𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 π…πŽπ‘π“π”π...

Da workingclasscheroine

29.8K 3.1K 9.1K

Quando Paul arriva all'UniversitΓ  di Cambridge, il suo obiettivo Γ¨ quello di far scorrere tutto liscio fino a... Altro

CAST
1. The Prime Minister
2. The Breakfast Club
3. The Lord of the Rings
4. The Sleeping Beauty
5. The Secret We Keep
6. The Saturday Night Fever
7. The Tea Party
8. The Mistery Gang
9. The Fight Club
10. The Concussion
11. The Unintended Mask
12. The Backs
13. The Punt Tour
14. The Reason Why
15. The Lunch Date
16. The Dancing Queen
17. The Birthday Boy
18. The Broken Ones
19. The Patched Hearts
20. The Carpe Diem
21. The Red Skirt
22. The Allied Powers
23. The Art of War
24. The Plot Twist
25. The Ruthless Voice
26. The Kafka Trap
27. The Car Ride
28. The Double Date
29. The Drunk Calling
30. The Re-Education Program
31. The Romantic Comedy
32. The F*cking Sheets
33. The Unexpected Visitor
34. The Invisible Charybdis
35. The Question Game
36. The Absent Guard
37. The Final Duel
38. The Scared Child
39. The Last Trip
40. The Monet Affair
41. The Fallen Angel
42. The Little Brother
43. The Longest Dinner
44. The Unsolicited Opinions
45. The Unequal Struggle
46. The First Rule
47. The Lovely Bastard
48. The Crystal Boy
49. The CatkinsοΏΌ' Philosophy
50. The Pool Party
51. The Immortal Youth
53. The Unfamiliar Familiarity
54. The Unshakable Complicity
55. The Water Strider
56. The Breakfast Fail
57. The Safe Haven
58. The Baby's Name
59. The Second Mouse
60. The Eagle
61. The Ghost of Christmas Past
62. The Mix Cd
63. The Haunted House
64. The Prodigal Son
65. The Bench

52. The White Nights

499 45 148
Da workingclasscheroine

Cambridge, di notte, sembra una quieta distesa di lucciole.

"Qualsiasi città è bella, dall'alto" commenta Phineas.

"Ma questa è la mia preferita" aggiunge Churchill, a bassa voce.

Le acque del Cam rifrangono la luce come uno specchio, una via lattea terrena, e tutto pare immobile.

Di tanto in tanto, nella penombra della terrazza, ci arriva il suono di un urlo o una risata.

Non abbiamo parlato granché, sinora.

Il buio ha risucchiato ogni tentativo di conversazione, e ci siamo limitati a qualche frase di circostanza, a brevi cenni di ringraziamento ogniqualvolta l'altro ci allunga la canna accesa.

L'aria è fredda e umida, ma il calore del corpo di Shiva contro di me basta a distrarmi.

Mi sono seduto accanto a lui, passandogli cautamente un braccio intorno alle spalle.

Non riprendo la conversazione che abbiamo interrotto: Shiva sa diventare crudele, quando messo sulla difensiva.

E lui non ha detto niente, ma si è voltato di lato, ha incastrato la fronte nell'incavo del mio collo e abbandonato le gambe sulle mie ginocchia.

Il suo braccio mi circonda lo stomaco, e ha le dita timidamente appigliate al bordo della mia felpa.

Mi limito a stringerlo con forza, questo piccolo corpo compresso contro il mio fianco, e mi chiedo quanto ancora potrà reggere.

Quanto del suo equilibrio è in realtà una finzione?

Shiva non risponderebbe a questa domanda, come a nessun'altra.

Ma si lascia abbracciare, abbandonato contro di me come un bambino, e questo è tutto il conforto che è disposto ad accettare.

Phineas ha la testa sulle ginocchia di Churchill, e fuma in silenzio, guardando la luna che compare e scompare dietro le nuvole.

La sua espressione è seria, più dura del solito.

Il taglio dei suoi occhi lo fa sembrare sempre malinconico, anche quando ride, ma stavolta è diverso, perché è la verità.

Le dita di Churchill gli carezzano i capelli, di tanto in tanto, in un gesto che vuole sembrare distratto ma che è espressione della sua preoccupazione.

Ognuno di noi, probabilmente, sta pensando a cose che non vorrebbe gli altri conoscessero.

"Vi ricordate la guerra con il Lucy, l'anno scorso?" chiede Phineas, a un certo punto, nel tentativo di stemperare quel silenzio.

"Direi di no" scherzo, mentre Shiva solleva appena la testa per dimostrare il proprio interesse.

"Mi dispiace, Cass" ritratta Phineas, imbarazzato. "È che mi sembra che tu sia sempre stato qui. A volte devo impegnarmi, per tenere a mente che ci sono ricordi in cui non sei presente"

Sorrido appena, un senso di calore che mi invade il petto, ma non gli faccio notare quanto carina sia la frase che mi ha appena rivolto.

"Ne ho sentito parlare, comunque" concedo, dolcemente.

"Certo che ne hai sentito parlare" commenta Churchill, sarcastico. "Il nemico era la tua ragazza"

"E ha vinto lei, non è così?" ribatto, sullo stesso tono, perché il ragazzo che si fa la mia migliore amica non ha decisamente il diritto di fare sarcasmo sui rapporti altrui.

"È quello che le piace raccontare" mi corregge Churchill, annoiato. "Ma la verità è che, alla fine, vinco sempre io"

Una piccola pausa, un sorriso appena accennato che gli balena sul viso.

"Sbaglio?"

Gli rivolgo un'occhiata di fuoco, senza rispondere.

"È stato divertente, comunque" mugola Shiva, dalla mia spalla.

È semi-addormentato, e sembra più piccolo di quel che è mentre si strofina gli occhi con l'indice.

"Una volta abbiamo spinto la macchina di Jane Asher fino a Market Square" mi racconta Phineas, ridendo. "La abbiamo lasciata proprio nel bel mezzo della piazza"

"Il giorno dopo mi ha sbattuto la multa in faccia" ricorda Churchill, facendo eco alla risata dell'altro. "Era così incazzata che ho davvero temuto ci uccidesse"

"Devo ammettere di essermi sentito un po' eccitato, quando ci ha gridato addosso" rivela Shiva, con leggerezza.

Si rende conto dell'inopportunità del commento solo dopo un paio di secondi.

"Cazzo. Scusa, Cass"

"Non importa" concedo, nascondendo un sorriso.

Bisognerebbe essere ciechi, per non ammirare la bellezza di Jane.

"Centotrenta sterline di multa" ride Phineas, ancora. "Come dimenticarlo: ha scritto la cifra su entrambe le fiancate della mia auto, con una bomboletta spray"

"Se mai non dovesse andare con lei" propone Shiva, sognante, "Potresti presentarla a me"

"Inopportuno" commento, lapidario e profondamente divertito.

"Cazzo" sospira lui, consapevole. "Scusa di nuovo"

Rido.

"Ci divertivamo un sacco, davvero" prosegue Phineas, che sembra ben deciso a ignorare ogni singolo commento di Shiva. "Perché abbiamo smesso?"

"Per evitare di essere espulsi" gli ricorda Churchill, con un sorriso che sembra più soddisfatto che spiacente.

"Oh, giusto"

"Abbiamo coperto di nastro isolante ogni singola porta e finestra del loro dormitorio, dopo la storia della macchina" spiega Shiva, a mio beneficio. "Sono rimasti bloccati dentro per ore, prima di riuscire a uscirne. Il rettore ha praticamente messo una taglia sulla nostra testa"

"Così la guerra è finita in parità" riassume Phineas, allungandomi la canna con un sorriso. "L'ultimo scherzo era stato il nostro, e Cherry non poteva vendicarsi. Non senza rischiare di vedersi accostare a tutti gli altri"

"Ma, d'altra parte, continuava ad avere il potere di denunciarci" completa Shiva, sbadigliando. "È stata carina, a non rovinarci la vita"

"Non ti aveva mai raccontato queste cose?" ride Phineas, sollevandosi per mettersi a sedere. Il racconto sembra averlo rinvigorito.

Scrollo le spalle.

"Non è che parliamo poi tanto"

Il fumo mi scende in gola senza raschiare, liquido.

"Certo che no" sospira Shiva, comprensivo. "Fortunato bastardo"

"Vuoi un pugno, Shiva?"

Un piccolo sorriso di risposta.

"Io vado a letto, ragazzi" ci interrompe Phineas, mettendosi in piedi a fatica. "Prendo il divano, se non vi dispiace. Dormire in quella camera, senza Mo..." esita. "Non credo riuscirei a chiudere occhio"

"Vengo con te" concorda Shiva, tendendogli una mano perché lo aiuti ad alzarsi. "Prima che Cass mi tiri sul serio un pugno"

"Buonanotte, allora" auguro, con dolcezza.

Churchill rivolge loro un sorriso e un breve cenno del capo, e li guarda sparire dietro la porta finestra con un'espressione talmente affettuosa che, se avesse di fronte uno specchio, si odierebbe.

Restiamo soli, tra noi un paio di metri e un silenzio teso ma in qualche modo rassicurante.

"Come ti senti?" chiede, dopo qualche minuto.

"Come se stessi invecchiando di mille anni ad ogni secondo che passa" rido, con una certa amarezza, mentre passo l'accendino sull'estremità della canna per ravvivarne la combustione.

"Ci sono volte in cui davvero non ti capisco" risponde, semplicemente.

"Nessuno mi capisce"

Fa schioccare la lingua contro il palato, un piccolo gesto di scherno.

Lo ho detto senza rifletterci troppo, ma anch'io sorrido di me stesso.

Questa è una di quelle frasi che suonano interessanti a quindici anni, e che alla nostra età diventano semplicemente ridicole.

"Cosa è successo, ad Oxford?"

La domanda è secca e diretta.

"Ne abbiamo già parlato, no?" gli ricordo, il sapore dell'erba che mi gioca sulla lingua mentre pronuncio quelle parole. "È stata la prima cosa che mi hai chiesto"

"E tu non hai risposto" ribatte lui, semplicemente.

"Lo ho fatto" lo contraddico.

"Forse non ti capisco" afferma, con una piccola risata. "Almeno quanto tu non capisci me, direi. Ma anch'io ti conosco"

"E?"

"E so quanto sei bravo con le parole. Quanto sei bravo a manipolare la verità"

Scrollo le spalle.

Churchill, a differenza di chiunque altro, non mi fa mai sentire sotto attacco.

Neanche quando dovrei, neanche quando le sue domande riguardano il mio passato.

Ma nessuno, più di lui, resterebbe ferito dall'unica storia che ho da raccontare.

"Mi stai accusando di non aver detto la verità?" chiedo quindi, e so che è un meccanismo crudele, quello che mi appresto a mettere in atto.

Tuttavia, è anche un meccanismo che funziona: instillare il senso di colpa in qualcuno perché smetta di porre ulteriori domande.

Con chiunque altro, almeno, funzionerebbe.

"Ti sto accusando di averne raccontato solo una parte" mi corregge lui, senza badare ai miei giochetti, e Dio, mi conosce davvero. "È la tua specialità: rivelare qualcosa senza in realtà rivelare niente"

"Mi credi più interessante di quel che sono" minimizzo, con un tono studiatamente superficiale.

I suoi occhi si accendono di collera.

"Non trattarmi come se fossi una di quelle ragazzine a cui ti vendi recitando la parte del bello e dannato"

"Mi trovi bello?" chiedo, innocente, per il solo gusto di farlo arrabbiare di più.

"Ti trovo insopportabile"

Sorrido.

"Posso lavorarci" concedo, pacifico.

"Un segreto per un segreto" propone, scattando in piedi e percorrendo i pochi passi che ci separano.

Posa le mani sul bordo del divanetto, ai lati delle mie spalle, e si china in avanti per raggiungere il mio livello.

"Raccontami di Oxford" chiede, a bassa voce. I suoi occhi scintillano di curiosità. "E giuro che risponderò a qualsiasi domanda tu voglia farmi"

"Non credo ci sia qualcosa che ho urgenza di sapere" lo schernisco, portandomi il filtro alle labbra per nascondere un sorriso. "E non credo tu abbia segreti che valgono il baratto"

"Significa solo che non sai porre le domande giuste" mi rimprovera, con leggerezza.

"O che sei un arrogante" suggerisco, stirando il collo verso l'alto per evitare di soffiargli il fumo in faccia.

"Non riesci a vivere niente senza pensare alla sua fine" mormora, e il suo tono si fa più serio. "Perché? Non è un tipo di paura che si riconduce al rapporto con il proprio padre"

Sento i miei muscoli irrigidirsi di colpo, mentre riporto lo sguardo su di lui.

"Churchill" lo rimprovero, lapidario. "Basta"

"Dovrai dirmelo, prima o poi"

Ma tu non mi guarderesti più così.

"Prima o poi" concedo, e sono consapevole di star mentendo.

Churchill annuisce, una strana luce nei suoi occhi a testimoniare che ha letto oltre le mie parole, che ha compreso la mia bugia.

Ma sorride, e la sua voce si fa più alta e leggera, come se la conversazione che abbiamo appena avuto non fosse mai esistita.

Tregua.

"Hai intenzione di passarla, prima o poi?" chiede, accennando col mento alla canna che ho in mano.

"Prima o poi" ripeto, per irritarlo.

"Ti piace farti pregare, vero?"

Arriccio appena il naso, sforzandomi di non sorridere.

"Non è male"

"Perdi tempo, con me" mi avverte, in un sussurro divertito. "Te l'ho detto, mi pare. Alla fine vinco sempre io"

Adoro questo tono, la sua voce più bassa e calda del solito, una vaga sensazione di scossa elettrica non appena le sue parole mi sfiorano il viso.

"Vediamolo" lo sfido, semplicemente, portandomi il filtro alla bocca.

Ho a malapena il tempo di allontanarla dal viso, quando mi bacia.

Con delicatezza, un contatto a malapena percepibile, solo il mio arco di cupido premuto contro il suo e le sue dita sulla mia mandibola.

Sorrido, espirando diligentemente il fumo nella sua bocca, tra le sue labbra schiuse.

Si distacca un attimo dopo, tornando in piedi e soffiandolo nel buio.

L'immagine è in qualche modo così erotica da togliermi il respiro.

"Non male" commenta, gettandosi accanto a me. "Ma potrebbe essere più facile, se me la passi e basta"

Rido, accontentandolo.

"Credevo non dovessimo parlarne mai più" mormoro poi, con un certo sarcasmo.

"Sei tu che ne stai parlando" mi corregge, e la giocosa superficialità nel suo tono mi strappa un sorriso. "Non fai altro che parlare"

"Per una fottuta volta" concedo, allacciando le dita alla sua nuca per tirarmelo contro, "Potresti avere ragione"

Sorride, ed è così vicino che il movimento mi solletica le labbra.

Esito ancora qualche attimo, immobile.

"Cosa stai aspettando, esattamente?"

"Non riesco a decidermi a chiudere gli occhi" confesso, a voce bassa. Sei così bello che farlo sembra un tradimento, aggiungo, senza trovare il coraggio di dirlo.

"Inquietante" sussurra lui, divertito.

È così bello che potrei impazzire, solo guardandolo troppo a lungo.

Così bello che potrei sacrificare la mia intelligenza e la mia ragione, sull'altare della sua bocca, senza provarne dolore.

"D'accordo, stupido" mormora, in un soffio. "Vieni qui"

Mi bacia, con più dolcezza rispetto ai nostri precedenti, meno urgenza.

"Dimmi che non hai tenuto gli occhi aperti" scherza, nel distaccarsi.

"Non lo saprai mai" rispondo, sullo stesso tono.

Il suo braccio sinistro è abbandonato sul bordo superiore del divanetto, mi sfiora a malapena le spalle.

Mi ha già baciato, più volte, eppure non sa ancora quanto avanti può spingersi: lo stesso ragazzo con cui ho condiviso il letto, ben prima che la saliva, ora esita nel toccarmi.

La contraddizione mi strappa un sorriso.

Gli prendo la mano, senza dire nulla, mi stringo quel braccio attorno mentre poggio parte della schiena su di lui.

Il suo cuore, accelerato quanto il mio, mi rimbomba contro la spina dorsale.

Restiamo in silenzio per quelli che potrebbero essere secoli, o pochi secondi.

Perché a me sembra sempre che il tempo corra, instancabile e inarrestabile, ma Churchill rende tutto il resto irrilevante.

Come se potessi smettere invecchiare, non morire mai ma restare solo qui, in questo preciso attimo.

Intreccio le dita alla mano che mi ricade sul petto, ne carezzo dolcemente le falangi, e il tempo smette di scorrere.

Restiamo fermi, al di fuori di ogni legge fisica, a condividere una canna e qualche bacio languido.

È una notte perfetta, questa.

Una di quelle notti che possono esistere solo quando si è giovani.

"A cosa pensi?" mi chiede Churchill, un paio di sigarette più avanti.

"A Dostoevskij" rispondo.

La sua risata si stempera nel buio, le sue labbra mi sfiorano i capelli.

"Pagherei per poter essere nella tua testa" mi prende in giro, dolcemente.

"Non è un brutto posto dove stare" confermo, con un sorriso che non può vedere. "Almeno non ultimamente"


Note

Happy Valentine's Day 🤍

Continua a leggere

Ti piacerΓ  anche

113K 5.4K 65
ChissΓ  perchΓ© ci era stato insegnato che i simili erano soliti respingersi, che due menti e due caratteri fin troppo uguali non erano fatti per stare...
100K 2.9K 72
perchΓ© ho gli occhi molto piΓΉ cechi del cuore e non sono mai riuscita a vederci amore... rebecca chiesa, sorella di federico chiesa, affronta la sua...
82.8K 4K 69
quando incontri la persona giusta poi è così difficile lasciarla andare, diventa il tuo punto di riferimento, la tua casa, il tuo tutto.
20.8K 1.2K 28
Where... Grace Martinez ha passato la sua intera vita sui campi da tennis. All'inizio non apprezzava molto questo sport, ma essendo una persona eccen...