𝑰'𝒎 𝒇𝒊𝒏𝒆 {𝑺𝒂𝒔𝒖/𝑺𝒂...

By Chaeyoung_are_Rosie

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Copertina fatta da @Mavi_reader06 [IN CORSO] [⚠️AGGIORNAMENTI LENTI⚠️] "Sto bene", una risposta così sempli... More

Prologo
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By Chaeyoung_are_Rosie

Sasuke tornò dopo la mezzanotte e sperò con tutto sé stesso che nessuno fosse sveglio. Non avrebbe saputo mentire, era ancora troppo scosso.

Per sua fortuna tutti dormivano. Decise di farsi una doccia ghiacciata, come se l'acqua potesse far scivolare via tutti i tocchi non voluti.

Si mise il pigiama e andò a dormire. O per meglio dire, ci provò fallendo.

Il giorno dopo uscì di casa molto presto. Era poco più tardi delle sei quando si trovava a camminare per le strade desolate di Konoha.

Si fermò in un parco e iniziò a camminare all'interno di esso. Il soffio del vento, il verde e la luce dei primi raggi dell'alba che batteva sulla sua pelle diafana. Tutte cose che lo facevano rilassare, che gli trasmettevano calma.

Si stupì quando vide un ragazzino tutto solo: aveva i capelli castani e gli occhi neri. Sasuke gli si avvicinò, "Che ci fai qua? È molto presto e sei da solo, potrebbe essere pericoloso".

"Anche tu sei qua da solo!" sbuffò il ragazzino. "Comunque io sono Konohamaru e tu?".

"Sasuke. Come mai sei qua?".

Konohamaru: "Ho litigato con i miei genitori, ora li farò dannare per bene!" esclamò.

Sasuke si inginocchiò davanti a lui, "È pericoloso stare qui, te l'ho detto. Ti accompagno a casa".

Konohamaru: "E tu allora perché sei qui?".

Sasuke: "Non è la stessa cosa, tu sei un bambino e basterebbe la minima forza per portarti via".

Konohamaru: "Intendi dire che ci sono rapitori?".

Sasuke: "Malintenzionati".

Konohamaru: "Va bene, ma fatto sta che non voglio tornare a casa!" esclamò incrociando le braccia al petto.

Sasuke: "Sono sicuro che i tuoi genitori ti stiano cercando, dai andiamo prima che denuncino la tua scomparsa alla polizia".

Konohamaru: "Uffa... Va bene" si fece concincere e dopo che Sasuke si alzò gli prese la mano e iniziarono a incamminarsi.

Konohamaru: "E comunque non mi hai detto perché tu eri là".

Sasuke: "Avevo bisogno di schiarirmi le idee".

Konohamaru: "E perché?".

Il più grande sospirò. Se c'era una cosa che non sopportava dei bambini erano le domande personali, ma non poteva di certo prendersela con un bambino.

Sasuke: "Ieri non è stata una giornata felice".

Konohamaru: "E come mai? La vita da adulti non è bella?".

Il moro sorrise malinconico, "Dipende da come la affronti. Non è facile, ma non per questo non deve essere bella. Capita di avere giornate no o di incontrare persone che ti fanno cambiare l'umore" gli spiegò.

Una volta arrivati a casa del più piccolo, Sasuke suonò il campanello e ad aprire fu una persona che di sicuro non si aspettava di vedere.

Hiruzen: "Oh, Sasuke. Grazie al cielo hai riportato Konohamaru sano e salvo".

Sasuke: "L'avevo visto tutto solo e non mi sembrava il caso di lasciarlo lì... preside".

Hiruzen si mise a ridere "Chiamami pure con il mio nome. Ormai sono in pensione".

Konohamaru: "Mamma e papà dove sono, nonno?".

Hiruzen: "Ti stanno cercando. Ora entra che li chiamiamo. E tu, Sasuke, vuoi entrare?".

Konohamaru: "Sì, ti prego!".

Sasuke: "Non c'è bisogno che si scomodi".

Konohamaru: "Dai! Ti prego!" disse aggrappandosi alla gamba del maggiore.

Hiruzen rise, "Non hai altra scelta a quanto vedo".

Il moro guardò il ragazzino "Troviamo un compromesso, che ne dici?".

Konohamaru: "Cos'è un compromesso?".

Sasuke: "Un punto d'incontro per soddisfare le richieste. Io entro, ma non starò per tantissimo perché dopo devo scappare a scuola, va bene?".

Konohamaru annuì e lo portò dentro casa facendolo accomodare sul divano del salotto.

Hiruzen: "Allora, Sasuke, come sta andando a scuola?" gli chiese sedendosi accanto a lui.

Sasuke: "Bene, come sempre".

Hiruzen: "Intendevo con i compagni".

Sasuke: "Ho socializzato di più" disse poco convinto. Ancora gli suonava strano dire di avere degli amici.

Konohamaru: "Come vi conoscete voi due?" domandò curioso.

Hiruzen: "Ero preside nella sua scuola, da quando sono andato in pensione non l'ho più visto" rispose al nipote, per poi riguardare Sasuke "Sono contento che ora tu abbia qualcuno con cui poterti sfogare o parlare dei tuoi problemi".

Sfogare. Problemi. Due paroline che rispecchiavano ciò che il moro avrebbe dovuto patire per un tempo indeterminato.

Senza far trapelare nessuna emozione, annuì e basta.

Parlarono per un po', quando poi Sasuke uscì per andare a scuola. Durante il tragitto incontrò Shikamaru, un ragazzo che faceva parte della comitiva di Naruto, non usciva spesso. Tutti lo conoscevano per la sua pigrizia.

Shikamaru: "Sasuke, buongiorno".

Sasuke: "Giorno".

Shikamaru: "Ho sentito dire che stai uscendo con la nostra comitiva. Toglimi un dubbio, non odiavi Naruto?".

Sasuke: "Non ho mai detto di odiarlo. Semplicemente il suo essere così infantile mi urtava. L'altro giorno abbiamo parlato e ci siamo chiariti, capendo che entrambi abbiamo insultato senza sapere nulla dell'altro".

Arrivati entrambi a scuola si separarono per andare nelle rispettive classi.

~~

Itachi era preoccupato per il fratello minore. Era sdraiato sul letto quando lo sentì rientrare, ma decise di non andare da lui. Già nel pomeriggio lo aveva visto distaccato e non gli aveva detto nulla. Ma gli voleva troppo bene per lasciarlo da solo, quando sarebbe tornato da scuola gli avrebbe parlato.

Si trovava in una caffetteria con il suo migliore amico, Shisui. Doveva distrarsi uscendo con l'unica persona, dopo suo fratello, in grado di farlo calmare.

Shisui: "Allora dimmi, che ha fatto Sasuke?".

Itachi: "Perché parti subito con il presupposto che sia lui?".

Shisui: "Perché quando hai quell'espressione significa che non ti sai spiegare il comportamento di tuo fratello".

Itachi sospirò: "È strano".

Shisui: "Questo si sapeva, cosa c'è di nuovo?". 

Itachi: "Sono serio. Si sta comportando in un modo davvero troppo strano".

Shisui: "Parlagli".

Itachi: "Non parla. Si dilegua con un 'sto bene'".

Shisui: "Magari con i suoi amici, sapranno qualcosa".

Itachi: "Non lo so, Sasuke è riservato. Posso provare a parlarne con Suigetsu, ma non so se parlerà".

Shisui: "Penso di sì, alla fine sei il fratello maggiore e Sasuke ha sempre fatto affidamento su di te".

Itachi: "Ci proverò, per adesso parliamo d'altro" disse.

Shisui e Itachi restarono insieme fino all'una, orario in cui il minore tra i due andò a casa del migliore amico del fratello.

Suigetsu: "Ciao, Itachi! Come mai qui?".

Itachi: "Posso entrare?".

L'altro annuì e l'espressione sorridente si stava tramutando in una mista a paura. "Non dirmi che a Sasuke è successo qualcosa".

Itachi: "Non lo so, ero venuto qua a chiederti se Sasuke ti avesse parlato. Da ieri si sta comportando in maniera troppo strana e pensavo che con te si fosse sfogato. Era uscito alle undici di sera ed è tornato poco dopo la mezzanotte; anche stamattina è uscito molto presto, non erano nemmeno le sei".

Suigetsu: "No, Itachi, non so nulla. Ma, non te la prendere sul personale, se Sasuke dovesse dirmi qualcosa e non si sentisse pronto a dirlo a te, io rispetterò la sua scelta e non te parlerò".

Itachi: "Ma ti sei sentito? Sasuke è il mio fratellino, è mio dovere proteggerlo".

Suigetsu: "Ti senti tu, invece? Sasuke non è più un bambino che ha bisogno di essere accudito, sa badare a sé stesso. E comunque, non tradirei la sua fiducia così in fretta dopo quattro anni che ci lavoro, dovresti saperlo che non si fida nemmeno della sua ombra".

Itachi: "Sii sincero: ti ha detto qualcosa?".

Suigetsu: "Non mi ha detto nulla. E no, non invaderò la sua privacy" affermò serio.

Itachi, ormai rassegnato, salutò Suigetsu e si diresse a casa.

Trovò il fratello che usciva con dei libri in mano.

Itachi: "Dove vai?".

Sasuke: "In biblioteca. Mamma e papà stanno di nuovo litigando a causa mia e non riesco a concentrarmi".

Itachi: "Ieri sera dove sei stato?".

Sasuke: "Ero in giro, dovevo fare due passi fuori".

Itachi: "E stamattina? Erano le sei quando sei uscito".

Il minore si fece più serio: "Cos'è? Un interrogatorio?".

Itachi: "Sasuke, ti stai comportando in modo troppo strano".

Sasuke: "No, non è vero. Ti stai solo facendo un sacco di paranoie".

Itachi: "Sasuke. Dimmi immediatamente cosa succede".

Sasuke: "Ti ho detto tutto quello che dovevo dirti, ora lasciami andare".

Itachi: "Lo sto facendo per te" sospirò, ma questa affermazione fece arrabbiare non poco il fratello.

Sasuke: "Sono grande abbastanza per capire cosa fare e cosa non fare! Non ho bisogno che mi controlli ogni due secondi per capire con chi esco, quando esco e dove vado".

Itachi si maledì mentalmente per l'approccio che stava usando, Sasuke non avrebbe parlato più se gli avesse detto che lo voleva solo proteggere. Decise di lasciarlo andare e cercò di convincersi del fatto che stesse bene.

~~

I giorni passavano e Sasuke continuava ad avere sempre più timore, ma si impose di uscirne da solo. Gli incontri con il maniaco, così come lo aveva definito, continuavano. Fino ad allora si era solo limitato a baci e tocchi, l'unico atto più spinto fu un pompino che il moro dovette fare a Orochimaru.

Nel frattempo, continuava ad uscire con i soliti amici e si stava rendendo conto che la vicinanza con Sakura lo faceva andare in tilt, ma non era ancora pronto ad ammetterlo.

Stava camminando tranquillamente quando vide Deidara avvicinarsi a Sakura. Il primo istinto che gli venne fu quello di andare lì e allontanarlo subito, ma si fermò per vedere cosa volesse fare.
Lui baciò la rosa di punto in bianco, quest'ultima, sconvolta, non riuscì a staccarsi in tempo.

Il moro pensava che entrambi avessero una relazione. Pensò quindi che fosse inutile cercare di capire i suoi sentimenti. Andò via da lì per dirigersi in palestra. Quello che aveva visto lo aveva infastidito parecchio e aveva bisogno di un sacco di boxe tra la mani solo per potersi sfogare.

~~

Sakura lo spinse via e Deidara, accettandosi che Sasuke fosse andato via, perché era chiaro che sapesse i movimenti del minore tra i due Uchiha, si scusò con la ragazza.

Deidara: "Non ho saputo resistere, sei così carina".

Sakura: "Non mi interessi! Come ti sei permesso di baciarmi senza il mio consenso!" gli urlò contro.

Deidara roteò gli occhi "Era una scommessa".

Sakura: "Peggio ancora! Non ti permettere più!".

Il biondo se ne andò lasciandola da sola, arrabbiata come non mai.

Ora chi doveva subirsi il suo sclero sarebbe stato il suo migliore amico.

~~

Il giorno dopo Sasuke presentava dei lividi sulle nocche dovuti ai troppi pugni.

Sakura andò da lui allarmata nel vedergli le mani fasciate.

Sakura: "Cosa succede?".

Sasuke: "Niente" le rispose freddo.

Sakura: "Sasuke...".

Il moro non le rispose e a poco a poco la sua figura sparì in mezzo ai corridoi.

Naruto: "Buongiorno, Sakura!" esclamò, ma non appena vide l'espressione dell'amica si fece serio. "Cosa succede?".

Sakura: "Sasuke è più freddo".

Naruto strinse i pugni, il teme stava facendo innamorare la sua migliore amica e ora si comportava come se nulla fosse mai successo. Come se loro non fossero amici.

Andò a passo svelto nella sua classe e appena lo vide gli si parò davanti sbattendo le mani sul suo banco. Sakura, nonostante non fosse d'accordo, lo seguì per evitare che la situazione degenerasse.

Il moro alzò lo sguardo dal libro e lo guardò dritto negli occhi: "Che vuoi?".

Naruto: "Che hai?".

Sasuke: "Nulla di cui tu ti debba interessare".

Naruto: "Ti comporti come se non ti interessasse più di noi!".

Sasuke: "Beh, forse è stato solo uno sbaglio stringere amicizia!".

Il biondo prese l'altro per il colletto, Sasuke gli bloccò il polso stringedoglielo.

Naruto: "Sasuke, non ti permetterò di far soffrire Sakura. Che ti sia chiaro".

Sasuke: "Non è mai stata una mia intenzione quella di farla soffrire".

Naruto: "E allora perché dici che è stato uno sbaglio aver stretto amicizia con noi?!".

Sasuke: "Perché io non merito tutto questo affetto che voi mi date! Non merito le attenzioni che mi riservate! È una cosa nuova per me, lo vuoi capire?! Non sono abituato a parlare dei miei problemi e mi sfogo così!" disse mostrando le mani fasciate.

Naruto: "È il momento giusto per cambiare, parlane con me".

Sasuke: "No!" esclamò agitato.

Si era accorto della presenza di Sakura e di sicuro non avrebbe detto che aveva provato fastidio quando quel verme di Deidara aveva baciato la sua Sakura.

Una cosa però se la lasciò sfuggire: "Stai attento a Sakura".

Naruto lo guardò confuso: "A Sakura?".

Sasuke annuì: "Deidara non è il ragazzo migliore di questo mondo. Vuole solo scopare, lo conosco fin troppo bene".

Naruto: "Chi è Deidara? Non ti sto seguendo".

Sasuke lo guardò. 'Possibile che il suo migliore amico non sappia nulla?' pensò.

Sakura: "Scusa, Sasuke... Me lo puoi descrivere?" chiese Sakura entrando dentro la classe e avvicinandosi a entrambi.

Sasuke: "È biondo, ha i capelli lunghi e gli occhi azzurri. Ti ha baciata ieri".

Sakura lo guardò e poi rise "Davvero pensavi che io potessi frequentare un tipo come lui? Ieri ha provato a baciarmi, è vero, ma ero scioccata e non capivo, poi lo spinsi arrabbiandomi con lui. Lo conosci?".

Sasuke: "È un amico di mio fratello".

Sakura: "Mi ha detto che per una scommessa mi ha baciata, non so davvero che pensare di quel tizio".

Parlarono per una decina di minuti chiarendo i malintesi e ritornando pacifici, accettando anche il non voler parlare del moro. Suonò la campanella e i due andarono nella loro classe.

In cuor suo, Sasuke si sentì sollevato da quello che aveva sentito, ma non si sentiva ancora pronto ad ammettere i suoi sentimenti. Non voleva che Sakura si affezionasse a lui per poi farla soffrire. Avere a che fare con lui era tutto tranne che semplice. Passava dal voler parlare al non voler sentire nessuno per giorni. Sospirò e si dedicò alle lezioni.

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