The Mistake [Z.M.]

By _Sabraa_

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- «Cosa vuoi da me?» sussurro, con la bile in gola. Lo guardo negli occhi, sono due pozzi profondi e bui, in... More

Regrets.
Punishment.
Scream it out.
Revenge.
Crazy.
Stitches.
Help.
Again.
Afraid.
Need U.
Who.
Don't Touch.
Respect.
Sorry.
Midnight.
Angel.
I can't.
Drug.
Higher level.
She.
One.
Too late.
Where?
Perfume.
Part of me.
Demons.
Fight.
Please.
Promise.
Save.
Don't see.
Tell me.
Illusion.
Eyes.
Epilogo; Always.

Prologo.

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By _Sabraa_


«Kevin, dai, ti prego, facci andare!» lo prega con voce lamentosa mia sorella.

«No, Zoe, non se ne parla. Non ci casco di nuovo, l'ultima volta che ti ho permesso di andare ad una festa del genere sei tornata completamente ubriaca e mezza nuda. E poi sei ancora in punizione per aver saltato la scuola più di una volta senza dirmi niente.» risponde mio fratello, irremovibile.

«Kevin! Ti prego, verrà anche Katie con me, mi controllerà lei. Pensa anche a lei, poi. Non esce da questa casa, oltre che per andare a scuola, da quando sei il nostro tutore.» ci prova ancora, inutilmente. Io continuo a stare seduta in un angolino aspettando che l'ennesimo litigio finisca. Da quando sono morti i miei due anni fa i miei fratelli non fanno altro che litigare. Kevin che ha 25 anni ed è diventato nostro tutore, cerca di tenerla a bada mentre mia sorella gemella diventa ogni giorno più ribelle e incontrollabile. Io, da parte mia, cerco di trovare un accordo tra i due, di mettere un po' di pace in quella casa, ma sfortunatamente non sempre ci riesco.

Quando iniziano ad urlare e a volare insulti, decido di andare in camera mia e leggere un libro. Di solito questo genere di discussioni finiscono nel giro di mezz'ora con un ultimo insulto da parte di mia sorella e la porta che sbatte.

E, anche questa volta, va come ho previsto.

Infatti, Zoe entra come una furia in camera da letto sbattendo la porta alle sue spalle.

«Non lo sopporto più! Chi si crede di essere?! Non è mio padre, non può decidere niente della mia vita!» urla camminando freneticamente nella stanza per poi buttarsi sul letto. Chiudo il libro, preparandomi alle solite lamentele post-litigio.

Resta in silenzio per un paio di secondi e poi si siede in mezzo al letto.

«Sai che ti dico? Ci andremmo lo stesso a quella dannatissima festa.» si alza e apre l'armadio cacciando vari vestiti, incurante della confusione che sta creando nella stanza.

«Zoe, ti prego, smettila. Kevin è stato fin troppo chiaro, tanto non volevo neanche andarci a quella stupida festa.» dico legando i capelli in un codino con un elastico.

«E dimmi, quando mai tu hai voglia di uscire?» mi guarda alzando un sopracciglio. Ricambio lo sguardo e poi sbuffo rendendomi conto che ha ragione.

«Da quando sono morti mamma e papà non fai altro che studiare, leggere e ascoltare musica. La devi smettere, sei giovane e bella e abbiamo solo 17 anni! Vivi finché puoi, Katie.» afferma e io ci penso su. Infondo ha ragione, è da tanto che non esco con amici, quei pochi che ho, o mi diverto un po'.

«Qual è il tuo piano?» chiedo e lei sorride, soddisfatta che le sue intenzioni siano riuscite.

«Lexy sicuramente a breve chiamerà Kevin con la sua solita voglia di cazzo serale, lui correrà dalla sua amata raccomandandoti di tenermi a bada e di chiamarlo se succede qualcosa, e tu, logicamente, mi coprirai e andremo entrambe alla festa. Per fortuna Kevin si fida di almeno una delle due.» dice, sicura che il suo piano non fallirà. In effetti Kevin si fida molto di me e non penserebbe mai che sto scappando con la mia gemella per andare ad una festa senza il suo consenso.

«Okay, potrebbe andare.» acconsento e lei inizia a battere le mani e a saltellare, contenta.

Ci metteremo nei guai, me lo sento.

Come previsto da Zoe, nostro fratello entra in camera dopo una mezz'oretta per avvisarci che uscirà e se ne va senza prima non avermi raccomandato di mantenere tutto sotto controllo.

Appena Kevin esce di casa, Zoe scatta dal letto e prende il vestito che ha deciso di mettersi e poi un altro.

«Ecco, questo potrebbe andare per te.» afferma lanciandomelo. Sbuffo e lo guardo notando che è abbastanza eccentrico. È aderente, corto, con lo scollo a cuore e le bretelle sottili.

«Zoe, devo andare ad una festa, non a prostituirmi, lo sai?» dico e lei alza gli occhi al cielo.

«Smettila di fare la puritana e indossalo.» mi istiga e io lo faccio, anche se con qualche lamento.

Subito dopo si occupa del trucco, accessori e scarpe per poi trascinarmi davanti allo specchio.

«Eh, che ne dici? Non siamo uno schianto?» afferma entusiasta e fiera di sé. Ridacchio per il suo modo di fare e guardo il nostro riflesso. A differenza delle altre volte, è difficile distinguerci. Di solito io sono quella spettinata, con poco trucco e vestiti sportivi mentre lei quella che anche alle cinque del mattino ha i capelli in ordine e un trucco perfetto. Invece questa volta...questa volta sembro la copia spiaccicata di mia sorella.

«Mi ringrazierai dopo, adesso dobbiamo andare. Stiamo facendo tardi.» dice prima di trascinarmi via.

«Hai intenzione di arrivarci a piedi?» chiedo, sarcastica.

«Veramente ho chiesto un passaggio.» sorride maliziosa e dopo neanche un secondo, una macchina rossa fiammante si ferma davanti a noi. Mi guarda eccitata per poi aprire la portiera, io mi limito a seguirla. Il conducente è un ragazzo della nostra scuola, uno dei più fighi e ambiti. –Una nuova conquista di mia sorella.- penso, alzando gli occhi al cielo.

«Ehi, stasera si che siete gemelle.» commenta strizzando l'occhio. Mi imbarazzo leggermente e mi sistemo sul sediolino prima che lui schizzi verso la festa.

Quando arriviamo una forte musica ci perfora i timpani mentre gente già ubriaca vomita davanti casa. guardo disgustata la scena di un ragazzo piegato a metà che caccia il troppo alcool bevuto e lo stomaco mi si contorce.

Prendiamo qualcosa da bere, ma non è che ingurgiti molto dal mio bicchiere.

Mia sorella, al contrario, si ubriaca e mi lascia per ballare con il tizio con cui siamo venuti in macchina.

Sbuffo e guardo il telefonino cercando di ignorare i vari commenti dei presenti che si chiedono chi delle due gemelle sia.

Decido di andare in bagno, ma a quanto pare è più un bordello che un orinatoio.

Mi sciacquo le mani e sospiro guardandomi nello specchio. Sarei dovuto restare a casa. Mi asciugo le mani e sento vibrare il telefono sul marmo. Lo prendo e leggo un messaggio da parte di mia sorella: "Sonno im giarfinods". Lo interpreto come un "sono in giardino" e prendo la borsa per recuperare Zoe ed andarmene di qui.

Quando esco dall'enorme casa, inizio a cercare Zoe ma non ne vedo neanche l'ombra. Decido di andare sul retro per vedere se è svenuta sull'erba, ma mi sorprendo nel non vedere nessuno. Forse questa parte della proprietà è troppo lontana da raggiungere per gli sbronzi che partecipano a questa festa.

Un venticello freddo mi colpisce le gambe e le braccia scoperte e incrocio queste ultime cercando di acquisire calore.

«C'è qualcuno?» dico ad alta voce, avanzando nel buio. Forse non è stata un'ottima idea venire qui. Socchiudo gli occhi cercando di scorgere la figura di mia sorella, ma niente. Sbuffo e decido di tornare verso l'entrata.

Improvvisamente non riesco a muovermi e una mano mi tappa la bocca impedendomi di urlare.

Il cuore mi galoppa nel petto e per un attimo spero che sia Zoe mentre mi fa uno dei suoi scherzi idioti.

Ma quando sento la presa stringersi intorno al mio busto e il respiro caldo sul collo, inizio a tremare.

Mi dimeno cercando di liberarmi, ma è inutile.

È troppo forte e non riesco né ad urlare né a staccarmi.

«Shh, stai tranquilla, non ti farò del male.» sussurra la voce roca del ragazzo. Un brivido percorre la mia colonna vertebrale e spalanco gli occhi dalla paura. «Non ancora.» continua con una voce profonda e a dir poco inquietante, ormai sono terrorizzata. Cerco di scappare, di liberarmi, di urlare, di reagire, ma è tutto inutile. Dopo vari tentativi di scivolare via, riesco a mordergli la mano e lui la sposta, per la sorpresa.

«Aiuto!» urlo sperando che qualcuno a quella festa senta la mia voce e sia abbastanza sobrio per salvarmi.

«Stai zitta!» ringhia il ragazzo per poi colpirmi la testa con non so cosa facendomi perdere i sensi.

Quando riapro gli occhi mi trovo su un letto, in una stanza buia e polverosa.

Provo a muovermi, ma sono ammanettata al letto.

Sento il sangue pulsarmi nelle vene e lo stomaco annodato mentre mi guardo attorno freneticamente cercando una via d'uscita, un modo per liberarmi, per scappare.

Sussulto quando la porta si apre, rivelando la figura di un ragazzo alto, longilineo, con carnagione ambrata, occhi profondi e capelli corvini: il mio rapitore.

«Ti prego, Ti prego, lasciami andare! Farò tutto quello che vuoi, ma lasciami andare, ti prego!» inizio a farneticare, presa dal panico. Un sorriso enigmatico si fa spazio sul suo viso e sento uno strano calore nello stomaco. Le lacrime scendono sulle mie guance e continuo a dimenarmi facendomi male i polsi con le manette. Sto per avere un attacco di panico.

«Non voglio morire, non voglio morire, non voglio morire.» blatero, «Non uccidermi ti prego.» lo guardo e lui si avvicina. Inizio a strisciare i piedi sulle lenzuola cercando stupidamente un modo per allontanarmi, un modo per indietreggiare.

Mi afferra il viso e il cuore mi si ferma per un istante, terrorizzato.

Mi guarda negli occhi, trasmettendomi una strana inquietudine.

«Smettila. Sai che non ti lascerò andare. Sai come sono, non mi arrendo facilmente ed è arrivato il momento di vendicarsi. Se proprio vuoi addolcire la situazione, pensa a quando ti legavo allo stesso modo e a come ti piaceva.» sorride in modo sudicio ed enigmatico.

Il petto mi si alza e abbassa velocemente mentre dei singhiozzi mi scompongono il petto e la gola mi brucia.

«Che c'è piccolina? Non ti piace più essere legata dal tuo papino?» dice accarezzandomi il volto.

«I-Io non ti conosco.» provo a parlare, cercando di fermare la crisi di panico che sto avendo. Non voglio perdere i sensi, non voglio che approfitti del mio stato di incoscienza, voglio vedere tutto quello che fa, voglio poter almeno provare a difendermi.

Ghigna, ma non sembra divertito, anzi.

La carezza si tramuta in uno schiaffo tanto forte da far voltare il mio viso.

Il pianto diventa più pesante, mi fa male il petto e sento il respiro corto.

Sale sul letto e posso sentire le molle cigolare ai miei lati.

«Guardami.» afferma, ma non ho né il coraggio né le forze per farlo. «Guardami ho detto!», urla e io sobbalzo.

Faccio come mi dice e lo fisso mentre è a cavalcioni del mio corpo.

Avvicina lentamente le dita al mio volto e io trattengo il respiro mentre altre lacrime amare rigano le mie guance.

Sposta una ciocca di capelli dalla mia fronte e asciuga una lacrima che brucia sulla pelle arrossata a causa del suo schiaffo.

«No, no, no, piccola. Non mi piace quando mi prendi in giro, okay?» soffia sulle mie labbra e io chiudo gli occhi. «Quante volte devo dirti che devi guardarmi?» dice ad un millimetro dalle mie labbra, tremo e apro gli occhi sforzandomi di non piangere.

«Cosa vuoi da me?» sussurro, con la bile in gola. Lo guardo negli occhi, sono due pozzi profondi e bui, indecifrabili.

Tremo e lui respira sulla mia bocca prima di prendermi il labbro inferiore tra i denti e tirarlo fuori. Il petto si abbassa e alza così velocemente, mi manca l'aria, credo di poter morire dalla paura.

Con le mani accarezza le mie braccia, lentamente e sensualmente facendomi ansimare. Infila le dita tra le mie ammanettate al letto. Lascia il mio labbro mentre io prego tutti gli dei affinché mi liberi e mi faccia tornare a casa, dai miei fratelli, al sicuro.

Infila inaspettatamente la lingua nella mia bocca e io spalanco gli occhi per poi iniziare a dimenarmi, ma più piango e cerco di staccarmi, più lui mi stringe le mani e mi morde la lingua facendomi sanguinare e lasciandomi in bocca un sapore metallico.

Quando finalmente si stacca dalle mie labbra, ormai sto piangendo a singhiozzi e ho meno fiato di prima. Mi guarda dritto negli occhi, si lecca le labbra e si riavvicina con un'espressione che mi fa accapponare la pelle.

«Vendicarmi.» risponde.




********

ED ECCOMI TORNATA!

Questa fanfiction come già detto prima è una riscrittura di una mia vecchia fanfiction. Ho deciso di riscriverla da capo facendola anche abbastanza diversa perchè era diciamo una buona idea ma era elaborata male in quanto avevo...tipo 13 anni o 14 quindi non mi ero abbastanza matura. Veramente è stata una delle prime questa. Comunque se volete accertarvi o fare un paragone la vecchia la trovare su efp sul profilo " Sarah_00".

Beh spero vi sia piaciuto e che siate tante tante a leggerlo *^*

No, okay, non vi assillo.

Un bacione! <3 xx

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