The Wayright

By Blacksteel21

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I Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì ch... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
capitolo 4.
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
capitolo 54
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62
capitolo 63
capitolo 64
capitolo 65
capitolo 66
capitolo 67
capitolo 68
capitolo 69
capitolo 70
capitolo 71
capitolo 72
capitolo 73
capitolo 74
capitolo 75
capitolo 76
capitolo 77
capitolo 78
capitolo 79
capitolo 80
capitolo 81
capitolo 82
capitolo 83
capitolo 84
capitolo 85
capitolo 86
capitolo 87
capitolo 88
capitolo 89
capitolo 90
capitolo 91
Capitolo 92
capitolo 93
capitolo 94
EPILOGO

capitolo 41

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By Blacksteel21


WES

Silenzio. Nessun rumore, soltanto un'immensa e pura calma, talmente densa che sembrava quasi di poterla toccare.
Dov'ero? Stavo sognando? Che cosa era successo?
Dovevo essere morto ... sì, dovevo proprio essere morto e a giudicare dall'assoluta mancanza di rumori dovevo perfino essere all'inferno.
Quella era la mia personale punizione, un'eternità trascorsa nella calma più totale, senza niente o nessuno che avrebbe potuto stimolarmi, annoiato e fiacco. Una non esistenza piuttosto noiosa!
Ma poi qualcosa cambiò, una sensazione pungente mi percorse, improvvisamente sentii di avere ancora un corpo o quanto meno un arto che bruciava come una ferita cosparsa di sale.
Ops, ecco ... i farmaci dovevano aver terminato il loro effetto. Cercai di muovermi, l'oscurità davanti ai miei occhi lasciò il posto ad una luce fastidiosa che mi costrinse a chiudere di nuovo le palpebre, adesso mi sentivo la testa pesante ed il petto ammaccato. Ma certo, l'incidente in scooter, ero in ospedale!
Ed ero anche vivo!

- Oh, tesoro! Oh, sei sveglio! Mio Dio! - la voce inconfondibile di mia madre mi raggiunse improvvisamente, senza rendermene conto fu come se il volume del mondo fosse stato appena aumentato di qualche tacca, tutto intorno a me aveva ripreso ad andare come avrebbe dovuto.

Strizzai gli occhi incontrando il viso stanchissimo di mia madre, eppure sorrideva.

- Wes, tesoro ... va tutto bene ... come ti senti? -

- Come se fossi stato trascinato negli inferi direttamente da Cerbero e risputato fuori dopo un secolo ... - risposi con un filo di voce. Cercai di stringere i denti, un dolore lancinante al petto mi impedì di continuare. Mi guardai intorno, ero stato intubato, girare il collo fu doloroso, così rimasi immobile.

Mia madre continuava a stringermi la mano, probabilmente l'unica parte del mio corpo che fosse abbastanza integra da poter sopportare le sue effusioni, in effetti non mi sentivo particolarmente in forma quel giorno, dovetti ammettere, ed era tutta colpa sua ... di quel dannato di Seth!

Poi un pensiero mi balenò in mente – Seth? Come sta? Ero con lui ... io ... -

- Va tutto bene, è nella stanza accanto alla tua. Sta bene ... è già sveglio. - commentò lei con un sorriso splendente sul volto pallido – h-ho avuto così paura, tesoro ... i medici avevano detto che avresti potuto subire delle ... delle lesioni al cervello ... - disse tremante.

- Ce le ho già quelle, la differenza non si noterebbe comunque. Tranquilla. - risposi, godendomi il primo vero sorriso di felicità che vedevo sul suo viso da giorni.

- Vado ad avvertire i medici del tuo risveglio. Suppongo che vorranno farti dei test, parlavano anche di amnesie temporanee ... Matt è andato a dormire, era distrutto, ma credo che Kevin dovrebbe essere qui in giro. Non è voluto tornare a casa, che caro ragazzo ... gli dirò di entrare a darti un'occhiata. -

Cosa? Kevin Barrows? Proprio lo stesso Kevin che mi aveva preso a pugni lo stesso pomeriggio dell'incidente? Per un attimo rimasi perplesso, vidi mia madre lasciare la stanza, sentivo la sua voce, stava parlando con qualcuno, forse proprio con lui.

Era rimasto lì tutta la notte? Dovevano essere stati i suoi sensi di colpa ad averlo costretto ... a meno che ... a meno che non fosse più preso di quanto avessi mai immaginato o sperato. Mi ritrovai a sghignazzare piano, neanche la malattia mi avrebbe potuto distogliere dal tormentarlo, soprattutto dopo i suoi ultimi comportamenti con me. Aveva fatto il prezioso, facendomi passare per l'unico che fosse stato un minimo preso ... ma no, non era così. Io lo sapevo, lo avevo subodorato tempo prima!

Poi la porta si spalancò e Kevin ne fece capolino un attimo dopo.

Il sollievo prese possesso del suo viso un attimo prima ancora corrucciato, i suoi occhi brillarono di pura gioia mentre correva verso il mio letto e si fermava lì, a qualche centimetro da me, prima di moderare la sua felicità e abbracciarmi con delicatezza, ben attento a non premere troppo sul petto che mi faceva un male cane.

- Dio Wes ... sei sveglio! Non posso crederci ... tutti noi ... eravamo ... - le parole gli morirono tra le labbra, per un attimo rimasi lì, immobile, a lasciarmi pervadere dal suo solito profumo, più lieve degli altri giorni, ma ancora persistente.

E poi eccola ... la fottuta illuminazione! Mia madre aveva parlato di amnesie poco prima, beh ... sorrisi tra me e me, ancora stretto tra le braccia di Kevin che non sembrava intenzionato a mollarmi.

- W-wes ... emh, va tutto bene? Perché sei così silenzioso? - chiese improvvisamente lui, scostandosi dal mio corpo e guardandomi negli occhi. Dovette vedere molta confusione nel mio sguardo.

- Io ... scusami, ma non credo di ricordarmi di te ... - ammisi con la mia migliore espressione mortificata sul volto.

Panico. Kevin rimase a bocca aperta, mortificato. Sarebbe potuto benissimo passare per un pezzo di ghiaccio formato umano perché non si mosse, continuava a fissarmi, forse incredulo di fronte alle mie parole.

- Senti, sei tipo uno dei miei cugini? O ... non so, un amico del College? - chiesi, cercando di mostrarmi il più delirante possibile. Sì, avrei infierito eccome sulla povera psiche dell'inglese. In fin dei conti avrebbe dovuta pagarla anche più cara di così, pensai.

Kevin scosse la testa. - No ... i medici l'avevano detto, ci avevano avvisati ... - sussurrò, portandosi le mani al volto in un gesto stanco e disperato allo stesso tempo.

- Che cosa? Che cosa vi avevano detto? -

- Che avresti potuto avere dei problemi a ricordare ... - rispose con un tono tombale – ok, non preoccuparti. Che cosa ricordi? -

- Che ... ero in giro con Seth, poi abbiamo avuto un incidente ... - dissi confusamente – mi sono svegliato e mia madre ha detto qualcosa su di te ... credo. Non sei mio cugino, vero? Non credo di averti mai visto prima ... -

Kevin si portò le mani al volto una seconda volta, poi sospirò forte. Cercai di trattenere le risate, per alcuni sarei potuto risultare diabolico, quasi machiavellico nelle mie macchinazioni, ma avevo appena trovato il metodo adatto per ripagare il mio dolce Kev. Si era comportato male con me, anche parecchio. Non mi riferivo alle botte, quelle me le ero meritate, quanto al negare continuamente la realtà dei fatti, ecco cosa mi aveva infastidito più di ogni altra cosa.

Far passare me come l'unico lì dentro che avesse voglia di saltargli addosso ... beh, avrei portato il mio inglesino preferito all'esasperazione, quello era certo.

- No, non sono tuo cugino. Sono il ragazzo di Celine. - disse lui dopo un lungo silenzio disperato.

- Celine? Io ... non so, non credo di ricordarla. - gli confidai quasi timidamente – non ci vediamo spesso noi due, vero? -

- N-no, infatti. Siamo inglesi ... - commentò lui sempre più abbattuto. Mi lanciò una lunga occhiata carica di tristezza – non ricordi davvero nulla, Wes? Niente di niente che mi riguarda ... ci riguarda? -

Per poco non gli risi in faccia, ma mi trattenni, non potevo cedere a quel punto o tutto sarebbe andato a puttane. - Noi due? Perché? Siamo molto amici? - chiesi godendomi il lieve rossore che gli imporporò le guance al sentire quelle parole – ho combinato qualcosa, vero? Ti ho fatto incazzare? -

- No! No, ma certo che no. Va tutto bene, Wes. - disse subito lui, allarmato – sta tranquillo. Ti riprenderai, ricorderai tutto ... - questa rassicurazione doveva valere più per sé stesso che per me.

Sì, probabilmente quando ti avrò ridotto alla frutta ... pensai, sghignazzando tra me e me per quella trovata assolutamente fuori di testa. Ci saremmo divertiti noi tre, ebbene sì ... ci saremmo proprio divertiti un sacco.

Poi arrivò mia madre seguita da un medico e ci interruppero, Kevin spiegò brevemente i miei problemi di memoria, a quel punto Monica si incupì.

- Va tutto bene, signora Reed. E' un caso comune per chi subisce un forte trauma cranico, non è niente di irrecuperabile ... un'amnesia è il male minore considerato il brutto incidente. Bisogna stargli accanto, parlare molto con lui, presto ricorderà tutto. - la tranquillizzò l'uomo prima di dedicarsi totalmente a me.

Risposi alle sue domande, mi mostrai confuso, soprattutto nel ricordare o riconoscere i Wayright inglesi, quelli con cui, in effetti, avevo sempre avuto meno rapporti degli altri. Non era poi così assurdo che non li ricordassi dopo un incidente con i fiocchi come quello, no?

Alla fine il dottore compilò la mia cartella e, dopo aver rassicurato mia madre per la ventesima volta, andò via.

Kevin era ancora lì, mi fissava, forse nella speranza che potessi avere un'illuminazione che mi avrebbe permesso di ricordarlo improvvisamente, ma non sarebbe successo, i giochi erano appena iniziati per sua sfortuna. Non ridere era quasi impossibile a quel punto.

- Matt sta arrivando ... gli zii sono andati a prendere dei pigiami puliti per te e Seth. Il dottor Lewton ci ha preannunciato che potrebbero dimettervi già da domani. Poi devi stare a riposo, tesoro, per via delle costole ammaccate, sai ... -

- Mamma, dov'è Seth? Potrei vederlo? - chiesi con il tono di un docile agnellino.

- Non credo, è a letto ... neanche lui è messo così bene, sta riprendendo le forze. Però puoi chiamarlo. E' piuttosto irrequieto, continua a muoversi, vuole andare via. -

Così presi il cellulare che mia madre mi passò, era il suo ovviamente. Il mio doveva essere distrutto da qualche parte come minimo.

- Fa con calma. Kevin ed io andremo a prendere qualcosa da bere ... siamo a pezzi. E tu faresti meglio a tornare a casa adesso ... - disse un attimo dopo rivolta al ragazzo che se ne stava a capo chino, profondamente sconvolto.

Lo vidi annuire, poi mi lanciò un'altra occhiata piena di parole non dette, sorrisi, ma il mio doveva essere un sorriso dolce, così diverso da quello provocante o strafottente che era solito vedere impresso sulle mie labbra. Beh, ma il nuovo Wes smemorato era mite e docile e soprattutto non aveva alcun motivo per detestare profondamente la sua ragazza. Forse il motivo ce l'aveva ... ma non lo ricordava, quindi era tutto ok, no?

- Buonanotte Wes ... -

- Ciao Kevin ... buonanotte. - dissi con il mio migliore tono neutro. Poi sparirono entrambi dietro la porta e a quel punto mi rilassai automaticamente.

Mi trattenevo a stento dal ridere, mio Dio, stavo per sconvolgere totalmente la sua esistenza, pensai, mentre mi portavo all'orecchio il cellulare e attendevo che Seth prendesse la chiamata. Purtroppo quella era una situazione del tutto diversa, ricordavo perfettamente le condizioni in cui avevo trovato mio cugino ... Koll ... l'avrebbe pagata, quel bastardo.

- Oh, chi non muore si rivede! - dissi non appena sentii la sua voce bassa e incazzata – e tu ci stavi proprio facendo ammazzare, coglione. -

- Beh, non è successo! E tu guidi di merda, lasciatelo dire.

- Beh, mi hanno anche ritirato la patente l'anno scorso, di che ti stupisci? Adesso sarebbe anche colpa mia se sei così stupido da dibatterti come un verme mentre la gente guida! - commentai tra l'allibito e il divertito.

- E di chi altrimenti? Ti saresti soltanto dovuto fermare per farmi scendere dove ti avevo detto io. Adesso non sarei bloccato qui come un idiota ... - commentò incazzato.

- Beh, il tuo ragazzo se l'è filata via, dove vorresti andare, fammi capire? -

Seth era furente – Vai a fare in culo! E comunque non me la bevo la storia che sta circolando in giro da questo pomeriggio ... -

- Quale storia? - ovviamente sapevo di che storia stavamo parlando.

- Quella del mio povero cugino affetto di amnesia che guarda caso ricorda tutti eccetto Kevin e Celine ... -

- Oh, sento una punta di accusa nelle tue parole, cugino! Non dubiterai mica della mia parola ... - dissi, sghignazzando a tutto spiano adesso – andiamo! E' la trovata dell'anno, Seth, anzi che dico ... del secolo! Questa volta sarà mio ... non avrà scampo! -

- Parlo con te da neanche tre minuti e già mi è venuta un'emicrania del cazzo. Ci vediamo domani. -

Ero soddisfatto. Sospirai profondamente, godendomi il momento. Avevo in mente un bel po' di modi per divertirmi con lui ... giocare al piccolo ragazzo smemorato sarebbe stato divertente.

NIKOLAJ



Erano stati giorni tosti quelli, pieni di angoscia e ansia ma alla fine ci rendemmo conto di essere stati fortunati nonostante tutto. I ragazzi stavano abbastanza bene da poter fare ritorno a casa. Li aspettavamo per quel pomeriggio, Amanda aveva preparato il necessario per una piccola festicciola di ben tornato. Sembrava aver messo da parte l'ostilità verso il marito, si erano avvicinati molto in quei giorni ed anche il rapporto con gli altri sembrava essere migliorato di gran lunga.
Prima di scendere al piano di sotto passai a trovare Matt, bussai leggermente alla porta della sua stanza e mi inoltrai nel buio della camera, lui era a letto, stava dormendo. Non chiudeva occhio dal giorno dell'incidente, solo oggi, dopo aver saputo che il fratello sarebbe tornato a casa, si era rilassato. Mi sedetti accanto a lui, mi parve un crimine disturbarlo ma ormai era questione di minuti prima che Wes e Seth tornassero e sapevo che non avrebbe voluto perdersi il loro rientro. Gli poggiai delicatamente una mano sulla spalla.
- Matt ... tra poco Wes sarà a casa ... – sussurrai.
Il suo corpo si mosse leggermente, fece una piccola smorfia di disappunto ma alla fine i suoi occhi si aprirono debolmente, era bello persino appena sveglio dovetti notare. Mi rivolse un sorriso e si mise a sedere sul materasso, poi mi prese una mano nelle sue.
- Grazie Nik ... dico davvero, per tutto. – mormorò ad un tratto.
- Non devi ringraziarmi – dissi prontamente.
Lo vidi sporgersi verso di me prontamente e chiuse le sue labbra sulle mie in un bacio travolgente e pieno di sentimento, io passai le mani istintivamente dietro le sue spalle per stringerlo di più contro il mio corpo. Quando ci staccammo avevamo entrambi il fiato corto, Matt era rosso in viso e sorrideva imbarazzato.
- Meglio che mi vesta adesso ... - disse scendendo dal letto.
- Sì, ti aspetto di sotto. –
Non feci in tempo a raggiungere l'ultimo scalino che il citofono suonò, mi diressi ad aprire mentre sentivo dietro le mie spalle affollarsi il resto della famiglia. Oltre la porta c'era la figura magra di Wes sostenuta da Kevin insolitamente turbato, poco dietro c'era Monica che portava la valigia con i vestiti del figlio. A pochi passi c'erano anche Seth ed i suoi, il ragazzo aveva lo sguardo serio ed altero di sempre, si reggeva malamente sulla stampella ma nessuno osava provare a dargli aiuto. Mi feci immediatamente da parte per farli entrare ed accomodare in salotto dove li aspettavano anche Ben, Amanda e Celine. Alla vista di Seth, Chris e la piccola Debby si lanciarono incontro al fratello.
- Cazzo Seth, sei intero, pezzo di idiota. - mormorò Chris stringendolo in un abbraccio forte – peccato che il mio scooter sia deceduto a causa vostra. Che ne dici di cominciare a sganciare qualche soldo? - continuò scherzando quello.
- Sì, vedremo ... - mormorò quello con una punta di amarezza, o così mi parve.
Debby parve infastidita dall'atteggiamento così avvilito del rosso, gli diede una gomitata, quello, di rimando, le passò una mano fra i capelli gentilmente, prima di accomodarsi sul divano.
- Ha telefonato qualcuno per me? – chiese poi a Chris.
- No. Nessuno – rispose Chris, avvilito in volto, la piccola Debby parve particolarmente irritata da quella domanda.
- Mi auguro che tu non faccia sul serio Seth! – mormorò acida – ci scommetto che tutto questo è colpa sua! Basta! Mettici una pietra sopra. Ti sta uccidendo! –
Non capivo esattamente a chi si stessero riferendo, ma era evidente che questo qualcuno c'entrasse con l'incidente, ero così attento ad ascoltarli che non mi resi conto di essere stato beccato in pieno.
- Serve qualcosa? – Seth mi inchiodò con lo sguardo, gli occhi inespressivi e di ghiaccio.
- Io ... -
- Fatti un giro Nik – disse con stizza – e voi fatevi gli affari vostri – ordinò ai fratelli.
Poi si sollevò malamente lasciando la stanza, proprio in quel momento spuntò Matt che corse verso il fratello, abbracciandolo forte.
- Dio, mi hai fatto preoccupare da morire, Wes – disse Matt stringendolo – temevo non ti svegliassi ... –
- Non credere che un Reed sia facile da far fuori – rispose quello in tono scherzoso – non dovevi preoccuparti, sono come nuovo, guardami! –
Il fratello gli dedicò un sorriso – come nuovo non direi ... - continuò poi facendogli un cenno con la testa per indicare Kevin e Celine che se ne stavano in disparte a parlare con Jane e Norman – mamma ha detto che non ti ricordi di loro. –
Wes mise su un'espressione imbarazzata – no ... è vero. Suppongo che non sia una grande perdita, no? - aggiunse poi in un sussurro con la solita malizia negli occhi che non lasciò più alcun dubbio.
Matt rimase immobile per qualche secondo, fissando il fratello dritto negli occhi, poi vidi la sua espressione cambiare, sembrava turbato.
- Wes! – esclamò poi un filo di voce – Cristo Santo, stai mentendo! –
- Ma che ti salta in mente? Piccolo fratello dalla fantasia galoppante – replicò l'altro ma non riuscì a trattenere il sorriso, ero sconvolto.
- Perché lo stai facendo? Mi spieghi che ti dice il cervello? – continuò Matt a voce bassa per non farsi notare – dopo quello che ha fatto per te ... è rimasto al tuo fianco per tutto il tempo in cui eri incosciente ... -
- Voglio capire fino a dove sia disposto a spingersi ... ormai è questione di tempo comunque– replicò prendendo le mani di Matt nelle sue – e tu manterrai il segreto. –
- Tu sei fuori di testa, perché giochi così con le loro vite? – chiese sconfitto.
- Mio caro, angelico, altruista fratellino ... non capiresti, credimi ... - fu la risposta di Wes e poi si scostò – vado a distendermi un po' di sopra, mi fa male tutto. –
Quando se ne fu andato mi avvicinai a Matt – Non dirmelo ... - dissi a fatica.
- Ti prego, non dire niente ... - mormorò scuotendo la testa – non sto più dietro alle infinite macchinazioni di mio fratello. –
- Francamente devo ammettere che in vita mia non ho mai incontrato delle persone assurde e misteriose come quei due ... – constatai – ecco perché sembrano andare così d'accordo tuo fratello e Seth!
A lui sfuggì una risata- già ... forse si somigliano più di quanto sembra. Sempre con i loro segreti, con quelle occhiate complici, forse lui sa di Seth più di qualunque altro membro della sua famiglia, in questo caso spero gli stia vicino. –
Ad un tratto mi tornarono in mente quelle parole, quelle pronunciate da Seth " ci sono state telefonate per me?", preso dalla confusione e dalla paura mi ero completamente dimenticato di quella strana telefonata arrivata il giorno dopo l'incidente, a cui io avevo risposto. Mi diressi verso il piano di sopra, forse era quella che Seth stava aspettando, avrei fatto bene a riferirglielo. Mi diressi in camera sua, la porta era accostata stranamente, di solito era sempre chiusa, feci capolino ma non c'era nessuno, poi feci caso alla porta del bagno, quella di Seth era l'unica camera che lo aveva. Mi avvicinai e sentii delle voci.
- Porca puttana, Seth! Sei davvero fuori di testa ... cristo ci saresti rimasto secco! – protestava la voce di Wes, cercando di mantenre un tono basso.
- Lui ... lui ... non gli importa – poi silenzio, un rumore forte, un conato di vomito.
Quando feci capolino dalla porta del bagno vidi i due cugini a terra, Seth era chino sulla tazza del water intento a vomitare, Wes era dietro di lui che gli reggeva la testa, le dita sporche di saliva dell'altro ed un'espressione funerea sul volto.
- Avresti ... dovuto lasciarmi morire .... – mormorò ancora il rosso fra le lacrime.
- Sta zitto! – lo rimproverò Wes, poi mi notò impalato sulla porta – e tu che cazzo vuoi? Sparisci! Non dire niente a nessuno e tornatene in camera. Che cazzo di impiccione. –
- Ma cos'è successo? Che ha fatto? – chiesi temendo la risposta.
- Non sono cazzi tuoi – continuò Wes tirando su il cugino pallido come un cencio.
Allungai automaticamente lo sguardo verso il gabinetto e vidi galleggiare nell'acqua, oltre i succhi gastrici e rimasugli di cibo, numerose pillole, mi si accapponò la pelle.
- Si può sapere che cazzo fai ancora lì impalato? – ringhiò ancora Wes- ha solo confuso la dose di antidolorifici, ok? Niente drammi, fuori dalle palle! –
- Io ... - dissi a stento – volevo dire a Seth che c'è stata una telefonata in effetti – dissi nella confusione totale generata da quella scena.
L'attenzione del ragazzo ad un tratto fu tutta su di me, si allontanò dal cugino persino in quella semi incoscienza, mi afferrò un braccio saldamente.
- Che telefonata? Per me? – sussurrò con voce rauca.
- Ecco ... non saprei, uno strano tipo, aveva saputo dell'incidente, mi ha chiesto come stavi ... ma non so chi potesse essere, non ha lasciato detto niente, gli ho spiegato che eri in ospedale e che ti stavi riprendendo ... – raccontai.
Ad un tratto Seth si lasciò andare ad una risata spasmodica ed isterica, Wes lo aiutò a mettersi a letto.
- Cristo cugino, questo non vuole dire un cazzo ... – mormorò quello con una sorta di rassegnazione nella voce – ora sparisci, Nik, sul serio. –
Mi lanciò un'occhiata che non ammetteva repliche, lasciai la camera confuso, Seth era a pezzi ... non fisicamente come ci saremmo potuti aspettare tutti, ma psicologicamente. Aveva tentato il suicidio, non riuscivo a crederci, appena fuori dalla camera incrociai Debby che mi osservò interrogativa.
- Perché eri in camera di Seth? – chiese indagatrice.
- Ero ... passato a fargli un saluto – provai incerto, ma lei non la bevve.
Con una spinta mi fece da parte e si infilò in camera del fratello, mi passai una mano sul viso confuso, Wes che mentiva sulla sua amnesia per attirare l'attenzione di Kevin, Seth che tentava il suicidio a causa del suo amore perduto, io che mentivo a Dylan, sospirai, era davvero così orrendo e sinistro l'amore?

ANGOLO AUTRICI:
Eccoci qui puntuali con un nuovo aggiornamento!!! Ma come si stanno facendo interessanti le cose? XD Wes ha in ente una nuova mossa-combo per atterrare Kevin definitivamente ... già sta sortendo i primi effetti XD Quanto resisterà il caro Kev prima di esplodere? XD Staremo a vedere ;) Invece c'è chi si atterra da solo! Nonostante il rimprovero dei fratelli Seth sembra andare sempre più affondo ... ma che ci siano all'orizzonte motivi di speranza? E la foto? Qesto famoso negozio? Credete che siano di aiuto? Cosa troverà? Non vediamo l'ora di sapere che ne pensate e quali teorie avete elaborato .... sono tempi duri per il caro Seth, ma come ci insegna Wes non tutto il male viene per nuocere XD
Alla prossima aspettiamo con ansia il vostro giudizio!

BLACKSTEEEL

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