โžฃ The daughter of Sirius Blac...

By chiaa1bam

77.9K 3.4K 208

๐—™๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ฎ๐˜€๐˜† ๐—ก๐—ผ๐˜ƒ๐—ฒ๐—น โธบ ๐—™๐—ฟ๐—ฒ๐—ฑ ๐—ช๐—ฒ๐—ฎ๐˜€๐—น๐—ฒ๐˜† Caroline Black, diciasettenne londinese, รจ la figlia di A... More

AVVISO
๐…๐ˆ๐‘๐’๐“ ๐๐€๐‘๐“
Capitolo 1: A casa Caroline
Capitolo 2 : Origliare una riunione top secret
Capitolo 3: Questioni di Casa
Capitolo 4 : Come primo giorno non c'รจ male
Capitolo 5 : La coppia che scoppia
Capitolo 6: Sabato e domenica
Capitolo 7: Necessitร  di un esecito
Capitolo 8: Charlie, lo studioso di draghi
Capitolo 9: Grandioso addio
Capitolo 11: In morte di Sirius Black
๐’๐„๐‚๐Ž๐๐ƒ ๐๐€๐‘๐“
Capitolo 12: Una lettera inaspettata
Capitolo 13: C'รจ qualcosa di strano in Draco
Capitolo 14: Segreti
Capitolo 15: Saper andare avanti
Capitolo 16: Il capovolgersi dei momenti
๐‘ธ๐’–๐’‚๐’๐’…๐’ ๐’•๐’–๐’•๐’•๐’ ๐’”๐’•๐’‚๐’—๐’‚ ๐’‘๐’†๐’“ ๐’‡๐’Š๐’๐’Š๐’“๐’†
Author's Space
Author's Space 2

Capitolo 10: Visita al Ministero

2.3K 137 2
By chiaa1bam

Non fu per niente un bello spettacolo, specialmente perché le vittime di quello scherzo misero a vomitare ovunque, diventando dei colori più inimmaginabili che potessero esistere, mentre Draco ripeteva loro do smetterla senza pace. Vidi mio cugino voler tentare il suicidio solo per tutto quel disastro, mentre di corsa correvamo via verso il cortile esterno della scuola. Al nostro arrivo, Harry ed Hermione erano già lì, appena tornati da una visita ai centauri e al gigante di Hagrid. Della Umbridge non si sarebbe saputo per un pò: stando alle parole dei due ragazzi, quando erano arrivati in un punto non troppo lontano, con la scusa di perdere tempo o forse in cerca di un miracolo, la strega era sparita col clan di Fiorenzo, che aveva tralaltro cercato di attaccare dandogli delle "bestie", in mezzo a quella grande distesa di alberi alti quasi fino al cielo.

«Finalmente!» esultò Harry, in un primo momento molto contento di vederci tutti salvi dalle grinfie dei serpeverde, poi mosse la testa con un'espressione confusa «Come siete scappati?».

«Consiglio vivamente di non saperlo» sopraggiunse Ginny. A grandi falcate ci aveva raggiunto e lo avevano fatto anche Neville e Luna «da quel che so non è stato affatto piacevole. Pasticche vomitose, le ultime da brevettare». La rossa era al dir poco disgustata dalla trovata dei fratelli gemelli, i quali si guardavano fieri del loro operato, spostando lo sguardo verso di me in segno di approvazione.

«Sono fiera di voi ragazzacci che non siete altro» dissi con un gran sorriso ai due. Il mio volerli abbracciare fu impossibile vista la mia non molto spiccata altezza. Con lo sguardo passai in rassegna a tutti, finendo su Harry. Per quanto mi fosse piaciuto continuare a parlare di quella trovata geniale, mio padre era nelle mani del nostro nemico comune e dovevo salvarlo a tutti i costi. Era l'unico che mi rimaneva dei miei genitori.

«Allora, Harry? Qual è il piano?» domandai, lasciando che riflettesse sul da farsi, probabilmente aggravando su tutto quello che avrebbe dovuto affrontare una volta arrivato al ministero, nervoso a fior di pelle. Fortunatamente lui non sarebbe mai stato solo a combattere: quello che rimaneva dell'Esercito di Silente era lì per sostenerlo. Era chiaro che entrare adesso al ministero, senza una passaporta o la metropolvere a disposizione era difficile e c'erano pochissimi modi per arrivarci, non potevamo neanche smaterializzarci da un posto all'altro per un milione di motivi validi.

«Non preoccupatevi. Posso aiutarvi io, forse c'è un modo» disse la piccola luce in fondo al tunnel, in quel momento identificatasi come Luna Lovegood. Quella ragazza aveva risolto in pochi secondi il dilemma che ci saremmo posti per ore, ed io mi diedi della stupida per non averci pensato prima. Certo che i Thestral erano un ottimo modo per muoverci.

«I Thestral? Non credo di averne sentito parlare in Animali fantastici: dove trovarli» Hermione precisò a dire seguendo la ragazza dalla lunga chioma bionda, come per trovare il pelo nell'uovo con ogni domanda complicata che faceva a Luna, ma Hermione non avrebbe mai potuto capire cosa significava menzionare i Thestral per alcuni di noi. «Questo perché in quel libro non vengono citati, non sono considerate vere creature dal momento che non tutti possono vederli, assomigliano di più ai fantasmi. Chi non ha visto la morte in faccia non può capirlo» spiegai «E non mangiano neanche come tutti gli altri animali; solo un tipo di erba particolare che vive in questa foresta nonostante siano onnivori» concluse Neville Paciock. Sembrava anche lui informato sull'argomento.

Grazie a quelle splendide creature dalle grandi ali nere, volammo via dalla scuola in pochi minuti passandoci sopra con insolita lentezza, oltre il lago nero, in direzione di Londra. Tenevo le redini di quella fiera ma nascosta creatura, avendo avuto già provato quel modo di viaggiare la prima volta che incontrai un mago, mentre Fred si teneva saldamente a me. Non era spaventato dei Thestral, quanto alla mia guida, ma presto la paura sembrò passare via. Il rosso si lasciò incantare dal panorama dai tenui toni del rosa, arancio e celeste che dipingevano il cielo dopo il tramonto, mentre Hogwarts era solo un lontano ricordo. Vidi il suo viso farsi sempre più cupo, mentre una strana nostalgia sembrava averlo rapito. Potevo comprenderlo benissimo: sarebbe stato, con grande probabilità, l'ultimo sguardo che avrebbe rivolto a quella scuola, non sapendo se prima o poi ci sarebbe tornato. Con delicatezza, provai ad accarezzargli la guancia e lui non si mosse, anzi, mi venne più vicino per un maggiore conforto, avvolse i miei fianchi con delicatezza poggiando le mani sulla mia pancia.

«So che ti mancherà molto Fred, molto di più di quanto mancherà a me» dissi. Ero sincera quando dissi che Hogwarts avrebbe per sempre fatto parte di me e della mia vita, pur avendo trascorso lì il mio primo ed ultimo anno. In me sentivo di avere profondi desideri a riguardo: avrei voluto poter prendere parte alla cerimonia dei diplomi come tutti gli altri, lanciando insieme a tutti quelli che avevano conseguito gli esami M.A.G.O., i cappelli neri e a punta in aria nella Sala Grande; avrei festeggiato con la mia squadra per aver vinto la Coppa di Quidditch e la Coppa delle Case; sarei tornata a Grimmauld Place a avrei organizzato una grande festa per annunciare l'arrivo di un o una Weasley a casa. Hogwarts era stato il posto in cui conobbi quella che ormai consideravo la mia famiglia, studiando nei grandi tavoli della biblioteca con le mie migliori amiche; nascondendomi dietro qualche armatura insieme al mio vero ed unico amore, con la costante paure che ci avessero potuto trovare. Guardai un'ultima volta la scuola, salutandola come una vecchia amica che un giorno avrei rivisto. Avrei sempre cercato di tornare in quel posto così speciale, mentre in quel momento veniva inghiottito dalle nuvole.

Finalmente, dopo aver sentito parlarne così tanto, feci il mio ingresso nel secondo luogo più famoso del mondo della magia: il tanto rinomato e nominato Ministero della Magia. Eravamo entrati attraversando tranquillamente le grandi strade affollate di Londra, che rimanevano estranee ad un luogo così particolare e magico come quello. Harry, una volta lasciato che il Thestral tornasse al castello, fece mente locale giusto un paio di minuti, progettando il piano perfetto per prendere la profezia, io ideavo la missione per salvare mio padre. Se come diceva il ragazzo dagli occhiali, loro lo avevano preso, sarebbe stato opportuno prendere le giuste precauzioni. Man mano che il tempo passava, sentivo strane sensazioni attraversarmi il petto, più che i nostri passi attraversavano quel largo corridoio principale fino alla statua che avevo visto raffigurata sui libri. L'ascensore magico ci aveva portato in quel lungo viale che di giorno non doveva aver pace, attraversato da tutti quegli impiegati e funzionari. Pensai che un sacco di gente andasse al ministero, di tutti tipi, tutti per ragioni diverse che potevano risolvere in un solo posto. La notte era il momento perfetto per agire. Su per le scale laterali, giusto poco dopo aver superato la statua dorata, il nostro gruppo di giovani avventurieri aveva proseguito per un corridoio verso i piani superiori in tutta fretta. Avevamo avuto un'improvvisa idea di dividerci all'inizio, più che altro era stata Hermione a consigliarcelo, ma era pericoloso lasciare che ci dividessimo senza aver trovato la stanza con tutte le profezie, probabilmente là dentro sì che sarebbe stato il caso di ideare gruppi di ricerca. Ad ogni modo, alcune zone a noi vicine e nei pressi dell'Ufficio Misteri. Quel luogo mi metteva ansia solo a pronunciarne il nome, figuriamoci se avessi dovuto entrarci dentro per sentire il destino di un sacco di gente, io che pensavo che il destino fosse una cosa da decidere personalmente. Non ero affatto tranquilla mentre camminavo in quei lunghi corridoi tutti uguali e non mi preoccupavo neanche di darlo a vedere, tanto che Fred il possibile per tranquillizzarmi.

«Come stai?» mi venne ancora più vicino di quanto non lo fosse, stringendo la mia mano. Se avessi detto che stavo bene avrei mentito sfacciatamente, così mi limitai a dire che speravo che quella missione si fosse conclusa in fretta e senza troppi feriti, perché ero sicura che quelli ami e poi mai sarebbero mancati in una battaglia.

«Lui invece? Non ti fa venir voglia di vomitare?» chiese nuovamente, indicando la pancia. «Sta bene, Fred» sospirai «Comunque non sono poi così sicura che si tratti di un maschio; credo sia una femminuccia, ma non ne sono sicura».

«Ancora meglio» sorrise il ragazzo «Sarete le mie splendide ragazze, tu e la piccola. Siete importanti per me, non permetterò che vi facciano del male» disse.

Sorrisi per la tanta tenerezza. Fred sarebbe stato un padre meraviglioso. Voleva essere un ottimo padre, senza scappare di fronte alle proprie responsabilità, dando tutto quello che quella creatura si meritava: perché quella bambina meritava e aveva diritto ad essere cresciuta dai suoi genitori nel migliore dei modi possibili. Sulle mie labbra si formò una di quelle espressioni contente anche solo immaginando quei momenti che sarebbero stati nostri, impressi nelle nostre memorie.

«Bene ragazzi, ci siamo!» disse Harry, interrompendo così il mio continuo scorrere di pensieri. La porta dell'Ufficio Misteri era finalmente di fronte a noi; non restava che varcarla per osservare con ammirazione più di un milione di profezie, ognuna nel proprio spazio. Vedere tutte quelle sfere di vetro faceva più impressione che il solo pensare che potessero esistere. Ero stupita da quello che mi si parava di fronte agli occhi, sentendo i brividi percorrermi la schiena come se nulla fosse. In quel momento ci dividemmo in gruppi da tre o da per cercare quella dannata profezia e forse distruggerla, almeno io l'avrei frantumata.

«Dobbiamo cercare una di queste con il nome di Harry sopra? Perfetto! Ci metteremo tutta la notte, sperando che il custode di questo posto non arrivi prima» dissi esasperata. Eravamo spacciati, era impossibile trovare; almeno c'era la sicurezza che ci fosse. «Se provassimo a prenderla con la bacchetta? Agito e viene fuori la profezia, che dite?». «Fantastico se vuoi che tutte le profezie ci vengano addosso» Fred sorrise. George fece lo stesso.

«A volte mi dimentico di quanto tu possa essere una strega straordinaria e per uscirtene con queste trovate assurde da babbano» scosse il capo, trattenendo una risata.

«Ad ogni modo, la profezia di Harry deve essere qua da qualche parte se lui l'ha vista. Però, nel frattempo, toglietemi una curiosità. Come sta mio nipote?» chiese George. «Veramente, pensiamo sia una femmina, ma tu come fai a saperlo?» dissi.

«Fred non è affatto discreto. Quando glielo hai detto è tornato nel nostro dormitorio con un sorriso a trentadue denti, urlando e saltando come un grillo. Quella stessa sera ci siamo andati ad allenare e sembrava impossibile da sfiancare. Dovresti dirlo alla mamma comunque».

«Prima o poi glielo dirò. Mamma sarebbe capace di essere felice ma arrabbiata allo stesso tempo. Del tipo che si congratula e poi mi fa la ramanzina sul fatto che abbia un figlio così giovane» Fred alzò gli occhi al cielo.

Certo, avrebbe dovuto vedersela con Molly, e se la donna non era di buon umore allora poteva già definire la missione fallita; tra l'altro non sarebbe stato il solo a doversela vedere con i propri genitori. Mio padre non lo vedevo dalle vacanze di natale, a malapena gli avevo accennato della mia relazione con Fred, figuriamoci dovergli dire che ero incinta e che avrei partorito a poco. Sirius Black, in fondo, non lo conoscevo bene da poter capire come avrebbe reagito: sarebbe stato un pacco regalo di cui non si conosceva il contenuto. Come potevo prevedere se avrebbe reagito peggio di come lo avrebbe fatto Molly, o sarebbe invece stato contento della cosa. Mi ritrovai a pensare la sua faccia di mille colori, quando qualcosa di sospetto mi distrasse, lasciando che i miei sensi divenissero più acuti, proprio come farebbe un cane da caccia, un lupo o un qualsiasi felino I miei occhi percepirono la presenza di qualcosa di qualcosa nel buio oltre me, pensai si trattasse di un'imboscata.

«Lumos» pronunciai immediatamente, illuminando parzialmente gran parte della zona. «Bellatrix Lestrange!» i gemelli Weasley dissero nello stesso istante.

D'un tratto, mi sentii così male come se fossi soggetta all'ennesimo mancamento, nel vedere anche solo l'ombra di quella strega. Un fantasma mi si era posto davanti, con tutta la sua poca grazia, giungendo a passo lento senza dire una parola per una quindicina di secondi. Notai uno sguardo gelido osservare la mia figura, prima che un'espressione sorpresa, almeno quanto la mia, dipingesse il volo di quella donna dai lunghissimi capelli ricci di un nero scuro come la pece. Entrambe eravamo incredule di trovarci insieme in quel luogo per un'assurda coincidenza voluta da destino, o da Merlino. Le scelte non erano poi così tante.

«Tu!» mi indico con uno delle sue dita sottili e pallide. La voce era stridula, delle volte acuta e molto spaventosa ed era quella che per anni avevo conservato dentro di me per poterle attribuire un volto. «Caroline Black, sbaglio?» domandò gelida. Al mio sì, sbarrò gli occhi. Era molto confusa, come se facesse fatica a credere che avesse davanti la figlia di Sirius e Alicia Black proprio di fronte a lei. Trovarsi la figlia della donna che aveva ucciso doveva essere scioccante: non se lo aspettava. Non so come feci a capirlo, ma ero sicura di avere di fronte la strega che aveva assassinato mia madre, e lei sapeva che l'avevo capito. Ciò nonostante non si scompose.

«Sei diversa da come ti avevo immaginata, ma sai, alla fine non più di tanto quando conosci perfettamente i genitori. Sei cresciuta bene, una splendida Black. Non c'è che dire» disse Bellatrix, a braccia conserte, avanzando di un passo o due verso la mia figura. «Sei identica a tua madre» constatò.

Istintivamente puntai contro di lei la mia bacchetta, per il gusto di metterla a tacere. Non aveva alcun diritto di parlare di mia madre e lo aveva inteso quando si era vista la bacchetta a millimetri da lei, con la punta fissa sulla sua pupilla. Nè Fred nè George si mossero, troppo preoccupati che una di noi due potesse reagire al solo sentire l'aria muoversi.

«Ci stiamo scaldando» rise la donna istericamente non accennando a muoversi «Perché pensi che io ti voglia fare del male?».

«Certo che no!» sbuffai seccata «Tu non vuoi farmi del male, no. Mia madre, era lei che volevi eliminare, ma adesso ricordo bene che quella visita a casa nostra non era per lei, ma per me. Dico bene?».

«Sei una ragazza molto perspicace, ma sì. Quel giorno avevo intenzione di sbarazzarmi della tua adorata mamma per prendere qualcosa di molto più interessante che una bambina indifesa. Non ti dirò il motivo per cui volevo rapirti, giammai. Preferisco che tu mi uccida piuttosto, ma so che non lo farai perché sono l'unica che può chiarirti le idee». Bellatrix stava raccontando in maniera dettagliata gli eventi che a lungo non riuscivo a ricordare.

«Chi lo avrebbe mai detto!» gettò un urlo improvviso «Chi l'avrebbe mai detto che la figlia del mio caro cugino fosse un prodigio; una rarità? E i tuoi hanno persino evitato di informarti a riguardo, nascondendoti alle cure della tua adorata famiglia. Perché i Black,così come i Malfoy hanno olfatto per questo genere di cose. Le famiglie purosangue scovano ogni eccezione alla più sfuggente delle normalità».

«Basta! Non voglio più sentire una parola dalla tua bocca!» dissi.

«Puoi pure non credermi, carina, ma si da il fatto che non sono io ad aver mentito, ma il tuo caro paparino. L'uomo che non puoi dire certo di conoscere».

Faceva male, davvero tanto quell'assurda verità, stava di fatto che non ne potevo più di sentir parlare di quelle cose senza uno straccio di prova. «Stupeficium!» dissi, lasciando che alle spalle della strega, e dai mangiamorte che silenziosi le stavano dietro, una grande scaffalatura cadesse, rompendo le profezie su di essa. Accadde tutto così velocemente, che Fred mi afferrasse la mano per correre lontano dal luogo dell'incidente.

«Harry!» chiamai il ragazzo, il quale veniva verso di noi in direzione della porta. I mangiamorte ci stavano alle calcagna. Almeno potevamo vantarci di aver trovato con noi la profezia.

«Reducto!» allora Ginny fece l'incantesimo che scatenò il vero panico.

Sempre più vicini alla porta, correndo come non mai avevamo fatto nella nostra vita, provavamo ad aprire la porta dell'Ufficio Misteri col dubbio di uscirne vivi.

Continue Reading

You'll Also Like

33.3K 1.9K 36
Where... Grace Martinez ha passato la sua intera vita sui campi da tennis. All'inizio non apprezzava molto questo sport, ma essendo una persona eccen...
205K 6.7K 97
@matiassoule11 ha iniziato a seguirti Camila Herrera classe 2003,รจ una ragazza italo-argentina trasferitasi a Torino quando aveva solamente 6 anni. S...
147K 5.8K 78
Naomi Moretti classe 2001 studentessa universitaria della Sapienza di Roma in una normale serata in una discoteca con la sua migliore amica incontra...
13.4K 862 34
A volte la vita prende delle svolte inaspettate, costringendo a piegarsi in due e a vivere dolori troppo grandi per chiunque. รˆ ciรฒ che succede a Nel...