The Wayright

By Blacksteel21

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I Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì ch... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
capitolo 4.
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
capitolo 54
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62
capitolo 63
capitolo 64
capitolo 65
capitolo 66
capitolo 67
capitolo 68
capitolo 69
capitolo 70
capitolo 71
capitolo 72
capitolo 73
capitolo 74
capitolo 75
capitolo 76
capitolo 77
capitolo 78
capitolo 79
capitolo 80
capitolo 81
capitolo 82
capitolo 83
capitolo 84
capitolo 85
capitolo 86
capitolo 87
capitolo 88
capitolo 89
capitolo 90
capitolo 91
Capitolo 92
capitolo 93
capitolo 94
EPILOGO

capitolo 14

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By Blacksteel21


Capitolo 14

"I know (I know) you belong
To somebody new
But tonight
You belong to me

Although (although) we're apart
You are a part of my heart
But tonight
You belong to me. "

EDDIE VEDDER - YOU BELONG TO ME

SETH

- Sul serio Seth, questa cosa la trovo inquietante ... – mormorò Byron mentre sistemava i bicchieri sulla mensola del bar.

Risi – Piantala! A me piace, non lo trovi carino? –

- Continuo a ribadirlo, lo trovo inquietante, sembra uno stalker – ribatté nella speranza di farmi cambiare idea.

- Ma non lo è! È il mio ragazzo quindi è un cosa carina. –

Eravamo alle solite, Byron non era per niente entusiasta di avere Koll come ospite fisso al locale, non era mai corso buon sangue fra quei due, soprattutto perché non approvava il suo modo di gestire la nostra storia. Gli lanciò quella che doveva essere la centesima occhiataccia solo nell'ultimo mezzo minuto, fortunatamente eravamo ormai prossimi alla chiusura.

- Seth ... - fu quasi un rantolo disperato – mi chiedo davvero come tu faccia ... -

Mi rabbuiai anch'io, non era facile, né divertente ma in qualche modo riuscivo ad andare avanti e se riuscivo a farmela andare bene io quella situazione del cazzo, tutti loro avrebbero dovuto smetterla di darmi problemi.

Alla fine chiudemmo il locale, erano ormai passate le due di notte ed io mi avviai alla moto con Koll, era insolitamente silenzioso quella sera. Gli andai più vicino prendendogli timidamente la mano, lui afferrò la mia saldamente e quella stretta mi provocò un lungo brivido alla spina dorsale.

- Seth ... - mormorò fissando un punto davanti a lui – stasera .... ti va di venire da me? –

Il cuore prese a battermi forte, non risposi mi limitai ad annuire rapidamente, così mi passò il casco e una volta in moto ci dirigemmo al suo appartamento. Salimmo frettolosamente le scale ed una volta davanti alla porta bloccò il mio corpo fra il suo e la parete.

- Voglio passare la notte con te ... – bisbigliò al mio orecchio.

Spostai le braccia verso l'alto per aggrapparmi alle sue spalle mentre premevo le labbra ferocemente contro le sue. Per un lungo momento restammo così, stretti l'uno all'altro in un bacio avvolgente contro quella parete logora, soltanto un istante dopo Koll si scostò appena da me, in cerca delle chiavi. Aprì frettolosamente la porta e mi spinse dentro, tornò famelico sulle mie labbra mentre io lo spogliavo velocemente, incapace di trattenermi. Sentivo le sue dita insinuarsi sotto i miei vestiti e senza rendermene conto avevo cominciato ad ansimare impaziente. Mi fece appoggiare sul materasso e con un gesto rapido mi sfilò i pantaloni, mi osservò per qualche istante dall'alto mentre provvedeva a liberarsi pure dei suoi. Sorrideva e mi puntava con quegli occhi dannatamente seducenti ed io non riuscivo a muovermi, ero lì, arreso totalmente a lui.

Dopo avermi osservato scese su di me accarezzandomi la pelle con le labbra, sentivo ogni fibra del mio corpo tendersi e rabbrividire sotto quei tocchi bollenti. Mi sollevai appena per incontrare ancora il suo viso e rapire quelle labbra con le mie, la sua mano si insinuò nei miei boxer facendomi gemere sgraziatamente.

- Sei bello Seth ... - mormorò senza smettere di toccarmi.

- Ko ...l – non riuscivo a parlare, quasi a pensare ormai – io ... -

- Rilassati adesso ... - sussurrò al mio orecchio mentre con uno strattone mi liberava anche del resto della mia biancheria.

Tornò a baciarmi il basso ventre mentre il suo tocco mi spingeva automaticamente a cedere, ad allargare le mie gambe, sentivo le sue mani premere con forza sulla mia pelle, stringere i miei fianchi, aggrappandosi con forza, mi sembrò di non riuscire più a respirare o a ricordarmi come si facesse. Poi con una lentezza esasperante fu dentro di me e a quel punto la mia mente cessò di funzionare, si spense dietro ogni sospiro, mi sollevai appena per poterlo afferrare meglio, per stringermi ancora di più.

- Non farti male – mi ammonì mentre cercava di farmi assumere una posizione più comoda nel letto.

- Non importa – dissi in fretta – voglio ... stare ... Ah! –

Le spinte aumentarono come il battito del mio cuore, come le sensazioni intorno alla mia testa, ero completamente perso.

Il respiro era ancora affannato, cercai di riprendermi, assumendo la mia solita posizione, con il capo sul petto di Koll che mi cinse le spalle con un braccio, si accese una sigaretta e puntò lo sguardo al soffitto. Mi limitai per un po' a fissare il suo profilo serio, beandomi di quel calore confortevole dato dal contatto col suo corpo. Eppure, nonostante quel momento di assoluta quiete una parte della mia mente era in allerta, come se si aspettasse qualcosa. E quel qualcosa non tardò ad arrivare.

- Seth – mormorò senza scostare lo sguardo dal soffitto – domani parto. –

TRACK.

Una fitta dolorosa mi colpì nel centro del petto insieme a quelle parole. No, non potevo crederci, non adesso. Mi sollevai sciogliendo quell'abbraccio, puntando il mio sguardo allarmato sul suo viso tranquillo come sempre.

- No ... Koll ... per favore ... – mormorai, sentivo gli occhi pizzicare.

- Seth ... non fare così, non è niente di diverso dal solito.- replicò lui passandomi una mano sulla coscia.

- E' ... per via di quello che è successo al pub quella sera? Perché loro ti hanno visto? – cominciai preda delle mie paranoie – vuoi lasciarmi? Vai via per sempre?! –

Lui mi afferrò strattonandomi verso il basso, ricaddi sdraiato sul letto mentre sentivo il suo peso tenermi fermo.

- Non è niente del genere – mi tranquillizzò passandomi una mano fra i capelli – è il solito lavoro, qualche viaggio extra questo mese ... ma niente di troppo duraturo – mi poggiò un bacio sul collo – starò via una settimana, non è poi così tanto. –

Mi avvinghiai al suo collo – Per me lo è. È sempre troppo tempo quando te ne vai, mi manchi da morire ... non posso nemmeno chiamarti. Io ti manco almeno un po'? –

Lo sentii sorridere mentre questa volta era lui ad abbandonarsi sul mio petto – ti ho chiesto di restare qui stanotte ... secondo te perché? -

- Allora perché non lo dici? Perché mi tratti sempre come se non te ne importasse niente? – quanto desideravo solo una delle risposte a quelle domande, ma sapevo che non ne avrei ottenuto, come sempre.

- Dormi adesso Seth ... sono quasi le quattro. – disse lui evasivo come mi aspettavo.

- Se mi addormento – tentennai- ... al mio risveglio tu... -

- Sarò partito ... -

- Allora non voglio dormire. – la mia frase lo fece ridere.

- Non fare il bambino Seth, su, dormiamo per qualche ora ... –

Non seppi quando mi addormentai, ma alla fine successe. Ero talmente stanco ed improvvisamente mi ritrovai immerso in quel calore confortante, sentii le forze cedere, i pensieri farsi sempre più confusi ed illogici, poi crollai.

A svegliarmi fu una sensazione di gelo, mi mossi sul letto alla ricerca del corpo di Koll mentre la mia mente elaborava lentamente le parole della sera prima. Mi misi a sedere sul letto ormai completamente sveglio, lui non c'era più, mi sollevai a fatica da lì e recuperai i miei vestiti. Quel silenzio mi faceva male alle orecchie, andai a vedere l'armadio, era stato svuotato, così come erano vuoti certamente anche i cassetti, la sua valigia non c'era. Trovai un biglietto sul comodino.

Non disperare, ho detto che torno.

Risi, risi mentre le lacrime comunque scendevano sul mio viso, c'ero abituato, era accaduto decine di volte eppure quel dolore per il distacco iniziale era ogni volta forte come lo era stata la prima.

Alla fine lasciai quell'appartamento a mattinata inoltrata pronto a dover tornare a casa e affrontare la routine. Quel giorno in particolare sembrava essere iniziato con il piede doppiamente sbagliato, perché nemmeno feci in tempo a mettere un piede all'ingresso che incontrai mio padre pronto ad andare allo studio.

- Stai rientrando adesso? – mi chiese con una nota di disappunto.

- Anche se fosse? –

- Ti ricordo che abbiamo ospiti, non mi sembra il caso di girovagare tutta la notte come se non avessi una casa. – mi rimproverò con il suo solito tono accusatorio.

- Sta tranquillo non ho affatto girovagato. – sbottai tentando di superarlo.

- Il lavoro al pub non deve essere una scusa per non tornare a casa la notte! – continuò bloccandomi la strada.

- So benissimo che serve a pagarmi la retta dell'Accademia visto che sei stato chiaro in proposito – sbottai, poi lo inchiodai con lo sguardo - l'unico motivo per il quale torno ancora in questa casa è perché la mamma mi ha pregato di farlo- ringhiai – quindi vedi di non fare la sentinella con me. –

Lo superai salendo finalmente le scale, non avevo voglia di altre discussioni, avevo già il morale a terra, avevo solo voglia di distrarmi, fare qualcosa che non mi facesse pesare così tanto l'assenza di Koll nella mia vita. Mentre percorrevo il corridoio per rifugiarmi in camera mia notai Kevin e Celine uscire dalla loro stanza. Mi ritrovai inspiegabilmente a sorridere ... sì, quello sarebbe stato il mio passatempo per il momento, dare una mano a Wes avrebbe potuto rivelarsi utile.

- Cugino – disse proprio quello apparendo dalle mie spalle sorridente – che faccia, mattina di merda? –

Scossi le spalle in silenzio, non mi andava sul serio di parlare dell'argomento.

- Che cos'è quest'aria triste? Il tuo uomo del mistero ha fatto qualche stronzata? – rincarò lui.

- Preferisco non parlarne ... – mormorai.

- Neanche con il tuo cugino preferito ? – insistette.

Sbuffai – Eè partito, starà via una settimana ... –

- Partito? Dove? – chiese curioso, io scossi le spalle – fa niente! Ci penso io a tirarti su! Ci divertiamo! –

Annuii, dopotutto l'energia di Wes era contagiosa.

WES

Quella sera ci saremmo dovuti divertire, mi prefissai, mentre osservavo il viso assorto di Seth fissare con insistenza il display del suo cellulare. Gli diedi una pacca vigorosa sulla spalla prima di sollevarlo in piedi di peso e spingerlo verso l'esterno dell'auto. Chris ci seguiva poco dietro.

- Basta deprimersi davanti ad un cellulare che non squillerà. Adesso si va a svuotare qualche pinta di birra! -

- Wow, è questo il tuo grandioso piano per tirarmi su il morale? E quei due li avevi previsti? - mi chiese un attimo dopo, mi ritrovai a seguire il suo sguardo fino a quando non notai Celine e Kevin a qualche metro dal locale in cui saremmo dovuti andare. Erano in fila, l'uno stretto all'altro come una coppietta di vecchi bacucchi in attesa di entrare al bingo. Che tristezza ...

- Oh beh, le cose potrebbero farsi ancora più interessanti di quanto pensavo ... - sussurrai prima di gettarmi a capofitto tra la folla in attesa di entrare. Cinsi con un abbraccio le spalle di Kevin che si voltò immediatamente verso di me con un'espressione di pura confusione sul volto che si trasformò ben presto in orrore.

- Ciao piccioncini, seratina romantica? Possiamo unirci a voi? - chiesi, gioviale sotto le occhiate scocciate di Celine e quelle poco amichevoli del suo ragazzo. Kevin mi spinse via.

- Perché non vai a disturbare qualcun altro? - mi chiese con quel suo tono altezzoso. - non vedi che vogliamo stare da soli? -

- Da soli in un locale che fa il pieno ogni notte ... mmm, mi sembra un po' una contraddizione questa. - considerai saccentemente.

- E poi socializzare era il fine supremo che si era prefissato nonno Richard. Non vorrete venir meno al vostro dovere, spero. - mi diede manforte Chris prima di richiedere un tavolo per cinque senza che nessuno di quei due avesse potuto opporsi. Vidi il viso di Celine incupirsi, Kevin era semplicemente troppo incazzato per aggiungere altro.

Mi ritrovai a fissare Seth e lo vidi ridere apertamente. Quella missione richiedeva anime devote e la sua lo era abbastanza da permettermi di scombussolare un po' la vita assolutamente priva di colpi di scena di quei due. Presto Celine avrebbe avuto qualcosa di veramente grosso di cui preoccuparsi, oltre alla manicure, ovviamente.

Il locale che Chris ci aveva consigliato era enorme e decisamente caotico. Le luci strobo mi colpirono gli occhi non appena varcammo la soglia, così come l'aria calda e fumosa in aperta opposizione con il lieve venticello che faceva fuori. Fu un casino oltrepassare l'ingresso, c'era parecchia gente e nessuna intenzionata a togliersi dalle palle e lasciarci passare.

- Andiamo a sederci dall'altra parte, qui è un casino! - urlò Chris a pieni polmoni per sovrastare la musica che aveva raggiunto un volume assurdo. Ci ritrovammo a seguirlo lungo la pista piena zeppa di corpi sudati e in movimento, soltanto dopo svariati minuti riuscimmo a raggiungere il nostro tavolo.

- Gran bel luogo per rimanere da soli, piccioncini. - iniziai prendendo posto accanto a Kevin che si spostò il più possibile verso Celine. - è così ... discreto. -

- Perché non badi ai tuoi affari, Wes? Ti risulta così complicato, forse? - ribatté quello con uno sguardo truce sul volto.

- Lascialo perdere, è fiato sprecato. - commentò Celine, nascondendosi dietro il menù delle bevande.

- Volete smetterla tutti e tre? Siamo qui per divertirci ed ubriacarci fino a svenire, quindi limitatevi ad ordinare da bere. Oggi inizia ufficialmente l'estate anche per me! - ci rimproverò Chris, l'organizzatore della serata, nonché l'unico lì dentro che avesse qualcosa da festeggiare – e poi Bradbury è stato richiamato, da ora in poi sono un uomo libero. Non c'è più nessuna taglia sulla mia testa!

- Chissà per quanto ancora, scommetto che quella pazza di sua sorella alla fine riuscirà a ... - le parole mi morirono di bocca. Mi ritrovai a sbattere le palpebre, incapace di accettare ciò che stavo vedendo. Ma non c'erano dubbi, era lui ... quel ragazzo davanti a me era Wayne. Mi sollevai automaticamente dalla mia sedia come se mi fossi bruciato, non guardai nessuno dei miei cugini, mi limitai a retrocedere verso non si sa cosa o chi. Era troppo tardi però, forse erano stati perfino quei movimenti bruschi ad aver attirato la sua attenzione su di me, perché un istante dopo lo vidi voltarsi verso il tavolo, lanciò una lunga occhiata sommaria alla zona prima di puntare i suoi occhi scuri su di me, immobilizzandomi seduta stante.

Mi costrinsi a sorridere e a muovere il capo a mo' di saluto, era troppo tardi per filarmela, inoltre i miei piedi non erano affatto propensi a camminare, mi resi conto, quando non riuscii né ad avanzare verso di lui, né a spostarmi da lì. Era dannatamente bello perfino con i capelli più lunghi e scarmigliati del solito, cazzo ... come poteva non essere cambiato di una sola virgola in tre anni? Anch'io non dovevo aver fatto molti progressi però, a giudicare da quanto patetico dovevo sembrare a tutti in quel preciso istante. Decisi di prendere in mano le redini della situazione e finalmente gli andai incontro con passo deciso.

- Wes ... sogno o son desto? Non ti becco tipo da ... -

- Tre anni. - conclusi per lui. Quella dannata voce bassa e sensuale mi era già entrata dentro, di nuovo – sono tornato per questioni di famiglia. Nonno Richard ha lasciato il mondo terreno e quindi, beh ... sono qui. - dissi con semplicità allargando le braccia. Sperai di star interpretando male quel suo sguardo da squalo affamato, ma lo conoscevo abbastanza bene da capire che Wayne mi stava davvero puntando. Le luci rosse lanciavano ombre su quel viso dalla mascella ben pronunciata, gli zigomi alti e scarni mettevano in risalto la profondità del suo sguardo che non sembrava voler lasciare il mio.

- Interessante ... pensavo di averti messo in fuga, sai? Non ti ho più rivisto dopo quel piccolo equivoco con tua cugina, com'è che si chiamava? - dovette trovare la cosa più che divertente perché lo vidi ridere. Soltanto un istante dopo, seguendo il mio sguardo, la notò. Ci voltammo automaticamente verso Celine ancora seduta al tavolo. Il suo viso era una maschera di puro orrore e allora capii qual'era la sua preoccupazione principale ... Kevin non doveva saper nulla della sua bravata americana.

- Ehi, cuginetta! Guarda chi c'è qui. Wayne! Te lo ricordi, vero? - urlai allegramente attirando l'attenzione del tavolo su di noi. Quella impallidì immediatamente mentre lui si limitò a sollevare una mano a mo' di saluto

- C-ciao ... Wayne ... - sussurrò lei – tutto bene? -

- Alla grande! Ti trovo in forma. Ciao Seth, ciao Chris ... e tu sei? - chiese il mio ex con interesse.

- Lui è il ragazzo di Celine - mi affrettai a presentarlo, notando l'espressione sconvolta di Celine formarsi ogni istante in modo più incisivo sul suo volto, beh di certo non avrebbe mai pensato che le cose avrebbero potuto assumere quella spaventosa piega.

Kevin sembrò fiutare qualcosa, ci guardò un attimo con attenzione, alla fine si limitò ad allungare la sua mano verso quella di Wayne. - Vi conoscete voi?

- Intimamente. - sussurrai godendomi l'occhiata strana che Kevin mi lanciò – ma questa è un'altra storia ... -

- Che giurerei tu dovresti conoscere già! - si intromise Seth con un sorriso tutt'altro che piacevole sul volto – ma forse non è il momento adatto per parlarne.

- Già, questa è roba da bollino rosso e parental control! - sghignazzai di fronte al viso confuso del biondo, accanto a lui Celine stava per svenire.

- Non credo di aver afferrato ... - ammise lui, incrociando lo sguardo della sua ragazza che lo abbassò un attimo dopo. - vi conoscete anche tu e Wayne? -

- Non c'è niente da dire in realtà, i miei cugini sono soltanto degli idioti, Kev. Andiamo a prendere qualcosa da bere prima che ci rovinino ciò che resta di questa serata. -

Li lasciammo andar via senza aggiungere altro, avevo deciso che sarebbe stato il sorrisino saccente che avevo impresso sulle labbra a parlare per me, ero certo che Kevin avrebbe compreso prima o poi.

- Ancora a stuzzicare tua cugina? Pensavo fossi cresciuto, Wes. - commentò Wayne mentre si portava il bicchiere destinato a me alle labbra e ne trangugiava una buona metà, per un attimo mi soffermai su quel dannato collo abbronzato ed incorniciato appena dai suoi capelli mossi, ma poi tornai in me. Ripresi il bicchiere subito dopo dedicandogli la mia peggiore occhiata. - allora? Che fai stasera? Ho un appartamento tutto per me adesso, vorrei fartelo vedere ... -

- Wow, eri più diretto tre anni fa, ti sei ingentilito? -

Wayne rise piano, lo vidi avvicinarsi a me fino a quando non sentii le sue labbra morbide sfiorarmi appena l'orecchio. Per poco non rabbrividii. - Se le buone maniere non ti piacciono, allora lasciatelo dire alla vecchia maniera: Vieni da me, ho voglia di scopare. -

- Sei sempre stato un uomo di classe. - dissi cercando di mostrare indifferenza. Ma dentro di me quelle parole continuavano a risuonare seducentemente. Porca puttana, Wes, lo hai beccato a letto con Celine! A letto con tua cugina e quella è stata l'ultima volta che l'hai visto. Lo ricordavo come se fosse ieri ...

- A te non sono mai piaciuti gli uomini di classe. - considerò quello prima di sfiorarmi il braccio con la mano. - andiamo, vieni ... aspetto il tuo ritorno da una vita, Wes ... -

Mi allontanai come se quel contatto mi avesse scottato, forse era stato davvero così. - E dovrai continuare ad aspettare per il resto della tua vita. Buona serata, Wayne. -

Quello rise, non credeva neanche lui alla serietà con cui avevo pronunciato quelle parole. - Ok, ok ... accetto la sconfitta per il momento, ma non credere che non tornerò alla carica con te. Ho sempre avuto un debole per gli uomini capricciosi ed infantili. -

- C'era anche un complimento sotto questi insulti? - chiesi, sollevando un sopracciglio.

- Non c'erano insulti nel mio complimento – aveva ancora quel dannato sorriso da bastardo impresso sul volto – ci si becca in giro, Wes. Fa il bravo e pensami ogni tanto. -

Lo vidi tornare dai suoi amici senza degnarmi ulteriormente di un'occhiata, mi sedetti tra Seth e Chris, furente di rabbia per quell'incontro che avrei voluto evitare per il resto della mia vita.

- Saresti dovuto andare con lui. - commentò Chris dietro il suo bicchiere di gin. - hai la faccia di uno che non vede l'ora di saltargli addosso ... e non per picchiarlo. -

- Abbiamo chiuso noi due. - dissi prontamente.

- Ah, davvero? Non si direbbe, vero Chris? - si intromise Seth.

- Non si direbbe che no ... hai più la faccia di uno che vorrebbe aprire qualcosa piuttosto che chiuderla, tipo la cerniera dei suoi jeans. - i due fratelli ridevano di me adesso, beh dovevo aver dato prova di una stupidità assurda quella sera, eppure avevo resistito quel tanto che bastava per concedermi altro tempo per pensare a ciò che avrei dovuto fare a quel punto.

- Perché non hai spiattellato la verità a Kevin? Celine l'ha fatta franca anche stavolta ... credevo che tu non lo volessi. - Seth mi fissava con attenzione dietro la sua birra.

Fu il mio turno di ridere. - Caro cugino, ho soltanto lasciato che l'agonia della coppia dell'anno si protragga ancora più a lungo ... pensa un po' come la prenderà Kevin quando capirà che Celine gli sta mentendo per tutto questo tempo. Sarà inglese ma non è stupido, le starà facendo il terzo grado in questo momento e lei da brava ragazza starà cercando di aggirare l'argomento in ogni modo possibile, forse perfino rifilandogli balle. -

Chris sbuffò – Perchè non li lasciate in pace? Sono già fin troppo tristi di loro come coppia, non credete sia una pena abbastanza grossa da scontare? -

- Beh, abbiamo soltanto un bel po' di stress da sfogare e quei due fanno proprio per noi. Dico bene, Seth? Sei ancora dentro? -

Il rosso rise, poi portò in alto il suo boccale di birra e lo avvicinò al mio, facendoli toccare. - Come sempre, cugino! -


NOTE DELLE AUTRICI: Salve ragazze,
Ed ecco a voi un nuovo capitolo!
Come va? Trascorso bene il week-end? Noi ci siamo subito messe a lavoro per voi :)
Speriamo che questo capitolo vi piaccia e che vi facciate sentire, anche voi che leggete silenziosamente ... non potete neppure immaginare quanto ci farebbe piacere sentire la vostra opinione su questa storia :)
Detto questo, torniamo al capitolo ... il capitolo dei cuori spezzati, potremmo definirlo! xD
Chi l'avrebbe mai detto che anche Wes fosse rimasto bruciato da qualcuno in passato? Ed ecco quel qualcuno ... Wayne che torna in città!
Si prevedono avvenimenti problematici, non solo per il bel biondo ma anche per i cugini!
Un bacio e grazie di tutto!
Vi ricordiamo che potete anche passare sulla pagina fb dedicata alla storia "The Wayright"


- BLACKSTEEL - 

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