"Cass?"
"Dimmi, Phin"
Siamo soli.
Churchill ha afferrato le chiavi dell'auto di Phineas, con il proposito di andare a recuperare dal dormitorio il necessario per il weekend, e si è trascinato dietro Shiva.
Io sono rimasto sul divano, con la testa di Phineas abbandonata sulla spalla, e ho rispettato il silenzio che mi è stato imposto.
Sinora, almeno.
"Questo dolore... quando passa?"
È una domanda difficile, a cui trovare risposta.
"Non lo so, amico" ammetto, con la massima onestà possibile. "Ma so che a un certo punto diventa più semplice"
"È stato così, per te?" chiede Phineas, incerto. "Quella ragazza di cui parli a volte..."
"Linda"
"Sì"
"Diventa più semplice, Phin" ribadisco. "Guarderai indietro, un giorno, e il velo rosa che ricopre i tuoi ricordi sarà caduto"
"Il problema è che quel velo non lo vedo neanche adesso. Forse non c'è mai stato" mi contraddice lui, amaramente. "Non ero felice da così tanto tempo. Sono stato un idiota, non è così?"
"Sei stato tenace" lo correggo. "E a un certo punto hai capito di dover lasciar andare"
"Non sai quante volte ho pensato di lasciarla, in questi anni. Arrivava sempre dopo i momenti di pace, una stupida sensazione di angoscia che mi tormentava. Le voltavo le spalle per dormire, di sera, ancora nel bel mezzo di una risata, e pensavo Non può continuare"
La sua voce è ridotta a un sussurro, e so che se intervenissi ora lo spingerei a una ritirata.
Phineas non ama parlare dei propri problemi, non ama l'idea di farli pesare sugli altri.
Mi chiedo per quanto tempo abbia nascosto questi sentimenti, nella speranza che sparissero d'un tratto. Quante volte, in mezzo alle nostre serate, abbia schiuso le labbra con il proposito di confidarsi, salvo richiuderle un attimo dopo.
"Ma poi le cose miglioravano. La rivedevo e lei rideva, o faceva una piccola battuta, e tutto mi sembrava di nuovo perfetto. Mi sembrava valerne di nuovo la pena"
"Si può andare avanti per anni, aggrappandosi a momenti del genere" confermo, dolcemente. "Lo so bene"
"È la cosa peggiore, credo. Lasciarsi perché si è cresciuti in modo troppo diverso. Non c'è nessuno da incolpare" mormora Phineas, contro la mia spalla. "È solo la vita, no? Quella stronza"
"Quella stronza" gli faccio eco, a bassa voce.
Il tradimento di Linda mi aveva reso semplice l'andare avanti.
Non ho mai valutato la cosa in questi termini, prima, ma deve essere stato così: un taglio netto e facile da ripulire, la certezza che esistessero colpe da distribuire tra me e lei.
Phineas non ha questo tipo di consolazione.
È solo la vita.
Quella stronza.
"Ieri ero furioso con voi. Con Churchill in particolare, ma con tutti voi. Immagino ci fosse una ragione per cui continuavo a rimandare il momento in cui la avreste conosciuta: non volevo che confermaste i miei dubbi. Ma lo avete fatto, nel dettaglio, e questo mi ha messo di fronte a una scelta che non volevo prendere"
"Non volevamo metterti in crisi, Phin" mi giustifico, nonostante le sue parole non suonino come un'accusa. "Solo aiutarti. A volte un parere esterno può aiutare a fare chiarezza"
"Mi ha aiutato, dico davvero" assicura lui, e la sua voce è dolce come sempre. "Quando siamo tornati in albergo, ho tentato di distrarmi, di dimostrare a me stesso che andava tutto bene. Prima di venire qui Mo ha passato qualche giorno a York, dai suoi. Le ho chiesto se aveva avuto occasione di andare a trovare Rory"
Dal silenzio che segue a queste parole, è chiaro che la risposta non gli sia piaciuta.
"Mi ha detto di no. Che non ne aveva avuto il tempo. Allora le ho detto che avremmo potuto andarci insieme, durante le vacanze natalizie"
Si blocca, nuovamente.
"E lei ha detto Non che per lui faccia differenza, se passiamo o no" mormora, i suoi occhi pieni di lacrime trattenute.
"Mi dispiace. È una cosa orribile da dire"
"Lo è, vero? Non lo ha detto con cattiveria, ne sono certo. Ma lo ha detto. E in quel momento ho pensato che io non la conoscevo, questa persona che somigliava al mio primo amore ma non aveva più nulla di lei. E il mattino dopo l'ho lasciata"
"Lo capisco, sul serio. Negli ultimi tempi, quando stavo con Linda, mi sentivo sempre assente. Come se non ci fosse più nulla di nostro, se non questi due attori che fingevano di essere noi, e senza neanche riuscirci troppo bene" racconto, con un po' di fatica. Non mi piace parlarne, ma ancor meno mi piace l'idea che Phineas possa sentirsi incompreso. "Quando mi ha tradito, sai, è stato quasi un sollievo. Credo lo sia stato per entrambi. Potevamo finalmente smettere di fingere. Potevamo darci un taglio, senza indagare troppo sulle cause che ci avevano portati sino a quel punto. Tu sei stato coraggioso, Phin. Non ti sei nascosto dietro niente e nessuno"
"Coraggioso" ripete lui, come a convincersene.
"Molto" confermo, dolcemente.
"Lei ti manca?" chiede, di getto, ma sembra pentirsene un attimo dopo. "Non devi rispondere per forza" aggiunge.
"Mi mancano i nostri giorni buoni" ammetto, sorridendo al ricordo. "Mi mancano i nostri sogni e il modo in cui mi faceva sentire. Ma a mancarmi, in realtà, è la persona che io ero allora. Linda faceva solo parte di quell'equazione. Ha senso?"
"Sì" conferma Phineas, senza esitare. "Sì"
Restiamo in silenzio, ancora a lungo, finché il rumore di risate e chiavi nella serratura non ci riscuote.
"Quello che ci siamo detti..."
"Resta tra noi" lo rassicuro, prima che gli altri invadano la camera.
"Grazie, Cass"
"Trovare dei costumi da bagno è stata un'impresa" esordisce Shiva, gettando a terra la marea di buste e zaini che lo ricopre.
"Sul serio? Comprare dei costumi da bagno a fine Ottobre, in Inghilterra?" lo prendo in giro, sorridendo. "Chi lo avrebbe detto"
"Per di più" si lamenta, senza badarmi, "La Regina Elisabetta, qui, non è esattamente servizievole. Ho dovuto portare tutto da solo"
Churchill regge una busta sola, con fare annoiato, ma sorride alla provocazione di Shiva.
"Mostra più rispetto verso la tua bisnonna, baby George" lo rimprovera, divertito. "Se non ti lamentassi così tanto, forse faticheresti di meno"
"Spero per te che tu abbia preso tutto" intervengo io, severo, alla volta di Churchill.
Ho stilato per lui una lista completa di cose da inserire nel mio bagaglio, comprendente la copia delle Elegie duinesi di Rilke che ho iniziato e non ancora concluso, ma dubito che abbia fatto lo sforzo di consultarla.
"Tutto il necessario" assicura lui, con un sorriso innocente.
"Il mio libro?"
Sbuffa.
"Come se avessi tempo di leggerlo"
"Il mio libro?" ripeto, inflessibile.
"Lo ho preso, il tuo stupido libro"
Sorrido, soddisfatto.
"Bene"
Mi piace l'idea di avere un libro con me, quando mi sposto.
Ne ho sempre uno nello zaino, oltre a quelli per l'università, anche nei giorni in cui sono certo non riuscirò a leggere nulla.
La semplice consapevolezza di avere qualcosa da leggere mi rassicura.
"Che cosa vuoi fare, Phin?" chiede Shiva, asciugandosi la fronte con il dorso della mano. "E non dire sauna, per favore. Ho già sudato abbastanza"
"Ubriacarsi a bordo piscina sembra una buona idea" afferma l'interessato, senza esitare.
"Sono le undici di mattina"
Lo sguardo di Phineas si sposta da Shiva a Churchill, con un brillio giocosamente rassegnato.
E Churchill ride, gettandosi accanto a lui sul divano e circondandogli le spalle con un braccio.
"Lascialo perdere, Phin" commenta, scuotendo la testa con aria delusa. "Deve ancora imparare come funziona la vita"
È bello vederli di nuovo così complici, così a loro agio l'uno con l'altro.
E Shiva deve pensare la stessa cosa, perché sbuffa, sorridendo, ed evita di commentare.
"Va bene" acconsente, pacifico. "Prendo i costumi. Vi avverto sin d'ora che sono ridicoli, ma sono gli unici che ho trovato"
"C'è un solo bagno, ma per cambiarci possiamo usare anche la camera da letto" avvisa Phineas, alzandosi in piedi. Sembra decisamente più sereno. "Io prenoto il bagno, ci metto solo un attimo"
"Andate tu e Churchill, allora" concede Shiva, lanciando a entrambi una busta. "Io e Cass possiamo cambiarci qui"
"D'accordo, quanto vi dobbiamo per questi?"
"Nulla, sono un mio regalo"
"No, Shiva, davvero. Non posso accettarlo. State già facendo troppo" si lamenta Phineas, voltandosi verso Churchill. "Quanto ha pagato questa roba?"
Churchill scrolla le spalle, indifferente.
"Non chiederlo a me, amico"
"Church non era con me, quando sono andato a prenderli" chiarisce Shiva, con un sorriso angelico. "E questo perché ci ha messo due ore a riempire uno zaino per sé e Cass"
"Siamo una grande squadra" concorda Churchill, rivolgendogli un ghigno divertito.
"Lo siamo" conferma Shiva, senza lasciarsi irritare dalla sua espressione.
"Grazie, allora. Sul serio" interviene Phineas, stemperando il tutto con la consueta dolcezza. "Diamoci una mossa, Church"
Io e Shiva restiamo soli, l'uno di spalle all'altro, e ci sbrighiamo a indossare i nostri costumi.
Il mio è rosa acceso, con dei piccoli dinosauri verdi disegnati sopra.
Quello di Shiva, noto dopo un attimo, è piuttosto divertente: azzurro cielo, con ripetuti basset-hound in papillon che spiccano sullo sfondo.
"Mi aspettavo peggio" ammetto, sorridendo e infilando la semplice t-shirt bianca che Shiva ha comprato per ognuno di noi. "Sei stato così sospettosamente gentile per tutto il tempo"
"Aspetta solo un attimo" ride lui.
Un urlo lo interrompe a metà frase.
"Ti ammazzo, Shiva!"
Phineas si precipita fuori dal bagno, allacciando nel tragitto il cordoncino del suo costume verde bottiglia, decorato da banane cartoon.
"Che succede?" chiede, affannato, e rischia di inciampare nei propri stessi piedi per la fretta.
Churchill esce dalla camera un secondo dopo, furente.
"Devi trovarti molto divertente"
Shiva lascia scorrere lo sguardo su di lui, estasiato.
"È così, in effetti" ammette, senza esitazioni. "Mi trovo esilarante"
Il costume di Churchill, a righe colorate, ha un gigantesco SHORT DICK MAN stampato su una coscia.
"Stai bene" confermo, sforzandomi di restare impassibile. "Non capisco quale sia il problema"
"Scegli bene da che parte schierarti, Alyssa" mi minaccia Churchill, in un sibilo.
"Ci sto ragionando" lo rassicuro, perfettamente serio. "Il fatto è che, vedi, se la mia vita dipendesse da uno di voi due, e la prova da superare richiedesse l'avere un cazzo decente, vorrei avere la certezza di aver scelto bene"
"Sai, Cass, ho letto che avere il cazzo piccolo rende nervosi"
"Chiudi il becco, Shiva"
"Per l'appunto"
Churchill sta per rispondere, quando un'improvvisa realizzazione blocca tutti noi.
Phineas sta ridendo.
Da parecchio, ormai, sin da quando ha visto Church uscire dalla camera da letto.
La sua risata riempie la stanza, allegra e sonora come la ricordavamo, e il fantasma di Mo sembra essersi dissipato, come una nube che si sposta fino a mostrare nuovamente il sole.
Sorridiamo tutti.
Persino Churchill, che per amore di Phineas è disposto a concedere a Shiva la vittoria su questa battaglia.
"Andiamo e basta, o dovrò calarmi il costume per difendermi" borbotta, con le dita già sulla maniglia della porta.
La spalanca con un gesto teatrale, indicandoci l'esterno.
"Di corsa, anche" impone, sorridendo ancora.
Mi attardo per qualche istante, il tempo di recuperare le Elegie duinesi dal nostro bagaglio.
"Lascia perdere lo stupido libro" si lamenta Churchill, con la sua peggior voce petulante, quella che lo rende fastidioso e tremendamente carino.
"Va' a farti fottere" ribatto, in difesa di Rilke, ma in un paio di falcate sono già al suo fianco, pronto ad andare
Sorride, chiudendosi la porta alle spalle.
"Interessante scelta di parole"
È terribilmente bello, con i capelli scompigliati e la t-shirt troppo grande che lascia scoperta la linea della clavicola, con questo sorriso in volto e la sua consueta arroganza.
Lo è sempre stato.
Ci ho solo messo un'infinità di tempo a capire che il prurito che mi suscitava questa espressione, questo sfacciato tendersi delle sue labbra verso l'alto, somigliava più al desiderio di baciarlo, che di pestarlo.
"Stupido" lo rimprovero, divertito. "Vedi di starmi lontano"
Sorride ancora, si finge offeso.
"Lo farò" assicura, accelerando il passo per recuperare Shiva e Phineas, già alla fine del corridoio.
Lo afferro dal polso prima che possa superarmi.
"Churchill?"
"Mh?"
"Non troppo lontano" mi correggo, lasciandolo andare. "Mai troppo lontano"
"Mai troppo lontano" promette lui, con più dolcezza.
Raggiungiamo gli altri dopo qualche minuto, godendoci il semplice fatto di camminare l'uno accanto all'altro, in silenzio.
E Churchill corre verso Shiva non appena la piscina è in vista, trascinandolo a fondo con lui, ancora vestiti, e Phineas è sempre Phineas, e perciò così ingenuo da avvicinarsi al bordo per controllare che stiano bene.
Finisce in acqua prima di potersene rendere conto, e le loro urla e le risate mi tengono compagnia mentre mi getto su una delle sdraio.
Apro il libro, l'ombra di un sorriso che persiste sulle mie labbra ed è impossibile da scacciar via.
"Ma se quelli che sono infinitamente morti una figura a noi risvegliare potessero,
vedi, indicherebbero forse gli amenti degli spogli
noccioli, che pendono, oppure
significherebbero la pioggia che cade a primavera sulla terra scura. –
E noi, che pensiamo alla felicità come ascesi, avremmo l'emozione, che quasi sgomenta,
di una cosa felice cadendo."
Felici cadendo.
Note
Li amo tutti 🥺🥺
La conversazione di inizio capitolo è stata piuttosto difficile da scrivere, ma anche catartica, in un certo senso.
Ho pensato tante di quelle cose anch'io, prima di chiudere una storia importante, e scriverle e rileggerle attraverso i miei personaggi è stato duro.
Ma parliamo di cose più allegre.
I costumi:
Sono sinceramente bellissimi, ammettiamolo.
La poesia di Rilke in chiusura è diventata uno dei miei mantra.
In generale lui è stata una scoperta importante, e devo molto alla sua presenza nell'ultimo anno, ma in particolare queste parole, questa possibilità - una cosa felice cadendo - mi è stata cara nei momenti più difficili.
Vi mando un bacio e, sessione permettendo, a presto.
H.