Il tuor era finito e io stavo comodamente seduto sul divano bianco a vedere le repliche di American Horror Story.
In pomeriggio ero organizzato con Michael per vederci a casa mia per le solite mangiate.
Verso le 4:00 pm sentì il campanello suonare, così convinto fosse Michael, andai ad aprire.
Mi trovai davanti un uomo in divisa.
-Salve, cosa posso fare per lei?-
Il signore si giró.
-Salve, Sig.Hemmings?-
Annuì.
-Bhe.. io sono un'assistente sociale, mi chiamo Dave.-
-Ma io non ho minorenni in casa.. e ho diciannove anni.-
-Infatti.. em.. è difficile da spiegare. Lei ha una figlia.-
Sbottó subito.
-Cos..Senta, se mi sta prendendo per il culo.. non è affatto divertente.-
L'uomo si passó una mano trai capelli frustato.
-Senta. Io non sono qui per raccontare cazzate al primo ragazzo che passa. Sa che la signorina Elly è venuta a mancare..-
Eccome se lo sapevo. La mia piccola... morta in un incidente stradale.
-Si.. purtoppo questo lo so ma.. io non ho mai saputo di avere una figlia.-
-Bhe.. lei è libero di venire a prenderla oggi pomeriggio verso le 5:30 pm. Si ricordi; la volontà della signorina Elly era quella di dare in custodia sua figlia a lei.-
Rimasi a bocca asciutta.
-Vedró di esserci. Grazie mille Dave.-
Il signore salutó e dopo
aver raggiunto la sua auto, ci salì e accese il motore.
Vidi Michael comparire da dietro quest'ultimo con un cartone di pizza in mano e una faccia sconvolta.
-Bhe?-
-Entra.-
Lo feci entrare e si sedette sul divano.
-Parla.-
-Ti ricordi di Elly?-
Lui sbiancó subito in viso.
-Ovvio che me le ricordo. Ma che c'entra?-
-Oh bhe, sai, ho una figlia di cui non sapavo neanche l'esistenza.-
Sbottai facendo spaventare il ragazzo davanti a me.
-Amico, mi spiace.-
Scossi la testa.
-Più tardi, verso le cinque la vado a prendere.. Ma cazzo. Ho solo diciannove fottuti anni!-
L'oretta emmezza passó molto velocemente. Tra Michael che mangiava pizza e io che mi torturavo dal nervosismo, fantastico.
-Vuoi che venga con te?-
Feci di no con la testa, salutai Michael e mi diressi all'unico orfanotrofio in città.
Il tragitto duró venti minuti. Venti fottuti minuti.
Tutto così fottutamente fottuto.
Scesi dalla macchina e mi diressi verso gli uffici.
Passando per il cortile vidi bambini giocare a palla e bambine con le bambole o le corde.
-Sig.Hemmings? Prego si accomodi.-
Mi sorrise un'anziana.
-Mh.. credo sappia gia perchè lei è qui.-
Io annuì.
-Bene.. è pronto a vederla? A conoscerla?-
Sono fottutamen.. cazzo dico. Non sono pronto.
-Certo.-
Certo, come no.
L'anziana sorrise.
-Bene allora venga con me.-
La seguì per il corridoio e lei inizió a parlare.
-Sà.. Sua figlia è speciale, forse più di tutti.-
-Hm? Come mai?-
La signora si fermó davanti ad una porta.
-Giudichi lei.-
Disse afferrando la maniglia.
Avevo il cuore in gola, il sangue del mio sangue era dietro quella porta.
E poi la vidi.
Lei era seduta sul letto, ci dava le spalle.
Guardava fuori, guardava i bambini che giocavano e lei aveva semplicemente un libro e un peluche davanti.
Era davvero speciale.
-Tesoro, hai visite.-
La bambina si giró.
Scese dal letto con in mano il suo peluche.
Era bellissima.
Una piccola bambina bionda, con occhi azzurri.
Mi avvicinai a lei abbassandomi alla sua altezza.
Aveva lo stesso sguardo di Elly.
-Ciao.-
Sorrisi io.
-Ciao.-
Sorrise lei.
-Sig. Finder, Chi è questo signore?-
Mi fece male il cuore, ma non avevo scusanti. Non ci sono stato per i suoi primi anni di vita.. ovvio che non mi conosce.
-Piccola, lui e tuo padre.-
Le cadde il peluche.
Io sorrisi avvicinandomi.
Gli accarezzai la guancia.
La guardai bene.
Era.. magra.
-Quanti anni hai?-
Gli toccai il nasino.
-Um.. cinque.-
Sorrise lei.
Mi alzai avvicinandomi all'anziana.
-Ma non è.. bhe si
insomma.. troppo magra.. per avere solo cinque anni?-
Lei sospiró.
-Lei soffre di anoressia. Ecco perchè è speciale.-
Un tonfo al cuore si fece spazio io me. Piccola mia.
La bambina spostó il suo sguardo verso il basso.
-Bhe, piccola prepara le valige. E lei sig.Hemmings venga. Deve firmare dei fogli.-
Salutai la piccola davanti a me.
Mi diressi in ufficio e firmai tutti i fogli.
Andai a prendere la piccola, ma un attimo, come si chiamava?
-Bhe tesoro, prenditi cura di te.-
La salutó l'anziana.
Io finì di caricare le due valige, poche.
Salimmo in macchina e la misi affianco a me.
-Bene piccoletta. Come ti chiami?-
-Blue, tu?-
Disse stringendo il suo peluche.
-Luke.-
La piccola era semplicemente bellissima. Il suo vestitino bianco le stava a pennello.
Ogni tanto le davo un'occhiata, ma vederla così serena mentre dormiva con il suo peluche, mi riscaldava il cuore.
Arrivammo a casa.
Scaricai le valige nella stanza accanto alla mia.
Mi porsi verso la piccola e carcai di svegliarla.
-Blue.. sveglia piccola.-
La visone più bella che abbia mai visto.
Aprì un'occhio dopo l'altro, sfregandoseli con le mani. La presi in braccio, non pesava niente.
Lo portai in casa, la misi sul divano e vedendo che erano le 7:00 pm mi porsi tante domande. Cosa mangierà?
-Piccola, cosa vuoi mangiare?-
-Mm.. niente grazie.-
Come nulla?
-Sei piccola ,Blue, Hai bisogno di mangiare.-
Gli accarezzai le guance.
-Magari un tè con dei biscotti?-
Lei annuì.
Mi alzai e mi diressi verso la cucina quando delle manine non mi bloccarono la gamba.
Mi girai vedendo la minuscola bambina che mi arrivava poco più di metà gamba.
-Luke.. posso chiamarti papà?-
Commosso la presi in braccio.
-Ovvio piccola.-
Le diedi un bacio sulla guancia e vidi ancora quel peluche.
-Ma non ti scolli mai da quel peluche?-
Dissi ridendo prendendo una tazzina.
-Mh.. no. Questo era della mia mamma.-
Lo riconobbi.
-Me lo aveva dato mamma il giorno prima che andasse in cielo. Dice che gliel'ha dato una persona che amava tanto.-
"Eravamo ad un Luna Park. Elly aveva visto un pupazzo come premio.. e lo voleva. Così giocai e glielo ragalai. Era un semplice peluche, ma lei appena lo vide.. se ne innamorò."
-Capisco.. come si chiama?-
La bambina rimase di stucco.
-Non ha un nome.-
Si mise a pensare.
-Che ne dici di pinguino?-
Disse lei.
-Cazzo ma sei un genio.-
Mi diede uno schiaffetto sulla gamba.
-Ehi ehi, per cos'era questo?-
-Non si dicono le brutte parole.-
Accidenti.
-Scusa, hai ragione. Comunque.. deduco che il pinguino sia il tuo animale preferito.-
Lei annuì.
-Sai è anche il mio.-
Finì di bollire l'acqua quando bussarono alla porta.
Andai ad aprire.
-Hei ragazzi!-
Salutai i tre idioti.
-Papà, chi sono loro?-
Una testolina bionda sbucó da dietro di me.
-Papà?-
Ripeterono Calum e Ashton.
-Già, papà.-
Guardai Michael.
-Michael, Luke. Che succede?-
Chiese Calum preoccupato.
-Nulla. Luke ha una figlia.-
-E brutto babbano, tu lo sapevi e non hai detto nulla?!-
Urló Ashton.
Presi in braccio la piccola.
-Blue, saluta.-
Dissi dandogli un bacino sul nasino.
-Ciao.-
Sorrise. Aveva una vocina tenera.
-Ciao piccola. Io sono lo zio Michael. Loro sono Nonno Ashton e Nonno Calum.-
Disse Michael.
-Un attimo. Questo è un modo carino per dire che siamo vecchi?-
Disse Calum.
-In un certo senso.-
Disse Michael ridendo.
-Comunque, ciao bellissima. Io sono Calum e lui Ashton, e non siamo i tuoi nonni vecchi.-
Guardó male Michael.
Lei sorrise.
-Entrate, tanto è come se viveste qui.-
Loro si sedettero sul divano e io andai in cucina. Sentivo sghignazzare quei cretini.
-Allora principessa. Quanti anni hai?-
Sentii dire da Michael.
-Cinque.-
-Pasticcino!-
Urló Ashton.
-Hei ehi.-
Dissi con la tazzina in mano.
-Il mio pasticcino.-
Disse Ashton abbracciandola forte.
O mio dio.