โžฃ The daughter of Sirius Blac...

By chiaa1bam

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๐—™๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ฎ๐˜€๐˜† ๐—ก๐—ผ๐˜ƒ๐—ฒ๐—น โธบ ๐—™๐—ฟ๐—ฒ๐—ฑ ๐—ช๐—ฒ๐—ฎ๐˜€๐—น๐—ฒ๐˜† Caroline Black, diciasettenne londinese, รจ la figlia di A... More

AVVISO
๐…๐ˆ๐‘๐’๐“ ๐๐€๐‘๐“
Capitolo 1: A casa Caroline
Capitolo 2 : Origliare una riunione top secret
Capitolo 3: Questioni di Casa
Capitolo 4 : Come primo giorno non c'รจ male
Capitolo 5 : La coppia che scoppia
Capitolo 6: Sabato e domenica
Capitolo 7: Necessitร  di un esecito
Capitolo 8: Charlie, lo studioso di draghi
Capitolo 9: Grandioso addio
Capitolo 10: Visita al Ministero
Capitolo 11: In morte di Sirius Black
๐’๐„๐‚๐Ž๐๐ƒ ๐๐€๐‘๐“
Capitolo 13: C'รจ qualcosa di strano in Draco
Capitolo 14: Segreti
Capitolo 15: Saper andare avanti
Capitolo 16: Il capovolgersi dei momenti
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Capitolo 12: Una lettera inaspettata

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By chiaa1bam

Quella mattina presto di settembre, mi svegliai nuovamente nel bel mezzo della notte per controllare ancora una volta la bambina. Nonostante fosse ancora presto per sentire il gelido inverno, avevo la pelle d'oca e la camicia da notte estiva non copriva molto di quelli che erano gli arti del mio corpo. Come avevo ben intuito, la bambina stava piangendo di nuovo, stavolta molto più forte delle precedenti. Supposi dovesse avere fame, così mi sbrigai a raggiungerla. Balzai fuori dal letto in un solo movimento, sperando che Fred non si fosse svegliato. Quella mattina avrebbe avuto l'inaugurazione del suo negozio di scherzi insieme a George.

Dopo un'estate passata a Grimmauld Place per sistemare un paio di cianfrusaglie e a ripulire le stanze per poter vivere lì almeno per un pò, finalmente a settembre la mia gravidanza era giunta al termine. Eleonora Alicia Weasley Black era nata il 4 settembre, in una splendida e calda serata estiva passata, come le altre, insieme alla famiglia Weasley e congiunti, Malocchio, Lupin, Tonks, Harry, che volevo tanto venisse ad abitare da noi, ed Hermione. Ginny non vedeva l'ora di poter abbracciare la piccola. Aveva passato l'intera estate a descriverla sia fisicamente che caratterialmente, proponendo talvolta anche un nome, ma alla fine era tutta uguale a suo padre. I suoi erano finissimi capelli color fiamma, che incorniciavano un viso tondo pieno di lentiggini e gli occhi erano turchesi. I capelli furono la prima cosa che Lupin e Molly videro assistendomi all'ospedale San Mungo. Il fatto che vedessero il colore dei capelli era motivo di gioia, ma in quel momento ero tutt'altro che entusiasta. Crebbi di morire, per un istante. Rimasi all'ospedale per circa un paio di giorni e tornai subito a casa, dove ad aspettarmi non c'erano tutti.

Alcuni dei ragazzi dovettero tornare a scuola per il loro sesto e quinto anno. Io mi sarei divertita ad allattare e a cambiare i pannolini per un pò. Se non avessi avuto Molly al mio fianco non sarei mai riuscita a sopravvivere. Lei ne aveva sette di figli, era un'esperta in ogni situazione a presentarsi.

«Hai fame piccola?» domandai metaforicamente alla bambina. Sapevo che voleva mangiare, così l'accontentai lasciando che bevesse il latte che tanto adorava. Per allattarla mi misi seduta sul divano che avevo fatto sistemare in fondo alla sala da pranzo appoggiato al muro, prima di dirigersi in cucina. Mi abbandonai alla morbidezza dei cuscini. Mi guardai intorno, sotto la luce fioca della lampada posta in un angolo abbastanza potente da illuminare bene la stanza. Ero sfinita ai pochi giorni da madre, ma ero comunque pensierosa. Erano tante le cose che erano cambiate e il ricordo di una me a dormire nel mio letto a baldacchino di Hogwarts mi sfiorava la mente, rendendosi allettante. Pensavo che se fossi stata alla scuola di magia, probabilmente avrei ripetuto le selezioni di Quidditch e avrei provato a perfezionare la mia tecnica di combattimento nella Difesa contro le Arti Oscure.

Mi mancava il campo da Quidditch, mi mancavano le chiacchiere da spogliatoio con Alicia Spinnet e Angelina Johnson, sentire proprio quest'ultima dare le dritte prima di una partita in quanto capitano della squadra. Sperai che quell'anno Grifondoro vincesse nuovamente la Coppa delle Case e la Coppa di Quidditch, festeggiando alla faccia di quelli di Serpeverde, sempre a pavoneggiarsi in giro per il castello. «Sono proprio infantile delle volte» mi dissi, sghignazzando senza fare rumore, però sì, ci speravo davvero in una vittoria dei Grifondoro.

«Sei sveglia?» la voce impastata di Fred interruppe il mio fiume di pensieri riguardo ad Hogwarts, accendendo la grande luce della sala da pranzo facendo il suo ingresso. «Stavo dando da mangiare alla bambina» dissi «Tu perché sei sveglio? Che ore sono?». «Le sette e mezza. Devo alzarmi, prepararmi e fare colazione. Poi, vestirmi e andare a Diagon Alley» disse Fred con tono buffo che mi fece scappare una risata, mentre si sedeva accanto a me ad accarezzare i capelli di Eleonora. Fred era innamorato di sua figlia; ogni volta che se la trovava davanti ai suoi occhi brillavano come due stelle, a forma di cuoricino. Adorava occuparsi di lei mentre facevo qualcos'altro e non perdeva l'occasione per fargli regali, (la sua stanza era piena di giocattoli).

«Bene grande capo. Io penso che lei abbia finito» dissi, sollevandomi per metterla nella piccola culletta che tenevamo in quella stanza. Poi, tornai da lui, sedendomi sulle sue gambe. Ora che la bimba si era riaddormentata, potevamo avere un momento per noi. «Dovremmo sbrigarci, vestiti, io preparo la colazione» mi disse trovandosi presto zittito dalle mie labbra. Non poteva immaginare quanto a volte mi mancasse il fatto che non stessimo sempre insieme. Ad Hogwarts eravamo appiccicati l'uno all'altro, adesso lui andava a sistemare il negozio ed io rimanevo a casa a lavorare. Da qualche giorno avevo iniziato a lavorare per la Gazzetta del Profeta, ma presto avrei voluto scrivere un libro tutto mio e pubblicarlo; non aspiravo per sempre ad essere una giornalista.

«Dovresti portare la bambina oggi. So per certo che gli piacerà stare in mezzo a tutti quei colori, e soprattutto George smetterebbe di dirmi come sta».

«Assurdo» dissi «Praticamente è da noi quasi tutti i giorni e chiede come sta sempre?». «È la sua prima nipotina, che vuoi farci?» mi sorrise il ragazzo, posandomi un altro bacio sulle labbra per poi tirarmi su.

Tornai in camera per potermi fare una doccia e vestire con un completo, giacca e pantalone a zampa di elefante, color crema. Misi le scarpe col tacco, visto che non le portavo da molto. Mi pettinai i capelli oramai divenuti troppo lunghi e spruzzai un pò di profumo sulla mia figura. Fortunatamente, dopo la gravidanza, i tessuti del mio corpo si erano sanati velocemente e mi ero messa ad allenarmi per tornare ad avere un fisico come prima. Fred me lo faceva notare ogni volta che mi vestivo in sua presenza. «Guarda che bella la mia ragazza, sempre in forma. Sembra tu non abbia avuto un figlio» mi diceva ammiccando, poi, si avvicinava o per pizzicare delicatamente una delle natiche o per darmi un leggero morso sul collo con fare aggressivo.

Preparai il completo del rosso, ponendolo sul letto che avevo appena fatto, poi presi l'occorrente per vestire anche Eleonora. Tornata di sotto, il ragazzo mi fece trovare la colazione pronta: uova fritte, fette di pane tostato e bacon. Sapeva che li adoravo.

«Il completo è pronto su letto» dissi, prendendo posto di fronte a lui. Fred annuì con la testa e iniziò a mangiare. Una volta svuotato i piatti andò a vestirsi e io finii di sistemare. Sotto questo punto di vista eravamo ben organizzati e stranamente nessuno dei due era troppo scansafatiche da non permettermi di non compiere i propri doveri e così le nostre giornate procedevano tranquille.

Un flebile «Grazie» uscì dalle sue labbra. Corse su per le scale e tornò dopo pochi minuti, pronto e con un sorriso smagliante. Il suo completo color tabacco gli stava alla perfezione. «Bene, possiamo andare!» disse Fred.

Arrivammo a Diagon Alley con quindici minuti di anticipo.

«Ciao George!». «Hey fratello!» dicemmo insieme io e Fred, quando la porta dei Tiri Vispi Weasley, fece suonare la campanellina in alto che avvisava l'arrivo di un cliente. Il ragazzo, che già stava da un paio di minuti in negozio a sistemare tutto quello che ancora era fuoriposto, premettendo che per i gemelli Weasley avevano un loro senso dell'ordine, si voltò con un viso contento. Senza farci caso, prese di petto alcune cianfrusaglie che stavano a terra, per correre verso la carrozzina che avevo spinto per gran parte del tragitto.

«Ciao piccola» prese Eleonora in braccio, la quale fece un piccolo sorriso quando si ritrovò la faccia di suo zio davanti. Eleonora era innamorata di suo zio George, e quando veniva a casa nostra passano ore intere a giocare o a guardare i cartoni animati babbani. Gli piacevano tantissimo. Delle volte capitava che a George affidassimo la bambina: lui era felicissimo di tenerla e schiacciava l'occhiolino a Fred come se volesse dire «Divertiti con la tua ragazza, ci penso io». Grazie alla sua generosa disponibilità io e Fred avemmo più tempo per stare insieme e naturalmente sbrigare delle faccende un pò complicate se ci dovevamo occupare di una bambina.

Presto, al negozio di scherzi, arrivò molta più gente di quella che i proprietari credettero di star sognando. Era da tempo che Diagon Alley non era più la stessa, lo dovevo riconoscere. Da quando il ministero aveva dovuto confermare il ritorno di Lord Voldemort, si era scatenato il panico che, a detta di alcuni, non si sentiva dall'anno in cui Harry aveva liberato il mondo magico da quella minaccia. Mentre le vetrine dei negozi erano soffocate da numerosi avvertimenti, tutto si era fatto cupo e certi negozi avevano addirittura chiuso; il negozio dei gemelli Weasley sarebbe stato un continua esplosione di colori e di scherzi che avrebbero fatto tornare il sorriso a tutti quanti.

Non ci fu giorno dall'apertura del negozio che non attirasse un solo mago o una sola strega, i Tiri Vispi erano sempre pieni e non bastavano mai quattro braccia per risolvere tutto quanto. Per questo per me era un piacere, ogni volta, poter dare una mano anche solo riordinando uno scatolo di Merendine Marinare o controllare se la stanza "Trucchi Magici Babbani" fosse in ordine. Cominciai a lavorare più lì che al ministero, e pian piano, la maggior parte degli articoli li scrivevo tra dolciumi dall'aspetto strano, fuochi d'artificio scoppiettanti a mezz'aria e il rumore dei calderoni che mai smettevano di ribollire. Mi divertivo un sacco ad occuparmi degli articoli della Gazzetta del Profeta tra tutte quelle luci colorate e la gente che aveva i visi meravigliati per quanto Fred e George avessero splendidamente tutto il loro lavoro.

Il ventotto settembre, era una giornata particolarmente piovosa. I clienti erano moltissimi, ma si poteva ancora camminare più facilmente rispetto agli altri giorni. Mi affrettai ad arrivare vicino la cassetta della posta per prendere tutte le lettere di richieste ed ordini speciali. Stavo ancora per raccogliere le ultime due, che una terza scivolò sinuosamente fino ad arrivare ai miei piedi. Me ne accorsi subito, così la presi, tenendo le altre saldamente strette in un braccio. La carta di quella lettera era particolare, più ingiallita del solito con un sigillo color rosso sangue a bloccarne l'apertura; il francobollo anch'esso era particolare, con uno stemma disegnato e quattro colori. «Guarda un pò! Una lettera da Hogwarts? Che stia succedendo qualcosa?» mi chiesi quando la riconobbi. Velocemente, sgattaiolai all'interno del negozio per tornare alla mia postazione, vicino a Eleonora, la quale ancora dormiva beata.

«Tesoro, tutto bene?» Fred soggiunse facendomi sobbalzare appena «Stai bene? Sei molto pallida in viso? Vuoi qualcosa come quelle pasticche babbane che prendi per stare bene?».

«No Fred. Tranquillo» dissi «Stavo solo per aprire questa lettera. A quanto pare viene da Hogwarts e sembra proprio che l'abbia scritta la professoressa McGranitt. Non so esattamente cosa dica, ma è strano».

«Forse si tratta di un semplice augurio per Eleonora? No? Non c'è niente di cui devi preoccuparti, amore» disse allora Fred.

Mi feci coraggio e aprì la busta.

Carissima signorina Black diceva,

Le scrivo questa lettera facendole le mie più sincere congratulazioni per la nascita di sua figlia, che ho saputo da altri, essere come suo padre, il signorino Fred Weasley. Mi complimento anche per la sua grandiosa entrata come giornalista alla Gazzetta del Profeta e spero che lei sia felice dei risultati che abbia ottenuto e di quelli che aspira ad ottenere. Mi piacerebbe molto dire che le cose vanno bene per entrambe, ma sappiamo che in tempi come questi è difficile che a tutti sia concessa un minimo di felicità.

Ma senza che io mi dilunghi troppo nel parlare di cose poco importanti, c'è una cosa che le volevo dire, qualcosa di urgente che solo io e il professor silente conosciamo, insieme a coloro che erano al ministero la notte della morte di suo padre. So che potrei sembrare indelicata e del tutto priva di sentimenti; lei avrebbe tutte le ragioni per smettere di leggere questa lettera adesso, ma penso debba continuare in quanto ognuno di noi deve rispettare i propri doveri, e il mio l'ho ampiamente svolto.

La questione riguarda in modo particolare dei suoi genitori, i segreti che nemmeno suo padre aveva intenzione di rivelare, ma il professor silente non sembra essere affatto d'accordo. Lei ha diritto di sapere perché, quella notte, volevano a tutti costi catturare anche lei. Perché Bellatrix Lestrange ha ucciso ingiustamente i suoi genitori ed è così ossessionata dal riuscire a catturarla.

Spero lei voglia accettare questo invito al castello per la settimana tra il 6 e il 12 gennaio. Sono sicura che potrebbe farle bene e non si preoccupi assolutamente di portare la bambina, sarebbe per me un onore, incontrare una nostra futura studentessa, nonché figlia di una delle mie studentesse preferite ad Hogwarts in questi ultimi vent'anni.

Con ossequi, vice preside McGranitt.

«Sembra parecchio interessante come questione» disse Fred, ancora guardando la lettera che avevo aperto e letto ad alta voce con uno sguardo serio e interrogativo. «Dovresti assolutamente andarci» terminò.

«Cosa? Come potrei lasciarti qua da solo e la casa? Una settimana a casa da solo». «Amore, tranquilla. Starò un paio di giorni alla Tana con la mia famiglia per quella settimana. Tu vai e scopri perché sei ricercata dalla famiglia dei Malfoy. Quando tornerai ne parleremo a quattr'occhi e capiremo cosa fare» il ragazzo mi rassicuro.

«Vedremo come andrà».

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