Two Wicked Soul's (Bangchan f...

By Alex_Carlini

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-Hybrid Au- -Dal Prologo; Erano gli opposti eppure nessuno dei due riusciva a stare senza l'altro. Erano attr... More

Presentazione dell'autore
Prologo
Capitolo 1: Uno strano incontro
Uno strano incontro pt. 2
Capitolo 2 : La Donna Nello Specchio
Capitolo 3 : La Rivista
Capitolo 4 : Gli Archivi
Capitolo 5: Ancora Tu...
Capitolo 6: Conoscenza
Capitolo 7: Ricordi
Capitolo 8 : L'Avvertimento
Capitolo 9:Un Passato Difficile Da Dimenticare (Pt.2)
Capitolo 10: Sangue, Sudore e Lacrime
Capitolo 11: Sogno O Realtà
Capitolo 12: L'Attacco
Capitolo 13: Il Marchio
Capitolo 14 : Fratelli
Capitolo 15: I Sigilli
Capitolo 16: Il Patto...
Capitolo 17: Trovare Un Accordo
Capitolo 18: La Lettera
Capitolo 19: Passione E Prudenza
Capitolo 20: Fiori E Sangue
Capitolo 21: L'inganno
Capitolo 22: Luci E Ombre
Capitolo 23: L' Atéa
Capitolo 24: Fuga Dall'Incubo
Capitolo 25:Trovare Heami

Capitolo 9: Un Passato Difficile Da Dimenticare... (pt. 1)

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By Alex_Carlini

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⚠️Contenuti sensibili, presenza di scene di violenza, linguaggio scurrile e lieve contenuto per adulti..

Detto questo vi auguro una buona lettura...
--Alex🐼💙--
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-Susan's Pov-

Da quando ebbi quella conversazione con Christopher, tutto mi sembrava ancora più confuso,dopo il suo racconto.

C'erano tante cose che non tornavano nella mia mente, per esempio quella guerra, cosa c'entrava lui con tutta quella storia?  

 "Da come ne parlava pareva quasi che  egli stesso ne fosse stato la causa, cosa che mi fece solo confondere maggiormente." 

Mentre  era intento a raccontare di quella battaglia lo osservai prendendo a studiare e tratteggiare con gli occhi ogni più piccolo tratto del suo volto , perdendomi nel suo sguardo.

Lo sguardo di chi aveva perso tutto e non gli rimaneva più nulla, se non la rabbia e la consapevolezza di non poter fare nulla per cambiare ciò che era successo. 

Nella quale  l'unica cosa giusta da fare era quella di andare avanti e  di coprire tutte quelle mancanze e il dolore causati da esse  con la più fredda dell'indifferenza.

Ero sicura  che l'ultima cosa che volesse in quel momento  era quella dell'essere  compatito.

In tutto questo ancora  mi domandavo  come riuscisse  a ricordare  così vividamente quella guerra, se da quanto avevo capito lui stesso, sosteneva che tutto  fosse stato cancellato, bruciato e raso al suolo senza lasciare nessuna traccia e prova dell'accaduto.  

"Era impossibile che non vi fossero delle prove,  ero convinta che forse c'era una piccola probabilità che non tutto era perso, e se forse lui fosse la prova tangibile di questa guerra come credo?" 

Gli chiesi se potesse spiegarmi meglio le dinamiche di questo conflitto, in quanto volessi apprendere maggiormente delle informazioni per rispondere a questa domanda. 

E così fece, non esito nemmeno per un istante, spiegandomi per filo e per segno le cause e le tematiche di quel terribile bagno di sangue e fuoco.

Tanto da rimanere scioccata dalla quantità di dettagli che ricordava, ciò non fece altro se non mettermi in ulteriore  conflitto  con la testa, in quanto non sapevo se credergli o meno...  

"Mi serve una pausa, solo un attimo per riprendermi" 

Lo interruppi bruscamente quando, stette per introdurre il discorso Grace, chiedendogli un attimo di dover andare in camera. 

"Pensare che per tutto il tempo non aveva fatto altro se non fissarmi da capo a piedi, sarà per via dell' uniforme sicuramente, la discrezione non era il suo forte a quanto pare, razza di maniaco" pensai mentre raggiungevo la  mia camera. 

Giunta al suo interno, come prima cosa mi  cambiai mettendomi comoda, una volta fatto, decisi di prendere dalla scrivania  un foglio bianco e una penna, segnando su di esso  tutto ciò che avevo appreso poco prima, compreso l'argomento "Guerra dei dimenticati" ,  circondai quest'ultima informazione in modo da metterla in evidenza, sarebbe stato il prossimo punto da ricercare anche se probabilmente si sarebbe trattato di un altro buco nell'acqua. 

Terminato di scrivere appesi il foglio con cura sul portadocumenti, rimettendo a posto la penna e il foglio. Dandomi un'ultima sistemata per poi  scendere  in cucina, dove avevo lasciato Chris poco prima. 

Trovai il diretto interessato ad attendermi  con le  braccia conserte seduto intento a guardarsi attorno, dove non appena feci il mio ingresso  nella stanza, potei scorgere un sorriso malizioso nascere sul suo viso, mentre con gli occhi prendeva a squadrarmi da capo a piedi, quasi come un leone osserva la sua preda poco prima di saltargli addosso e divorarla. 

"Cristo Santo Christopher, indossavo un pigiama con degli unicorni disegnati...dei Dannati unicorni... come possono attrarti me lo spieghi?!  E sì, ho 25 anni e indosso i pigiami con gli unicorni colorati, non si è mai troppo grandi in fondo. 

Ma questo non era il problema principale, visto che  avere i suoi occhi puntati su di me in quel modo mi faceva sentire in soggezione e imbarazzo, inoltre percepivo uno strano calore invadere il mio corpo ."  

Pensai mentre mi sedevo nella sedia al suo fianco, sotto i suoi occhi attenti e vigili che seguivano ogni mio minimo movimento, inoltre potevo  sentire i battiti del mio cuore accelerare fino ad aumentare a dismisura rendendomi difficile anche solo guardarlo.

"Susan calmati, ma che ti prende, respira." 

Presi un respiro profondo e lo incitai a continuare da dove  si  fosse fermato, ovvero la sua storia con Grace. 

"Spero solo di scoprire qualcosa in più..."

Per tutto il tempo in cui parlo di Lei, non fece altro che  fissare un punto indefinito fuori dalla finestra perso tra i suoi pensieri. 

Potevo scorgere quella rabbia e quell'indifferenza di prima, lasciar spazio silenziosamente alla sofferenza  e alla malinconia in quegli occhi neri, freddi e vuoti. 

Nella quale però se  osservati meglio, si poteva scorgere nascosta dietro di essi una piccola fiamma che cercava di tener viva quella luce di umanità che ancora gli restava. 

Quella fiamma però, non era pura come le altre, essa era circondata da un'aura nera opprimente, che  aveva bisogno solo di qualcuno che fosse disposto  a custodirla e  amarla.

 Nonostante facendolo però ci si poteva bruciare con il suo fuoco , ecco perché nessuno osava avvicinarsi, per via della  paura di scottarsi anche solo provandoci, facendo così in modo da venir protetta e nascosta da tutta quell'oscurità 

Proprio perché solo coloro con un animo e un cuore puro, che sarebbero  stati disposti ad amarla,dandogli tutto l'amore di cui un tempo era stata privata, gli avrebbe  permesso  di liberarsi da quell'aura nera e di poter finalmente bruciare forte, e libera.

"Chissà quanto ha sofferto, e come sia stato in grado di andare avanti.." 

Vidi quanto  provasse a nascondere il dolore dietro ad un sorriso, ogni volta  che i nostri sguardi si incontravano. 

Quasi  come a volermi  tranquillizzare, come se nulla di quello che mi avesse raccontato fino a quel momento , scalfisse quella corazza di ferro pesante avvolta dalle spine che, aveva costruito intorno al suo cuore  per proteggersi da quei demoni del passato che, come un fulmine al ciel sereno bussarono di nuovo alla porta dei suoi ricordi, buttandola giù,riaprendo così quelle vecchie e dolorose  cicatrici. 

"Era la prima volta che lo vedevo in quello stato."

Realizzai che, colui  che avevo  davanti non era lo stesso Christopher pervertito, esaltato, montato e stronzo che avevo incontrato qualche tempo fa. Ma,  un Christopher "diverso", distrutto, amareggiato, perso e  ferito irreparabilmente nel profondo.

Dovevo ammetterlo, io e lui ci somigliavamo molto su questo aspetto, entrambi ci nascondevamo dietro quelle maschere fatte di sorrisi e risate finte, per nascondere i veri noi stessi , quelli distrutti, spenti e  stanchi di tutto il dolore che questo mondo ci ha creato e trasmesso senza darci una scelta. 

Così, per non far sospettare niente a nessuno del nostro malessere interiore, siamo stati costretti a dipingerci un sorriso luminoso  di luce riflessa sulla faccia, per mettere una barriera tra noi e le persone, in modo da isolarci e ripararci da tutto e tutti.  

Questo però cambiava quando, qualcuno  mostrava  davvero dell' interesse nei nostri confronti andando ben  oltre quelle apparenze, cercando di accaparrarsi quel minimo di fiducia da parte nostra. 

È in quell'esatto momento che  le  stesse maschere che poco prima ci proteggevano isolandoci dal resto mondo e dai "demoni" che lo popolavano, prendevano a sgretolarsi pezzo dopo pezzo, fino a distruggersi. 

Mostrando, inevitabilmente quel lato oscuro, corrotto, debole e colmo di sofferenza che si celava dietro di esse, proprio come stava succedendo a Christopher in questo momento davanti ai miei occhi...

"Forse dopo tutto mi ero sbagliata a dargli dello stronzo, lo avevo giudicato troppo in fretta e senza pensare.."  

Constatai di essermi persa nei miei pensieri  solo quando vidi Christopher iniziare a  respirare affannosamente, mentre sul suo viso  ora era  dipinta un'espressione furibonda.

C;<<Quel Bastardo! E tutta colpa sua se lei… Lei.. Non doveva.. Argh! >> disse, accecato dalla furia, battendo un pugno sul tavolo la quale emise uno strano cigolio per via della forza che aveva usato, facendomi inoltre sobbalzare per lo spavento.

Senza pensarci due volte  gli presi la mano, stringendola forte, facendogli capire che fossi  lì, accanto a lui. 

Per un attimo pensai che mi avrebbe respinto, e si arrabbiasse ulteriormente ma così non fu.. 

Bastò solo quel gesto fortunatamente per farlo calmare, il quale  dopo essersi preso diversi minuti , riprese a raccontare da dove si era interrotto.

"Ma davvero l'amore faceva così male?"

La risposta era sì, lo capì ascoltandolo, mentre parlava non potevo fare a meno di  notare  quanto fosse faticoso per lui  anche solo, ripercorrere quelle dolorose memorie ancora troppo vivide, per essere condivise con una persona della quale, per il momento, non era pronto a fidarsi completamente. 

 Ciò nonostante però potei intuire che avevo scalfito la sua armatura da menefreghista facendo in modo da portarlo a  fidarsi di me. 

Continuando il suo discorso  aprendosi maggiormente con me… 

Rimasi sbalordita quando prese a raccontarmi di come se non fosse stato per via di quello sparo, il loro incontro non sarebbe mai avvenuto . 

Non potei fare a meno inoltre  di interrogarmi sul come fosse possibile che  dopo essere stato  ferito  da un proiettile  si rigenerasse  da sola in quel modo.

E poi  perché gli fecero quella strana iniezione sul  collo, una volta giunto all'interno di quella tenda?

Per non parlare poi di quelle frasi senza alcun senso che  Grace recito a  Christopher, dove una volta pronunciate, lui  impazzì  aggredendo  chiunque si trovasse nelle sue vicinanze. 

"Chi sa che cosa gli avranno iniettato, per farlo reagire in quel modo, non credo siano state delle frasi a fargli perdere la testa  e portarlo a comportarsi così, come un vero e proprio animale. "

Quando mi disse che bastò semplicemente che lei gli mettesse   al collo quel misterioso  ciondolo, per   calmarsi. 

Mi venne in mente l'episodio avuto pochi istanti prima, in cui arrabbiandosi il ciondolo prese a brillare di una strana luce rilassandolo improvvisamente. 

" insomma come poteva un ciondolo avere tutto questo potere su di lui? "

E proprio in quel momento che provai a collegare i pezzi del puzzle. 

Ciò mi portò a credere che, fu esattamente in quel momento che Christopher ottenne il ciondolo.

Ma ahimè, quando ormai tutto iniziava a farsi più chiaro nella mia testa lui, stravolse  di nuovo ogni cosa. 

Affermando che, poco dopo aver terminato di curarlo, lavarlo e spiegargli per bene cosa gli fosse successo  , lui le restituì il ciondolo. 

Ma allora quel ciondolo come accidenti lo aveva ottenuto? 

Mi scoppiava la testa, tutto questo è troppo per la mia povera mente da immaginare.

Tutta questa storia mi  portò  davvero a chiedermi se tutto questo fosse reale oppure semplicemente, se  lo fosse inventato sul momento

 … Mmmh...  

La vedo difficile inventare una storia così dettagliata in così  poco tempo.

D'altro canto ricordo che  lui stesso mi avvertì , fin dall'inizio della nostra conversazione in fondo. 

< Sta a  te la scelta se credermi o meno...> le sue parole rimbombavano nella mia testa, mi fecero riflettere. 

"Forse era tutto  un po' troppo dettagliato per essere frutto della sua immaginazione."

Questo  per qualche arcana ragione, mi portò a fidarmi e credergli nonostante mi sembrasse di stare all'interno  di un terrificante  incubo. 

Ammettiamolo, chiunque  fosse stato al mio posto in quel momento sarebbe scappato a gambe levate da lui, probabilmente prendendolo pure per pazzo.

Nonostante ciò, continuavo ad avere come la costante sensazione che Chris  fosse qualcosa di più di un semplice essere umano...

 "Ok  Susan non ti sembra il caso di star  esagerando ora?  Torna in te e  scendi dalle nuvole, come poteva non essere umano andiamo...Allora  tu   cosa saresti esattamente  un alieno?" pensai, per poi passarmi una mano  sulla fronte . 

Senza però accorgermi di Christopher, che aveva preso a mordersi le labbra e fissarmi in un modo alquanto perverso. prendendo poi  a massaggiarsi la parte bassa dei pantaloni lentamente sotto i miei occhi, in quel momento potei giurare di aver visto "accidentalmente" qualcosa crescere e diventare visibile sotto il suo tocco, mettendo in risalto tutta la sua mascolinità. 

Era un immagine che difficilmente potrà lasciare la mia testa

"Susan concentrati, smetti di fissarlo Immediatamente! " pensai continuando a guardare per poi voltarmi di scatto arrossendo..

Lui  fortunatamente non si accorse di nulla ma, giurai di averlo visto ridere sotto i baffi.

"Ma vedi questo stronzo, ma io dico proprio quando finisci di parlare della tua ex defunta, devi guardarmi e  toccarti in quel modo… Dio aiutami tu" 

Ripresa da quella piccola defaillance, capii purtroppo per me di  non potergli fare delle domande più  approfondite riguardanti la sua vita e il rapporto che aveva avuto con Grace. 

Costringendomi tristemente per quel momento  ad accontentarmi di quel racconto con il quale se n'era uscito.

"Lo ammetto sono proprio una ficcanaso dalle volte, ma mi serviva esserlo altrimenti non avrei potuto completare il mio obiettivo. " 

I miei pensieri vennero interrotti dal vibrare imperterrito del suo cellulare. 

Il quale dopo averlo recuperato dalla tasca dei pantaloni, lo vidi prendere a smanettare con le dita qui e là sullo schermo, segno che stesse sicuramente rispondendo a un messaggio.

 Una volta  terminato  lo  ripose  nella tasca,sbuffando infastidito facendo sparire quel sorriso malizioso che fino ad ora portava stampato in faccia. 

Lo vidi alzarsi  di fretta e furia  dirigendosi verso la porta d'ingresso pronto  per andare via, il silenzio calò tra noi due. 

 Presi coraggio e  gli chiesi il  perché si fosse alzato in quel modo così brusco, lui non esitò a  liquidarmi con una scusa.

Scusa che  dire fosse banale era come vincere tutti i giorni un milione di euro al gratta e vinci. 

"Andiamo Chris, ti facevo più furbo e intelligente, pensi  davvero  che creda alla solita scusa del  il mio capo mi ha cercato per un lavoro urgente all'ultimo  minuto. ma dai, almeno sii più creativo con le bugie no, credi che sia nata ieri per caso?"  pensai infastidita da quel suo comportamento. 

Inutile dire che mi lasciò lì, davanti alla soglia di casa, ulteriormente confusa e  frustrata, con altrettante mille domande senza una vera e effettiva risposta, mentre usciva dall'abitazione allontanandosi  a passo svelto da me. 

Lanciandomi da lontano un ultimo sguardo, facendo apparire di nuovo quel  sorrisetto maliziozioso. 

Dove, una volta svoltato l'angolo, lo vidi  venir inghiottito dalle ombre degli alberi , sparendo.  

"Non capirò mai questi suoi sbalzi d'umore, e cambi di personalità" pensai

Rientrando e chiudendo la porta alle mie spalle, rabbrividendo per il brusco cambio di temperatura.

Mi avviai verso la cucina, decisa a prepararmi una cicoccolata calda ma, una volta entrata, scorsi sulla sedia una felpa, non ci potevo credere era la felpa di quella idiota si era dimenticato di indossarla  prima di andarsene via di fretta  e furia… quello sbadato...

Come avevo  fatto a non accorgermi che non avesse addosso la felpa? 

 Siamo a Gennaio  cacchio, fa freddo lì fuori, eppure sembrava come se per lui, fosse un normale giorno d'estate, in quanto aveva indosso solo una maglietta bianca a maniche corte così stretta da mettere in risalto quel maledetto fisico da modello che aveva.. 

Come era possibile che non  avesse un briciolo di freddo?

 "Ma a cosa stavo pensando...spero solo che non si ammali, d'accordo che è uno stalker, maniaco, pervertito e dannatamente... Sexy…, ma farlo ammalare per colpa mia anche no, non sono così senza cuore. 

Poi qui  la colpa è solo sua in fondo, é stato  lui lo stupido a dimenticarsi di indossarla mica io..

Certo però potevo anche ricordarglielo e non rimanere a fissarlo ad ammirare la sua bellezza, come si fa con una  statua esposta dentro ad un museo mentre si allontanava.. Dio certo che sono proprio una causa persa.. "

Pensai mentre prendevo a rigirare la felpa che poco tempo  prima si trovava appoggiata sullo schienale della sedia la quale ora era  tra le mie mani. 

Un altro brivido mi colpì mentre la guardavo, era ancora calda e soprattutto profumata. 

Era una tentazione a cui non potevo resistere così la indossai.

"Ah, è così calda ,soffice e profumata" . Pensai prendondo a strofinare la faccia sul tessuto della manica destra. 

Sicuramente doveva costare una fortuna. 

Inoltre non capirò mai il motivo per il quale  con il corpo che si ritrova  indossa sempre felpe più grandi di lui. 

Ma alla fine non mi lamento,  mi stava tenendo al caldo, questo era l' importante. 

" Susan ricorda… la stai indossando solo perchè avevi freddo e la voglia di farti una cioccolata calda ti era semplicemente passata. " pensai cercando di autoconvincermi fosse così. 

Sicuramente non appena lo vedrò gliela restituirò, in fondo mi aveva lasciato pure  il suo numero,  oppure chissà probabilmente la terrò come souvenir.

Mi beai di quel profumo di vaniglia così inebriante, che stava letteralmente mandando in estasi il mio corpo  creandomi come  una sorta di dipendenza da esso, portandomi improvvisamente a  prendere  e stringere maggiormente il suo tessuto. Tanto da farmi avvertire il bisogno di averlo qui con me di nuovo. 

"Cazzo" pensai 

Avevo bisogno di calmare quei pensieri perversi e colmi di lussuria  dove lui era il protagonista indiscusso, decisi quindi di chiudere gli occhi e provare a rilassarmi ma, nell'esatto istante in cui lo feci , rividi il suo volto la quale aveva assunto  un'espressione amareggiata e triste, la stessa che aveva quando parlava di lei.

Questo riuscì a mettere da parte almeno per il momento quel briciolo di lussuria che in quel momento  aveva preso il controllo dei miei pensieri anniebbiandoli. 

 Quella maledetta espressione non fece altro che farmi ricordare la sensazione che provai quando fui ripudiata e cacciata via di casa da quelli che credevo essere i miei genitori. 

 Per tutta la vita mi fecero sentire sbagliata, un mostro incolpandomi di avergli rovinato la vita, senza aver fatto mai nulla di male se non cercare sempre di essere migliore di quello che ero spingendomi sempre al limite, soltanto per renderli fieri di me ma nulla  di quello che facevo era mai abbastanza. 

Loro volevano che i loro figli fossero perfetti in tutto,  che avessero una carriera della quale essere fieri, una famiglia, una casa.

 Io no, la vedevo diversamente ma nonostante tutto rimanevo in silenzio,obbedendo sempre ai loro ordini come un cagnolino solo per renderli fieri di me. 

Così facendo  mi persi in quella oscurità, trovando conforto solo nell'indifferenza e, forse è grazie a essa se ho avuto il coraggio di dire tutto quello che avevo tenuto dentro per troppo tempo . 

Sospirai,  riprendendo a stringere maggiormente il tessuto a me, la quale aveva preso a bagnarsi per via  delle copiose lacrime che presero a cadere dai miei occhi, al solo ricordare di quel maledetto giorno e di tutte quelle parole velenose che, venivano  pronunciate dalle stesse persone che mi hanno messo al mondo,guardandomi negli occhi con soddisfazione mentre piangevo,  allontanandomi per sempre da quella che un tempo era la mia casa, la mia famiglia...

Quando anche l'ultima lacrima lasciò il mio viso andandosi  a posare delicatamente sulla manica di quella felpa , mi calmai. 

 Addormentandomi  stanca, nel divano cullata da quel sentore dolce e misterioso che sapeva di Lui,  facendomi sentire protetta e al sicuro. 

Mi svegliai sul divano con ancora  la sua  felpa a farmi da pigiama , dovevo dannatamente ammettere che per la prima volta passai una notte serena,nonostante quei ricordi e il pianto. 

Quella mattina riuscì addirittura ad arrivare  presto in ufficio,dove una volta varcata la grande entrata dell'edificio, mi diressi subito alla mia postazione iniziando la mia giornata lavorativa.

Se non fosse che, per via di tutti quei pensieri su ciò che era successo il giorno prima con Christopher, non riuscivo proprio  a concentrarmi. 

Certo qualche informazione ero riuscita a raccattarla grazie a quella conversazione, ma non era ancora abbastanza per poter completare il puzzle. 

Il suo nome mi balzò alle testa… 

"Christopher"

Ogni volta che  pensavo a quel ragazzo una  miriade di scosse si propagavano nel mio corpo, riscaldandolo completamente , come se fossi appena stata colpita da un fulmine durante un violento temporale. 

"Era strano non avevo mai provato tutte queste sensazioni, prima d'ora." 

Tutta questa situazione che si era creata tra di noi, stava diventando davvero pericolosa, ero dannatamente attratta da lui come lui probabilmente lo era da me era inevitabile per entrambi ormai. Era come se qualcosa ci attraesse l'uno all'altro come due magneti, come se il mio corpo inevitabilmente avesse costantemente  bisogno del suo, ma… 

 Ogni volta che sembravamo avvicinarci ,io  tristemente  mi  allontanavo da lui, reprimendo qualsiasi sentimento che provavo per lui in quel momento. 

Era il mio modo di proteggermi da una probabile delusione, ne ero sicura mi stavo fottendo con le mie mani in quel modo.

Ma ahimè non era solo quello il motivo del mio comportamento nei suoi confronti, in parte la causa era la frase.. Quella frase… che Grace pronunciò in quel maledetto incubo, la quale non faceva altro che perseguitarmi, potevo sentirla anche ora...

"Stagli lontano, se non vorrai avere la mia stessa sorte.. e un mostro..scappa... ti ucciderà..., come ha fatto con me, è la tua sorte Susan  se ti   innamorerai di lui.. La maledizione si libererà  e tu non potrai fare nulla per fermarla… se non standogli lontano "

Ogni volta mi ponevo la stessa domanda cosa voleva dire con questo?

Un lampadina mi si accese improvvisamente nel cervello, ora che ci penso quando Chris parlava di come avesse incontrato Grace, non parlò di nessuna maledizione, solo adesso ci ho fatto caso. 

Era chiaro Christopher stava decisamente nascondendo qualcosa  e sono sicura che ciò che lui nasconde sia la risposta a tutti i miei dubbi. 

Inoltre  non credo sia l'unico a nascondere qualcosa, quindi  sarebbe una buona idea quella di indagare maggiormente sulla vita di Grace Michaels e su questa fantomatica maledizione a cui egli stessa fa riferimento.

Ma dove potevo trovare altre informazioni su di lei, insomma chi sarebbe stato disposto ad aiutarmi se quello che possedevo era soltanto un foglio ingiallito e impolverato con dei nomi e dei luoghi di oltre 100 anni fa, per di più trovare qualcuno che effettivamente non fosse già ecco passato a miglior vita?

Mi presi un momento per cercare di capire tutte le informazioni che avevo appreso fino a quell'istante, quando...

"Come posso essere così stupida da non averci pensato prima?" 

Ricordo che qualche tempo fa insieme a Lix andammo in cerca di informazioni  su Christopher negli archivi del municipio, senza però trovare nulla se non una parte di documento strappata e illeggibile. 

Quindi a quel punto  decisi che sarebbe stato meglio lasciare  da parte questo dettaglio, provando  successivamente a cercare informazioni su  quel ciondolo sulla quale vi era un iniziale ,che capii si trattasse successivamente dell'iniziale del nome di Grace.

Cominciai così a cercare senza sosta tra quegli archivi delle informazioni, trovando solo una cartella proveniente dal distretto di polizia della vecchia contea di Red Lights. 

Dove al suo interno vi era una foto del suo aspetto nella quale al collo portava lo stesso ciondolo che Chris teneva sempre con sé al collo fu proprio questo a farmi collegare che i due  in qualche modo si conoscessero. 

 All'interno di quel documento  inoltre   veniva descritta la sua morte e di come fosse stato trovato il suo corpo, ma oltre a questo non trovai nient'altro..  

Ed è in quell'esatto momento che io e Ethan abbiamo avuto quella conversazione se così possiamo chiamarla…

"Ma certo Ethan!" pensai sbattendomi una mano sulla fronte. 

Si era offerto di aiutarmi con tutta questa faccenda,dovevo solamente ricordarmi dove accidenti abbia messo  quel dannato  bigliettino, che mi diede poco prima di lasciare  quel posto. 

" Ho deciso appena finisco di compilare questi accidenti di moduli, andrò a casa e mi metterò a cercarlo e poi proverò a mettermi in contatto con lui " pensai speranzosa.

-Time Skip-

 Finalmente dopo pagine e pagine di moduli compilati con  quel poco di lucidità restata, conclusi il lavoro per poi spedirlo tramite   mail al direttore Seo, nella quale una volta  giunta la mail di risposta, potei finalmente andare a casa.

Per quella volta decisi di chiamare un taxi, troppo stanca anche solo per respirare.

 Questa giornata di lavoro è stata estenuante, sia mentalmente che fisicamente in quanto, facevo avanti e indietro da un ufficio all'altro per portare pile di documenti di qua e di là. 

Potei giurare che in quel momento  qualcuno lassù probabilmente mi stava odiando, tanto da avermi fatto versare per sbaglio il caffè ,addosso, niente di meno che  a Changbin… il mio capo…

La quale dopo avermi rimproverata davanti a tutti i dipendenti a voce così alta che lo avrebbero sentito persino in Antartide, concluse quella ramanzina, facendomi pagare sia per il caffè che per la lavanderia, data la  mia stupida goffaggine. 

Per la quale ora ad adornare la sua uniforme  vi era  una meravigliosa e  stilosa macchia marrone che gli ricopriva parte dei pantaloni e della camicia entrambi un tempo bianchi. 

Inutile dire che mi beccai un occhiataccia da parte sua, potei ancora vedere  la sua espressione infuriata. 

In quel momento temevo non per la mia vita ma, per il mio lavoro, in quanto stessi letteralmente per ridergli in faccia e peggiorare ulteriormente la situazione,ma così non fu grazie al cielo.

"Ecco l'ennesima giornata da dimenticare" 

Uscì da quel maledetto posto trovai ad attendermi il taxi che avevo precedentemente chiamato,  avvisarmi di essere giunto a prelevare il mio povero corpo stanco per portarlo alla mia umile dimora dopo ore stressanti di lavoro. 

Non persi tempo e salì, sedendomi e chiudendo la portiera, salutando l'autista, dandogli le indicazioni necessarie per arrivare alla mia abitazione, nella quale  una volta fatto partimmo lasciandoci alle spalle quel gigantesco edificio.

Durante il tragitto potevo sentire la brezza leggera del vento mischiarsi alle   gocce di pioggia che, prendevano  a colpirmi delicatamente il viso stanco, mentre mi perdevo con lo sguardo  al di fuori di quel finestrino, ammirando quello strabiliante spettacolo che mi si parava davanti. 

Dove  le  sfumature di verde derivate dai diversi boschi circostanti si fondevano perfettamente con il rumore e le luci di quella piccola cittadina. 

Facendo in modo da farmi  dimenticare tutti i problemi che fino a quel momento mi divoravano l'anima, il cuore e la ragione, rendendo tutto un pò più sopportabile. 

Guardai il cielo mentre veniva inghiottito dall'oscurità e venir contornato da dalle grandi nuvole grigie. 

La quale portarono  quella brezza che prima era candida e leggera,  a trasformarsi e aumentare la sua intensità diventando così forte e funesta, segno che un altro temporale fosse ormai alle porte. 

 Sospirai mentre il taxi si apprestava a fermarsi e parcheggiare davanti al vialetto in pietrisco, che conduceva verso l'ingresso principale della mia abitazione.

Lo Pagai, ringraziandolo e scesi. 

Avviandomi verso casa, dove lì una volta davanti alla porta, notai un foglietto appeso con  dello scotch trasparente che per via della pioggia aveva preso a staccarsi. 

Mi avvicinai ulteriormente vedendo inoltre  un piccolo contenitore decorato da degli adorabili pulcini gialli, nella quale al suo interno si  trovavano  dei deliziosi  Brownie. 

Una sola persona avrebbe potuto fare una cosa del genere e quella persona era.. 

"....Felix..." 

Mi avvicinai per leggere quella nota.

*nella nota*

" Heyy Sunny, scusa per questo biglietto un po' arrangiato ma avevo solo questo foglio e una penna  nella borsa, e per di più piove un sacco in questo momento, non so come io stia riuscendo effettivamente a scrivere con le mani bagnate... Ma questo  non è importante. Piuttosto, so che dopo quel giorno per via dei miei vari impegni non ci siamo né visti a lavoro e né sentiti per messaggio o chiamate e per questo non sai quanto mi dispiace e ti chiedo scusa. 

Così per farmi perdonare ho ben pensato che oggi data la probabile giornata pesante che avrai avuto a lavoro, per via di  quel disgraziato che ho come marito, in quanto non appena ha messo un solo piede fuori dal letto aveva già  la luna storta. Quindi ho come avuto l'impressione che se la sarebbe presa  sicuramente con tutti in azienda soprattutto con te in quanto tu sia la sua segretaria, conoscendolo. Così per  migliorarti l'umore e la giornata ho deciso di prepare solo per te i miei squisitissimi e gustosi Brownies. Sì, nel caso  te lo stia chiedendo sono venuto  direttamente io a portarteli, diciamo che per farlo sono arrivato in ritardo ad una riunione un pelino importante ma per te farei questo e altro. ti prometto che non appena riuscirò a liberarmi un po ' verrò a trovarti d'accordo.  Un abbraccio

-Lixie-  "

Sorrisi istantaneamente a quel messaggio. 

"Grazie Lixie del pensiero ne avevo davvero bisogno…" 

Raccolsi il contenitore, leggermente bagnato dalla pioggia, notando che fosse ancora  tiepido, segno che doveva essere lì da poco. 

Presi con cura  il  pezzo di carta staccandolo e successivamente conservandolo  in tasca, per poi aprire la porta  di casa. 

Appena varcai la soglia vidi la dolce Gioia prendere a  svegliarsi , dove una volta alzatasi e  stiracchiatasi  per bene si diresse verso la mia direzione  facendomi le sue solite e adorabili feste. 

Prima di accarezzarla però appoggiai il contenitore con i brownies sul tavolo della cucina, dove una volta fatto potei finalmente coccolare la piccola di casa.

La guardai con dolcezza  mentre si apprestava a correre tra le mie braccia una volta chiamata, era una fortuna averla qui con me, in giornate come questa. Ed è proprio in momenti come questo che penso a quando la vidi lì in mezzo a quella strada, sporca, indifesa e malnutrita, era piccina piccina e non voleva che mi avvicinassi, ma bastò una sola carezza per potersi fidare di me. 

La portai subito dal veterinario e un volta controllata e  pulita  da quel esatto momento   per entrambe fu come amore a prima vista. 

"Gioia, sei il regalo più bello che  questa vita  mi ha fatto..."  

Pensai, chinandomi lentamente per abbracciarla e dargli un bacino sulla testa in mezzo a quelle  piccole e pelose orecchiette, potei sentire i miei occhi farsi lucidi  ricordando quei momenti, ma proprio quando un lacrima era sfuggita al mio controllo. 

In  quel preciso momento Gioia prese a lavarmi la faccia, facendomi capire che non era il caso di farsi travolgere di nuovo dai problemi.

Una volta finito di lavarmi il viso per bene la piccola palla di pelo ritornò nella sua cuccia mettendosi a dormire,  approfittai di questo momento per  alzarmi  da terra, sfilandomi il giubbotto per poi appenderlo nel appendiabiti. 

Successivamente salì in camera, cambiandomi, dove una volta fatto presi a cercare quel dannato biglietto.

Guardai per tutta la camera ma nulla era come se si fosse volatilizzato, ma quando ormai avevo perso   le speranze, lo vidi lì accartocciato in un angolo dietro al cestino che usavo per buttare via le varie copie di documenti sbagliati. 

Lo raccolsi e aprendolo notai che vi fosse scritto il suo numero di telefono dove a fianco ad esso vi era scritta addirittura l'ora in cui potevo chiamarlo.

"...Wow… certo che questo tizio è proprio un perfettino. In effetti per il lavoro che svolge  bisogna sempre essere perfetti in tutto, compreso ad essere dei ficcanaso provetti. " risi del mio stesso pensiero.

Dovevo mettermi  assolutamente in contatto con Ethan il prima possibile. 

Guardai che ore fossero notando che mancasse meno di 1 minuto alle 18 perfetto potevo chiamarlo. 

Riguardai il biglietto per sicurezza  accertandomi di aver composto il numero correttamente, presi un respiro profondo facendo partire la chiamata...

uno squillo..due squilli.... e..

E:<<Pronto?Chi Parla?>> disse, con tono di voce calmo e serio

S;<<Ethan, sono Susan..sai la ragazza degli archivi, quella che cercava informazioni sulla storia di Christopher e..>> non mi fece nemmeno finire la frase che rispose lui per me

E<<Grace..sì ora ricordo Susan, immagino già il motivo della tua chiamata, riguardo allo scambio di informazioni giusto?>>

S;<<Sì, ho voluto prendermi del tempo per scoprire altre informazioni per conto mio. Però ahimè riuscendoci solo in parte, così oggi  ho deciso di rivalutare l'opzione se contattarti o meno, e per quanto mi costa  dirlo ho davvero bisogno del tuo aiuto per riuscire a capirci qualcosa in più...>> dissi sincera

E;<<Capisco..vedi io in questo momento sono in macchina diretto verso casa. Tra all'incirca 3 minuti sarò arrivato,  ci vediamo davanti alla mia abitazione tra 10 minuti d'accordo?

 E non preoccuparti,manderò qualcuno a prenderti,così mi sentirò più sicuro. Devi sapere che dove vivo io non è una bella zona quindi, per il tuo bene e meglio che qualcuno di cui mi fido ti accompagni e ti porti sana e salva, fino a destinazione, detto questo a dopo Susan >>disse ponendo fine a quella breve chiamata.

Prima anche solo di potergli dare contro, dicendogli che sapevo benissimo che, se qualcuno si fosse avvicinato anche solo di un centimetro a me, non avrei esitato a tirargli un calcio dove non batte il sole,ho capito che ero una donna ma ciò non voleva dire che non ero pronta ad attaccare se minacciata. 

"Perfetto da uno stronzo all'altro, complimenti Susan…" 

I minuti volarono dopo quella chiamata, mancavano poco meno di 4 minuti e io non ero ancora pronta ciò mi portò ad andare nel panico, ma dopo aver pregato qualsiasi entità ad aiutarmi a  cercare  qualcosa di decente da mettermi, lo trovai.

Non appena fui pronta per uscire, scesi le scale dirigendomi verso la porta aprendola. 

Trovandomi    davanti ad  un ragazzo vestito come se fosse appena uscito da un film di spionaggio, fissarmi in modo strano, mettendomi  parecchio a disagio. 

Dopo minuti di interminabile silenzio, prese a parlarmi con un  tono di voce basso ma dolce, la cosa che più mi colpì fu quel suo aspetto da cucciolo adorabile, dentro quella uniforme bianca e nera.. 

?;<<Scusi non volevo spaventarla, ma non ho trovato il coraggio di suonare il campanello, quindi ho atteso qui fuori fino ad ora. 

Immagino lei sia la Sign.Lee, io sono Kim Seungmin  colui che è stato incaricato dal sig.Windsor, di  scortarla in sicurezza verso il luogo in cui si terrà il vostro incontro.

 La prego quindi di seguirmi, sarei lieto se per tutta la durata del viaggio non facesse delle domande..."  disse in tono calmo e basso

S;<<...D'accordo? ....>> risposi confusa

"Non capisco per quale motivo non potevo fargli domande, in fondo non sapevo nemmeno  dove eravamo diretti..magari  non sopportava le persone che gli parlavano mentre guidava, era comprensibile, non piacevano neppure a me, ma almeno sapere dove eravamo diretti poteva dirmelo,  altrimenti sarebbe tipo stato un rapimento .." pensai, mentre ero intenta ad osservarlo. 

Certo che però era davvero carino, aveva l'aria di un bambino adorabile, come quelli che mettono nelle pubblicità, e poi quando parlava sorrideva ed esso lo rendeva ancora più bello. Non avevo mai visto un sorriso così luminoso e bello come quello di questo ragazzo. 

"Ma di una cosa ero certa a volte l'aspetto inganna…" 

Mi scortò verso una macchina completamente nera, dove l'unica cosa che la rendeva visibile era un simbolo dipinto di rosso che brillava sul retro del cofano.Dove una volta riuscita ad avvicinarmi presi ad  osservarlo incuriosita facendo scorrere la mano lungo tutte le sue linee. 

Fino a quando la mano di Seungmin  si posò sulla mia schiena, facendomi sobbalzare e allontanare bruscamente  per la sorpresa.

 Non sopportavo quando le persone mi toccavano, così mi voltai scusandomi  imbarazzata, cercando di  per porre fine a quel silenzio fastidioso e imbarazzante che si era appena creato per causa mia, facendl così trasalii alla regola che mi aveva imposto pochi istanti prima..

S;<<Scusi, mi ero persa a guardare questo meraviglioso  simbolo disegnato sul retro della macchina. Devo dire che è davvero grazioso ma mi dica lei sa cosa significa?>> dissi mentre prendevo a tracciare  con gli occhi  le linee di quello strano simbolo come rapita da quei meravigliosi quanto ipnotici dettagli. 

Da quanto riuscivo a vedere sembrava uno stemma dove al suo interno era rappresentato un corvo la quale portava  legato al becco un nastro rosso, era davvero elegante e regale a parer mio.

Mi fulminò con lo sguardo, per poi prendere a parlare.. 

K.S;<<Cosa le avevo detto? Niente domande, mi è stato espressamente ordinato di non rispondere a nessuna delle  domande che mi avrebbe posto, in quanto una volta raggiunto  il signor Windsor provvederà lui stesso a fornirle tutte le risposte che cerca...>> disse in tono freddo, certo che nonostante l'aspetto da cucciolo, faceva davvero paura. 

"Ho come la sensazione che stia per succedere qualcosa di brutto.." pensai 

Improvvisamente mi si formò uno strano nodo allo stomaco, provai a prendere diversi respiri profondi cercando di calmarmi,riuscendoci solo  dopo diversi secondi.

Assicuratami  di star meglio, concentrai la mia attenzione sul ragazzo davanti a me,lo vidi intento ad aprire lentamente e con grazia lo sportello in modo da potermi far accomodare all'interno di quella meravigliosa auto dagli interni rossi, in netto contrasto con il nero metallizzato della carozzeria.

Una volta al suo interno, richiuse lo sportello, non prima di  essersi  assicurato  che stessi bene e che indossassi la cintura. 

Una volta fatto  salì  anche lui mettendo in moto la vettura per poi partire. 

In quel momento lui si voltò  e disse

K. S<<Scusi se prima sono stato sgarbato nel modo di risponderle, volevo avvisarla che il posto in cui siamo diretti e la Tenuta Windsor.>>

"Tenuta Windsor? Chissà cosa avrà in serbo per me quel Ethan Windsor..."

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