"Poteva continuare solo con la telepatia!" Rispondo
"Ti sento lievemente acida! Il fatto che non si sia fatto sentire per un po' ti infastidisce?"
"Mi infastidisce che abbia deciso di farsi sentire! Poteva continuare nel suo silenzio"
"Guarda che cosa scrive almeno"
"Lo credi necessario?"
"Lo credo inevitabile..."
Sfortunatamente ha ragione. Apro il messaggio e lo leggo.

Lui:
"...forse il tuo detto "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" non funziona in Argentina...ho pensato di scrivertelo, nel caso ti fosse rimasto il dubbio..."

Lo rileggo più di una volta nel dubbio di non aver capito! Cioè, fammi capire, non si fa sentire per una settimana e poi se ne esce citando una cosa che ho detto io! Mi vuol prendere per il Cu...
"Non essere volgare! Sei una signora!" Mi intima il mio amico saccente.
"Ma vai a fa....... Anche tu!"
Spengo la schermata intenzionata a non rispondergli.
Che cavolo di messaggio è! Vuol farmi credere che per una settimana e'stato a pensarmi?
"Forse si! Che ne sai? Poi è carino che non abbia scordato quello che gli hai detto..."
"E speri che io ci creda? Guarda che la fase adolescenziale l'ho passata da un pezzo!"
"Cerca di essere un po'elastica..."
"E per quale motivo dovrei essere elastica?"
"Perché ti piace! E ti fa incazzare che ci abbia messo una settimana a farsi sentire!"
"Non essere volgare! ...non ho mai detto che mi piace!"
"Deve essere per questo che ogni notte fai fatica ad addormentarti e allunghi le mani sul cuscino che ha usato lui..."
"Un periodo di insonnia capita a tutti"
"Certo! Per questo hai cambiato tutte le lenzuola ma non la federa di quel cuscino..." L'omino colpisce senza pietà.
"Avevo finito le federe..."
"Falsa come Giuda!"
Ha ragione. Sto mentendo. Quella federa l'ho lasciata perché ha il suo profumo ma forse non è stata una buona idea.
Da quando è partito faccio fatica a dormire, la notte mi rigiro nel letto e la mattina mi alzo stanca.
Questo messaggio ora, mi provoca un misto di piacere e rabbia che non riesco a classificare.
Riprendo il cellulare in mano e rileggo il messaggio...la citazione non è casuale, in un certo senso mi provoca un ondata di piace. Non voglio rispondergli subito però.
Trascorro il resto del pomeriggio a sistemare il mio nuovo ufficio e alle sei esco per tornare a casa.
Non ho turni in ospedale per oggi, chiamo solo per avere un aggiornamento su Isabella e sapere che sta abbastanza bene mi aiuta a rilassarmi. Prima di andare a casa passo in negozio da mia zia, resto un po' a chiacchierare e poi decido che voglio godermi la tranquillità domestica del mio appartamento.
Arrivata in appartamento  mi concedo una lunga doccia, lavo i capelli, li asciugo e lascio che prendano la loro onda naturale, tanto non riuscirei a domarli quindi meglio lasciarli vivere di vita propria.
Fuori fa freddo, l'inizio di novembre ha portato con se un vento gelido e tagliente e Torino inizia a chiudersi nella sua apparente immobilità invernale.
Mi preparo la cena con una vellutata di verdure, un petto di pollo alla piastra e poi vedro se ingozzarmi di qualcosa di dolce o preferire la frutta.
Finalmente, dopo giorni di trambusto posso rilassarmi in santa pace. Esco sul balcone a fumare una sigaretta, lasciando scorre lo sguardo sul paesaggio famigliare che mi circonda. Penso inevitabilmente a Paulo che ora è nella sua nazione, nella sua terra e forse ha trovato un momento di pace.
Rientro intenzionata a rispondere al suo messaggio, in fondo non c'è niente di male.
Prendo il telefono e prima di aprire whatsapp scorro le notizie del giorno.
Tra la politica e le chiacchiere varie ed eventuali che si trovano sui giornali in questi giorni tutto sembra assolutamente normale.
Sembra normale, fino a quando non arrivo involontariamente alla sezione gossip e un titolo attira la mia attenzione: "Ritorno di fiamma tra Dybala e Antonella" il titolo mi fa bloccare il cuore, ma la foto che correda l'articoletto mi gela il sangue nelle vene.
L' immagine è un po' sgranata ma sufficientemente chiara. Si vede Antonella abbracciata al suo collo in un bacio che di casto ha ben poco. I loro corpi sono stretti, incollati l'uno all'altro e lui...lui ha chiaramente le mani sul sedere di lei in una stretta possessiva che ho già sperimentato.
Il sangue mi sale alla testa.
"Maledetto stronzo, bastardo, figlio di put......"
"Calma, calma...ragioniamo...non trarre conclusioni avventate..." L'ominide si è messo in piedi e ha le mani che continuano a fare segno di calmarmi.
"Calmarmi un paio di pa...."
"Stai iniziando a parale come uno scaricatore di porto...il che vuol dire che sei già fuori dalla grazia divina...cerca di respirare! Respira....re-spi-ra!!!"
"Sto già respirando invertebrato!"
"No! Stai andando in iper ventilazione..."
"Non farmi una diagnosi medica..."
"Ok! Ma tu calmati..." Continua ripetermi.
"CALMARMI! Questo stronzo mi ha mandato un messaggio facendomi credere che ha passato una settimana a pensare a me quando invece stava scopando con la sua ex...e io mi devo calmare!?"
"Punto primo è la foto di un bacio, punto secondo potrebbe essere una foto vecchia...uhm...no...a guardarci bene e proprio lui ora...va beh, magari è stata lei a provarci..."
"E lui non è stato in grado di tenere le mani a posto? Doveva fare una verifica?"
"Ok! Hai ragione...ma sarà stato un momento di debolezza..."
"Debolezza? Ma tu da che parte stai?"
"Hai ragione...FAGLI IL CULO A STRISCE!...come si permette!"
"Ci puoi giurare che lo faccio!"
Salvo l'immagine e la copio nel messaggio da inviargli.

Io:
" devo dire che questa immagine, al contrario di quello che scrivi, sancisce la verità del detto "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" mai parole sono state più azzeccate. Complimenti alla tua coerenza. Buon proseguimento in Argentina.
P.s. La seconda volte le cose forse riescono meglio!"

Invio e blocco lo schermo. Sono furibonda. Torno sul balcone a cercare di placare il mio animo.
Nemmeno il freddo, il fumo, il paesaggio che mi appartiene e che amo riescono a calmarmi, anzi hanno l'effetto contrario.
Rientro in casa e come una furia, totalmente accecata dalla rabbia che sento montare sempre di più mi dirigo in camera da letto, con una spallata apro la porta, afferrò il piumino del letto e lo lancio a terra, prendo il cuscino incriminato, quello su cui ha lasciato il suo profumo e senza badare a smancerie sfilo la federe che ormai ha solo un vago sentore di quella fragranza con cui mi sono cullata nell'ultima settimana. Ne prendo una pulita e la metto sul cuscino riposandolo al suo posto con eccessiva foga. La mia furia non si placa e mi ritrovo a tirare pugni al guanciale che non ha alcuna colpa per ciò che è successo. Affondo i fendenti ripetutamente, uno dopo l'altro, quasi immaginando di avere davanti la sua faccia con quel sorrisetto beffardo e malizioso.
Quando sento il cuore battere nelle tempie e il respiro quasi venirmi meno mi fermo, restando inginocchiata sul materasso. Il mio amico omino si è rifugiato in un angolo, le mani sulle guance, la bocca semi aperta e gli occhi spalancati. Non dice nulla, non si muove e sta assumendo le sembianze dell'urlo di Munch.
"Bastardo, stronzo...maledetto! Ma la più stronza di tutti sono io che mi sono lasciata scopare da te senza un minimo di resistenza! Imbecille che non sono altro! A che cazzo pensavo! Me lo dici? Tu che sai sempre tutto non hai nulla da dire?"
L'omino resta immobile. Ho il respiro affannato. La stanza e sottosopra. Ma la mia ira non si è placata.
Scendo dal letto e torno in cucina. Poggio le mani sul tavolo per riprendere fiato e in quel momento il cellulare inizia squillare. Guardo il display è vedo comparire il suo nome. La ragione non può nulla sull'ira funesta che si è impossessata di me.
"Gli rispondi vero?" Mi domanda il mio amichetto.
"Ci puoi giurare!"
"Siiii!!! FALLO A PEZZI!" Mi dice con una faccia inviperita che non ricordo di avergli mai visto.
Devo rispondere e nella mia mente prende forma l'idea della vendetta.
Afferro il telefono e apro la chiamata.
"Ciao amore! Come stai? Tutto bene?"Dico con la voce più melliflua che possiedo
"Caterina?!...sei tu?"
"Si, amore! Hai chiamato tu...forse credevi di aver chiamato qualcun'altro? ...oh scusa,  qualcun'altra...dovevi cercare sotto la lettera "A" della rubrica, non la "C"...comunque amore, tutto bene?"
"Si, decisamente sei tu! Adesso ti riconosco...Caterina...so che cosa stai pensando..."
"Amore, non sto pensando niente...a cosa dovrei pensare?"
"Puoi smettere questo teatrino?"
"Quale teatrino?"
"Lo sai benissimo..."
"Amore mi hai chiamato per dirmi di smetterla di parlare con te?"
"Ca...o! Caterina! Piantala!"
"Come sei nervoso!"
"Si sono nervoso...possiamo parlare da persone normali?"
"Io sono normale..."
"Veramente hai il fiatone..."
"Oh, sì sai ero impegnata...ho avuto un guasto in casa e ho dovuto chiamare l'idraulico...un bel ragazzo! ...diciamo che non mi stava sistemando solo il tubo rotto...sai come succede no? ...e quindi ero impegnata...non scendo nei particolari, sono una signora...però ti dirò, se la cava piuttosto bene nel..."
"Porca puttana la smetti! Sei incazzata ho capito!...vuoi sfogarti? Insultami cazzo! Non mi dire che qualcuno ti sta mettendo le mani addosso o ti sta scopando MERDA! Sono a migliaia di km di distanza, non sono lì...puoi immaginare che effetto mi fa pensarti a letto con un altro..."
E ci siamo! Cade preciso preciso nella trappola, dicendo esattamente ciò che volevo che dicesse per poter scatenare la mia offensiva, il mio attacco, il mio affondo.
"Ma non mi dire?! Essere a migliaia di km di distanza e pensare a me a letto con un altro ti dà fastidio? Ma dai? A me invece ha fatto piacere vedere che hai trovato il tempo di...come dire? Riallacciare i rapporti con la tua ex compagna...riallacciarlo in modo stretto direi..."
"Sono caduto nella tua trappola vero? Era qui che volevi arrivare...posso provare a spiegar..."
"A spiegare cosa Paulo? Che ti è accidentalmente caduta addosso? Che casualmente le hai dato una palpata al culo...NO! Anche perché non me ne frega un cazzo di quello che hai da dire!"
"Potresti lasciarmi parlare? Non capisci che è tutto montato! Che è tutto distorto dalla realtà...la storia è chiusa! Lo era ieri è lo è anche oggi!"
"L'unica cosa che hai chiuso e la sua bocca mentre la baciavi stronzo!"
"Hai visto solo una foto! L'ho allontanata da me! Lei ha iniziato a baciarmi io..."
"Tu non sei riuscito a tenere la bocca chiusa e le mani in tasca? Volevi dire questo?"
"E stato qualcosa di automatico Caterina! Una reazione inconscia...come quando fai un movimento che hai fatto mille volte e ti viene naturale ripeterlo..."
"Immagino che mille volte le avrai toccato il culo e ti è venuto naturale rifarlo..."
"È stato un cazzo di sbaglio! Mi è piombata davanti, ha fatto tutto da sola e sono tentato di pensare che anche il fotografo non fosse lì per caso..."
"Ti prego, risparmiami..."
"NO! Caterina, por favor ascoltami...è stato tutto uno sbaglio...non mi sono fatto sentire per una settimana lo so...avevo bisogno di pensare, di riflettere...ma...non sei mai stata lontana...anzi...forse sei stata la persona più presente nei miei pensieri..."
Le sue parole fanno tornare a salire la mia ira, se fino a questo momento sono riuscita a condurre il gioco mascherando la mia deluse dietro al sarcasmo ora la facciata crolla.
"Non ci provare! NON CI PROVARE! Hai capito! Non osare dirmi che mi hai pensato per una settimana intera anche se non ti sei fatto sentire! Sono un po' troppo cresciuta per credere a queste stronzate!"
"Invece è così..."
"STAI ZITTO! Tu non hai pensato a nessuno che non fosse te stesso! Perché sei un egocentrico egoista! Tu lanci il sasso e nascondi la mano, sei uno capace di stare con un piede in due staffe senza cadere da cavallo! Sei un manipolatore! Uno che cerca solo di soddisfare se stesso, in un modo o nell'altro!"
"No, non mi conosci...non puoi sapere che cosa provo..."
"Non lo voglio nemmeno sapere Paulo! Non mi interessa!"
"Invece ti interessa, altrimenti non saresti qui a parlarne"
"Non ne stiamo parlando, perché non c'è nulla da dire! Sei libero di fare quello che vuoi della tua vita...non mi interessa! Ma non mi mettere in mezzo, non farlo mai più! Quello che c'è stato tra noi ormai c'è stato, ma questa è la parola fine. Da questo momento in poi io sono solo un medico della squadra in cui giochi, niente di più! Hai
capito! Scordati ogni cosa che abbiamo condiviso...cancellale...tutte!"
"Non posso farlo! Nessuno di noi due può farlo...non posso far finta che non sia successo niente...perché non è vero! E LO SAI ANCHE TU...anche se ora non vuoi ammetterlo..."
"Non c'è altro da aggiungere, per me la cosa è conclusa qui! Non sei stato l'unico uomo della mia vita, non lo sei ora e non lo sarai nel futuro...goditi la permanenza nella tua Argentina e se hai bisogno di parlarmi fallo solo per questioni mediche! Buonanotte."
"Aspet..."
Riaggancio. Non c'è altro che voglio sentire, né altro che voglio aggiungere. Poso il telefono sul tavolo e mi lascio cadere su una sedia.
Mi sento svuotata. E non so perché le lacrime iniziano a scorrermi sulle guance. Lacrime di rabbia. La rabbia di essermi quasi fidata, di averci quasi creduto, di aver lasciato aperto uno spiraglio, di aver permesso che qualcuno mi ferisse. Per fortuna, in mezzo a tutto c'era un "quasi" che mi ha messo in guardia.

Spazio autrice
Attendo i vostri commenti. Buona lettura. Vi abbraccio. Velmachelly

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