The Mistake [Z.M.]

By _Sabraa_

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- «Cosa vuoi da me?» sussurro, con la bile in gola. Lo guardo negli occhi, sono due pozzi profondi e bui, in... More

Prologo.
Regrets.
Punishment.
Scream it out.
Revenge.
Crazy.
Stitches.
Help.
Again.
Afraid.
Need U.
Who.
Don't Touch.
Respect.
Sorry.
Midnight.
Angel.
I can't.
Drug.
Higher level.
She.
One.
Where?
Perfume.
Part of me.
Demons.
Fight.
Please.
Promise.
Save.
Don't see.
Tell me.
Illusion.
Eyes.
Epilogo; Always.

Too late.

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By _Sabraa_


Liam alla fine chiede un permesso a lavoro spacciandomi per sua cugina incinta di pochi mesi che sente dei dolori preoccupanti.
Bene, ora anche incinta.
In ogni caso, torniamo a casa e passiamo uno dei pomeriggi più lunghi della mia vita.
Non riesco a calmarmi, sono un fascio di nervi, tesa come una corda di violino.
Non oso immaginare la reazione di Zayn quando saprà che me ne andrò presto.
So bene che per quanto vuole che vada via, d'altro canto sono ancora utile per lui e vuole tenermi almeno un altro po' per sicurezza.
Ogni volta che ricordo di essere stata per lui solo una sciocca da usare, mi viene voglia di prendere a pugni qualcosa.
E allo stesso tempo mi viene da piangere.

Liam è teso quasi quanto me e continua a camminare freneticamente. Non sta un attimo fermo.
So che l'ho messo in una brutta posizione, ma mi fido di lui.
Conosco i suoi valori e principi e tutto quello che è successo fin'ora va contro ognuno di essi.
Quando Zayn torna a casa, io mi infilo nella camera da letto chiudendo la porta a chiave. Non parlerò con lui. Lascerò che Liam spieghi tutto.
Infatti dopo poco inizio a sentire le loro voci discutere.
Liam borbotta qualcosa, immagino spieghi quello che sta accadendo o che chieda maggiori informazioni della nostra discussione.
Mi appoggio alla porta con la schiena e aspetto in silenzio l'arrivo della tempesta.

«Cosa?!» ecco che urla Zayn, chiudo gli occhi provando a non pensarci. Ma come potrei?

«Katie!»urla e lo sento più vicino, ma Liam lo blocca.

«Zayn, lasciala stare. Ha preso la sua decisione.» tenta di farlo ragionare.

Nonostante gli sforzi sento Zayn avvicinarsi alla porta e poi batterci contro.

«Katie! Apri la porta! Non intendevo questo oggi. Non...non voglio che tu vada via.» afferma e la voce è un misto di emozioni. Resto in silenzio, con il cuore in gola e la voglia di urlare così forte da rompere i vetri delle finestre.

«Kat, ti prego. Parliamone. Fammi spiegare.» sento il rumore della sua fronte contro il legno.

«Kat.» mi supplica e le lacrime mi riempiono gli occhi.

«Zayn, lo hai detto anche tu. Io voglio solo tornare a casa, questo mi renderà felice. Cosa vuoi ancora da me? Mi hai tolto tutto, ogni briciolo di buon senso, di pudore, di integrità e dignità. Non ho più niente da darti.» la voce spezzata dal pianto imminente. Strizzo gli occhi provando a fermare le lacrime, ma i singhiozzi si fanno spazio nella mia gola e ormai è impossibile trattenere le emozioni che continuano ad affollarsi nel mio petto.

«Ho detto una marea di stronzate oggi, Kat, lo so. Io posso renderti felice, posso tenerti fuori da tutto e proteggerti da qualsiasi minaccia. Però non andare. Ti prego. Dammi una chance. Non andare proprio adesso.» mi asciugo le lacrime che mi appannano la vista e sospiro provando a calmarmi, cosa totalmente inutile.

«Mi dispiace. È troppo tardi.» emetto la mia sentenza e sento solo silenzio da parte sua. Trattengo in fiato mantenendomi il petto con una mano finché lui non dà un pugno alla porta e va via.
Perché ogni cosa con lui deve essere così difficile?
Dovrei essere felice di tornare a casa presto, dovrebbe fregarmene altamente di Zayn e della sua reazione.
Invece sto piangendo sul pavimento della camera in cui solo ieri sera abbiamo dormito insieme.
Dovrei smetterla, ma non ci riesco.
Se solo penso a come mi sono lasciata toccare da lui...ha visto e toccato parti di me che nessuno ha mai neanche minimamente intravisto.
Per non parlare poi del fatto che stando con lui ho scoperto una parte di me che non avevo mai conosciuto.
Una parte sporca, carnale, passionale.
Una me che è in grado di procurarsi piacere fisico mentre il suo rapitore e oggetto di piacere le è affianco.
Ormai non ho limiti, non ho più pudore.
Sto diventando qualcosa che non so neanche controllare.
Ieri sera avrei fatto anche di più su quel letto.
Ogni volta che lo vedo potrei strappargli i vestiti di dosso.
E questo non è sano, non è normale.
Non sono io.
È una ragione in più per andarmene di qui, tornare alla mia calma vita, senza la voglia costante di fare sesso, senza dover lottare contro gli istinti cocainomani di Zayn, senza dover nascondermi o evitare di parlare con il genere maschile per non provocare la sua insensata gelosia.
Posso tornare alla normalità strappatami via mesi fa.

Mi asciugo il volto e mi decido ad uscire dalla camera per passare del tempo con Liam.
Abbiamo legato il giorno precedente e mi dispiace di non poterlo probabilmente più vedere tra un giorno.
Infondo sia lui che Harry sono stati fantastici con me e li devo ringraziare per questo.

«Mi dispiace Katie per la scenata. Ho provato a fermarlo,  ma sai come è fatto.» mi dice avvolgendomi un braccio intorno alle spalle.

«Lo so, tranquillo.» sospiro e ricambio la stretta.

«Mancherai in questa casa.» mi sussurra e accenno un sorriso.

«Anche a me mancherà stare qui.» appoggio la testa al suo petto.

«Sarà un addio immagino.» continua e quella parola mi fa mancare il fiato. Addio.

«Penso proprio di sì.» abbasso lo sguardo e mi passano per la mente i mesi passati qui. I primi giorni con Zayn completamente fatto e Harry che provava a proteggermi, Liam ideciso se denunciare il suo migliore amico, io che mi decido ad aiutare Zayn a superare la dipendenza, fino ad arrivare al punto in cui ero io a dover proteggere Harry e Liam da Zayn. Sono successe così tante cose. I baci, le carezze, i pianti, le urla, l'intimità creata all'improvviso.
Non mi aspettavo tutto questo quando ho varcato quella porta.
Forse nessuno se lo aspettava davvero.
Eppure è successo...e tra poco finirà.

Quando arriva Harry dò la notizia anche a lui, ma non sembra tanto sorpreso.

«Stamattina prima di scendere ho sentito le urla e ho immaginato che qualcosa fosse successo. Non sono intervenuto perché stavate in camera e...beh non sapevo come vi avrei trovati.» si gratta la nuca e io arrossisco un po'. «E poi sembrava un litigio tra fidanzati niente di preoccupante. Nessuna crisi o via dicendo.» continua e alla parola "fidanzati" ho un colpo al cuore.

«Non siamo mai stati fidanzati.» puntualizzo e lui annuisce.

«Beh da quello che eravate.» si corregge e Liam alza un sopracciglio.

«Ora lui dov'è?» chiede con viso preoccupato.

«Non lo so.» mormoro mordendomi il labbro fingendo di non interessarmene. La verità è che non faccio altro che pensare a lui e a quello che potrebbe fare incazzato com'è.

«Forse dovremmo andarlo a cercare.» afferma guardando Liam.

Lui risponde mandando un'occhiata nella mia direzione. Immagino che dopo quello che è successo oggi non voglia lasciarmi sola.

«Allora vado io e voi restate qui aspettando se torna.» propone alzandosi dalla sedia.

«Okay. Io chiamo a Louis e Niall. Magari lo hanno visto. Di solito frequentano gli stessi posti.» Liam prende il telefonino dalla tasca e inizia a digitare dei numeri sullo schermo.

«Katie, tu vai pure a riposarti. Ci pensiamo noi.» dice portandosi il telefonino all'orecchio.

«Posso restare un altro po' qui?» chiedo e sento una strana inquietudine nel petto. Che Zayn si stia facendo a causa mia?

Liam dà un'occhiata a Harry e lui ricambia per poi annuire.

«Certo.» risponde facendomi un sorriso, uno di quelli forzati.

«Io vado.» ed ecco che Harry se ne va. Guardo verso Liam mentre lo stomanco si annoda.

«Pensi che...» non riesco a finire la frase. Non posso neanche dirlo ad alta voce che le lacrime mi riempiono gli occhi.

«Stai tranquilla.» accenna a rassicurarmi prima che uno dei ragazzi che sta chiamando risponde al telefono.

«Ehi, Niall sono io, Liam.» inizia e si dirige nella sua camera rendendo la conversazione solo un lontano brusio.

Resto ferma su quella sedia della cucina aspettando notizie per minuti, poi ore, e in seguito tutta la notte.

Liam continua a fare chiamate e non sta fermo un secondo. Harry è tornato e poi è uscito di nuovo alla ricerca.
Io mi sento completamente bloccata.
Paralizzata.
E se fosse morto a causa mia?
Se si è drogato e adesso è in fin di vita?
Se si è cacciato in qualche guaio?

Fisso un punto indefinito e penso alle peggiori cose che possono essergli accadute.

E se invece semplice si è trovato una troia da sbattersi senza troppi casini e si sta semplicemente divertendo?

Strizzo gli occhi e faccio un respiro profondo.

Manteniamo la calma.

Stringo i pugni e prendo grossi respiri.
Penso di poter scoppiare da un momento all'altro.

Si apre la porta e io balzo in piedi piena di fiducia.

Però mi abbatto subito dopo, quando scopro che si tratta semplicemente di Harry.

«Ho cercato ovunque. Dove diamine può essere.» sbuffa ormai distrutto buttandosi su una sedia.

«Basta, ora vado io.» prendo la giacca e mi diriggo a passo svelto verso la porta. Devo trovarlo.
Lo troverò e me ne andrò sapendo che lui sta bene.

«Katie,  non essere stupida non puoi andarlo a cercare. Non conosci neanche il paese. È pericoloso.» mi ammonisce Harry e io emetto uno sbuffo.

«Non posso stare qui con le mani in mano. Ho bisogno di fare qualcosa di utile. Ho bisogno di trovarlo per potermene andare via.» ormai sono sicura e ho già la mano sulla maniglia.

«Prendiamo la mia macchina. Lo cercheremo insieme.»  mi appoggia Liam e quasi non ci credo. Lo guardo e lo ringrazio silenziosamente ricevendo poi da lui un sorriso.

«Allora vengo anche io.» si alza Harry.

«Harry è tutta la notte che giri il paese, riposati. In più Zayn potrebbe tornare qui.» Liam gli dà una pacca sulla spalla. In effetti Harry è completamente distrutto.

«Okay, vi aspetto.» annuisce tornando a sedersi.
Io e Liam ci guardiamo e annuiamo prima di uscire di casa ed entrare nella sua macchina.

«Sarà una lunga notte.» sospira Liam mettendo in moto.

Troverò Zayn, sano e salvo e poi continuerò per la mia strada.
E ci riuscirò, fosse l'ultima cosa che faccio.

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