Heroes

By izzits

5.2K 413 405

[Crossover: Midez + Percy Jackson] Michael, figlio di Ade, viene portato al Campo Mezzosangue per sfuggire al... More

Nota introduttiva
Prologo
Arrivo al Campo Mezzosangue
Il duello
Addestramento alternativo
Festa di Dioniso
Farfalle
Ferite
Il Giardino delle Esperidi (parte 1)
Il Giardino delle Esperidi (parte 2)
La cintura di Ippolita
Scoperte
Lasciarsi
Ritrovarsi
La furia di Zeus
Momenti di quotidianitร 
La spada di Crono
La missione
Il castello delle arai (parte 1)
La tomba di Crono

Il castello delle arai (parte 2)

141 17 9
By izzits

Il lungo corridoio centrale era ricoperto da un tappeto rosso scuro che ricordava il sangue più che la regalità. Il corridoio si diramava poi in altri corridoi secondari e tutte le porte delle stanze che vi sporgevano sembravano uguali.

«Da dove cominciamo? Ci dividiamo?» Chiese Klaudia.

«No, restiamo uniti. Zeus ci ha aiutati come squadra, dividersi sarebbe controproducente» rispose serio Federico. «Tanto più che non abbiamo nessuna idea di cosa ci riservi questo posto.»

Gli altri semidei annuirono e cominciarono a percorrere il corridoio. Svoltarono a destra e si ritrovatono un corridoio identico. Lo proseguirono e svoltarono ancora a destra una, due, tre volte.

«Questi corridoi sono tutti identici» sbuffò Andy.

Michael si immobilizzò sul posto costringendo la squadra a fermarsi. Aveva lo sguardo puntato verso un angolo in alto a destra.

«Forse perché è sempre lo stesso corridoio» disse sovrappensiero il riccio.

Si accorse che gli altri lo guardavano senza capire e perciò levò una mano a indicare uma crepa nell'angolo alto del corridoio.

«Quella crepa. È la quinta volta che la vedo. Stiamo girando a vuoto.»

Federico sbuffò e si passò una mano tra i capelli a spazzola, incerto su come proseguire.

«Andy, puoi usare quella bussola? Vedi se ti dà indicazioni su come arrivare al centro di questo cazzo di castello.»

Andy scosse la testa.

«Ci ho già provato, ma non è utile. Dà sempre la stessa indicazione di raggiungere la botola, penso che qui dentro non funzioni.»

Klaudia estrasse dalla tasca la punta della lancia che gli aveva dato Zeus e la rigirò tra le mani aspettando che la aiutasse in qualche modo.

«Forse dobbiamo entrare in qualche porta. Che ne dite, proviamo?» Domandò Federico al gruppo.

«Non vedo altra soluzione» disse Andy.

Furono tutti d'accordo e Federico si tolse lo scudo dalle spalle per infilarlo al braccio: meglio essere pronto, proprio non sapeva cosa li aspettasse. Il tatuato aprì la porta: nella stanza c'era un buio così fitto da non distinguersi i piedi, e sembrava che neanche la luce del corridoio penetrasse in quel posto. Anche gli altri semidei entrarono nella stanza e la porta si richiuse da sola sbattendo. Sobbalzarono.

«Fantastico» commentò con sarcasmo Kaludia.

Michael ebbe paura e si avvicinò a Federico per  abbracciarlo, ma quando toccò la sua pelle trovò qualcosa di squamoso. Urlò per lo spavento e dall'ombra al posto di Federico emerse un mostro mezzo rettile molto simile a Godzilla. Michael aveva il terrore dei mostri. Gli altri semidei lo sentirono urlare e Federico cercò di trovarlo a tentoni nel buio.

«Mich! Che cazzo succede?! Dove sei?»

«C'è un mostro!» Urlò piangendo e arretrò nel buio fino a toccare la parete della stanza con le spalle.

Il mostro avanzava lentamente.

«Ma dov'è questo mostro? Io non vedo niente!» Disse stranito Federico, anche Klaudia e Andy vedevano solo il buio totale.

All'improvviso anche Andy e Klaudia urlarono.

«C'è un clown!» Disse la biondina terrorizzata.

«No! Le piante carnivore no!» Piagnucolò Andy mentre davanti a lui si materializzava nel buio un'enorme pianta carnivora dalle fauci spalancate.

Federico sentiva solo lamenti di terrore e pianti da parte dei suoi compagni e non capiva cosa stesse succedendo, neanche riusciva a trovarli nel buio. Mostri, clown, piante carnivore, erano tutte cose della loro fantasia? E perché lui non le vedeva?

Tutto d'un tratto il silenzio. Un silenzio assordante che premeva contro le orecchie di Federico.

«Non lo hai capito che ti ho preso solo in giro?»

Una voce nel buio: era Michael. Federico non lo vedeva ma sentiva la sua voce ed era un tono sprezzante che non gli aveva mai sentito.

«Io non ti amo, Federico, ho solo giocato con te.»

Il tatuato indietreggiò quando vide il suo riccio comparire. Aveva un ghigno malvagio sul volto e quasi non gli sembrava lui.

«C-Che stai dicendo?»

«Dico che io ti detesto, non te ne sei mai accorto? Non ti ho mai perdonato per come mi trattavi all'inizio, ma ho approfittato di te facendotelo credere. In realtà volevo solo scoparti.»

Michael rise, una risata agghiacciante che fece rabbrividire Federico. Era molto confuso, non sapeva se credere a quello che vedeva. Poi ci pensò su: Michael aveva paura dei mostri, lo sapeva, glielo aveva confidato tante volte nel ricordare quando lo aveva salvato dal graffio della chimera. E probabilmente Klaudia aveva paura dei clown e Andy delle piante carnivore - ma che cazzo di paura era? - Lui non aveva paura di mostri o clown, fuoco o acqua. Lui aveva il coraggio di suo padre, ma a quanto pare il suo punto debole era Michael: quelle parole erano la sua più immensa paura, ciò che più temeva al mondo era sentirsi dire da Michael che non lo aveva mai amato davvero e che lo odiava. Federico digrignò i denti e si lanciò contro la figura di Michael, che sgranò gli occhi.

«Tu non sei Michael!»

Quando tentò di afferrarlo, infatti, la figura sparì dissolvendosi nel vuoto. La stanza per Federico divenne improvvisamente luminosa. Vide Michael - quello vero - rannicchiato contro un angolo con le gambe strette al petto e le lacrime che gli rigavano le guance; continuava a ripetere qualcosa circa un mostro squamoso. Schiacciato contro la parete e completamente bianco in volto c'era Andy, con gli occhi sbarrati e la bocca aperta per lo stupore. E poco più in là c'era Klaudia: Federico la vide allungare rabbiosa una mano verso il vuoto, poi sbatté le palpebre e si rese conto di essere nella stanza accanto a Federico; anche lei aveva vinto contro il fantasma della sua paura.

«Aiutami a far risvegliare gli altri» le chiese Federico e la biondina annuì.

Il tatuato si precipitò nell'angolo dove Michael era rannicchiato e gli poggiò una mano sulla spalla. Il riccio sobbalzò al contatto.

«Michael devi toccare il mostro. È solo la tua fantasia, è il castello che lo ha creato. È un'immagine, non è reale. Devi allungare una mano e toccarlo.»

Michael scosse la testa, le lacrime che ancora scendevano copiose sulle sue guance.

«Non voglio... Ho p-paura... Se allungo una mano mi mangerà.»

«È una stronzata! Ci sono io qui con te. Ti fidi di me?» Gli chiese dolcemente.

Michael annuì e si sforzò per allungare un braccio tremante verso il mostro. Nella sua mente il mostro ruggiva con le fauci colme di saliva e sembrava pronto ad inghiottirlo. Allungò un braccio e quando toccò le squame del mostro questo si dissolse. Una forte luce lo accecò e si ritrovò accanto a Federico, poco più in là Klaudia che risvegliava Andy. Non appena vide il tatuato Michael gli si lanciò addosso in un abbraccio e nascose la faccia nell'incavo del suo collo. Federico lo abbracciò stretto e lo calmò mentre il riccio dava libero sfogo alle sue ultime lacrime.

Quando uscirono dalla stanza il corridoio era cambiato. Aveva meno porte e Michael controllò in alto se ci fosse la crepa sul muro, ma niente.

«Vuol dire che stiamo andando avanti, secondo voi?» Domandò Klaudia.

«Se solo lo sapessimo...» sospirò Andy.

Il biondo ricontrollò la bussola ma niente, era sempre fissa sullo stesso punto lampeggiante. Sembrava come impazzita. Kaludia era ancora lì che rigirava tra le mani la pietra scheggiata, ma non le sembrava molto utile.

«Diciamo che Zeus non ci ha aiutato per un cazzo, ok?» Sbottò Federico. «Ehi, stronzo! Se ci stai ascoltando sappi che questi oggetti non servono a un cazzo!»

Michael portò una mano sulla faccia e sperò che Zeus non lo stesse ascoltando. L'ultima cosa che desiderava essere fulminato nel bel mezzo della missione.

Klaudia si stufò di giocherellare con quella punta e la fece scivolare di nuovo in tasca sbuffando.

«Procediamo come abbiamo fatto prima. Apriamo una porta a caso, tanto neanche sappiamo cosa fare» propose la biondina.

I semidei annuirono e Federico si pose di nuovo come punta del gruppo. Aprirono un'altra porta. Questa volta la stanza sembrava normale, una graziosa stanzetta d'epoca decorata in stile vittoriano.

«Io la conosco questa stanza» disse Klaudia. «Era il soggiorno di mia nonna. Si sedeva sempre là» continuò indicando una sedia a dondolo nell'angolo.

La sedia prese a dondolare da sola e i semidei sobbalzarono, i loro cuori che battevano a mille. 

«Ricordo il suono del suo orologio a cucù» rievocò con nostalgia la ragazza.

Non appena finì di parlare l'orologio a cucù batté l'ora facendo prendere loro un altro piccolo spavento.

«Cosa dobbiamo fare?» Chiese Michael.

«Non lo so» disse Federico pensieroso. «Ricordi altre cose, Klaudia?»

La ragazza sorrise nostalgica.

«Sì. Mia nonna mi preparava sempre dei piatti buonissimi. Tra i tanti ricordo la sua amatriciana*, era il piatto che sapeva fare meglio. Sapete, mia nonna aveva origini italiane.»

Un forte odore di pasta all'amatriciana si diffuse tutt'attorno e alcuni stomaci brontolarono.

«Continua a ricordare» affermò Federico. Non sapeva dove quello li avrebbe portati, ma sembrava importante rievocare i ricordi di Klaudia in quel momento.

«Quando si sedeva su quella sedia a dondolo mi poggiava sulle sue gambe e mi raccontava delle fiabe. La mia preferita era Cappuccetto Rosso, mia nonna era bravissima a raccontarla. Sapeva pronunciare i toni esatti e mi terrorizzava davvero quando raccontava del lupo travestito da nonnina.»

La sedia a dondolo si fermò di colpo e l'odore di cibo svanì.

«State in guardia, forse ci siamo» sussurrò Federico.

I semidei si prepararono a qualunque cosa, ma per alcuni minuti regnò sovrano il silenzio. Poi un ruggito improvviso alle loro spalle e si voltarono tutti, urlando chi più e chi meno per lo spavento. Davanti a loro c'era un enorme lupo mannaro che si reggeva su due zampe e indossava un abito rosa a fiorellini e una cuffia ricamata. In realtà a Federico, Andy e Klaudia veniva da ridere per l'abbigliamento, ma persero ogni voglia di ridere quando il lupo con una zampata scagliò contro il muro un mobile che si frantumò: sicuramente non era finto come le proiezioni delle loro paure nella stanza precedente.

Federico avanzò con lo scudo e trasse la sua spada dalla cintura per impugnarla.

«Forza! Michael, dobbiamo sconfiggerlo!» Urlò Federico per farsi sentire al di sopra del ruggito del lupo. «Voi state indietro!»

Andy e Klaudia si ritirarono in un angolo della stanza.

«P-Perché io?» Chiese Michael tremante.

Federico si voltò appena verso di lui e lo freddò con lo sguardo.

«Cazzo, Zeus ti ha dato quella statuina! Puoi usare il fuoco, devi solo concentrarti!»

Federico parò il colpo e cominciò a combattere contro il lupo. Lo ferì alcune volte con la spada, ma sembrava che gli procurasse solo graffi superficiali che lo facevano infuriare ancora di più. Michael indietreggiò, impaurito, di alcuni passi.

«Forza, Michael!» Lo incitarono Klaudia e Andy, ma lui era come paralizzato.

Il lupo scagliò un colpo contro Federico, che si parò a stento con lo scudo. Il lupo mannaro spingeva il suo pungo sempre di più contro lo scudo e Federico sudava, non credeva che sarebbe riuscito a resistere a lungo, presto sarebbe finito schiacciato contro il pavimento.

«Michael, ti prego» lo supplicò Klaudia. «È questo il momento di credere in te stesso.»

Il riccio improvvisamente vide un probabile futuro in cui il lupo vinceva contro Federico e lo faceva a pezzi, mentre lui restava impalato come un idiota in mezzo alla stanzetta della nonna di Klaudia. Fu quello a sbloccarlo definitivamente, l'istinto di proteggere la persona che amava proprio come Federico aveva fatto tante volte con lui.

Si arrabbiò molto e si morse il labbro inferiore, poi alzò i palmi delle mani e li rivolse contro la faccia del lupo mannaro. Dalle sue mani uscirono due getti di fuoco che avvolsero completamente la parte superiore del corpo di quell'essere, che cominciò a ululare per lo strazio e lasciò la presa su Federico. Il tatuato balzò all'indietro e raggiunse Michael. Il fuoco proseguì e avvolse tutto il corpo del lupo, che in poco tempo si ridusse ad un mucchietto di cenere. 

Il silenzio tornò nella stanza e la porta si aprì da sola cigolando. Federico - sudato e provato -  guardò il suo ragazzo e gli sorrise.

«Ce l'hai fatta» biascicò il figlio di Ares. «Mi hai salvato la vita. Ti amo.»

Si fiondò a baciarlo sulle labbra e Michael restò un po' spiazzato da quel gesto, poi ricambiò il bacio. Andy guardò da un'altra parte.

«Continuiamo» suggerì Federico dopo essersi staccato dalle labbra del riccio.

Uscirono dalla stanza e sperarono di trovarsi giusto dov'era la botola d'accesso per la tomba di Crono, ma l'unica cosa che gli si presentò davanti fu un altro corridoio con altre porte, segno che il loro percorso in quel castello non era ancora finito del tutto.


NOTE

*Il mio piccolo e personale contributo alle vittime del terremoto del Cento Italia. <3

ANGOLO AUTRICE

Un capitolo molto d'azione in cui ho voluto dare un tono un po' horror. Non sarò Stephen King, ma spero vi sia piaciuto lo stesso AHAHAH diciamo che alcune puntate di Doctor Who hanno una certa influenza su di me </3

Questo è uno dei pochi capitoli che ho scritto veramente tutto d'un fiato, perché un'azione tirava l'altra e non riuscivo a smettere ahah 

Alla prossima, love you all <3

Continue Reading

You'll Also Like

42.3K 1.8K 29
๐€๐ง๐ ๐ž๐ฅ ๐‘๐จ๐ฌ๐ž รจ una sedicenne che,dalla sua scuola privata,si trasferisce nella scuola di suo fratello maggiore,Rhys,un ragazzo festaiolo e cas...
128K 7.2K 115
quando incontri la persona giusta poi รจ cosรฌ difficile lasciarla andare, diventa il tuo punto di riferimento, la tua casa, il tuo tutto.
49.1K 1.4K 69
Emily da Silva รจ la tipica ragazza bella da togliere il fiato, testarda e che dalla vita ottiene tutto ciรฒ che desidera. Suo fratello, Danilo, รจ il c...