𝑰'𝒎 𝒇𝒊𝒏𝒆 {𝑺𝒂𝒔𝒖/𝑺𝒂...

By Chaeyoung_are_Rosie

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Copertina fatta da @Mavi_reader06 [IN CORSO] [⚠️AGGIORNAMENTI LENTI⚠️] "Sto bene", una risposta così sempli... More

Prologo
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By Chaeyoung_are_Rosie

La sera della festa arrivò. Si sarebbe tenuta a casa di un amico dell'Uzumaki, il classico figlio di papà con soldi da sperperare e una bella villa con gente da invitare.

Già dalle nove iniziava ad esserci molta folla. L'Uchiha arrivò per l'esattezza alle dieci meno un quarto. Durante il pomeriggio aveva pensato molto alla sua scelta, ma poi si convinse di andare.

Non appena fu arrivato sentì l'odore di alcol, la puzza di fumo e tutte le chiacchiere delle persone.

Sasuke cercava con lo sguardo Naruto e Sakura. Non conosceva nessuno con cui aveva confidenza e di certo starsene isolato durante una festa non sarebbe servito a nulla se voleva divertirsi.

"Hey, teme, eccoti!" esclamò con un cocktail in mano. "Temevamo non venissi più".

Sasuke: "Tu e chi?".

Naruto: "Mi sembra ovvio! Io e Sakura" rispose indicando l'Haruno a pochi passi distante da loro. "Dai su! Andiamo!" disse trascinando il moro verso i suoi amici.

Neji: "È veramente strano vederti ad una festa, Sasuke".

Sasuke: "Questo dovrei dirlo io, che ci fai qua? Mi avevi detto una volta di odiare questo genere di cose".

Neji: "Uchiha, mi sto semplicemente godendo la vita. Troppo difficile da credere? E ora tieni e bevi" disse porgendogli un bicchiere di gin tonic.

Il moro lo prese senza esitare e lo iniziò a bere. Non si era mai ubriacato e non avrebbe oltrepassato il limite quella sera. Sapeva quando fermarsi. O almeno questo pensava.

~~

Erano poco più tardi delle due quando l'atmosfera dentro la stanza del grande salotto iniziava a diventare sempre più soffocante. L'Uchiha, conosciuto per il suo grande controllo in tutte le situazioni, iniziava a sentirsi strano. Un po' per il troppo alcol, un po' per le luci, un po' per la musica fin troppo forte e anche per la vicinanza che aveva avuto con Sakura per tutto il tempo.

Doveva uscire dalla casa e stare per un po' all'aperto. Si alzò e si fece spazio in mezzo alla folla nel tentativo di trovare la porta d'uscita. Una volta fuori si sedette sui gradini davanti l'entrata e respirò a pieni polmoni. Finalmente sentiva che il suo spazio vitale non era più messo a rischio dalle persone dentro la casa. Non era l'unico ad essere fuori, c'erano anche delle coppie che si baciavano tranquillamente, altre stavano per scopare e altre ancora passeggiavano mano nella mano. Non ci fece molto caso, alla fine non gli doveva importare ciò che le altre coppie facessero.

Davanti al volto del moro si parò un pacco di sigarette, vide la persona a cui appartenessero e poi scosse la testa. "Non fumo".

Gaara: "C'è qualcosa che fai?" chiese sedendosi accanto a lui. "Non ti sei mai ubriacato, non hai mai fumato, mai preso un'insufficienza a scuola, mai preso una nota nonostante tu sia stato coinvolto in delle risse".

Sasuke: "Non ci tengo a stare male, odio il fumo, tengo al mio rendimento scolastico e per le note penso che non me ne abbiano mai messe perché non ho mai iniziato una rissa e sono lo studente più calmo dell'istituto".

Gaara: "Hai sempre una risposta pronta a tutto?".

Il moro scrollò le spalle "Odio le domande senza risposta. Ho sempre voluto sapere, quindi cerco di dare una spiegazione a tutto".

Il rosso si mise una sigaretta in bocca accendendola.

Gaara: "Certo che sei proprio strano. Odi le feste, ma preferiresti guardare gli organi di una persona tagliata a metà".

Sasuke: "Questo chi te lo ha riferito?" chiese con una vena di divertimento in voce. Perché sì, era vero. Non stava più sopportando l'atmosfera soffocante che c'era, ma sicuramente se ci fosse stato un cadavere lo avrebbe perfino ispezionato.

Gaara: "Lo Hyuga, ci ha detto che vorresti poi continuare il lavoro di tuo padre".

Sasuke annuì, "È come se fosse casa mia, non so se capisci. Per carità, odio il fatto che delle persone innocenti ci rimettano la propria vita... Ma andare lì, sulla scena del crimine, raccogliere tutti gli indizi necessari e capire il ragionamento dell'assassino... Cazzo, se mi piace".

Gaara: "Spero che ci riuscirai allora".

Sasuke: "Grazie" disse rivolgendo lo sguardo sulla piscina poco distante dalla casa.

Gaara: "Che bella la vita con i soldi" sospirò picchiettando la sigaretta che aveva in mano per rimuovere la cenere in eccesso.

Sasuke: "Quando hai dei genitori che ti fanno fare tutto può essere bella. Ma se ne pentirà".

Gaara: "Perché pensi questo? Anche tu sei ricco sfondato".

Sasuke: "Sì, è vero. Ma mi hanno sempre insegnato di spenderli in cose importanti, non sicuramente di fare feste quando loro non sono in casa. Dico che se ne pentirà perché così pensa di farsi degli amici, ma lo stanno solo sfruttando, guarda quante persone ci sono. È praticamente impossibile essere amico di così tante persone".

Gaara: "Tu sei venuto per scroccare l'alcol?".

Sasuke: "Sono venuto solo perché volevo svagarmi, ma è stato un errore".

Gaara: "Non ti stai divertendo?" gli chiese guardandolo.

Sasuke: "Per nulla" ammise appoggiando la testa sulle proprie gambe. "Questo posto non fa per me. Troppa gente, troppo casino. Là dentro sono tutti ammassati, non lasciano nemmeno lo spazio per respirare. Mi sento come un pesce fuor d'acqua".

Gaara: "Perché non te ne vai?".

Sasuke: "Ci sono Sakura e Naruto. Loro mi hanno invitato, se non mi trovassero più passerebbero il loro tempo a cercarmi e non voglio che si rovinino la serata per me".

"Non ce la roviniamo".

L'Uchiha si voltò di scatto, mentre il rosso si alzò per lasciarli da soli.

Sasuke: "E invece io dico di sì, Sakura. Sto bene qua. Puoi anche rientrare".

Sakura: "Se qua non ti senti a tuo agio, puoi andare. Non te ne facciamo una colpa; se non volevi venire non ti avremmo obbligato" disse sedendosi accanto al moro.

Sasuke: "Il punto è che pensavo...", sospirò. "Lascia stare, è stato uno sbaglio".

La rosa lo guardò, l'altro si stava per aprire, ma qualcosa glielo impediva.

Sakura: "Parla, su apriti con me".

Sasuke: "Mi è stato detto di divertirmi e di non rovinarmi questi anni. Pensavo che una festa mi avrebbe reso... Normale? Ho accettato perché c'eravate tu e il dobe, ma ne avrei fatto volentieri a meno. Le feste con così tanta gente non mi sono mai piaciute".

Sakura: "Tu sei normale. Se non ti diverti con questo non puoi obbligare te stesso a fartele piacere. Ci possiamo divertire anche con altro! Che ne dici di fare due passi qua?" gli propose alzandosi e tendendogli la mano.

Il moro la guardò e accennò un lieve sorriso alzandosi.

E così si incamminarono, entrambi in silenzio. La rosa perché non sapeva quale argomento trattare e il moro perché non gli piaceva parlare.

Sakura: "Parlami un po' di te, non so quasi nulla" disse spezzando il silenzio.

Sasuke: "Non saprei da dove iniziare".

Sakura: "Inizio io, va bene? Allora, mi piacerebbe diventare un medico perché vorrei tanto salvare la vita delle persone. Oppure anche ispezionare i corpi, magari lo troverai strano, ma sarebbe bellissimo!".

L'Haruno, con quel poco che conosceva dell'altro, aveva capito che le classiche frasi come 'Cosa ti piace mangiare?' o 'Che tipo di musica ascolti?' non avrebbero portato ad un vero e proprio dialogo, quindi voleva parare ad una specie di discorso argomentativo.

Sasuke: "Vorrei proseguire con il lavoro di mio padre. Come ti avevo già detto, voglio fare giurisprudenza e non pensare che la scelga perché così ho già un lavoro ben pronto. Lo guadagnerò perché mi piace. Non voglio comprarmi nulla, non sono raccomandato. E poi, non preoccuparti per l'ispezione dei corpi, quello piace anche a me farlo".

Sakura sorrise "Tuo padre è Fugaku Uchiha?".

Il moro annuì "I casi che gli arrivano sono particolarmente complicati, ma nulla di irrisolvibile. Non c'è caso che non abbia una risposta, non esiste il delitto perfetto".

Sakura: "Tuo padre ha una fama particolare perché tutti i casi affidatogli sono stati risolti, dico bene?".

L'altro annuì.

Sakura: "Hai detto che sono particolarmente difficili, ci sei anche tu quando li risolve?".

Sasuke: "Vedi Sakura, sono sempre stato affascinato dai delitti, mi è sempre piaciuto capire qual è il ragionamento della mente criminale. E questo fin da quando sono piccolo. Dicevo sempre di voler vedere la scena del crimine e non quella di un film. Volevo vederla per davvero. Allora mio padre decise di portarmi con sé, nonostante mia madre non fosse d'accordo a causa della mia età. Comunque sia andai con lui, vidi per la prima volta la scena del delitto. Non mi fecero vedere la vittima per timore che potessi restarne traumatizzato, ma mi informarono dei dettagli e mi fecero vedere l'arma. Sono un attento osservatore, tutti i dettagli sono importanti e questo ai detective serve, è una capacità essenziale, insieme alle capacità deduttive. Da lì in poi ho sempre aiutato mio padre quando ha richiesto il mio aiuto, perché anche se mi odia sa bene che non mi faccio sfuggire nulla".

Sakura: "Anche se... Ti odia?" gli chiese titubante.

Sasuke: "Ho un fratello maggiore, mi paragona costantemente a lui. 'Sasuke, dovresti essere come Itachi', 'Guarda com'è obbediente Itachi', 'Alla tua età Itachi era diverso'. Io sono il figlio minore, non penso mi odi così tanto come mi fa credere, ma non mi ha mai dato conferma del fatto che lui possa essere orgoglioso di me. Faccio tutto quello che posso, ma ho un sacco di difetti: sono ribelle, non ho quasi mai seguito le sue regole ferree, non mi sto mai zitto quando mi rimprovera o quando fa i suoi stupidi paragoni. A lui questo dà fastidio, gli dà fastidio il fatto che non può manipolarmi".

Sakura: "Scusa se te lo chiedo, ma se ha così tanta preferenza verso tuo fratello, perché non chiede a lui di aiutarlo?".

Sasuke: "Perché in quanto a capacità deduttive e attenzione ai dettagli sono il migliore. Mio fratello è portato maggiormente sulla strategia, ha più calma e non vuole affrettare i tempi. Invece se prendi me, sì, posso anche dirti una strategia imbattibile, ma sono impulsivo. Non aspetterò il momento migliore per metterla in atto. Nella risoluzione di un omicidio, a mio padre servo io. Servo io che gli dico tutti i minimi indizi lasciati dal colpevole".

Sakura: "Mi dispiace molto che tu sia in questa situazione...".

L'Uchiha la guardò "Stai tranquilla, sto bene così".

Una folata di vento costrinse L'Haruno a coprirsi le braccia. Al moro questo non passò inosservato e senza pensarci due volte le mise la sua giacca sulle spalle.

Sakura: "Grazie, Sasuke" gli disse sorridendo.

Sasuke: "Figurati, per così poco" rispose arrossendo leggermente.

Sakura: "È un gesto carino".

L'altro distolse lo sguardo "Se lo dici tu".

Sakura: "Non reggi i ringraziamenti o i complimenti?".

Sasuke: "Ai complimenti sono abituato, ma le ragazze li dicono solo per portarmi a letto".

Sakura: "Tutte?".

Il moro sorrise, "Hai ragione, quasi tutte. Va bene, così?".

Sakura: "Non voglio essere etichettata come le ragazze che ci provano con te per arrivare solo al tuo... Beh sì, quello".

Sasuke: "Non credo di aver capito, se mi completi la frase forse riesco a comprendere" la provocò.

Sakura: "Hai capito benissimo, invece!".

Sasuke: "Non credo".

Sakura: "Che razza di detective saresti se non comprendi una cosa così semplice?".

Ora a stucchizare era lei, ma Sasuke sapeva bene come riprendere il controllo.

Sasuke: "Forse intendevi il mio... Cazzo?" disse lentamente lasciando appositamente le proprie labbra leggermente schiuse, proprio per vedere la reazione della rosa.

Quest'ultima arrosì "Sei il solito!" esclamò spingendolo, facendo però attenzione a non fargli male.

"Ah, eccovi. Che ci fate qua? Vi ho cercati dappertutto" disse interrompendo i due.

Sakura: "Stavamo facendo due passi qua fuori".

Naruto: "Perché non entrate dentro? Qua fuori fa freddo".

Sakura guardò il moro, comunicandogli con lo sguardo di dire la verità al biondo.

Sasuke sospirò, "Non mi piacciono le feste con così tanta gente. Va bene l'alcol, va bene tutto. Ma non mi piace che ci siano così tante persone attaccate a me, mi sono sentito mancare l'aria. Ero uscito per questo, non volevo che Sakura mi seguisse, non volevo rovinare la serata a voi due e quindi non vi ho detto nulla. Vi avrei aspettato qua fuori".

Naruto: "Sei proprio un teme! Avresti dovuto dirlo, avremmo trovato un'altra cosa da fare. Potevamo uscire anche solo noi tre!".

Sasuke: "Davvero non vi dà fastidio...?".

Naruto: "Perché mai dovrebbe?".

Sakura gli sorrise, "Te l'avevo detto".

Sasuke: "Aspettavi solo questo?".

La rosa annuì soddisfatta.

Naruto: "Dai, torniamo a casa, si è fatto tardi".

Gli altri due annuirono e la prima cosa che fecero fu accompagnare Sakura.

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I due ragazzi fecero lo stesso tratto di strada, quando poi si dovettero dividere: uno verso sinistra e l'altro verso destra. Ma proprio dopo essersi dati la buonanotte, Naruto lo richiamò, aveva un dubbio da chiarire.

Sasuke: "Dimmi" disse girandosi verso il biondo.

Naruto: "Teme, ti piace la mia migliore amica?".

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