17 Black (Italian Translation)

By larryshugs_

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Quando lo sfacciato e testardo Louis Tomlinson, stella del calcio del liceo, incontra il suo nuovo allenatore... More

17 Black
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By larryshugs_

Il ginocchio di Louis non era messo bene, ed era così storto che non era nemmeno sicuro se poteva chiamarlo ginocchio. E poi, era seduto nel sedile del passeggero della macchina di Harry. Di nuovo. Per la seconda volta in una settimana. Non poteva fare altro che chiedersi, perché si trovava in questa posizione? Perché doveva essere l'unico ad avere un attraente allenatore di calcio, ed essere picchiato e ferito per tutto il tempo perché gay e finisce per ritrovarsi seduto nella macchina del suo coach sulla strada verso casa sua-- cosa strana dato che è alle superiori e non dovrebbe possedere un appartamento, ma i suoi genitori lo hanno cacciato di casa e quindi doveva--? Cosa diavolo era successo alla sua vita per essere messo in quella situazione?

Era perché era gay. Sapeva che era per questo motivo. Perché se lui non fosse stato gay, i suoi genitori non lo avrebbero cacciato di casa quando aveva fatto coming out a diciotto anni. E non avrebbe detto ad Harry che lo trovava attraente e non lo avrebbe fissato completamente estasiato quando aveva incominciato a muovere le sue rosee, morbide labbra per parlargli con la sua affettuosa, lenta e profonda voce. E Louis non avrebbe pensato a questo, non avrebbe pensato che il modo in cui Harry parlava, come se avesse tutto il tempo del mondo, fosse completamente adorabile, e non avrebbe pensato che il suo viso era così bello e aggraziato e non avrebbe assolutamente pensato di volerlo toccare, ma era così.

"Domani devi andare dal medico" disse, e sembrava che si prendesse estremamente cura nel scegliere quale parole utilizzare.

Anche se pensava che quell'affermazione fosse ovvia e un pò random e Louis era certo al novantanove percento che avrebbe potuto capirlo da solo, realizzò quanto Harry non si stesse comportando in modo cattivo. Non lo stava prendendo in giro o parlando a sproposito, o ordinargli di essere responsabile. Stava facendo un'azione carina e servizievole. Louis aveva conosciuto la più piccola parte di quel lato del suo coach. Come nello spogliatoio, dove avevano avuto quel momento davvero imbarazzante dove Louis potrebbe o non potrebbe aver detto che era sexy ed Harry avrebbe o non avrebbe averlo sbattuto contro gli armadietti e avergli domandato 'quale cazzo è il problema' e poi si era scusato dopo che Louis praticamente lo aveva definito uno stronzo. Quel momento, per dirla tutta, era stato abbastanza erotico. Oppure quella volta quando lo aveva trovato svenuto sul pavimento dello spogliatoio ed era tutto toccate attente, e parole rassicuranti. Si. Bei tempi.

"Si" si decise a replicare Louis, dopo aver fatto un breve colpo di tosse per riempire l'imbarazzante silenzio che aveva accidentalmente creato.

Ci fu di nuovo silenzio, e Louis prese a guardare fuori dal finestrino le strade familiari che conducevano al suo appartamento. Ma guardare il trambusto di persone nel marciapiede o un sacco di bambini in lacrime o piccoli cani tutti pelle e ossa o i loro padroni ai lati, lo annoiarono così Louis si voltò a sbirciare il sedile del guidatore solo per un secondo. O perlomeno, iniziò come un secondo.

E Louis desiderò davvero potersi innamorare di quei scuri ricci color cioccolato che incorniciavano il viso di Harry, e delle sue guance che sembravano sempre colorate di quella leggera tonalità di rosso che colorava anche le sue labbra, e dei suoi occhi verdi color erba che gli ricordava una vecchia libreria polverosa e silenziosa, radure fiorite e notti d'inverno fredde con coperte calde e cioccolato bollente. Ma sapeva che la sua storia rendeva tutto più facile per lui per crederci. Perché aveva visto come quegli occhi verdi potevano trasformarsi da onesti e sinceri a minacciosi, e così intensi che se gli sguardi potessero uccidere, Louis avrebbe avuto una ferita mortale da pugnale proprio in mezzo alla testa. Aveva visto come i lunghi arti di Harry e la sua altezza torreggiante potevano trasformarsi da innocenti a intimidatori, e avere Louis coperto dalle sue ampie spalle lo facevano sentire più piccolo di quanto non fosse. Non sapeva se fosse comico o spaventoso quanto velocemente potesse cambiare.

Louis quasi fece un balzo sul suo sedile quando Harry voltò il capo verso di lui e adesso aveva la completa visuale del viso, che prima stava contemplando di profilo, che lo stava guardando con quelle rosee labbra e quel viso artisticamente ben definito. Louis era stato troppo occupato a sbavare addosso il suo allenatore da non notare che si erano già fermati ad un parcheggio proprio davanti l'edificio dove vi era il suo appartamento. E adesso cosa avrebbe dovuto dire? Cosa avrebbe fatto? Avrebbe dovuto smettere di fissarlo, forse, quello di sicuro. Aveva intenzione di smetterla di fissarlo da un momento all'altro. Da un momento all'altro. O forse tra qualche secondo. O mai. O avrebbe potut-

"Ti aiuterò ad entrare, allora" mormorò Harry, e le sue lunghe gambe si allungarono fuori dalla macchina, chiudendo la portiera dietro di lui, e si avvicinarono al lato di Louis.

Harry si prese un breve momento per aprire la portiera posteriore e prendere la borsa da ginnastica di Louis, tenendola con noncuranza con un dito mentre richiudeva la portiera e girava dall'altra parte della macchina. Aprì la portiera di Louis e la sua testa piena di ricci sbirciò dentro la macchina e fissava Louis impaziente. Il ragazzo dovette sbattere le palpebre un paio di volte, ma poi si ricordò cosa stesse succedendo e lasciò che le lunghe dita di Harry avvolgessero il suo intero bicipite, e si sentì quasi sollevato dal sedile ed essere posato sul pavimento. Beh, questo impiegò quasi nessuno sforzo da parte sua. Non che importasse, perché il braccio di Harry si era avvolto sulle sue spalle e praticamente stava dando a Louis un mezzo abbraccio mentre lo trascinava con lui verso l'entrata dell'edificio. Il ginocchio di Louis penzolava per tutto il percorso come un peso morto. Grazie a dio il suo appartamento si trovava al primo piano.

Mentre camminavano verso l'entrata-- beh, mentre Harry camminava verso l'entrata, Louis semplicemente zoppicava--, Louis si concentrò nel ricordarsi quale fosse il numero del suo appartamento invece del pensare a quanto gli stesse vorticando la testa a causa della leggera pressione delle dita di Harry sul suo fianco. Gli indicò la strada da seguire, e forse questo gli prese più tempo del dovuto, ma Louis finalmente era in piedi, appoggiato contro la spalla di Harry, di fronte al suo appartamento. La sua mente stava avendo dei problemi di elaborazione su quello che avrebbe dovuto fare dopo, e cercò disperatamente di ignorare come ancora ci fosse il peso di un braccio sulla sua schiena e di come la testa di Louis arrivava al collo di Harry, e abbi pietà, perché poteva sentire il regolare respiro caldo di Harry infrangersi sulla sua pelle? E come era umanamente possibile per una mano quasi ricoprire l'intera larghezza della cassa toracica di Louis? Louis aveva così domande ed emozioni e confusione ronzare dentro la sua testa che quasi non sentì la voce bassa che gli stava parlando da molto al di sopra di lui.

"Hai la chiave?"

Oh.

"Merd--" Louis si interruppe prima che potesse continuare "Si, uhm, sono nella tasca superiore della mia borsa"

Harry annuì brevemente e poi le sue mani furono subito sulla vita di Louis, poggiando il ragazzo contro il muro in modo che potesse bilanciarsi su una gamba mentre Harry recuperava le sue chiavi. Quindi Louis semplicemente rimase lì, cercando di non sembrare scioccato o del tutto eccitato, anche se pensava che essere spostato a suo piacimento, come aveva fatto lui, lo faceva sentire esattamente così.

Dopo un veloce secondo, Harry era in piedi alla sua normale altezza, le chiavi di Louis sul palmo della sua grande mano. Louis sbattè le palpebre e le prese, cercando intenzionalmente di non avere contatto fisico con nessuna parte del corpo di Harry. Si girò verso la porta ed inserì la chiave nella serratura-- abbastanza grato di averla trovata al primo colpo--, girandola vigorosamente per un paio di imbarazzanti secondi prima di aprire completamente la porta e quasi cadendo dentro. Tutto regolare.

Tossendo imbarazzato, Louis riguadagnò stabilità e fece un salto dentro il suo appartamento, sentendo improvvisamente il morso del karma per essere stato così pigro da non pulire casa sua. Non era del tutto pessimo, ma c'erano pantaloni della tuta, magliette larghe, diverse calzette e lattine di Sierra Mist-- non Sprite perché Louis le trovava disgustose-- sparse in quasi ogni piccolo posto che era possibile intravedere.

Non era sicuro se Harry l'avrebbe seguito dentro o no, o se avesse dovuto invitarlo ad entrare, quindi si girò verso di lui, usando una mano per supportarsi contro il muro. Quando guardò Harry, dovette tipo alzare il mento per vederlo, e questo gli fece un pò contorcere lo stomaco perché forse gli piaceva davvero quanto fosse alto Harry. E gli piaceva anche tutto il resto di lui: tutti i suoi lunghi, magri muscoli, le ampie spalle e le grandi mani. Veramente belle da guardare. Harry era ancora in piedi di fronte alla porta, e Louis internamente si accigliò quando si mise le mani dietro la schiena, nascondendole dalla sua vista. Ma andava bene, perché Harry adesso gli stava parlando con la sua lenta, rauca voce e guardava attentamente in basso verso Louis con degli occhi che rendevano un semplice sguardo più intimo del dovuto.

"Um, fino a quando non avrai un permesso dal dottore o qualcosa del genere, non venire domani all'allenamento aspettandoti di giocare, okay?"

Questa era una cosa facile con cui collaborare. A questo punto, non voleva neanche pensare di poggiare il peso sul ginocchio. O nemmeno guardarlo. Quindi semplicemente annuì, e notò come l'espressione di Harry si rilassò in pò, sollevato probabilmente dal fatto che Louis non si fosse ribellato. Louis tossì e guardò il pavimento.

"Okay. Probabilmente domani mi farò accompagnare da Liam a fare una visita" disse, e si chiese se poteva in qualche modo dire qualcosa di meno conversevole di quello.

Non alzò lo sguardo su Harry, ma lo vide annuire. Cosa doveva dire adesso? Era il turno di Harry di parlare ma non successe nulla e fu il silenzio a riempire gli spazi vuoti tra loro, e quella era la cosa che Louis odiava di più al mondo. C'era un centimetro di spessore sulla sua pelle, perché Louis poteva sentire gli occhi di Harry su di lui, cosa che non era nemmeno possibile. Forse doveva dire qualcos'altro, o semplicemente mandarlo via brutalmente sbattendogli la porta in faccia per fargli capire che era ancora lo stronzo impertinente della settimana scorsa, anche se aveva un ginocchio storto. Però dopo si sarebbe sentito un pò colpevole e a avrebbe pensato di farsi perdonare da Harry baciandogli le sue meravigliose labbra, e poi--

"Allora, ci vediamo presto" disse Harry, e sembrò molto educato.

Era ritornato ad essere di nuovo gentile. Che cosa diavolo? Cosa era accaduto all'altro Harry, quello con cui era divertente da stuzzicare e che si arrabbiava? Quello che un paio di settimane fa aveva obbligato Louis ad ammettere che pensava che lui fosse attraente; quello che lo aveva spinto contro l'armadietto e gli aveva urlato contro in un modo che poteva considerarsi pauroso e molto eccitante allo stesso tempo? Adesso Louis credeva che stava vedendo un altro lato nascosto del dolce Harry. Quello che lo aveva definito carino quando lui era arrabbiato e gli aveva toccato i capelli; quello che lo aveva accompagnato a casa quando era ferito; quello che lo aveva trattato gentilmente e gli aveva chiesto se stava bene quando in realtà non stava così bene. Ma a Louis piaceva quello che stava vedendo in quel momento, quindi si comportò in modo carino.

"Si." rispose, ed uscì un pò più flebile di quello che avrebbe voluto "Grazie per lo sai, uhm, avermi aiutato e tutto"

E c'era un dolce e sincero sorriso sul viso di Harry ed una fossetta sulla sua guancia. Louis svenne.

"Nessun problema." rispose calmo. Quanto poteva diventare profonda la sua voce?

"Prova a stare più attento, Louis"

Questa volta utilizzò il suo nome invece che il cognome, cosa che era un dettaglio di poca importanza, ma che fece lo stesso accelerare i battiti del suo cuore.

"Sembra che tu ti faccia sempre male" aggiunse Harry, alzando un angolo delle labbra in un ghigno.

"Ed io non verrò a salvarti ogni volta. Quindi, stai lontano dai guai per un pò, okay?"

Era un pò imbarazzante ma purtroppo vero, quindi Louis annuì mortificato verso il pavimento. In quel momento non riusciva a pensare a nulla di buono da dire, quindi lasciò che Harry pronunciasse un veloce e calmo "ciao", e adesso stava guardando la sua nuca piena di ricci e le sue lunghe gambe che lo fecero girare l'angolo, fuori dalla sua vista. Louis chiuse la porta sorridendo.



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A quanto pare non siamo riusciti ad arrivare alle 35 stelline, ma vabbè, l'ho voluto postare lo stesso.

Spero sia stato di vostro gradimento :)


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