Angy
Ho appuntamento con Leonardo nel suo studio per la pratica Taciti. Da lì raggiungeremo il luogo dell'incontro con l'amministrazione comunale.
Pur se non ci aspetti un grande tragitto, temo che sarà il viaggio in auto più lungo della mia vita.
Entro nello studio Adamante e, nonostante manchi da qui soltanto da pochi giorni, quando varco la soglia dell'ingresso, un'amara sensazione di malinconia mi assale.
Rammento con affetto perfino le frasi ciniche e provocatorie del mio ex capo, più o meno con la stessa emozione che ricordo di aver provato quando, dopo essermi diplomata e aver detto addio al liceo, sono tornata a salutare i docenti, che - a dirla tutta - quando frequentavo l'istituto, non sempre sono stata capace di apprezzare.
È strano come situazioni disprezzate nel momento in cui si vivono, possano trasformarsi in un ricordo gradito e rimpianto.
Ho il cuore che mi batte con frenesia nel petto, tanto da avere il fiato corto. Sto per incontrare Leonardo e, se anche sono terrorizzata alla sola idea di trovarmelo davanti dopo una settimana di assoluto silenzio da parte sua, sono inspiegabilmente felice ed eccitata.
In questi giorni mi è mancato più di quanto mi aspettassi. Ho passato buona parte del mio tempo ripensando al tocco gentile ma deciso delle sue labbra, alla stretta vigorosa ma delicata delle sue braccia attorno al mio corpo, al profumo intenso e delizioso della sua pelle, al calore caldo e confortante del suo respiro.
Dopo la conversazione avuta con Alessandro ieri sera, ho riflettuto su come mi sono comportata con Leonardo. Credo che Ale abbia ragione: sono stata molto più intransigente con lui di quanto lo sia stata con Alessandro. Probabilmente è più facile perdonare qualcuno dal quale non ci si aspetta nulla e per il quale non si prova un'emozione tanto forte, da non riuscire a gestire senza commettere un errore dopo l'altro.
Non ho neppure permesso a Leonardo di dimostrarmi che persona lui sia realmente, traendo le mie conclusioni.
Se anche sono terrorizzata più di prima all'idea di avere una relazione con lui (ora che mi sono resa conto di quanto sia sofferta la lontananza da Leonardo), vorrei tanto che la nostra relazione avesse un seguito, sempre che una notte d'amore possa definirsi una relazione.
D'altronde per essere felici è inevitabile dover correre dei rischi. Ogni emozione profonda, per quanto positiva, nasconde nelle sue trame uno spiacevole opposto, che può non emergere mai, o fuoriuscire prepotente, radendo al suolo qualunque cosa incontri nel suo cammino.
Mentre continuo con le mie riflessioni contorte, che mi tormentano da questa notte, mi dirigo in segreteria a salutare Chiara.
<<Ciao Chiara, che bello rivederti!>> le dico, cogliendola visibilmente alla sprovvista e abbracciandola affettuosamente.
<<Ehi, Angy! Mi sei mancata!>> replica Chiara, contraccambiando il mio abbraccio. <<Ma non sei in anticipo di almeno mezz'ora?>> domanda Chiara con aria stranamente imbarazzata.
<<Sono venuta in treno e se avessi preso quello successivo a quello su cui sono salita sarei arrivata qui con alcuni minuti di ritardo. Poiché ricordo ancora perfettamente la ramanzina che mi ha fatto Leonardo l'ultima volta che sono arrivata in ritardo, ho ritenuto più opportuno arrivare in lauto anticipo>> dico a Chiara ridendo.
<<Capisco, ma... che ne pensi se andiamo nella tua vecchia stanza a parlare un po'?>> mi domanda Chiara, spingendomi letteralmente verso la mia vecchia postazione. Il suo atteggiamento mi insospettisce non poco. Sembra quasi che sia preoccupata per qualcosa. Anzi per la verità sembra che non voglia che io veda qualcosa... o qualcuno.
<<Ma che ti prende Chiara? Sei strana!>> dico, fermandomi volutamente sul posto per sondare la reazione della segretaria.
<<Strana?! Ma no! È solo che qui in segreteria non c'è privacy>> replica Chiara con un sorriso nervoso, mentre prova nuovamente a trascinarmi altrove.
Faccio due passi per seguirla verso il corridoio, quando sento la porta dello studio di Leonardo aprirsi. Mi blocco immediatamente percependo chiaramente non soltanto la voce di Leonardo, ma anche la voce di un altro uomo a me conosciuta.
<<Non preoccuparti, vedrai che le cose si sistemeranno. Mi dispiace soltanto che non sia una consensuale>> sento dire a Leonardo. Una consensuale? Non starà parlando di separazione?
<<Hai fatto quello che potevi, Leo. Non è certo colpa tua se Alissa ha deciso di farmi guerra>> sento replicare all'uomo che sta ricevendo Leonardo. Ho la definitiva conferma che quell'uomo è mio fratello.
Giorgio si sta separando? Perché io non ne so nulla?
Mi ritraggo in un angolo della segreteria, facendo cenno a Chiara di rimanere in silenzio, affinché mio fratello possa uscire dallo studio senza notarmi, accompagnato dal mio ex capo.
Dopo aver sentito Leonardo salutare Giorgio e aver percepito la porta d'ingresso chiudersi, mi fiondo in corridoio con una serie di domande, non curandomi minimamente di Chiara.
<<Aspetta un secondo, Angy!>> sento urlare la segretaria ormai distante da me, mentre io sono quasi di fronte a Leonardo.
Lui mi guarda per un attimo stupito, poi riacquista il suo consueto contegno indifferente alle vicende della vita.
<<Hai sentito tutto?>> mi domanda, distogliendo lo sguardo dal mio viso, con aria che giurerei essere colpevole.
<<Cosa ci faceva mio fratello qui oggi? Cosa significa che ti dispiace "che non sia una consensuale"? Mio fratello si sta separando da Alissa?>> domando a Leonardo con determinazione. So che la vita privata di mio fratello non è affar mio, ma Luca è anche mio nipote e voglio sapere se i suoi genitori sono in crisi.
Leonardo fa un sospiro profondo, come fosse stanco e affaticato. Poi fissando gli occhi nei miei replica: <<Vieni nel mio studio, per favore>>.
Si dirige verso la sua stanza ed io lo seguo.
Nonostante l'irritazione che sento di avere in corpo, non riesco a smettere di fissare la schiena di Leonardo, immaginando come era l'ultima volta che l'ho vista. Arrossisco pensando alla pelle di Leonardo sotto le mie dita.
Scrollo la testa, per cercare di allontanare pensieri inopportuni.
Giunti nella stanza di Leonardo, lui si siede alla scrivania, facendomi cenno affinché mi sieda davanti a lui.
<<Cosa ci faceva qui Giorgio?>> insisto, pur conoscendo ormai la risposta. Tuttavia voglio che Leonardo mi dia delle conferme. Inoltre voglio delle spiegazioni anche da lui!
<<Come avrai già intuito, tuo fratello si sta separando da Alissa. A quanto pare è da un bel po' di tempo che le cose tra di loro non vanno. Si è rivolto a me qualche mese fa perché io lo segua nella separazione>> mi spiega Leonardo con voce monotono come se stesse parlando di una qualunque pratica di questo studio.
Quando le sue parole dal mio orecchio arrivano al mio cervello, sento le mani iniziare a tremare per la rabbia: "qualche mese fa"?!
<<Perché mi hai tenuto nascosta una notizia del genere?>> domando, questa volta alzando il tono di voce. Ho lavorato qui fino a pochi giorni fa e lui mi ha tenuto all'oscuro della pratica di separazione di mio fratello. Ma perché Leonardo deve sempre mentire o omettere?
<<Dimentichi che faccio l'avvocato, Angelica. Sono vincolato dal segreto professionale>> risponde Leonardo in tono cinico, come quello dell'avvocato Adamante che conosco fin troppo bene.
<<Segreto professionale?! Ma se nei mesi in cui ho lavorato qui ho avuto libero accesso a tutti i fascicoli dello studio? Non prendermi in giro, per favore! Me lo hai tenuto nascosto di proposito!>> ribatto furibonda.
<<Angelica, il fatto che tu abbia lavorato nel mio studio, non significa nulla. Se un cliente mi chiede di mantenere il massimo riserbo su una questione che lo riguarda, io non posso che rispettare la sua volontà. Se vuoi diventare un bravo avvocato, sarà bene che tu lo capisca>> dice Leonardo in tono glaciale e con una calma che mi dà i nervi.
<<Perché devi sempre comportarti in questo modo?>> gli urlo contro, non riuscendo a capire per quale ragione proprio ora che ho deciso di dare a Leonardo una possibilità, lui, non soltanto mi deluda un'altra volta, ma eriga un muro di impassibilità tra di noi.
<<Non capisco di cosa tu stia parlando. Mi sto comportando nell'unico modo in cui si dovrebbe comportare un professionista. Credo che tu sia troppo coinvolta nella questione per poter essere obiettiva, Angelica>> risponde il mio ex capo, glissando completamente la mia domanda. Sono sicura che ha capito benissimo che non mi sto riferendo alla separazione di mio fratello.
Ma in fondo cosa pretendo? L'ultima volta che ci siamo visti, ho trattato Leonardo in maniera terribile. Non posso certo aspettarmi che ora lui mi abbracci e mi baci come se nulla fosse accaduto.
Eppure la freddezza e il distacco che vedo negli occhi chiari di Leonardo mi feriscono tanto da sentire un nodo in gola.
<<Ora, se non ti dispiace, dobbiamo esaminare la pratica, prima dell'incontro con l'amministrazione>> prosegue Leonardo, aprendo il fascicolo Taciti davanti a lui e iniziando a sfogliare i documenti.
<<Senti Leonardo>> inizio a dire con un filo di voce, non trovando le parole. La verità è che non so cosa dire esattamente: una parte di me è furibonda perché Leonardo mi ha sottaciuto che si sta occupando della separazione di Giorgio, mentre l'altra parte di me, quella innamorata e con un dolore sordo nel petto, vorrebbe fargli capire che mi sono pentita di come mi sono comportata l'ultima volta che ci siamo visti.
Lui alza gli occhi dal fascicolo e li fissa nei miei, togliendo gli occhiali da vista. Il suo sguardo così è ancora più freddo e inespressivo, come se non provasse la benché minima emozione. Respiro in maniera affannata, ma l'aria che inspiro sembra soffocarmi.
<<Ti ascolto, Angelica>> mi incalza lui con una seraficità che non posso che invidiargli. Io riesco a malapena a controllare le mie emozioni.
Distolgo lo sguardo, fissandolo alle mie mani, come una bambina impaurita. <<Vorrei chiederti scusa per come mi sono comportata>> inizio a dire.
<<Non preoccuparti. Comprendo che scoprire che tuo fratello si sta separando sia un brutto colpo>> osserva Leonardo. Ma possibile che non capisca che non mi sto riferendo ad oggi? Sembra quasi che lui stia facendo di tutto per evitare di parlare di noi.
<<Non mi riferisco a poco fa. Voglio scusarmi per come ti ho trattato l'ultima volta che ci siamo visti>> dico con estrema fatica. L'atteggiamento di Leonardo non mi sta certo aiutando.
<<Non ti devi scurare. È acqua passata>> ribatte subito lui. <<Siamo due persone mature e possiamo tornare ad essere dei buoni colleghi, dimenticando quello che c'è stato tra noi>> conclude Leonardo. Ed io ho l'impressione che mi abbia dato uno schiaffo in pieno viso. Sento le lacrime affiorare agli occhi, ma non piangerò. Le tratterrò dimostrando che anch'io, come lui, posso imparare a nascondere quello che provo.
Non voglio credere che quello che ho davanti in questo momento sia il vero Leonardo. No, il vero Leonardo è quello che mi ha amato per una notte intera con passione e tenerezza. Il vero Leonardo non può essere un uomo cinico e freddo, come quello che ho davanti in questo momento! <<Se abbiamo finito, ora esaminerei la pratica>> conclude infine Leonardo, riprendendo a sfogliare le carte davanti a sé e iniziando a parlare di lavoro come se niente fosse.
Fatico a seguirlo, concentrata più che mai nel tentativo di trattenere le lacrime. Ma perché tra me e Leonardo deve essere tutto così complicato?