The Wayright

By Blacksteel21

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I Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì ch... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
capitolo 4.
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62
capitolo 63
capitolo 64
capitolo 65
capitolo 66
capitolo 67
capitolo 68
capitolo 69
capitolo 70
capitolo 71
capitolo 72
capitolo 73
capitolo 74
capitolo 75
capitolo 76
capitolo 77
capitolo 78
capitolo 79
capitolo 80
capitolo 81
capitolo 82
capitolo 83
capitolo 84
capitolo 85
capitolo 86
capitolo 87
capitolo 88
capitolo 89
capitolo 90
capitolo 91
Capitolo 92
capitolo 93
capitolo 94
EPILOGO

capitolo 54

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By Blacksteel21


TYLER


- Puoi aiutarmi a sistemare? - La voce di Rachel giunse bassa e anche un po' roca. Mi voltai a guardarla, stranito. Non mi aspettavo che tornasse a parlarmi così presto, forse, dopotutto, la solitudine era stata tanto insopportabile per lei da spingere a mettere da parte il suo astio nei miei confronti prima del dovuto.
Così mi avvicinai al lavabo e presi il piatto ancora zuppo che Rachel stava lavando e iniziai ad asciugarlo.
- Sono stata una stronza con te di recente ... Scusami - Il rumore dello scorrere dell'acqua aveva quasi coperto le sue parole – So che neanche tu vorresti trovarti in questa situazione. So che lo stai facendo per evitare problemi ... -
Mi venne da ridere – Adesso sarei tipo un martire? Lascia perdere, non dovresti preoccuparti per me, andrà tutto bene. - Dissi con leggerezza.
- Che cosa ti faranno fare? Ti allenerai con i bersagli? - Chiese curiosa.
- Sì, tiro a segno, cose così ... Tra qualche settimana inizieremo ad imparare delle tecniche per controllare l'uso della forza, la solita solfa che ho già imparato da Luis, insomma. - Dissi senza un tono preciso. Non era male allenarsi, anzi lo trovavo piuttosto liberatorio, soprattutto sparare contro i bersagli con quei fighissimi fucili d'assalto ... Era l'idea che ci fosse quel bastardo di Luis dietro ad ogni mia azione a farmi perdere la testa.
- Capisco. Mi dispiace, ti sei sentito parecchio solo, vero? Non avrei dovuto trattarti in quel modo. - Portai gli occhi al cielo, mia sorella sapeva essere una lagna quando si lasciava prendere dai sensi di colpa – È che mi sei mancato molto. -
- Dovresti approfittare del buon umore momentaneo di Luis per uscire un po' di più con i tuoi amici. Non startene qui a casa da sola. - La rimproverai prima di asciugare le mani con uno scottecs e appoggiarmi appena al ripiano della cucina.
Quella fece spallucce, poi abbassò appena lo sguardo – Non so ... Sto attraversando un periodaccio. Avevi ragione tu. -
- Come sempre d'altronde – Dissi dedicandole il mio migliori sorriso saccente – ma su cosa esattamente? -
Quella ruotò gli occhi – Su Chris! Sul fatto che sono pazza di lui e ho provato in tutti modi a nascondere questa cosa. - No, ti prego non farlo, pensai, non sollevare l'argomento, pregai dentro di me, mentre cercavo di mostrarmi il più neutro possibile.
- Sto cercando di evitarlo, non posso continuare così, no? - continuava a tormentarsi le mani, i suoi occhi erano puntati nei miei adesso, in un'evidente richiesta di aiuto – E poi credo che abbia una storia con qualcuno. -
Sta calmo, mi dissi, con il cuore che iniziava a martellarmi nel petto però, lei non può sapere nulla – Come sei giunta a questa consapevolezza? - chiesi quasi distrattamente.
Rachel fece spallucce – Non lo so, chiamalo intuito, sesto senso femminile ... ma si comporta in modo insolito. Ha continui sbalzi di umore, sembra completamente perso nei suoi pensieri il più delle volte, inoltre non risponde neanche più ai miei commenti maliziosi su possibili ragazzi carini e single ... credo che si sia innamorato di qualcuno. -
- Non dire cazzate! - le diedi una spallata che per poco non la fece finire a terra. Rachel si aggrappò a me, confusa – Voglio dire, la sua famiglia è un casino totale, lo sai anche tu. Avrà altri pensieri per la testa ... Smettila di vivere nella paranoia. - continuai sentendomi morire dentro.
- Forse hai ragione – ribatté lei, fissandomi negli occhi – Ma stai bene? Sei pallido ...Ti stai allenando troppo tu. - Evitai la sua mano che provò a raggiungermi la faccia. Era troppo, non potevo trascorrere neanche un secondo in più in quella stanza.
- Faccio un giro. Non preoccuparti, ti stai facendo troppi problemi su tutti i fronti. - le dissi prima di scomparire oltre la porta del salotto e dirigermi a passi svelti verso l'uscita. Mi ritrovai in giardino, appoggiato allo steccato con il respiro pesante ed il cuore quasi in gola.
Che cosa diavolo stava combinando Wayright? Era troppo chiedergli di comportarsi quanto meno normalmente con mia sorella? Dio, mi portai le mani al volto, era tutta colpa mia, quel terribile casino in cui mi ero ficcato dipendeva soltanto da me e dalla pazzia che sembrava avermi sconvolto dentro. Mi ritrovai a cercare il suo numero tra le ultime chiamate effettuate. Quella situazione andava risolta immediatamente.
- Ci vediamo al parco. Muovi il culo. - ringhiai contro il telefono quando sentii Chris rispondere, non gli diedi il tempo di ribattere, mi limitai a camminare a passi veloci verso l'altro lato della strada. Tentai di non ripensare alle parole di mia sorella, quella terribile sicurezza che aveva ostentato, come se fosse ovvio per lei che quel bastardo stesse frequentando qualcuno.
- Chi non muore si rivede! - lo stronzo mi venne incontro – Stavo pensando che dovrei iniziare a farmi pagare per le mie prestazioni, visto che ... -
Non gli permisi di concludere la frase, gli tappai la bocca con la mano, annullando i metri che ci separavano – Visto che un cazzo! Sei idiota o cosa? Mia sorella mi ha fatto un discorso da far venire gli incubi perfino a Freddy Krueger poco fa! - sibilai ad un centimetro dai suoi occhi sgranati adesso.
- Che discorso? Cosa ti ha detto? - chiese confuso e pallido per lo shock.
Lo mollai e ripresi a respirare normalmente – Che ti vedi con qualcuno! Che sei strano e hai smesso di comportarti da ragazzino arrapato quale sei. - sibilai, lanciandogli un'occhiata fulminante.
Chris sospirò – E quindi? Non capisco tutta questa agitazione da parte tua ... -
- Ma sei connesso? Hai capito che ti ho detto? - gli ringhiai contro, sconvolto – Mia sorella crede che tu stia con qualcuno! E quel qualcuno ... -
- Ma noi non stiamo mica insieme. - commentò lui, confuso.
- Beh, tra le disgrazie della vita posso affermare che questa mi manca quanto meno – ero incazzato, non capiva l'enorme portata di quel casino – Senti, comportati normalmente con lei, va bene? Non voglio che si metta ad investigare su questa storia, nonostante non ci sia nessuna storia. - specificai un attimo dopo.
- E quindi come farebbe ad investigare su una storia che secondo te neanche esiste? - mi chiese Chris, adesso con un sorriso ironico stampato sul volto.
- Se vuoi morire basta dirlo subito e ti accontento. - avevo voglia di pestarlo a sangue, era l'unico modo che conoscevo per togliermelo una volta per tutte dai piedi. Ma frenai i miei istinti, portai le mani ai fianchi e mi limitai a trattenere la rabbia.
- Ok ... Magari la chiamo più tardi. - acconsentì lui – Le parlerò degli ultimi risvolti con Noble ed il suo ragazzo, le farò capire che ho molti pensieri per la testa, in effetti non è che tutta la mia vita ruoti intorno a te, Tyler. -
Cercai di non mostrarmi particolarmente basito, ma lo ero, eccome se lo ero. - Ah, davvero? Rachel crede che tu sia innamorato però! - mi venne da ridere, era tutto così assurdo.
- Di te? Che sei la congiunzione più vicina tra primate e homo sapiens? Ti prego, adesso basta scherzare ... - Chris sghignazzò a tutto spiano, probabilmente non avrebbe trovato così divertente un pugno in pieno volto – Nessuna offesa per le scimmie. -
Fu l'ultima parola che riuscì a dire, gli fui addosso nell'istante stesso in cui cercò di sfuggirmi, lo placcai, trascinandolo giù con me sul terreno sabbioso del parco.
- Hai visto? Ti comporti perfino da scimmia! - mugugnò stretto sotto il mio corpo. Lo lasciai a dibattersi trattenuto sul suolo soltanto dalla forza delle mie mani appoggiate sul suo petto. Lo fissai, incontrando il suo sguardo dapprima divertito, poi sempre più cupo, allungò una mano verso la mia, ancora ferma sulla sua t-shirt, per poi salire lungo il braccio fino a raggiungere il mio viso. Le sue dita raggiunsero le mie labbra, sentii il suo pollice delineare il contorno della mia bocca, premere appena sull'apertura. Mi sollevai da lì, prendendo un profondo respiro. Dovevo schiarirmi le idee e la vicinanza di quel bastardo non mi aiutava, dovetti ammettere, con un profondo senso di terrore nel cuore.
- E se invece Rachel avesse ragione? - la sua voce giunse da molto vicino, sapevo che doveva aver annullato la distanza, ma non mi voltai a fronteggiarlo.
- Tyler? -
Me lo ritrovai davanti, ritto e teso come un fuso, in attesa di una risposta. Lo guardai dritto negli occhi, sperando che potesse intuire quello che non volevo spiegare a parole.
- Perché stai zitto? Ma che diavolo ci vuole a dire quello che ti passa per la testa una volta per tutte? - la sua voce tremò appena, l'atmosfera goliardica aveva lasciato il posto a qualcosa di molto più cupo.
- Se Rachel avesse ragione ti consiglio di fare in modo che non ce l'abbia più – parlai con voce secca – non sei speciale, Wayright. Non sei diverso dalle altre con cui scopo, in effetti l'unica differenza risiede nel fatto che questa cosa, in qualsiasi modo tu voglia chiamarla, è parecchio degradante. Non per te, ma per me. Il fatto che io mi sfoghi con uno come te ... Mi porta a detestarmi anche più del solito. Ed è già molto alto il grado di odio che provo nei miei confronti. -
Vidi lo shock nei suoi occhi, per un attimo, riuscii perfettamente a notare la sua facciata crollare a pezzi, come uno specchio percosso da una mazza da baseball, ma l'istante dopo le schegge si erano assemblate l'una accanto all'altra, formando uno specchio nuovo e del tutto simile a quello vecchio.
- Ok, allora sarebbe meglio che anche tu la smettessi di telefonarmi, offrirmi passaggi e toccarmi. Te ne sarei grato. - commentò sorridendo appena.
- E' l'ultima volta che succede, dovevo soltanto chiarire questo punto. - dissi senza guardarlo, ero incazzato, Wayright continuava a farmi notare quanto il mio comportamento fosse stato incoerente, e aveva ragione.
- Tutto chiarito allora. - stava andando via adesso, seguii i suoi passi veloci fino a quando non scomparve dalla mia vista. A quel punto mi incamminai anch'io, fino a quel momento avevo del tutto ignorato il continuo ronzare del mio cellulare, alla fine lo tirai fuori e decisi di rispondere. Era Ginevra.
- Ehi ... Disturbo? - mi chiese con il suo solito tono attento e poco pretenzioso. Era davvero il massimo, tutto quello di cui avevo bisogno: qualcuno che non mi stesse addosso e non mi opprimesse con richieste insensate. Alla fine nonostante avessi potuto possedere chiunque mi ritrovavo sempre lì, ad arrampicarmi tra le sue lenzuola, in quella stanzetta microscopica e piena di tomi di anatomia e medicina. Anche quella notte non fu diversa dalle altre. Lei era tutto ciò di cui avevo bisogno, l'unica che non avanzasse pretese su di me, che non cercasse di monopolizzare la mia attenzione; lei mi conosceva abbastanza da sapere che non avrei mai potuto dare più di quanto non facessi già.



- Sai che ti sto soltanto usando, vero? - mi districai dal suo corpo caldo e nudo, appoggiandomi con le spalle contro l'unica parte del materasso su cui non ci fossimo stesi sopra, era fresco e confortante. L'odore acre del fumo mi raggiunse, Ginevra aveva accesso la sua solita sigaretta, un gesto ricorrente, la differenza risiedeva nel fatto che arrivati a quel punto di solito ero già in procinto di raccogliere i vestiti ed andar via.
Non batté ciglio, si limitò a lanciarmi un'occhiata in obliquo – Sapevo che prima o poi l'avresti specificato. -
- Che vuoi dire? Non credevo fosse necessario specificarlo a dirla tutta ... -
Quella scossa la testa. - Ecco, appunto. Se lo fai significa che c'è qualcosa che non va.
- Non capisco. -
- Tyler, prima o poi sarebbe successo, era solo questione di tempo. Mi piacerebbe soltanto sapere cosa abbia fatto per meritarsi questa considerazione da parte tua ... Sai com'è ... Ti sto dietro da due anni ma non mi sembra che io abbia mai suscitato anche un solo senso di colpa dentro di te, neppure di striscio. -
Mi alzai da lì e la guardai, sconvolto – Ma che diavolo stai dicendo adesso? -
- Sto dicendo che hai capito di esserti comportato di merda con qualcuno a cui tieni, quindi sei venuto qui a giustificarti con me, con quella di cui non ti importa niente, giusto per scaricarti un po' la coscienza. - la sua voce salì di un ottava, quelle parole mi lasciarono sconvolto.
- Vai a fare in culo, non è così. - mi appropriai dei miei vestiti, rivestendomi velocemente. Era pazza, perfino Ginevra era impazzita del tutto.
- Ti sono stata accanto fino a quando ero certa che nessuna di quelle ragazze con cui uscivi valesse più di me, eravamo tutte uguali, no? Nessuna contava più di un'altra, ma adesso ... Adesso credo proprio sia l'ora di dire basta. Ho gettato via la mia dignità per te, ma non sono disposta a diventare il ripiego di una notte. Va dalla tua persona speciale, sparisci. -
Non riuscii a seguirla, ero completamente sconvolto, mi limitai ad abbandonare la stanza, spinto dalle sue braccia.
- Non c'è nessuna persona speciale. - fu tutto quello che riuscii a ribattere prima di dileguarmi oltre le scale.

SETH


Era stata una serata stremante, avevo le braccia e le gambe a pezzi, il locale era stato pieno fino a tardi e rimettere a posto tutto quel casino era l'ultima cosa che volevo fare a quell'ora. Purtroppo però Roxy se l'era svignata, quindi io e Byron avremmo dovuto rimettere in ordine da soli. Mentre passavo la pezza umida sui tavoli pensavo a quello che era successo quella sera, alle parole di Kevin. Dannazione, mi dissi, la situazione fra quei due era allo stremo. Avrei preferito non si riducessero in quello stato, era questo il motivo per cui avevo detto a Kevin di andarsene, era semplicemente meglio levare l'occasione, la tentazione di torno. Ma una serie di sfortunati eventi lo avevano comunque condotto di nuovo fra noi e questo aveva messo in moto il pericoloso meccanismo. Non esistevano persone più diverse come Wes e Kevin, pianeti diametralmente opposti che per un assurdo motivo nascosto nell'animo umano erano attratti irrimediabilmente uno dall'altro. Mi chiesi se ne fossero mai venuti a capo, se mai avessero trovato il modo di accordarsi nelle differenze, se per caso un segno avrebbe chiarito loro le reali intenzioni di uno e dell'altro. In definitiva non si conoscevano ed avevano solo mostrato all'altro il peggio di se stessi, questo rendeva tutto dannatamente complicato.
Ero così concentrato nei miei pensieri che non mi ero reso conto che qualcuno si era avvicinato, quando sollevai lo sguardo dal tavolo incrociai gli occhi scuri di Dominik, trasalii. Che ci faceva lì'? Dopo quella discussione io e Byron non avevamo più preso l'argomento, evidentemente era davvero dispiaciuto di quello che aveva cercato di fare ed aveva persino smesso di assillarmi. Ma quello sconosciuto era lì adesso, impettito davanti a me.
- Ciao – Disse con un leggero sorriso.
Un fremito di nervosismo mi percorse la schiena, andiamo bene, già ride, sbottai fra me – Che vuoi? Siamo chiusi –
- Io sono qui per parlare con te – Continuò con tono sicuro.
- Ho da fare –
- Lo so ...Soltanto un momento ... - Insistette.
Non lo ascoltai, continuai a muovermi e rassettare mentre lui mi veniva dietro testardamente. Quando voltandomi mi ritrovai per la centesima volta la sua faccia davanti smisi di trattenermi.
- Che diavolo vuoi? Forza, fai in fretta e sparisci –
- Ascoltami ... - Cominciò con un tono quasi di supplica- Quello che è successo l'altra sera ... Quelle parole che hai detto ... Mi sono sentito di merda – Si portò una mano al petto – Hai frainteso un sacco di cose e non riesco a lasciare le cose a metà ... Tu non mi conosci e hai avuto una pessima impressione di me ... -
- Vuoi dire che ho frainteso? – Chiesi irritato – Che tu non sei stato piazzato davanti ai miei occhi da Byron per tentare di sedurmi? – E ci tenni a precisare – Tentativo che tra l'altro ti direi di risparmiarti .... Non sei e non sarai il mio tipo nemmeno fra mille anni –
Quello avvampò stordito dalla furia delle mie parole, se credeva di poter avere una discussione diplomatica con me stava sbagliando di grosso.
- Ehm ... Senti voglio essere onesto fino in fondo con te ...- Disse alla fine – Ho conosciuto Byron per caso e chiacchierando è venuto fuori il discorso fidanzati e io gli ho detto che ero libero .... Lui mi ha parlato da un suo amico – Fece una pausa dove soffocò il mio tentativo di interromperlo – Non ha detto nomi, non ha detto niente, solo che si era lasciato da poco e che stava di merda. Mi ha detto che gli sarebbe piaciuto che gli parlassi, che lo incontrassi, mi ha detto che era una persona troppo speciale per soffrire come un cane – Si appoggiò con la schiena al muro – Devi credermi non avevo idea che fossi tu quel ragazzo ... Mi aveva detto che prima o poi lo avrebbe portato al mio negozio, quando si sarebbe un po' ripreso dalla situazione ... Nessuno si aspettava che ci incontrassimo così! Davvero, non prendertela con lui –
Restai in silenzio per un istante, digerendo tutto quello che mi era stato detto e scrutando quegli occhi così dannatamente sinceri, in fine sospirai.
- Ho capito ... Non fa niente – Dissi poi volgendo altrove lo sguardo.
- Ma un'altra cosa che sono venuto a dirti ...- Continuò – È che Byron aveva ragione ... Sei un tipo troppo in gamba per soffrire, tu meriti la felicità, Seth – Si avvicinò di un passò – Tu mi interessi, te lo dico senza mezzi termini, dammi una possibilità –
Sgranai gli occhi e lo fissai dritto in volto come se mi avesse appena insultato, la sua espressione restava comunque sicura e positiva ed ancora una volta quegli occhi profondi e buoni non vacillarono. Era questo che detestavo, mi ritrovai a comprendere, quella sua ingenuità, quel suo modo di porgersi disinteressato e sincero. Prima che potessi dire nulla però Byron tornò dal retrobottega e ci venne incontro gioviale.
- Dominik! Che fai qui? – Chiese seriamente stupito di vedere ancora una volta la sua faccia nel mio raggio d'azione dopo l'ultima volta.
- Hei By... Sai non riuscivo a farmi andare giù l'ultima discussione ... E sono venuto qui a chiarire con Seth, non era giusto che se la prendesse con te – Spiegò brevemente, poi fece qualcosa di inaspettato, sempre con quel sorrisetto sulle labbra – Ma devo ammettere anche di essere tornato per dirgli quanto mi piacesse e che ero davvero interessato a conoscerlo. Mi ha colpito molto, non è di certo una persona che passa inosservata ... –
Il mio migliore amico mise su un espressione che poche volte gli avevo visto nella vita: stupore totale misto a paura febbrile, il suo cervello stava pensando ... Quel povero idiota.
- Esci di qui – Sentenziai alla fine con tono tagliente –Sparisci.-
Quello non parve sentirsi minacciato – Seth ... Dico sul serio, almeno dammi una possibilità! –
- Ho detto vattene!- Mi ritrovai quasi sul punto di urlare.
- Seth!- Continuava ad insistere.
- Tu non mi conosci, ti giuro che posso diventare dannatamente pericoloso – Lo minacciai – Ora fuori dai piedi se non vuoi che ti spacchi quella faccia da stronzetto che ti ritrovi –
Byron si ritrovò a dovermi reggere un braccio ed invitarmi alla calma mentre Dominik continuava a starmi davanti con un espressione assolutamente controllata e pacata.
- E' proprio il tuo carattere che mi piace Seth ... Deciso e sfrontato – Disse con un mezzo sorriso – Non hai peli sulla lingua quindi anche io voglio essere schietto ... Non sono uno che si da per vinto o che si fa da parte .... Un appuntamento, è quello che voglio, un giorno con me, fino a quando non lo otterrò mi vedrai spesso –
Feci uno scatto in avanti pronto ad aggredirlo, certo di potergli scorticare la pelle da quella faccia da scemo ma ancora una volta Byron mi trattenne.
- E' tutto molto bello Dominik ma se vuoi arrivare a domani dovresti lasciarci adesso – Disse il mio amico frettolosamente.
- Molto bene – Concordò quello – Allora ciao ciao –
Solo quando fu davvero fuori dal pub Byron mollò la presa su di me, restammo in silenzio per qualche minuto, fu lui il primo a parlare.
- Che caratterino – Sussurrò – Certo che tu attiri tipi tutti particolari ... Non lo facevo così insistente ... Non ti conosce bene – Trattenne una risata.
- Se si ripresenta qua conoscerà i miei pugni – Replicai incazzato.
- Sai che mi ricorda l'uomo X ... Con quella sua mania di doverti conquistare per forza ... - Tentò di affrontare l'argomento.
- Non farlo ... non paragonarli se non vuoi tu un pugno... - Dissi secco.
- Ma una cosa in tutti questi anni di te l'ho capita Seth ... - Continuò lui con un espressione adesso buona e comprensiva sul viso, l'espressione del solito Byron –E l'ha capita anche il nostro soggetto innominabile ... Tu vuoi essere conquistato ... Nel senso che vuoi essere preso di peso e trascinato in una relazione, strappato via dalla tua solitudine e diffidenza ... È quello che lui ha fatto Seth – Mi fece dolorosamente ricordare –Lo detestavi e lui ti tormentava, ma non ha perso quella costanza e determinazione finchè non ti sei arreso a lui –
- Già ... -Sussurrai sconfitto.
- Ed è singolare che adesso Dominik ostenti tanta sicurezza e abbia quel genere di atteggiamento ... Di solito fuggono al tuo cospetto – Rise.
- Byron ... Per favore ... Se davvero fosse come lui, allora dovrei fuggire il più lontano possibile –
- Non ho detto che è come lui- Precisò – Ho detto che ti ha capito come ha fatto lui ... non fraintendere, credo siano decisamente il giorno con la notte quei due, mi dispiace solo che tu abbia conosciuto prima il buio ... -
Sospirai, mi sentivo improvvisamente stanco, posai lo straccio e mi tolsi il grembiule – Vado a casa ... - Mormorai.
Quando uscii dal locale mi sentii peggio di prima, mi ronzavano infiniti pensieri in testa, cose che avevo faticosamente represso stavano ritornando a galla. Frasi, gesti, momenti sepolti nella mia memoria e quel viso ... Quel maledetto viso. Mi sfiorai le labbra con le mani, quasi a ripetere un gesto lontano nella memoria, poi le mie dita toccarono qualcosa alla base del mio collo. Era ancora lì la sua collana, quel guinzaglio che mi aveva agganciato al collo con una promessa, non toglierlo mai. Non lo avevo fatto, non ancora almeno, era l'ultima cosa a tenermi legato a quel viso, l'ultimo spiraglio che quell'uomo aveva su di me, l'ultimo cenno della sua esistenza che non fosse unicamente nei miei ricordi. Non toglierlo mai mi aveva detto, lo giuro avevo risposto ....
- Lo giuro ... - Rantolai ancora una volta fissando quella luna piena.



NOTE DELLE AUTRICI: Rieccoci qui con un nuovo capitolo! Chiediamo profondamente venia per il ritardo T_T ma siamo felicissime che molte di voi ci abbiano fatto pressing xD significa che la storia piace e che gli aggiornamenti sono sempre ben accetti *-*
Ecco qui due dei personaggi più problematici dell'intera storia. L'uomo mestruato ad inizio pagina e quello psicopatico alla fine xD questi sono i simpatici nomignoli che abbiamo affibbiato a Ty e Seth <3 gli vogliamo tanto bene però dobbiamo ammetterlo ... come direbbero gli americani sono entrambi "a pain in the ass".
Santa pazienza per i poveri Chris e Dom! A proposito, cosa ne pensate di questo nuovo baldo giovane? A giudicare dall'odio dilagante verso Koll presumiamo che possiate preferirlo al nostro bel fuggitivo!
Fatevi sentire *-*
Noi ringraziamo ognuno di voi per il vostro sostegno, sperando di non deludervi mai!
Un bacio!


- BLACKSTEEL 

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