𝑰'𝒎 𝒇𝒊𝒏𝒆 {𝑺𝒂𝒔𝒖/𝑺𝒂...

Oleh Chaeyoung_are_Rosie

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Copertina fatta da @Mavi_reader06 [IN CORSO] [⚠️AGGIORNAMENTI LENTI⚠️] "Sto bene", una risposta così sempli... Lebih Banyak

Prologo
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Oleh Chaeyoung_are_Rosie

Fugaku non aveva mai dimostrato affetto verso il figlio minore da quando si erano trasferiti, non che prima gliene desse più di tanto, ma almeno non lo demoralizzava ad ogni frase che diceva. Fu proprio per questa mancanza di empatia verso i sentimenti di Sasuke che Itachi si stupì nel vedere il padre portare il proprio fratellino addormentato in braccio.

Itachi: "Sta nevicando?" domandò retoricamente.

Fugaku: "Si è addormentato in macchina. Suppongo sia molto stanco, me lo ha anche confermato una sua amica".

Itachi: "Amica?".

Fugaku: "In poche parole: Sasuke era alla villa, lì c'erano altre due ragazze e con molte probabilità anche il killer. Tuo fratello ha trovato un biglietto nel quale, ipotizziamo, ci sia l'eventuale prossima vittima. Lo stiamo facendo analizzare e non ci resta che aspettare.
La ragazza, Sakura mi sembra si chiami, gli ha chiamato per comunicargli che si trovasse a casa e abbiamo parlato un po'".

Itachi: "In effetti Sasuke si comporta in modo strano".

Fugaku: "Mi ha mentito. Più volte".

Il fratello maggiore lo guardò confuso: "Mentire a te? Sasuke ti ha mentito?".

Il padre annuì: "Ne sono sicuro. Magari qualcun altro si può far abbindolare da queste bugie, ma non dimenticarti che conosco Sasuke da quando è nato" sospirò. "Non capisco in che guaio si sia cacciato".

Poggiò il figlio minore sul suo letto, rimboccandogli le coperte.

Itachi: "Sta nuovamente con quella ragazza".

Fugaku: "Lo so".

Itachi: "Non può essere che si è rimesso insieme a lei solo per la tua approvazione? In fondo lo sai pure tu che vuole sentirsi dire che tu sia fiero di lui".

Fugaku: "Sasuke non è il tipo di persona che si sottomette per queste banalità. Nonostante sia stato io a combinare il fidanzamento, quella ragazza non mi è mai andata a genio. L'unico problema che mi sono ritrovato quando l'ha lasciata sono stati i soldi".

Itachi: "In che senso i soldi?".

Il padre sospirò nuovamente poggiando una mano su un mobile vicino. "Karin è viziata, ottiene tutto ciò che vuole. La sua famiglia è stata invischiata in alcuni giri loschi a causa del tuo ex compagno di classe, Deidara. Prima di stare con Sasuke, lei stava con lui".

Itachi: "Non ti seguo".

Fugaku: "Avevo paura per Sasuke" disse guardandolo dritto negli occhi. "Paura che se non avessi accettato, avrebbero fatto del male a lui. Non ho prove schiaccianti contro di loro e mi sono ritrovato incastrato".

Itachi: "La mamma lo sa?".

Fugaku: "No, non deve saperlo. Andrebbe di matto, finiremo sicuramente per litigare e al momento non ne ho la voglia e né tantomeno il tempo per farlo".

Itachi: "Ma devo saperlo! Ti rendi conto di quello che dici?!".

Fugaku: "Itachi, guarda Sasuke. È stremato. I soldi li avevo già dati ai genitori, non so perché tuo fratello si sia fidanzato nuovamente con Karin. Ma se si è veramente messo nei guai, sospetto che lei lo abbia ricattato e se Sasuke ha accettato significa che la situazione è più grave di quanto pensiamo. Se tua madre lo sapesse sai bene che casino succederà".

Itachi, messo a tacere, si sedette sul letto vicino al fratellino che continuava a dormire. Una cosa che non passò inosservata sia al padre che al primogenito fu l'espressione del minore non rilassata come era solita essere quando dormiva. Era più rigida, come se stesse facendo un incubo o come se fosse in allerta per captare qualsiasi pericolo.

Non si stava rilassando e quel sonno – se possibile – lo avrebbe fatto stare peggio di quanto lo fosse un'ora prima.

~~

Il moro venne svegliato dal suono incessante della sua sveglia e una volta spenta restò con lo sguardo verso il soffitto, quando un dubbio gli pervase la mente: come c'era arrivato al letto?

Ricordava solo di essersi addormentato in macchina, niente di più, niente di meno. Guardò i vestiti che indossava e notando che fossero quelli del giorno precedente ipotizzò che qualcuno lo avesse portato in braccio; sorrise involontariamente al pensiero che a portarlo fosse stato il padre.

Decise di alzarsi e andarsi a fare una doccia calda, quel giorno sarebbe stato particolarmente stressante. Doveva pensare a quella stupida festa, aiutare il suo insegnante costantemente in ritardo e doveva anche tenere d'occhio il dobe.

Il suo telefono vibrò. Segno che era arrivato un messaggio.

-Orochimaru: Stasera. Alle undici in punto. Più ritardi, più ti faccio male, sappilo

L'unico messaggio che non voleva ricevere.

Una volta privatosi di tutti gli indumenti, entrò nel box doccia poggiando la schiena contro le mattonelle fredde. Chiuse gli occhi e lasciò che il getto d'acqua gli cadesse dritto in faccia per poi scivolare su tutto il suo corpo. Solo al pensiero di un'altra scopata si sentiva sporco, piccolo e debole. Sperò che l'acqua portasse via con sé il fallimento che stava diventando. Non riusciva a sopportare più nulla di tutto ciò, ma doveva resistere. Aprì gli occhi solo quanto bastava per capire se stesse piangendo o se era solo l'acqua, ma la vista offuscata a causa delle lacrime era il chiaro esempio di quanto a lungo avesse represso i suoi sentimenti.
Si premette una mano sulla bocca evitando di far uscire i singhiozzi.

'Non ora. Non ora' si ripeteva nella mente come se potesse aiutarlo a calmarsi.

Chiuse il getto d'acqua e si vestì in un battito di ciglia. Prese tutto ciò di cui aveva bisogno e si fiondò dritto verso la porta d'ingresso. A passo svelto raggiunse l'abitazione del suo migliore amico, suonò il campanello e con le lacrime agli occhi che non presagivano nulla di buono, attese.

~~

Suigetsu non si aspettava minimante delle visite, specialmente a quell'ora del mattino. Sbadigliando si trascinò verso la porta, per poi aprirla e ritrovarsi davanti il moro. Non ebbe nemmeno il tempo di salutarlo, il più piccolo si era letteralmente buttato su di lui nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Ci mise un attimo a capire che quel comportamento serviva per cercare di soffocare tutti i singhiozzi.

Gli passò una mano sulla schiena, ma la ritrasse subito vedendo l'Uchiha tremare.

"Dai, entra. Ti faccio qualcosa di caldo" disse l'albino.

Il minore fece come gli era stato detto e prese posto nel divano in soggiorno continuando a piangere. Per quanto ci provasse a fermare le lacrime, queste proprio non volevano saperne. Continuavano a scorrerne sempre di più.

Quel pianto non era normale e Suigetsu lo sapeva bene. Quello era il pianto di chi per troppo tempo si è tenuto qualcosa dentro senza farne parola con qualcuno.

Suigetsu: "Ecco, Sasuke" disse porgendogli una tazza con del tè caldo. "Vuoi parlare di ciò che ti fa stare così tanto male?".

Sasuke: "I-io non p-posso... È-è...".

L'albino si avvicinò con cautela al più piccolo e lo strinse in un abbraccio rassicurante. Abbraccio nel quale inizialmente l'altro era rigido, ma a mano a mano che i minuti passavano rilassò tutti i muscoli, cercando di porre fine anche ai singhiozzi che gli impedivano quasi di respirare.

Suigetsu: "Ci sono io con te, non sei solo".

Restarono in silenzio per dieci minuti, entrambi incapaci di dire qualcosa, il moro a causa del pianto e l'altro perché non trovava le parole. Il più grande lo aveva visto piangere così solo una volta, quattro anni prima. Stava pensando a tutto e a niente. Non poteva immaginare cosa fosse successo al suo migliore amico per ridurlo in quello stato.

Suigetsu: "Ti va di parlare?" gli chiese comprensivo e non si sorprese nel ricevere come risposta solo un cenno negativo. "Mi vuoi dire almeno il perché?".

Sasuke si portò entrambe le ginocchia al petto, sprofondando la testa su esse: "Ho paura".

Suigetsu: "Paura di cosa?".

Sasuke: "Che poi tu finisca nei guai e se ti succedesse qualcosa solo per un mio capriccio, non me lo perdonerei mai".

Suigetsu: "Sasuke, non è un tuo capriccio e penso ti sia chiaro. Hai visto come piangevi?".

Sasuke: "Non sarà del tutto colpa mia, ma almeno in parte lo è. Non ho fermato nulla, sottovalutando la situazione e se ora sono dove sono è in gran parte colpa mia".

Suigetsu: "Per quanto ancora credi di dover nascondere la verità? Sei già arrivato al limite. Da quanto posso capire è una questione seria. Sasuke, ho paura per te. Ho bisogno che tu mi dica cosa ti sta succedendo".

Lo sguardo dell'Uchiha venne nuovamente offuscato a causa delle lacrime che minacciavano ancora una volta di uscire, non si impose nemmeno di reprimerle. Come aveva detto l'albino, era già arrivato al limite.

Sasuke: "Lo farò, ma non ora. Ti prego, capiscimi. Ho bisogno di tempo, ti spiegherò tutto quando sarà finito. Te lo giuro!" disse tutto d'un fiato, incrociando il proprio sguardo con quello dell'amico. "Ma non adesso... Ora ho solo bisogno che tu mi stia accanto perché io da solo non ce la faccio più" aggiunse con un filo di voce.

Suigetsu: "Promettimi solo che se questa situazione si dovesse aggravare ancora di più, me ne parlerai".

Sasuke: "Va bene...".

L'Uchiha era consapevole che ormai si era aggravata tempo prima. Sapeva che avrebbe dovuto denunciare già dal primo incontro, ma le minacce usate da Orochimaru lo avevano spaventato.
Aveva sottovalutato il tutto, pensando solo che non sarebbe mai arrivato fino in fondo.

Sospirò e guardò l'albino accanto a sé, che continuava a stringerlo. La verità era che quest'ultimo aveva già elaborato un'ipotesi notando la rigidità del moro nei gesti d'affetto o quando lo rassicurava usando il contatto fisico. Aveva notato il tremore quando si avvicinava troppo, quando per sbaglio gli sfiorava la coscia o quando gli metteva un braccio attorno al collo.

Erano cose normalissime, fatte da sempre. Per Suigetsu, Sasuke era come un fratellino e viceversa.

Ma il più grande non voleva crederci, non voleva credere a ciò che pensava. Non voleva domandarglielo schiettamente, perché se fosse stato vero lo avrebbe solo fatto piangere di più. Si limitò a stringerlo, ma con la consapevolezza che avrebbe fatto più attenzione ai posti e alle persone frequentati dall'Uchiha. Soprattutto alle persone.

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