Favola / Paulo Dybala

Oleh yourfriendlyhand

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Noemi ha 19 anni e, tra un brano degli One Direction e gli esami di maturità sempre più incombenti, si render... Lebih Banyak

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GRAZIE
NUOVA STORIA

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Oleh yourfriendlyhand

× × ×

"Noemi!" la chiama sua madre dal piano di sotto, facendola sbuffare mentre prende gli appunti in mano e scende. "Quante volte ti ho detto di staccare almeno quando devi mangiare?"

"Ti prego mamma, già non ci capisco niente." sospira, ripetendo in testa quel dannato Becquer.

"Da quando non capisci lo spagnolo?" si acciglia Davide, ricevendo una gomitata da Giorgia.

Mangia lentamente e nel mentre legge ogni riga, sistemandosi gli occhiali da lettura che tiene sul naso per la maggior parte della giornata. Prende un profondo respiro ed inizia poi il nuovo argomento, prendendo il labbro tra i denti e studiando attentamente ogni singola parola.

"A proposito, ho una cosa da dirvi." annuncia Caterina. "Noe."

Stacca gli occhi dai fogli e presta attenzione alla madre che ha qualcosa di importante da dire.

"Dicci." parla Claudio.

"Passeremo l'estate da zia Lucia." spiega con un grande sorriso.

"A Bergamo?" domanda Davide.

"Si, così conoscono Giorgia e passate del tempo insieme ai vostri cugini." sorride ancora più entusiasta.

"E.. quando dovremmo partire?"

"Subito dopo il tuo esame, magari anche lo stesso giorno se siamo fortunati."

"Oh." impreca nella sua mente e sconnette completamente la testa, ignorando i loro piani e focalizzando la mente sullo studio.

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"Quindi vai in Lombardia." dice Marika mentre accende il ventilatore.

"Già, anche se preferirei restare qui." ammette.

"Per far cosa? Anche io sarò altrove."

"Sto bene qui." mormora, poggiando i fogli sulla scrivania e togliendo gli occhiali.

"Dov'è la tua collana?" domanda quando vede il suo collo libero dalla familiare catenina argentata.

"L'ho tolta." risponde semplicemente, indicando il portagioie sulla specchiera.

"Perché? Non avevi detto che era il tuo portafortuna?"

"Credo che non abbia mai davvero funzionato." accenna un piccolo sorriso.

Marika si alza, apre la piccola scatola decorata di azzurro e la tira fuori, osservandola attentamente.

"Che peccato però."

"Puoi prenderla se ti piace."

"Ma sei matta?" chiede retorica. "Certo che no, questa è tua." la rimette al suo posto. "Non puoi far finta che non sia mai successo niente."

"Se può aiutarmi a non stare male, allora lo farò." alza le spalle.

"Avevate progetti per questa estate?" domanda dopo qualche minuto di silenzio.

"Mia madre voleva già andare a trovare sua sorella, non sono riuscite a passare molto tempo insieme durante le vacanze natalizie e le piacerebbe parlarle un po' di più. La chiama 'necessità da sorella maggiore' o qualcosa del genere a quanto pare." risponde.

"Non tu e la tua famiglia." la ferma. "Intendevo dire te e Paulo."

"Oh." mugola. "No, niente." nega con la testa.

"Non aveva detto che voleva farti conoscere la sua famiglia?"

"Non ha mai detto che saremmo dovuti andare noi lì, vengono spesso a trovarlo a quanto ha detto." torna a leggere.

"Però sarebbe bello, non ti immagini per le vie argentine a cantare le canzoni di Violetta?" scherza.

"Non avrebbe senso pensarci adesso, Marika." afferma. "La favola è finita, anzi, forse non è nemmeno mai davvero iniziata."

Marika annuisce e decide di chiudersi nel silenzio, osservando l'amica mentre ripete nella sua testa la sua tesina. Ricorda le risate quando le hanno dato il tema e capisce quanto adesso le faccia male pensare a questo. Studiare di così tanti tipi di amore quando lei ha salutato quello che più le stava al cuore: il suo. Lo legge dalle mani che si stringono alle volte, dagli occhi stanchi, dalle labbra schiuse e dalle guance rosse che sente la voglia di strappare qualsiasi cosa che potesse ricollegarsi a quell'argomento talmente ingiusto adesso.

Prende il telefono e cerca su internet dove gira la voce che le cose tra Paulo Dybala e la sua nuova fidanzata le cose possano essere finite dato che non sono stati più visti insieme e non sono state pubblicate foto da loro stessi sui loro profili social. Alcuni scrivono addirittura di un amore troppo bello per finire, altri di una sbandata durata qualche mese per scordare Antonella. Se solo sapessero che è stato tutto molto di più.

"Quand'è la prima prova?" se ne esce Noemi.

"Mercoledì." risponde.

"Tra due giorni." sospira dunque, scuotendo la testa e tornando a leggere mentre porta una gamba vicina al petto.

"Perché lo dici con così tanta sconsolazione?"

"Niente, un po' di ansia." prende il labbro inferiore tra i denti. "Hanno già estratto la lettera?"

"Avranno iniziato adesso il nostro consiglio." guarda l'orologio. "E propongo una pausa fino alla scoperta della lettera."

"Ci sto." annuisce. "Vado giù a prendere qualcosa da bere."

Sorride a Claudio che le da un bacio sulla testa mentre passa di lì e lei si ferma per dargli un abbraccio, scompigliando il suo ciuffo.

"Aw, oggi sei in vena di coccole?" mormora lui, stringendola.

"Non dire queste cose quando sei al telefono." lo becca. "È mezz'ora che passeggi per casa con il telefono all'orecchio, con chi parli?" domanda mentre prende due bicchieri di limonata.

"Oh.." esita. "Con un'amica."

"Amica?" ride. "Intendi la tua fidanzata?"

"Si." mormora, abbassando il volume così da non farle sentire una voce roca anziché stridula.

"Me ne vado allora." ma quando sta salendo le scale, un urlo la fa sobbalzare tanto da rovesciarsi i bicchieri addosso.

Guarda Claudio e corrono insieme al piano di sopra, dove trovano Marika che osserva il telefono come se fosse il demonio.

"Che c'è?!" domanda l'amica, spaventata.

"È uscita la lettera!"

"E che cazzo urli?!" tuona Claudio, prendendo un respiro di sollievo.

"Che lettera è?!"

"La I." risponde.

"I.. I.. Iannuzzi, lui è il primo e.."

"IO SONO LA SECONDA E TU SEI LA TERZA!" esclama. "Del primo fottutissimo giorno!"

"Merda." impreca.

"Per cosa vi lamentate? Vi toglierete subito il pensiero."

"Conviene essere in mezzo! Siamo 30 in quella dannata classe!"

"Basta." parla Noemi. "Tu vattene via perché mi distrai, tu prendi gli appunti e mettiamoci a studiare."

Spinge fuori il fratello, chiudendo poi la porta con un pesante toffo, facendo lui mentre la persona dall'altra parte del telefono fissa le sue iridi verdi contro il muro che ha davanti, sentendo una profonda malinconia al petto.

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