Poisoned

Від Lily_Bennet

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Hermione Granger e Draco Malfoy sono follemente innamorati. O almeno così sembra. Ai due è stata sbadatame... Більше

Prologo
Obesaince
Wizards Chess, Books and Pumpkin juice
One hundred gold-galleons
Lies, lies, lies
Draco Malfoy
Deeply in love
Mead
The third kind
Gossip in the hallway
It's (almost) over
Reverse Psychology
A brand new friendship
Did you know...
New born in the Malfoy family
Behind the mask
Bad dreams pt.1
Bad dreams pt.2
Hogwarts is under attack
Think
The rebel one
Don't leave
In love, the winner is the one who flees
Of dream and desires pt. 1
Of dreams and desires pt.2
To be betrayed by your own family
Would you like to tell me something?
Ma insomma, che fine hai fatto?

Headgirls and headboys

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Від Lily_Bennet

L'aria era pervasa dal profumo dolciastro di una candela alla cannella, stregata in modo tale che levitasse in giro per la stanza. Il gatto, rosso come i capelli del suo fidanzato, dormiva ai piedi del letto, acciambellato accanto al libro di pozioni. La ragazza, nonostante fosse ad Hogwarts da circa ventiquattro ore, era già indaffarata coni compiti di astronomia. Il suo migliore amico, Harry Potter, era in sala comune con il suo ragazzo, Ronald Weasley, a giocare a scacchi magici.

Scosse la testa soltanto ripensando a lui: gli aveva raccomandato di mettersi di impegno e iniziare a studiare come Godric comanda, ma tutti i suoi avvertimenti gli erano entrati da un orecchio e gli erano usciti dall'altro.


« Ron, è l'anno dei M.A.G.O. » aveva ripetuto a pranzo, lasciando cadere pesantemente un tomo di aritmanzia sul tavolo, che aveva fatto tintinnare i bicchieri degli studenti più vicini.
Per tutta risposta, il suo ragazzo aveva grugnito qualcosa, si era ficcato in bocca una forchetta carica di polpettone, e non aveva sollevato gli occhi dal piatto.

« Capisco tutta questa preoccupazione, ma siamo solo al primo giorno, rilassati » le disse più volte Ginny, poggiandole una mano sulla spalla.
La nata babbana, invece che respirare profondamente come le era stato suggerito, si voltò verso l'amica con un'espressione che non aveva nulla di rassicurante. La piccola Weasley si ritirò come se si fosse scottata.

« Ginny! » la riprese infastidita.

« Sto zitta. » replicò quest'ultima mettendo le mani in alto.

Hermione finalmente si sedette al tavolo. Allungò le braccia verso lo stufato di manzo, e ne versò un po' nel suo piatto.

« Mi auguro che quest'anno tu abbia intenzione di impegnarti... » continuò in direzione del rosso, soprannominato "Re" dagli altri compagni di Grifondoro, « sai, ci tengo alla tua istruzione. »

« sì, Herm »

« non dire "sì, Herm" con me. » si inacidì lei.
Il giorno precedente aveva scoperto che non solo le era stata negata nuovamente una giratempo per poter frequentare tutti i corsi che la scuola offriva, ma in più doveva anche condividere il ruolo di caposcuola con quel borioso di Malfoy. La stessa pena era stata inflitta anche agli altri due, Ernest Mcmillan e Padma Patil, ma Hermione si sentiva comunque perseguitata. Aveva sperato fino all'ultimo che venisse eletto Blaise Zabini, più propenso a starsene sulle sue senza sentirsi in dovere di causarle un esaurimento nervoso, e invece aveva finito per avverarsi il suo incubo peggiore.

Draco Malfoy, caposcuola. La notizia le faceva venire la pelle d'oca.

Ora che il Serpeverde in questione le si era parato davanti agli occhi per sedersi al suo posto, sentiva la rabbia ribollirle in corpo.

« Hermione, va tutto bene? »

Oh no, certo che non andava tutto bene. 

Lei sapeva benissimo a che gioco voleva giocare quel furfante, sapeva perfettamente quale sarebbe stata la sua prossima mossa, rimaneva solo da domandarsi a discapito di chi l'avrebbe fatta.

« Lasciala in pace. »

Forse avrebbe atteso di sorprendere qualche ragazzino del primo anno con una merendina marinara, arrivata direttamente dai Tiri Vispi Weasley?
Strinse le dita attorno la forchetta per il nervoso.
Le era sembrato maturato sulla carrozza del treno, non aveva nemmeno lasciato trasparire alcun segno di tedio; ma lei sapeva benissimo di non poter abbassare la guardia.

La consueta calma del Serpeverde aveva tentennato quando, voltandosi, aveva incrociato gli occhi scuri di lei, ma una frazione di secondo dopo aveva assunto ancora la sua classica espressione impassibile.


E dire che aveva quasi versato una lacrima di commozione quando le era pervenuta tra le mani la lettera di congratulazioni e la spilla; sul treno si era diretta alla carrozza dei prefetti con un sorriso sulle labbra, accanto al suo Ron, guadagnandosi una serie di sguardi ammirati e carichi di rispetto dai giovani maghi. Nella sua testa una melodia risuonava limpida, come a farle da colonna sonora a quel glorioso momento - ed è risaputo che i Grifondoro adorino la gloria.

Beethoven, Inno alla gioia.

La sentiva come se qualcuno la seguisse con uno stereo e, man mano che si avvicinava alla sua meta, aveva l'impressione che il volume aumentasse a dismisura.

I Decibel erano diventati assordanti quando aveva poggiato la mano alla porta. Si era girata per guardare negli occhi Ron, per vedere se anche lui sentisse quella melodia; fu in grado di percepire lontanamente un paio di note scordate, dopo aver constatato che lui invece non udiva assolutamente nulla.

Quando entrò nella carrozza la sinfonia svanì all'istante, urtandole il timpano con il fastidioso rumore di un disco rigato.
Le sue emozioni, così forti e vivide, erano scemate in un attimo dopo essersi ritrovata rilegata al ruolo di collaboratore con il suo peggior nemico.

Draco Malfoy, caposcuola. Le era già venuta un'emicrania. 


« In ogni caso, ho dato un'occhiata alla consegna del tema di erbologia... »

Certo! Come aveva fatto a non pensarci? Perchè punire un undicenne per un insulso pasticcino svenevole, quando avrebbe potuto tirarsi addosso della cacca di drago e accusare un Grifondoro a caso? Magari lei stessa, tanto per tentare di screditarla.

Lo guardava da quindici secondi buoni e, il rampollo di casa Malfoy, se inizialmente aveva ricambiato lo sguardo con altrettanto fastidio, adesso iniziava a sentirsi in soggezione.

« ...non penso di esserne in grado. »

Non gli avrebbe mai permesso di sottrarre punti con scuse stupide come al quinto anno, quando gliene tolse cinque iniziali per aver parlato male della Umbridge, e successivamente altri dieci per essere una mezzosangue. Giurò a sé stessa che mai e poi mai avrebbe lasciato che Malfoy abusasse della sua carica di caposcuola – a costo di tenerlo sotto stretta sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro e di andarlo a denunciare alla Mcgranitt.

Ora che ci pensava non aveva nemmeno più fame.

« Nemmeno io. Hermione? »

« No! Assolutamente no! » esclamò la Granger dilatando le narici. « Non aiuterò nessuno di voi, fatevelo da soli questo tema! »

E con questo si alzò, si lisciò l'angolo stropicciato del mantello, afferrò il tomo di aritmanzia e si defilò su per le scale, diretta al suo dormitorio.

In sala grande, un confuso Ronald Weasley stava scambiando con il suo migliore amico sguardi perplessi.

« Io volevo solo chiederle di passarmi le patate. » dichiarò sconcertato Harry.




Nei sotterranei di Serpeverde l'umore che si respirava era nettamente diverso: si era sentito frustrato il giorno precedente, quando era stata appurata un'informazione facilmente deducibile – perchè di certo non avrebbero mai nominato quel tonto di lenticchia caposcuola – ma adesso iniziava a sentirsi felice come un bimbo di fronte ad un giocattolo nuovo.

« Sembri felice. » constatò Blaise Zabini, seduto sul divano di pelle nera, godendosi il torpore del camino della sala comune.

« E lo sono, effettivamente. » replicò gaio Draco.
Si lasciò cadere su un divanetto non troppo lontano e si stese come in procinto di dormire un lungo sonno ristoratore.

« La Granger, come già sai, è stata nominata caposcuola. » si gongolò lui, sospirando profondamente e portandosi le mani dietro la nuca.

« Nulla che contribuisca alla riuscita di un buon patronus, insomma. » sentenziò l'amico, « Quella ragazza mi snerva. » concluse stirandosi sul posto come un gatto.

« Ed è proprio qui che casca l'ippogrifo, mio caro. »

« Dove casca, questo ippogrifo? » si aggiunse Theodore Nott, scavalcando il divano dove si era accomodato Blaise e sedendosi sul tappeto.

« La Granger è caposcuola. » ripeté Malfoy, ridendo sotto i baffi.
Nott lo guardò come si fosse appena messo a urlare che l'acqua era bagnata.

« E cosa ti aspettavi, scusami? » domandò cauto.

« Quella mi odia. » continuò lui divertito.

« Non lo fa forse tutta la casa dei Grifondoro? »

« Cercherà di farmi diventare matto. » proseguì.

« Gli è cascato in testa, questo ippogrifo. » si voltò Theodore.

« La Granger è già riuscita nel suo intento. » constatò Blaise, guardando l'amico come un pietoso malato irrecuperabile.

« Non avete compreso. » disse Draco guardando i suoi amici dritto negli occhi. « La mezzosangue mi odia, mi farebbe sparire con un Avada Kedavra se solo fosse legale e se solo il suo stupido buon cuore da Grifondoro glielo lasciasse fare. » cominciò lui.

« Sì...sì, lo sappiamo già. » lo interruppe Blaise, con lo stesso tono con cui ci si rivolgerebbe ad un bambino duro di comprendonio.
Blaise era da sempre il più riflessivo dei suoi amici, Theodore il più impulsivo e attaccato al divertimento, Draco invece era un po' un misto di tutti; tuttavia, ora si vedeva costretto ad etichettarlo come il "fuori di testa", al pari di Gilderoy Allock di ritorno dalla camera dei segreti. Forse la Lovegood era una spanna sopra tutti e i suoi noti gorgosprizzi stavano intrattenendo un party con i fiocchi nel cervello del suo compagno.

« Non mi interrompere. » lo guardò seccato Draco, voltando la testa in sua direzione.

« Il fatto è... » riprese solenne, « che non potendomi seppellire tre metri sotto terra, in una bara di marmo, nel cimitero di famiglia, farà di tutto per incastrarmi con qualcos'altro. »

Theodore si fece meditabondo.

« E quindi? Vuoi riservare solo a te stesso il piacere di ballare sulla sua lapide? »

« Oh, sarebbe molto allettante, ma non ho abbastanza contatti al ministero per sfuggire al bacio dei dissennatori... » replicò Draco accarezzandosi il palato con la lingua.
Non era affatto male l'idea di farla sparire, ma lui aveva ben altri piani in testa.

« Insomma, l'avete vista tutti come ha osato guardarmi durante l'ora di pranzo. » continuò infine, ritrovando il filo del suo discorso.

« Ti avrebbe ammazzato » rispose Blaise mellifluo.

« Oh no, te lo dico io cosa vuole fare quella: vuole farmi diventar matto, in qualche modo. » si rizzò a sedere il rampollo di casa Malfoy. « Ma non le sarà possibile se la faccio impazzire prima io. » concluse ghignando in direzione dei suoi amici, che adesso avevano afferrato dove volesse andare a parare il giovane Serpeverde.

« Non mi resta che attendere l'inizio delle ronde notturne, la prossima lezione di pozioni o che qualcuno butti giù l'idea di organizzare una festa illegale. » riprese. « Basterà che anche solo una delle tante regole di questa catapecchia venga raggirata alla luce del sole ed uscirà di senno, ve lo assicuro. Ne sono così certo che potrei mettermi a giocare d'azzardo e scommettere tutto l'oro che la mia famiglia possiede alla Gringott. »

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