The Wayright

By Blacksteel21

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I Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì ch... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
capitolo 4.
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
capitolo 54
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62
capitolo 63
capitolo 64
capitolo 65
capitolo 66
capitolo 67
capitolo 68
capitolo 69
capitolo 70
capitolo 71
capitolo 72
capitolo 73
capitolo 74
capitolo 75
capitolo 76
capitolo 77
capitolo 78
capitolo 80
capitolo 81
capitolo 82
capitolo 83
capitolo 84
capitolo 85
capitolo 86
capitolo 87
capitolo 88
capitolo 89
capitolo 90
capitolo 91
Capitolo 92
capitolo 93
capitolo 94
EPILOGO

capitolo 79

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By Blacksteel21


NIKOLAJ

Durante le prime settimane di agosto la situazione iniziò a farsi strana in casa, potevo percepirlo chiaramente, una tensione febbrile dilagava in ogni angolo, come se fra i ragazzi da un momento all'altro potesse detonare una bomba e forse le prime esplosioni c'erano già state. Celine aveva annunciato ai suoi e a Jane che Kevin se n'era andato, aveva detto che ultimamente avevano dei problemi e che avevano deciso di lasciarsi. Era stata vaga al riguardo e nessuno si era sentito di dire o chiedere nulla, la tristezza nei suoi occhi spiegava le domande in sospeso. Io d'altronde potevo capire cosa ci fosse dietro a quella rottura, la stessa persona che da quel giorno si faceva viva raramente in casa, Wes non sembrava più nemmeno lui. Stava chiuso in camera sua da due giorni, parlava a stento ed evitava Celine, Monica era preoccupata ma ovviamente non sapeva che fare o dire. Seth, che di solito sembrava sempre pronto a tirargli su il morale, ultimamente era persino più assente del solito, si vedeva nel suo sguardo e nel suo viso, anche lui era nei guai. Persino Chris che era il più allegro della casa, di recente non stava bene, aveva passato molto tempo chiuso in garage e quando era in casa rispondeva in modo sintetico e triste.

- Tira davvero una pessima aria – disse ad un tratto Matt dando voce ai miei pensieri.

- Sei preoccupato per tuo fratello? – chiesi sfiorandogli i braccio con le dita – questa storia di Celine ... -

- Già ... so che si sono lasciati per Wes ... - disse poi accucciandosi di più alla mia spalla – ma so anche che mio fratello non è più quello di prima, non ha più voglia di fare la guerra a nessuno, l'ho visto nei suoi occhi ... credo stia soffrendo molto –

- E non è il solo ... voglio dire, Kevin ... Celine ... - mormorai – lei lo sa ... credo che non sia stato facile per nessuno ... per quanto loro abbiano avuto delle buone ragioni, non cambia la sofferenza che le hanno arrecato –

Mentre pronunciavo quelle parole mi accorsi che quel discorso valeva anche per me, io stesso stavo mentendo, stavo arrecando dolore a Matt e a Dylan, anche se tutto fosse andato secondo i miei piani qualcuno che non lo meritava avrebbe sofferto.

- Nik, tutto bene? – mi chiese lui preoccupato.

Fissare il suo viso era doloroso, mi riportava alla mente di continuo quello che era successo quella notte con Dylan e lo stomaco cominciava a farmi male.

- Sì ... tutto bene ... sono solo preoccupato ... ultimamente sembra che qui tutti non facciano altro che soffrire –

- Wes dice che è una sorta di maledizione ... - mormorò – che i Wayright sono destinati a soffrire sempre, a essere delusi ed a morire odiando –

- Pensi sia vero? –

Quello scosse le spalle – non lo so ... non credo alle maledizioni ... ma guardati intorno ... se fosse vero, credo che tutto quello che succede qui avrebbe senso ... -

Già, mi dissi fra me, persino la nostra storia sarebbe in perfetta linea con quella maledizione, noi che non potevamo stare insieme eppure continuavamo a lottare per quello. A cosa ci avrebbe portato tanto insistere?

A rompere quella strana atmosfera di tristezza fu lo squillare del mio telefono, notai il nome sul display, era lui.

- Pronto? –

- Nik? Tutto bene? Era un'emergenza grave? – disse ricordandomi il motivo per cui gli avevo dato buca a colazione, un'emergenza familiare ma non era vero.

- Ehi ... tutto bene, solo mio nipote che non stava bene ... sai sono ragazzi, ci mettevamo nei casini anche noi alla loro età –

- Sì, è vero – rise – allora se sei libero stasera usciamo? –

- D'accordo ma niente sbronze – precisai – o forse vuoi altri fantastici risvegli? –

Lo sentì sbuffare – non ho più l'età per certe bravate! Allora a stasera –

- Certo –

Quando staccai la chiamata mi accorsi che Matt mi stava fissando intensamente, non capii che genere di sguardo era e mi resi conto che non era la prima volta che non riuscivo ad interpretare il suo viso. Volevo dire qualcosa ma prima che potessi parlare lui mi precedette.

- Esci con lui stasera? – ancora quel tono strano.

- Sì ... niente alcol promesso – risposi lievemente imbarazzato.

- Quanto si ferma ancora? –

- Non saprei ... un'altra settimana forse – dissi incerto – che c'è Matt? Mi sembri strano ... –

Quello parve a disagio e distolse lo sguardo – niente –

- Sei sicuro? –

- Mi stavo chiedendo una cosa ...- mormorò – ecco ... lo so che mi hai detto che siete amici ... ma avete forse avuto dei trascorsi insieme? – quella domanda mi lasciò paralizzato – scusa se ti metto a disagio ... ecco era solo una sensazione .... Lui ti guarda con un'aria strana ... -

- No – disse la mia bocca più velocemente del mio cervello – niente del genere davvero, non devi preoccuparti di questo –

A quel punto lui mi sorrise, uno dei suoi soliti sorrisi dolci, si allungò verso di me e mi baciò delicatamente, io premetti con più insistenza le mie labbra sulle sue e sentii le sue mani che si aggrappavano alle mie spalle.

- Credi sia un problema se vengo con voi? – mormorò fra un bacio e l'altro – non ho voglia di restare qui da solo con l'aria che tira –

- Vieni pure ... - risposi mentre mi abbandonavo alle sue attenzioni.

Era una serata decisamente afosa, passammo a prendere Dylan che salutò Matt entusiasta, scegliemmo un locale, optando per una steakhouse. Prendemmo posto e cominciammo a chiacchierare, dentro di me il nervosismo mi rodeva ma sembravano essere a loro agio, ridevano.

- Allora Matt progetti futuri? – gli chiese Dylan mangiando un pezzo di bistecca.

- Beh, vorrei andare al college, ho fatto domanda in più di un posto ... devo aspettare le rispose adesso ... - rispose quello.

- Cosa ti piacerebbe studiare? –

- Chimica –

- Davvero? Abbiamo un giovane genio allora – disse Dylan affascinato.

- Francamente spero in una borsa di studio anche – lo informò Matt – con i miei voti dovrei averla –

- Ti auguro di riuscirci, mi sembri un tipo motivato –

Quello rise e i suoi occhi brillarono – sì ... anche se non sembra sono un tipo ambizioso, mi prendo quello che voglio –

Pregai che Dylan non interpretasse quella frase con il suo vero significato, ma era impossibile, solo io sapevo cosa volevano dire quelle parole e l'occhiata fugace che Matt mi aveva lanciato.

- Fai bene! Anche io lo ero alla tua età, è molto maturo da parte tua avere le idee chiare adesso - si complimentò – ti ricordi che bei tempi quelli dell'università Nik? –

- Già ... sembra passata una vita ... -

Era vero, era come se fosse un altro mondo, Dylan cominciò a raccontarmi dei vecchi aneddoti, cose a cui non ripensavo da tanto tempo e che persino avevo scordato di aver fatto. Rideva e anche io mi unii a lui, divertito, gli stupidi scherzi fatti al dormitorio, la gita improvvisata con alcuni compagni di corso, erano stati anni mervagliosi.

- Vado al bagno – disse all'improvviso Matt con un espressione di evidente tensione sul viso, non attese risposta si alzò e se ne andò.

- E' successo qualcosa? – mi chiese Dylan preoccupato – si sente male? –

- Io ... non saprei – risposi incerto – vado a controllare-

Mi sollavai e mi diressi in bagno, aprii la porta e vidi Matt con le spalle appoggiate alle piastrelle e le mani sul viso.

- Matt ... tutto bene? – domandai confuso.

- No ... - mormorò – credevo di poterlo sopportare ma non ce la faccio ... Cristo, il modo in cui ti guarda, in cui ti parla ... è dannatamente irritante ... e io non posso fare niente ... - si passò una mano fra i capelli nervoso – sono geloso da morire Nik ... non so perché ... cazzo, a lui piaci, è evidente e io non posso urlargli che sei mio –

Quel discorso mi colpì, ne ero lusingato ma allo stesso tempo preoccupato, mi dava la misura di quanto Matt tenesse a me e anche di quanto era evidente l'amore che Dylan provava.

- Guardami Matt – gli dissi sollevandogli il mento – non devi avere paura di niente, anche se lui provasse qualcosa per me ... l'importane è quello che provo io .. ed io non ho occhi che per te. Sono innamorato di te ... e questo non cambia –

Fu allora che lui si gettò su di me, sbattei le spalle contro la porta del bagno e lui mi incatenò in un bacio selvaggio e desideroso. Infilai le dita fra i suoi capelli mentre entrambi approfondivamo quel contatto, sentii il corpo di Matt farsi sempre più stretto al mio, una delle sue mani si infilò sotto la mia maglietta e il suo toccò mi svegliò.

- Matt .... Che vuoi fare? - mormorai sulle sue labbra.

- Ti voglio, Nik ... da morire – rispose quello mentre si strusciava a me, stava cominciando a gemere leggermente.

- Non possiamo ...- sussurrai mentre la mia volontà era messa a dura prova dai suoi baci.

- Sì invece ... è chiuso a chiave ... puoi farmi quello che vuoi ... - mi informò con la voce carica di erotismo, non lo avevo mia sentito parlare così – cercherò di non urlare ... -

A quel punto ci gettammo entrambi sui rispettivi indumenti, ferocemente, volevamo liberarcene e saziare quel bisogno che d'un tratto era diventato asfissiante. Era così dannatamente bello, in quegli istanti sembrava che tutte le difficoltà che ci attendevano non fossero niente. Sembrava che tutta la frustrazione che stessimo accumulando fluisse via insieme al piacere che riuscivamo a darci. Fu veloce ma dannatamente intenso ed appagante. Capii quanto potere Matt avesse davvero su di me, quel ragazzo poteva mettermi in ginocchio e a me piaceva.

- Tutto bene? – chiese Dylan quando ci vide tornare minuti dopo.

- Mi dispiace – mormorò Matt – non mi sono sentito bene ... sarebbe meglio se tornassi a casa –

- Chiedo il conto e andiamo – replicai.

Così lasciammo il ristorante ed io accompagnai Matt a casa, ci salutò ed oltrepassò l'ingresso, lasciandoci soli.

- Ti porto a casa – dissi a Dylan.

- Non preoccuparti ... non se non hai intenzione di restare – dichiarò ad un tratto – è qualche isolato posso andare a piedi –

- Dylan ... -

- Non so cosa succede Nik ... ma da quando sono qui sembra che tu abbia la testa altrove ... forse ho fatto male a venire – ammise triste.

- Senti non è come credi ... solo ... è complicato – non trovai la forza di parlare francamente, non ora.

- Mi auguro che mi spiegherai presto, ho bisogno di chiarire come stanno le cose ... ci sentiamo ...- disse e si sporse verso di me.

- Sì, è arrivato il momento di parlare credo ... -

Le nostre labbra si toccarono in un bacio leggero e incredibilmente triste, sì qualcosa non andava e non riuscivo più a nasconderglielo.

Voltai le spalle e rientrai in casa, c'era silenzio come sempre a quell'ora di notte, feci pochi passi prima che una sagoma mi indusse a fermarmi, era accostata alla finestra accanto alla porta di ingresso. Quando si mosse in avanti per mostrarsi chiaramente il mio cuore perse un battito, era Matt. Il suo viso era rigido, gli occhi lucidi, c'era pura furia sulla sua faccia che mi guardava come se vedesse un abominio vivente. Aveva visto tutto, da quella finestra, il bacio.

- Matt ...- cercai di dire.

Quello mi zittì immediatamente – non voglio sentire – provai ad avvicinarmi ma lui si fece indietro – se provi a toccarmi mi metto a urlare – disse con voce tremante.

- Posso spiegarti –

- No! Tu ... io ti ho chiesto chiaramente cosa ci fosse fra voi due ... e tu mi hai guardato negli occhi e mi hai mentito ...- mormorò flebilmente, aveva distolto lo sguardo adesso – mi hai spergiurato il tuo amore e poi ti baci con lui ... credi sia stupido? -

- Matt ... -

- Lui chi è? – chiese in tono tagliente.

- Il mio ragazzo ...- confessai alla fine.

Rise isterico – Perfetto ... allora chi sono io? Il tuo amante? L'altro? Quello che fa passare momenti di merda ad uno che neanche conosce? –

- Tu stai fraintendendo tutto ... Matt, ti prego lascia che ti spieghi – lo supplicai.

- Mi fai schifo!- disse voltandomi le spalle – stammi lontano –

- Voglio lasciarlo per te! – dissi alla fine stremato.

- Non farmi ridere ... perché dovresti?- chiese accigliato e sdegnato.

- Perché ti amo ... -

- Non è altro che l'ennesima bugia ... - mormorò – se tu davvero mi avessi amato mi avresti detto di lui ... non avresti tentato di mentirmi, manipolarmi ... - sbuffò - stammi lontano Nikolaj, sono stanco adesso, ogni passo che faccio verso di te mi causa solo sofferenza ... e non ho intenzione di estenderla anche a quel ragazzo ... se non vuoi chiudere lo faccio io ... lasciami in pace, torna da lui! –

Poi se ne andò, salì al piano di sopra e sparì dalla mia vista, io restai paralizzato, ancora incredulo di fronte al precipitare improvviso di quella situazione, come poteva essere possibile? Avrei voluto spiegargli, avrei voluto parlargli chiaramente eppure non ci ero riuscito, possibile che quello che mi sembrava tanto giusto e ideale da fare in realtà fosse davvero tanto tremendo? Proprio adesso, ora che mi ero deciso a chiarire con Dylan, ora che ad entrambi era chiaro che qualcosa stava cambiando in me. Avevo quasi ottenuto ciò per cui avevo combattuto e mentito, ma avevo fallito, mi era rimasto solo il disprezzo della persona che amavo. Forse quella sui Wayright era davvero una maledizione.


CHRIS



Pranzare insieme era diventato uno strazio, ma era domenica e come ogni buona famiglia che si rispetti anche noi Wayright ci riunivamo a tavola. Niente risate, niente conversazione, nonostante mia madre e Monica cercassero disperatamente di rallegrare gli animi. Era chiaro che le nostre famiglie erano davvero arrivate allo stremo. Tutti avevano saputo della rottura tra Kevin e Celine, nessuno, però, a differenza di noi ragazzi, sapeva da cos'era stata provocata, né avrebbero mai potuto immaginare una cosa del genere. Amanda era speranzosa, credeva che alla fine sarebbero tornati insieme, avrebbero messo da parte i loro risentimenti e perdonato le loro distrazioni, gliel'avevo sentito dire quella mattina stessa, da parte di Celine c'era stato soltanto un freddo silenzio che non lasciava alcun dubbio. Kevin non sarebbe tornato da lei, ma anche se fosse stato così lei non lo avrebbe perdonato. Non poteva semplicemente.
Era comodo pensare agli altri, ai loro problemi, alle loro relazioni alla deriva, aiutava parecchio, era un buon metodo affinché quegli stessi pensieri non scivolassero su di me e sulla mia situazione. Cosa c'era da dire? Niente ... il silenzio regnava sovrano. Stavolta era davvero finita e, una parte del mio cuore, quella che ne era uscita più ammaccata, ne era grata.
- Pare che Luis Bradbury abbia lasciato la sua famiglia ... - iniziò mio padre, rivolto soprattutto a Benjamin che lo fissò con sguardo sorpreso sul volto.
- Cosa? Luis? Ma figuriamoci! Non mollerebbe mai il soldatino ... quello è un bastardo, non ha ancora finito di rovinare la vita ai suoi figli, credimi ... - commentò mio zio.
- Ben, non usare certi termini davanti ai ragazzi. - lo rimproverò Amanda con il braccio sulle spalle di Debby che sorrise di rimando.
- E' molto strano, hai ragione ... - mio padre era pensieroso, poi i suoi occhi si rivolsero a me come mi aspettavo – Chris, tu che frequenti Rachel, non ti ha detto nulla? -
Era stata molto ermetica nonostante non riuscisse a nascondere la gioia nella sua voce, pensai, però ero certo che Tyler non le avesse detto poi molto riguardo l'uscita di scena di Luis, conoscendolo aveva agito da solo come sempre – A dire il vero è tornata appena ieri dalla sua vacanza, l'ho sentita al telefono ma non abbiamo avuto tempo di parlare granché ... credo si sia reso conto di quanto la sua famiglia stia bene senza di lui. -
Mio padre era ancora parecchio dubbioso, come tutti del resto – Bene, sarà una liberazione per loro. Povera Samantha. - convenne mia madre, prima di tornare a sorridere e prendere il dolce.



Il pranzo era finito e ognuno di noi andò a nascondersi nel proprio buco, in effetti non vedevamo l'ora di tornare alla nostra autocommiserazione, però non avevo proprio voglia di starmene lì a compiangermi, avevo trascorso due giorni di merda, era arrivato il momento di fare un giro, parlare con qualcuno che non fosse terribilmente depresso come me. L'occasione arrivò dieci minuti dopo, vidi il volto sorridente di Rachel fare capolino dal portone del garage.
- Toc, toc ... disturbo? -
Le andai incontro, sorridendo di rimando – Ehi, guarda chi si rivede! - Rachel mi abbracciò forte ed io ricambiai la stretta. Soltanto in quel momento mi resi conto di quanto mi fosse mancata una figura come la sua.
- Sono state delle giornate assurde! - disse con gli occhi luminosi – non puoi crederci, Chris, ma mio padre è andato via davvero ieri sera! - era entusiasta, al settimo cielo.
- Sono contento per te, Rachel – le dissi con sincerità, anch'io avevo avuto la mia parte nella riuscita di quel piano, ma lei non poteva saperlo e non importava soprattutto – senti, stavo andando a fare un giro in spiaggia, è da un po' che non esco ... vieni con me? -
- Certo! Ho già messo il costume, ti stavo proponendo la stessa cosa. Mi sei mancato un sacco, Chris! - mi strinse il fianco con il braccio, poi si appoggiò alla mia spalla ed uscimmo dal garage – senti, non è che hai sentito qualche voce in giro? Qualcosa che sanno tutti ma non i diretti interessati? -
- In che senso? - chiesi, confuso.
- Su di noi ... su Tyler ... sul come sia riuscito a liberarsi di nostro padre. Sai, è tutto così strano, prima il furto, poi mio padre che decide così improvvisamente di lasciarsi ... io ... -
- Non so niente, Rachel, davvero. Credo tu debba soltanto esserne felice, non pensarci troppo. -
Il suo sguardo si fece più profondo – Questo è quello che mi ha detto anche un'altra persona ... -
Stava parlando di Tyler, lo sapevo. Lo conoscevo, nonostante lui non lo credesse ... e pensare a lui era doloroso all'inverosimile, eppure non potevo farci nulla, i miei pensieri andavano lì continuamente, alle sue ultime parole spaventose, al suo sguardo freddo e vuoto, alla rabbia che mi aveva sputato contro nonostante quello che c'era stato tra di noi ...
Credevi di essere qualcuno per lui? Ti sbagliavi, Chris.
- Ehi! Ciao ragazzi ... -
Mi voltai, perplesso, nel constatare che quella voce apparteneva davvero a Sean. Ci salutò con un grosso sorriso sul volto, Raphael era con lui, erano appena smontati dall'auto ovviamente diretti a casa nostra.
- Ehi, ciao Sean! Raphael ... come va? Stavate venendo a casa? -
Il più grande annuì – Già, Celine e Kevin mi avevano promesso un giro nei dintorni, vorrei fare alcune foto per un contest di fotografia ... -
Era imbarazzante, ma quante cose erano cambiate dall'ultima chiacchierata con i Ward – Emh, a dire il vero Kevin non sta più qui, ma ... - ma cosa? Forse la compagnia di quel tipo era ciò di cui Celine aveva bisogno per svagarsi un po' – sali, lei è in casa. -
Rapahel parve molto soddisfatto, era chiaro a tutti quanto ci avesse sperato – Grazie, ci si vede, Chris! -
Mi voltai verso gli altri due, incredibilmente li vidi osservarsi con molta attenzione, senza riuscirne a capire il perché mi resi conto che si stavano davvero studiando.
- Sean, lei è Rachel ... -
- La sua ragazza. - completò lei per me prima di allungare una mano verso quella dell'altro.
Sean rise – Finalmente ho il piacere di conoscere la famosa Rachel! La ragazza che ha rubato il cuore di Chris! -
Mi ritrovai in imbarazzo, non mi sarei aspettato una situazione così strana – Lui è Sean, è un nostro amico di famiglia. Suo padre frequenta mia zia Monica -
- Piacere – finalmente ci fu un sorriso da parte di Rachel, seppure leggermente tirato – stavi andando dai Wayright anche tu, Sean? -
- Già, di recente abbiamo passato un bel po' di tempo insieme, il tuo ragazzo ed io, così ho deciso di fare un salto. Sei praticamente scomparso per due giorni ... - mi fece notare, lanciandomi un'occhiata decisa.
- Emh ... io ... -
- Lo fa spesso. E' tutto sotto controllo. - replicò Rachel al posto mio, era chiaro che quei due non si erano simpatici nonostante non ne capissi il perché.
- Ok, mi fa piacere che tu stia bene. Allora, beh ... ci si vede ... -
- Ehi, Sean, puoi venire con noi ... - Rachel mi fulminò con lo sguardo, ma cercai di non badarci – stiamo andando in spiaggia, se ti va. -
- Ma dai, non vi vedete da molto tempo ... non mi pare sia il caso ... - Sean tentennava.
- Tranquillo, stiamo praticamente a cinque metri di distanza lei ed io, non abbiamo problemi del genere. Dai, vieni con noi ... -
- Già, non farti problemi. - anche Rachel mi diede manforte incredibilmente ed alla fine Sean cedette.
Non sapevo perché lo avessi fatto in realtà, forse dopotutto mi dispiaceva notare quanto la gente si preoccupasse per me continuamente senza avere nulla in cambio. Non avevo badato molto a Sean, né a Rachel, ogni mio pensiero era fisso su qualcuno che non meritava più alcuna attenzione e, forse, non l'aveva mai meritata.
Decisi che avrei dovuto migliorare, almeno come amico, perché sul fronte sentimentale ero davvero un enorme fallimento.



Anche quel pomeriggio la spiaggia era piena di gente e musica. Tutti sembravano spassarsela e mi chiesi se anch'io alla fine non potessi scacciare via quella terribile tristezza almeno per qualche istante. Non meritavo di stare male, eppure allo stesso tempo non potevo farci nulla.
Rachel prese posto vicino alla riva, i miei occhi si fissarono sui suoi capelli castani, avevano smaltito la tinta nera, adesso erano dell'esatto colore di quelli del fratello. Mi voltai dall'altra parte, cercando di non farmi più assalire da certi ricordi, mi concentrai sul semplice atto di stendere il telo da spiaggia sulla sabbia e sdraiarmici sopra. Sean era piuttosto pallido per venire da Los Angeles e dovette indovinare i miei pensieri da quel semplice sguardo.
- Sono un nerd io ... la spiaggia me la sogno. - ci disse, facendoci sorridere – oggi ho sentito dei ragazzi parlare di una strana festa in una villa sulla spiaggia, credo sia l'attrazione del momento ... -
- Sì, la festa organizzata da Roberts ... è un pezzo grosso di South Gate, organizza dei party meravigliosi – convenne Rachel – e stavolta, per la prima volta, potrò andarci! Non ci sarà nessun Luis a rompermi le palle e tu ... verrai con me - continuò entusiasta puntando lo sguardo nel mio.
- Come no? Con quale invito? -
- E dai, troveremo un modo! Sta tranquillo ... manca ancora una settimana, riuscirò a circuire qualche ragazzo carino. - ci fece l'occhiolino poi, un attimo dopo si stese sul telo. I miei occhi rimasero a fissare il punto in cui fino ad un istante prima c'era il viso di Rachel, non avevo fatto caso ai due tipi in fondo.
Fu come se un veleno disgustoso mi fosse stato calato dritto in gola a forza. Tyler era lì e non era da solo ovviamente. Lei era fantastica, seduta sulla sua vita, tutta intenta a spalmargli la protezione sulle spalle. La vidi ridere ed abbassarsi appena per ricevere un lungo bacio appassionato che mi fece letteralmente andare in pezzi, ma non riuscii a distogliere il mio sguardo da loro, niente affatto. Era come se qualcosa dentro di me volesse andare fino in fondo, farmi gustare quel boccone amaro fino all'ultimo pezzettino. Forse era l'unico modo che conoscevo per liberarmi di lui? Forse non avevo ancora toccato il fondo, dopotutto? Quante altre volte avrei dovuto vederlo con un'altra prima di capire che adesso era davvero finita?
Tyler la stava stringendo come non aveva mai fatto con me, sorrideva, lasciava che lei lo toccasse senza problemi. Erano già finiti a letto? Quanto ci avrebbero messo? Era la sola con cui era stato dopo la nostra lite?
No, Chris, stiamo parlando di Bradbury qui. Apri gli occhi una volta per tutte.



- Vado a fare un bagno. - mi alzai da lì come una furia, così velocemente che per un attimo non vidi più nulla. Fu il contatto con l'acqua fredda a farmi riprendere. Nuotai, mi immersi del tutto, cercando di annegare quei pensieri terribili e velenosi che mi sussurravano di andare da lui e prenderlo a calci, costringerlo ad affrontare la verità, volente o nolente, di reclamare quelle labbra per me. Com'era stato per due settimane ... per due settimane lui era stato soltanto mio. Perché lo aveva accettato? Non potevo non contare nulla per lui ... non era possibile. Non so per quanto tempo rimasi lì in acqua, lontano dal chiacchiericcio della spiaggia, ma alla fine fu tempo di tornare alla triste realtà.
Mi rifiutai di guardare dalla sua parte, non volevo star male e qualsiasi cosa avessi visto mi avrebbe provocato soltanto dolore. Mi sdraiai sul mio telo e soltanto in quel momento mi resi conto che Rachel non c'era.
- Rachel? - chiesi a Sean, perso nella lettura di un manga.
- Mmm? E' andata da alcune sue amiche, a salutarle ... non so ... -
Lo guardai, per la prima volta prestai attenzione ai tratti del suo viso. Nessuno avrebbe potuto dire che quel ragazzo avesse sofferto per qualcuno. Sembrava stare bene, in pace con sé stesso ... eppure non doveva essere stato facile uscire da una situazione complicata come la sua.
- Sean? - si voltò verso di me, in attesa – senti, mi chiedevo ... com'è essere innamorato di un bastardo ... -
Quello fece spallucce – Cosa vuoi che ne sappia io, Chris? -
Ero confuso – L'altra sera ... avevi detto che il tuo ragazzo è finito in carcere ... -
Sean rise – Sì, ricordo. Ti ho mentito. -
Lo guardai, incredulo – Cosa? Perché? -
- Perché ti stavo studiando, no? - il suo viso si era fatto più arcigno adesso, quasi irriconoscibile – volevo spingerti ad ammettere la tua omosessualità, Chris. Non ci sono riuscito, ma non ha avuto più senso ad un tratto. Ho visto il modo in cui tu e Bradbury vi guardate ... -
Rimasi pietrificato di fronte a quelle parole – I-io ... no ... non è così. -
Sean rise forte – E dai! Smettila, non hai capito che non ha più senso mentire? Te l'avevo detto, sono un esperto in materia e sin dal primo momento in cui ti ho visto ho capito. -
Ero scosso, non riuscivo a formulare un unico, sensato pensiero – Ma tu ... perché? -
Quello si fece serio, i suoi occhi chiari erano profondi come abissi mentre mi fissava – Cosa perché? Perché ho finto? Volevo che ti fidassi di me, volevo che mi vedessi come qualcuno con cui poter parlare, qualcuno accomunato a te per la stessa terribile storia tormentata finita in tragedia. -
- Quindi tu ... hai finto? Non ti è mai piaciuto Bradbury? -
Sean rise forte – Cosa? Quel bifolco? A me? Andiamo ... è sexy da morire, ma io ho sempre avuto altre mire, Chris ... - no, non potevo crederci, ma quel suo sguardo penetrante era eloquente. Vidi i suoi occhi posarsi sulle mie labbra, fissarmi con un enorme desiderio – io è te che voglio, dal giorno stesso in cui ti vidi per la prima volta ... con tutta la tua sicurezza, quell'aria spensierata, ma allo stesso tempo incredibilmente forte ... sei sempre stato tu. -
Mi alzai da lì di scatto come se quelle parole mi avessero sconvolto anche fisicamente. Indietreggiai sotto lo sguardo penetrante di Sean che continuava a seguirmi.
- Spero che tu non te la prenda troppo, Chris ... l'ho fatto solo affinché capissi che io ci sono per te. Nonostante tu non ci sia per me, è ovvio questo. - la sua voce era un sussurro, i suoi occhi erano puntati alle mie spalle adesso – sembra una frase fatta ma lui non ti merita, Chris. Guardalo ... quanto tempo ci ha messo per infilarsi in un altro paio di mutande? Un giorno? - rise poi – e per giunta con una donna! Lui è totalmente fuori controllo, ha perso la sua identità o forse non l'ha mai avuta ... devi lasciarlo perdere per il tuo bene. Hai una buona alternativa davanti. Puoi sfruttarla. -
- Tu ... tu sei fuori di testa, Sean ... come hai potuto? Io ... sono sconvolto. - lo ero, non avrei mai immaginato nulla del genere. Mi sentii soffocare, come se tutto l'ossigeno del mondo fosse venuto improvvisamente a mancare, fu soltanto quando la vidi alzarsi e riporre le sue cose che iniziai a sentirmi leggermente meglio.
- Ti darò del tempo per metabolizzare, ma sappi che ci tengo a te ... sei stato un buon amico e spero che tu non te la sua presa troppo. -
- Noi due non siamo amici. - ribattei, incazzato. Come poteva parlare in quel modo? Con quel tono così pacato e noncurante?
- Già, spero in qualcosa di più ovviamente. E' già un buon inizio questa tua ammissione. - non riuscii a ribattere nulla, Sean era già andato via quando iniziai a comprendere il senso di quelle parole. Avevo bisogno di allontanarmi da lì, di trovare un posto in penombra prima di cadere a terra per lo sfinimento.
Risalii la spiaggia fino a raggiungere l'ombra dei muretti costruiti tutti intorno. Mi sdraiai lì, con gli occhi fissi su quel cielo terribilmente terso ed azzurro, del tutto incurante di me e dei miei orribili problemi.
Avrebbe fatto la spia? Mi avrebbe minacciato come aveva fatto Lewis? Avevo paura, mi resi conto di avere una terribile paura dentro. Cercai di trattenermi, non potevo andar via, non potevo mollare Rachel in quel modo, ma non riuscivo più a star fermo. Mi incamminai di nuovo verso la spiaggia e mi sedetti lì, nonostante avessi fatto di tutto per non sbirciare la coppietta più bella del momento me li ritrovai davanti, intenti a chiacchierare con Rachel sulla battigia.
Mi venne terribilmente da vomitare, ma il mio viso non subì alcun cambiamento quando li vidi venire verso di me con fare tranquillo. La bionda mi sorrise, sfoggiando denti bianchissimi.
- Chris, dai, datti una mossa. Andiamo a prendere qualcosa con loro! Dobbiamo festeggiare! - Rachel sorrideva, del tutto ignara di quello che suo fratello mi aveva fatto. Non osai guardare lui, ma come potevo sopportare di passare il mio tempo con loro? Soltanto all'idea rabbrividii da cima a fondo. No, non potevo, era troppo per me.
- Scusami ... io devo andare, ho avuto un problema con Sean ... -
Gli occhi di Rachel si assottigliarono – Lo sapevo, l'ho capito subito ... come puoi essere tanto stupido? - mi chiese, di rimando le feci segno di tacere. Non volevo che la tipa si facesse i fatti miei, nonostante non avesse comunque potuto capire nulla da quelle poche parole.
- Davvero. Vado a casa ... ci sentiamo stasera. - poi voltai le spalle a quel quadretto.
Quella sarebbe stata la miserabile vita che avrei fatto da quel momento in avanti? Sperai di no, sperai che Tyler se ne andasse per sempre o che io smettessi di soffrire tanto ... tutto, tutto purché quel dolore andasse via.


ANGOLO AUTRICI:

Ebbene .... vi avevamo promesso che le sorprese non sarebbero finite! Diciamo che questo è uno dei capitoli della verità XD i sentimenti ed i propositi di alcuni protagonisti vengono fuori XD L'astuto Sean rivela le sue vere intenzioni ad un Chris sempre più a terra ... alla ricerca di Tyler che si distanzia da lui con tutta la forza che ha! Dall'altra parte Nik che adesso dovrà fare i conti con le conseguenze delle sue bugie ... Vuole lasciare Dylan ma ormai a Matt non importa, il giovane si sente tradito ed umiliato .... Che cosa accadrà adesso a questa coppia? Ne hanno passate davvero tante! Nik parlerà comunque a Dylan? Che ne pensate di quanto detto da Matt, la maledizione esiste davvero? Vi aspettiamo numerose, sperando che anche questo capitolo vi abbia emozionato e reso curiose, un bacione a tutti coloro che leggono e recensiscono la storia! Siete sempre nei nostri cuori :*
A presto!
BLACKSTEEL

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