The Wayright

By Blacksteel21

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I Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì ch... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
capitolo 4.
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
capitolo 54
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62
capitolo 63
capitolo 64
capitolo 65
capitolo 66
capitolo 67
capitolo 68
capitolo 69
capitolo 70
capitolo 71
capitolo 72
capitolo 73
capitolo 74
capitolo 75
capitolo 76
capitolo 77
capitolo 78
capitolo 79
capitolo 80
capitolo 81
capitolo 82
capitolo 83
capitolo 84
capitolo 85
capitolo 86
capitolo 87
capitolo 88
capitolo 89
capitolo 90
capitolo 91
capitolo 93
capitolo 94
EPILOGO

Capitolo 92

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By Blacksteel21



CHRIS

Non dormivo così tanto e bene da almeno un paio di settimane, considerai, una volta sceso dal letto dopo essermi stiracchiato più volte. Ero caduto in un sonno senza sogni, come se per almeno un giorno tutte le preoccupazioni fossero svanite del tutto ... in fin dei conti avevo trascorso tutta la notte e parte della mattinata in attesa che Seth si facesse vivo, senza considerare il giorno precedente e quello che era successo tra Tyler e Luis.

Erano quasi le diciassette del pomeriggio quando entrai in cucina a caccia di qualcosa da mettere sotto i denti. I grandi erano in soggiorno, sapevo che avevano fatto dei problemi riguardo il rientro di Seth e la ferita che portava sul volto. Wes ormai viveva praticamente da Kevin nonostante nessuno di loro lo sapesse ed io mi ritrovai da solo con degli avanzi di lasagne messi da parte da mia madre ed una fame da lupo.

Stava andando tutto fin troppo bene, pensai, tra un boccone e l'altro, c'era qualcosa dentro di me, come un sesto senso, un preludio di tragedia che mi si era attaccato addosso come una patina appiccicosa che non voleva andare via.

D'altronde era comprensibile, la mia estate era stata tutt'altro che tranquilla, avevo dovuto superare situazioni che rasentavano la follia, gli intrighi di Lewis e Scott, i continui deliri di Tyler, i casini in famiglia ... stentavo a credere di aver raggiunto una sorta di equilibrio ormai. Ero troppo preso dai miei pensieri per accorgermi della figura in avvicinamento, Seth doveva essersi svegliato da poco, aveva una cera pessima, mi chiesi che balla si fosse inventato per giustificare il cerotto sulla guancia agli occhi dei miei genitori.

Sorrisi quando i nostri sguardi si incontrarono, forse era arrivato il momento di approfittare della situazione e quanto meno provare a scusarmi per il modo pessimo in cui mi ero comportato con lui in queste ultime settimane. Seth doveva aver intuito le mie intenzioni come sempre perché fu lui a parlare per primo.

- Lascia perdere, niente sensi di colpa, niente scuse. Sono insopportabile e tu sei mio fratello, era normale che prima o poi mi avresti mandato al diavolo. Anzi, sei stato fin troppo paziente a dire il vero. - commentò tirando fuori dal frigo il necessario per un panino.

- Ok, allora lasciami almeno dire che sono felice di rivederti sano e salvo ... - ammisi ricevendo un sorriso di rimando, uno di quelli veri, mi stupii. Veri, ma rari – va tutto bene tra voi due adesso, presumo. -

- Vogliamo davvero parlare delle nostre rispettive, incasinate relazioni amorose? - mi chiese Seth con il suo solito sguardo profondo.

- Assolutamente no, per carità! L'ultima volta non ne siamo usciti bene – commentai ridendo appena – so cosa pensi di noi e credimi, capisco perfettamente il tuo punto di vista. E' anche il mio. - dovetti ammettere con un velo di tristezza.

Non ero un idiota, neppure l'amore avrebbe potuto rendermi completamente cieco. Sapevo cosa mi stava succedendo, ero conscio di quanto tutto fosse strano e sbagliato nella mia relazione, eppure c'era un fondo di speranza ... avrei dovuto eliminarla, ma persisteva e non c'era niente che potessi fare in merito.

- Beh, ti è stato accanto l'altra sera ... - c'era poca convinzione nella sua voce, ma apprezzai comunque il suo sforzo di voler mettere una buona parola su Tyler.

- Non posso pretendere altro da lui, Seth. E' la persona più incasinata che abbia mai conosciuto ... -

- Voglio soltanto che tu sappia che qualsiasi cosa succeda non dipenderà da te, Chris. Tu ce la stai mettendo tutta, noi Wayright ce la mettiamo sempre tutta ... siamo testardi, crediamo davvero di poter cambiare le sorti del mondo ... ma in fin dei conti siamo soltanto degli uomini, no? Non puoi cambiare i pensieri di un'altra persona, non puoi cancellare via tutto il marcio che quella persona si porta dentro ... -

Le lasagne non mi andavano più improvvisamente, cercai di soffocare quello strano senso di malessere che quelle parole mi avevano provocato. Lui aveva ragione ed era questo il motivo principale per cui avevo sempre reagito così male di fronte a Seth. Condividevo ogni singola parola, eppure sapevamo entrambi che non potevo uscire da quella situazione così tranquillamente.

- Sto soltanto cercando di vivere il presente, Seth, vorrei essere capace di non preoccuparmi troppo di quello che verrà, ma noi Wayright non siamo fatti per questo. -

Seth mi diede una pacca sulla spalla, mi appoggiai contro per un attimo, chiudendo gli occhi.

- Wow, che scena strappalacrime. I due sfigati che si confortano a vicenda ... davvero bello. - Wes ghignò forte, ci ritrovammo a fissarlo in cagnesco.

- Non riesco ancora a credere che noi due siamo imparentati. - commentai facendo ridere Seth.

- A chi lo dici! Per fortuna c'è il risvolto figo della medaglia! -

- Che saresti tu? - chiese Seth con una faccia tutt'altro che convinta.

- Chi altri sennò? Il piccolo sfigatello di Chris? O tu che sei anche stato rapito di recente? -

- Sei soltanto invidioso perché il rapimento fa figo! - commentai beccandomi un shhh da parte di Seth. I grandi erano in arrivo, così ce la filammo prima di poter essere incastrati nelle loro conversazioni pallose che comprendevano una lunga serie di domande.

Per fortuna eravamo ormai alla fine di quel lungo viaggio iniziato da nonno Richard. Ben presto ognuno di loro si sarebbe potuto impossessare della propria parte di eredità e a quel punto saremmo benissimo potuti tornare alle nostre vite.

Quanto meno potevamo provarci.

Stavo per tornarmene giù nel mio garage a leggere qualche manga quando vidi la figura di Rachel in avvicinamento dalla finestra che dava sul nostro giardino. Uscii fuori passando dal retro, il mio sorriso lasciò ben presto il posto ad un'espressione confusa quando incontrai il suo sguardo distrutto. Aveva pianto a giudicare dal rimmel sciolto sulle guance che le conferiva un aspetto tutt'altro che normale.

- Rachel ... che ti prende? Cos'è successo? - le chiesi andandole incontro di corsa.

Mille pensieri inquietanti mi travolsero uno dopo l'altro. Tyler era nei guai, Luis era tornato a casa, qualcuno si era fatto male ...

- I-io ... mi dispiace un sacco, ho fatto un casino, Chris – singhiozzava contro la mia spalla mentre i miei battiti si facevano sempre più accelerati.

- Cos'è successo? State tutti bene? Tyler sta bene? -

Fu come se avessi pronunciato la parola magica, Rachel sussultò forte tra i singhiozzi, l'allontanai appena da me per guardarla meglio in viso. I suoi occhi azzurrissimi erano intrisi di lacrime, c'era qualcosa di torbido nel suo sguardo ... qualcosa che non conoscevo.

- Rachel? -

- S-stiamo bene ... lui ... è andato via ... -

- Dove? Quando? Mi vuoi spiegare che cazzo è successo? - ero incredulo, il mio cervello si rifiutava di analizzare quelle semplici parole.

Le labbra di Rachel tremarono – S-se Luis vi ha beccati è stata tutta colpa mia, i-io ... avrei dovuto avvisarlo, ma non l'ho fatto. Ero incazzata ... v-volevo che lui la pagasse per averla sempre facile su qualsiasi cosa. -

- C-che cosa? T-tu ... Rachel, porca puttana ... - il mio corpo agì prima del resto, l'allontanai da me mentre i suoi singhiozzi si tramutavano di nuovo in lacrime – è tuo fratello ... d-dovreste proteggervi a vicenda ... è quello che ha fatto con te per tutta la vita ... i-io non capisco. Perché lo hai fatto? -

- Certo che no. Come potresti? Tu non capisci neanche l'ovvio o forse fingi soltanto di non capirlo. - la sua voce era bassa adesso, i suoi occhi furenti – sai quello che provo per te, l'hai sempre saputo nonostante facessi finta di nulla ... tu hai giocato con me! Sei uscito con me pur di poter tenere d'occhio Tyler! Il vero centro di ogni tuo interesse è sempre stato Tyler! Non ero io, non sono mai stata neanche tua amica, è così? Ero solo un pretesto per arrivare a lui! Ammettilo! -

- Non è così ... io non sono questo tipo di persona ... -

- Oh, come no – Rachel scosse la testa, c'era disgusto nella sua voce – è quello che ti piacerebbe credere forse. Sei questo e sei anche molto peggio di questo. Hai giocato con me, non ti sei mai posto il problema di quelli che sarebbero potuti essere i miei sentimenti nei tuoi confronti ... Io ero così stanca, volevo soltanto che la smetteste di giocare con la gente e iniziaste ad affrontare i vostri problemi. Ho cercato di spiegare le mie motivazioni a Tyler, ma ... -

La interruppi, rabbioso - Rachel, io sono gay e te l'ho detto fin da subito, porca puttana. Che altro avrei dovuto fare? Sono stato sincero fino a quando ho potuto ... Tyler non era pronto per affrontare tutti voi, lo sai bene! Come hai potuto farci una cosa del genere? Dov'è adesso? Dove cazzo è andato?- Mi guardai intorno, mi sentivo terribilmente in ansia. I miei occhi saettavano verso il giardino dei Bradbury ... dovevo andare da lui, sapevo che stava per compiere una delle sue cazzate che stavolta sarebbe passata alla storia.

- Io non lo so ... - disse lei tremante.

- Dannazione Rachel! Devi dirmelo! Devi aiutarmi, perché tutto questo sta accadendo a causa tua, te ne rendi almeno conto? -

- Sei un idiota se credi che Tyler sarebbe rimasto qui con te, non è così. Voleva soltanto una scusa qualsiasi per lasciarti e questo lo sai anche tu! L'ho spronato a trattarti come si deve e di rimando lui ha deciso di andarsene! Hai bisogno di un'altra prova per caso? -

- No, non è così. Sta zitta! Non ti credo!- stavo urlando, mi portai le mani al volto - Vattene da qui.

Avrei voluto picchiarla, spingerla a sputare fuori tutta quella cattiveria che ci aveva versato addosso così improvvisamente. Voleva ferirci e ci era riuscita. Era andato tutto in fumo, neanche quelle lacrime riuscivano ad impietosirmi adesso, la detestavo con tutto il mio cuore.

- Bene, Rachel. Hai avuto la tua vendetta, adesso io andrò a cercarlo e tu puoi anche andartene al diavolo una volta per tutte. -

Non la degnai di un ulteriore sguardo, i miei pensieri erano già rivolti altrove, a lui, a quel dannato stronzo che mi stava mollando ancora una volta, stava scappando di nascosto come un ladro. Come soltanto Tyler poteva pensare di fare. Presi l'auto di mio padre e in un attimo fui in strada. Le mani tremavano sullo sterzo mentre cercavo di capire dove diavolo sarebbe potuto andare uno come lui.

Guidavo senza una meta fissa, i miei occhi scandagliavano le strade in cerca di Tyler.

Erano passate delle ore, il suo cellulare suonava senza speranza che venisse preso ed io avevo cercato in ogni buco di quella città. Mi fermai sul ciglio della strada sotto i clacson impazziti delle macchine dietro, qualcuno mi urlò qualcosa, ma non importava. Non importava più un cazzo.

E' andato via, Chris, potrebbe essere ovunque ormai. Forse ha preso un volo e l'hai mancato per poco, quante ore di vantaggio avrà su di te, mi chiesi, disperatamente.

Stavo urlando, mi ritrovai a colpire con rabbia lo sterzo, avrei voluto frantumarlo sotto le mie mani, picchiarlo così forte da farmi sanguinare i polpastrelli.

Era andato tutto in fumo.

Come avevo soltanto potuto credere che sarebbe stato diverso tra di noi?

Appoggiai il capo contro il finestrino, era freddo, era piacevole. Non aveva più senso combattere ... ci avevo provato così duramente per così tanto tempo. Era sorprendente soltanto constatare quanto lontano fossimo arrivati ... due mesi ... certo, due mesi di alti e bassi, ma era comunque abbastanza.

Mi ero fidato di lui, era stupido soltanto pensarlo, ma lo avevo fatto davvero. Gli avevo dato piena fiducia, avevo creduto che il peggio fosse ormai alle spalle, eppure ... no, non era così. Il peggio era in lui, lo era sempre stato. Come puoi provare a lasciarti dietro qualcosa che vive da così tanto tempo dentro di te? Come un male radicato nel profondo, qualcosa di cui non puoi liberarti con un semplice strattone.

Era da sciocchi ed io lo ero.

Abbassai lo sguardo, attirato dal lieve ronzio del cellulare che tenevo in grembo. Un battito di cuore che sfuggì agli altri, Rachel mi aveva scritto:

" Ho controllato il suo computer, stava cercando gli orari degli intercity. Il suo partirà alle ventitré e cinquanta. Mi dispiace ... "

Ventitré e cinquanta. Guardai l'orologio e una nuova ondata di panico mi pervase da cima a fondo. Mancavano quindici minuti ed io ero fin troppo lontano dalla stazione di South Gate. Misi in modo e mi lanciai di nuovo in strada premendo l'acceleratore come non avevo mai fatto in vita mia. Sperai che non ci fosse nessuna pattuglia in vista. Dovevo fare in tempo. Dovevo vederlo e dovevo parlargli, picchiarlo se serviva a farlo rimanere lì.

I miei occhi saettava dalla strada all'orario segnato sul cruscotto. Dieci minuti.

Cinque minuti.

Mi gettai tra le strade principali con il cuore in gola e mille preghiere tacite affinché non trovassi traffico.

C'ero quasi. Diedi una frenata e scesi bruscamente dall'auto. Le ruote stavano fumando, il puzzo di bruciato era ovunque mentre correvo a capofitto nell'oscurità di quella stazione così desolata da farmi disperare. Non c'era nessuno, neppure un treno, soltanto qualche lampione in lontananza.

- No, non può essere ... non può finire così. - corsi disperatamente tra i binari, veloce come soltanto io sapevo essere. Sottopassaggio dopo sottopassaggio, guardavo ovunque, alla ricerca di Tyler, di quell'enorme figlio di puttana che continuava a ferirmi. L'ultimo binario, l'ultima speranza. Mi ci fiondai, salii le scale ripide a massima velocità, un'ombra mi venne contro.

Sbattei contro la sua sagoma, un lieve cambiamento d'aria che portò il suo profumo con sé. Alzai lo sguardo su quello scosso di Tyler. Il suo viso era una maschera di stupore misto a qualcosa di diverso ... quella punta di mistero impenetrabile che lo aveva sempre reso così fottutamente difficile da capire.

- Che cazzo ci fai qui? -

Ero incredulo, la speranza aveva iniziato a scaldarmi il petto però, soltanto vederlo mi aveva dato una scossa per tutto il corpo, così mi rimisi in piedi e lo fronteggiai.

- Questo è tutto quello che hai da dire? Che cazzo ci faccio qui? - chiesi amareggiato – tu ... tu che cazzo ci fai qui, invece! Stavi andando via! Tu ... mi avevi fatto capire che le cose stavano andando bene per te, per noi ... -

- Senti, Wayright ... lascia perdere. Sono stanco delle tue cazzate, lasciami vivere e fa che la tua vita non abbia più a che fare con la mia. -

Un freddo glaciale mi pervase il corpo – C-che cosa? T-tu ... non sei serio. -

Tutto nel suo viso mostrava quanto credesse davvero a quelle parole – Tornatene a casa, Wayright. Dico davvero. Sono stanco di averti intorno, sei seccante adesso. -

- N-no. Non è vero ... ieri e tutti i giorni prima tu sei stato bene con me ... tu mi sei stato accanto ... hai detto che non ti importa un cazzo del pensiero di tuo padre ... abbiamo dormito insieme! Mi sei stato accanto quando credevo che Seth fosse morto! -

- Smettila. Chi se ne fotte di Luis. Credimi, non è lui il punto, sono io. Sono io che non ho più interessi qui in città – Tyler fece spallucce, il suo viso era totalmente indifferente.

- Fanculo! Smettila di usare quel tono! Smettila di prendermi in giro! Stai mentendo! Sei soltanto un fottuto bugiardo che ha paura di ammettere come stanno davvero le cose! -

- Davvero? Sentiamo, come starebbero le cose allora? -

Stavo tremando – T-tu ci tieni a me. -

Tyler rise forte, era divertito – Non hai proprio capito un cazzo di me, Wayright. Che tristezza ... sei peggio di una di quelle ragazzine con cui me la facevo. Piagnucoloso, patetico Wayright ... ed io che mi illudevo che farmela con un uomo sarebbe stato più soddisfacente da questo punto di vista. Niente piagnistei, pensavo, niente scene patetiche, gente che ti fa gli agguati in stazione ... Cristo, ma un po' di amor proprio? Togliti dai coglioni, mi disgusta vederti qui, ai miei piedi, come sempre. Levati dalle palle, striscia nel tuo buco e non farti mai più vedere. -

Il mio cervello si era inceppato da qualche parte tra una di quelle spaventosamente crudeli, doveva essere una sorta di processo di autoconservazione attuato dalla mia stessa mente per impedirmi di crollare come un fantoccio.

Furono i fischi in lontananza del treno in arrivo a risvegliarmi.

- So cosa stai facendo. Mi vuoi ferire a morte perché credi che sia il modo migliore per allontanarti definitivamente da me ... farmi credere che per te niente abbia avuto importanza, trattarmi di merda ed umiliarmi con lo scopo di farmi incazzare, di farti odiare ai miei occhi ... - qualcosa nel suo sguardo stava mutando, fu soltanto un istante, una luce troppo flebile per resistere, il vecchio Tyler tornò subito dopo, ma non importava. Era bastato per farmi scorgere un pezzetto del vero Tyler – non è così che funziona con me. Sarò patetico ma non sono stupido. So a che gioco stai giocando e non posso lasciarti andar via. Non puoi prendere quel treno. -

Mi aggrappai a lui subito dopo, stringendo tra le mani la sua t-shirt, Tyler mi spinse via con violenza. I suoi occhi erano intrisi di rabbia, ma non c'era solo quella mentre mi colpiva dritto al volto con un destro. Mi accasciai a terra accusando il colpo che mi mandò una scarica di dolore dritta al cervello.

- Non me ne fotte un cazzo di te, Wayright! Vuoi capirlo? Tu non sei niente per me! Non lo sei mai stato. Non ho fatto altro che vergognarmi per tutto questo tempo. Sei un peso! Un ragazzino del cazzo che voleva giocare all'allegra famiglia perfetta con uno che non ti ha mai dedicato neanche un fottuto pensiero di sfuggita! Stavi giocando da solo, Wayright, e te l'ho ripetuto allo stremo! Vedi di recepire il messaggio stavolta perché non so più come fartelo capire! Dannazione. -

- N-non è vero ... - un altro pugno che stavolta mi raggiunse al petto, mi raggomitolai su me stesso, il dolore era troppo forte. Non era tanto quello fisico, quanto il constatare da chi fosse partito quel colpo ...

- Fatti una vita oppure muori ... non me ne frega un cazzo, ma sta fuori dalla mia, bastardo. -

Le porte del treno si aprirono. Tra le lacrime lo vidi salire su. Non si voltò.

Un urlo di disperazione rimase bloccato da qualche parte del mio petto, digrignai i denti e mi raggomitolai contro il muro. Avevo freddo, mandai giù saliva mista a sangue, dovevo mettermi in piedi ma le gambe non sembravano reggere. Il binario era vuoto, il treno era ancora fermo lì.

Chiusi gli occhi, immaginai che niente di tutto quello fosse accaduto davvero. Era soltanto un incubo orribile, ma presto mi sarei svegliato, è così che funziona con gli incubi, no? Alcuni sembrano terribilmente reali, ti terrorizzano, ti costringono a rimanere a letto immobile e con il batticuore, ma poi la paura va via e tu scopri di essere al sicuro, tra le lenzuola calde, in un mondo dove qualcuno ti ama e desidera proteggerti.

Qualcuno si mosse accanto a me, una fronte contro la mia, forse? Singhiozzi bassi, quel profumo era ancora lì ... il suo profumo.

Quando aprii gli occhi il treno era svanito via, in compenso Seth stava cercando di mettermi in piedi. Non riuscivo a capire cosa stesse dicendo, ma non importava poi molto.

Qualcuno mi amava davvero.

Peccato che quel qualcuno non fosse mai stato Tyler Bradbury.


KEVIN

Era una splendida giornata, avevo appena terminato di fare le valige e fra poco avrei dovuto incontrare Wes che mi avrebbe portato all'aeroporto, si torna a casa mi dissi. La vacanza era finita, forse defirla vacanza era troppo riduttivo, sarebbe stato meglio un termine come avventura magari, perché mi aveva davvero portato alla scoperta di un mondo nuovo, fuori e dentro di me. Ero felice che ogni cosa si fosse sistemata prima della mia partenza ed anche il ritrovamento di Seth era stato un sollievo, Wes sembrava davvero una persona diversa. C'era grande serenità nei suoi occhi ed ogni volta che mi rivolgeva lo sguardo mi sentivo come se mi stesse vedendo per la prima volta e questo mi faceva battere il cuore in un modo che non mi era mai successo.

Mi ritrovai in strada a trascinare il trolley lungo il marciapiede, volevo fare un ultimo giro sul lungomare prima di andare, Wes ed io avevamo appuntamento alla fine della strada. Svoltai l'agolo e mi ritrovai a passare vicino un chiosco con i tavolini, proprio lì intercettai un paio di occhi chiari che ricambiarono la mia espressione stupita

- Celine ... - dissi bloccandomi istintivamente – ciao .. –

Lei accennò un mezzo sorriso, leggermente imbarazzata – Ciao ... -

Solo in un secondo momento mi accorsi che seduto con lei c'era Raphael, mi fece un cenno con la mano che io ricambiai.

- Sto per tornare a casa – la informai.

A quel punto la vidi alzarsi ed allontanarsi di qualche passo, così la seguii, ci appartammo in modo da poter parlare in privato.

- Esci con lui adesso ... - buttai lì, non sapevo nemmeno perché lo avevo detto.

Lei mi rifilò l'occhiataccia che mi meritavo – Non me lo stai chiedendo sul serio mi auguro? – io scossi la testa imbarazzato e lei sorrise appena.

- Mi dispiace Celine ... so che il solo parlarti sarebbe un'offesa dopo quello che ho fatto ... ma sono sincero per quello che vale – cominciai – posso solo immaginare tutto quello che avrai potuto pensare di me, ed è giusto .... Ma se potessi solo convincerti che Wes non ha colpa ... mi piacerebbe che tu possa perdonare solo lui ... è parte della tua famiglia e anche se vi siete odiati per anni, lui ... credimi ... quello che c'è fra noi non è stato fatto contro di te –

Lei mi zittì – Io e Wes ci siamo sempre odiati ... e non stento a credere che inizialmente lo abbia fatto solo per irritarmi ... ma ... - la vidi abbandonarsi in un ricordo al quale quasi sorrise dolcemente – finalmente abbiamo parlato apertamente ed ho visto nei suoi occhi qualcosa che non credevo mi avrebbe mai mostrato ... ci siamo detti alcune cose sinceramente ... e so perché mi odiava, forse anche io al suo posto lo avrei fatto ... ma mi sono resa conto che ormai è diverso ... e ti ha scelto – la voce le tremava – ti ha scelto perché adesso lui è un nuovo Wes, uno che ha fatto pace con se stesso e con il mondo ... ed ha bisogno di una figura nuova al suo fianco e tu sei .... Sei ... quello giusto ... - i suoi occhi divennero lucidi appena come i miei del resto.

- Grazie ... resterai sempre nel mio cuore Celine ... dico davvero, mi auguro che tu sia felice e che dalla nostra separazione tu possa ricavarne solo il doppio della felicità – replicai, poi lanciai un'occhiata a Rapahel che sembrava impensierito – lui ti è stato vicino ... -

- Sì ... non sa proprio tutto ... ma .... Credo abbia capito ... all'inizio ero davvero distrutta ma lui non si è dato per vinto, mi ha fatto ritrovare il sorriso ...-

- Si trasferirà in Inghilterra? –

- Credo di sì ... staremo a vedere cosa ci porterà il futuro –

- Buona fortuna ... - le dissi ed a quel punto lei mi abbracciò, io ricambiai la stretta.

Quando ci separammo per la prima volta sentii davvero qualcosa strapparsi, era come se tutto fosse rimasto in sospeso fra noi ma d'ora in avanti entrambi potevamo lasciare quella storia alle nostre spalle. La vidi tornare al tavolo ed io mi incamminai di nuovo lungo il marciapiede, vidi poco distante un'auto e sapevo che era la sua. Sperai che nessuno ci beccasse, dopotutto Wes non avrebbe potuto guidare neanche per un tratto così piccolo, fu per questo che ci scambiammo i posti e mi misi alla guida.

- Vi ho visti ... come ti è sembrata? – chiese quasi incerto.

- Beh, mi è sembrata solo desiderosa di lasciarsi tutto alle spalle ... non credo che ti riservi rancore ... non come pensavi almeno. –

- Già, anche a casa si comporta in modo abbastanza normale ... ormai ci siamo detti tutto quello che dovevamo anche se nella mia famiglia si stenta a crederlo l'onestà è l'unica cosa che rende davvero liberi –

- Già - mormorai stringendogli la mano - toccherà a me l'ultimo passo una volta a casa. Dirò che io e lei non stiamo più insieme ... - dissi – poi prenderò la laurea e sarò libero ... quindi non sparire e cerca un appartamento per noi –

Quello rise, un sorriso euforico che stentava a trattenere – Non ti libererai facilmente di me non temere ... -

- Ne sono lieto –

L'aeroporto mi procurava uno strano effetto, c'ero stato con Wes anche l'ultima volta ma di certo le sensazioni erano diverse. La prima volta ero fuggito da lui, pregando di non tornare, adesso mi stavo separando a malincuore, speranzoso di rivederlo presto. Ci mettemmo in coda e sentivo la mano di Wes stringere forte la mia, la sua espressione era triste, così gli accarezzai il viso facendolo voltare.

- Ehi ... andrà tutto bene ... - mormorai – apriranno il testamento, poi sarai libero, staremo insieme come abbiamo deciso –

Lui mi guardò negli occhi molto seriamente – mi ... mi mancherai Barrows, in un modo in cui non credevo che mi sarebbe mai mancato qualcuno ... -

- Mi mancherai anche tu Reed ... per questo farò in modo che tutto vada per il verso giusto, in modo che tu non debba più provare questa sensazione ancora –

Si gettò su di me a quel punto e mi baciò in un modo così disperato e desideroso che mi incendiò il petto, lo strinsi forte e lui si abbandonò al mio abbraccio. Decisamente mi sarei battuto fino alla fine dei tempi per un amore come quello che provavo per Wes.

Poi ci dovemmo separare ed alla fine mi diressi verso i controlli, l'imbarco sarebbe cominciato a minuti, lo osservai ancora in lontananza, mi sorrideva, quel suo sorriso tremendamente bello ed audace ed io impressi nella mia mente quell'immagine, il suo volto. Sì, era con quel ricordo che volevo tornare a casa, avevo lasciato lì ogni cosa, il mio cuore, la mia essenza, i miei pensieri, ed ora ero solo pieno di Wes.


ANGOLO DELLE AUTRICI: Salve a tutti! Ed eccoci ritrovati per un nuovo appuntamento strappalacrime! Ebbene lo è stato, almeno per un Wayright di nostra conoscenza. Mentre la tragedia si abbatte sul povero Chris, qualcun'altro può ritenersi fortunato e vivere la propria vita con la certezza di amare ed essere ... ricambiato!
Non abbiamo molto da dire, in realtà ci piacerebbe sentire le vostre opinioni sul capitolo appena postato, di certo è stato un capitolo parecchio ricco di pathos ...
Vi ricordiamo che mancano pochissimi capitoli alla fine! Più un piccolo epilogo, quindi questo è il momento adatto per dare l'ultimo saluto ai nostri baldi giovani. Magari il futuro può riservare qualche sorpresa ...
Grazie come sempre per il vostro sostegno ed affetto! Speriamo di non avervi rovinato troppo la giornata XD probabilmente lo abbiamo fatto, ma come vi abbiamo già annunciato ... IL FUTURO E' INCERTO E PIENO DI SORPRESE! :D
Un bacio e a presto


- BLACKSTEEL -

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