𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 π…πŽπ‘π“π”π...

By workingclasscheroine

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Quando Paul arriva all'UniversitΓ  di Cambridge, il suo obiettivo Γ¨ quello di far scorrere tutto liscio fino a... More

CAST
1. The Prime Minister
2. The Breakfast Club
3. The Lord of the Rings
4. The Sleeping Beauty
5. The Secret We Keep
6. The Saturday Night Fever
7. The Tea Party
8. The Mistery Gang
9. The Fight Club
10. The Concussion
11. The Unintended Mask
12. The Backs
13. The Punt Tour
14. The Reason Why
15. The Lunch Date
16. The Dancing Queen
17. The Birthday Boy
18. The Broken Ones
19. The Patched Hearts
20. The Carpe Diem
21. The Red Skirt
22. The Allied Powers
23. The Art of War
24. The Plot Twist
25. The Ruthless Voice
26. The Kafka Trap
27. The Car Ride
28. The Double Date
29. The Drunk Calling
30. The Re-Education Program
31. The Romantic Comedy
32. The F*cking Sheets
33. The Unexpected Visitor
34. The Invisible Charybdis
35. The Question Game
36. The Absent Guard
37. The Final Duel
38. The Scared Child
39. The Last Trip
40. The Monet Affair
41. The Fallen Angel
42. The Little Brother
43. The Longest Dinner
44. The Unsolicited Opinions
45. The Unequal Struggle
46. The First Rule
47. The Lovely Bastard
48. The Crystal Boy
49. The CatkinsοΏΌ' Philosophy
50. The Pool Party
51. The Immortal Youth
52. The White Nights
53. The Unfamiliar Familiarity
55. The Water Strider
56. The Breakfast Fail
57. The Safe Haven
58. The Baby's Name
59. The Second Mouse
60. The Eagle
61. The Ghost of Christmas Past
62. The Mix Cd
63. The Haunted House
64. The Prodigal Son
65. The Bench

54. The Unshakable Complicity

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By workingclasscheroine

Mi bacia, dita che mi afferrano i capelli, il superfluo sforzo di tenermi fermo: non ho intenzione di andare da nessuna cazzo di parte.

Un sentore di denti sul labbro inferiore. Sangue. Il mio? Il suo? Non abbastanza lucidità per farci caso.

Si allontana d'improvviso, preziosissimo tempo per riprendere fiato, passa la lingua sulle labbra per raccogliere una stilla di sangue.

"Piccolo bastardo" soffia, ma non è arrabbiato.

Un attimo di confusione da parte mia.

Poi capisco: si riferisce al sangue. Sono stato io a morderlo.

Non lo ricordo neanche, non sembra importante.

Il mio pollice contro la sua bocca, il tentativo di scorgere nella penombra il punto preciso della ferita, ora che non c'è più il sangue a segnalarlo.

Non mi interessa sul serio controllare il suo stato: voglio solo sentire le sue labbra gonfie per via dei miei baci. Voglio una prova fisica di ciò che sta succedendo.

E ad essere sinceri: Dio, quanto la fa lunga per un po' di sangue.

"Ti ho fatto male?" chiedo, di malavoglia.

"Non è niente" mi rassicura, quietamente.

Bacia il mio polpastrello, le sue labbra che vi si chiudono attorno per un attimo.

Un brivido.

"Allora, tesoro" lo rimprovero, brusco, tirandomelo di nuovo contro. "Davvero non capisco perché cazzo non torni qui e basta"

Ride, una risata spezzata ma sincera.

"Troppo lontano?"

Sorrido anch'io.

Un sentimento di soffocante tenerezza all'idea che ci siano battute che sono solo nostre.

"Decisamente"

Si avvicina un po', ancora non abbastanza.

"Così?"

Non è una provocazione, solo un gioco.

Il suo sorriso è innocente, divertito. I suoi occhi scintillano d'eccitazione, in una maniera infantile che mi riempie di tenerezza.

"Stupido" lo rimprovero, senza tuttavia riuscire a trattenere un sorriso di risposta.

Posa la fronte contro la mia, il suo respiro (dentifricio, una traccia ancora palpabile di alcol e fumo) mi riempie le narici.

"Così?" ripete, cantilenando.

Mi piace questa atmosfera.

Tutte le altre volte, per quanto bello, era come se non fossimo noi: attenti a non parlare, nessun accenno di conversazione e nessuno spiraglio di tempo morto in cui ragionare su cosa cazzo stessimo facendo.

Questo è diverso.

È familiare, dolce. Privo di paura.

Siamo solo noi.

"Churchill" sbotto, quindi, senza essere realmente infastidito.

"Cosa, principessa?"

Il sorriso che ha stampato in viso lo fa sembrare un idiota, ma non ho il coraggio di farglielo notare.

Sul mio, probabilmente, è dipinta la stessa espressione.

"Ne hai ancora per molto?" lo rimprovero.

Il suo sorriso resta immobile, ma si colora di una sfumatura meno innocente.

"Ti manco?"

Le sue labbra sfregano contro le mie, uno strofinio appena accennato che basta a chiudermi gli occhi.

Si allontana prima che possa approfondirlo.

"Che fottuto coglione" lo rimbecco, con un sospiro.

Sorride, consapevole, si china per baciarmi il collo.

"Non è una risposta" mi fa notare, rauco, ogni traccia di purezza svanita dalla sua voce.

"Devi essere davvero un idiota, per aver bisogno di chiederlo" rido, mentre riporta gli occhi nei miei. Un lieve inarcarsi dei miei fianchi, il ritmo respiratorio di entrambi che accelera. "Non lo senti?"

"Dio" si lamenta, grave.

Le sue mani mi percorrono i fianchi, ossessivamente, la sua bocca mi tortura il collo con un'impazienza che lascerà dei segni.

"Ti prego" mi ritrovo a mormorare, pazzo di desiderio, incapace di ragionare oltre.

"Dimmi solo se ti manco"

"Fottuto bastardo"

Sorride, divertito.

"Ti manco?"

"Da morire"

"Bravo ragazzo"

Lascio che mi spinga di lato, brusco e urgente, e accolgo con un sospiro la sua mano che mi preme sul petto, tenendomi giù.

Mi bacia a lungo, finché il bisogno d'aria non ci costringe a separarci.

La sua bocca si sposta lungo la mia mandibola, un lieve accenno di denti attorno al mio lobo, la sua lingua che percorre la curva del mio collo come se vi stesse scivolando.

Le sue dita indugiano sull'elastico della tuta che indosso come pigiama, i suoi occhi tornano improvvisamente nei miei.

È un'implicita richiesta.

La stanza si fa d'improvviso soffocante, minuscola.

Non ho fiato per rispondere.

La mia mano si muove in automatico, dalla sua spalla fino al polso, per poi tornare indietro in una carezza fluida: un invito a continuare.

Basta che mi sfiori, ancora sopra i vestiti, perché il mondo mi si oscuri del tutto.

Le sue dita si insinuano al di sotto della tuta, una sola, sottilissima barriera di cotone tra la sua carne e la mia.

"Cristo" gemo, incapace di trattenermi. Allontano le sue labbra per prendere fiato. "Merda"

Churchill ride appena, una risata roca e ansimata.

"Blasfemo"

Uno sbuffo divertito da parte mia, ma è solo un attimo.

La sua mano mi si serra intorno, ancora al di sopra del tessuto, e non riesco a controllare la valanga di volgarità che mi sfugge dalla bocca.

"Fai il bravo" sussurra, divertito. "Non farti sentire"

Il suo tono vorrebbe essere autoritario, ma non fa che eccitarmi maggiormente.

"Vaffanculo"

"Non parlarmi così" impone, le sue parole che si perdono contro la pelle del mio collo.

"Perché ti ferisce?" lo prendo in giro, mentre tento di ricordare come si faccia a respirare.

"Perché mi piace" mi contraddice, divertito.

Gli concedo un sorriso.

"Masochista" affermo, sforzandomi di mantenere la voce il più ferma possibile, mentre le sue dita scorrono su di me. "Prevedibile, quasi noioso"

Sorride a sua volta.

È terribilmente bello.

"Dovremmo davvero dare un'occupazione migliore a quella boccaccia" mi rimprovera, a voce bassa.

"Aperto ai suggerimenti" concedo, un accenno di risata e un sorriso malizioso.

Un paio di movimenti più bruschi della sua mano sopra di me, la mia risata che si spezza all'improvviso.

"Non puoi dirlo" mi rimprovera, divertito e supplicante allo stesso tempo. "Dio santo. Mi farai venire un infarto"

"Mi fai sentire come un cazzo di adolescente" mormoro, a mo' di giustificazione. La mia voce è talmente roca da essere irriconoscibile. "Non appena mi sfiori-"

"Cristo" geme, improvvisamente serio. "Devi davvero chiudere il becco"

Preme le labbra sulle mie, ancora.

Non riuscirò mai ad abituarmi a questa sensazione.

Succhia la mia lingua con così tanta forza che fa male.

Un gemito che dalla mia gola sale per vedersi imprigionato nella sua bocca, le sue dita che disegnano arabeschi sulle mie costole, la dolorosa ipersensibilità di ogni punto che sfiora.

È nuovo ed eccitante, e in qualche modo straordinariamente naturale.

Come se non ci fosse mai stato un vero passaggio, per noi, tra il prima e il dopo.

Baciare Churchill, sentirlo ansimare contro il mio viso, avere il suo corpo contro e le sue mani addosso.

L'affascinante contraddizione di percepire tutto ciò come una straordinaria novità e di sentirmi tuttavia come se fosse così da sempre.

Spingo i fianchi contro la sua mano, senza vergogna, senza pudore.

Sto piagnucolando qualcosa, evidentemente, qualcosa che neanche io riesco a capire. Un misto tra una supplica e una confessione.

La mano di Churchill mi preme sulla bocca, le sue labbra mi sussurrano di fare silenzio.

La sua voce rotta e il suo fiato caldo contro l'orecchio, la sicurezza con cui gli ordini lasciano la sua gola.

Adrenalina. Una scarica così intensa che la mia testa è un fascio di luce, la pelle d'oca che sembra spezzarmi in milioni di minuscole crepe.

Lo spingo via, d'improvviso, in maniera così repentina che rischio di farlo crollare a terra.

"Che cazzo ti prende?" si lamenta, ad alta voce.

Scatto in piedi prima che possa tentare di trattenermi.

"Devo andare in bagno"

"Adesso?"

"Sì, cazzo" ribatto, sforzandomi di mantenere un tono di voce basso. "Adesso"

"Possiamo parlare un attimo?"

"Tra poco, davvero" mormoro, a disagio. "Il nostro zaino è all'ingresso?"

"Se ho fatto qualcosa-"

"Churchill" lo interrompo, esasperato. "Solo qualche minuto. Ti prego. Dimmi dov'è il fottuto zaino e basta"

"All'ingresso, credo" concede.

Il tormento nel suo sguardo è palpabile.

"Torno tra un secondo" prometto. Un attimo di esitazione, poi mi allungo per premergli un bacio sulle labbra. "Mi dispiace. I miei vestiti sono lì, vero?"

"Sì, ma-" inizia, piccato.

Un improvviso mutamento nella sua espressione.

Scoppia a ridere.

Maledizione.

"Oh, Dio. Melody, non dirmi che-"

"Zitto" impongo, furioso. Sento chiaramente le guance andarmi a fuoco. "Non dire una parola"

"Andiamo, per così poco?"

"Zitto, Churchill"

Alza le mani in un divertito gesto di resa.

"Scusami, Sonic" concede, il bastardo. "Ti aspetto qui"

"Vaffanculo" soffio, prima di chiudermi la porta alle spalle.

Quando torno, lo trovo ad aspettarmi ancora seduto, irrequieto come un bambino la mattina di Natale.

E sorriderei, forse, se non fossi incazzato a morte con lui.

"Tu" sibilo, avanzando verso il letto. "Stupido idiota"

Sorride, perfettamente consapevole, e sbatte le ciglia a fingere innocenza.

"Io cosa?"

"Lo sai, cosa" lo accuso, sforzandomi di non perdere la pazienza.

"Giuro, Lily, che non so di cosa parli"

Si sta divertendo, ovviamente.

"Permettimi di rinfrescarti la memoria" concedo, scalando il letto per strisciare verso di lui. "La mia fottuta biancheria. Non la hai presa"

Si morde il labbro inferiore, per trattenere quella che potrebbe essere una risata così come un gemito.

Conoscendolo, un misto di entrambe le cose.

"Accidenti, che sbadato" si rimprovera, teatrale. "Questo è davvero un bel problema"

Mi sforzo di non sorridere mentre gli allaccio le braccia al collo, a cavalcioni sopra di lui.

"Sono certo che non lo hai fatto di proposito" concedo, magnanimo.

"Sarei stato crudele, a farlo" afferma lui, le sue mani che mi percorrono incessantemente la schiena.

"E tu non lo sei" concordo, dolcemente.

Le mie labbra sono a un soffio dalle sue.

"Per nulla"

"Ma mettiamo che tu lo sia" ipotizzo, allontanandomi non appena tenta di baciarmi.

Un verso frustrato da parte sua, ma sorride.

Un sorriso così bello che devo trattenermi per non premere le labbra contro le sue.

"Solo per amor di discussione" concede, divertito.

"Ovviamente" concordo. "Dicevamo: mettiamo che tu lo abbia fatto di proposito. Cosa mai potrebbe aver pensato quel tuo fottuto cervello malato, per arrivare a fare una cosa del genere?"

"Non ne ho idea, detective" mi schernisce, con un ghigno. "È lei che fa le ipotesi, qui"

Che meraviglioso, fottutissimo bastardo.

"Ho cercato di immaginarlo" ammetto, mentre la mia voce si fa d'improvviso più bassa, suadente.

Mi stringo contro di lui, la sua eccitazione chiarissima contro il retro della mia coscia, un sospiro che gli sfugge dalle labbra per via dello sfregamento.

La sua stretta sui miei fianchi si fa ferrea mentre sfioro il suo collo con le labbra, piccoli baci umidi che non fanno altro che frustrarlo ulteriormente.

"Ho pensato potesse essere eccitante" confesso, direttamente contro il suo orecchio.

"Sì?" chiede, con voce rotta.

"L'idea di me, nudo sotto i miei jeans" proseguo, in un soffio.

Poso una mano sulla sua, lasciandomela scorrere lungo il fianco, fino al bacino.

"L'idea di guardarmi con la consapevolezza di essere l'unico a saperlo"

"Sembra interessante" concede, divertito.

Ma è senza fiato.

"Lo sembra" concordo, dolcemente, mentre spingo le sue dita oltre la linea della tuta.

La sua espressione delusa, non appena incontra l'elastico di un paio di boxer, è onestamente impagabile.

"Ho preso un paio dei tuoi, idiota" lo informo, secco, scavalcandolo per gettarmi accanto a lui.

La sua risata mi raggiunge le orecchie come una melodia conosciuta.

"Dio" ride, "Sei incredibile"

Sorrido anch'io, senza farmi notare.

"E tu sei un coglione" lo rimbecco, ancora burbero.

"Vieni qui" impone, passandomi un braccio intorno alle spalle. Mi bacia la fronte. Sta ancora ridendo. "Sei fottutamente sadico"

"E tu sei un coglione" ripeto, per buona misura, ma mi rannicchio contro la sua spalla, il piccolo posto profumato tra collo e clavicola, e lascio che mi abbracci.

Mi carezza la schiena con le dita, dolcemente.

Le sue labbra, di tanto in tanto, mi sfiorano le guance, la fronte, il naso.

"Posso dirti una cosa, principessa?"

"Mmh" acconsento, instupidito dall'alcol, dall'erba e dalla sensazione pizzicante del suo corpo contro il mio.

"So che sei convinto di aver vinto, con tutto quel bel teatrino" mormora, divertito. "Ma, cazzo, così è ancora meglio"

Rido, la mia risata che si stempera contro il suo petto.

"Sei fottutamente malato, amico" lo informo, allegramente.

"E tu sei venuto nei pantaloni" ribatte, perfettamente serio.

Gli rifilo un colpo nelle costole.

"Va' all'inferno, Churchill"

Ride.

"Mi piaci anche tu" replica, a bassa voce.

Sorrido, stavolta.

Solo perché non può vedermi.




Note

Siete viv*???

Fatemi sapere se serve acqua, un'ambulanza o un cuore nuovo.

Resto a disposizione.

Cosa c'è da dire? Io li amo.

Amo il modo in cui sono a loro agio l'uno con l'altro, il modo in cui rimangono loro stessi.

Credo sia qualcosa di molto prezioso, perché la passione è bella, ma saper ridere anche a letto dimostra una complicità di molto superiore, secondo me <3

Also, so che volevate di più, ma abbiate pazienza! A me non piacciono le ff in cui i protagonisti scoprono di essere attratti l'uno dall'altro e immediatamente finiscono a letto scopano fanno figli si dicono ti amo.

Certo, può succedere, e non dico che non sia bello da leggere.

Ma credo che nella realtà queste cose richiedano un po' di tempo, e mi sento di concederlo loro ecco.

E anche, cosa da non sottovalutare ma che avrete notato, io sono un disastro nel descrivere questo tipo di scene.

Chiuso il sipario.

Vi mando un bacio.

H.

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