Wanna fly with me? [Muke]

Recoverylena99 tarafından

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La prima cosa che c'è da sapere è che questa vita non fa regali a nessuno. Ma la morte, forse, sì. Due miglio... Daha Fazla

1. Wherever You Are
2. Photograph
3. Amnesia
4. Moments
5. Just A Dream
6. Boulevard Of Broken Dreams
7. Flashback
8. Heartbreak Girl
9. Guardian
10. Slipped Away
11. Everything I Didn't Say
12. Need You Now
14. Here Without You
15. Wish You Were Here
-
16. Broken Home
17- Come in un sogno

13. If It Means A Lot To You

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Recoverylena99 tarafından

Le braccia di Luke lasciarono il bacino di Michael solo quando i loro piedi toccarono la soffice consistenza della nuvola.

«Oh, diavolo! È così forte qui!», stridulò il nuovo arrivato.

«Michael! Siamo in Paradiso, non nominare il, ehm...», Luke si bloccò guardandosi intorno, per accertarsi che non ci fosse nessuno che potesse sentirli.

«Sì, scusa», disse in imbarazzo, ma una risata lasciò ugualmente le sue labbra. «Comunque», fece qualche passo in avanti, «mi piace questo posto».

Il biondo gli appoggiò una mano sulla spalla e la strinse leggermente. «Te l'avevo detto che ti sarebbe piaciuto. E non ti ho ancora presentato Calum e Sofy», gli prese la mano e lo tirò verso la porta principale, «e non ti ho nemmeno ancora mostrato il giardino...»

«Calmati biondino», asserì una voce sconosciuta alle loro orecchie. Gli occhi di Luke e Michael scattarono velocemente verso quest'ultima, ritrovandosi davanti un ragazzo ricciolo e muscoloso, con delle ali meravigliose. «Non così in fretta».

«E tu saresti...?», domandò Michael, chiudendo leggermente un occhio.

Il ragazzo di fronte ai due scrociò le braccia e sospirò. «Il mio nome è Ashton, sono l'aiutante del Signore». Gli occhi di Luke si strabuzzarono; eccolo finalmente, ce l'aveva davanti. «Sei uno nuovo, vero?», chiese a Michael, quest'ultimo annuì. «Bene, come sei morto?».

Che domanda assurda, pensò Mikey. «Ehm...», si grattò la parte bassa del collo, «abuso di medicinali».

Ashton quasi si strozzò con la sua stessa saliva, poi si ricompose e tornò serio. «Suicidio quindi?», domandò, e vide di nuovo Michael annuire, mentre Luke gli stringeva la mano. «Be', allora... mi dispiace, ma non posso darti le ali».

«Che cosa?», chiese Michael in tono acuto, accigliandosi.

«Perché no?», domandò Luke, lasciando la mano del compagno per avvicinarsi ad Ashton.

«Queste sono le regole. Mi dispiace», sussurrò.

«Non è vero, non ti dispiace affatto! Tu sei semplicemente cattivo e non so il perché!», gridò Luke, spintonandolo.

«Se non sai il perché, allora non parlare», lo interruppe, prima di guardarlo con sufficienza, girare sui tacchi e scomparire nel grande atrio dell'immenso palazzo.

Luke rimase qualche secondo senza parole, mentre lo guardava andare via. Poi si voltò verso Michael e gli si avvicinò con dolcezza. «Mikey, sono così... senza parole. Vedrai, Calum ci aiuterà a trovare un modo».

«Luke», lo richiamò, «non mi sono ucciso per poter aver le ali, sia chiaro. Volevo te, volevo poterti rivedere, poterti toccare un'altra volta», sussurrò, avvicinandosi a lui. «Volevo poter fare questo di nuovo», disse, prima di appoggiare le sue labbra rosee sulla pelle bianca del collo di Luke, mentre gli teneva stretti i fianchi.

Il biondo boccheggiò cercando aria, nel frattempo che il caldo respiro di Michael era così vicino a lui. Spostò leggermente la testa di lato per lasciargli più spazio e venne attirato dai fianchi, per poi scontrarsi con il petto del più grande, il aveva cominciato a lasciargli degli umidi baci lungo tutto il collo.
«Non mi sembra il momento», gemette lui.

«Lo faremo diventare», gli sussurrò Michael in un orecchio. Lo spinse con prepotenza fino a quando la schiena di Luke non finì contro il muro dietro di sé e sul suo petto faceva pressione quello dell'altro, tanto che poteva sentirlo alzarsi ed abbassarsi velocemente. Avrebbe voluto poter sentire anche il battito del suo cuore...

Michael aveva ancora la testa nell'incavo del collo di Luke e le mani che gli stringevano i fianchi. Gli era mancato così disperatamente troppo.
Avvicinò ancora una volta le labbra alla pelle del biondo e, prima di toccarla di nuovo, riprese fiato, respirandoci così vicino, cosa che aumentò in Luke il desiderio di Michael. Il più grande schiuse la bocca e afferrò un lembo di pelle del biondo fra i denti, facendolo gemere sottovoce. Una mano di Luke scivolò fra i suoi capelli, prima di stringerli in un pugno e tirarne leggermente le punte.

Poi tutto tornò a galla nella memoria di Luke. Tutte le bugie, tutte le cose che non gli aveva mai detto. Era comunque bello vedere quanto Michael non si fosse mai arreso pur avendogli ripetuto milioni di volte che a lui piacevano le ragazze. C'era semplicemente troppa attrazione tra loro, e questo spaventava Luke.

Il biondo spinse le spalle di Michael per allontanarlo e rimase con la schiena attaccata alla parete dell'edificio a respirare affannosamente.

«Luke, tutto bene?», chiese Michael, avvicinandosi per toccargli una spalla. Luke si sottrasse di nuovo dal suo tocco ed annuì, mentre si passava una mano tra la cresta di capelli.

«Sì», affermò con voce roca. «Andiamo, ti faccio conoscere gli altri». Gli indicò l'ingresso e lo invitò a seguirlo.

Nel corridoio Luke camminava davanti e l'altro dietro, guardando attentamente ogni suo singolo particolare; c'era un silenzio che metteva a disagio, soprattutto se fra loro non c'era mai stato silenzio prima. Era tutto così nuovo per Michael.

«Lukey!», stridulò una vocina. Mikey si voltò giusto in tempo per vedere una bambina dai riccioli d'oro correre incontro a Luke, per poi saltargli in braccio. «Dove sei stato? Ho avuto tanta paura di non rivederti più...». La bambina si strinse ancora di più al suo collo.

«Oh, Sofy... No, non fare così. Eccomi, sono qui, non ti lascio», disse, accarezzandole la schiena. «Sono andato a prendere il mio amico, adesso anche lui sta con noi».
«Ehi», esclamò Mikey, salutandola con la mano e con un enorme sorriso sul volto. Quel sorriso scomparve gradualmente quando Luke girò la bambina verso di lui. «Sofia...», sussurrò.

«Michael», disse. «Michael... perché l'hai lasciato anche tu?», domandò, scendendo dalle braccia di Luke.

«Ma di che state parlando?», chiese il biondo, accigliandosi.

«Vedi Luke, lei è la sorella di James, la bambina di cui ti avevo parlato», spiegò Michael. La bocca di Luke si schiuse e lo guardò per quella che sembrò essere un'eternità.
Sofia tirò la manica di Luke, attirando la sua attenzione e costringendolo a distogliere lo sguardo dal suo amico.

«Il ragazzo schizzato ti stava cercando», lo informò la bambina.

Luke rise sottovoce. «Chi sarebbe il ragazzo schizzato?», domandò con divertimento sul viso.

«Quello scuro», sussurrò. Il biondo annuì e rise nuovamente. «Mi ha chiesto di dirti che ti aspetta in giardino, se mai ti avessi incontrato».

«Grazie mille piccola». Si abbassò e le baciò la fronte, poi afferrò la mano di Michael e lo trascinò lungo tutto il corridoio, arrivando poi al giardino.

«Però... molto verde!», esclamò l'altro, cercando di smorsare la tensione.

Luke sorrise e si avviò verso la parte più interna del giardino. «Cal!», gridò.

«Ehi!», rispose lui, spuntandogli dalle spalle. Entrambi sussultarono e Michael lo mandò quasi a farsi un giro, ma si trattenne. «Tu sei Michael, tanto piacere. Io... insomma, non mi aspettavo di trovarti qui», asserì con imbarazzo, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni.

«Be', è un piacere conoscerti... Cal», disse Mikey, scrollando le spalle con un sorriso sulle labbra.

«Oh, il mio nome è Calum».

Michael annuì con le labbra strette in una linea e si rese conto che l'imbarazzo era ancora più forte di prima. Si girò a guardare Luke, lui lo stava già guardando e si stava mordicchiando il labbro inferiore, Michael sorrise a quella visione.

«Ok, l'importante è che tu sia tornato Luke. Volevo solo sapere se stessi bene. Adesso vi lascio da soli», affermò, facendo un occhiolino a Luke, il quale arrossì velocemente.

Una volta che Calum fu abbastanza lontano, Michael si piazzò davanti al suo amico e lo guardò. Aveva uno sguardo indecifrabile.

«E... in che rapporti sei con questo Calum? Insomma, mi sono perso qualcosa quando ero ancora vivo?», domandò, inarcando un sopracciglio e tenendo le braccia incrociate davanti al petto.

Luke abbassò la testa e ridacchiò sottovoce. «Di che ti preoccupi?», nel suo tono c'era così tanto divertimento. La forte presa di Michael finì sul suo polso e lo strinse. Luke portò i suoi occhi azzurri in quelli verdi del ragazzo di fronte a lui e lo vide... arrabbiato?

«Lucas Robert Hemmings, non è il momento di giocare», disse, portandosi più vicino al suo viso. «Se c'è qualcosa che io devo sapere è meglio che tu me lo dica ora».

Luke ingoiò a fatica la sua saliva, c'erano così tante cose che gli doveva dire. Come il fatto che l'amava, l'aveva sempre amato, non era etero per nulla e... già detto che lo amava?

«Niente che tu debba sapere», sussurrò, alternando lo sguardo dagli occhi di Michael alle sue labbra. Il più grande lasciò il suo polso e si allontanò di poco, poi sorrise.

«Che stupido», borbottò, nell'istante prima di prendere le guance di Luke e baciarlo. Era un bacio diverso per entrambi, le loro gambe erano dannatamente molli e il loro stomaco si faceva sempre più formicolante, come se miliardi di farfalle ci stessero volando dentro. Luke portò le sue mani sopra a quelle di Mikey sulle sue guance e le strinse, per poi abbassarle e portare le braccia dietro al suo collo. Le mani di Michael finirono intorno alla vita di Luke e strinse la sua pelle sotto ai polpastrelli, mentre con la lingua gli leccava il labbro inferiore chiedendo l'accesso; Luke era combattuto ma, tuttavia, glielo concesse. Per una volta si abbandonò a pieno alle emozioni. Michael strinse ancora più forte, ritrovandosi la t-shirt di Luke nei suoi pugni e, per qualche motivo, mentre teneva gli occhi chiusi, si immaginò di essere in camera sua e di stringere la canotta che indossava sempre; "YOU COMPLETE MEss" c'era scritto, ed era così. Luke intrufolò le sue dita tra i morbidi capelli di Michael, ma non si staccò quella volta, rimase a godersi ogni istante perso insieme al suo migliore amico. Era così strano chiamarlo "migliore amico".

Sto baciando il mio fottutissimo migliore amico, pensò.

Quella volta il primo a staccarsi fu Michael, che lo guardò respirando a fatica e sorrise. Poi gli scompigliò i biondi capelli. «Mi era mancato il mio Lukey», disse.

«Ti amo», credette di avergli risposto Luke, ma poco dopo si accorse che era solo nella sua testa. Ecco un'altra frase che non gli avrebbe mai detto. Due parole, un significato; avrebbe potuto cambiare qualsiasi cosa tra loro.

Ti amo.

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Questo capitolo mi uccide ancora più degli altri!

Luke e Michael sono così dannatamente perfetti, vi prego, perché sono così fissata con i Muke!

Vado via, ciao.

Tanto bene.

Okumaya devam et

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