Reverse Psychology

743 53 8
                                    

I suoi capelli giacevano spettinati sul prato verde; un manto dal colore acceso, quasi innaturale, costellato da margherite da lunghi petali candidi. 

Stava bene, non era mai stata tanto rilassata. Una leggera brezza fresca le accarezzava le guance rosee. Si girò su un fianco e si soffermò ad osservare una coccinella arrampicarsi su un quadrifoglio. Raramente ne aveva trovato uno, mai le era capitato di sdraiarcisi accanto: doveva essere particolarmente fortunata.

Sorrise felice notando, un po' più in là, un ruscello che stava dando da bere ad un unicorno e una farfalla grande quanto il palmo di una mano svolazzare su dei girasoli.

« Eccomi, spero di non essermi fatto attendere troppo. »

Una voce indistinta. 

Si era rivolta a lei ma non sapeva associarla a qualcuno. La persona, che identificò come un ragazzo misterioso, le si adagiò accanto; una mano pallida le sfiorò la coscia, risalendo fino alla dolce curva del suo fianco, per poi scorrere fino al ventre e abbracciarla. Sentì il suo profumo, che sembrava essere parecchio costoso, e i capelli del giovane le solleticarono l'orecchio scoperto. Si voltò con lentezza per scoprire l'identità dell'interlocutore, e i suoi occhi ne incontrarono altri due, del colore del ghiaccio.

Hermione si scostò bruscamente, indietreggiando e trascinandosi sui gomiti.

« Hermione? » le domandò confuso Draco. 

Era nuovamente vestito come un principe e un mantello color cielo gli copriva le spalle.

« Va' via. » sibilò lei. 

Il ragazzo sembrò offendersi e la guardò affranto. Si portò una mano sotto il panciotto, decorato con una trama sottile d'argento, e estrasse una grossa rosa rossa, perfettamente conservata come se, fino a poco prima, fosse ancora stata attaccata al cespuglio. Gliela porse, ma Hermione strisciò via ancora.

« Mia amata, perché rifiuti il mio amore? »

Un brivido le percorse la schiena, raccapricciandola e facendole provare un senso di inquietudine. 

Era troppo. 

La caposcuola si ricompose, si sistemò la divisa scolastica e si affrettò ad allontanarsi. Ma il Serpeverde la raggiunse in fretta, senza che nemmeno udisse i suoi passi sull'erba. Le accarezzò le spalle da dietro, e avvicinò le labbra al suo orecchio per sussurrarle:

« Non scappare da me. » la pregò. 

Hermione lo scacciò posandogli una mano sul petto e spingendolo via malamente.

Draco la guardò con innocenza, rivolgendole il genere di sguardo che sarebbe più solito vedere ad un bambino indifeso, che alla serpe viziata di sempre.

« Qual è il problema, mia coraggiosa Grifondoro? » le domandò. 

Hermione cominciò a tastarsi le tasche, dove in circostanze ordinarie riponeva la bacchetta; sbiancò non appena capì di essere completamente disarmata.

« La mia... la mia bacchetta! » esclamò spaventata.

« Perchè mai dovrebbe servirti, mia amata? » Draco avanzò, allungando una mano verso di lei, con la speranza che decidesse di afferrarla.

« VATTENE! » urlò istericamente la caposcuola. « Non avvicinarti! »

Ebbe quasi la sensazione di sentire un rumore metallico in lontananza. Ma i suoi occhi non persero di vista il ragazzo vestito in maniera principesca davanti a lei. Era pronta a graffiargli il viso, se mai costui avesse tentato di avvicinarsi troppo bruscamente.

PoisonedWhere stories live. Discover now