The rebel one

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Alcuni segreti risultano più pesanti di altri, e questo Harry lo stava provando sulla sua pelle.

Quella confidenza gli pesava sul cuore, e ogni volta che ne vedeva la causa, questa gli risaliva in gola strozzandolo.

Sapeva che, prima o poi, avrebbe finito per raccontarla a qualcuno, ma si era sempre detto di non farne parola con Ron – troppo indiscreto, seppur suo migliore amico dal primo anno.

C'era da precisare, però, che nel suo immaginario nessuno lo aveva mai chiuso a chiave negli spogliatoi, né aveva cercato di estorcergli le informazioni di bocca.

Ginny era riuscita a sbarazzarsi di Dean Thomas – che a quanto gli era parso di capire, era stato accollato a Seamus Finnigan – e l'aveva attirato in cabina con una scusa idiota che, con il senno di poi, Harry avrebbe dovuto subito associare ad una balla bella e buona.

E adesso risultava complicato resistere e tenersi tutto per sé, soprattutto perchè il cercatore era cotto a puntino, e sapeva che non sarebbe mai e poi mai riuscito a resistere a tutte le moine della ragazza.

« Dai, Harry, a me puoi raccontare tutto » tubò Ginny lasciandosi cadere al suo fianco.

Harry sussultò per la tensione.

A dire il vero non sapeva se fosse una buona idea vuotare il sacco su ciò che aveva visto, ma la sedicenne insisteva ed insisteva.

« E' piuttosto bizzarro che tu sia scappato a gambe levate, l'altra sera » attaccò Ginny « Tu sei sempre così coraggioso... avanti, ci conosciamo da una vita e sei il migliore amico di mio fratello – a lui non è consigliabile raccontare tutto, vista le limitate capacità intellettuali di cui dispone – ma, per tua fortuna, io ho preso da mia madre »

Harry deglutì.

Prima o poi, vedendo quanto fossero migliorati i rapporti tra Malfoy e quella disgraziata di Hermione, sarebbe saltato fuori tutto. E alla rossa non sarebbero servite particolari doti da veggente per collegare, o quantomeno intuire, che la passata battuta in ritirata fosse una conseguenza di quella novità; solo uno sciocco – e Ginny, sebbene fosse stata la mente eccelsa che aveva avuto la grandiosa idea di servire all'amica una Burrobirra abbandonata da chissà chi, non era affatto stupida.

In più, non riusciva proprio a resistere alla manina poggiata sul suo ginocchio.

Harry ringraziò di essere stato preso in ostaggio.

« Prometti di non dare di matto » cominciò a parare le mani in avanti lui.

« Non posso, se non so cosa mi stai per rivelare » replicò con calma la rossa.

Harry sospirò: quella era una frase tipica di Hermione – quella intelligente, buona e che detestava i Malfoy, non quella che parlava in tutta tranquillità con uno di loro.

« Quanto sto per dirti non deve uscire di qui » continuò lui.

« Dimmi »

La mano di lei cominciò ad accarezzargli la coscia con fare amichevole, e Harry deglutì un'altra volta. Faceva fatica a ricordarsi addirittura cosa dovesse confessarle.

Menomale che la risata sprezzante di un certo Serpeverde glielo ricordò.


« ...Oh, sì, finalmente ci sono arrivato » urlò Draco dal campo di quidditch, che molto probabilmente aveva cominciato ad allenarsi con qualche compagno di squadra.

Ovviamente senza averne l'autorizzazione.


« Non ti piacerà » proseguì Harry, sforzandosi di pensare al biondo caposcuola, e non alla Weasley davanti a lui.

PoisonedOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz