Eloise - Figlia di una schiava

By NonEsisteNome

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Quando sei una schiava, nulla è facile. Gestire la tua vita diventa tremendamente complicato, soprattutto qua... More

Prologo
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo VIII
Capitolo IX
Capitolo X
Capitolo XI
Capitolo XII
Capitolo XIII
Capitolo XIV
Capitolo XV
Capitolo XVI
Capitolo XVII
Capitolo XVIII
Capitolo XIX
Capitolo XX
Capitolo XXI
Capitolo XXII
Capitolo XXIII
Capitolo XXIV
Capitolo XXV
Capitolo XXVI
Capitolo XXVII
Capitolo XXVIII
Capitolo XXIX
Capitolo XXX
Capitolo XXXI
Capitolo XXXIII (Parte II)
Capitolo XXXIV
Capitolo XXXV
Capitolo XXXVI
Capitolo XXXVII
Capitolo XXXVIII
Capitolo XXXIX
Capitolo XL

Capitolo XXXII (Parte I)

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By NonEsisteNome

Il giorno del compleanno di Luke arrivò in fretta ed io fui costretta a tornare in quella casa che tanto mi aveva fatta penare. Quella casa che odiavo, che non avrei più voluto rivedere, ma che si ripresentò con tutti i suoi demoni e quei segreti che avevo sempre odiato più di ogni altra cosa al mondo.

Quando Agatha mi vide non disse nulla, né un "Bentornata", ma nemmeno un "Qui non sei la benvenuta". Dalla sua faccia traspariva solo una profonda apatia e un tremendo fastidio nei miei confronti, quello potevo notarlo. Mi guardò con indifferenza e passò oltre. Le sue aspettative non erano queste, io non dovevo essere viva e non dovevo essere lì.

«Madre» la chiamò Luke e lei si voltò appena «Ho impedito la sua morte, ora sarete contenta» e sorrise soddisfatto, noi avevamo vinto sì, ma ancora per poco. Lei non era una di quelle persone che amavano la sconfitta. Ero certa che avrebbe riconquistato la vittoria, in qualunque modo possibile.

Con quei tacchi che risuonavano per tutto l'ambiente, la donna andò via senza degnare il figlio di una risposta né di uno sguardo.

Il biondo, a sua volta, mi invitò a raggiungerlo in camera, dicendomi di avere una sorpresa per me. Era il suo compleanno, avrei dovuto fare io una sorpresa a lui eppure non avevo niente, niente di niente da regalargli se non tutto il mio amore.

Quando entrammo in camera si diresse direttamente verso l'armadio, lo aprì e ne estrasse un abito. «Questo è per te, vorrei che lo indossassi al mio compleanno» me lo mostrò. Era incantevole, un vestito troppo bello per i miei canoni, un qualcosa di meraviglioso che mai mi sarei immaginata di poter indossare, un giorno.

«Io... no, davvero, Luke, non mi sembra il caso» tentai di ribellarmi, non potevo accettare un tale regalo.

«L'ho comprato per te, Eloise» nel sentire quelle parole, rimasi un attimo paralizzata ad osservarlo. Aveva davvero acquistato per me un abito così bello? «Ti va di provarlo?»

Corsi ad abbracciarlo, senza pensarci su due volte e lui per un attimo rimase sorpreso, ma non m'importò. «Grazie... io davvero, sono senza parole» mi prese in braccio e mi baciò il viso e la fronte, mentre le lacrime per me ormai non avevano trovato più alcun ostacolo. Erano lacrime di gioia, di felicità, di certezza, la certezza di aver trovato la persona migliore al mondo. E non erano dovute a quello stupido vestito. Più i giorni passavano, più mi chiedevo come fosse possibile che proprio io avessi fatto breccia nel suo cuore, ammorbidendo l'animo duro di Luke Royalts.

Mi porse anche un paio di tacchi ed io indossai il tutto in una cabina nella quale lui si cambiava, all'interno della sua stanza. L'abito era verde bottiglia, scuro, tendente quasi al nero o al blu notte, era semplice, stretto in vita e poi si allargava con una gonna ampia: magnifico! Era rivestito da diverse file verticali di paillettes argento, che gli davano un effetto a dir poco fantastico, mentre un fiocco nero che mi stringeva la vita era legato all'altezza della schiena. Le scarpe alte mi rialzavano, mi davano una postura regale, quasi da Regina, tanto da farmi sentire importante. L'effetto finale era semplicemente perfetto!

Uscii lentamente mostrandomi a Luke e sorridendo impacciata. Il suo sguardo si posò su di me e le sue labbra si aprirono meravigliate. Probabilmente le mie guance assunsero una tonalità di rosso non ancora scoperta. «Non ho mai visto una donna più bella di te, sei una visione!» sorrisi ancora imbarazzata, era sempre in grado di farmi sentire bene «Sembri una principessa» mi afferrò a sé attirandomi per i fianchi e dandomi un profondo bacio sulle labbra «La mia principessa».

«Credo di sapere, adesso, che regalo farti per il compleanno» mormorai, finalmente lo avevo trovato. Era un regalo per entrambi a dire il vero, una cosa che mi era mancata e che desideravo con tutta me stessa.

Lui mi afferrò per la nuca e mi costrinse a guardarlo, ancora una volta mi incantai davanti a quei meravigliosi cristalli azzurri, gli leccai l'orecchino che portava al naso, era da tanto che volevo farlo. Lo rendeva così... sexy. «Amore, ti ho già detto che non c'è bisogno di nulla» sussurrò vicino al mio orecchio e fu allora che io lo baciai profondamente ed iniziai a sbottonare la camicetta che indossava. Luke capì al volo.

«Beh, però se si tratta di questo tipo di regalo» mi venne da ridere e lo feci, poi lui mi sbattè sul letto con la sua velocità e facemmo l'amore, per la prima volta, entrambi da vampiri.

Come commentare la seconda volta che mi diedi completamente a lui? Magnifica quanto la prima. Questa volta però il tutto era condito da una buona dose di passionalità, aggressività e ferocia, che rendeva il tutto ancora più interessante. Eravamo entrambi dei vampiri, i nostri ormoni erano in allerta, i sensi amplificati, le emozioni, ogni cosa, era maggiore, tanto da rendere me, imbestialita quasi quanto lui. Ma, nonostante quella volta ci fossimo lasciati andare senza ritegno, non mancarono le carezze, i baci e le dolcezze della volta precedente. Tanto per dimostrare che il nostro era amore, non sesso. Ed era di quello che entrambi avevamo bisogno.



•••



Era sera e ancora scombussolata me ne stavo in quella che fino a poco tempo prima era la mia stanza ad attendere che il compleanno cominciasse. Bernadette mi aveva riempita di complimenti sull'abito e mi aveva disposto i capelli ricci tutti da un lato e truccato il volto con il make up che mia madre aveva conservato. Non smetteva di dirmi quanto fossi splendida, quanto mia madre sarebbe stata orgogliosa di me. Diceva che ero una stella e che quella sera avrei brillato per davvero.

Poco dopo, la porta si aprì ed Agatha entrò nella mia stanza con un lungo vestito da sera nero, pomposo, ricco di strascichi e lungo, dotato finanche di guanti abbinati. Sulla testa indossava un cappello antico, era bello, ma forse esagerato per la serata, aveva un velo che le copriva gli occhi e una collana luminosa.

«Mio Dio Eloise, sei viva!» fece una risata isterica e sarcastica, ma a nessuna di noi venne da ridere e ci limitammo a guardarla male. Ci eravamo già incontrate, ma la battuta stupida ed assolutamente inutile prima di entrare in scena non poteva mancare. «Questo vestito non ti dona affatto tesoro, è davvero orrendo» commentò e si avvicinò a me. Tra le mani stringeva un bicchiere e in men che non si dica, senza che io potessi spostarmi o rendermene conto, mi versò tutto il suo contenuto sull'abito.

Urlai, vedendo ciò che aveva fatto, il mio vestito stava perdendo colore, era rovinato e non avrei mai potuto più utilizzarlo. Inevitabilmente mi venne da piangere. «Perché? Perché lo avete fatto?» protestai, urlando e piangendo. Ero disperata. Il magnifico abito che Luke aveva acquistato per me era ormai rovinato. Non so cosa Agatha mi avesse versato addosso, probabilmente si trattava di candeggina.

«Ti ho detto che era brutto, cara!» si aprì in una risata malefica e se ne andò, ma prima di uscire dalla stanza mi lanciò un ultimo avvertimento, con voce seria e dura «Tu, non verrai stasera, che sia chiaro!».

Quando se ne fu andata crollai a terra, reggendo la stoffa fra le mani e lasciandomi andare ad un pianto liberatorio. Bernadette si avvicinò a me e cercò di darmi conforto, ma non c'era nulla che potesse riparare ormai il guaio fatto. «Eloise, non piangere ti prego.»

«Io non capisco, Betty, non capisco!» urlai ormai istericamente, ero disperata «Perché lo ha fatto? Perché?»

«Ascoltami, Eloise. Tu sei una ragazza forte, non puoi abbatterti per un vestito e sopratutto non puoi mollare tutto perché quella donna ti ha rovinato l'abito», mi fissò per interminabili secondi, poi, mi afferrò la mano e mi invitò ad alzarmi, chissà perché non opposi resistenza, forse aveva ragione lei «Ormai il vestito è rovinato, non c'è più niente che possiamo fare» continuò ed io mi osservai nuovamente, il vestito di Luke non era più lo stesso «Però, tua madre ha lasciato un abito, nel suo armadio. Ha detto a me che quando tu avessi avuto bisogno di un vestito, io avrei dovuto dartelo». Non poteva essere vero. Mia madre aveva pensato a tutto, ad ogni cosa con attenzione e dedizione. Aveva davvero conservato un abito per me? «L'ha comprato qualche giorno prima di lasciarci, temeva che l'operazione non avrebbe funzionato e quindi ha voluto lasciarti un regalo.»

Improvvisamente mi sentii più in colpa del solito. Ed io, io cosa avevo fatto per lei, se non contribuire alla sua morte? Non meritavo la sua bontà e tutte le sue premure. Bernadette estrasse dall'armadio un abito, stretto per tutto il corpo, lungo fin sopra il ginocchio e blu notte, completamente blu. Anche le maniche erano lunghe. «Guarda, c'è qualcosa che non va, ma non temere, sono una maga delle forbici» commentò la donna più anziana, mentre io la guardavo accigliata «Aspettami un momento qui», aggiunse, poggiando poi l'abito sul letto ed entrando nella sua camera, lasciando però aperta la porta con la quale comunicavano le nostre stanze.

Quando tornò, fra le mani aveva un paio di forbici, non disse nulla, semplicemente si fiondò spedita sul vestito ed iniziò a tagliare, coprendomi la visuale. Non mi diede la possibilità di vedere il suo lavoro fin quando non fu completo. «Ecco fatto!», esordì infine, piuttosto soddisfatta del risultato «Indossalo».

Non me lo feci dire due volte, non avevo alcuna intenzione di perdermi il compleanno del mio vampiro preferito ed ero davvero in ritardo. Sicuramente Luke stava pensando che mi fossi tirata indietro, che non sarei andata. Ma nonostante la minaccia ricevuta, io non potevo assolutamente mancare.

L'abito mi calzava a pennello, si adattava perfettamente al mio corpo fasciandomelo come una seconda pelle, rendendomi incredibilmente sexy, ma per nulla volgare. E il dettaglio che aveva aggiunto Bernadette era a dir poco fantastico. Aveva completamente tagliato una manica, sì da renderlo un monospalla con una sola manica lunga. I tacchi non erano rovinati e adesso che ero un vampiro riuscivo a calzarli alla perfezione, mantenendo una postura a dir poco perfetta.

La donna mi guardò, mi invitò a fare una piroetta, mi lisciò l'abito sulle gambe e sulla pancia. «Sei bellissima, ragazza mia!», commentò alla fine, osservandomi con un certo sorriso soddisfatto. Beh, dovevo ammetterlo, aveva fatto davvero un ottimo lavoro. «Quanto vorrei avere il tuo fisico, mi raccomando, vedi di splendere questa sera!»

E senza darmi nemmeno il tempo di rispondere, mi portò i capelli tutti da un lato, come li aveva sistemati all'inizio e poi mi spinse verso l'uscita. Prima di varcare la soglia della porta mi bloccai un attimo, rivolgendole un ultimo sguardo «Aspetta, Betty».

«Avanti, cara, sei davvero in rit...-»

«Grazie, grazie mille!» la abbracciai e per un attimo in lei ritrovai mia madre. D'altronde era la nonna che non avevo mai avuto, mi aveva aiutata e assistita in tutte le situazioni ed anche quel giorno aveva fatto la sua grande parte.

«Non dirlo nemmeno, è quello che avrebbe fatto tua madre» rispose con un sorriso, che le ingrossò le guance già paffute di loro «Ora va', ti prego».

Sì, era arrivato davvero il momento di andare. «E tu, non vieni?», domandai prima.

«Oh, no, bambola, queste feste non fanno proprio per me», a quel punto la salutai e le stampai un bacio sulla guancia, era più bassa di me, sopratutto adesso che io avevo tacchi. Dio, se mi ricordava mia madre, la sua bontà, la sua gentilezza e tutti i pregi che tanto amavo.




Quando feci il mio ingresso in giardino, dove si stava tenendo la festa per il compleanno del signorino, mi ritrovai diversi occhi puntati addosso. Primi fra tutti, avevo gli sguardi di Agatha e Odette, sguardi maligni, accigliati. Si scambiarono un'occhiata veloce, probabilmente per constatare che i loro piani erano andati in fumo e capire cosa potesse essere andato storto.

In ogni caso, la vampira rossa approfittò del momento per strusciarsi ancora di più contro il suo futuro sposo, gli prese il braccio e cominciò ad avvicinarsi al suo viso pericolosamente, fin quando Luke, imbambolato a guardare me, non la scacciò con un veloce gesto della mano. Potei notare la delusione e la rabbia dipinte sul volto di Odette, poi gli occhi del vampiro biondo si concentrarono completamente su di me e potei notare che era davvero contento di vedermi. Si aprì in un largo sorriso ed anch'io ricambiai sorridendo appena. Poi lasciò il braccio della vampira dai capelli rossi e cominciò ad avanzare verso di me. Lei lo guardò in cagnesco e gli andò dietro, cercando di richiamarlo, ma lui non la degnò della minima attenzione.

Luke si fermò solo dopo essere arrivato di fronte a me, mi prese una mano e se la portò alle labbra. «Non credevo saresti venuta» mormorò «Sei incantevole!», si complimentò in seguito. Credevo che avrebbe dato di matto, vedendo che non avevo indossato il vestito che mi aveva regalato, invece la sua reazione fu del tutto positiva e mi fece sorgere un altro sorriso.

«Scusa, piccolo incidente di percorso», ribattei quasi sarcastica «O direi regalo di Agatha, chiamalo come preferisci».

«Ti ha regalato questo vestito?» mi domandò piuttosto sorpreso. Dicono che ogni mamma conosce i suoi polli e lo stesso dovrebbe valere per i figli, ma più andavamo avanti, più mi rendevo conto che Luke non conosceva affatto sua madre.

«Oh, sì, certo, in un meraviglioso e sontuoso pacco con tanto di lettera correlata!» esclamai, quasi innervosita, concludendo il mio sfogo con una risata isterica. Come poteva essere sempre così poco perspicace?

«Qualcosa mi dice che le cose non sono andate esattamente così.»

«Ma no, cosa te lo fa pensare?» adesso dalla mia voce traspariva un'ironia carica di fastidio «Diciamo che dopo avermi rovinato il tuo meraviglioso regalo, avvertendomi di non partecipare al compleanno, ho dovuto indossare questo abito altrettanto stupendo. Un regalo della mia, di madre. Sai, quella donna meravigliosa che qualcuno ha ucciso!» alzai di colpo la voce, nel vedere Odette comparire alle spalle del biondo. Mi resi conto che da quando ero diventata un vampiro, le parole uscivano dalla mia bocca senza che io potessi fermarle ed anche i miei gesti e le mie azioni, erano più impulsivi del solito.

«Amore, ci cercano di là, vogliono parlare con i futuri sposi», quella sì che era una stronza patentata, quanto avrei voluto ucciderla con le mie stesse mani! «Oh, Eloise, qualcosa non va?» aggiunse poi, guardandomi con una tale cattiveria, da costringermi a stringere le nocche tanto da farle diventare bianche, a furia di trattenere una rabbia che avrebbe spazzato via tutti gli invitati.

«Va tutto benissimo», risposi sorridendo, un sorriso talmente falso che però mi sforzai di rendere credibile «Adesso, con permesso» andai via, prima che fossero loro a lasciarmi lì, facendomi apparire come una grande stupida.

Sentii, grazie al mio udito, Luke e Odette parlare tra di loro. «Amore, ma gli schiavi non dovrebbero lavorare, questa sera?» domandò lei con voce talmente civettuola che tutte le mie budella si contorsero più volte su loro stesse.

«È una mia scelta» rispose lui con apatia. E continuarono con una serie di battute botta e risposta, nelle quali lei mi accusava e lui mi difendeva appena, sempre però con indifferenza.

Nel frattempo io, sempre più nervosa, decisi di lanciarmi sugli alcolici, afferrando un cocktail e bevendolo tutto d'un sorso, continuando così con altri tre bicchieri. Non avevo mai assaporato l'alcol, ma forse la mia nuova natura mi aveva spinta nella sfera del proibito e l'avevo trovato delizioso!

«Ehi, ehi, vacci piano» sentii alle mie spalle, mi spaventai, ma quando vidi James ancora una volta non potei far a meno di scoppiare in una risata.

«Ma ti diverti a comparire all'improvviso, facendomi spaventare?» lo accusai, portandomi un altro bicchiere alla bocca e offrendone uno anche a lui.

Il vampiro ridacchiò e mi invitò con una mano ad allontanarmi dal tavolo degli alcolici. «Così li finirai tutti», disse indicando i bicchieri e ignorando il mio rimprovero «E ti rovinerai anche il fegato», aggiunse, facendomi ridere di nuovo.

«Sono un vampiro, adesso.»

«Oh, beh, non vorrei doverti portare di peso in camera questa sera, ubriaca e imbottita di super alcolici come una spugna», affermò sarcastico, sfilandomi il bicchiere mezzo pieno dalle mani.

«Ma tu proprio che dimentichi ciò che sono, adesso?»

«Lo so bene, fiorellino» il vizio di chiamarmi in quel modo non l'aveva perso, ma all'improvviso non mi dava più fastidio, lo accettavo «Ma non mi sembra la soluzione migliore ai tuoi mali.»

Arrossii, aveva capito, di nuovo. Odiavo quando le persone si accorgevano che qualcosa non andava. «Oh, nessun male, io sto magnificamente, non vedi?» e feci una piroetta su me stessa, ma così gli diedi soltanto modo di ammirare tutte le forme che quel vestito stretto riusciva a mettermi in risalto.

«Oh, sì, che lo vedo fiorellino... questo vestito ti sta una meraviglia» si complimentò, afferrandomi un braccio e facendomi fare un'altra piroetta alla quale non mi ribellai. «Mi concedi questo ballo?» mi domandò poi, con voce calda e sensuale.

James sapeva farci, possedeva una bravura quasi superiore a quella di Luke. Ho detto quasi, perché il biondo era incredibilmente sexy e se voleva, ti faceva cadere nelle sue grinfie con il semplice schiocco delle dita. Eppure, il vampiro dai capelli scuri, era dotato di un fascino incredibile e anche se in parte lo odiavo, non potei rifiutarmi, in fondo la sua compagnia non mi dispiaceva affatto.

Le sue mani si posarono sui miei fianchi, mentre io incrociai le mie braccia dietro la sua nuca e cominciammo a volteggiare, mentre lui cercava di avvicinarsi a me sempre di più, fin quando il suo fiato non arrivò a solleticarmi il collo. «Allora, mi vuoi dire cosa c'è che non va?»

Lo costrinsi ad alzare la testa e con lo sguardo indicai Luke e Odette, un po' più distanti da noi, intenti a parlare con degli uomini che avevano tutta l'aria di essere persone colte e importanti. James sbuffò. «Ah, qualcosa mi dice che c'entra sempre lui. Non è vero?»

«Già», mormorai afflitta, chinando il capo che lui mi obbligò a risollevare. Aveva la mania del controllo, dunque doveva per forza guardare una persona negli occhi mentre le parlava.

«E dimmi, cos'è successo questa volta?»

A dire il vero, non era fondata la mia tristezza, erano tutte cose che sapevo già. «Nulla di nuovo», ammisi sconfitta e sconsolata «lui dice di amarmi, eppure sta con quella... perché deve. E perché non la manda a quel paese e si libera di lei e della madre una volta per tutte? Perché non caccia quelle cosiddette cose dette... palle?» non so dove trovai tutta quella sfacciataggine, probabilmente davanti a Luke non avrei mai detto cose del genere «Perché non fa... l'uomo?» aggiunsi infine sprezzante «Perché vuole proteggermi, certo, ma non ha capito che io non voglio. A me basta semplicemente... lui», conclusi amareggiata «Ma so che è chiedere troppo».

«Sai cosa ti dico Eloise?»

«Cosa?» domandai, rapita dalle sue labbra che si muovevano in maniera sinuosa ad ogni parola.

«Che se vuoi ottenere qualcosa, devi correre a prenderla. Parla con Luke.»

Annuii, già, forse avrei dovuto farlo, forse quella era la soluzione più adatta. «Sì, credo tu abbia ragione.»

«Ma adesso, vuoi sapere un'altra cosa?»

Ridacchiai. «Avanti, spara.»

«Potrebbe non piacerti, fiorellino» mi avvertì lui e forse avrei dovuto ascoltarlo e allontanarmi.

«Oh, tranquillo, sono pronta a tutto» risposi invece con una risata, sorridendo di nuovo e lasciandomi andare ad un'altra piroetta.

«Vorrei baciarti e rendere impure le tue candide e delicate labbra, cosa che avrei dovuto fare già da un po'. Adesso so di non avere freni.»

E prima che io potessi ribellarmi, dire qualcosa o scacciarlo, mi ritrovai le sue labbra incollate alle mie, coinvolta in un bacio che era tutto fuorché casto.






ANGOLO AUTRICE

Eh beh, per chi è #team James adesso starà esultando di gioia, no? Sembra che debba esserci sempre qualcuno in mezzo, Odette, Agatha, Logan e ora anche James. Chissà quando avranno un po' di pace quei due!

Ho dovuto dividere il capitolo perché sarà un compleanno piuttosto lungo, probabilmente le parti saranno due o tre, ancora non lo so.

So che vi avevo promesso Bernadette, ma ho dovuto postare la foto di Eloise e Luke per forza, qui indossa il vestito del compleanno. La prossima sarà di Bernadette, ve lo prometto.

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