Illumini i miei passi

Від FrancescaEmme25

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Chiara ha solo 25 anni e un passato difficile alle spalle. Insicura, fragile, sempre attenta ad ogni piccolo... Більше

Cap.1 SOLE
Cap.2 COLOR MALVA
CAP.3 CAMELIA
Cap.4 ADOLESCENTI
CAP.5 FERITE
CAP.6 DI NOTTE
Cap.7 VENTISEI
Cap.8 BANGKOK
Cap.9 DUBBI
Cap.10 ILLUSIONI
Cap. 11 DOLCEZZA
Cap.12 SUL BOSFORO
Cap.14 I MIRACOLI ESISTONO
Cap.15 È CON TE CHE VOGLIO STARE
cap.16 SAN LORENZO
cap. 17 BASTA CREDERCI DAVVERO
Cap.18 DUE VOLTE SÌ
Cap.19 VITA REALE
Cap. 20 PRIMA DI ANDAR VIA
Cap. 21 TUTTO CIÒ CHE SOGNAVO
Cap. 22 SOGNI E DISTANZE

Cap.13 INVEROSIMILE

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Від FrancescaEmme25

Il nostro viaggio stava per concludersi e quei giorni erano serviti a me e a Nico per capire tante cose e soprattutto per chiarire ciò che avevamo vissuto nei giorni precedenti.
" Non sembra un po' troppo il bagaglio da stiva di 23 kg solo per te?" disse Nico diverito dopo aver imbarcato il mio bagaglio .
"Voi uomini non capirete mai la necessità di avere tutto ciò che occorre durante il viaggio..."
"Ah quindi vorresti dire che sono necessari 5 paia di scarpe per una sola settimana?"
Fulminai Nico con lo sguardo e lui ancor più divertito mi tirò verso di lui baciandomi. Quanto adorava punzecchiarmi e giocare con me per il solo pretesto di potermi poi stringere a lui e baciarmi.
"Ecco il nostro volo al gate 4, non mi sembra vero che sia passata già una settimana." dissi guardandomi in giro e osservando quanta gente corresse presa dall'ansia di poter perdere il volo.
"Ci pensi mai che tutto questo diverrà sempre più frequente per te?"
"Si, Nico..."
"Sembra quasi ti dispiaccia, perché?"
"No non mi dispiace ma so che ogni volta mi mancherai enormemente."
"Posso viaggiare con te ogni volta che il mio lavoro lo consentirà che ne dici?"
"Si mi sembra un'ottima idea anche se ci saranno dei mesi che ci metteranno a dura prova..."
"Amore...Possiamo resistere a tutto giusto? Ce lo siamo già detti!"
Appoggiai la mia testa sulla sua spalla mentre attendevamo seduti l'apertura del nostro gate e lui mi sfiorò i capelli dolcemente.

Dopo qualche ora arrivammo finalmente all'aeroporto di Napoli. Fuori ad attenderci dovevano esserci Alex e Sole. Provai a contattarli tramite messaggio ma entrambi non risposero e non riuscivamo in nessun modo a trovarli nemmeno nel parcheggio dell'aeroporto.
Dopo circa 15 minuti il telefono di Nico squillò. Era Alex.
Dalla faccia di Nico compresi che qualcosa non andava.
"Cosa stai dicendo Alex? Ma davvero? Vi raggiungiamo quanto prima, prendiamo un taxi per la stazione di Napoli e prendiamo il primo regionale per il Cilento".
"Cosa è successo Nico?" Dissi con la voce tremante.
"Sole..."
"Sole cosa?!"
"Sole stamattina ha avuto un brutto incidente, il trauma cranico è stato talmente forte che ha perso i sensi ed è entrata in coma"
Non riuscii a dire niente, scoppiai in lacrime e dissi a Nico che dovevamo immediamente raggiungerla.

Arrivammo in ospedale e mi fiondai davanti la terapia intensiva dove c'erano anche i genitori di Sole, Alex e gli altri ragazzi.
Abbracciai sua madre ed entrambe scoppiammo in un pianto liberatorio ma allo stesso tempo pieno di sofferenza.
"Perché Chiara? Perché la mia bambina? Perché?"
"Gemma devi star tranquilla, sono sicura che il Signore salverà la nostra Sole. Lei è forte e si riprenderà quanto prima."
Dopo due ore di attesa nessuna notizia e non ci permettevano di vederla.
Alex era distrutto tanto che si era addormentato su una delle sedie fuori la terapia intensiva. Nico era seduto accanto a lui e cercava in tutti i modi di non lasciarlo solo.
Mi alzai e mi incamminai verso la cappellina dell'ospedale, presi la corona del rosario che avevo sempre con me nella borsa e cominciai a recitarlo chiedendo a Mamma Maria di vegliare su Sole e far in modo che si potesse svegliare quanto prima.
"Mamma... Mamma Maria, non farlo per me ma per i suoi genitori che soffrono così tanto in questo momento. Tu ci sei sempre nei momenti più difficili e in quelli felici, non mi abbandoni mai e non abbandonarmi nemmeno ora che la mia amica ha bisogno di aiuto."

Mentre ero assolta nella preghiera mi sembrò di sentire dei passi che giungevano verso l'altare. Era un frate francescano con una lunga barba e tra le mani aveva un rosario dorato. Mi guardò e mi disse dolcemente.
"Figlia cara, perché piangi così tanto? Non ha detto nostro Signore di essere forti e non aver timore di nulla?"
Io sorpresa dalle sue parole quasi non sapevo cosa rispondere.
"Si.. ha ragione ma la mia amica ha avuto un brutto incidente ed è finita in coma. Rivolgevo la mia preghiera a Maria affinché potesse salvarla"
"Maria ti ha già ascoltata, come può una Madre non ascoltare i suoi figlioli? È la fiducia che cambia ogni situazione, se ti fidi di ciò che il Signore ti mette nel cuore nessuno potrà mettersi contro".
Il frate non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che girò le spalle dopo aver fatto il segno della croce ed uscì dalla cappellina. Non riuscii nemmeno a chiedergli come si chiamasse e se poteva anche lui pregare per Sole.

Dopo le sue parole mi sentii più sicura e continuai a pregare con più fiducia consapevole che avrei dovuto rafforzare anche io la mia fede ed avere una marcia in più nel mio cammino di conversione affinché mi potessi convertire del tutto.
Nico d'altronde era stata la conferma che Dio lo volesse nella mia vita e chissà se forse tra le varie vocazioni il Signore non avesse scelto per me quella del matrimonio. Ed il matrimonio poteva essere forte solo se al centro di tutto avremmo messo il Signore.
Passammo la notte in ospedale, Nico aveva continue attenzioni per me, per Alex e per i genitori di Sole. Gli altri ragazzi tornarono a casa con la promessa che li avremmo avvisati se fosse accaduto qualcosa.
Alex guardò Nico con gli occhi colmi di lacrime.
"Io la amo Nico, perché proprio ora che ho trovato la donna della mia vita deve andare via? Ti giuro che se si sveglia la sposo!"
"Alex sono testimone di quello che stai dicendo e dovrai farlo davvero sappilo!"
"Penserai che tutto questo possa essere una follia ma per me non lo è perché senza Sole io non ci so vivere"
"Non è una pazzia amico mio..."
Alex e Nico si abbracciarono forte ed io in modo spontaneo senza pensarci più di tanto dissi ad Alex che avevo fiducia nel fatto che Sole si sarebbe risvegliata e che un frate dalla barba lunga e bianca mi aveva annunciato che la Madonna aveva ascoltato la mia preghiera e che dovevamo solo avere piena fiducia.
Alex mi guardò sbalordito.
"Chiara non so perché ma sento di dover avere fiducia anche io. Non ho mai visto nessun frate passare di qui ma se per far svegliare Sole è necessario avere fede allora continuerò ad averne di più anche dopo aver visto i suoi occhi aprirsi."
"Il Signore terrà conto di tutto ciò ne sono sicura..." dissi dando una piccola pacca sulla spalla ad Alex come segno di incoraggiamento.

Nico ad un certo punto mi prese la mano e mi portò fuori l'ospedale in modo che potessi prendere un po' d'aria prima di ritornare dentro.
"Cosa è successo nella cappellina, amore? Vorrei capire..."
Mentre Nico stava per concludere la frase all'entrata dell'ospedale c'era un sacerdote che si accingeva ad entrare in una stanza per visitare sicuramente qualche ammalato.
"Padre, mi scusi..." non volevo essere invadente ma volevo almeno sapere il nome di quel frate che aveva parlato con me nella cappellina.
"Si mi dica" disse il sacerdote come se si aspettasse che stessi per chiedergli una confessione o la visita a qualche mio parente ammalato.
"Si scusi la domanda, mi sa dire il nome di quel frate francescano con la barba lunga bianca che viene a pregare nella cappellina di questo ospedale?"
"Un frate? In questo ospedale non ci sono frati e ne tanto meno frati con la barba lunga e bianca"
"Davvero? Sono sicura di averlo visto ed ha parlato con me dicendomi delle parole davvero incoraggianti riguardo una mia amica che si trova in coma"
"Le andrebbe un attimo di seguirmi nella cappellina?" Mi disse il sacerdote con l'aria alquanto sconvolta da quello che gli stavo raccontando.
Chiesi a Nico di venire con me e lui non esitò a seguirci.
Il sacerdote arrivato in cappellina entrò in una piccola stanza accanto all'altare che doveva sicuramente essere la sagrestia. Lo sentii frugare in un armadietto e quando uscì aveva tra le mani un'effige probabilmente di un santo.
"Per caso è questo il frate che ha visto?"
"Si giuro era proprio lui!"
"Questo frate è morto più di 30 anni fa ed è morto proprio in questo ospedale".
Il mio volto diventò pallido, non potevo quasi credere a cosa mi stesse dicendo il sacerdote.
"Ma forse l'hai sognato Chiara o ti stai confondendo?" disse Nico quasi preoccupato.
"No Nico ne sono sicura al 100% e sono sicura che Sole si sveglierà dal coma. Perché ho fede e ne avrò sempre!"
"Si scusami non volevo mettere in dubbio ma a volte certi episodi traumatici..." interruppi Nico prima ancora che finisse la frase.
"Non pensare nemmeno a ciò che stai dicendo e se non vuoi fidarti di ciò che è accaduto almeno prova a fidarti di me."
Il sacerdote era ancora lì che ascoltava il nostro battibecco.
"Ragazzi cari, immagino siate sconvolti dall'accaduto ma voglio solo ricordarvi che i miracoli esistono. Chiara mi pare di aver capito che questo sia il tuo nome, ti va di fare una testimonianza in tal caso la tua amica si svegliasse dal coma? Questo serve affinché parta la causa di beatificazione."
"Certo Padre volentieri non mi tirerò indietro. Sono sicura che tutto questo sia opera del Signore."

Nico ed io uscimmo dalla cappellina salutando il sacerdote.
Nico mi guardò dispiaciuto:
"Non era mia intenzione dubitare di te e di quello che avevi visto. Sai che non sono mai stato uno di quelli che frequentava assiduamente la chiesa anche se ho sempre creduto in Dio e in tante occasioni mi ha anche aiutato."
"Nico io non sono migliore di te e non ti giudico. Questo episodio mi ha fatto capire che nonostante io frequentassi già la chiesa la mia fede non era abbastanza forte come pensavo."
"È conoscendoti che ho capito che dovevo cambiare. Tu pensi di avere poca fede. Ed io ti dico che quella "poca" fede mi ha salvato e mi ha chiarito tante cose."
Nico si schiarì la voce e continuò a parlare avvicinando le sue mani al mio volto.
"Sai quanti pregiudizi avevo sulla chiesa, sul Papa, sui sacerdoti. Ma tu mi hai aiutato a comprendere che non è la chiesa il problema ma siamo noi essere umani ad essere così fragili che davanti al libero arbitrio spesso scegliamo di non proseguire verso il bene. E se scegliamo di andare verso il male non è mai colpa di Dio. Tutto questo l'ho capito grazie a te."
Ci lasciammo andare in un tenero abbraccio e pensai che molto probabilmente insieme saremmo cresciuti spiritualmente dando vita ad una famiglia così come la voleva nostro Signore. Sicuramente piena d'amore.

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