𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 π…πŽπ‘π“π”π...

By workingclasscheroine

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Quando Paul arriva all'UniversitΓ  di Cambridge, il suo obiettivo Γ¨ quello di far scorrere tutto liscio fino a... More

CAST
1. The Prime Minister
2. The Breakfast Club
3. The Lord of the Rings
4. The Sleeping Beauty
5. The Secret We Keep
6. The Saturday Night Fever
7. The Tea Party
8. The Mistery Gang
9. The Fight Club
10. The Concussion
11. The Unintended Mask
12. The Backs
13. The Punt Tour
14. The Reason Why
15. The Lunch Date
16. The Dancing Queen
17. The Birthday Boy
18. The Broken Ones
19. The Patched Hearts
20. The Carpe Diem
21. The Red Skirt
22. The Allied Powers
23. The Art of War
24. The Plot Twist
25. The Ruthless Voice
26. The Kafka Trap
27. The Car Ride
28. The Double Date
29. The Drunk Calling
30. The Re-Education Program
31. The Romantic Comedy
32. The F*cking Sheets
33. The Unexpected Visitor
34. The Invisible Charybdis
35. The Question Game
36. The Absent Guard
37. The Final Duel
38. The Scared Child
39. The Last Trip
40. The Monet Affair
41. The Fallen Angel
42. The Little Brother
43. The Longest Dinner
44. The Unsolicited Opinions
45. The Unequal Struggle
46. The First Rule
47. The Lovely Bastard
48. The Crystal Boy
49. The CatkinsοΏΌ' Philosophy
50. The Pool Party
51. The Immortal Youth
52. The White Nights
53. The Unfamiliar Familiarity
54. The Unshakable Complicity
55. The Water Strider
56. The Breakfast Fail
57. The Safe Haven
58. The Baby's Name
59. The Second Mouse
60. The Eagle
61. The Ghost of Christmas Past
62. The Mix Cd
63. The Haunted House
65. The Bench

64. The Prodigal Son

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By workingclasscheroine

È un fruscio a svegliarmi.

Intorno a me tutto è buio e silenzio, solo qualche raggio di luce che attraversa le tende, in un riverbero dei lampioni.

Socchiudo appena gli occhi, pronto a lamentarmi e a spintonare via Mike, ma il profumo che invade le mie narici mi paralizza all'istante.

Eau de Cologne 4711.

Se solo volessi, potrei citarne le componenti a memoria: agrumi in prima battuta, e poi lavanda, ciclamino, basilico, pesca, muschio. Più qualcosa che non sono mai riuscito a decifrare.

La boccetta, decorata in oro e ceruleo, si avvicenda nel bagno padronale sin da quando ne ho memoria. Mille volte, insieme a mio fratello, ce la siamo rigirata tra le mani, affascinati, elemosinandone qualche goccia per i giorni di festa.

Resto immobile, inspirando a fondo l'odore di mio padre, e fingo di dormire. Proprio come quando ero bambino.

Paura e adrenalina che mi si mischiano sotto le palpebre. Paura di essere scoperto sveglio ben oltre l'orario del coprifuoco. E adrenalina perché, cazzo, disobbedirgli mi è sempre piaciuto da morire.

Papà armeggia con qualcosa, al di sopra della mia testa, ancora del fruscio e il suono di mani che battono delicatamente sul muro.

Si siede sul bordo del letto. Percepisco distintamente il suo peso affossare il materasso.

Sento il suo sguardo addosso, pur ad occhi chiusi, e mi sforzo di controllare il ritmo del mio respiro perché non intuisca che sono sveglio.

Poi, d'improvviso, le sue dita mi sfiorano i capelli.

Piano, a malapena, come se avesse paura di turbare il mio sonno, ma il movimento è inequivocabile: una carezza.

Non parla. Rimane lì, con una mano sospesa sulla mia testa e i suoi polpastrelli che mi solleticano la guancia, e non dice niente.

Non lo faccio neanch'io. Non ne ho il coraggio.

Lascio che mio padre mi carezzi piano, con le sue dita che iniziano a tremare per l'età, e mi costringo a non pormi alcuna domanda.

Ha le mani fredde, papà. Le ha sempre avute. Come me.

Da piccolo le scaldavo tra quelle della mamma. Lei mi strofinava le dita tra le sue, prima di chiuderle in un piccolo nido, e fingeva di sorprendersi. "Ma come sei freddo!" si lamentava, sgranando gli occhi, e sorrideva nel sentirmi ridacchiare.

Mike ha le mani calde di mia madre. È il più simile a lei, tra noi due.

Ma io sono come papà. Incapace di trasmettere calore.

Prima di andar via, mi posa un bacio sulla tempia, leggero come un insetto e come la neve, e io devo trattenere un singhiozzo, perché questo è il modo in cui mi baciava la mamma, ed è tutto ciò che ho sempre voluto da lui, senza mai ottenerlo.

È la prima volta? Lo ha già fatto prima?

Perché lo sta facendo?

E perché mi sento sul punto di piangere?

Devo smetterla di pensarci.

Anche quando infine si alza, lo sento sostare sulla soglia ancora qualche secondo, come se non riuscisse a rassegnarsi all'idea di andarsene.

Mi guarda dormire.

La porta si richiude, ed io mi rigiro tra le coperte, in preda a un'angoscia che non so decifrare.

Il viso addormentato di Mike è quasi indistinguibile nel buio.

Riposa con il corpo teso verso di me. Sorride.

Non so cosa farmene, di questo inaspettato calore che mi circonda, avviluppandomi in ogni direzione.

Me ne sento soffocare.

Mi rigiro ancora, le lenzuola che mi si attorcigliano sulle gambe come viticci, finendo nella posizione più consona al mio umore: con gli occhi rivolti al soffitto.

Nel movimento, qualcosa cattura la mia attenzione.

Appena sopra la mia testa, come un vecchio amico che non si incontra da tempo, Kurt Cobain ricambia il mio sguardo.

***

L'odore del bacon si insinua per le scale, riempie l'intera casa.

Erano anni che non accadeva, e mi ci vuole un po' per convincermi di non stare ancora dormendo. Ancor di più per capire dove cazzo io mi trovi.

Mi sento spaesato, immerso nel colore di un soffitto che non è quello della mia camera a Cambridge, il suono di voci che non sono quelle dei miei amici.

Mike si sta preparando in bagno, una stupida canzone pop urlata a squarciagola e il getto della doccia al massimo.

Scatto in piedi con un sibilo, senza darmi tempo di ragionare oltre, puntando dritto in direzione della porta che ci separa.

"Mike!" strillo, bussando insistentemente. "Smettila!"

Di tutta risposta, il volume della sua voce non fa che aumentare.

Mike sarà anche straordinariamente maturo, per la sua età, ma è pur sempre mio fratello minore.

"Mike!" ruggisco, ancora.

Grida le parole di Poker Face, sovrastando le mie urla e il rumore dei miei pugni contro il legno.

"D'accordo, lo hai voluto tu" lo minaccio, per l'ultima volta, e spingo la maniglia della porta verso il basso.

Non è mai chiusa.

C'era una chiave, una volta. Ora non più.

Non mi è mai stato concesso di sapere dove sia finita, ma questi sono ricordi che non ho voglia di rivangare.

Mi fiondo dentro il bagno, aprendo al massimo l'acqua del rubinetto.

Le vecchie tubature non deludono mai: mio fratello si lascia scappare un grido di dolore, e la tenda si scosta per rivelare il suo viso infuriato.

"Chiudi" impone, assottigliando gli occhi.

"No" rispondo, laconico.

"È gelida, cazzo" si lamenta, sporgendosi per raggiungere il lavandino. "Chiudi quella fottuta-"

Schiaffo via le sue dita, e Mike rischia quasi di perdere l'equilibrio.

"È il mio turno" ribatto, senza alcuna emozione. "Stai consumando tutta l'acqua"

"Fanculo" si rassegna, e l'acqua della doccia smette di scorrere. "Passami l'accappatoio, almeno. Non voglio farti vedere il mio pisello"

"Non riesco a credere che lo chiami pisello" commento, annoiato. "Lo infili nella patata di Angela?"

Un verso di estremo sconforto da parte sua, al di là della tenda che ci separa.

"Te ne vai?" ritenta, irritato.

A voler essere del tutto sinceri, trovo la situazione esilarante.

"No" lo contraddico, "Voglio vedere il tuo pisello"

"Sei troppo a tuo agio con la tua nuova sessualità, Paulie"

Gli concedo un sorriso divertito, solo perché non può vederlo, e lancio l'accappatoio al di là dell'asta di metallo che sorregge la tenda.

"Dio mio, Mikey. Sei mio fratello" ribatto, disgustato. "Cosa avrebbe da dire Freud su di te?"

"Dimmelo tu" borbotta lui, scontento. "Sei tu che vuoi vedere il mio pisello"

"Voglio solo assicurarmi che tu abbia superato i cinque centimetri" lo rassicuro, ravviando i i capelli allo specchio. "Abbiamo una reputazione, da mantenere"

La tenda si scosta. Il mio fratellino, tetro e gocciolante, mi lancia un'occhiata di fuoco.

È avvolto nel suo vecchio accappatoio giallo, e se lo stringe attorno come un pulcino bagnato.

È adorabile.

"Sembri un coglione" commento, spingendolo fuori dalla porta.

Gliela sbatto in faccia prima che abbia il tempo di ribattere.

***

Mike corre rumorosamente per le scale, spintonandomi per arrivare prima.

Lo lascio fare, alzando gli occhi al cielo, e mi concedo di restare ancora qualche secondo sulla soglia della porta.

La tavola sembra apparecchiata a festa.

Il bacon sfrigola sul fuoco, le uova strapazzate sono già nei piatti e una caraffa piena di spremuta d'arancia torreggia nel bel mezzo della tovaglia.

"Buongiorno, papà" augura Mike, porgendo distrattamente la guancia perché nostro padre la baci.

Questa è una scena del tutto nuova.

Ancora: mi sento precipitato in una realtà parallela, in una casa che non è la mia, in mezzo a una famiglia che somiglia a quella che avevo, ma che non riconosco più.

"Buongiorno, ragazzi" augura papà, con un entusiasmo che sfocia nel nervosismo. "È bello riaverti a casa, Paulie"

Si avvicina con le braccia leggermente divaricate, come se volesse abbracciarmi, e non posso frenarmi dal fare un improvviso passo indietro.

Gli lancio un'occhiata stranita, immobilizzandolo sul posto.

Ne sembra rammaricato, ma riporta le mani lungo i fianchi.

"Ho rimesso il poster di Cobain in camera tua, lo hai visto?" riprende, senza lasciarsi scoraggiare.

Ed ancora: detesto che si finga così fottutamente entusiasta.

Non gli piace avermi intorno.

Non gli è mai piaciuto.

"Sì" commento, lasciandomi cadere al mio posto.

Mike mi scocca un'occhiataccia.

"Grazie" aggiungo allora, e la mia voce è priva di qualsiasi emozione.

"Credevo ti avrebbe aiutato a sentirti a casa" commenta semplicemente lui, con un sorriso lieve.  "Non deve essere facile"

È un pensiero gentile, ma morirei piuttosto che dargli ragione.

"È solo Oxford" minimizzo, rigirandomi un cucchiaino tra le dita.

Sia Mike che papà restano in silenzio, come in attesa che spenda qualche parola in più sull'argomento, o in generale.

Ma io non ho alcuna intenzione di alleggerire l'imbarazzo.

Non spetta a me.

Il primo tra noi a cedere è, prevedibilmente, Mike.

"Ho lezione, stamattina, ma nel pomeriggio potremmo uscire" propone, forzando una leggerezza che ha il solo effetto di irritarmi. "Vorrei farti conoscere Angela"

"Il bacon sta bruciando" mi limito a sottolineare, senza neanche degnarmi di alzare gli occhi.

Mio padre sussulta, precipitandosi ai fornelli.

Indossa un grembiule a fiori che intiepidisce il rigore del suo completo grigio, una mascherata imbarazzante e quasi grottesca.

Sembra più vecchio dell'ultima volta che lo ho visto.

La calvizie ha scoperto ancora un po' di cranio, e i capelli superstiti -sempre accuratamente pettinati all'indietro- sono più grigi di come li ricordassi.

Il pensiero mi riempie di una sorta di strana amarezza.

"Ai tuoi professori farebbe piacere rivederti" sta dicendo, mentre riempie un piatto di bacon. "Mike, mi dai una mano? Grazie. E anche ai tuoi compagni. Mi chiedono spesso di te"

"Sarei curioso di sapere cosa dici" mi lascio sfuggire. "C'è del the?"

Mio padre esita per un attimo. È ancora di schiena, e mi nasconde la sua espressione.

Le sue spalle, tuttavia, sembrano farsi più curve.

"Dell'Earl Grey, il tuo preferito" mormora, e nonostante il tono allegro gli trema la voce. "Se aspetti solo un attimo, la colazione sarà pronta"

"Prendo solo del the, a colazione"

"Certo, è solo che..." si blocca, un rivolo di caffè che inizia a colare sul pavimento. "Non devi mangiare se non hai fame, certo. Che disastro"

"Ti serve una mano, papà?" interviene Mike, alzandosi prontamente in piedi.

"Per favore. Ho rovesciato tutto" concede lui, sfilandosi il grembiule per passarlo nervosamente sul ripiano in pietra. "Devo cambiarmi. Iniziate pure senza di me, va bene?"

"Ti aspettiamo" lo rassicura Mike, togliendogli di mano il grembiule. "Lascia. Ci penso io"

Aspetta di sentire i suoi passi su per le scale, prima di voltarsi a fronteggiarmi.

"Smettila" sibila, e sembra più addolorato che rabbioso. "Ci sta provando. Perché fai così?"

"Perché prendo solo il the a colazione?"

"Lo ha fatto per te, tutto questo" sbotta Mike, agitando le braccia per indicare la tavola imbandita. "Non puoi dargli una cazzo di possibilità, per una volta?"

È stato un errore, tornare. Non fa che tirare fuori il peggio di tutti noi.

"Ci sto provando" mormoro, annegando il viso nella mia tazza di the.

"Non ci stai provando" mi contraddice mio fratello. I suoi occhi brillano di lacrime trattenute. "Lo stai punendo. Non fai che punirlo. Non credi abbia già espiato tutto quel che c'era da espiare? Dio mio, ne ha abbastanza per le prossime dieci vite"

"Non metterti contro di me, Mike" lo avviso. La mia rabbia parte sempre dalla trachea, una colonna di fuoco che non posso far altro che sputare. "Ho perdonato già te, o sbaglio? Devo ricordarti quello che avete fatto?"

"Sei un tale coglione" si lamenta Mike, infilando le mani tra i capelli per la frustrazione. "Dio mio, ha chiamato il tuo fottuto professore per assicurarsi che avessi almeno un alleato, qualcuno che ti capisse. Vuoi crocifiggerlo per questo?"

"Vorrei crocifiggere entrambi, per questo" ammetto, freddamente. Il senso di tradimento sembra rinnovarsi, una nuova stilettata al petto. Una ferita ormai dimenticata che degenera in cancrena. "Devo essere un tale problema, per voi. Non vedete l'ora di liberarvene, non è così? O almeno di trovare qualcuno che se ne occupi al posto vostro"

"Di che cazzo parli?" sibila lui, furioso. "Dici cose totalmente senza senso"

"Sono stanco di essere manipolato da voi due" sputo, scattando in piedi. "Sono stanco di nostro padre che cerca di farmi da burattinaio e sono stanco di te, Mike. Di questo tuo precipitare nella mia vita solo per farmi sentire in colpa di qualcosa, periodicamente, e solo perché non mi allontani troppo dal recinto"

"Questa è la tua versione, Paul" ribatte mio fratello, alzandosi in piedi a sua volta, di riflesso. Ha le mani strette sul bordo del tavolo, le nocche sbiancate dalla forza della sua presa e i muscoli tesi all'inverosimile. "Immagino sia quella migliore per te, d'altronde. La più comoda. Quella che ti priva di ogni responsabilità. Sai che ti dico? Papà aveva ragione: saresti stato un grande avvocato. Nessuno è più bravo di te a manipolare le cose a proprio favore"

"Quale altra versione troveresti, sentiamo" lo sfido, proteso verso di lui. "In fondo sei tu, l'avvocato. Trovati un alibi. Trovalo a entrambi"

Stare così, l'uno di fronte all'altro, mi fa sentire come se mi stessi guardando allo specchio.

Gli occhi di mio fratello scintillano di un misto di rabbia e lacrime, ma non ha intenzione di indietreggiare.

Non stavolta.

"A Oxford i bagni hanno le chiavi" mormora, crudele. Io faccio fuoriuscire il suo lato peggiore, la parte tagliente ed irosa in cui normalmente non indulgerebbe. "Hai mai pensato che nostro padre non volesse ritrovarsi con un cazzo di figlio in meno?"

"Sinceramente?" rido, gelido, perché quella parte, quella parte che Mike tenta di sopprimere, lui la ha presa da me. "Credo che non veda l'ora"

La faccia di mio fratello si torce per il dolore, come se lo avessi appena colpito in viso, e qualcosa dentro di me non può impedirsi di goderne.

"Non ti permetterò di farmi ancora del male" sussurra, con una fermezza ed un distacco inquietanti. "Non posso permettertelo"

"No" concordo, semplicemente. "Ne ho già fatto abbastanza ad entrambi"




Note

Long time no see <3

C'è bisogno che dica che questo capitolo è stato un parto?

BEH, LO È STATO 😙✌🏼

So che non è stupendo ma abbiate pazienza, avevo bisogno di sbloccarmi e ci sono grandi cose in arrivo :)))

Grazie a tuttə voi di avermi aspettata, Audentes mi è mancata da morire, e voi altrettanto.

Cosa c'è da dire su questo capitolo? INNANZITUTTO che spero non floppi perché altrimenti mi faccio brillare ⚡️⚡️⚡️⚡️ ci ho messo UNA VITA a scriverlo.

Iniziamo a conoscere qualcosa in più su Cassius, e non manca molto perché vengano rivelati i suoi segreti.

Che pensiamo della famiglia Macca??

Io faccio difficoltà a schierarmi, non lo nego. Penso che ogni personaggio abbia in parte ragione, e che nessuno di loro abbia completamente torto.

Mike e Cass pronti a prendersi a ceffoni come qualunque coppia di fratelli che si rispetti, ma che vogliamo farci, non tutto è pancake e chiacchiere a cuore aperto.

Vi amo sempre,

H.

PS: se vi va, passate dalla mia altra storia, Starving <33333 ho grandi piani in mente per lei

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