Illumini i miei passi

By FrancescaEmme25

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Chiara ha solo 25 anni e un passato difficile alle spalle. Insicura, fragile, sempre attenta ad ogni piccolo... More

Cap.1 SOLE
Cap.2 COLOR MALVA
CAP.3 CAMELIA
Cap.4 ADOLESCENTI
CAP.5 FERITE
CAP.6 DI NOTTE
Cap.7 VENTISEI
Cap.8 BANGKOK
Cap.9 DUBBI
Cap.10 ILLUSIONI
Cap. 11 DOLCEZZA
Cap.12 SUL BOSFORO
Cap.13 INVEROSIMILE
Cap.14 I MIRACOLI ESISTONO
Cap.15 È CON TE CHE VOGLIO STARE
cap. 17 BASTA CREDERCI DAVVERO
Cap.18 DUE VOLTE SÌ
Cap.19 VITA REALE
Cap. 20 PRIMA DI ANDAR VIA
Cap. 21 TUTTO CIÒ CHE SOGNAVO
Cap. 22 SOGNI E DISTANZE

cap.16 SAN LORENZO

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By FrancescaEmme25

Non sono mai stata scaramantica. Credo nella provvidenza di Dio e nel fatto che siamo noi giorno per giorno a scegliere da che parte stare se dalla parte del bene o dalla parte del male. Mi era sempre piaciuto ammirare le stelle per contemplare ciò che di bello c'è nel creato. Non avevo mai espresso nessun desiderio ma sempre e solo una semplice preghiera. Non esiste il destino né tanto meno la sfortuna. Esistiamo noi fatti di carne, ossa e anima siamo noi che giorno per giorno delineiamo la nostra strada e se ci affidiamo a Dio, Egli giorno per giorno provvederà a noi non facendoci mancare nulla.
I miei pensieri furono distolti dal suono del telefono: era un numero sconosciuto.
Ero sola nel giardino della mia villetta, mi ero svegliata tardi quella mattina dopo la notte passata a guardare le stelle sulla spiaggia. D'altronde era ancora il giorno di San Lorenzo e mio nonno ci teneva particolarmente che noi nipoti andassimo a trovarlo per il suo onomastico. A differenza della nonna Nina che capiva, lui non ammetteva che i suoi nipoti non potevano stargli accanto quel giorno.
Il telefono continuò a squillare senza sosta.
"Pronto?!"
"Chiaretta bella della nonna!"
"Nonna! Perché mi chiami con lo sconosciuto?"
"Non lo so a Nonna cosa ho combinato con questo telefono, appena vieni mi devi aiutare."
"Va bene quando arrivo vediamo."
"Vieni oggi dal nonno vero?"
"Si certo nonna come potrei mancare so bene quanto ci tenga il nonno."
"Senti un po' un uccellino mi ha detto che ti sei fidanzata."
"Questi uccellini parlano troppo non pensi?"
"Perché non porti pure il giovanotto tuo così lo conosciamo."
"Non so nonna stiamo da poco insieme, non so se sia il caso."
"Dai a nonna vi cucino un sacco di cose buone!"
"Va bene nonna ci penserò."

Attaccai il telefono sorridendo, pensando a quanto le nonne soprattutto quelle del sud trovino rimedio a tutto parlandoti di cibo. Anche se il ragù della nonna e la parmigiana di melanzane erano imbattibili e su questo non c'erano dubbi.
Ma come avrei detto a Nico dopo solo due mesi che ci conoscevamo che mia nonna voleva anche lui all'onomastico di nonno Lorenzo. Per di più quel giorno a casa di nonna c'erano anche i miei zii e i miei cugini , tutto ciò voleva dire rendere ufficiale la mia storia con Nico.
Nemmeno il tempo di rifletterci che vidi Nico che usciva dalla sua villetta e si incamminava verso la mia.
"Buongiorno amore..."
"Buongiorno amore devo chiederti una cosa."
"Mi devo preoccupare?"
Come facevo a dirgli così di botto che avrebbe conosciuto già la mia famiglia e se non se la sentiva? Presi coraggio e tutto d'un fiato glielo chiesi.
"Ti va di venire con me a Napoli per l'onomastico di mio nonno Lorenzo?"
"Questa cosa mi mette un po' di agitazione" disse Nico con aria preoccupata ma allo stesso tempo accennando un sorriso.
"Si lo so, hai ragione se non ti va. In effetti è troppo presto ma è stata la nonna Nina a chiedermelo."
"No non è troppo presto e poi ai nonni è vietato dire di no soprattutto se ti offrono del cibo"
Come sempre mi faceva sorridere, lo abbracciai e non mi accorsi che dietro di me dalla porta era uscita mia madre.
"Buongiorno..."
"Buongiorno signora." rispose Nico imbarazzato.
"Signora? Mi fai sentire vecchia così chiamami Roberta."
"Ci proverò anche se mi è difficile."
"Conosciamo i tuoi genitori da un po' di tempo, so che siete delle brave persone, sono contenta che tu e Chiara vi siate conosciuti."

Mia mamma e Nico cominciarono una lunga conversazione, li vedevo parlare ed erano molto in sintonia. Tra l'altro dovevo dire a mia mamma che Nico in serata sarebbe venuto con noi dai nonni. Speriamo non se ne esca con la solita storia che non devo correre e che devo andarci con i piedi di piombo.
"Scusate non vorrei interrompere la vostra conversazione. Mamma, nonna Nina mi ha chiesto se potevo portare Nico stasera dal nonno. Ci teneva molto a conoscerlo."
"Ma certo perché no! Mi fa piacere che venga anche lui."
Non avevo mai visto mia mamma così soddisfatta di una mia relazione e se piace a mia mamma allora ancor di più mi convincevo che lui fosse la persona giusta per me.
"Nico prima però vorrei passare da Sole..."
"Certo ti accompagno io, sicuramente c'è Alex lì scommetto come al solito che non abbia riposato. "
Salutammo mia mamma ed entrammo in macchina per raggiungere l'ospedale.

Avevo una sensazione strana quel giorno come se qualcuno mi stesse sussurrando all'orecchio che quella giornata sarebbe stata particolare. Avevo la pelle d'oca mentre ascoltavo la musica in auto con Nico e guardando il litorale dall'autostrada mi veniva quasi da sorridere, avevo solo pensieri positivi. Pieni di speranza.
Arrivati in ospedale fui sorpresa nel vedere che non c'era nessuno in sala d'attesa, andai verso la stanza e trovai Alex seduto accanto a Sole intento a leggerle un romanzo. Bussai per attirare la sua attenzione anche se la porta era già aperta.
"Ciao ragazzi, mi fa piacere che siete qui."
Nico abbracciò Alex e fui commossa nel vedere come erano presenti sempre l'uno per l'altro proprio come me e Sole.
Iniziammo a parlare del più e del meno e parlavamo con Sole proprio come quando lei era sveglia.
Ad un certo punto Nico ebbe un'idea.
"Che ne dite se prendo la mia chitarra dalla macchina? Vorrei suonare e cantare la canzone che ho scritto per Chiara in modo che possa sentirla anche Sole."
"In realtà avevo già provato a cantargliela ma non ricordavo bene l'intonazione. Quindi mi sembra un'ottima idea. Proviamo!" dissi con molto entusiasmo.
Alex sembrava anche lui felice anche perché si sentiva meno solo quando eravamo lì con lui.
Dopo aver preso la chitarra, Nico si sedette quanto più possibile accanto al letto di Sole ed io feci lo stesso. Volevo provare a cantare per lei.

....Non so dirti come, non so dirti quando
ma la mia vita ha senso quando ti ho accanto.
Ora stringimi amore, stringimi sempre che senza di te il vuoto mi opprime, il vuoto mi spegne.

"Io l'ho sempre detto che il mio migliore amico ha un vero e proprio talento" disse Alex accarezzando per un attimo Sole sul viso.
"Perché non la cantiamo di nuovo? Secondo me a Sole piace!"
Nico ed io riprendemmo a cantare, Alex cercò ti intonare anche lui la canzone. Non sapevo perché ma ero sicura che Sole adorava ciò che stavamo facendo in quel momento.
All'improvviso ci interruppe un'infermiera.
"Di chi sono queste magnifiche voci? Ma che bravi davvero. Solo che dovrei chiedervi gentilmente di abbassare la voce perché siamo pur sempre in un ospedale anche se ammiro ciò che state facendo per la vostra amica."
"Si certo non si preoccupi tra un po' andiamo via perché sta finendo l'orario di visita" risposi un po' dispiaciuta per essere stati interrotti in quel momento così bello.
"Fratello mi raccomando per qualsiasi cosa fammi sapere e se hai bisogno non esitare a chiamarmi" disse Nico dando una pacca sulla spalla ad Alex.

Andammo via a malincuore, desideravo con tutto il cuore stare lì tutta la giornata ma ci aspettava un viaggio per Napoli ed i nonni con le loro specialità culinarie.
"Se per te va bene vorrei già partire. Dovrei passare prima in un posto. O vuoi che aspettiamo i tuoi?"
"No Nico andiamo i miei avevano ancora da sbrigare alcune cose prima di partire e prima di stasera non arriveranno dai nonni. Dove vuoi portarmi?."
Mi guardò con aria divertita senza dire nulla.
"Ok è inutile che faccio domande. Già lo so!"
"Ecco, brava amore. Ammira il paesaggio e capirai da sola dove ti sto portando."
Dopo circa un'ora mi fu più chiaro che mai: stavamo andando a Sorrento.
"Sorrento?"
"Si, Sorrento. Non era difficile indovinare."
"Qui abitano una coppia di vecchi amici, si sono sposati l'anno scorso. Lei aspetta un bimbo. Vorrei presentarteli, sai perché?"
"Perché?"
"Si chiamano Marco e Ginevra. Lei è originaria di Sorrento mente lui abitava a Napoli prima di sposarsi. Andavamo alle superiori insieme. Li guardavo ed ogni volta dicevo che non avrei mai trovato un amore così grande come il loro. Si sono fidanzati quando avevano 14 anni ed ora dopo 16 anni sono ancora insieme. Non si sono mai separati l'uno dall'altro e anche quando litigavano il giorno dopo già avevano fatto pace."
"E quindi pensi che anche se non ci siamo conosciuti da tanti anni, il nostro amore sia come quello di Marco e Ginevra?"
"Si, perché a me sembra di conoscerti da tutta la vita. Anzi ti ho aspettata per tutta la vita e non mi sembra vero che ora tu sia qui con me."
Ero talmente emozionata che non sapevo cosa rispondere. Una lacrima mi rigò il viso.
"Amore perché piangi?"
"Piango si ma di gioia..."
Nico prese la mia mano, la portò verso la sua bocca e la baciò.
Quando arrivammo sotto casa degli amici di Nico, non so perché ebbi timore che non mi avrebbero accettata. D'altronde Nico aveva lasciato Giorgia, la sua ex, solo poco tempo prima di conoscere me.
Invece, quando li conobbi, mi sembrarono così gentili e alla mano. Furono così felici di conoscermi e ci invitarono a pranzo perché volevano conoscere la nostra storia. Parlammo per ore, Marco mi raccontò tutto quello che combinavano insieme alle superiori e di come erano affiatati.
"Ragazzi sono contento di vedervi così innamorati. Nico non immagini quanto mi abbia fatto piacere che tu sia passato qui. Non ci eravamo più visti dal matrimonio mio e di Ginevra." disse Marco con sguardo malinconico.
"Hai ragione sai bene che il mio lavoro mi porta spesso lontano."
"Si lo so bene. Chiara ti deve volere davvero un gran bene per aver accettato il tuo lavoro"
"Si ancora non abbiamo vissuto questa fase ma sono sicuro che ce la faremo."
"L'importante è fidarsi. Senza fiducia non si va da nessuna parte." disse Marco guardando dolcemente sua moglie negli occhi.

Chiacchierando non ci rendemmo conto che era già pomeriggio inoltrato. Promisi a Ginevra che appena avrebbe partorito sarei andata da lei per conoscere il piccolo. Erano davvero delle persone speciali e mi avrebbe fatto piacere continuare a frequentarli.
Ci mettemmo di nuovo in viaggio verso Napoli. Non ero più ritornata nella mia città da quando c'era stata l'udienza in tribunale con il mio ex. Quel giorno fu triste ma allo stesso tempo mi diede una forte carica consapevole che per 12 anni non avrei più rivisto colui che mi aveva completamente danneggiata fisicamente e mentalmente.
"Chiara mi dici l'indirizzo dei tuoi nonni?"
"Si scusa abitano a Via Foria 122."
"Quindi questo vuol dire che troveremo posto per la macchina nel 2075?"
"Ma no che dici dove abita mia nonna c'è un garage!".
In effetti Napoli era sempre troppo caotica, nonostante fosse il 10 agosto, i posti delle auto quasi impossibili da trovare e per spostarsi in pieno centro era preferibile sempre farlo a piedi o con un scooter.
Tutte le grandi città erano così, tante volte mi avevano raccontato di Roma e anche di Milano di quanto era difficile spostarsi in auto in pieno centro.
"Ora che ci penso entro prima in casa dei tuoi nonni e poi in casa tua."
"Anche io non conosco casa tua, con calma faremo tutto. Casa mia dista da qui circa 1 km. Quindi la zona è questa ".
"Si certo avremo tempo. Prima o poi ti farò vedere anche casa mia."
Finalmente arrivammo a casa dei nonni, ero molto tesa. Già sapevo che la nonna con i suoi racconti lunghissimi e dettagliati di quando ero piccola mi avrebbe messa in imbarazzo, per non parlare poi del terzo grado che avrebbe fatto a Nico.
Suonai il campanello e mi tremavano le mani, sentii i passi di mia nonna inconfondibili che si avvicinavano alla porta.
"Ciao bellissimiiii! Quanto siete belli a nonna".
Mia nonna salutò Nico come se lo conoscesse da sempre.
"Mamma mia Chiara ma dove hai trovato questo bel giovanotto. Mi sembra uscito da una rivista di moda."
"Nonna smettila lo metti in imbarazzo"
"Sempre esagerata sei ma quale imbarazzo."
Nico aveva lo sguardo divertito e si avvicinò a mia nonna presentandosi.
"Ah quindi ti chiami Nicola?"
"No signora in realtà mi chiamo Nicolò"
"Ma quale signora e signora! Mi devi chiamare nonna Nina. Mi raccomando eh!"
Mia nonna era unica, per di più tutto quello che io facevo per lei non era mai sbagliato e mi appoggiava in tutte le mie scelte. Mia mamma spesso si arrabbiava soprattutto quando ero piccola perché le diceva che così mi viziava e diventavo capricciosa. Ma in realtà il suo era amore smisurato.
Presentai a Nico anche mio nonno che come al solito era seduto sulla sua poltrona preferita a leggere il giornale.
"Lorenzo posa sto giornale forza che sono venuti i ragazzi a farti gli auguri."
Mio nonno borbottò posando il giornale, non sopportava quando la nonna lo rimproverava davanti agli altri. Quando mi vide però il suo volto si illuminò.
"Chiaretta amore del nonno, vieni qua dammi un bacio."
"Ciao nonnino, buon onomastico."
Abbracciai mio nonno con la solita speranza di trovarlo sempre lì ogni anno su quella poltrona ad aspettarci.
Nico si presentò anche a mio nonno e scambiarono due chiacchiere nel frattempo che aspettavamo che il resto della famiglia arrivasse.

Quando suonò il campanello andai ad aprire io. Mio cugino Mattia che aveva 4 anni più di me si presentò con l'ennesima ragazza diversa. Ne cambiava almeno 3 o 4 all'anno. Le sue relazioni duravano meno della scadenza di uno yogurt. Mia zia, povera martire nonostante gli avesse detto più volte di non voler conoscere più nessuna ragazza, lui menefreghista continua a portargliele in casa.
"Cuginetta bella, come va?" mi salutò Mattia abbracciandomi.
"Bene Matti grazie, lei è la tua nuova ragazza?"
"Si lei è Sara stiamo insieme da due mesi."
la ragazza si avvicinò presentandosi.
"Mi hanno detto che anche tu hai qualcuno da presentarmi"
"Come girano in fretta le voci in famiglia, vero?"
"Ma lo sai bene che la nonna Nina quando ha qualche novità poi deve dirla anche alla cugina che abita dall'altra parte del mondo".
Quanto era vero, la nonna passava le ore a telefono parlando con tutti del più e del meno. Spesso non si rendeva conto che faceva anche grossi guai.
"Vieni che ti presento Nico."
Andammo verso il salone, Nico e la ragazza di mio cugino si fissarono per qualche istante come se già si conoscessero. Il tempo di mettere a fuoco quella situazione ambigua e Sara si fiondò verso Nico.
"Ma ciaooo Nico! Che piacere!"
"Ciao Sara, è un piacere anche per me. Come stai?"
Iniziarono a parlare del più e del meno e la situazione non mi fu per niente chiara. Volevo quasi esplodere ma non volevo fare danni. Forse erano vecchi amici o magari andavano a scuola insieme. Non riuscivo a capire, lei sembrava quasi gli facesse gli occhi dolci mentre parlava. Mio cugino come suo solito sembrava non importsene tanto, quasi si fiondò sulla parmigiana di melanzane della nonna non curante di quello che stava accadendo. Forse chissà sono io che mi sto facendo film mentali. Non mi piaceva però questo comportamento soprattutto davanti ai miei parenti che non lo conoscevano. Alla fine mi avvicinai a loro, non ne potevo più.
"Ah che bello quindi già vi conoscete?".
"Si, Sara ed io frequentavamo gli stessi corsi all'università."
"Ma dai diglielo che c'è stato del tenero tra noi e che ci siamo frequentati per qualche mese. Tranquilla Chiara te lo dico perché sono passati molti anni e quindi è solo un lontano ricordo."
Ah si? Era un lontano ricordo? Ma con che coraggio mi raccontava quelle cose? E perché poi Nico cercava quasi di nasconderlo!
Non dissi niente in quel momento semplicemente mi allontanai con una scusa, nel frattempo erano arrivati anche i miei e mia sorella. Mia sorella mi guardò con gli occhi di chi ha già capito e vorrebbe farmi l'interrogatorio.
"Perché mi guardi così Fabiana?"
"Se mi rispondi così in modo acido già mi è chiaro che qualcosa non va!"
"Si non va, hai ragione! Vorrei sprofondare".
Mia sorella aveva cinque anni in meno a me ma era una di quelle che non si facevano passare la mosca sotto il naso. Quando in salone vide Nico che chiacchierava allegro con Sara le fu subito evidente il motivo del mio nervosismo.
"Chiara chi è quella biondina che parla con Nico?"
"L'ennesima fidanzata di tuo cugino!"
"Nostro cugino forse..."
"No è arrivata la volta buona che lo disconosco. Tutte lui le trova."
Per non far vedere agli altri quanto ero nervosa mi allontanai verso la cucina quando ad un tratto mia sorella mi raggiunse insieme a Nico.
"Chiara, Nico ti cercava..." disse Fabiana con aria quasi annoiata.
"Amore ma perché mi lasci solo in mezzo a tutti i tuoi parenti e te ne vai?"
"Vedo che ti stai ambientando bene, non hai bisogno di me!"
"Ma cosa dici io ho sempre bisogno di te"
"Si si come no!"
"Chiara mi spieghi cosa ti prende? Aaah forse ho capito è per Sara che stai facendo così"
"No per niente..." dissi andando verso il balcone.
"È vero c'è stata una breve frequentazione, ma non te ne ho parlato perché è una cosa accaduta quasi 10 anni fa. Non ha più nessun valore per me e nemmeno all'epoca è stato importante."
"Ma non è per la storia che avete avuto ma per come nonostante tutto eri così disinvolto a parlare con lei."
"Ma disinvolto cosa?? Cercavo solo di essere educato!"

Da dove era uscita tutta quella gelosia che provavo, ero convinta però che lui avrebbe fatto lo stesso con me se avesse assistito ad una scena del genere.
Sara non tolse gli occhi di dosso a Nico nemmeno per un attimo e quindi a maggior ragione la mia gelosia non era immotivata. Poteva negarlo Sara dicendo che era successo anni fa ma perché poi tenerci tanto a specificare cosa fosse accaduto tra di loro ai tempi dell'università? Senza nemmeno aspettare che fosse Nico a raccontarmi tutto.
Forse Sara non aveva dimenticato quel "vecchio" amore?.

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