Come un fiore tra le mine (Re...

By Elle_Jenny

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Mason vedeva solo nero. Non desiderava vedere più la luce in fondo al tunnel perché ormai era sceso a patti... More

Prologo di Mason
Prologo di Seb
Capitolo 1 - Mason
Capitolo 2 - Seb
Capitolo 3 - Mason
Capitolo 4 - Seb
Capitolo 5 - Mason
Capitolo 6 - Seb
Capitolo 7 - Seb
Capitolo 8 - Mason
Capitolo 9 - Seb
Capitolo 10 - Mason
Capitolo 11 - Mason
Capitolo 12 - Seb
Capitolo 13 - Mason
Capitolo 14 - Seb e un po' di Mason
Capitolo 15 - Mason e un po' di Seb
Capitolo 16 - Seb
Capitolo 17 - Mason
Capitolo 18 - Mason
Capitolo 19 - Seb
Capitolo 20 - Mason
Capitolo 21 - Mason
Capitolo 22 - Seb
Capitolo 23 - Mason
Capitolo 24 - Mason e Seb
Capitolo 25 - Mason
Capitolo 26 - Seb
Capitolo 27 - Mason
Capitolo 28 - Seb
Capitolo 29 - Mason
Capitolo Speciale - Andy e Ben

Epilogo

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By Elle_Jenny

Giugno
Villa Rivera-Bennett
Giorno del matrimonio di Michael e Jamie

Annie sorseggiava un bicchiere di whisky. Glielo aveva portato il professore poco prima e aveva iniziato a sorseggiarlo correndo il rischio di morire avvelenata per mano del compagno di suo nipote.

Scrollò le spalle. Prima o poi sarebbe comunque dovuta passare a miglior vita. Però, il pensiero di trapassare per mano di Wesley le faceva venire il mal di stomaco.

Si guardò attorno, per il giardino della villa dei novelli sposi c'era un gran macello e a capo di quel macello c'erano sempre Simon e Bran.

Sabrina era ritornata a casa con Jake. Suo figlio aveva deciso di cagarsi addosso per la seconda volta, quel giorno, e avevano finito i cambi puliti. Annie aveva iniziato a recuperare tutte le sue cose, pronta a salutare gli sposini e a ritirarsi a casa con la sua famiglia, quando Sabrina aveva deciso di bloccarla con un bacio sulla guancia e le aveva ordinato di rimanere a divertirsi o, quantomeno, di provare a rilassarsi perché se lo meritava. Erano trascorsi tre anni dalla nascita di Jake e durante quel lungo lasso di tempo Annie aveva pensato solo a lavorare e a stare con sua moglie e con quel cagasotto di suo figlio.

"Ti meriti una sbronza", erano state le parole di Sabrina.

Annie era sempre più innamorata di quella santa donna.

Quindi, in quel momento, stava continuando a sorseggiare il whisky, con il rischio di subire un avvelenamento da cianuro, mentre osservava tutti quei ragazzi ballare, sbraitare, bere e divertirsi.

Michael e Jamie avevano deciso di fare una cosa intima. Stavano festeggiando nel giardino di casa loro, dove erano stati allestiti dei gazebo con i tavoli posizionati al di sotto. Da quello che Annie aveva capito, le decorazioni floreali su ogni tavolo erano state create proprio da Mason come regalo di nozze. Non si trattava, però, di fiori recisi pieni di glitter e fiocchetti, ma di vere e proprie piante in vaso di terracotta colorata.

Annie aveva solo sfiorato uno di quei fiori delicati e subito dopo erano caduti tre petali. Probabilmente, aveva condannato a morte quella pianta con un solo tocco.

Si passò una mano sulla fronte leggermente umida. Era inizio giugno quindi il caldo, le zanzare e l'umidità non erano di aiuto, ma sotto a quei gazebo e con l'aiuto degli alberi presenti in giardino, si era creato abbastanza fresco per sopravvivere senza dover ricorrere a dei ventilatori industriali. Annie, tra l'altro, non avrebbe mai rinunciato ai suoi classici pantaloni neri, nemmeno con cinquanta gradi all'ombra.

«Ciao, Annie.»

Annie spostò i suoi occhi grigi sull'uomo ben piazzato che si era appena seduto accanto a lei.

«Ehilà, Josh», ricambiò il saluto.

Josh O'Neil, il padre di Bran, accennò un sorriso e portò gli occhi sui ragazzi. C'era Simon che aveva appena sculacciato Wesley; Bran, invece, aveva detto qualcosa contro l'orecchio di Joel, il fratello minore di Sabrina, che lo aveva fatto diventare rosso come un peperone, poi aveva urlato a Simon che avrebbe dovuto fare uno spogliarello come regalo extra di nozze. Annie sghignazzò quando vide quel damerino di Wesley alterarsi contro Bran, dicendogli che doveva farsi i cavoli suoi. Nemmeno da brillo riusciva a incazzarsi come si doveva.

Ryan, invece, era ubriaco come un marinaio, e stava urlando a squarciagola che Logan aveva una strabiliante lingua sintonizzata perfettamente con i suoi capezzoli; Toby, il ragazzino agitato che anni prima era stato preso di mira dal vecchio Logan, era abbastanza ubriaco e stava urlando contro Ryan che Thomas aveva una lingua magica sintonizzata direttamente con il suo culo.

Quelle discussioni erano deliranti e non avevano senso.

Thomas era dello stesso colore del vino che circolava nelle vene di Ryan e Toby. Michael li stava osservando tutti, sorrideva, ma al contempo aveva sempre un po' quell'aria altezzosa, simile a quella che Wesley aveva perennemente; manteneva un braccio avvolto saldamente attorno alle spalle di Jamie, suo marito, che stava chiacchierando con Mason, seduto sulla sua sedia a rotelle, e con Sebastian, accomodato sulle sue gambe.

Jamie, apparentemente, aveva sempre un po' quell'aria di essere un umano gentile, un po' come Cenerentola che cantava insieme ai sorci e agli uccellini. Però, per Annie le persone come Jamie erano simili a dei cani dormienti e tali non dovevano essere stuzzicati.

Erano tutti lì, a festeggiare il matrimonio di Michael e Jamie, felici, nonostante le sofferenze che ognuno di quei ragazzi aveva dovuto affrontare, ma sempre a testa alta.

Tutto era partito con Michael e Jamie. Però, c'era ancora qualcuno che mancava all'appello mentale di Annie. A quell'appello mentale che stava facendo da anni.

Suo nipote era riuscito a sistemarsi con il professore. Annie aveva ancora voglia di tatuargli un cazzo sulla fronte perché la sua precisione e quella sua intelligenza fuori dal comune la innervosivano. Per non parlare di quando le diceva: "Ciao, Annabelle."

Quel maledetto...

Bran si era fidanzato con Joel, il fratellino di Sabrina; Ryan con quello che un tempo era stato Logan il bastardo e che aveva rischiato di finire sottoterra per mano di Annie. Toby aveva deciso di deporre le armi con il veterinario Thomas Parker. Mason, dopo mille peripezie, aveva accettato Sebastian nella sua vita. Michael e Jamie si erano sposati.

Stava andando tutto secondo i suoi piani.

«Si stanno divertendo», constatò Josh.

Annie conosceva Josh da sempre perché suo nipote e suo figlio erano amici da sempre, da quando all'asilo avevano incominciato a gareggiare per constatare chi fabbricasse le caccole più grandi. Era un brav'uomo con un passato sofferente. Aveva cresciuto Bran da solo, da quando la moglie aveva deciso di abbandonarli per rincorrere un uomo conosciuto online. Aveva combattuto contro la depressione e contro gli inganni del padre di Joel.

«Tuo figlio è felice con Joel.»

Josh sorrise e guardò i due ragazzi. «È stata una fatica farli ritornare insieme.»

Annie annuì. La famiglia disfunzionale di Sabrina e Joel era un altro tasto dolente. Fortunatamente, avevano Lisa, la maggiore dei fratelli Blanchard, dalla loro parte.

Fece ruotare quel goccio di whisky che era rimasto nel suo bicchiere. «Manca ancora qualcuno», replicò Annie.

Josh O'Neil annuì.

«È bravo a fingere», aggiunse un'altra voce.

«Alan», Josh salutò il nuovo arrivato.

Annie si limitò a rivolgere a quell'uomo un cenno del capo. Era venuto fuori che Alan e Josh erano stati compagni di liceo un'era Paleolitica fa.

«Mhmm...» mugugnò Annie, pensierosa «Un'altra testa di cazzo su cui lavorare», pensò a voce alta per poi spostare gli occhi su Evan.

Il fratello maggiore di Jamie stava ridendo di Ryan e Toby, accanto a lui c'era una nuova coppia che si era andata ad aggiungere da poco: quella formata da Andy e Benjamin.

Sapeva poco di loro. Andy era un buon amico di Sebastian mentre Benjamin frequentava Batman e Thomas. Non aveva altre informazioni su di loro.

Vide Rachel avvicinarsi a Evan, accompagnata da suo marito Cody e da TJ, il loro nanetto cagasotto, nato da pochi mesi. Rachel diede un colpo ben assestato contro la nuca di Evan, il suo fratellastro si lagnò per il dolore e Annie sentì perfettamente la risata di una bambina. Evan guardò male sua figlia, ma la bambina continuò a sghignazzare.

Tra gli invitati c'era anche una coppia formata da due donne: Chloe e Rose. Rose aveva fatto da testimone a Michael. Si conoscevano da anni ed erano stati compagni di college. Annie si ricordava di Chloe da bambina. Sua zia aveva gestito il Red Moon prima che Michael decidesse di acquistare l'attività da lei e da sua moglie. Loro erano state le prime donne a dichiararsi come lesbiche a Rockford. Avevano avuto due palle grosse come la Casa Bianca. Annie le aveva seguite qualche anno dopo, giusto perché aveva avuto una gran voglia di farsi odiare maggiormente da sua madre e da sua sorella maggiore.

«State parlando di mio figlio?» chiese una voce femminile. Una donna andò a posizionarsi accanto a Alan: era Belinda Bennett, madre di Jamie e Evan.

Annie conosceva la donna perché spesso, durante la sua pausa pranzo, andava a mangiare nel ristorante dove lavorava. Ogni tanto si erano ritrovate a chiacchierare.

«Credo che tuo figlio sia addirittura più capoccione di mio nipote», commentò Alan, baciando la fronte della sua compagna.

«Potrebbe essere anche più testone di mio figlio», aggiunse l'ennesima voce. Il gruppo di anziani seduti attorno a quel tavolo stava crescendo di minuto in minuto.

A breve, si sarebbero messi a giocare a bridge o a fare l'uncinetto. Annie nemmeno ci sapeva giocare a bridge. E, probabilmente, il filo da uncinetto lo avrebbe usato per strozzare Wesley nel sonno. Oh, idea interessante, meditò.

«E per battere Toby in cocciutaggine ce ne vuole», terminò, ironica, quella nuova voce maschile.

Il dottor Samuel Clark, padre di Toby e anche lui vecchio compagno di liceo di Alan e Josh, poggiò una bottiglia di whisky sul tavolo, offrendola a tutti, si riempì un bicchiere, poi ne versò un dito anche in quello di Annie. «Come sta Baloo?» le domandò.

Annie si avvicinò il bicchiere alle labbra. «Mangia, mi piscia sugli stivali quando non lo accontento e dorme circa sedici ore al giorno. Direi che sta meglio di me.»

Samuel rise. «Direi che sta benissimo, allora.»

Annie sogghignò e fece scorrere lo sguardo su quel gruppo di persone, che apparentemente in comune tra loro potevano non avere nulla, ma che, invece, erano legate uno per uno a quella banda formata da tanti ragazzi testa di cazzo. Chi più e chi meno.

«Come mai sei qui, Samuel?» gli domandò Josh O'Neil.

Samuel si sedette accanto a Belinda e indicò con un cenno del capo suo figlio e il suo ragazzo. «Ho consegnato Batman ai suoi padroni. Ha passato la mattinata a piangere e alla fine non ce l'ho fatta più. Diana stava per impazzire.»

Annie guardò Toby e Thomas: si stavano facendo riempire di bava e di peli neri dal loro cane che, ironia della sorte, avevano chiamato Batman.

«Allora», esordì Annie. «Direi che l'argomento del giorno di questa riunione di condomino improvvisata sia noto a tutti.»

«Eh, sì», sospirò Belinda, spostando gli occhi su suo figlio. «Lui cerca sempre di aiutare gli altri, ma se qualcuno vuole provare ad aiutarlo, potrebbe farsi venire una crisi di nervi.»

Alan alzò gli occhi al cielo. «È anche vero che tuo figlio deve ancora metabolizzare di essere diventato padre. Ormai, è una crisi su gambe

Annie guardò Fiona. La ragazzina stava accarezzando le orecchie di Batman e sorrideva. Non era una gran chiacchierona, in base a quel poco che aveva potuto notare. Annie l'aveva già presa in simpatia.

Spostò lo sguardo su Evan. Stava picchiettando la fronte di Mason e sghignazzava, divertendosi nell'irritare il suo migliore amico. Al contempo, aveva sempre un occhio puntato su sua figlia. Forse, doveva ancora capire come essere un buon padre, ma a Annie sembrava che si trovasse sulla buona strada.

Si passò una mano tra i capelli. Sabrina quella mattina aveva provato a sistemarglieli, consapevole che dopo un'ora sarebbero stati nuovamente sparati in ogni direzione. «Lo capisco. Io ci ho messo quasi un anno per metabolizzare di essere diventata madre. Almeno, gliel'hanno consegnata grande e si è evitato tutta la fase dei pianti disperati in piena notte e della merda che usciva da ogni parte.»

Annie si sarebbe evitata volentieri di dover rivivere nuovamente quei mesi infernali, ma, dopo una decina di crisi isteriche e tre anni passati con un pargolo cagasotto, era giunta alla conclusione che ne era valsa la pena. Avrebbe dato la sua vita per Jake.

Il gruppo scoppiò a ridere. La sua risposta riuscì a far distendere la fronte tesa di Belinda.

Fece balzare velocemente gli occhi di lato. Non si era resa conto di un'altra persona che gli si era avvicinata. Un paio di mani si posarono sulle sue spalle. Era un tocco discreto, di rispetto e che non le faceva accapponare la pelle. Annie non era proprio una grandissima fan del contatto umano.

«Michael.»

«Grazie, Annie», disse l'uomo.

Annie aggrottò la fronte. «Per cosa? Il regalo di nozze l'ha scelto Sabrina.»

Michael brontolò una specie di risata. «Sai bene per quale motivo ti sto ringraziando.»

Annie strinse entrambe le mani attorno al bicchiere. «Non ho fatto nulla di che.»

Michael gli diede un paio di pacche su una spalla. «Invece, hai fatto molto.»

Annie ricordava perfettamente quel giorno. Era trascorso più di un anno, si trovava al parco a far scorrazzare Baloo e aveva assistito alla discussione di Michael con Mason. Dalla sua posizione distante non aveva capito molto; poco dopo aveva visto Mason che si allontanava da Michael, Thomas e Jamie, quasi schizzando con la sua sedia a rotelle e seguito fedelmente dal suo cane.

Quella scena non gli era piaciuta, gli aveva messo addosso una strana sensazione. Solitamente, era una persona che tendeva a farsi i cazzi suoi proprio perché un vecchio detto affermata che chi si faceva i cazzi suoi viveva cent'anni. Però... però quella volta una voce nella sua testa aveva iniziato a infastidirla, a pungolargli il cervello, a dirgli che doveva capirne di più.

Così, dopo aver trascorso due giorni a rimuginare, si era presentata al Red Moon e aveva chiesto a Michael se avesse potuto fare due chiacchiere con lui. Ovviamente, Simon non aveva mai scoperto nulla.

Michael, dopo un primo momento di ritrosia, aveva deciso di sfogarsi, come se ne avesse sentito proprio la necessità e gli aveva raccontato la storia della sua vita, di quella Jamie, gli aveva parlato di Evan, di Mason, dell'incidente in auto che aveva ucciso Timothy, il fratellastro di Jamie e Evan.

Dopo due ore trascorse ad ascoltare Michael, ad Annie era sembrato di avere tra le mani il libro completo della storia di quei due uomini che quel giorno erano convolati a nozze.

«Ti aiuterò con Mason. Adoro le teste di cazzo», aveva detto a Michael.

E così aveva fatto, iniziando a frequentare assiduamente con Baloo il parco pubblico dove sapeva avrebbe incontrato Mason con il suo golden retriever. Così era andata, nonostante ci avesse guadagnato una palla di cane piena di bava in testa.

«Sembra stia meglio», commentò Annie, guardando Mason che fingeva di non essere innamorato perso di quel ragazzino con i capelli viola che stava chiacchierando con tutti e gesticolava così tanto da farsi quasi schizzare via le mani dai polsi.

«Sì. Ora tocca a Evan.»

Annie spostò lo sguardo anche sul fratello maggiore di Jamie: stava dicendo qualcosa a Fiona, la bambina fece una risposta breve, Evan sorrise e le scompigliò con una mano i capelli rossicci.

«Sì, ora tocca a Evan», ripeté, confermando.

«Batman! Ho un cazzo per te!» iniziò a urlare Simon, scuotendo per aria quello che sembrava un dildo viola fosforescente. «Intendo, proprio un cazzo

«Oddio, Simon», gemette Wesley, imbarazzato.

Evan ghignò, malvagio. «Puoi usarlo insieme al piccolo J», disse. Un attimo dopo sgranò gli occhi e li abbassò su sua figlia. «Oddio, tu non sentire!» urlò, tappandole le orecchie con le mani. «Chiudi anche gli occhi!» Fiona ridacchiò e li chiuse

«Prima o poi licenzierò tuo nipote», sibilò Michael.

Annie accavallò le gambe, mettendosi comoda per assistere a quella scena esilarante. «Non lo farai, Michael, perché sia lui che Bran ti aumentano la clientela.»

Michael grugnì un'imprecazione tra i denti. Bran afferrò quel dildo con ventosa e lo attaccò in mezzo alla fronte di Wesley. «Ecco, Annie, il famoso cazzo sulla fronte!»

«Quello non è mio figlio», commentò Josh O'Neil, il quale aveva tanto l'aria di voler andare a strozzare il suo unico figlio.

Annie bevve il suo whisky. Li riguardò tutti, uno per uno. Si fermò su Evan. C'era ancora molta strada da percorrere.





Nota di Jenny

Eh sì, è arrivato l'epilogo... *momento di pianto disperato*.

È stato un epilogo diverso. In comune con gli epiloghi precedenti ha solo la parola "epilogo". Gli adulti, anche se rientrano nella categoria dei personaggi secondari, hanno smosso molti fili senza che nessuno se ne sia mai accorto. Soprattutto Annie.

La storia di Jamie e Michael è stata un po' come il racconto dello stesso Michael a Annie.

Nel capitolo 26 Bran disse una cosa, ovvero: «Oh, Annie, Annie... In qualche modo c'entra sempre lei.»

È vero, centra sempre lei perché con lei è iniziato questo viaggio nel 2020, in piena quarantena, quando presa da un'ennesima crisi esistenziale ho pensato, dopo aver letto una serie di storie scadenti per pura noia: "Sarebbe figo creare un personaggio così..."

Nonostante Annie dica che tutto sia partito da Michael e Jamie, perché la loro è la storia 0, in realtà, il primo personaggio uscito dalla mia testa è stato lei.

Sono contenta che anche quest'altro racconto vi sia piaciuto. Sappiate, però, che non è ancora finita qui.

Avrete al più presto, prima dell'inizio della storia di Evan, un'altra sorpresa. Potete provare a immaginare di chi si tratti.

Grazie 💜🖤

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