The Wayright

By Blacksteel21

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I Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì ch... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
capitolo 4.
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
capitolo 54
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62
capitolo 63
capitolo 64
capitolo 65
capitolo 66
capitolo 67
capitolo 68
capitolo 69
capitolo 70
capitolo 71
capitolo 72
capitolo 73
capitolo 74
capitolo 75
capitolo 76
capitolo 77
capitolo 78
capitolo 79
capitolo 80
capitolo 81
capitolo 82
capitolo 83
capitolo 84
capitolo 85
capitolo 86
capitolo 87
capitolo 88
capitolo 89
capitolo 90
capitolo 91
Capitolo 92
capitolo 93
capitolo 94
EPILOGO

capitolo 20

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By Blacksteel21


Capitolo 20

"Now it's three in the morning and you're eating alone

Oh the heart beats in its cage

All our friends, they're laughing at us
All of those you loved you mistrust
Help me I'm just not quite myself
Look around there's no one else left."

THE STROKES - HEART IN A CAGE

KEVIN

Celine ed io sembravamo avere risolto i drammi degli ultimi giorni, almeno in parte. Avevamo parlato per molto tempo, le avevo dato la possibilità di spiegarmi esattamente cosa fosse successo e potevo ben vedere l'enorme senso di colpa che sembrava gravarle addosso.

- Ho sempre avuto una grandissima opinione di te – mi aveva detto tormentandosi i capelli con le dita – e non volevo che venissi a conoscenza di quello che avevo fatto ... insomma, ero una ragazzina spaventosamente superficiale, continuo a sentirmi in colpa per quanto è accaduto, credimi. –

Le avevo detto di non preoccuparsi, che era acqua passata per quanto mi riguardava, perché tutti fanno cose di cui si pentono e lo credevo davvero. Per me, adesso più che mai, quello strano gioco che si era creato tra me e Wes ne era la prova, non volevo ferire Celine, non volevo che lui vincesse spezzandole il cuore, così avevo deciso di mettere a tacere i miei rimorsi e gettare tutta la colpa dell'accaduto su Wes . La verità però era diversa, la verità era che se quella macchina del caffè non mi avesse riportato alla realtà facendomi capire a che livelli stessi arrivando le cose sarebbero andate diversamente. Ammetterlo a me stesso era sempre più doloroso, ma tutto sommato era anche giusto.

Giusto però non voleva dire semplice, quei pensieri mi tormentavano giorno e notte e ormai dormire era una pura utopia, persino la mia mente era una trappola per me. Se chiudevo gli occhi finivo per vedere il suo viso e mi svegliavo preda di tremori e, ancora di più, di desiderio. Quelle labbra, i suoi occhi, il suo tocco delicato, non feci che pensarci e da quella sera mi chiedevo perfino che sapore avesse la sua pelle. Quella vacanza mi stava costando la sanità mentale.

Anche quella notte non c'era verso di dormire, così mi ritrovai a fare un giro per casa, resa ancora più silenziosa dalla mancanza degli adulti, ancora nel bel mezzo del loro week-end al centro benessere. Così avevo lasciato Celine insieme a sua cugina Debby, tutte intente a provare dei nuovi trucchi, ed avevo fatto due passi, al mio rientro era già molto tardi. La casa era ancora vuota e perfino più silenziosa di prima, così mi diressi anch'io verso la mia camera ma ad un tratto qualcosa mi fermò, una luce in fondo al corridoio. Era la stanza di Wes quella, sapevo benissimo che avvicinarmi a quella zona non era una buona idea ma il mio corpo si mosse in automatico verso quel rivolo di luce che filtrava dalla porta socchiusa.

Mi accostai alla fessura e sgranai gli occhi, Wes non era da solo, ma in compagnia di Wayne. Cercai di trattenere il respiro, mentre li osservavo muoversi lascivamente sul letto, l'uno stretto all'altro. Rimasi lì impietrito, incapace di muovermi, con lo sguardo fisso su quella scena che si stava consumando davanti a me. Le risate di Wes era basse e complici, vedevo le labbra di Wayne muoversi a qualche centimetro dall'orecchio dell'altro, sbattei più volte le palpebre sperando che quella scena sparisse ma ovviamente non fu così, si impresse ancora di più dentro di me, prepotente. Alla fine tutto quello che mi animò fu una terribile rabbia bruciante che non riuscivo a spiegarmi, mi allontanai dalla porta inorridito da quello che avevo appena visto. I miei passi mi guidarono automaticamente in cucina, dove mi sedetti, con il viso tra le mani.

Non feci nulla, mi limitai a starmene immobile come una statua per un tempo infinito, non accesi neanche la luce, non capivo perché ma ero agitato, troppo per dormire. Rimuginavo su tante cose ed il solo portare la mia mente a quella camera mi provocava la nausea. Wes! Era tutta colpa sua!

Poi all'improvviso una luce abbagliante mi ferì la vista, mi voltai ed incrociai gli occhi grigi della mia nemesi personale, sorrideva come sempre.

- Cosa c'è, inglesino, startene al buio in cucina è diventato il tuo nuovo hobby? – chiese ridendo, io lo ignorai totalmente – non dirmi che speri di replicare quello che è successo l'altra sera! – adesso il suo tono si era abbassato in un sussurro seducente.

- Mi sembra che tu sia abbastanza impegnato. – sbottai, incapace dal trattenermi.

- Ti dispiace? C'è sempre posto per te se ti va – mormorò avvicinandosi – il letto è piuttosto spazioso. Potremmo entrarci tutti, ti va l'idea? –

A quel punto scattai in piedi, furente – Stammi lontano Wes, ora basta con questi giochetti, basta con quest'aria da seduttore rinomato, io sto con Celine , levati dai piedi! –

Lui rise sonoramente – Ma come? L'altra sera non sembravi dello stesso avviso ... anzi, oserei affermare che ti è anche piaciuto! Cos'è? Il nostro giochetto ha turbato troppo la tua vita di coppia?- poi si fece serio – non hai nemmeno le palle di ammettere quello che hai fatto ... facile dare la colpa a me per ogni cosa che succede. – poi mi afferrò il mento – Wayne, invece, sa prendersi le proprie responsabilità. Fa proprio per me ... –

Mi liberai dalla sua presa preda di un ira inspiegabile, solo sentire quel nome mi mandava fuori di testa.

- Fottiti! – urlai.

Restai pietrificato l'istante dopo, come lui del resto, avevo sempre ritenuto le cattive parole estremamente volgari e non avrei mai immaginato di cadere tanto in basso da usarle.

- Cavolo allora le sai le sai dire ... – ridacchiò Wes.

Cosa mi stava facendo quel ragazzo diabolico? – Sparisci Wes ... sul serio ... tornatene dal tuo amico di letto e lasciami in pace. –

- Sei geloso,Kev? – mormorò lui a pochi centimetri da me – vorresti essere tu il mio amichetto, non è così? –

Deglutii sforzandomi di mantenere la calma, conscio che un solo passo falso sarebbe stato l'ennesimo fallimento.

- Ho considerato spregevole quello che Celine ti ha fatto perché nessuno merita una cosa del genere, ma era soltanto una sciocca ragazzina e so che adesso è profondamente pentita – dissi freddo – ma quello che stai facendo tu adesso, consapevolmente, un atto mirato a ferire e con il massimo della meschinità poi... ecco, questo non posso comprenderlo. –

- Lo vedo. – mormorò ora con quella che mi parve una nota di tristezza.

- Sì e credo che non ci siano scusanti per quello che stai facendo a me – sussurrai – non mi conosci e mi stai usando come se non fossi nemmeno umano e io non ho fatto assolutamente nulla per meritarlo ... non è Celine quella con cui stai giocando, ok? –

Me ne andai lasciandolo lì da solo, mentre speravo che quelle parole smuovessero in qualche modo la coscienza dormiente di Wes. Tornai in camera dove trovai Celine addormentata, mi unii al lei, abbracciandola stretta e mi venne da pensare come tutto prima o poi nella vita si paga e, in quella casa, questa sembrava essere una legge assoluta.

WES

Tornai in stanza con un paio di domande in più in testa e pochissima voglia di rifletterci su. Wayne era lì dove lo avevo lasciato, se ne stava a letto, con le braccia piegate dietro la testa ed una sigaretta tra le labbra.

- Ce ne hai messo di tempo ... -

- Ho avuto un affare da sbrigare e poi dovresti dormire e recuperare le forze per il terzo round. - commentai maliziosamente prima di sottrargli la sigaretta dalle labbra e portarla alle mie. Tirai una boccata di fumo e passai la birra a Wayne che continuava a fissarmi con un'espressione famelica sul volto.

- Sono già pronto per il terzo round ... - mi sussurrò a distanza ravvicinata.

Risi, occupando il posto accanto al suo – Vedo, vedo ... hai fatto parecchio allenamento in questi anni, scommetto. -

Wayne mise su un'aria di disappunto, non voleva parlarne, come ogni stronzo che si rispetti ovviamente. - Anche tu sei migliorato drasticamente, potrei farti notare. Non eri di certo così spigliato tre anni fa ... -

- Beh, è ovvio ... chiodo scaccia chiodo, lo sai anche tu. Quale modo migliore per dimenticare un amore finito male? - dissi con tono ironico guadagnandomi un'occhiataccia da parte sua – e il nostro era finito davvero molto male. -

- Questo non giustifica il tuo essere una troia. - mi fece notare Wayne e non potei fare a meno di ridere.

- E tu che scusa hai allora? -

Quello fece spallucce – Nessuna! Io sono nato troia e non ho bisogno di trovare giustificazioni per questo mia natura. Sono quello che sono, alla fine sei comunque tornato da me, no? Nonostante quello che c'è stato in passato ... -

Lo guardai dritto negli occhi, quei grandi occhi scuri e impossibili da decifrare davvero – non credere che sia tornato per restare. Sei soltanto una simpatica distrazione, Wayne. In questi anni ho avuto modo di maturare, anche se qualcuno potrebbe non crederci. Ho capito dove ho sbagliato con te e adesso non commetterò più lo stesso errore. - mi gustai l'ultima boccata di fumo prima di spegnere la cicca direttamente contro il comodino e attaccarmi alla bottiglia di birra.

- E che errore avresti commesso? Perché la stai facendo tanto lunga? -

- Stiamo soltanto disquisendo ... non mi importa del passato, Wayne. Non più. Una volta che uscirai da questo letto non sarai nient'altro che un estraneo per me. - dissi con un sorrisetto appena percepibile sul volto che lo lasciò piuttosto confuso.

- Vuoi delle scuse, Wes? E' quello che vuoi, vero? Non capisco davvero ... -

Scossi la testa, era davvero un idiota così come lo ricordavo – Non voglio niente, non riesci proprio a capirlo? Ti sto dicendo che mi va bene così ... -

- Stai mettendo una pietra sopra a quanto è successo? -

- No, non c'è niente su cui mettere questa pietra, Wayne. Sta tranquillo ... è tutto rimosso. - dissi passandogli la birra che accettò soltanto qualche istante dopo. Doveva essere perplesso, era così impossibile credere che mi fossi davvero messo il cuore in pace? Il tempo aveva guarito ogni cosa, l'avevo capito quel pomeriggio mentre Wayne mi stava sopra. Non era stato amore, soltanto sesso. Certo, sesso grandioso, dovevo ammetterlo, ma niente di più.

- Ok ... se lo dici tu ... - disse lui con fare guardingo e sospettoso, mi ritrovai a ridere – proprio carini quei due tipi sul cellulare, comunque. -

- I fratelli? Quand'è che ti avrei dato il permesso di guardare le mie foto? - gli chiesi con un finto tono di rimprovero. Se le aveva viste tutte di certo doveva essersi divertito parecchio. Erano spigliati i due fratelli, questo era uno dei motivi per cui mi avevano incuriosito sin da subito.

- Cosa? Sono fratelli? Sei un porco, Wes! -

- Beh, detto da te suona quasi come un complimento. - ci ritrovammo a ridere come due idioti. Ben presto quell'atmosfera gaudente lasciò spazio a qualcos'altro però ... mi ritrovai a fissare le sue labbra, desiderandole di nuovo sul mio corpo. Ci saltammo letteralmente addosso, avvinghiandoci l'uno alle spalle dell'altro mentre lo spingevo con le spalle contro il materasso, bloccandolo sotto il mio corpo. Wayne sospirò forte quando le mie cosce si chiusero intorno alla sua vita, poi mosse i fianchi ritmicamente sotto di me.

- Non vedi l'ora, eh? - chiesi in un sussurro, burlandomi di lui. I suoi occhi erano ardenti di passione, le sue mani strette intorno alla mia vita e le sue labbra appena dischiuse, in attesa che le prendessi.

- Wes ... non scherzare con il fuoco e vedi di occuparti di me immediatamente. - la sua voce era bassa, un sussurro reso roco dalla voglia. A quel punto non riuscii a resistere un attimo di più, scesi sul suo corpo leccando e succhiando quella sua pelle calda e quasi vibrante dal desiderio.

Fu il rumore di nocche che colpivano la porta mezza aperta a bloccarmi, mi voltai per incontrare lo sguardo scazzato di Seth fermo a qualche metro da me.

- Wow, che spettacolino disdicevole. Scusate l'interruzione ma c'è tuo fratello al telefono. -

Mi scostai appena dal corpo di Wayne, lasciandolo ad imprecare come un pazzo. - Matt? E che vuole? -

- Perché diavolo non chiudi mai la porta? - si lamentò il moro mentre tirava su il lenzuolo e mi voltava le spalle, incazzato.

- Non lo so, ma sta piangendo. Non rompermi le palle, Wes, va a rispondere e basta. - disse quello e senza aggiungere altro lasciò la stanza.

Imprecai mentalmente contro quel pivellino di Matt. Non sapevo che diavolo volesse ma aveva scelto il momento sbagliato senza alcun dubbio. Mi costrinsi ad indossare i miei boxer poi scesi velocemente in salotto e presi la cornetta.

- Spero tu abbia una buona spiegazione per avermi chiamato proprio ora, Matt, altrimenti comincia già a scavarti la fossa con le tue stesse mani – iniziai incazzato.

- W-Wes ... - stava piangendo. Che diavolo era successo adesso?

- Perché piangi? Cos'è successo? State tutti bene? -

- S-sì, stiamo bene ... ma ... ho sentito una cosa, Wes. Sono sconvolto. -

Mi sedetti, Matt era un ragazzo sensibile, ma non lo avevo visto piangere almeno da qualche anno. Sapevo che dovevano c'entrare i Wayright in qualche modo ... quelle vacanze di famiglia continuavano a portare a galla soltanto problemi.

- Beh, mi hai chiamato ... scommetto che vuoi parlarne con me. Quindi parla, Matt. -

Quello tirò su con il naso, soltanto dopo qualche altro secondo trovò la forza di parlare. - S-si tratta di papà ... lui e la zia Amanda ... hanno avuto una storia, Wes. Era lei la donna con cui ha tradito la mamma! L'ho sentita litigare con zio Ben proprio qualche attimo fa! Com'è possibile ... -

Storia vecchia, Matty, pensai, portandomi una mano alle tempie adesso doloranti. Ed ecco che la loro stupidità aveva ferito ancora una volta un componente della nostra famiglia, com'è che alla fine eravamo sempre noi Reed a pagarla?

- Lo sapevo, Matt. Lo sa anche la mamma, ormai è acqua passata. -

Quelle mie parole lo avrebbero sconvolto, lo sapevo, ma le dissi comunque. Non volevo prendermi gioco di lui, non più di quanto non avessimo già fatto in passato. Un lungo silenzio si protrasse tra di noi, non so quanto tempo passò prima di sentire ancora una volta la sua voce. Doveva essere sconvolto, lo era senza dubbio.

- C-cosa? Tu sapevi? Perché non me l'hai detto allora? Perché ero l'unico a non sapere nulla? - chiese con una punta di rabbia nella voce.

- Non sei l'unico a non sapere nulla, neanche gli zii e gli altri cugini lo sanno. E' uno di quegli affari che preferisci non divulgare in giro, no? E poi è storia vecchia, credo che la cosa si sia protratta negli anni ... io l'ho saputo soltanto tre anni fa, ma nostro padre e Amanda se la intendevano da parecchio. La mamma non ha voluto che ti dicessi niente ... perfino io l'ho scoperto per caso. -

- Ma io avevo il diritto di saperlo! Avevo il diritto di odiare quel bastardo più di quanto non faccia adesso! I- io ... mi sento un idiota ... un piccolo idiota che continua ad avere rapporti con lui quando l'unica cosa che merita è la mia più totale indifferenza! - Matt stava piangendo e urlando insieme. Tutto come avevo previsto, in fin dei conti.

- Senti, Matt ... pagherei per non aver saputo nulla, davvero. Preferirei vivere nell'ignoranza più totale che affrontare una cosa del genere, quindi ho soltanto pensato di aver fatto del bene a te non dicendoti nulla su questa storia del cazzo. -

Mi interruppe, urlò, mi accusò di essere d'accordo con la mamma, non servì a nulla provare a calmarlo o urlare di rimando. Alla fine mi ritrovai a parlare da solo, Matt mi aveva chiuso il telefono in faccia. Mi alzai dalla poltrona con i pugni stretti ed una voglia inspiegabile di tornarmene in Florida dove i problemi di famiglia sembravano così lontani da risultare quasi inesistenti. Ma non potevo, era tardi per scappare ormai ...

NOTE DELLE AUTRICI: Eccoci qui come promesso, in anticipo così come vi avevamo anticipato. Abbiamo raggiunto visite e recensioni nel giro di poco più di tre giorni così abbiamo deciso di regalarvi un nuovo capitolo della famiglia più incasinata e gay (XD) dell'intera America! ^^
Capitolo dedicato prevalentemente ai nostri due bei ragazzi in conflitto! Da una parte abbiamo l'arrogante e provocante Wes, dall'altra il cavalier senza macchia né paura Kevin ... ma un po' di paura inizia ad averla adesso :P
Soprattutto da quando il prode Wayne è entrato in scena con tutto il suo sex appeal che Wes non sembra disdegnare.
Cosa pensate che accadrà a questo punto?
Speriamo di sentirvi in molti come stavolta :)
Grazie di tutto e a presto!


- BLACKSTEEL - 

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