30 ~ Sentirsi demoliti

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Stefano capisce che qualcosa non va da come mi accascio al suo fianco, i pugni chiusi e il naso arricciato. Oltre ad essere confusa, sono tremendamente infastidita, sia da Elena sia da Chris.

Mio fratello metta da parte il giornalino e guarda nella direzione dei tre che con lemma ci stanno raggiungendo. <<È successo qualcosa?>>

<<Alessandro.>> borbotto a bassa voce e mi rannicchio accanto a lui. Raddrizza subito le spalle ed io sento il calore della sua pelle. Mi ci crogiolo contro con delicatezza come se solo la sua vicinanza potesse essermi d'aiuto al momento.

<<Perché stavate parlando di Alessandro?>>

Gli intimo di abbassare la voce perché ormai gli altri ci hanno raggiunti, Elena con gli occhi bassi e Iacopo che subito si allontana per parlare con Sergio e Diego. Chris è l'unico con il mento alto, il petto fiero e rigoroso, l'aria di chi è stato colpito ma rimane ancora in piedi.

Scuoto la testa come risposta, segno che gli parlerò più tardi e che per ora meglio tacere e lasciare che gli umori di tutti vengano risollevati in qualche modo astratto. Quando so che mi ha compreso, mi stendo letteralmente su di lui, la testa sul suo petto caldo e liscio, le ginocchia strette al mio fianco e sopra le sue. Con una piccola risata, nella quale si è messa di mezzo della compassione, mi stringe le braccia attorno alla schiena e mi da dei colpetti netti e tranquillizzanti.

<<Sembri proprio una bambina.>>

Qualcuno osserva questa scena, Lavinia ha lo sguardo dolce ma allo stesso tempo so che si domanda cosa è suscitato in me per ricercare questo tipo di conforto. Chris si siede inaspettatamente a gambe incrociate dietro le spalle di Stefano, tutta la sua schiena è al sole e il volto contratto in una smorfia di domanda. La mia testa, posata sulla spalla di Stefano, è involontariamente rivolta a lui mentre alle mie spalle so che si aggira Elena. Sento i suoi passi felpati, la sua indecisione su quale posizione assumere. Se si mette troppo vicino a Stefano saremo in soggezione, se si allontana ancora di più sarà peggio. Alla fine riprende la posizione che aveva assunto precedentemente, solo che accosta il suo telo accanto ai nostri, all'ombra, e poi si stende; la faccia incassata tre le sue braccia e il suo splendido didietro che luccica alla luce del sole.

Poi sento un respiro sulle ciglia e le apro di colpo. <<Parlami.>>

<<No.>> rispondo subito, il mento che s'incontra con l'osso di Stefano ma questo non fa una piega; si limita a rimanere fermo, tenendomi ancora tra le braccia. Probabilmente sa che sto parlando con Chris, è impossibile ignorare la sua voce.

<<Non puoi essere arrabbiata quanto lo sono io.>>

<<Ah no?>> Mi sporgo oltre la spalla di mio fratello, mi aggrappo alla sua testa e lui fa un verso storto, prima di girarsi nella mia direzione.

<<Ti stai arrampicando come una scimmia.>>

Scendo da lui e mi ci metto affianco, le nostre spalle che si toccano ma i nostri volti girati in direzioni diverse.

<<Sentiamo perché sei arrabbiato, allora.>>

Il mio volto è una replica della confusione e anche dell'amarezza, voglio risultare dura e non masticabile, fatta tutta d'un pezzo. Non credo di avere totale ragione sulla questione ma di certo gran parte me ne spetta.

<<Alessandro? Davvero? Quando avevi intenzione di dirmelo?>>

Mi sporgo così tanto verso di lui, lo scatto dovuto al biasimo, che il mio volto viene accecato dalla luce del sole. Mi ritraggo subito. <<Non hai nemmeno sentito tutta la storia e già hai quella faccia. Smetti di avere quella faccia.>>

Dopo di te nessuno mai || 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora