The Wayright

By Blacksteel21

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I Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì ch... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
capitolo 4.
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
capitolo 54
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62
capitolo 63
capitolo 64
capitolo 65
capitolo 66
capitolo 67
capitolo 68
capitolo 69
capitolo 70
capitolo 71
capitolo 72
capitolo 73
capitolo 74
capitolo 75
capitolo 76
capitolo 77
capitolo 78
capitolo 79
capitolo 80
capitolo 81
capitolo 82
capitolo 83
capitolo 84
capitolo 85
capitolo 86
capitolo 87
capitolo 88
capitolo 89
capitolo 90
capitolo 91
Capitolo 92
capitolo 93
capitolo 94
EPILOGO

capitolo 13

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By Blacksteel21

Capitolo 13

"Esiste un nemico assoluto immutabile nel tempo? Non esiste una cosa del genere e non è mai esistita. Per il semplice motivo che i nostri nemici sono esseri umani come noi. Possono essere nostri nemici solo in senso relativo."
METAL GEAR SOLID

KEVIN

- Ke...v –

Sentivo Celine gemere e sussurrare il mio nome mentre io scendevo sempre più in basso spostando le mie labbra sulla sua pelle chiara. Le sue gambe avvolgevano i miei fianchi che si muovevano al ritmo dei suoi gemiti, sentii le sue unghie artigliarmi le spalle, mi piaceva. Mi sollevai ancora per baciarla con passione prima di accelerare le spinte, la sentii stringersi ancora di più a me in quel contatto così sconvolgente e caloroso.

Celine ed io stavamo insieme da due anni ormai. L'avevo conosciuta il secondo anno di College, la trovai bella, intelligente e terribilmente interessante. Il modo in cui mi sentivo quando stavo con lei, quella complicità che avevamo sempre avuto non doveva essere un caso. Mi faceva stare bene, per questo ero finito con lei, non so se fosse amore o semplicemente l'aver trovato un'anima affine, ma l'avevo accompagnata lì, perché sapevo che con me accanto non avrebbe avuto paura, avrebbe sempre potuto nascondersi fra le mie braccia, avrebbe sempre potuto fidarsi.

Mi sollevai dal suo corpo accaldato quanto il mio, ci scambiammo un altro lungo bacio prima che io mi sdraiassi accanto a lei, tra le lenzuola scomposte.

- Kev ... ti amo – mormorò al mio orecchio.

Catturai le sue labbra nelle mie, ma nonostante tutto quel pensiero opprimente era ancora lì. Continuavo a pensarci, a quel demonio dagli occhi grigi ... cosa mi aveva fatto? Scacciai con forza quel pensiero mentre riportavo la mia mente in quella stanza, il mio corpo non collaborò completamente però. Sentii una strana onda di eccitazione prendere possesso della mia mente e del mio corpo, mi sollevai immediatamente a sedere con gli occhi sgranati.

- Kevin? Che succede? – mi chiese turbata.

- Non è niente. - mentii.

No, non poteva farmi questo adesso, mi sollevai raccogliendo i vestiti rapidamente e indossandoli svelto, era meglio allontanarmi per un po', fare qualcosa per distrarmi. Uscii dalla camera guardingo, lo avevo evitato abilmente, mi ero assicurato di non rimanere più solo con lui dopo quello che era successo nel corridoio e ancora di più, dopo il terribile incubo che avevo fatto. Stavo perdendo la ragione, era evidente, e non potevo permettermelo, per un subdolo giochetto di Wes non avrei mai messo a repentaglio la mia storia con Celine, né la sua felicità, lei non meritava le sofferenze che lui era intenzionato ad infliggerle.

Con mia grande sorpresa la piscina sembrava deserta, era ora di pranzo effettivamente, l'intera famiglia forse era alle prese con i preparativi dei pasti. Mi infilai il costume pulito che era riposto nella cesta e mi diressi al bordo della vasca, forse un paio di bracciate mi avrebbero scacciato dalla testa tutti quei pensieri. Fu così che mi lanciai, giù nell'acqua fresca e limpida ed iniziai a nuotare il più veloce possibile, come a voler lasciare indietro tutto.

Resistetti per qualche vasca, poi arrivato nei pressi del bordo mi abbandonai colto da un'improvvisa stanchezza mentale, lasciai che il mio corpo galleggiasse leggero nell'acqua e chiusi gli occhi. Come c'ero finito in quella situazione? Quello che volevo davvero sapere era cosa potesse mai esserci dietro all'odio viscerale che alimentava quei due senza il quale io non sarei stato una specie ci bersaglio.

Ad un tratto sentii un tocco leggero, qualcosa mi sfiorò il petto, sgranai gli occhi irrigidendomi all'improvviso, fui di nuovo risucchiato dall'acqua mentre mi voltavo atterrito alla mia destra.

- Cristo ... – mormorai, era Seth.

Era seduto sul bordo della piscina, con le gambe immerse nell'acqua fino alle ginocchia, mi fissava con i suoi occhi profondi.

- Credevo fossi morto – mi disse con tono neutro – così ti ho scosso ... –

- No ..ehm ... sto bene – risposi uscendo dall'acqua e mettendomi a sedere accanto a lui.

- Ne sei sicuro? – mi chiese – hai l'aspetto di uno che sta tutt'altro che bene ... -

Io non seppi cosa rispondere e mi limitai a specchiarmi nell'acqua limpida di fronte a me.

- Avevi la faccia di uno che si aspettava di vedere qualcun altro al mio posto – mormorò poi vago, io mi voltai raggelato.

- Tu .. . –

- Non guardarmi con quella faccia! – rise - faccio paura anche a te? – mi schernì.

- Te lo dicono spesso? –

- Ma ... quasi tutti i miei parenti mi trovano inquietante – disse con naturalezza – ma non è di me che hai paura tu giusto? –

Abbassai lo sguardo fortemente a disagio – no – mi ritrovai a strofinarmi il viso con le mani – Wes mi sta distruggendo. –

- Cosa vuole da te? – avevo la sensazione che lui sapesse la risposta a quella domanda ed era inutile mentirgli.

- Lui ... ha ingaggiato una specie di lotta con Celine, vuole renderle la vita un inferno ... e sta mettendo anche me in mezzo ... – mormorai agitato.

A quel punto mi lanciò una lunga occhiata – E tu? Ti stai facendo coinvolgere? – il modo in cui me lo chiese mi rese di colpo ancora più ansioso.

Scossi forte la testa – no! Cristo Santo! –

Quello rise – cavolo è la prima volta che ti sento imprecare! –

- Seth ... - la mia espressione era seria – tu lo sai cosa c'è dietro? Sai perché lui fa questo? È ovvio che il suo unico scopo sia ferirla ... –

Fu lui questa volta a distogliere lo sguardo – ci sono tante cose dietro quei due ... tanti rancori, tu farai bene a non credere che lei sia del tutto innocente ... –

- Che vuoi dire con questo? Tu sai cos'è successo? Perché non me ne parli? – insistetti.

- Perché non sono io quello che dovrebbe farlo – fece una pausa - lascia che ti faccia io una domanda adesso – tagliò corto lui inchiodandomi con lo sguardo – se lui non lo stesse facendo per lei ... mettiamo caso che fosse soltanto per te ... che il suo fine e mezzo unico sarebbe la tua conquista ... tu che faresti?-

Quella domanda mi spiazzò, era ovvio fosse un'ipotesi, mi era stato chiarito da Wes stesso la ragione del suo improvviso interesse nei miei confronti eppure Seth sembrava vedere oltre, sembrava varcare altri tipi di porte.

- Cosa ti aspetti che ammetta esattamente Seth? – dissi con il tono più serio che riuscii a tirarmi fuori di bocca – io sono il ragazzo di Celine. –

Lui sorrise, come se avesse scorto qualcosa nei miei occhi – questa ... mio caro Kevin ... è la scusa più idiota che io abbia mai sentito, regge ancora nella tua testa? –

Mi sollevai a quel punto, quella discussione stava diventando rischiosa, come faceva ad essere così bravo a leggere dentro le persone?

- Non credo che tu debba venire da me a farmi la morale sulle storie d'amore Seth, non mi sembri il tipo giusto ... – rimbeccai acido.

- Oh, bene ti metti sulla difensiva adesso?- ridacchiò – se ti fa stare meglio prendertela con me fai pure. Ma conosco l'espressione che hai addosso Kevin, l'ho vista e l'ho vissuta, un paio di bracciate in questa piscina non risolveranno i tuoi casini. –

A quel punto abbassai lo sguardo – Cosa li risolverà allora? –

Si mise in piedi anche lui, portandosi indietro i capelli rossi con le mani, si fece sfuggire una risata mentre mi superava pronto a lasciare la stanza – ci ho preso non è vero? Ti è entrato in testa? Ti auguro buona fortuna allora, ti servirà! –

Detto questo se ne andò lasciandomi ancora una volta da solo, confuso più di prima e con nuove consapevolezze scomode con cui fare i conti. Cosa poteva mai aver dato inizio ad un odio di quelle dimensioni? Cosa avrebbe mai potuto giustificare tanta cattiveria? Qual'era il fine tanto grande da giustificare un mezzo simile? Mettere in ballo così le vite degli altri ...

CHRIS

Ero in fila ad attendere che mia madre venisse fuori dall'ufficio del Preside McFinning con la pagella di fine anno, mi sentivo piuttosto agitato. Non per i voti che sarebbero stati ottimi come sempre quanto per il trovarmi costretto tra quella massa di corpi che come me attendeva muovendo il piede ritmicamente o sbuffando di tanto in tanto.

Sbuffai anch'io, togliendomi di mezzo e incamminandomi verso l'uscita. Avrei aspettato mia madre lì, pensai, mentre puntavo lo sguardo sui miei compagni, qualcuno mi salutava di rimando, altri si facevano avanti con espressioni funeree sul volto, beh la maggior parte era soltanto felice di aver concluso anche quell'anno scolastico. Fu in quel momento che mia madre venne fuori, ma non era da sola.

Il signor Bradbury le stava camminando accanto, sembravano tutti intenti a parlare, soltanto un istante dopo notai che dietro di lui c'erano anche Tyler e Rachel. Automaticamente mi feci indietro come se allontanarmi di qualche passo dalla progenie del demonio avrebbe potuto cambiare le carte in gioco. Non fu così purtroppo.

- Chris! Sono qui, da questa parte! - mi chiamò mia madre notandomi subito. Cercai di evitare le occhiate furenti di Tyler quando mi fermai accanto al gruppo. I suoi occhi chiari erano glaciali, così come la sua postura tutt'altro che amichevole. Era alto quanto il padre ormai, un po' meno robusto ma sarebbe potuto passare benissimo per un Marine, notai. A quel punto decisi di non farmi ulteriormente male e feci finta di non notare Rachel, ferma accanto al fratello, di certo doveva avere perfino la sua stessa espressione omicida impressa sul volto.

- Ciao Chris! Ho incontrato casualmente tua madre e abbiamo convenuto che questa cena bisognerebbe proprio farla, è da troppo tempo che Wayright e Bradbury non si ritrovano tutti insieme! - iniziò il signor Bradbury con un sorriso accomodante sul volto diretto a me – se l'invito è ancora valido, ovviamente. -

Cazzo. Incontrai lo sguardo di mia madre che mi lanciò un'occhiata piuttosto perplessa, ma fu abilissima nel nasconderla un attimo dopo. - Ma certo! L'invito è sempre valido. Che ne dite per domani sera? Norman ha la giornata libera e a noi verrebbe benissimo ... -

- Nessun problema. E' perfetto! Mia moglie preparerà la sua buonissima sfoglia alla crema. Allora a domani! -

- A domani! -

Li guardammo andar via lungo il parcheggio affollato della scuola, soltanto quando furono ormai lontani mia madre mi osservò con espressione confusa sul volto.

- Perché li hai invitati? Luis ha detto che sei anche passato a casa loro l'altra mattina ... non credevo che tu e Tyler andaste d'accordo ... beh, sai anche quanto siamo incasinati in questo periodo, tra i cugini ed il resto ... -

- Oh, beh ... - biascicai, confuso – non volevo. E' che io ... -

- Ah, ho capito! - mia madre iniziò a sghignazzare piano e la cosa mi preoccupo' parecchio – è per Rachel! Ti piace! Non credevo fosse il tuo tipo, ma se le cose stanno così proveremo a fare una buona impressione! - poi mi fece l'occhiolino.

Cercai di trattenermi dal ridere – oh, mamma ... tu sì che ne sai una più del diavolo. -

- Anche tu a quanto pare. I professori vanno assolutamente matti per te, tuo padre ne sarà felice! Finalmente una buona notizia dopo il caos generato dalla morte del nonno ... - considerò mentre tirava fuori le chiavi dell'auto – devo passare a fare un po' di spesa, siamo in tanti ormai e il frigo si svuota ad una velocità pazzesca, vuoi venire con me? -

- No, ho un appuntamento. Un ragazzo ha letto i miei annunci in bacheca per le ripetizioni e a quanto pare ha bisogno di me per mettersi in pari con qualche materia per il prossimo anno. - dissi controllando l'orario. - E' tardi, devo andare a proposito! - Ero già in ritardo come sempre, così mi limitai a scioccare un bacio veloce sulla guancia di mia madre e correre come un pazzo verso il parco.

Mi piaceva correre, era come annullarsi nella velocità. Mi faceva sentire libero e irraggiungibile, inoltre era l'unica capacità atletica nella quale brillassi in modo particolare. Per poco non andai a sbattere contro il cancello del parco, frenai un istante dopo, gettandomi a capofitto tra bambini, cani e ragazzini vocianti. Il luogo di incontro era a qualche metro da dove mi trovavo, sotto la vecchia statua dedicata a Benjamin Franklin, ed anche il ragazzo doveva essere lì ormai. Era così. Vidi una testa chiara darmi le spalle, il mio nuovo allievo aveva deciso di sedersi sull'unica panchina libera della zona. Mi avvicinai, incontrando il suo viso adesso rivolto verso di me.

No. Non potevo crederci. Era lui ... il ragazzo figo che vedevo giocare a basket al campetto sotto casa. Per un attimo rimasi a fissare il suo viso perfetto, soffermandomi su quel sorriso che si stava aprendo proprio in quel momento, lo stesso sorriso che dedicava ai suoi compagni di squadra quando si rivolgeva a loro.

- Tu devi essere il mio tutor ... è così? - chiese sorridendo appena. Wow, era davvero muscoloso visto da vicino.

- In persona, Chris Wayright. - mi presentai una volta ripreso da quel momento di sorpresa e smarrimento – scusa per il ritardo, ero a scuola a prendere la pagella. - mi giustificai prima di allungare la mia mano verso la sua.

- Tranquillo! Anch'io ho perso tempo, sono arrivato da poco più di cinque minuti. Mi chiamo Lewis Noble e sono davvero nella merda. - si presentò scoppiando in una risata subito dopo.

Lewis. Avevo fantasticato un sacco sul suo nome, mi ritrovai a pensare, mentre continuavo a conversare come se niente fosse, rassicurandolo sulla sua situazione scolastica come meglio potevo. Lewis era un gran bel nome per un gran bel figo. Mi chiesi quand'è che la fortuna mi aveva mai baciato prima di quel pomeriggio, ma non importava il quando, tanto valeva godersi il momento finché c'era.

- E' per il College, non posso presentarmi con questi voti, benché stia puntando alla borsa di studio per atleti, a dire il vero ... - lo sapevo, era davvero bravo a basket da quel poco che ero riuscito a vedere tra una sbirciatina e l'altra. Anche se mi ero lasciato sviare dai suoi addominali tonici e perfetti.

- Sta tranquillo, vedrai che metteremo tutto a posto. Per quali materie ti serve la mia consulenza? - chiesi, sperando in cuor mio che fosse un disastro praticamente in tutto. Più lezioni uguale più tempo da passare insieme.

- Matematica e Fisica in primis, credo che dovresti anche darmi una mano con Inglese però ... - ammise con un'espressione sul viso che trovai carinissima. Sembrava un bambino smarrito adesso.

- Non c'è nessun problema, possiamo iniziare quando vuoi ... anche adesso. -

Lewis storse il naso e mise su un'aria dispiaciuta – Tra poco ho gli allenamenti di basket, mi dispiace. Ti va bene domani? Ho tutto il pomeriggio libero. Potremmo andare in biblioteca ... - propose sorridente.

Ed io che pensavo ad un luogo decisamente più intimo. - Anche a casa mia andrebbe bene se ti va. - gli diedi il mio indirizzo cercando di moderare le mie occhiate. E se fosse etero, Chris? Che farai? Cerca di non farti troppe illusioni ... è gentile e carino, ma non è detto che sia gay, anzi le probabilità sono piuttosto basse.

- Devo scappare! Ci vediamo domani allora! Grazie di tutto. - lo vidi andar via dopo avermi posato una semplice pacca sulla spalla.

Mi ritrovai a ridere piano mentre mi incamminavo verso casa. Il destino aveva fatto la sua parte, questo dovevo ammetterlo, adesso toccava a me investigare un po' sulla sua vita. Avevo un nome ed un cognome, fare da stalker al pc mi sembrava il modo di procedere più adatto in quel momento. Decisi che avrei fatto così, quando improvvisamente vidi una lunga ombra riflettersi sul marciapiede che dava sul vialetto di casa.

Rachel Bradbury mi fissava a braccia conserte e non appena mi fermai iniziò a camminare verso di me a passo svelto.

- No! Non ti avvicinare. Questa volta giuro che sarò io ad urlare se solo provi a fregarmi, testa di cazzo. - l'avvisai mantenendo una certa distanza da quella fotutta psicopatica.

Lei calò la testa, niente spavalderia in quel gesto, soltanto quello che mi parve dispiacere. Mi avvicinai di qualche passo, cercando di richiamare a me tutto il controllo che possedevo. Era soltanto una ragazza, non potevo trattarla in quel modo nonostante quello che mi aveva fatto passare di recente.

- Tutto bene? Senti, non volevo fare lo stronzo. Soltanto che mi hai fatto davvero incazzare e tutta quella roba che ti sei inventata mi ha causato un sacco di problemi. -

- Lo so, mi dispiace, Chris. Volevo chiederti scusa ... so che non ho alcun diritto nel pretendere qualcosa da te, ma ... tu mi piacevi e anche da parecchio tempo – Rachel si morse le labbra, sembrava tormentata – io mi sono sentita così in imbarazzo quando mi hai respinto, non avrei dovuto comportarmi in quel modo. Insomma, non posso piacere a tutti, no? -

Rachel Bradbury che faceva un'ammissione di colpe era davvero la cosa più assurda che avessi mai visto in diciassette anni di vita, sperai fosse sincera e che non avesse altre mire sotto quelle parole. Mi ritrovai a fissarla e non trovai spavalderia, soltanto gli occhi sinceri di una ragazzina in attesa che le parlassi.

- Ok, l'importante è che tu abbia spiegato a Terminator come stanno le cose realmente. Non voglio più dover temere di morire ogni volta che lo incrocio, certo ... Tyler mi vuole morto praticamente da una vita e l'unico motivo plausibile è che detesti il fatto che anch'io respiri ancora, ma preferirei comunque se tu non gli dessi altri motivi per prendersela con me. - chiarii subito.

- Non lo farò. E' tutto risolto da parte mia ... - la vidi sorridere appena, ormai era proprio davanti a me – allora siamo amici come prima? -

Amici? Io e lei? Non ricordavo che lo fossimo mai stati a dire il vero, ma preferii lasciarla perdere anche quella volta. Era meglio tenerla buona considerato il fratello che si ritrovava.

- Amici. - concordai.

- Allora vieni a casa mia – propose lei – mi annoio e tu sei divertente. -

-Come amico potrei anche venire ... - specificai subito, lei sorrise di rimando.

- Certo. Ho capito, tranquillo! Non sono il tuo tipo, ok? -

- Non è questo il punto ... il mio tipo è più ... beh, Mark Fawler del quinto anno ... - ammisi stupendo perfino me stesso per quello che mi ero lasciato sfuggire.

Rachel sgranò gli occhi, aveva compreso ciò che volevo farle capire e con mio grande stupore non fece alcun tipo di commento, si limitò a ridere forte, come se quella consapevolezza l'avesse in qualche modo sollevata. - Oh, capisco. Beh, vorrà dire che punteremo gli stessi ragazzi e faremo a gara su chi riuscirà a portarsene al letto il maggior numero! Andiamo adesso! -

Risi anch'io, quante sorprese quel pomeriggio, pensai, lasciandomi trascinare a casa Bradbury da Rachel che mi aveva stretto il braccio intorno alle spalle. Forse saremmo davvero potuti diventare dei buoni amici, dopotutto.


NOTE DELLE AUTRICI:
Eccoci qui con un nuovo aggiornamento nonostante la febbre stia per incombere sulla sottoscritta! Don't worry, ormai ci siamo tutte e due abituate!
Allora, inizio hot per Kevin, peccato che il pensiero di Wes continui a sfiorarlo ... mi verrebbe da citare una vecchia canzonaccia "IL COBRAAA NON E' UN SERPEEEENTEEEE ... " e qui mi fermerei >_< lascio a voi il resto xD
Beh, Chris si è ritrovato ad invitare il nemico a casa propria, è un po' Giufà il nostro piccolo Wayright, non siete d'accordo? Ne pensa una ma poi non si sa come ne combina molte altre >_<
Inoltre c'è questo incontro fortuito *-* beh, non aggiungeremo altro, evitiamo di spoilerare.
Ricordiamo di avere da qualche settimana una pagina fb dedicata alla nostra storia, basta inserire nella ricerca "The Wayright" per trovarla :)
Vi aspettiamo numerose e speriamo che vi facciate sentire per farci sapere come va :)
Grazie di tutto a tuttiiiii!!!!

- BLACKSTEEL -

ڪ5

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