AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}

By c1cc14

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Gaia è una ragazza è una ragazza di 16 anni che si troverà a fare un esperienza mai aspettata, fare delle rip... More

introduzione
capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
capitolo 4
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
Capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47
capitolo 48
capitolo 49
capitolo 50
capitolo 51
capitolo 52
capitolo 53
capitolo 55
capitolo 56
capitolo 57
capitolo 58
capitolo 59
capitolo 60
capitolo 61
capitolo 62
capitolo 63
capitolo 64
capitolo 65
capitolo 66
capitolo 67
capitolo 68
capitolo 69
capitolo 70
capitolo 71
capitolo 72
capitolo 73
capitolo 74
capitolo 75
capitolo 76
capitolo 77
capitolo 78
capitolo 79
capitolo 80
epilogo

capitolo 54

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By c1cc14

Entrai in cella salutando Ciro seduto sul suo letto intento a farsi un filtro.

Entrai in bagno guardandomi allo specchio, non mi accorsi che avevo ancora il sorriso. Mi passai un dito sulle labbra, erano arrossate e un po' gonfie ma ero felice del motivo per la quale erano così.

Solo poco dopo notai che sul mio collo c'era un segno viola, maledetto Edoardo. Non era nemmeno tanto grande fortunatamente ma decisi di non coprirlo.

-vi site vasat?- la voce di Ciro tuonò sulla soglia del bagno. Annuì posando le dita sul succhiotto.  -ringrazio il cielo, dopo decenni è successo- fece il segno della croce. -ma smettila scemo- risi uscendo dal bagno.

Mi sedetti sul letto insieme a lui che mi riempiva di domande. -ne ha avuto di lavoro- disse analizzandomi attentamente il collo. Alzai gli occhi al cielo. -sospettavo qualcosa, non vi vedevamo più- risi. -ma vi siete solo baciati?- mi guardò malizioso. -Ciro!- gli tirai uno schiaffo sulla testa.

Dei passa alla cella ci fecero voltare entrambe ed entrò il ragazzo. Sorrisi istintivamente. -ciao- salutò lui. -hey- ricambiai. Ciro ci guardò scioccati mentre Edo ci raggiungeva nel letto di sopra.

Mi sedemmo in una specie di cerchio mentre Ciro alternava lo sguardo da me al ragazzo al mio fianco. -lo sa vero?- domandò di punto in bianco. Annuì divertita. -ovvio che lo so, era scontato- rispose ridendo. 

-finalmente devo dire- rise lui. Roteai gli occhi appoggiando la testa sulla spalla di Edo. 

Restammo a parlare per un bel po', Ciro voleva sapere i dettagli del bacio che non gli didimo, ma sono sicura che appena loro due saranno soli Edo gli racconterà tutto.

-ragazzi, a mensa- Lino ci chiamò interrompendo la nostra conversazione.

Come un perfetto branco di pecore raggiungemmo la sala iniziando a servirci. Mi misi nel vassoio una moderata quantità di parta al ragù e andai a sedermi.

Iniziai a mangiare mentre nella stanza c'era un aria amichevole e tranquilla, tutti parlavamo tra di noi, Ciro stava "accettando" pian piano Carmine e Chatillo nel gruppo. Certo li odiava ancora ma io lo obbligavo a farli mangiare con noi.

-no ma una volta ci ho parlato con quello biondo- disse Pino. Stavamo parlando dei miei fratelli. -Riccardo? E poi quando?- chiesi scioccata. -quando stavano uscendo dopo il colloquio, erano passati lì vicini al bagno e io stavo uscendo, ci siamo rivolti due parole- -non voglio sapere cosa vi siete detti- risi.

Ovviamente avevo il suo sguardo sempre e costantemente puntato addosso. Con lo sguardo gli feci capire che doveva smetterla. Lui mi mimò con le labbra un "sei bellissima piccrè". Lecchino. Alzai gli occhi rassegnata.

-ma quindi...- oh no, sapevo già dove stava andando a parare Totò. -finisci sta tortura il prima possibile e fai al massimo 2 domande- lo guardai quasi supplichevole. -vi siete baciati?- chiese indicando me e il moro dagli occhi verdi, alzò le sopracciglia come per dire. "dillo te, io non apro bocca". Sospirai esausta e poi risposi con un semplice -si, contenti?- Totò iniziò  urlare di gioia. 

-quando è successo?- chiese. -quando sono andata a suonare- risposi. -e poi..- -no, basta hai finito le tue domande- gli risi in faccia. 

-dai ma io voglio i particolari del bacio- insistette Carmine. -che non avrete mai- continuò Edoardo.

-Sil, Nad ata sentute? 'a ragazzina si è fatta Conte- la voce fastidiosa della rossa mi entrò nelle orecchie, fu come un coltello che ti taglia i timpani. -Gaia, lascia perdere- disse Ciro notando che stavo stringendo insistentemente la forchetta tra le mie mani.

-a quindi ere è pure na' puttana, vedrai ca' si farà pure 'o boss primma o po'- risero tutte insieme. Non riuscì a trattenermi. Mi alzai sbattendo le mani sul tavolo facendo traballare tutti i bicchieri. 

La sedia era caduta all'indietro, Pino mi afferrò il polso provando a fermarmi ma lo scansai bruscamente.

Marciai verso la rossa, la stavo fulminando con lo sguardo. 

SI alzò pure lei venendomi incontro. Le afferrai i capelli scaraventandola indietro e poi le mollai un pugno dritto sul naso. -dillo nu' altra vota ca farò rimpiangere a te e a' tua famiglia e averti concepito- gli dissi a un centimetro dal suo viso prima di essere colpita in pieno volto da uno schiaffo proveniente dalla castana. 

-nun toccare Viola- mi minacciò. -sennò che mi fai?- lei mi tirò un altro schiaffo che non ritardò a ritornare con un pugno nello stomaco costringendola ad accasciarsi. Mi pulì il sangue che stava colando dal mio naso.

-nun toccatemi maje cchiù pecche' ve acciro co 'e mie mane- le minacciai prima di essere tirata indietro violentemente dalle braccia del comandante. -Ma sei impazzita?- mi domandò portandomi dall' altra parte della sala. 

-me àveno chiamate puttana Comandà- mi giustificai io. Mi toccai il labbro e anche questo stava sanguinando -vai dalla direttrice Gaia- mi condusse insieme alle altre verso l'ufficio della direttrice.

Mi voltai e vidi Edo che mi guardava mentre mi allontanavo, non riuscì a decifrare il suo sguardo. Non capivo se era deluso o meno...


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