Bluebird

By Mari_Blackstar

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[COMPLETA - IN REVISIONE] Trasferirsi nella moderna e multiculturale repubblica di Sayfa avrebbe dovuto segna... More

EXTRA - Premesse & Fanart
EXTRA - Moodboard [Parte 1]
EXTRA - Moodboard [Parte 2]
✿ Primo arco: Primavera ✿
Capitolo 1 - Curiosi occhi neri [Revisionato]
Capitolo 2 - Nessuno sospetta mai di una ragazza graziosa [Revisionato]
Capitolo 3 - Valeva la pena sperare [Revisionato]
Capitolo 4 - Accettabile compromesso [Revisionato]
Capitolo 5 - Un brindisi alle idee stupide [Revisionato]
Capitolo 6 - La linea del necessario [Revisionato]
Capitolo 7 - Pur di vederti sorridere [Revisionato]
Capitolo 8 - Qualcosa di vero [Revisionato]
Capitolo 9 - Bethelie [Revisionato]
Capitolo 10 - Senza più esitazione [Revisionato]
Capitolo 11 - Così ho trovato la mia fede [Revisionato]
Capitolo 12 - Se solo ti lasciassi andare [Revisionato]
☀ Secondo arco: Estate ☀
Capitolo 13 - Inno alla Vittoria [Revisionato]
Capitolo 14 - Quello di cui ho bisogno [Revisionato]
Capitolo 16 - Vodka. Liscia. Doppia. [Revisionato]
Capitolo 17 - Altocumuli [Revisionato]
Capitolo 18 - Occhi velati di nebbia [Revisionato]
Capitolo 20 - Non è impossibile [Revisionato]
Capitolo 19 - Eredità [Revisionato]
Capitolo 21 - Cosa ti piacerebbe fare? [Revisionato]
Capitolo 22 - Essere uomo [Revisionato]
Capitolo 23 - Respira [Revisionato]
Capitolo 24 - La scelta migliore [Revisionato]
Capitolo 25 - Ti fidi di me? [Revisionato]
Capitolo 26 - Chloe [Revisionato]
Capitolo 27 - Sognare a occhi aperti [Revisionato]
Capitolo 28 - Giudizio (1/2) [Revisionato]
Capitolo 28 - Giudizio (2/2) [Revisionato]
Capitolo 29 - Ogni giorno della mia vita [Revisionato]
Capitolo 30 - Non preoccuparti [Revisionato]
Capitolo 31 - Quando si parte? [Revisionato]
Capitolo 32 - Semplice precauzione [Revisionato]
❦ Terzo arco: Autunno ❦
Capitolo 33 - Rimuovere il velo [Revisionato]
Capitolo 34 - Casa dolce casa (1/2) [Revisionato]
Capitolo 34 - Casa dolce casa (2/2) [Revisionato]
Capitolo 35 - Le radici delle orchidee [Revisionato]
Capitolo 36 - Così semplice [Revisionato]
Capitolo 37 - Chi sei davvero (1/2) [Revisionato]
Capitolo 37 - Chi sei davvero (2/2) [Revisionato]
Capitolo 38 - Deriva [Revisionato]
Capitolo 39 - Far suonare i tamburi [Revisionato]
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi (1/2) [Revisionato]
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi (2/2) [Revisionato]
Capitolo 41 - Mandare un messaggio [Revisionato]
Capitolo 42 - Qualunque cosa accada [Revisionato]
Capitolo 43 - Quello freddo e tagliente di Kiyoko [Revisionato]
Capitolo 44 - Come un vero uomo [Revisionato]
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua (1/2) [Revisionato]
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua (2/2) [Revisionato]
Capitolo 46 - Era più semplice fingere [Revisionato]
Capitolo 47 - Famiglia [Revisionato]
Capitolo 48 - Ti amo [Revisionato]
⚠️ [EXTRA] AVVISO⚠️
❆ Quarto arco: Inverno ❆
Capitolo 52 - La fortuna bacia gli audaci [Parte 1]
Capitolo 52 - La fortuna bacia gli audaci [Parte 2]
Capitolo 53 - Cortesia tra colleghi
Capitolo 54 - Una Tessitrice non è fatta per la vita comune
Capitolo 55 - Ciò che hai sempre desiderato
Capitolo 56 - Tempo, respiro, speranza
Capitolo 57 - Solo un essere umano
Capitolo 58 - Vocazione
Capitolo 59 - Inspirare ed espirare
Capitolo 60 - Mantenere l'equilibrio
Capitolo 61 - In principio fu il buio
Capitolo 62 - Quando, non se
Capitolo 63 - Chiudi gli occhi
Capitolo 64 - Quante volte
Capitolo 65 - Oscurità, silenzio, vuoto
Capitolo 66 - Non c'era Chloe
Capitolo 67 - I frutti della negazione
Capitolo 68 - Soltanto una bugia
Capitolo 69 - Chiudere il cerchio
Capitolo 70 - Caro Brycen
Capitolo 71 - Lo giuro
Capitolo 72 - Libertà e vita
Capitolo 73 - C'è sempre tempo per risanare la propria anima
Capitolo 74 - Costruire
[EXTRA] Ringraziamenti
Epilogo
[EXTRA] Funfacts

Capitolo 15 - Scorciatoie di pensiero [Revisionato]

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By Mari_Blackstar

Erano passate settimane dall'ultima volta che Chloe aveva meditato. La missione sottraeva troppo tempo alle sue giornate, che erano diventate così dense di impegni da costringerla a lasciare indietro qualcosa: non poteva trascurare la preghiera, l'allenamento o il suo lavoro, né voleva rinunciare a passare del tempo con Brycen e i suoi amici, ma aveva già ridotto a sei le ore di sonno e interrotto la stesura dei suoi racconti – perciò la scelta era ricaduta sulla meditazione.

La sicurezza con cui aveva deciso di poterne fare a meno sembrava così sciocca, adesso che ne sentiva un disperato bisogno. Era indispensabile che la sua mente fosse sgombra da qualsiasi distrazione. Troppe cose dipendevano da quel giorno, dalla discussione che avrebbe affrontato; Chen-Yi sarebbe arrivato da un momento all'altro e Chloe doveva essere pronta.

Sistemò alcuni cuscini sul pavimento e si inginocchiò con le gambe raccolte sotto di sé, la schiena dritta e le mani abbandonate sulle cosce. Era più facile rilassarsi se poteva ascoltare il suono delle onde che accarezzavano la spiaggia, ma anche il fruscio del vento tra le foglie e il cinguettare di uccellini che la radio diffondeva nel suo appartamento era accettabile. Non voleva che Chen-Yi si mettesse in contatto con lei mentre era fuori casa: uno spazio piccolo, chiuso e familiare le dava l'impressione di avere un maggior controllo da poter esercitare, concedendole un piccolo vantaggio a cui non poteva rinunciare.

Così chiuse gli occhi e lasciò che i pensieri fluissero liberamente attraverso la sua mente, ma senza afferrarli: li sfiorò appena, liberandoli dalle gabbie in cui li teneva rinchiusi senza ragionare su di essi, senza concedere loro alcun potere su di lei. Erano lì, eppure non c'erano; la sua mente ne aveva consapevolezza, ma non vi prestava attenzione.

A poco a poco si abbandonò ai suoi sensi, smise di pensare e si limitò a percepire: si concentrò sul suono delle foglie, sul regolare ritmo del suo respiro, sulla morbidezza dei cuscini, sulla freschezza dell'aria che dalla finestra aperta soffiava sulla sua pelle. Un minuto, due, poi il tempo smise di avere importanza e il mondo si ridusse a quelle sensazioni.

Il sottofondo ambientale mutò, trasportandola in una fitta foresta durante un acquazzone, eppure sembrò il più naturale dei cambiamenti. Il tramonto fece scivolare il suo appartamento nella penombra, ma per i suoi occhi chiusi non fu che una carezza. Chloe sentì il profumo di carne alla brace che dall'esterno giungeva a soppiantare quello leggero dei fiori di ceropegia appesi alle mensole, ascoltò il vociare dei bambini che giocavano al piano superiore, i passi di una coppia che risaliva le scale, il distante scalpitare di cavalli che trainavano carrozze lungo la strada.

Infine sentì chiamare il suo vero nome.

Aprì gli occhi, inspirando un'ultima volta prima di incrociare quelli rossi del suo mentore. La maschera che gli celava il volto era attraversata dalle luci danzanti di un fuoco, le vesti sfoggiavano il verde chiaro del Ciclo dell'Aria per il consueto benvenuto alla primavera. Non disse nulla; restò immobile a fissarla, le mani congiunte a formare il vortice heikun, finché Chloe non piegò il busto, inchinandosi ai suoi piedi.

«Ho fallito, Maestro» disse, lasciando scivolare i lunghi capelli azzurri sul pavimento. «La mia idea per attirare l'attenzione di Tertius ha funzionato. Ho fatto la sua conoscenza e ho avuto modo di passare con lui tutto il tempo della cena, dopo mi ha invitata a visitare il palazzo e siamo rimasti da soli come previsto.»

Chen-Yi emise un lento mugugno. «Tuttavia...?»

«Mi ha rifiutata. Ho provato a farlo cedere, ma ha dichiarato espressamente di non avere simili intenzioni.»

Chloe si rialzò, sostenendo il suo sguardo. Aveva immaginato quella menzogna così tante volte che i ricordi reali sbiadivano al suo cospetto. L'aveva costruita in ogni dettaglio e in essa aveva affidato le sue convinzioni; aveva rifiutato tutto ciò che sapeva, abbandonando ogni connessione con la sua memoria per creare una nuova verità in cui credere.

Se tu per prima riesci a convincerti che ciò che dici è vero, nessuno riuscirà a leggervi menzogna, le aveva spiegato Chen-Yi.

«Shiori può ancora essermi utile, ma ho comunque fallito» continuò Chloe, disegnando sul viso un'espressione affranta. «Mi spiace di aver deluso le tue aspettative, Maestro.»

«Non le hai deluse. La natura dell'uomo è l'imperfezione, ma l'uomo virtuoso vive seguendo l'esempio degli Dei per avvicinarsi quanto più possibile ad essi» la rassicurò Chen-Yi. Quel tono magnanimo non gli si addiceva: Chloe poteva percepire il suo sguardo farsi più tagliente mentre recitava l'Assoluto della Perfezione. «I nostri difetti definiscono ciò che siamo e i nostri errori ci rammentano che non siamo immuni al fallimento. Ciò che è fondamentale, però, è riconoscerli e imparare da essi affinché non si ripetano. Perciò dimmi, Kiyoko: quale pensi sia la causa del tuo fallimento?»

«Sono stata superficiale e ho peccato di superbia. Ero certa che Tertius non avesse altre ragioni per allontanarsi dalla sala con una ragazza, non ho valutato con sufficiente attenzione l'eventualità di altri scenari possibili. Quando siamo rimasti da soli, ho creduto di aver ottenuto il mio scopo e ho agito troppo in fretta, esponendomi in modo eccessivo. Infine, non aspettandomi un rifiuto, ero impreparata ad affrontarlo e ho lasciato che la situazione degenerasse.»

«Un'attenta analisi» ammise Chen-Yi, alleggerendo il tono. Chloe però conosceva le sfumature della sua voce, e sapeva che non era compiaciuto. «Ma se ciò in cui hai creduto era falso, allora cos'è vero? Quali erano le intenzioni di Tertius nel portarti a visitare Villa Augusta? Quale il motivo del suo rifiuto?»

Chloe chinò il capo, umettandosi le labbra per concedersi il tempo di pensare. Non ne aveva bisogno, ma doveva fingere: la migliore delle menzogne non doveva essere perfetta, ma credibile. Tempi, espressioni, tonalità, collegamenti logici; non solo il cosa, ma il come faceva la differenza. Una buona bugia era un delicato gioco di apparenze che ogni Tessitore doveva intrecciare con cura.

«Non ho stimato correttamente il suo orgoglio. Tertius dev'essersi risentito più di quanto avevo previsto, quando l'ho provocato con l'Inno alla Vittoria: credo che la sua intenzione fosse quella di umiliarmi, facendomi credere di essere interessato per poi spezzarmi il cuore. Non ne sono sicura, tuttavia suppongo—»

«Eppure questo è il tuo compito» la interruppe Chen-Yi, avanzando in passi lenti. Nascose le mani dietro la schiena e drizzò il busto quando le fu davanti, posando il suo sguardo su di lei. Non era un uomo molto alto, eppure sembrava sovrastarla. «Osservare, analizzare, conoscere: definire con certezza le motivazioni che lo spingono ad agire è uno dei tuoi scopi, perciò mi domando: com'è possibile che tu non ne sia sicura?»

«Se ciò che ho fatto finora fosse sufficiente a darmene certezza, Shiori non sarebbe stata necessaria in primo luogo» ribatté Chloe. Poteva sentire la sua presenza di Chen-Yi nella sua mente farsi più pesante, fastidiosa. Quand'era una bambina era talmente opprimente da impedirle di pensare, ma adesso riusciva a sopportarlo. «Non ho visto il paradosso. Ho dimenticato che il mio obiettivo era avvicinarmi a lui per studiarlo più da vicino, mi sono comportata come se conoscessi già Tertius alla perfezione. Come ho detto, sono stata superficiale e ho peccato di superbia, ma non hai motivo di preoccuparti: ho capito i miei errori e non ho intenzione di ripeterli.»

Chen-Yi liberò un lento mugugno, sollevando il mento. «Noto che ti sei preparata sulle risposte da darmi.»

«La verità non necessita di alcuna preparazione.»

«Eppure Xae mi ha offerto una verità differente, una in cui sei tu a rifiutare Tertius: ti ha vista abbandonare la sala in sua compagnia e rientrare da sola. Non le hai fornito spiegazione, ma il tuo atteggiamento era abbastanza eloquente.»

«Naturale che lo fosse, dato che era quello il mio intento.» Chloe schioccò la lingua contro il palato, liberando uno sbuffo. «Mi hai insegnato a sfruttare gli imprevisti a mio vantaggio per recuperare il controllo della situazione, e così ho fatto. Nessuno sa cosa sia realmente accaduto tra me e Tertius, ma chiunque mi abbia vista giungerà alla stessa conclusione di Xae, e non terrà per sé il pettegolezzo. Il passaparola tende ad aggravare e distorcere le situazioni, e Tertius è troppo cauto per rischiare che possa dar vita a uno scandalo: sa bene che la semplice dichiarazione della verità non sarà sufficiente a sedare ogni dubbio, perciò vorrà tenermi al suo fianco per mostrare al pubblico che siamo in buoni rapporti. Non sarò la sua amante, ma avrò modo di avvicinarmi a lui e ottenere comunque ciò che mi serve, se gioco bene le mie carte.»

Il Senza Volto aggrottò le sopracciglia sotto la maschera. Quel piano era raffazzonato per i suoi standard, ma per venderlo come ripiego era necessario che lo fosse: troppo definito e sarebbe stato inverosimile, troppo banale e si sarebbe insospettito. Quella possibilità era contorta ma abbastanza credibile: i pettegolezzi sul tradimento di Tertius si erano affievoliti ma non spenti del tutto, e la fantasia dei detrattori era infinita.

Aveva senso – ma non era sufficiente. Chloe poteva leggere nel suo sguardo che Chen-Yi stava cercando un punto debole per farla cedere, così come sapeva che non avrebbe mai affrontato l'argomento in modo diretto.

Fare domande chiuse è un errore da principianti, le aveva insegnato. Una mente pronta e allenata non avrà mai problemi a rispondere.

«So a cosa stai pensando: credi che il mio amore per Brycen mi abbia accecata, che abbia preferito abbandonare il mio incarico pur di non tradirlo.» Chloe abbassò lo sguardo, liberando un lento sospiro. «Il tuo consiglio di sedurre Tertius lo dimostra: il mio piano era altrettanto valido e meno rischioso, eppure ti sei intromesso. Era davvero necessario alla missione oppure volevi soltanto mettermi alla prova?»

«Quale che sia la supposizione corretta, non cambia l'esito che ne hai ottenuto.»

Chen-Yi assottigliò lo sguardo dietro le fessure della maschera. Esporre il fianco a quel modo era un errore ancora più grave, nessun Tessitore l'avrebbe commesso in una discussione premeditata – il che lo rendeva perfetto. Chloe doveva abbandonare certe accortezze, se voleva fargli credere di essere sincera: Chen-Yi avrebbe scandagliato ogni parola, ogni espressione e ogni silenzio in cerca di sviste, perciò Chloe le avrebbe seminate con cura. Non era in grado di sconfiggerlo al suo stesso gioco, ma poteva ingannare la sua percezione se avesse distrutto le sue previsioni.

«Capisco» disse allora, umettandosi le labbra. «Non ho deluso le tue aspettative perché eri certo del mio fallimento. Il fatto che tu abbia ascoltato una Dimorante prima di me lo dimostra.»

«Non ho mai nascosto i miei timori, né ti ho negato i miei consigli. Sapevamo entrambi che—»

«È un'euristica» lo fermò Chloe, e un lampo di curiosità sfavillò nello sguardo del suo mentore. «Hai emesso il tuo giudizio prima ancora di parlare con me. Hai ipotizzato il mio fallimento con una specifica motivazione in mente, perciò quando questo si è presentato hai creduto che la ragione fosse quella che avevi preventivato. Non ti fidi delle mie parole, anche se non hai motivi oggettivi per non farlo: non le stai valutando, stai solo cercando ciò che può avvalorare le tue ipotesi. Pregiudizio di conferma: me l'hai insegnato tu. Eppure mi hai insegnato anche che un Senza Volto non giudica attraverso scorciatoie di pensiero.»

«Superficialità e superbia» sibilò il Senza Volto. «Sono deluso, Kiyoko. Avevi detto di aver compreso e imparato dai tuoi errori.»

Gli occhi di Chen-Yi lampeggiarono di un rosso più acceso, come lembi di fiamme che bruciavano dietro la maschera. Fu solo per un breve istante, ma sufficiente a far capire a Chloe che stava tirando i fili giusti. Era quella l'abilità più pericolosa di un Tessitore di Segreti: non si limitavano a districare le matasse per raccogliere informazioni, ma intessevano quei filamenti a loro piacimento per creare la verità a loro più congeniale e attorcigliavano tra le loro dita le emozioni altrui, ricamando nuove trame nelle loro menti.

Anche Chen-Yi era stato un Tessitore, nella sua giovinezza; se lo fosse stato ancora, forse per Chloe sarebbe stato impossibile superare le sue difese. Adesso però era un Senza Volto – una guida, un maestro, la figura più simile a un padre che avesse mai avuto. Chen-Yi l'aveva addestrata, cresciuta, plasmata; Chloe era una sua creazione ed era certo di conoscerla meglio di chiunque altro.

Superficialità e superbia. Non era lei, tra i due, ad aver commesso quegli errori.

«Mi sono preparata per settimane. Ho delineato ogni dettaglio di Shiori, ho persino imparato a suonare l'Inno alla Vittoria.» Chloe abbassò lo sguardo, stringendosi nelle spalle – non in modo evidente, ma percettibile. Sofferente, come si farebbe di fronte ad un rimprovero ingiusto. Si era allenata così tanto ad imitare quelle emozioni che, se si fosse vista allo specchio, avrebbe ingannato persino se stessa. «Credi davvero che sarei arrivata fin qui per poi gettare tutto al vento senza neanche una buona giustificazione? Sapevo che dubitavi di me e che l'unico modo per farti cambiare idea era avere successo. Sapevo che non avresti creduto alla più perfetta delle scuse e che non avresti creduto neppure alla verità. Sei tu il mio maestro, perciò dimmi: credi che io sia così sciocca? Ho appreso i tuoi insegnamenti in modo così grossolano?»

«Poni domande di cui conosci già la risposta.»

«Non ho dimenticato i tuoi consigli né i tuoi timori, Maestro.» Chloe avanzò, tenendo lo sguardo fisso su di lui. «Non ho nulla da nascondere. Amo Brycen, ma non ho smesso di amare gli Dèi: so qual è il mio obiettivo e ho intenzione di fare tutto ciò che è necessario per raggiungerlo. Non mi tirerò indietro e non permetterò a niente e nessuno di intralciarmi, lo giuro sui sacri nomi di Edoi e Hun.»

Chloe sentì la presenza del Senza Volto allentarsi nella sua mente. Persino nella sua diffidenza non poteva fare a meno di esitare, ora che gli Dèi erano stati chiamati come garanti delle sue parole: Chen-Yi sapeva che Chloe non avrebbe mai accostato i suoi nomi a una menzogna – ma non aveva bisogno di farlo. Doveva solo spingere il suo mentore a interpretare quelle parole in modo diverso da ciò che realmente intendeva: un giuramento così vago nell'esposizione era definito soltanto dal contesto. Era naturale lasciarsi ingannare dal sottinteso, credere che l'argomento fosse lo stesso, ma si trattava di una mera fallacia logica. Solo un'altra euristica. Il suo più grande azzardo.

Chloe cercò di concentrarsi su quel rosso intenso che l'aveva accompagnata per tutta l'infanzia, senza distogliere lo sguardo neanche per battere le ciglia. Aveva giocato tutte le sue carte e non restava che l'attesa dell'esito: se Chen-Yi le avesse chiesto di essere più specifica, o di giurare riguardo alla sera con Tertius, sarebbe finito tutto.

Ma non lo fece.

«E sia» Chen-Yi liberò un lento sospiro, recuperando le distanze. «Attendo un rapporto completo per stasera.»

Chloe chinò il capo, sollevando le mani in posa Heiko. «Sarà fatto, Maestro.»

«Hai la mia fiducia, Kiyoko.» Lo sguardo di Chen-Yi si ridusse ad una fessura intimidatoria mentre le sue dita si intrecciavano a formare il vortice di saluto. «Non tradirla.»

Chloe trasalì quando la proiezione del maestro abbandonò la sua mente, riprendendo fiato. Contò fino a trenta, poi si concesse la libertà di sospirare e crollò in ginocchio sui cuscini. Sentiva il petto leggero, libero da un peso che l'aveva schiacciato troppo a lungo, ma le sue mani avevano cominciato a tremare e dovette stringere i pugni nel tentativo di farle smettere.

Era la prima volta che mentiva a Chen-Yi in modo così plateale. Non le piaceva farlo, ma dire la verità significava dargli ragione, ammettere che la sua relazione era un problema per il suo ruolo. Non poteva permettersi di mettere le due cose sullo stesso piano: aveva rinunciato a quella facoltà dieci anni prima, quando aveva prestato Giuramento di fronte agli Dei e si era offerta per diventare uno strumento nelle loro mani. Servire Edoi e Hun era il suo scopo e tutto il resto era sacrificabile, persino la sua vita come Chloe; se Chen-Yi avesse scoperto che interferiva a tal punto nelle sue missioni, neanche le raccomandazioni di Yu-Zhay gli avrebbero impedito di farla tornare a Jiyu.

Chloe deglutì. Non avrebbe lasciato che accadesse, a qualunque costo. La verità degli uomini poteva essere plasmata; erano i suoi stessi Dei a dirlo, non stava andando né contro il loro volere né contro il suo Giuramento. Odiava dover nascondere un lato di sé ai suoi affetti, ma quello era l'unico modo per stare al loro fianco; e non stava venendo meno ai suoi doveri da Tessitrice, avrebbe solo trovato un modo differente per portare a termine i suoi compiti, proprio come aveva detto Brycen.

Andava bene. Andava ancora tutto bene.

Le mani smisero di tremare e Chloe liberò in una risata tutta la tensione che aveva dovuto trattenere. Si accasciò distesa sui cuscini, stringendoli al petto mentre il sollievo scivolava lungo la pelle in un tiepido abbraccio. Era davvero riuscita a ingannare Chen-Yi: persino adesso che il peggio era passato, il solo pensarlo suonava assurdo. A volte dimenticava che il suo mentore era soltanto un uomo, e ricordare che non era infallibile era... rassicurante. Non che potesse definirsi sorpresa: la perfezione era un Assoluto che solo gli Dèi potevano vantare, persino il più virtuoso degli uomini era destinato a commettere errori.

E per vedere i fallimenti di Chen-Yi, Chloe non doveva far altro che guardarsi allo specchio.



Un'amorevole conversazione padre-figlia... O forse no. 

Scrivere i confronti tra Chloe e Chen-Yi è sempre difficile, ma anche molto soddisfacente! Sono entrambi maestri di comunicazione, manipolazione e psicologia, ma Chloe è stata brava a sfruttare tutte le sue carte al meglio. 

Possiamo dormire sonni tranquilli, ora che è tutto risolto? O abbiamo solo messo una pezza al problema più superficiale, ignorando quelli più importanti? :')


Altro disegno per l'Inktober di quest'anno: Giorno 9 - Pressure

Una piccola Chloe con l'immancabile Chen-Yi alle sue spalle (che mi è venuto fuori persino più creepy del solito perché mi sono accorta troppo tardi di avergli disegnato la faccia troppo in basso, maledetta penna senza CTRL-Z XD)

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