Dopo di te nessuno mai || 2

By Littlestupidgirl_13

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C'è un istante, nella propria vita, in cui ci si chiede cosa riservi il futuro per noi e come possiamo relazi... More

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Prologo
1 ~ La parola amore
2 ~ Nel viaggio
3 ~ Venire ai fatti
4 ~ Notte di sorprese
5 ~ Una giornata al mare
6 ~ Tanti auguri, Chris!
8 ~ Tutti in campeggio
9 ~ Qualsiasi cosa accada
10 ~ Tutto ciò che conta
11 ~ Sorrido con te
12 ~ Quello che non ti ho detto
13 ~ Nuovi incontri
14 ~ Taci o baci
15 ~ Tutti al luna park!
16 ~ Frustrazione sessuale
17 ~ Conquistare la strada
18 ~ Notte di terrore
19 ~ Un amore di fratello
20 ~ Mancanza di te
21 ~ Sognare ad occhi aperti
22 ~ Ma la vita cos'è?
23 ~ Avventurarsi
24 ~ Rasentare la pazzia
25 ~ Soffocanti delusioni
26 ~ Ridere per nulla
27 ~ L'importanza che possiedi
28 ~ Molto rumore per nulla
29 ~ Alessandro
30 ~ Sentirsi demoliti
31 ~ Tornerò da te
32 ~ Inevitabilmente sempre noi
33 ~ Aspettando il verdetto
34 ~ L'inizio della fine
35 ~ Un orizzonte chiamato Grecia
36 ~ Canea
37 ~ Ho imparato ad amarti
38 ~ L'ultima lettera
39 ~ L'ultima prova
40 ~ Il matrimonio
Interludio
Epilogo
Ringraziamenti e informazioni
#Challenge
What if...?
IT'S TIME!
Ops... Forse il precedente non era l'ultimo
0.1 ~ La prima volta che ti ho vista
0.2 ~ Pazza pizza e un cuore che batte
0.3 ~ Bastardo fortunato
0.4 ~ Non ti spaventare
0.5 ~ La ragazzina bruttina
0.6 ~ Crisi
0.7 ~ Crisi

7 ~ La prima lettera

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By Littlestupidgirl_13

Non è la sveglia, il sole o un brutto sogno a svegliarmi la mattina dopo. Sono delle dita lunghe e fastidiose, e delle urla altrettanto improvvise. Spalanco gli occhi e mi contorco sotto il solletico provocato da qualcuno mentre lancio svariati urli.

<<Buongiorno, fiore!>> Diego troneggia su di me con le ginocchia ai lati dei miei fianchi e le dita incastrate tra le mie cosce.

<<Diego!>> urlo, scalciando e dimenandomi ma non mi lascia via di fuga.

<<Hai un aspetto celestiale la mattina.>> Ride forte e m'innervosisce. Gli griderei contro ancora se non fossi impegnata a urlare per altro.

Quando lascia la presa, gli spintono pesantemente il petto facendolo cadere accanto al bordo, tanto che si sbilancia e rischia di cadere, dandomi il tempo di alzare il busto e osservarlo con faccia indignata.

<<Tanto bastava tirarmi una secchiata di acqua gelida!>>

<<E dove sarebbe stato il divertimento?>>

Mi sistemo la maglia con cui ho dormito e alla fine calmo il respiro. <<Sei arrivato.>>

<<Sono arrivato.>> conferma con un sorriso mesto.

<<Ti avrei abbracciato se non fossi stato un emerito idiota, quindi ora vado a fare colazione.>>

Mi alzo repentina e cammino svelta fino alla cucina; non sentendo i suoi passi dietro i miei capisco che non mi sta seguendo. Sul tavolo trovo tre pacchetti bianchi e mi avvicino incuriosita; dentro ci trovo cornetti e pastarelle e subito mi si illuminano gli occhi. Prendo fazzoletti e piatti e sistemo tutto per quando arriveranno gli altri. Poi Diego compare al mio fianco. <<Ti ho preso almeno quattro pastarelle al cioccolato.>>

Mi sciolgo in un sorriso. <<Allora, forse, ti posso perdonare.>>

<<La nostra stanza non è per niente male, hai già separato i letti.>>

<<Avevo paura di cadere se li avessi lasciati uniti.>> Prendo del succo e me lo verso nel bicchiere mentre Diego mi chiede aiuto per fare il caffè. I maschi e la loro praticità delle volte si trovano ai poli opposti di un pianeta.

Dalla una delle camere da letto spuntano due teste, una bionda e un rossiccia, tutte scompigliate, mentre i volti dei nostri amici conservano ancora l'alone dormiente. Andrew sorride all'amico, cominciando subito a parlare del viaggio e della città. Lavinia s'illumina alla vista dei dolci e si siede subito accanto a me.

<<Non avete ancora iniziato a mangiare?>>

<<Volevo aspettare che fossimo tutti.>>

La rossa fa una smorfia. <<Ci metteranno secoli a svegliarsi quei due.>> Subito dopo si apre in un sorrisetto sadico. <<Potremmo sempre svegliarli noi.>>

Alzo una mano per interromperla. <<Io ho già ricevuto il buongiorno, non vorrei che capitasse a qualcun'altro.>>

Lei alza le spalle incurante, facendo crocchiolare la sedia mentre la spinge lontana dal tavolo e si alza. <<Lo farò da sola.>>

La osservo mentre si avvicina lentamente alla porta della camera da letto degli altri due, cercando di camminare sulle punte dei piedi scalzi, non capendo che non farebbe comunque alcun rumore.

Andrew e Diego cominciano a osservarla quando fa finta di muoversi come un agente segreto, piegandosi sulle ginocchia e accostandosi al muro. Io rido, vederla con i capelli disordinati e un pigiama corto in quello stato è esilarante.

Apre la porta silenziosamente, mettendo un piede dentro e facendo capolino con la testa. Poi sento un urletto e lei se l'è già chiusa alle spalle, gli occhi chiusi e stretti, la faccia contorta in una smorfia mentre gonfia le guance.

<<Sono molto svegli.>> annuncia urlando. <<Scusate ragazzi!>>

Corre al tavolo e si risiede accanto a me che mi sono già tappata le orecchie; Diego e Andrew ridono.

<<Non voglio sapere niente.>> annuncio mentre Lavinia è già piegata in due con le lacrime agli occhi.



Un'ora dopo, tutti ormai svegli, vestiti e saziati della colazione, ci crogioliamo nelle chiacchiere attorno al tavolo. Lavinia ha continuato a scusarsi con Elena e Stefano per un buon quarto d'ora facendo ridere la bionda e abbassare il capo a mio fratello, che scommetto preferiva non essere interrotto.

Poi Andrew comincia a elencare tutti i bar e le spiagge che abbiamo visitato finora, molto pochi, e fa anche un elenco con di tutti i posti che Elena ha in programma di farci vedere e scoprire; tutto negli interessi di Diego che è, per l'appunto, appena arrivato.

Io li sento parlare e sto con loro fisicamente, sorrido quando fanno una battuta e rispondo a una qualunque delle loro domande ma in realtà mi trovo in un altro posto.

Ripenso a ieri e al compleanno di Chris. Non deve essere stato un ventesimo compleanno davvero emozionante dato il suo stato fisico; aveva la febbre e si trovava in una stanzetta di un albergo. Non ha festeggiato, non ha fatto niente. Mi sento così ridicola ripensando di avergli portato il pasticcino e la candelina, festeggiando quel poco che aveva a disposizione con me, parlando di qualcosa di tremendamente importante eppure non adatto all'aria di compleanno.

E poi le sue parole tornano a galla pesanti e leggere, nella loro temporanea instabilità di collocazione all'interno del mio cuore.

<<Avrei anche potuto scriverne una al giorno ma, il tempo in cui non scrivevo, lo passavo a pensarti.>>

Chris mi ha scritto delle lettere durante l'anno in cui siamo stati separati e sapere che lui pensava a me tanto quanto io pensavo a lui mi rincuora. Da una parte, una profonda e grigia, ha ragione: siamo stati collegati in quest'anno dai ricordi e dai sentimenti. Saperlo mi fa sollevare, non mi fa sentire così patetica come sentivo di essere all'inizio.

Alla porta bussano ma io non lo sento, non lo percepisco. Noi continuiamo a parlare quindi non me ne rendo conto, pensando a Chris. Vedo solo Diego che si alza e non mi chiedo dove stia andando.

Poi però lo sento urlare e mio fratello che si alza subito, sotto lo sguardo attento di tutti.

Sono costretta a ridestarmi anch'io, seguendo lo sguardo sorpreso delle mie amiche. Mi affaccio all'ingresso dove Chris è fermo alla porta, Diego sporto in avanti con una mano premuta sulla porta e l'altra allungata, intento a gesticolare mentre parla, o discute, con il moro. Mio fratello è subito dietro Diego mettendogli una mano sulla spalla, cercando di allontanarlo un poco.

Allora faccio un piccolo scatto e li raggiungo anch'io.

Chris è il ragazzo che guardo per primo, l'unico che sa come catturare la mia attenzione anche quando siamo circondati da altra gente.

<<Cosa ci fai qui? Dovevi rimanere riguardato.>>

Tutti guardano me come se avessi detto qualcosa di tremendamente inconveniente; ma loro non sanno l'evoluzione della febbre di Chris e magari nemmeno si preoccupano della sua salute come farei e faccio io.

<<Aspetta, tu sapevi che era qui?>> Questa volta è Diego a catturare la mia attenzione. Ha le sopracciglia quasi unite per quanto le tiene corrugate, una smorfia di rabbia e sconforto gli deforma l'espressione tranquilla che gli ho visto indossare giusto qualche minuto prima.

<<Sì, certo, non te l'ho detto ma perché non ce ne è stato il tempo.>>

<<Devi giustificare la mia presenza a lui?>> m'interrompe Chris, facendo un passo indietro.

Va bene, questa situazione è davvero imbarazzante: Diego è arrabbiato con Chris perché solo lui sa cosa ho passato in quest'anno, Chris è arrabbiato con Diego per... non so bene cosa, forse per gli eventi dell'anno scorso; mio fratello, seppur rimane in silenzio tra i due, non prova particolare affetto né per Chris né per Diego ma dati gli ultimi sviluppi, credo riesca a giustificare più il moro piuttosto che il mio amico.

<<No, non devo giustificare la tua...>>

<<Certo che devi!>> Diego si rigira verso Chris. <<Non dovresti essere qui.>>

<<Hai qualche problema?>> L'espressione di Chris non è così tormentata come quella di Diego eppure capisco, dall'impercettibile smorfia della bocca, dalle mascelle contratte e da come assottiglia gli occhi, che è infastidito. Sono questi piccoli dettagli che mi spingono a interromperli di nuovo senza successo.

<<Volete finirla?>>

<<Certo che ho qualche problema.>> irrompe Diego uscendo finalmente di casa e facendomelo seguire. <<Sei tu il problema, hai seguito Maggie? Adesso fai questo di professione? Prima ti piace illudere le ragazze brillanti e lasciarle, spezzando loro il cuore e adesso ti metti a seguirle, continuando a tormentarle?>>

Diego deve smetterla, se non vuole creare ulteriori disastri. Imploro mio fratello con lo sguardo di intervenire eppure so che non farà niente a meno che la situazione non degeneri seriamente.

Chris distoglie lo sguardo; lui non esplode, carica dentro di se tutte le emozioni e le fa uscire nel momento meno opportuno. Adesso sta facendo proprio questo, sta accumulando dentro la testa le parole di Diego per poi rigettarle addosso a qualcun'altro in un secondo momento.

<<Adesso basta.>> tiro indietro Diego, dal polso, perché ho la sensazione di dover difendere Chris da quelle stesse parole che solo poche settimane prima avrei approvato. Questa volta, però, Diego non ha ragione e non ne avrei avuta nemmeno io se fossi stata nei suoi panni. Diego non sa cosa è successo in questi giorni e non sa nemmeno come io ho deciso di affrontare la situazione, semplicemente perché ho scelto di non parlargliene, non ancora, e non gliene faccio una colpa.

So che vuole prendere le mie difese perché mi ha visto completamente esposta alle mie sofferenze eppure deve riuscire a capire che le mie battaglie devo saperle combattere e devo saperle anche vincere, da sola. O con Chris. Questo si vedrà in futuro.

Allora Stefano da una pacca alla spalla di Diego, facendogli intuire di indietreggiare. Lui mi lancia un'occhiata furiosa, un'occhiata nella quale vorrebbe che mi facessi indietro così da lasciargli via libera ma non posso, perché non deve fare niente.

<<Fai come vuoi.>> borbotta rientrando in casa e facendomi sospirare. Non mi piace litigare con Diego per questo argomento; più volte durante l'anno ci siamo trovati in disaccordo su molte questioni, tutte che riguardavano in qualche modo Chris: lui che lo insultava e io che gli trovavo delle scuse. Anche adesso, lui non capisce e io non voglio che capisca, perché non lo riguarda.

Poi torno su Chris, fermo a guardare il punto in cui il mio amico e Stefano sono rientrati.

Appena ho i suoi occhi puntati nei miei, senza che riesca a dire una parola, gli faccio un cenno con il capo. <<Entra.>>

Non aspetto che mi segua, se è venuto per un motivo deve farlo per forza. Quando è dentro, Andrew è l'unico che lo saluta come fosse davvero contento, anche se confuso, di vederlo mentre Elena si limita ad abbassare il capo. Poi Lavinia mi affianca, dandomi una spintarella con la sua spalla. <<Scusami per l'altro giorno, sai il drink e tutto il resto...>>

Chris, inaspettatamente, sorride, mentre Diego, ormai seduto ancora sul divano, non stacca gli occhi dalle sue dita che torturano un tappo di una bottiglia sciolto sulla tovaglia.

<<Sì, beh, era buono per lo meno.>>

<<Ne sono felice.>>

<<Così è qui che vi siete sistemati per... quanto tempo rimanete?>>

<<Tutta l'estate.>> gli ricorda Stefano che si va comodamente a stendere sul divano.

Mi guardo intorno, anche se sono circondata dai miei amici, l'aria è imbarazzante e pregna di tensione. Ormai è come se la nostra storia fosse stata spiattellata ai quattro venti, tutti sanno tutto e niente è più nascosto, protetto. Chris deve provare le stesse sensazioni, perché abbassa il capo senza mormorare più una parola e si dondola sui talloni.

<<Allora...>> comincio io ma Diego si alza, facendo rumore con la sedia, e sovrastando le mie parole.

<<Posso dirti una cosa in privato?>> Mi passa accanto, cercando di prendermi per mano ma ritirandosi un attimo prima. <<Nella nostra camera, magari.>>

Spalanco gli occhi decidendo di seguirlo prima che peggiori ulteriormente la situazione. Non mi va di lasciare Chris da solo con gli altri, magari restando nel silenzio, ma confido nelle buone maniere dei miei amici.

Appena io e Diego siamo in camera, la porta socchiusa, è il momento di dargli una bella strigliata per le orecchie.

<<Non dire una parola.>> stronco il suo discorso sul nascere. <<Non ti ho detto niente perché è stato tutto molto inaspettato. Mi dispiace non averti aggiornato ma le cose ora stanno così: Chris è qui per darmi spiegazioni che io devo ascoltare e che farò, nella più totale tranquillità del nuovo rapporto di amicizia che abbiamo deciso di instaurare. Ha capito che merito delle spiegazioni e io ho deciso di ascoltarlo. La tua scenata sessista e idiota mi ha già fatta innervosire, quindi adesso, se devi aprire la bocca, vedi di far uscire parole gentili ed educate altrimenti dormi per terra questa notte.>>

Lui aspetta che mi sfoghi, mi ascolta con un po' di stizza e alla fine sospira. <<Io non capisco, fiore. Perché lo vuoi ascoltare?>>

<<Te l'ho detto, ho bisogno di spiegazioni. Tu non vuoi che chiarisca cosa è successo?>>

<<No, se questo vuol dire ricaderci.>>

Per un attimo rimaniamo in silenzio a fissarci l'uno con l'altra. Non ho mai pensato che dando una possibilità a Chris di spiegarsi potessi cadere nella trappola un'altra volta perché sono risoluta a non farlo.

<<Diego, ti prego, ti chiedo solamente di lasciarmi gestire questa cosa da sola. So di poterlo fare.>>

Lui si avvicina, improvvisamente leggo compassione nei suoi occhi e voglia di proteggermi. <<Non capisco, però voglio che prima o poi mi spieghi tutto. Sai che ti posso aiutare, vero? Puoi contare su di me, sempre.>>

<<Lo so.>>

<<Bene, allora, per favore, stai attenta.>>

Lascio abbassare le spalle. <<Non ho bisogno di stare attenta a niente. Non c'è niente di pericoloso che devo affrontare. Ti chiedo solo di essere gentile e accettare la sua presenza per le vacanze.>>

Subito fa un passo indietro, tornando freddo e distaccato. <<Le vacanze? Starà qui per tutta l'estate?>>

<<Finché non si sarà spiegato.>>

Diego si passa una mano tra i capelli, chiaro segno di frustrazione. <<E perché ci mette così tanto tempo? Non potete parlarne una volta per tutte e farla finita?>>

Mi passo le mani sui jeans più volte, cercando di riordinare le idee nella mia testa. <<No, è complicato. Adesso però non importa, mi prometti di non fare più scenate?>>

<<Perché lo difendi così tanto?>>

Sto cominciando a innervosirmi e sbuffo forte per farglielo capire. <<Non lo sto difendendo, sto cercando di far calmare i tuoi bollori che si stanno accendendo un po' troppo per i miei gusti.>>

<<Ce l'hai con me perché ti sto proteggendo? Io ho visto come sei stata, sei venuta da me quando stavi male perché sapevi che ti potevo capire. Diamine, sarei il cattivo adesso?>>

<<Non sei mai stato il cattivo, Diego, stai semplicemente esagerando un po'. Capisco che mi vuoi bene e che vuoi il meglio per me, ma devi lasciarmi agire da sola per adesso. So quello che faccio, non ho bisogno di così tanta protezione.>>

<<Vallo a dire a lui allora.>> S'incammina verso la porta, girandosi verso di me ed esclamando: <<Digli anche che è l'unico che ti capisce perché ci è passato, l'unico che ti può aiutare a non cadere di nuovo. E mentre glielo dici, ripensa a chi c'è stato e chi, invece, se n'è andato.>>

Poi apre la porta e torna in soggiorno a grandi passi. Dopo pochi istanti, anche io torno in soggiorno dove l'aria non è fredda, ma gelida.

Stefano e Chris sono seduti sul divano, il primo disteso e il secondo con i gomiti sulle ginocchia, a sorreggersi la fronte. Elena e Lavinia si trovano in piedi, a pochi metri di distanza dalla porta mentre fanno finta di parlare del tempo. Diego è andato fino alla credenza in cucina, distraendosi aprendo il frigorifero.

Per fortuna Elena interrompe il silenzio che rischiava di farmi soffocare. <<Abbiamo deciso di andare a fare un giro e provare un nuovo ristorante per il pranzo, tutti insieme.>>

Sottolinea le ultime due frasi, facendo alzare il capo a Chris che subito riceve una piccola pacca sulla schiena da parte di mio fratello, forse per spronarlo ad alzarsi dal divano.

<<Si parte più o meno ora.>>

Elena afferra la sua borsa già preparata dalla sedia, così come Lavinia.

Sorrido a entrambe, forse hanno organizzato tutto questo per distrarre l'attenzione della situazione dagli umori di tutti.

Ci mettiamo circa dieci minuti a prepararci in massa e alla fine siamo pronti.

Quando siamo fuori, mi avvicino alla bionda. <<Si è sentito qualcosa?>>

Lei mi caccia via dal viso una ciocca di capelli. <<Si è sentito tutto, fiorellino.>>

Strizzo gli occhi, indiavolata. L'ultima cosa che avrei voluto succedesse era che Chris ascoltasse le parole pregne di stizza da parte di Diego, con le quali potrebbe convincersi ad allontanarsi "per il mio bene" un'altra volta senza che riceva le risposte che merito.

Decido quindi di affrontare la situazione di petto e cerco Chris, affiancandolo subito dopo. Lascio che qualcuno ci sorpassi, così da essere gli ultimi del gruppo e cammino lentamente, attendo che segua il mio passo.

<<Mi dispiace.>> dico e mi sembra di aver quasi rotto in mille pezzi uno specchio di cristallo fatto di silenzi e pensieri.

<<Maggie, smettila di scusarti per gli altri.>>

<<So che si è sentito tutto.>>

<<Abbastanza.>>

Adesso camminiamo più distanti dagli altri tanto che loro, attraversando, riescono a trovare il semaforo verde mentre a noi tocca aspettare il nuovo passaggio delle macchine. Mentre camminiamo sulle strisce bianche, noto che i nostri piedi vanno in sincrono e sorrido.

Una volta mia madre mi disse che se due persone camminavano allo stesso modo, nello stesso tempo e vicine, voleva dire che in qualche modo erano collegate.

Pensare a me e Chris collegati non è poi un pensiero così estraneo, forse sa di passato, ma non m'importa.

<<Non ti ho ancora chiesto come mai sei passato nonostante avessi la febbre.>>

L'accenno di un sorriso, forse ironico o forse derisorio, si affaccia sulla sua espressione pallida. <<Non ho più la febbre e sono venuto perché ti devo una lettera.>>

A quelle parole mi volto verso di lui di scatto, non vedendo che davanti a me ho un palo. Chris mi scansa in tempo, prendendomi per un polso.

<<Hai visto un fantasma per caso?>>

Mi ridesto scuotendo la testa e riportando lo sguardo dritto davanti a me, se mi concentro su di lui, finisco con lividi e bernoccoli. <<Grazie, allora hai deciso di farmi leggere una delle tue lettere?>>

Lui annuisce mesto, lo sguardo fiero e acuto, gli occhi belli aperti sulla strada. <<La prima.>>

Attraversiamo un'altra strada trafficata prima di arrivare sul marciapiede del lungo mare dove la gente del posto è già attiva e riempie la cittadina di chiacchiere e risate.

<<Avanti, allora, dammi la lettera.>> Porgo il palmo aperto davanti a lui facendolo subito ridere.

<<Come sei romanica.>> borbotta afferrando un pezzo di carta dalla tasca posteriore dei jeans. Poi ho in mano la sua lettera, piegata e un po' stropicciata, dalla quale intravedo l'inchiostro nero inciso e la sua bellissima calligrafia. Adesso che so che è vero, una fitta mi lacera il petto facendomi concertare su quel pezzo di carta come fosse l'unica fonte che mi riporterà a respirare regolarmente.

Chris mi strattona una seconda volta, evitandomi di andare a sbattere contro una povera vecchietta. <<Oggi sei più sbadata del solito.>>

Non gli do ascolto, ho già aperto la lettera.

Con uno scatto, Chris me la ruba dalle mani senza che riesca nemmeno a sbirciare una parola. <<Non la puoi leggere adesso.>>

<<Perché no? Avanti, ridammela.>> mi sporgo verso di lui senza successo dato che la tiene alta e dovrei saltare per afferrarla; peccato che stiamo camminando per le strade e non vorrei mostrarmi più ridicola rispetto a quanto sono già con il broncio in faccia.

<<La devi leggere in un momento più opportuno, non per strada con me affianco.>>

<<Vuoi che la legga da sola?>>

Alza le spalle, ridandomi la lettera. <<Puoi leggerla con chi ti pare, ma non adesso.>>

La stringo al petto, decidendo di ascoltarlo.

Dopo pochi secondi, lui fa un versetto strano che mi porta a girarmi verso di lui. Mi sta guardando. <<Incredibile, non hai replicato. Ti sei arresa con troppa facilità.>>

<<È una cosa importante, la leggerò creando un'atmosfera importante intorno a me.>>

Detto questo resta in silenzio, scalciando qualche sassolino che trova sulla sua strada. Poi finalmente riusciamo a raggiungere gli altri che si sono fermati davanti a una locanda con le scritte colorate. Mentre entriamo, lo sento borbottare: <<È solo una lettera.>>

Decido di non replicare perché per me non è solo una lettera; è una sua lettera ed è proprio per me.



Un'ora più tardi, tutti stiamo camminando a grandi passi fuori dalla locanda. <<Mai più!>> afferma Diego pulendosi la bocca con il retro della mano.

Lavinia prende un sorso della bottiglietta d'acqua che ha ordinato, sciacquandosi la bocca.

<<Non immaginavo potessero servire cibi andati a male.>> afferma Elena, reggendosi la pancia.

<<Niente più locande che si trovano alla fine di un vicolo cieco buio e maleodorante dove l'unica attrattiva decente è la locandina.>> continua mio fratello risoluto con una smorfia disgustata.

<<La locandina però ha stile.>> dico io, bevendo dalla bottiglia di Lavinia.

Chris è l'unico che non si lamenta perché è l'unico che non ha mangiato, reduce dalla malattia che l'ha lasciato senza appetito.

<<Troviamo un parco dove stenderci, ho bisogno di tranquillità.>> Elena fa da guida, come sempre, a tutti noi che la seguiamo per la città. Mio fratello la tiene per mano, per cui loro sono i primi della fila. Andrew parla con Diego mentre si tiene Lavinia sotto il braccio; Chris ed io rimaniamo inesorabilmente gli ultimi. Ogni tanto Diego si gira a controllare, facendo finta di guardarsi anche attorno.

So che non gli passerà tanto facilmente perché so che ci tiene particolarmente a questa situazione e indubbiamente anche a me.

Elena trova un parco talmente in fretta che mi fa dubitare del fatto che non sia mai stata in questa città, evidentemente le sue ricerche sono state talmente accurate da essersi imparata a memoria tutta la cartina della città.

Il parco è grazioso, un sentiero principale di ghiaia bianca conduce ai vari scompartimenti tracciati con aiuole di fiori colorati. Dei pini e dei cipressi contornano il confine del parco rendono il posto più turistico e confortante. Delle persone passeggiano sul sentiero dove ci siamo appena immessi, qualcuno contro corrente. Nei grandi spiazzi di prato verde, dei bambini giocano con il pallone o con il frisbee mentre qualcuno sfrutta la bella giornata e la tranquillità del posto per un dolce pic-nic. A pochi metri dall'entrata, un grande cartello di legno pitturato di un verde smeraldo ci annuncia che il parco ha un nome: Delle memorie.

Troviamo presto un posticino ombreggiato, dove due alberi piantati particolarmente vicini creano un'area protetta dal sole perfetta per un gruppo ampio come noi. Mentre tutti gli altri tendono a sedersi ai piedi di uno dei due alberi, creando poi un cerchio, io mi lascio cadere sull'erba del secondo, leggermente distante. Il nome del parco e la tranquillità del posto rendono la situazione ironicamente perfetta per leggere la lettera. Controllando prima che nessuno mi veda o s'interessi a me, afferro il pezzo di carta e mi metto comoda, cercando di non farmi soffocare dalle emozioni.

12 Agosto

A Maggie,

Questa è la prima lettera che ti scrivo e non so se ce ne saranno mai altre. Mia madre e mio nonno comunicano così da tanti anni; fin da quando ero bambino mi è stato insegnato che le parole sono il miglior mezzo per comunicare delle emozioni anche se adesso non ne sono più così sicuro. Forse le parole giocano il loro ruolo e sono indubbiamente importanti, ma non è forse più importante esprimere un sentimento piuttosto che gridarlo al mondo? Non è più importante venir avvolti da quello stesso sentimento, sentire che ti possiede, venir condizionato da quella forza maggiore piuttosto che sussurrare debolmente il suo nome?

Forse se ti scrivo mi sentirò meglio ma non so se riceverai questa mia lettera, né quelle future. Forse, un giorno.

Perché ti scrivo? Perché sei l'unica che mi sa ascoltare, di questo siamo consapevoli entrambi e non m'imbarazzerà mai ammetterlo. Sei l'unica che ha letto dentro ogni mia parola non detta e ne ha tirato fuori frasi che mi hanno rappresentato, facili e convenevoli.

Non ti sto scrivendo per tentare di giustificare il mio mancato addio nei tuoi confronti, non dovrebbe essere un addio o almeno io non voglio che lo sia. Sono semplicemente andato via e ti ho salutato nella maniera più romantica che esista (non dirmi che non sono romantico –forse un po' stronzo). Ti scrivo perché mi dispiace ma non potrò contattarti; ti scrivo perché so che non mi risponderai; ti scrivo perché se non posso averti accanto -adesso-, devo riuscire a creare un legame tra di noi anche se tu ne sei all'oscuro.

Quindi ti racconterò cosa è successo in questo mese. Sono da mio fratello Francesco, vivo nel suo appartamento da quando sono andato via. Qui c'è anche la sua compagna, Sara. È un bel tipo, ti piacerebbe, peccato che sa cantare mentre io preferisco chi stona un po' e urlacchia in macchina. Forse si sposeranno il prossimo anno. Non ho mai visto mio fratello così felice come quando c'è Sara accanto a lui.

Non stanno insieme da molto, è vero, però mi ha raccontato la loro storia, una sera, e ne sono rimasto affascinato. Francesco non mi aveva mai confessato questo suo amore, questo suo sentimento, questo profondo coinvolgimento. Ho apprezzato così immensamente Sara per averlo reso felice che mi sono lasciato incantare dalla sua presenza per qualche giorno. È risoluta e diretta, schietta e anche crudele, delle volte, se c'è bisogno di dire la verità. Non si fa mettere i piedi in testa, questo è ovvio (ho anche commentato a mio fratello che tra i due, nella coppia, è lei a portare i pantaloni) (Ti risparmio la risposta di mio fratello). Però è così esaustivamente dolce che delle volte mi sarebbe piaciuto ribattere a modo, con una delle mie solite battute davvero poco apprezzate; eppure mi sono trattenuto, perché è stata gentile con me, per tutto il tempo.

Mi permette di dormire sul suo divano finché non trovo una sistemazione migliore. Per ora Francesco riesce ad affibbiarmi qualche lavoro come meccanico, riparo motori e quant'altro ai suoi clienti e pagano che è una meraviglia. Devo racimolare più soldi possibili e continuare questo viaggio, devo finire questo viaggio, arrivare a una conclusione. Per ora è tutto, non faccio molto altro. So che dovrei studiare ma non so ancora se andrò all'università. Sicuramente non quest'anno. La fisica mi manca ma cosa c'è di meglio che starsene seduti sul divano tutto il giorno?

Scusa, so che tu presto comincerai il quinto anno. Spero lo affronterai con parsimonia, perché so anche che sei una tipa responsabile.

Buone vacanze

Chris.

<<Per te questo è un momento importante?>>

La voce di Chris mi fa girare di scatto la testa, proteggendo la lettera al petto come se dovesse essere solo mia, letta solo da me. Ma sapendo che è lui, e sue sono le parole, rilasso la presa. Chris è seduto al mio fianco, una gamba distesa sull'erba e l'altra piegata. Un braccio è poggiato sul ginocchio mentre con le dita arrotola i fili d'erba fresca.

<<È stato perfetto.>>

<<L'atmosfera giusta, eh.>> Sorrido portando a sorridere anche lui, mentre i miei occhi ritornano sull'inchiostro, su quelle parole intrappolate tra le mie mani. Anche lui guarda il foglio. <<Non ricordo nemmeno cosa ho scritto.>>

<<Vuoi leggere?>> gli porgo la lettera ma lui distoglie lo sguardo.

<<Oh cielo, neanche per sogno. Ne va di mezzo il mio orgoglio.>>

<<Non hai scritto niente che potrebbe scalfire il tuo orgoglio.>>

Fa una smorfia e non risponde.

<<A proposito...>> giro il busto verso di lui, intenta a cominciare la tanto voluta conversazione su questa lettera. Sono ancora un po' stordita ma con lui potrei parlarne per ore, anche adesso.

Chris, però, m'interrompe. <<Ho avuto un'idea ieri, quando te ne sei andata. Hai detto di sentirti in colpa per il mio compleanno e per non avermi fatto un regalo. So cosa puoi fare.>>

Confusa, ripiego la lettera sulle mie gambe e le incrocio sotto le ginocchia, pronta ad ascoltarlo. <<Ma davvero?>>

Annuisce vistosamente, contento per aver cambiato discorso –me ne sono accorta, ovviamente, che non voleva parlare della lettera-. <<Un appuntamento.>>

Ingoio aria a vuoto, inclinando la testa d'un lato. <<Un appuntamento?>>

Lui si gira verso di me e gli occhi verdi sembrano essere perfettamente ambientati in questo parco così naturale. L'erba, le chiome degli alberi e tutto ciò che ci circonda sembra puro e cristallino come le sue iridi. <<Tu ed io, da soli. Non ti ho mai invitato a un appuntamento.>>

A quel punto scoppio a ridere, mascherando la mia confusione con della tosse. <<Mi stai invitando a un appuntamento, solamente io e te?>>

Subito si schiarisce la voce, passando velocemente una mano sulle labbra e mettendole in mostra ai miei occhi. <<Ovviamente, si tratterebbe di un appuntamento tra amici. Voglio riparare a uno degli errori passati, questo mi sembrava perfetto. So che vuoi parlare, delle lettere e quant'altro, e mi sembra doveroso creare un'atmosfera perfetta. Allora, accetti il mio invito?>>











****

Scusate il ritardo belle personcine!

Allora, che dire, eccomi di nuovo per la vostra gioia. (Sì, certo, come no...)

Finalmente avete la prima lettera, cosa ne pensate? Non preoccupatevi, le prossime saranno molto più eccitanti! 😂

Bene, come al solito vi devo appallare con qualche comunicazione.

1) Non so bene quando aggiornerò la prossima volta, in settimana sicuramente!

2) Ho deciso di aggiornare sicuramente ogni Lunedì! Con qualche eccezione di tanto in tanto... vedrete :)

3) Anche se non c'entra niente, volevo comunicare che avevo mezzo interrotto la revisione del primo volume perché mi sto dedicando interamente a questo e altrimenti aggiornerei due volte al mese... non mi sembra il caso.

4) Ho finito, tranquille. Con questo punto vi auguro la buonanotte e mi scuso ancora per avervi fatto credere che non avrei aggiornato ma, insomma, eccomi! (ho anche saltato la cena per voi, adesso devo andare a riscaldare il cibo. AMATEMI quindi)😇

Commentate, commentate, commentate!

🐳 Spero che la febbre non ti faccia delirare ancor di più perché altrimenti la situazione sarebbe gravissima per tutta l'umanità.

P.S. Scusate eventuali errori

Xoxo ❤

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