The Wayright

By Blacksteel21

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I Wayright sono una famiglia grande quanto disomogenea, affari in sospeso e antichi rancori hanno fatto sì ch... More

Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
capitolo 4.
capitolo 6
capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
capitolo 54
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62
capitolo 63
capitolo 64
capitolo 65
capitolo 66
capitolo 67
capitolo 68
capitolo 69
capitolo 70
capitolo 71
capitolo 72
capitolo 73
capitolo 74
capitolo 75
capitolo 76
capitolo 77
capitolo 78
capitolo 79
capitolo 80
capitolo 81
capitolo 82
capitolo 83
capitolo 84
capitolo 85
capitolo 86
capitolo 87
capitolo 88
capitolo 89
capitolo 90
capitolo 91
Capitolo 92
capitolo 93
capitolo 94
EPILOGO

capitolo 5

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By Blacksteel21

Capitolo 5

"Il matto,l'amante e il poeta sono
tutti composti soltanto di fantasia."
WILLIAM SHAKESPEARE

WES

Il mattino mi apparve in tutta la sua gloriosa schifezza e in quel momento capii che alla fine anch'io avevo smaltito la sbronza. Mi portai la mano sul volto, nascondendomi gli occhi dai raggi di sole provenienti dalla finestra. Ero tornato a dormire dopo la bomba esplosa quella mattina, tutti sembravano così mattinieri in quella casa, come se nessuno fosse conscio di trovarsi finalmente in vacanza. Ma per quale motivo mi trovavo tra quella gente, mi chiesi? Perché mi ero lasciato convincere da Monica? Non mi importava molto dei Wayright, non li conoscevo neanche in fondo.

Fu con quelle domande pressanti che mi misi in piedi, cercai la poca roba che mi ero portato dietro e l'annusai. Era tutto sporco, mi servivano necessariamente dei vestiti nuovi. Sbuffai, indeciso se tornare a letto ancora una volta ad ignorare la triste realtà dei fatti quando la porta della stanza si aprì lentamente. Matt entrò dentro insieme al profumo di caffè e qualcosa di diverso.

- Buongiorno! - disse allegramente – sapevo che non saresti sceso a pranzare con gli altri così ti ho portato da mangiare. -

- Solo caffè. - dissi, lasciando da parte il piatto con dell'insalata e fette di tacchino e patate. I Wayright erano davvero dei porci affamati, pensai, scuotendo la testa. Soltanto un istante dopo notai un secondo piatto identico al mio – e quello? Pensavo che a te piacesse pranzare con tutta quella gente che ciarla e ti chiede di passargli qualcosa ... fa tanto famiglia americana felice ed unita. -

Matt evitò il mio sguardo e quella cosa non mi piacque. - Non è per me, sai ... l'ho preso per Nikolaj ... non si è fatto vedere in salone dopo questa mattina e nessuno sembrava aver pensato a lui ... -

- Così ci hai pensato tu. Evviva, evviva ... quando inizierai ad andare in giro con una tovaglia in testa? - gli chiesi bevendo un sorso generoso di caffé bollente.

- Una tovaglia in testa? -

- Come Madre Teresa di Calcutta! -

Matt scosse la testa - Perché devi essere sempre così scostante? - ribatté, serio e leggermente rosso in viso adesso.

- Per l'esatto motivo per cui tu devi essere sempre così accomodante. - lo guardai incontrando gli occhi chiari e brillanti di mio fratello - senti, Matty, che t'importa di quello? Lascia che siano i grandi a pensarci ... non ha nulla a che fare con noi. Non lo conosci nemmeno e poi è vero ... guarda caso si è fatto vedere al momento giusto per incassare. -

- Lo sai anche tu che non ci penseranno! Li hai sentiti stamattina, erano così furibondi! E poi non è colpa sua, non è qui per i soldi ... se ci parlassi anche solo tre secondi lo capiresti. -

- Hanno appena scoperto di avere un quarto fratello di cui erano completamente all'oscuro, Matt! Come pretendi che stiano, eh? - il mio tono era cresciuto incontrollabilmente. Sentivo una strana sensazione scottante al petto, una ferita che non era ancora guarita e di cui Matt non ne sapeva nulla ovviamente.

- Io sarei felice di accogliere un altro fratello ... -

- Tu non sai di cosa stai parlando. - ribattei, nervoso. - e adesso esci dalla mia stanza, ho delle cose da fare. -

Matt scosse la testa, sembrava piuttosto sconsolato ma non provavo pena per lui. Quel suo comportamento l'avrebbe fatto finire male. Accesi il pc che ero riuscito a prendere in prestito da Seth e non appena entrai nel mio account mi resi conto di aver dimenticato del tutto i fratelli Jacobs che nel frattempo mi avevano riempito di messaggi di posta ed e-mail. Stavo per richiudere tutto quanto e scendere in piscina quando il logo azzurro di Skype riempì lo sfondo del pc. Era Malìa.

- Era ora, brutto stronzo! - iniziò non appena accettai la videochiamata. Il suo viso era arrossato e decisamente poco amichevole – che cazzo di fine hai fatto, eh? -

- Ciao, dolcezza ... - dissi, sfoggiando il mio sorriso migliore.

- Dolcezza un cazzo, figlio di troia. - il dito medio di Ephram riempì l'intero schermo per qualche secondo, poi si accomodò accanto alla sorella ed entrambi presero a fissarmi male. - dove diavolo sei finito? Ti stiamo cercando senza sosta da due giorni! -

- Sono in California. Mio nonno è morto, ragazzi. Sono dovuto tornare a casa per il funerale. - spiegai assumendo un tono dimesso.

- Cazzo, mi dispiace ... però avresti potuto avvertirci, idiota di un Reed. Ci hai fatto preoccupare, credevamo che ti fosse successo qualcosa ... -

- Come un rapimento alieno ad esempio - aggiunse Ephram – beh, quando hai intenzione di tornare? Questa vacanza non è la stessa senza te. - i suoi occhi brillarono, stava sorridendo maliziosamente.

Risi anch'io, il mio amico lì sotto si stava svegliando. - Presto, stronzetti, molto presto. Abbiamo lasciato una certa questione in sospeso noi due, è così? -

Malìa rise forte – Pensavamo di risolverla qui ... - la vidi strizzare l'occhio in un gesto malizioso prima che Ephram la liberasse dalla canottiera. Era nuda. Del tutto e la cosa iniziava a stuzzicarmi parecchio.

Mi ritrovai a ridere di gioia. Quei due mi facevano impazzire. - Ok, la cosa si fa interessante ... ma hai ancora i pantaloncini, ti ricordo ... -

Infatti era la prima cosa positiva e divertente che mi fosse capitata da quando mi trovavo in quella parte dell'America, ovviamente non poteva durare. Un attimo dopo Seth entrò in stanza come un fulmine e senza aggiungere una sola parola si riprese il portatile chiudendolo sulla faccia sorpresa dei tuoi fratelli.

- Ma che cazzo!!! Stavo parlando con i miei amici! - mi lamentai, incazzato.

Seth fece spallucce. - Da quando in qua per parlare bisogna essere nudi? E poi mi serve, l'hai tenuto per tutta la mattina. Tempo scaduto. - disse quello prima di sparire dietro la porta e lasciare il passaggio libero ad un'altra persona con cui non avrei voluto avere a che fare in quel momento.

Mia madre mise su un'espressione scocciata. - Sei ancora in queste condizioni? Sono le due del pomeriggio, Weston. Fila a lavarti. I tuoi cugini sono giù in piscina a godersi la giornata, smettila di fare l'asociale e vai da loro. - mi rimbeccò con il suo fare aggressivo.

Sbuffai. - Quando ce ne potremo andare via da qui? -

- Non ancora. La questione del figlio illegittimo ha creato scompiglio. L'avvocato sta cercando di capire come proseguire a questo punto ... muoviti adesso. -

- Beh, io potrei pur sempre partire prima, no? In fin dei conti c'è Matt qui con te. -

Monica era furibonda, la mia proposto non doveva esserle piaciuta. - No. Serve anche la tua firma e anche se non fosse così ... devi stare con la tua famiglia. E' un momento delicato questo. E adesso muoviti, fila a lavarti. -

Mi limitai a marciare fuori dalla stanza, prendendo un paio di mutande dall'armadio di qualcuno dei miei cugini. Erano rosse e blu e sapevo per certo che mi sarei sentito molto Spiderman indossandole. Aprii un paio di porte a casaccio trovando altre stanze e parecchi saloni. Quella villa era mastodontica e caotica per chi come me non era abituato a destreggiarsi lungo corridoi smisurati e vasti. Finalmente trovai un bagno, c'era parecchio vapore. Qualcuno doveva averlo usato da poco, mi sfilai velocemente gli indumenti di dosso e senza indugiare scostai la tendina che dava sulla doccia.

La sorpresa fu enorme. Kevin rimase a bocca aperta mentre i suoi occhi scendevano dal mio viso al resto. Fu un'immagine veloce e sfuggente, i suoi capelli erano bagnati e pieni di shampoo, gli occhi chiari erano sgranati dallo shock ed il suo corpo decisamente muscoloso e sodo.

- ESCI SUBITO DA QUIIIIIIIIII!!!! IL BAGNO E' OCCUPATO! -

Quell'urlo mi fece sobbalzare, retrocedetti con lo sguardo ancora puntato dove fino a pochi istanti fa non erano ancora apparse due mani desiderose di nascondere ciò che potevano. Evitai una saponetta lanciatami contro spostandomi di lato, stavo ridendo. Il mio amico si era svegliato di nuovo e adesso Kevin doveva sapere ciò che pensavo di lui.

Lo vidi sbiancare prima di tirare con forza la tendina della doccia verso di lui.

- Vorrà dire che passerò più tardi, Kev. Buona continuazione. - lo lasciai urlante. Dovevo averlo traumatizzato a vita.

KEVIN

Quella mattina era cominciata in modo davvero bizzarro, forse non era la parola giusta, forse più che una bizzarria si trattava di una vera e propria bomba, uno scandalo familiare in piena regola e nessuno lì aveva alcuna voglia di gestirlo. Il pranzo si era consumato piuttosto serenamente anche perché il nuovo ospite aveva deciso di non farsi vivo dopo la sconvolgente scoperta, dandoci quasi l'impressione che si fosse trattato di un brutto sogno ormai passato. Ovviamente la serie di bizzarrie non si era conclusa, poco dopo avevo deciso di fare una doccia e inaspettatamente mi ero ritrovato non più da solo. Wes era entrato in casa e prima ancora che fossi riuscito a proferire anche una sola parola era piombato accanto a me. Quel ragazzo era davvero difficile da inquadrare, sembrava sul serio deciso a farmi smuovere i nervi e la sua reazione alla mia vista era stata parecchio esplicita.

Sospirai, la mia situazione ora non era di certo migliorata, Celine e gli altri suoi cugini avevano deciso di fare un tuffo in piscina e passare lì il pomeriggio, Wes aveva deciso di unirsi a noi. Se ne stava sdraiato su un materassino poco lontano dal bordo a sorseggiare quello che sembrava un semplice succo, ma probabilmente corretto con qualcosa di forte e ovviamente mi fissava. Diavolo se non lo faceva, nonostante gli occhiali da sole addosso riuscivo a vedere quelle pupille fisse su di me senza un minimo di riservatezza o discrezione.

- Non smette di fissarmi ... – sussurrai a Celine distesa accanto a me su una delle sdraio.

Lei lanciò un'occhiata al cugino che per tutta risposta non si scompose affatto – lascialo perdere – mi consigliò – vuole farci sentire fuori posto, lo ha sempre fatto con me. –

- Ma perché? – chiesi francamente interessato – è successo qualcosa tra voi due? –

Lei scosse le spalle – niente, è così e basta. Lascia perdere. –

Allora decisi di ignorarlo, era come un bambino capriccioso, probabilmente se non gli avessi prestato attenzione si sarebbe stancato di continuare a fare l'idiota. Ma mi sbagliavo, in realtà la mia noncuranza sembrò attirarlo ancora di più tanto che iniziò a chiamarmi a squarciagola.

- Keeeev! Ehi Keeeeev! -

- Cristo, non chiamarmi Kev, sono Kevin, non siamo amici. – risposi irritato.

- Ma davvero? – potevo vedere il suo sorriso malizioso aprirsi lentamente sul suo volto – ed io credevo che dopo il nostro momento intimo di stamattina ... sai ... ci fosse ormai una certa confidenza. - mi fece l'occhiolino.

Mi vennero i brividi a quel pensiero, tornare in quella stanza, quel vapore e poi i suoi occhi su di me, quello sguardo, mi aveva fissato come se fossi qualcosa di appetibile, un piatto buonissimo da divorare. Deglutii cercando di scacciare via quei pensieri.

- Senti ... è una voglia quella che hai vicino l'inguine? – domandò ancora con tono caldo sollevandosi gli occhiali da sole ed inchiodandomi ulteriormente con il suo sguardo malizioso.

- Wes smettila, lascialo stare adesso. – sbottò Celine in mio soccorso.

Quello rise ed io tornai a guardare altrove, nel disperato tentativo di instaurare una conversazione con qualcun altro. Poco lontano da me c'era il solitario Seth, immerso come sempre nell'osservare il suo cellulare con aria febbrile.

- Ehi Seth ... qualcosa non va?- chiesi vago per cercare di sviare la conversazione su quanto Wes avesse visto sotto la doccia.

Quello scosse le spalle in modo quasi sconsolato mentre ancora una volta la risata di cristallina di Wes si diffondeva nell'aria e attirava l'attenzione su di sé.

- Oh, non badare a lui. Il folle Seth è troppo innamorato per solcare i nostri stessi mari ... – buttò li attirando l'attenzione di tutti compreso il diretto interessato.

- Fatti i cazzi tuoi tu. – ringhiò quello.

- Ci ho preso eh? Com'è? Voglio una descrizione piccante della tua persona speciale! – rincarò – lo sa che sei pazzo? –

Seth sembrava a disagio ma a Wes non importava, niente sembrava importargli, era detestabile – Perché non lo lasci in pace? – mi intromisi, incazzato.

- Oh mio Dio, quanta cavalleria – ridacchiò – ti prego Seth, dimmi che non sfigura in confronto a Kev, insomma è dura battere uno così ... -

Il rosso parve un attimo stranito, sembrò riflettere attentamente e mi osservò per qualche secondo facendomi immediatamente pentire per averlo difeso – Scusa Wes ... non vorrai davvero dirmi che ti piacciono i tipi come lui? –

- Alto, biondo, fisico atletico, accento inglese ... - rifletté l'altro – direi un mix niente male – se la stava spassando era evidente, poi tornò al cugino e si fece pungente – perché non è il tuo tipo? –

- No – disse Seth secco – non mi piace quel tipo. –

La risposta zittì per un momento Wes, come del resto fece con gli altri muti presenti, sembravano tutti in attesa di una continuazione ma il rosso non aggiunse altro.

- Cioè? – insistette – Seth, esigo i dettagli! Come si chiama? Per essere più figo di Kev deve essere pazzesco! –

- Ma piantala! – sbottai esasperato, cercando di evitare lo sguardo scocciato di Celine.

Ad un tratto qualcosa accadde nel cellulare di Seth, il suo sguardo si accese e schizzò in piedi senza dire altro, fuggì lasciando la piscina e i presenti sbigottiti, suo fratello Chris sospirò.

- Siamo alle solite. – mormorò.

- Che gli è preso? – chiesi curioso.

- E' il suo ragazzo, fa sempre così, appena lo chiama lui corre –spiegò – poi sparisce per giorni, si fa i suoi comodi e Seth è... non so se esiste una parola per descrivere il suo stato - sembrava amareggiato –quello stronzo lo tratta di merda e sono già quattro anni che perde il suo tempo dietro quel tipo. –

- Cavolo – bisbigliò Wes – non avevo idea che il piccolo Seth fosse al guinzaglio ... e dire che è sempre stato un tipo così rabbioso e fuori controllo. Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, hai detto quattro anni? Allora l'ho conosciuto anch'io ... –

- Non so, non credo di averlo mai visto – commentò Chris – ma so che Seth è del tutto perso, tratta di merda chiunque ma quando si tratta di lui ... cazzo, cambia faccia, diventa ... non so. – il ragazzo parve frustrato da quella situazione.

- Scusa ma chi è? Insomma come si chiama? – chiesi.

- Beh ... non so ... credo si chiami Koll, ma non ne sono sicuro, l'ho sentito pronunciare il suo nome al telefono una volta – spiegò – Seth non l'ha mai portato qui e io non li ho mai visti insieme, non saprei dirti che aspetto abbia. Oltre il fatto che ha mandato a puttane il cervello di mio fratello. –

- Questo è strano ... – ammisi, Chris concordò.

- Sapete cos'altro è strano? – intervenne Wes – quei segni sul collo di Chris! –

Quello all'improvviso divenne rosso ed imbarazzato, per un attimo l'aria puerile che solitamente non lo accompagnava tornò a farsi vedere. – Lasciamo perdere. -

- Ha le unghiette affilate la gattina? – insistette ancora una volta l'altro.

- Non è una gattina, ma una leonessa e probabilmente entro un paio di ore finirò sbranato dal re della giungla ... - la sua voce tradiva pura disperazione.

- Che ti è successo? – domandò Celine adesso preoccupata.

Chris mise su un'espressione funerea – C'è una ragazza che si è presa una sorta di cotta per me, ma non fa per me ... oltre il fatto che è la sorella del tipo più fuori di testa di South Gate – spiegò – l'ho respinta, si è offesa e ora me la farà pagare ... se dice una parola a suo fratello sono morto. E lo farà ... raggiungerò nonno Richard, ragazzi ... –

Wes rise di gusto mentre io mi sollevai e diedi una pacca sulla spalla al povero Chris che ormai era inconsolabile, Celine stava andando a parlarci meglio, così mi infilai le ciabatte e mi allontanai dalla piscina.

- Dove vai? – mi chiese subito il mio tormento personale.

- In bagno, qualche problema? – risposi irritato.

- Vengo con te? – ribatté quello sempre più malizioso.

- Sei disgustoso Wes! – esclamai ad un passo da una crisi di nervi.

- Cara Celine ... quel tuo bel ragazzo finirò per rubartelo se continua ad essere tanto sexy e scostante ... –

Io rabbrividii, sentii Celine mandarlo al diavolo per poi tornare a parlare con Chris. Ero certo che lei non lo reputasse un vero pericolo, continuava a ripetermi che quel suo comportamento insopportabile e provocatorio era del tutto normale. Dal canto mio le avevo raccontato ciò che era successo nel bagno ma non tutti i dettagli, non quello sguardo famelico, non che le sue intenzioni erano reali. Wes sarebbe stata la fonte della mia disperazione per l'intera permanenza a South Gate, adesso ne ero certo.


NOTE DELLE AUTRICI: Carissime lettrici, rieccoci con un capitolo spumeggiante incentrato soprattutto su Kevin e Wes che ad una prima occhiata sembrano proprio agli antipodi. Ma la strada è ancora lunga e tutto potrebbe complicarsi ulteriormente. Credete che il nostro gentleman inglese riuscirà a sopportare le frecciatine impertinenti del nostro molto americano e molto malizioso Wes? O cederà?
Non vediamo l'ora di sapere cosa ne pensate del capitolo (anche del bel visin del povero Chris, si intende!)
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che hanno deciso di recensirci, leggerci, preferirci e tutto ciò che ne consegue. Grazie mille per il vostro supporto! :)

- BLACKSTEEL -

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