Bluebird

By Mari_Blackstar

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[COMPLETA - IN REVISIONE] Trasferirsi nella moderna e multiculturale repubblica di Sayfa avrebbe dovuto segna... More

EXTRA - Premesse & Fanart
EXTRA - Moodboard [Parte 1]
EXTRA - Moodboard [Parte 2]
✿ Primo arco: Primavera ✿
Capitolo 1 - Curiosi occhi neri [Revisionato]
Capitolo 2 - Nessuno sospetta mai di una ragazza graziosa [Revisionato]
Capitolo 3 - Valeva la pena sperare [Revisionato]
Capitolo 4 - Accettabile compromesso [Revisionato]
Capitolo 5 - Un brindisi alle idee stupide [Revisionato]
Capitolo 6 - La linea del necessario [Revisionato]
Capitolo 7 - Pur di vederti sorridere [Revisionato]
Capitolo 8 - Qualcosa di vero [Revisionato]
Capitolo 9 - Bethelie [Revisionato]
Capitolo 10 - Senza più esitazione [Revisionato]
Capitolo 12 - Se solo ti lasciassi andare [Revisionato]
☀ Secondo arco: Estate ☀
Capitolo 13 - Inno alla Vittoria [Revisionato]
Capitolo 14 - Quello di cui ho bisogno [Revisionato]
Capitolo 15 - Scorciatoie di pensiero [Revisionato]
Capitolo 16 - Vodka. Liscia. Doppia. [Revisionato]
Capitolo 17 - Altocumuli [Revisionato]
Capitolo 18 - Occhi velati di nebbia [Revisionato]
Capitolo 20 - Non è impossibile [Revisionato]
Capitolo 19 - Eredità [Revisionato]
Capitolo 21 - Cosa ti piacerebbe fare? [Revisionato]
Capitolo 22 - Essere uomo [Revisionato]
Capitolo 23 - Respira [Revisionato]
Capitolo 24 - La scelta migliore [Revisionato]
Capitolo 25 - Ti fidi di me? [Revisionato]
Capitolo 26 - Chloe [Revisionato]
Capitolo 27 - Sognare a occhi aperti [Revisionato]
Capitolo 28 - Giudizio (1/2) [Revisionato]
Capitolo 28 - Giudizio (2/2) [Revisionato]
Capitolo 29 - Ogni giorno della mia vita [Revisionato]
Capitolo 30 - Non preoccuparti [Revisionato]
Capitolo 31 - Quando si parte? [Revisionato]
Capitolo 32 - Semplice precauzione [Revisionato]
❦ Terzo arco: Autunno ❦
Capitolo 33 - Rimuovere il velo [Revisionato]
Capitolo 34 - Casa dolce casa (1/2) [Revisionato]
Capitolo 34 - Casa dolce casa (2/2) [Revisionato]
Capitolo 35 - Le radici delle orchidee [Revisionato]
Capitolo 36 - Così semplice [Revisionato]
Capitolo 37 - Chi sei davvero (1/2) [Revisionato]
Capitolo 37 - Chi sei davvero (2/2) [Revisionato]
Capitolo 38 - Deriva [Revisionato]
Capitolo 39 - Far suonare i tamburi [Revisionato]
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi (1/2) [Revisionato]
Capitolo 40 - Un brindisi ai novelli sposi (2/2) [Revisionato]
Capitolo 41 - Mandare un messaggio [Revisionato]
Capitolo 42 - Qualunque cosa accada [Revisionato]
Capitolo 43 - Quello freddo e tagliente di Kiyoko [Revisionato]
Capitolo 44 - Come un vero uomo [Revisionato]
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua (1/2) [Revisionato]
Capitolo 45 - Increspature nell'acqua (2/2) [Revisionato]
Capitolo 46 - Era più semplice fingere [Revisionato]
Capitolo 47 - Famiglia [Revisionato]
Capitolo 48 - Ti amo [Revisionato]
⚠️ [EXTRA] AVVISO⚠️
❆ Quarto arco: Inverno ❆
Capitolo 52 - La fortuna bacia gli audaci [Parte 1]
Capitolo 52 - La fortuna bacia gli audaci [Parte 2]
Capitolo 53 - Cortesia tra colleghi
Capitolo 54 - Una Tessitrice non è fatta per la vita comune
Capitolo 55 - Ciò che hai sempre desiderato
Capitolo 56 - Tempo, respiro, speranza
Capitolo 57 - Solo un essere umano
Capitolo 58 - Vocazione
Capitolo 59 - Inspirare ed espirare
Capitolo 60 - Mantenere l'equilibrio
Capitolo 61 - In principio fu il buio
Capitolo 62 - Quando, non se
Capitolo 63 - Chiudi gli occhi
Capitolo 64 - Quante volte
Capitolo 65 - Oscurità, silenzio, vuoto
Capitolo 66 - Non c'era Chloe
Capitolo 67 - I frutti della negazione
Capitolo 68 - Soltanto una bugia
Capitolo 69 - Chiudere il cerchio
Capitolo 70 - Caro Brycen
Capitolo 71 - Lo giuro
Capitolo 72 - Libertà e vita
Capitolo 73 - C'è sempre tempo per risanare la propria anima
Capitolo 74 - Costruire
[EXTRA] Ringraziamenti
Epilogo
[EXTRA] Funfacts

Capitolo 11 - Così ho trovato la mia fede [Revisionato]

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By Mari_Blackstar

Chloe si alzò sulle punte, sbirciando l'interno dell'abitazione dai piccoli pannelli di vetro della porta d'ingresso. Un tavolo ovale campeggiava al centro di un salone arredato in stile classico, con sedie dallo schienale imbottito, modanature decorative sulle pareti e predominanza di colori chiari – crema per pareti e tappezzeria, legno d'acero per il mobilio. Chloe non era in grado di vedere il resto della stanza che si apriva sulla destra, ma riusciva a scorgere la porta che dava sulla cucina e la ringhiera di colonnini torniti della scalinata che portava al piano superiore.

«Non sembra molto da Brycen» disse, arricciando il naso in una smorfia. «È così... Come dire... Un po'...»

«Banale?» Brycen la affiancò, inserendo la chiave nella toppa per aprire la porta protetta da due mandate. «Ti avevo avvisata riguardo al fatto che non fosse niente di eccezionale.»

Chloe sgusciò sotto il suo braccio teso, precipitandosi nel salone prima ancora che la porta si aprisse del tutto. Il resto della stanza ospitava un'area più ampia, con tendaggi scuri sulle alte finestre. Un immenso tappeto occupava la zona centrale, dove un tavolinetto basso era circondato da una serie di divani foderati. Chloe sorrise nel notare che il più lungo era corredato di sette cuscini, uno per ogni colore dell'arcobaleno.

«Adesso cominciamo a ragionare» disse, afferrando quello viola per stringerlo tra le braccia.

Lasciò vagare lo sguardo oltre le lampade da terra in legno intarsiato, fino a raggiungere il camino che troneggiava sul fondo della sala. La sua presenza in quella casa era tanto superflua che un soffio ilare le sfuggì dalle labbra, ma il suo commento a riguardo le restò incagliato in gola; appesa sopra il focolare, una spessa cornice d'ebano abbracciava il ritratto di tre giovani che attirò la sua attenzione.

«Oh, Dèi! Ma quello sei tu!»

Chloe abbandonò il cuscino e corse verso il dipinto, ammirandolo più da vicino. Un Brycen adolescente sostava in piedi davanti a un pioppo innevato, con indosso un completo rosso e blu dalle tonalità vivide e i capelli raccolti all'indietro. Alla sua destra, con la mano stretta alla sua, una ridente ragazzina sfoggiava un abito giallo canarino su cui spiccavano due trecce viola così lunghe da sfiorarle la vita. Si aggrappava al braccio di un altro ragazzo, che invece portava il viola sulla giacca. Il viso dai tratti marcati era tenuto ben alto, illuminato da un sorriso strafottente, mentre i lunghi capelli verde chiaro ricadevano sulle spalle.

«Lei è Mari, giusto? Ti somiglia moltissimo. Sembra una bambola, è così graziosa!» cinguettò Chloe, puntando il dito verso la tela. «E lui suppongo sia Edvokin. Non mi avevi detto che fosse così affascinante... Quanti anni avevate qui?»

«Edvokin diciotto, io sedici e Mari dodici» disse Brycen, affiancandola. «È l'unico che abbiamo in cui figuriamo tutti e tre insieme, senza gli altri cugini o familiari: hanno entrambi insistito perché lo tenessi io.»

«Hanno avuto un'idea adorabile. Scalda più questo del camino, non trovi?» Chloe poggiò la testa sulla sua spalla, circondandogli la vita con un braccio. «Ho solo una domanda: perché Edvokin ha i capelli sciolti?»

«La tradizione vuole che si tengano sempre legati, soprattutto nelle occasioni formali.»

«Lo so» disse Chloe, sfarfallando le ciglia. «Per questo ho chiesto la motivazione.»

«Quella era la motivazione.»

Chloe liberò uno sbuffo divertito. «Non vedo l'ora di conoscerlo, adoro già sia lui che Mari. C'è altro che hai portato da Zima?»

«Nulla di rilevante, ad eccezione dei libri. Confesso che la libreria sia stata l'unica cosa in cui ho investito tempo e denaro per effettuare delle modifiche, quanto al resto mi sono semplicemente adattato.»

«A proposito, me l'aspettavo più fornita.» Chloe si voltò, arricciando il naso.

Di fronte alle finestre campeggiava una libreria a parete pressoché vuota: le mensole erano riempite di libri e manoscritti solo in parte, lasciando spazio a soprammobili e piccole piante in vaso.

«Non questa libreria» disse Brycen, sbuffando una risata. «Qui tengo solo alcuni appunti e i testi di cui necessito più frequentemente per l'Accademia. Parlavo di quella al piano di sopra.»

Brycen le offrì il braccio, scortandola su per le scale. Si fermò davanti a una porta ad anta doppia e lanciò a Chloe un sorriso sprezzante prima di aprirla, permettendole di varcare la soglia.

La meraviglia la travolse in un sussulto che le mozzò il fiato. Scaffali in noce alti fino al soffitto rivestivano una stanza immensa, in cui porte e finestre incassate sembravano svanire nel susseguirsi di dorsi colorati. Brycen aveva sacrificato l'arredamento, ridotto a due poltrone e una lampada, per sfruttare ogni centimetro disponibile: non solo le pareti, ma persino il centro della stanza era stato attrezzato di scaffali supplementari straripanti di tomi.

«È più conforme alle tue aspettative?»

«Dèi, Brycen» boccheggiò Chloe. «È grande almeno il doppio del mio appartamento.»

Avanzò, facendo correre lo sguardo sugli scaffali. Se l'arredamento ricordava una biblioteca, più che una libreria privata, la disposizione ne dava conferma: Brycen l'aveva organizzata creando suddivisioni prima in base all'argomento e poi in ordine alfabetico. Non c'era traccia di polvere e ogni tomo era tenuto con cura maniacale, sebbene mostrassero i segni di numerose letture. Alcuni erano presenti in copia doppia, di cui una con l'aria vissuta e gli angoli di numerosi foglietti schiacciati tra le pagine.

L'assortimento era notevole, degno di un Custode dell'Ordine. Letteratura e filosofia occupavano la maggior parte dello spazio, ma non mancavano libri su arte, storia, geografia, politica, medicina e scienza, senza considerare enciclopedie, dizionari e glossari. Tutto ciò che riguardava i Naru era riconoscibile a colpo d'occhio: le copie munite di foglietti ne avevano tanti da raddoppiare il loro volume e i dorsi erano tra i più consumati.

Chloe distese le labbra nel riconoscere alcuni titoli che aveva letto, di cui aveva sentito parlare o che Brycen aveva portato al Nerea - poi quel sorriso si congelò. Il simbolo di un vortice bianco che spiccava su un dorso nero catturò il suo sguardo; il titolo in sayfano recitava soltanto Il volto oscuro dell'Equilibrio, ma era accompagnato da logogrammi jiyani che Chloe conosceva bene: Heiko Jun.

Lo stomaco si contrasse, bloccandole il respiro. Restò a fissare quel libro tanto a lungo che le lettere divennero sfocate, mentre una sgradevole sensazione si arrampicava lungo le gambe e la schiena.

"Non saltare a conclusioni affrettate" si disse. "Non puoi essere tu il motivo."

Le mani prudevano per la voglia di afferrarlo e leggerne il contenuto, ma Chloe le intrecciò dietro la schiena e lasciò vagare lo sguardo da un capo all'altro dello scaffale. Non c'erano altri volumi dedicati all'Ordine, tuttavia il logogramma dell'equilibrio si ripeteva in altri libri dedicati alla religione heikun: c'erano approfondimenti sulle figure di Edoi e Hun, sui monaci e sul rapporto tra gli Eletti e le divinità, oltre che filosofie dell'equilibrio.

Chloe aggrottò la fronte e indietreggiò di un passo, spingendo lo sguardo un po' più in là. Notò libri sulla Chiesa della luce e sul pantheon yaveni, sui sihirku e sul karma, persino accenni di totemismo e di antiche dottrine che Chloe non aveva mai sentito nominare. Non mancavano tomi dedicati al beyledismo, tanti da occupare tre mensole intere, sulle cui copertine candide spiccava il simbolo sacro della Dea Bianca: due triangoli con lo stesso vertice, rappresentazione di un prisma e di un fascio di luce che attraversandolo si divideva nei colori dell'arcobaleno.

«Qualcosa non va?» chiese Brycen, accostandosi a lei.

«No, è che...» Chloe sospirò. «Non mi aspettavo che avessi così tanti libri di altre religioni.»

«Perché no? Filosofia e religione camminano spesso insieme.»

«Ma tu sei beyledista. Mi aspettavo qualcosa di generico, ma questi volumi trattano argomenti molto specifici. Alcuni sono persino libri di preghiere, testi sacri. Non è peccato?»

«La conoscenza non è mai peccato, quantomeno non per Beyled. Qualcuno potrebbe sostenere il contrario, ma le parole della Santa Velaj in merito sono inequivocabili: Seppur decidui nei corpi, Ella ha reso astratte le nostre menti, ché fossero in grado di apprendere ciascuna delle sfumature di cui è fatto il mondo: ciò che è visibile agli occhi e ciò che è visibile allo spirito, ciò che risulta indecifrabile e ciò che preferiremmo non conoscere.» Brycen distese le labbra, sollevando lo sguardo verso i tomi bianchi che sarebbero stati impossibili da raggiungere senza una scala. «La fede dice molto degli uomini, del loro pensiero e di come vedono il mondo: la religione risponde alle domande che resterebbero altrimenti irrisolte e sovente getta le fondamenta dell'etica e della morale, influenzando inevitabilmente anche il pensiero di chi non crede. È innegabile, ad esempio, che nelle dottrine della Chiesa della Luce risieda un modello positivo di valori, teoricamente parlando: non è peccato riconoscere la validità della loro morale quando è presente, pur senza aver fede in Lucifero o condividere i dogmi lucisti nella loro interezza. Inoltre, non c'è religione che non abbia qualcosa da dire sul Sihir e sui Naru: studiarle mi è stato di enorme aiuto anche a livello personale.»

Chloe serrò le labbra in una linea sottile, distogliendo lo sguardo. Il sorriso sfoggiato da Brycen le sembrava fuori luogo: agitava qualcosa nel suo stomaco, come piccole mani che si spingevano in ogni dove per lacerarla dall'interno.

«Cercare risposte in altre religioni non vuol dire dubitare della propria?»

«Sì, certamente.»

Chloe boccheggiò, spalancando gli occhi. Incrociò lo sguardo di Brycen, ma si sentiva come di fronte a una potente illusione ottica: non importava cosa suggerisse la ragione, gli occhi non sarebbero riusciti comunque a vedere la realtà. Sapeva cosa volesse dire, e al tempo stesso non era in grado di razionalizzare quella risposta: era un discorso assurdo, paradossale, fuoco che brucia nelle profondità dell'oceano.

«Bry, scusami ma non capisco» tentò, liberando un soffio ilare, più nervoso di ciò che avrebbe voluto. «Come puoi dire di credere in Beyled se metti in discussione la tua fede?»

«Non esiste alcun se» la corresse Brycen. «Per ciò che riguarda la mia esperienza, il rapporto è consequenziale, non ipotetico: posso dire di credere in Beyled poiché ho messo in discussione la mia fede. Ho affrontato i miei dubbi e li ho superati, trovando nella Dea Bianca le mie risposte. Così ho trovato la mia fede.»

«Impossibile» disse Chloe, sentendo le piccole mani nel suo petto scavare ancora più a fondo, stringere e afferrare fino a toglierle il respiro. «Trovare la fede nel dubbio è qualcosa di assurdo. È un paradosso: sono l'una l'opposto dell'altro, non sono cose che possono coesistere. Non ha senso, non... Non è così che dovrebbe essere.»

Brycen restò a fissarla in silenzio per qualche istante, ma Chloe si scoprì incapace di definire la sua espressione. Lo vedeva, ma era come osservare la maschera di un Senza Volto; nella sua mente c'era lo stesso vuoto di quand'era una ragazzina, e quei segnali che era diventata così brava a cogliere adesso le risultavano sconosciuti.

«Tu credi in Edoi e Hun, perciò dovresti capire meglio di chiunque altro» disse Brycen, cominciando a tamburellare con le dita all'altezza della tasca in cui teneva sempre l'orologio. Chloe non sapeva se ne fosse consapevole, ma quello era un gesto che ripeteva spesso alla Corte di Andromeda quando si preparava mentalmente ad un'arringa .«Gli opposti non sono nemici, è l'equilibrio tra Ordine e Caos che rende possibile l'esistenza. Essi sono in perenne lotta senza vincitori né vinti, ed è errato pensare che l'uno sia più importante o buono o giusto, poiché essi trascendono la morale degli uomini. Contraddittorietà, privazione, contrarietà e correlatività: Edoi e Hun li incarnano tutti e nessuno, propedeutici l'uno all'altro, ma allo stesso tempo a sé stanti. Corretto? L'uno è necessario per comprendere l'altro, allo stesso modo il dubbio è necessario alla fede.»

«Non è così semplice, non è la stessa cosa.» Chloe deglutì, sentendo un brivido freddo solleticarle il collo. La pelle pizzicava, intorpidita da un'inquietante sensazione di disagio, come se qualcuno fosse lì ad osservarla. E giudicarla. «Non citare le sacre scritture se non ne comprendi il significato. Se l'equilibrio esiste è perché Ordine e Caos mantengono il proprio ruolo e non si confondono tra loro. Sono entrambi necessari, ma se c'è uno non esiste l'altro: ogni Assoluto è tale per una ragione, non puoi stravolgerne il significato. Non è così che funziona.»

«Perché no? Pensaci, Chloe: porsi costantemente domande è l'unico modo che abbiamo per arrivare alla verità, perché non dovrebbe essere anche il modo in cui confermiamo la fede?»

«Perché la fede non esiste per essere messa in dubbio, va contro il modo in cui Edoi e Hun hanno progettato il mondo. Dubiti forse che il sole sorga ogni giorno? Dubiti che il fuoco bruci? Allora perché dubitare dell'esistenza degli Dèi?» La voce di Chloe raschiò contro la gola, e un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra quando prese fiato. «Affinché l'ordine sia mantenuto ogni concetto deve mantenere la sua precisa identità. La fede non va confermata o smentita, perché allora smetterebbe di essere tale. Se questo concetto fosse errato, gli Dèi ci avrebbero lasciato concrete prove della loro esistenza; se questo concetto fosse errato, allora ogni cosa perderebbe di significato.»

«Prima di dire che il sole sorge ogni giorno abbiamo osservato l'alba per secoli. Prima di dire che il fuoco brucia ci siamo scottati.» Brycen drizzò le spalle, indurendo lo sguardo. I suoi occhi lanciavano lampi di disappunto che era impossibile non cogliere, bruciavano sulla pelle più del fuoco di cui parlava. «Le divinità non hanno lasciato prove concrete della loro esistenza, è vero; perciò come abbiamo ottenuto conoscenza di loro? La fede fa già parte di noi, come una consapevolezza innata? No, non è così: abbiamo cercato segni del loro passaggio, abbiamo posto le basi del nostro credo su quanto hanno concesso di mostrarci e tramandato ciò che abbiamo scoperto affinché non andasse perduto. Crediamo perché abbiamo cercato le divinità, ci siamo fatti domande che trascendono la nostra comprensione e abbiamo trovato in loro le risposte. »

«Non osare contestare le sue—» Chloe trasalì in un verso strozzato, trattenendo il fiato per un istante. «Loro. Le loro parole.»

"L'ha notato" pensò, osservando Brycen aggrottare la fronte. "L'ha notato di sicuro."

«Non puoi usare la logica in queste cose, non dovresti farti domande a riguardo» proseguì, senza lasciargli tempo di replicare. «Come recita l'Assoluto della Fede: Si può dubitare degli uomini, ma non degli Dèi. La fede non ha bisogno di conferme, è la verità assoluta e il perno della bilancia che mai può vacillare. Metterla in discussione sarebbe come mettere in discussione se stessi.»

«È quello che faccio da quando avevo otto anni: dal momento in cui ho Sbloccato il mio Naru ho dovuto dubitare di ogni cosa» sibilò Brycen a denti stretti, ma Chloe non era più in grado di definire se il suo sguardo fosse furioso o sofferente. «Io sono stato più fortunato di molti altri, ma non per questo è stato facile. Riesci a immaginare cosa si provi a vivere nella consapevolezza che la tua sola esistenza è considerata una bestemmia? Sapere che il tuo stesso padre non esiterebbe a rinnegarti, sentire tua madre piangere ogni singola notte, crescere nel costante timore che qualcuno possa scoprirlo. Pensi davvero che avrei dovuto evitare di farmi domande? Avrei dovuto credere di essere un mostro? Avrei dovuto semplicemente avere fede in una Dea che aveva manifestato in me il suo odio?»

Brycen avanzò piano verso di lei, guardandola dall'alto in basso. Chloe non aveva mai percepito la differenza tra le loro altezze in modo così pressante come in quel momento: sentiva il peso del suo sguardo schiacciarla, il suono della sua voce infilzare il centro del petto, e ogni parola era come veleno che la corrodeva dall'interno.

Perché il suo corpo reagiva come se fosse lei quella in difetto? Perché sentiva quel vuoto continuare a crescere, divorando la sua carne, la sua mente, i suoi pensieri?

«Questo non è il volere di Beyled, ma non l'avrei mai scoperto se mi fossi fermato a credere ciecamente a ciò che mi è stato detto» continuò Brycen. «Chiudere mente e cuore, restando nell'ignoranza, non è mai la risposta giusta. Non potevo aver fede in lei senza avere delle risposte, Chloe.»

«Una fede che ha bisogno di risposte non è fede» disse lei, ma non riconosceva più la sua voce. Era diventata un sussurro confuso, sopraffatta dal sottile fischio che le riempiva le orecchie. La testa pulsava, dolendo con fitte alle tempie per lo sforzo nel sostenere quella discussione.

No, non aveva senso; perché avrebbe dovuto sforzarsi? Era ciò in cui aveva sempre creduto, non avrebbe dovuto essere così faticoso. Non riusciva a capire. Le parole di Brycen erano assurde, pura eresia, ma l'agitazione spingeva contro il suo petto come se fosse peccato il semplice ascoltarle. Forse era dovuto al fatto che a pronunciarle era l'uomo che amava? Per questo le sembravano così pericolose?

«Perciò credi che la fede sia così debole da non sopportare il confronto? È un concetto talmente effimero da poter sopravvivere solo se restiamo all'oscuro dalle alternative?» Brycen scosse il capo, gettando fuori l'aria in soffio ilare. «La mia fede in Beyled è sincera, Chloe. Non deriva dal fatto che sono nato a Zima né dall'insegnamento che mi è stato impartito, credo perché ho scelto di farlo consapevolmente: ho posto le mie domande e ho trovato in Lei ciò che mi rappresenta, ho conosciuto gli altri Dèi e i loro precetti e posso dire di essere sicuro della mia decisione. Ho dubitato ieri, perciò oggi la mia fede è salda. Quanti potrebbero affermare lo stesso? Tu puoi affermare lo stesso?»

Chloe trasalì, incapace di sostenere il suo sguardo, incapace di comprendere perché le sue mani avessero cominciato a tremare. I muscoli facevano così male che non riusciva a muoversi. Il petto bruciava, vittima di spasmi a causa del respiro irregolare, e la realtà sfumò in forme indistinte di fronte ai suoi occhi umidi.

Sei un'ottima bugiarda, le ripeteva Chen-Yi, ma ricorda che non puoi mentire agli Dèi.

Brycen le disse qualcosa, ma non riuscì a sentirlo. Le sue frasi giungevano alle sue orecchie in un borbottio distante, come il suono del mare attraverso una conchiglia. E lei era lì, in balia delle onde, inerme: la sua mente era lacerata da una ferita che non era in grado di riconoscere e che la trascinava verso il fondo, dove non c'era niente, neanche la sua anima.

Di nuovo.

Poi qualcosa la avvolse, salvandola dalla marea e tirandola al sicuro sulla terraferma: le braccia di Brycen si chiusero attorno alle sue spalle e la strinsero al suo petto con delicatezza e forza, e fu come se i suoi sensi si fossero riattivati.

«Non dobbiamo parlarne per forza» disse Brycen, le uniche parole che Chloe riuscì a comprendere del suo discorso. «Ti prego, scusami.»

Chloe espirò, il cuore che batteva all'impazzata nel suo petto. Tremava ancora, respirava in affanno e gli occhi erano colmi di lacrime come non accadeva da anni. Affondò il viso contro il petto di Brycen e si aggrappò alla sua schiena, stringendo la stoffa della camicia tra le dita mentre si lasciava cullare da quell'abbraccio.

«Va bene anche se non siamo d'accordo» continuò lui, accarezzandole i capelli. «Non possiamo dire con certezza cos'è giusto e cos'è sbagliato, è qualcosa di troppo personale. L'unica cosa che ti chiedo è di rispettare la mia fede e il modo in cui l'ho trovata, e ti giuro che io farò lo stesso con te. D'accordo?»

Chloe annuì, chiudendo gli occhi in un lungo sospiro. I tremori del corpo cessarono mentre il battito cardiaco tornava regolare, così come il suo respiro – ma qualcosa pizzicava ancora la sua pelle, strisciando tra i muscoli fino ad aggrovigliarsi nello stomaco.

«Brycen» sussurrò d'un tratto. «Dubiti anche di noi? Del tuo amore per me?»

Lui le baciò la testa, liberando un soffio leggero. «È questo che ti preoccupa?»

"No, ma ho bisogno di qualcosa che posso gestire" pensò, ma non disse nulla.

Lasciò scivolare nell'oblio quella sensazione, fingendo che non esistesse: non voleva affrontare quel peso che sentiva in fondo al cuore. Non voleva sapere cos'era.

«Non sarà una discussione a farmi cambiare idea, Chloe. Neanche questa. Il mio amore per te non è così fragile» Brycen le prese il volto tra le mani, sollevandolo per incrociare il suo sguardo. «Se mi domandassi ogni giorno se ti amo oppure no, dovessero esserci altri cento o mille litigi, la risposta sarebbe sempre e solo sì.»

Chloe distese le labbra. «Pensi di comprarmi con una frase così sdolcinata?»

«Sì, di solito funziona.» Brycen ridacchiò, scostandole la frangetta per baciarla sulla fronte, poi cercò la sua bocca.

Chloe sentì la tensione abbandonarla, rimuovendo gli spilli che si erano conficcati nel suo petto e liberando la mente dalle nubi che avevano avvolto i suoi pensieri. Lasciò andare anche quelli; non voleva pensare, voleva solo assaporare le labbra di Brycen, affondare la mano tra i suoi capelli e bearsi del calore che inebriava il suo corpo ogni volta che la stringeva, nonostante fosse freddo come il ghiaccio. 

«Vieni, andiamo.» Brycen la prese per mano e la guidò lontano dallo scaffale, o forse lontano da quella discussione. «Ti mostro il resto della casa.»

Troubles in paradise 👀 Questo è a mani basse uno dei miei capitoli preferiti: cosa c'è di meglio di un bel dibattito? u_u Le visioni di Chloe e Brycen sulla fede sono molto diverse, ma se da un lato abbiamo Brycen che ha letteralmente passato la sua vita a risolvere i suoi dilemmi religiosi, dall'altro abbiamo Chloe la cui situazione è... un pelino più complessa.

Per fortuna Brycen è adorabile e trova subito il modo di disinnescare il litigio, ma non pensate di esservi lasciati alle spalle i dilemmi religiosi, perché ne arriveranno altri :3 

Vi lascio con questo disegno ispirato al capitolo, fatto per il giorno 17 dell'Inktober 2021. Mi sento sempre un'impedita quando devo disegnare a mano, però mi piace com'è venuto questo, è tra i più carini *_* 


Qui sotto, invece, abbiamo il simbolo del Beyledismo e quello dell'Heikun, che potete vedere anche disegnati nei balloon qui sopra!







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