The Wayright

By Blacksteel21

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I Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì ch... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
capitolo 4.
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
capitolo 54
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62
capitolo 63
capitolo 64
capitolo 65
capitolo 66
capitolo 67
capitolo 68
capitolo 69
capitolo 70
capitolo 71
capitolo 72
capitolo 73
capitolo 74
capitolo 75
capitolo 76
capitolo 77
capitolo 78
capitolo 79
capitolo 80
capitolo 81
capitolo 82
capitolo 83
capitolo 84
capitolo 85
capitolo 86
capitolo 87
capitolo 88
capitolo 89
capitolo 90
capitolo 91
Capitolo 92
capitolo 93
capitolo 94
EPILOGO

capitolo 38

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By Blacksteel21


KEVIN



Quando mi svegliai quella mattina mi sentivo insolitamente riposato, non ne capii il motivo ma sembrava che quel peso opprimente che avevo al petto si fosse allentato appena, forse cominciavo a farci l'abitudine, forse la presa che lui aveva su di me stava svanendo.
Per tutta la mattina mi sentii bene, nonostante quei due si aggirassero ancora per casa non mi sentivo più frustrato e arrabbiato, forse stavo tornando me stesso, sperai, sollevato. Tuttavia continuavo a preoccuparmi per Celine, notavo quanto si sforzasse di comportarsi come sempre, ma i suoi occhi solitamente così vivaci erano offuscati da un velo di tristezza. Mi dispiaceva vederla stare così male e desideravo fare qualcosa per lei. Certo, il massimo sarebbe stato vedere la sua famiglia sopravvivere a quella rottura ma non c'era molto che potessi fare per ovviare a quel problema, in realtà capii che mi serviva un piano, un'idea per portarla via quella casa e dall'atmosfera pesante che si respirava.
Andai a sedere sul divano in salotto con la speranza di trovare qualcosa da fare per quel pomeriggio, c'era uno strano silenzio intorno a me quel giorno. Molti dei ragazzi non erano tornati a casa, non avevo visto completamente Seth di recente e Chris mi era sembrato molto evasivo ... mi chiesi cosa mi fossi perso durante la mia assenza. Poi un rumore di passi annunciò l'ingresso di Matt in stanza, aveva l'aria crucciata e teneva in mano un'enorme mole di fogli.
- College? – chiesi con un piccolo sorriso.
Lui ricambiò – Già .... Lo hai intuito dalla mia faccia disperata? Non so dove andare ... non so quante domande spedire ... e se non mi prendono da nessuna parte? – sembrava nel panico più totale-
Mi resi conto di non aver mai parlato molto con lui, mi sembrava un bravo ragazzo, mi chiesi come Monica avesse potuto dare alla luce due ragazzi così diversi ... – Bel problema! Sono certo che qualcosa ti inventerai in quel caso ... –
Lui mi fissò truce – Grazie per il supporto! – poi rise – anche tu non mi sembri l'emblema della gioia ... va tutto bene? A che pensi? –
- Al fatto che vorrei sorprendere la mia ragazza e farla svagare un po' visto quello che sta passando ... ma sfortunatamente non ho molta immaginazione, né conosco bene la città o i dintorni ... – dovetti ammettere.
- Non credo ti serva – osservò allungando un braccio verso il tavolo sul quale giaceva un foglio – guarda qui! –
Mi passò un volantino. Aperitivo Sulla Spiaggia, ecco cosa diceva ... musica, alcolici, gente, era quello che mi serviva.
- Forse lo ha lasciato Chris ... sembra divertente, dovresti portarci Celine. – disse Matt.
- Hai ragione ... deve uscire e prendere un po' di aria. - ammisi.
Ad un tratto lo sguardo di Matt cambiò, si fece più dolce e un sorrisetto gli apparse in viso.
- Sei un bravo ragazzo, Kevin ... ora capisco. – mormorò quasi fra sé e sé.
- Capisci? – domandai confuso.
- Divertitevi, non perdere tempo! Corri a dirle di prepararsi. – mi incitò senza aggiungere altro.
Annuii e mi sollevai dalla poltrona, Celine era in cucina, tutta intenta ad affettare delle verdure. Feci piano per non farmi notare ed una volta alle sue spalle le coprii gli occhi con le mani.
- Indovina chi ha una sorpresa per te? – chiesi baciandole il collo.
La sentii ridere, si voltò portando le braccia sopra le mie spalle – che ti passa per la testa? –
- Ti porto fuori, basta stare a casa, siamo in estate! Cambiati, andiamo a divertirci! – le dissi e poi la baciai sulle labbra.
- Dove si va? –
- Sorpresa! – esclamai e lei rise ancora.
- Io adoro le sorprese – mormorò stringendomi forte e poi uscendo felice dalla cucina.
Sorrisi, avremmo passato un bel pomeriggio, era per questo che dovevo essere lì, per renderla felice e farle trascorrere un'estate quantomeno decente nonostante i problemi.
Non fu una lunga attesa, Celine si cambiò in fretta e poi, una volta che mi raggiunse all'ingresso, uscimmo alla volta della spiaggia. Era bella, i capelli lunghi e biondi scintillavano di mille riflessi sotto il sole caldo di quel pomeriggio. Parlammo del più o del meno durante il tragitto, in realtà la spiaggia in questione non distava molto da villa Wayright. Parcheggiammo dietro le altre ed una volta scesi i suoi occhi si illuminarono, c'era molta gente, una musica trascinante, l'oceano si estendeva infinito davanti a noi, era calmo e luminoso, scosso appena da una leggera brezza rinfrescante.
- Come conoscevi questo posto? – mi chiese entusiasta.
- Ho le mie fonti, dolcezza! – le dissi dandole un bacio – andiamo a farci un giro, prendiamo qualcosa da bere e divertiamoci. –
Così ci buttammo nella mischia di ragazzi scatenati, fra le risate e la musica rividi il viso sorridente e fresco della mia Celine. Ballammo per un bel po' circondati da decine di sconosciuti e ridemmo come non ci capitava da tempo, sembrava che tutto fosse normale, che niente fosse accaduto dal mio arrivo in America. L'uragano Wes era passato e noi eravamo sopravvissuti incredibilmente.
- Cavolo, muoio di caldo! – esclamò lei guidandomi fuori dalla mischia.
– Hai ragione, si scoppia qui in California. Vado a prenderti qualcosa da bere, tu trova un posto libero qui intorno. –
Lei annuì e ci dividemmo. Arrivai a fatica al bancone delle bibite e presi due cocktail a caso nel tentativo di uscire in fretta da quella calca di gente che spingeva e rideva. Ad un tratto sentii due mani aggrapparsi ai miei fianchi e un petto aderire alla mia schiena, mi voltai frastornato ed a poco meno de tre centimetri mi ritrovai il viso divertito di Wes.
- Ehi ... ma chi si rivede – mormorò ridacchiando – sapevo che saresti venuto. -
Mi allontanai di scatto dal suo viso – che diavolo ci fai qui Wes? –
- Mi diverto! Sono felice che tu mi abbia raggiunto ... senza di te questa festicciola mancava di brio! - sussurrò avvicinandosi di nuovo.
Lo spinsi via – Non ti ho raggiunto per niente, sono qui con Celine, abbiamo pensato di passare una giornata diversa visto che per ora la sua vita è una merda, grazie al tuo contributo – spiegai – non ti montare la testa, non avevo idea che fossi qui, stronzo. –
Rise – Infatti non dovevi saperlo, l'importante era solo che trovassi il volantino e venissi qui ... sei così prevedibile, inglese, lasciatelo dire. Non spicchi per furbizia ... –
Rimasi immobile ed in silenzio per qualche istante – lo hai ... lasciato tu? –
- Ovviamente ... se ti avessi invitato non ci saresti mai venuto ... ma se l'avessi spacciata per un'idea tua ... - provò a toccarmi di nuovo ma io non glielo permisi. Lo detestavo, ogni giorno un po' di più di quello precedente.
Mi feci indietro e lo fulminai con lo sguardo – Non provarci nemmeno, ti ho detto che non sarebbe successo mai più. –
- Ma a chi vuoi darla a bere?– chiese sfottendomi - non puoi neanche immaginare come mi stai guardando adesso ... con uno sguardo del genere ... puoi solo incitarmi a continuare – quella frase mi fece rabbrividire e il suo sguardo si fece ancora più determinato - in questa calca non ci vedrà ... vieni via con me ... –
La gola mi si secco ed il cuore cominciò a battere furiosamente dentro il mio petto, ancora quella sensazione, no, non volevo, non potevo.
Non dissi una parola, mi voltai e andai via velocemente, sperai che non mi stesse seguendo, volevo trovare un posto al riparo da tutto e tutti. Ad un tratto mi ritrovai a sbattere contro qualcuno, sollevai lo sguardo ed era Malìa.
- Uh, ma guarda ... l'inglesino frigido! – ridacchiò.
- Ci sei anche tu ... ottimo – dissi scocciato, non volevo averci nulla a che fare.
- Già, mi stupisce vederti qui. Non mi sembri uno molto in tinta con questo posto – poi mi fissò per un istante – ma a quanto pare eccoti ... visto che sei qui mi permetto di porti una domanda – i suoi occhi scuri si fecero ancora più penetranti - cosa c'è esattamente tra Wes e te? Sembrate così ... strani ... per non parlare dello spettacolino a cui abbiamo assistito l'altro giorno. –
- Tra voi cosa c'è? – rigirai la domanda, incazzato.
- Noi? – rise ancora – Ephram ed io ci divertiamo ... Wes è assurdo, ma siamo buoni amici, amici che si divertono visto che siamo tutti e tre liberi e disponibili! – si fece seria per qualche istante – lo sappiamo che è uno stronzo, mai fare sul serio con Wes. –
- Non hai una grande opinione di lui per essere sua amica, vedo. – le feci notare.
- Non è questo, io gli voglio bene, siamo amici da anni, facciamo lo stesso corso al College, ma sappiamo anche che non è un tipo fedele ... non ci butteremmo la zappa sui piedi, se capisci cosa intendo. – commentò.
- Non tutti sono cinici e duri come te e Wes ... per tuo fratello è lo stesso? Io non potrei mai stare con qualcuno per cui non provo nulla, eccetto desiderio sessuale. – ammisi.
- Eph lo sa come stanno le cose. – disse sicura.
Ad un tratto spostai lo sguardo dietro le sue spalle e fra la calca di gente vidi Wes e Ephram, ridevano con due bicchieri in mano, il fratello di Malìa non distoglieva lo sguardo dal suo interlocutore e lo fissava in un modo che conoscevo bene. Era lo stesso sguardo che un alcolizzato dedica all'ultima bottiglia di liquore rimasta in cantina.
- Lo sa? Credi che basti saperlo? – mormorai continuando a fissarli, lei seguì il mio sguardo e solo a quel punto li notò – quello sguardo è pericoloso, a Ephram piace davvero. –
Lei strinse i pugni, non doveva essere bello vedere il proprio fratello perdere la testa per qualcuno che lo avrebbe calpestato senza problemi, perché era questo Wes, un ragazzino incurante degli altri ... il suo unico obiettivo di vita era perseguire i propri desideri, non gli importava niente di nessuno, in fin dei conti, eccetto di sé stesso.
- Un saggio mi ha detto, scappa e non tornare ... – le suggerii in un sussurro. I suoi occhi erano cupi adesso, doveva aver inteso il pericolo a cui il fratello era soggetto.
- Forse hai ragione ... credo sia ora di tornare a casa ... gli autobus partono all'alba ... - mormorò e poi si diresse verso la coppia che ancora rideva e beveva – buona fortuna, inglese. Ricorda che anche tu sei in tempo per andar via. –
- No, non più ... - lo dissi a bassa voce però, lei non mi sentì.
Tornai suoi miei passi e mi diressi verso uno dei tavoli più lontani dalla calca. Celine sedeva lì, le passai la bibita e mi distesi accanto a lei. Quel pomeriggio era stato bello tutto sommato, adesso avrei dovuto impegnami affinché non fosse l'ultimo.


WES

- Volete andare via? Di già? Credevo che vi sareste fermati per qualche giorno in più ... - chiesi confuso, camminando verso casa.

Ephram era perplesso quanto me, era stata Malìa a parlare, evidentemente neanche il fratello doveva conoscere i suoi piani – perché? Domani è sabato! Possiamo rimanere almeno fino a lunedì ... non volevi anche tu? -

Quella fece spallucce – beh, dovremmo pur tornare a casa prima o poi, no? Non vediamo mamma e papà da mesi, ci stanno aspettando, lo sai anche tu ... - era strano quel suo atteggiamento, parecchio strano. Come chi aveva preso delle decisioni avventate all'ultimo istante, forse mossa da qualcosa che aveva visto, o meglio, sentito ...

- Va tutto bene? - le chiesi cercando il suo sguardo – se è per il disturbo posso assicurarvi che i miei zii non ci fanno più caso ormai, siamo praticamente un esercito e ... -

- No, è che voglio tornare a casa e basta. Ok? - rispose con un tono che non ammetteva repliche. Mi limitai a tacere a quel punto, non volevo entrare nei meriti delle loro questioni famigliari, ma continuai a pensare che quella situazione mi puzzava davvero.

- Che diavolo le prende? - Eph si era accostato a me, Malìa camminava avanti a distanza da noi, forse semplicemente da me.

- Non ne ho idea, è tua sorella ... avrà cambiato idea, suppongo. -

- Ma era così entusiasta di venire qui, è stata una sua idea oltretutto, non capisco davvero. - Eph si appoggiò a me ed automaticamente mi attaccai alla sua vita magra. Profumava di sale marino dopo il nostro piccolo bagno pomeridiano. Mi sarebbe mancato, prima di ogni altra cosa lui era un mio amico, il primo che avessi conosciuto al College, ci eravamo trovati bene fin da subito, poi era subentrata Malìa e la sua energia travolgente ci aveva reso ancora più inseparabili.

- Avrà le sue cose e si salvi chi può ... - ci ritrovammo a ridere forte, la cosa dovette disturbare Malìa perché un attimo dopo si voltò verso di noi, incenerendoci con lo sguardo.

Non aggiungemmo altro, perfino quando arrivammo a casa la vidi volatilizzarsi per i piani superiori, dopo aver intimato al fratello di racimolare le sue cose e prepararsi a prendere l'autobus notturno che sarebbe partito tra qualche ora.

Ephram scomparve dietro di lei, seppure con una strana espressione addosso faceva sempre ciò che lei gli chiedeva, era la sorella dominante, in tutto e per tutto, da sempre.

A quel punto mi diressi in cucina a bere qualcosa di fresco per combattere l'arsura che sentivo alla gola. C'era un quadretto niente male lì, la piccola Debby immersa nel suo mondo fantasioso e libresco e poi ...

- Oh, cazzo ... e adesso chi ti ha preso a botte? - mia cugino Chris era seduto al tavolo da cucina, la testa sulla superficie e lo sguardo di uno che aveva appena stretto amicizia con la disperazione più nera. Aveva lo zigomo tumefatto ed il naso gonfio, beh, dov'era la novità, dopotutto?

- Bradbury ... - disse in un sussurro – ma non dirlo in giro, mamma e papà pensano sia stato un teppista e a questo punto mi dirai "beh, Bradbury è un teppista", lo so, comunque è una storia lunga. - aggiunse quando vide il mio sguardo farsi sempre più perso.

- Che cazzo hai fatto per beccarti quello? -

- Ho respirato, presumo. - Chris sospirò, poi tornò a fissare il tavolo in trance.

- Mio Dio, mi ricordi Seth, smettila! - a proposito di Seth, ci guardammo entrambi, probabilmente con le stesse domande in testa – hai visto tuo fratello? -

- No, non è tornato neanche stanotte? Credevo fosse rincasato ormai ... - disse quello con tono preoccupato.

- No, non c'è. Ieri ho dovuto rifilare una balla ai tuoi, gli ho detto di averlo visto al Celtic Druids e che ha dormito dal suo capo ... -

Chris fischiò teatralmente – Wow, ottima idea, Wes! Perché non continui a camuffare la mancanza di mio fratello fino alla sua morte? E' un buon metodo per toglierlo dai guai, ovunque sia. - disse ironico.

- Beh? Che cazzo vuoi da me? E' il tuo di fratello, il mio se ne sta in salotto a controllare le domande per il College. Il mio lavoro l'ho fatto. - dissi acido, riempiendomi finalmente il bicchiere di succo – tu dove sei finito, invece? Sei stato con Bradbury? -

Chris sgranò improvvisamente gli occhi e per poco non volò giù dalla sedia – C-come fai a saperlo tu?? - chiese sconvolto.

- Forse perché passi le giornate a cazzeggiare con ... con ... Rachel, si chiama Rachel, no? - chiesi confuso, il viso di Chris cambiò di nuovo espressione, lo vidi tirare un sospiro e sorridere nervosamente.

- Sì, ero con lei! Ero con Rachel ... Rachel e basta. Comunque non importa, adesso sono qui e noi due insieme andremo a cercare mio fratello, costi quel che costi. Ok? -

Era strano, Chris era fottutamente strano, ma porca puttana ... lo erano tutti quel giorno! Cosa diavolo prendeva alla gente di South Gate? Scossi la testa, confuso. Doveva essere la terribile calura estiva, oppure erano tutti impazziti improvvisamente.

- Ok, vado a vedere se per caso ha deciso di passare all'Accademia, a volte ci va per disegnare e starsene un po' da solo ... tu puoi dare un'occhiata da Byron? Controlla al pub appena apre e chiamami subito se hai notizie. - Chris si mise subito in movimento, lo vidi sfrecciare fuori dalla porta prima ancora che avessi potuto parlare.

- Fantastico! Wes paladino dei ragazzi solitari e pazzi ... non vedo l'ora di ricevere il mio premio ... - biascicai sorseggiando il succo ormai sul finire. Stavo per lasciare la cucina quando Malìa entrò, mi stava cercando e quando mi vide mi fece segno di uscire.

La seguii, ancora più confuso, quando sarebbe finita quella giornata caotica, mi chiesi?

- Allora? Mi vuoi spiegare? E non rifilarmi la balla dei tuoi genitori, per favore. L'anno scorso non siete neppure tornati a casa in estate ... - dissi, prendendola di petto.

Malìa si morse le labbra, era pronta per partire, si era liberata del costume e adesso indossava una di quelle canotte bianche che tante volte le avevo sfilato via durante le nostre giornate universitarie.

- Lo faccio per Eph. E' pazzo di te, credo si sia innamorato ed io sono stata così egoista da non volerlo vedere prima di adesso. Lui non è come noi, lui non ha capito che questo è davvero soltanto un gioco, finirà per bruciarsi ... ed io non voglio. -

Ok. Cominciavo a capire, sapevo che prima o poi sarebbe successo, uno dei due si sarebbe tirato indietro, ma mai avrei immaginato che sarebbe stata proprio lei, l'iniziatrice di tutto, il collante che aveva permesso a me ed Eph di entrare davvero in intimità.

- E chi ti ha fatto ravvedere esattamente? Ah, no aspetta ... non è necessario che tu risponda, credo di aver capito. - fu chiaro come il sole quando i miei occhi incontrarono quelli di Kevin che aveva appena messo piede in corridoio. Mi diedi dello stupido per non averci pensato subito, era stato chiaramente lui, quello stronzetto inglese che non accettava un'enorme sconfitta neppure quando ce l'aveva davanti in tutta la sua maestosa grandezza.

Lo sguardo di Malìa si fece colpevole, confermando ciò che pensavo.

- Ok, mi sta bene se decidete di andar via, se avete capito quanto questo gioco sia pericoloso sotto la sua superficie di puro svago del momento ... - dissi ad alta voce, in modo tale che anche lui avesse potuto sentirmi – la prossima volta preferirei soltanto che tu stessi fuori dai miei affari. - Kevin si immobilizzò, sapeva che stavo parlando con lui adesso. Lo vidi voltarsi con un'espressione di finta perplessità sul volto.

- Chi io? -

- Esattamente. - dissi dirigendomi verso di lui che non poté fare altro che indietreggiare, adesso con le spalle al muro – ho capito, non ti vado proprio a genio, non vuoi avermi tra le palle ... perfetto, ma allora perché prendersi la briga di allontanare da me gente che non conosci neppure? Oh, aspetta ... - sorrisi, godendomi l'espressione di puro panico che lo pervase – forse in fin dei conti qualcosa ti importa ... oh, non vorrai mica dirmi che hai allontanato i Jacobs perché li consideravi una minaccia per noi ... -

Kevin era bianco come un cencio adesso – Tu vaneggi! Sei completamente andato! Non c'entro niente in questa storia. Ho soltanto dato la mia opinione sulla vostra relazione, non ho secondi fini. - disse tutto d'un fiato.

- Come no ... ed io sono Cappuccetto Rosso. - risi, non riuscivo a trattenermi adesso – ma dannazione Kevin, come pretendi che io sia così cieco da non vedere le tue trame? Io! Io che posso considerarmi l'inventore di tutti i sotterfugi possibili ed immaginabili di questo mondo! Sei proprio un idiota ... -

Non sentii altro, la mia attenzione fu tutta su Celine, attirata in corridoio dalle nostre grida con tutta probabilità. Ci venne incontro fino a fermarsi accanto a Kevin.

- Che succede qui? Che diavolo vuoi da lui ancora? - mi chiese lei con il suo solito tono malevolo, come chi fosse sempre nel giusto ma continua ad incappare nella cattiveria umana gratuitamente. Beh, avevo proprio voglia di prendermi un bel po' di soddisfazioni quella sera, Kevin avrebbe imparato a rigare dritto con me, forse mi avrebbe odiato, di certo lo avrebbe fatto, ma che diavolo ... si vive una sola volta, no?

- Sai cosa vorrei dal tuo ragazzo, Celine? Vuoi proprio saperlo? - chiesi avvicinandomi a quel viso pallido e contratto dalla rabbia. Kevin era immobile, sapeva che le cose non potevano che peggiorare per lui a questo punto.

- Beh, sì! Dopo quasi un mese trascorso qui mi piacerebbe capirlo, non lo nego! - rispose lei urlando.

- E allora ti accontento! Voglio che ricambi il favore che gli ho fatto l'altro pomeriggio, quando l'ho accompagnato in aeroporto! -

Kevin sbiancò, lo vidi venire verso di me, avrebbe voluto tapparmi la bocca anche a costo di soffocarmi fino alla morte, ma fui più veloce, ero preparato a quello – Sì, gli ho fatto un pompino in bagno e ha gradito parecchio ma adesso vorrei che lui ricamb- ... - retrocedetti verso il corridoio velocemente ma non così tanto da sfuggire alle sue braccia che mi circondarono il collo fino a spingermi a terra. Mi ritrovai a bloccare le sue braccia che provavano a colpirmi, Kevin continuava a dire che non era vero, che era tutta una fottuta menzogna mentre Celine era immobile, con le mani alla bocca per l'orrore.

- E' vero! Te lo assicur- ... - un pugno in pieno petto che mi fece perdere il respiro, mi ritrovai boccheggiante, a cercare di frenare quella furia assurda di pugni e calci, soltanto l'arrivo tempestivo di qualcuno che mi trascinò letteralmente via poté salvarmi. Zio Norman tratteneva Kevin che continuava a dibattersi incontrollato, io mi scostai dalla presa di Ben, poi li guardai tutti negli occhi, per un solo, lungo istante.

- Ho capito qual è il problema con voi Wayright. Non è la gente ad essere meschina ... è che la verità non vi piace proprio. -

Non aggiunsi altro, non stetti a sentire gli insulti di Kevin, né le domande confuse degli zii, me ne andai semplicemente, seguito da quel caos che continuavo a trascinarmi indietro. Presi il motorino di Chris e andai a fare ciò che sapevo fare meglio: bere una birra.

Non pensai alle conseguenze, non mi importava, se Kevin aveva deciso di vivere nella sua fottuta immaginazione dove ogni cosa andava per il verso giusto mi stava bene, ci avevo provato ad essere gentile con lui, ma alla fine mi avrebbe comunque odiato, lo sapevo, tanto valeva che mi togliessi il pensiero.

Quando entrai al Celtic Druids capii che Seth non era lì, chiesi a Byron se l'avesse visto e brevemente mi rispose che l'aveva trovato in magazzino due sere prima, era malconcio e a quanto sembrava Koll l'aveva davvero piantato stavolta. Era un fottuto casino, ma forse almeno in quel caso potevo farci qualcosa.

Uscii da lì e mi misi a riflettere.

Dov'è che sarei andato se l'amore della mia vita non ne avesse più voluto saperne di me, mi chiesi?

Lontano, me ne sarei andato lontano e avrei sperato di non incontrarlo mai più in vita mia. Ma quello ero io, Seth non era mai stato così forte, Seth era un masochista, un folle che continuava ad aggrapparsi ad un ricordo che cadeva in rovina attimo dopo attimo.

- Ma certo ... il suo appartamento ... è al suo appartamento! -

Mi misi in cammino.


ANGOLO AUTRICI:
CARISSIMEEEE!!!! Rieccoci qui con i nostri caro o poco cari Kev e Wes XD Non si può mai stare tranquilli con questi due ... ed infatti qualcuno qui non riesce più a tenersi dentro certe informazioni XD Wes è l'uomo delle brutte notizie! E quanto adora dirle XD Celine dovrà incassare anche questa purtroppo ed il povero Kevin è sempre più allo stremo .... presto .... potremmo avere ... qualche avvenimento super sconvolgente ;) Ma Wes non è solo un terremoto sadico XD è anche un cugino attento e finalemte si è messo alla ricerca del povero Seth XD scomparso da non si sa quanto da casa ... Lo troverà? E che cosa succederà ? siamo felici di sentire le vostre supposizioni al riguardo! Come sempre vi ringraziamo e speriamo che i capitoli siano all'altezza delle vostre aspettative ... Un bacio a tutteeeee!!!!


BLACKSTEELL

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