𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 π…πŽπ‘π“π”π...

By workingclasscheroine

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Quando Paul arriva all'UniversitΓ  di Cambridge, il suo obiettivo Γ¨ quello di far scorrere tutto liscio fino a... More

CAST
1. The Prime Minister
2. The Breakfast Club
3. The Lord of the Rings
4. The Sleeping Beauty
5. The Secret We Keep
6. The Saturday Night Fever
7. The Tea Party
8. The Mistery Gang
9. The Fight Club
10. The Concussion
11. The Unintended Mask
12. The Backs
13. The Punt Tour
14. The Reason Why
15. The Lunch Date
16. The Dancing Queen
17. The Birthday Boy
18. The Broken Ones
19. The Patched Hearts
20. The Carpe Diem
21. The Red Skirt
22. The Allied Powers
23. The Art of War
24. The Plot Twist
25. The Ruthless Voice
26. The Kafka Trap
27. The Car Ride
28. The Double Date
29. The Drunk Calling
30. The Re-Education Program
32. The F*cking Sheets
33. The Unexpected Visitor
34. The Invisible Charybdis
35. The Question Game
36. The Absent Guard
37. The Final Duel
38. The Scared Child
39. The Last Trip
40. The Monet Affair
41. The Fallen Angel
42. The Little Brother
43. The Longest Dinner
44. The Unsolicited Opinions
45. The Unequal Struggle
46. The First Rule
47. The Lovely Bastard
48. The Crystal Boy
49. The CatkinsοΏΌ' Philosophy
50. The Pool Party
51. The Immortal Youth
52. The White Nights
53. The Unfamiliar Familiarity
54. The Unshakable Complicity
55. The Water Strider
56. The Breakfast Fail
57. The Safe Haven
58. The Baby's Name
59. The Second Mouse
60. The Eagle
61. The Ghost of Christmas Past
62. The Mix Cd
63. The Haunted House
64. The Prodigal Son
65. The Bench

31. The Romantic Comedy

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By workingclasscheroine

"Ci stai prendendo in giro e hai solo vomitato nel piatto" ipotizza Churchill, dopo qualche attimo di profonda riflessione.

Lascia poi scorrere l'oggetto della discussione nella mia direzione, senza distogliere lo sguardo da Shiva.

Studio il contenuto con aria critica, muovendolo con la forchetta.

"È vivo?"

Shiva sbuffa, irritato.

"Perché non cucinate voi due, dato che avete sempre da ridire?"

La nostra colazione consta solitamente di the e qualche biscotto confezionato. Pane imburrato, se proprio riteniamo di volerci premiare.

Anche pranzo e cena seguono la stessa ideologia di fondo, e con ideologia di fondo intendo il tenere Shiva il più lontano possibile dai fornelli.

Tentiamo di non farglielo pesare, dato che nessuno di noi ha particolari capacità culinarie, e lui è effettivamente l'unico a darsi pena di portare qualcosa in tavola.

Quel qualcosa, tuttavia, nella migliore delle ipotesi, è bruciato.

Nella peggiore, sta ancora bruciando.

Ogni volta che carbonizza qualcosa, Shiva giura a noi e a se stesso che metterà freno alle sue aspirazioni da chef stellato, e poi, puntualmente, ci ricasca.

Dopo la settima padella bruciata in due mesi, credevamo avesse finalmente imparato la lezione.

Oggi, tuttavia, si è sentito tanto coraggioso da voler tentare un nuovo esperimento culinario.

Il risultato ondeggia ora morbidamente sotto il tocco della mia forchetta.

"È gelatinoso" constato, affascinato.

Churchill è interessato quanto me, e ne studia la consistenza con l'attenzione che solitamente dedicherebbe a un documentario sulla seconda guerra mondiale.

"Budino?" chiede, ancora.

Shiva si rabbuia ulteriormente.

"No"

"Dai, ragazzi" ci rimprovera Phineas, tentando di stemperare la tensione, "Dategli tregua. Si capisce benissimo che sono...". Esita, cercando aiuto negli occhi di Shiva.

Questi, tuttavia, si limita ad inarcare le sopracciglia, in attesa.

"Funghi?" tenta, sforzando un sorriso.

"Sono uova strapazzate" rivela Shiva, funereo.

Phineas si batte una mano sulla coscia.

"Uova strapazzate! Certo!" concorda, ridendo nervosamente, "Le confondo sempre con i funghi!"

La faccia di Shiva è impassibile.

"Queste uova sono più che strapazzate" commenta Churchill, molestando il contenuto del piatto con la sua forchetta, "Credo soffrano di disturbo da stress post-traumatico"

Il sorso di the che stavo bevendo mi va di traverso, costringendomi a tossire.

"Sta scherzando" si affretta a precisare Phineas, mentre gli occhi di Shiva si assottigliano, "È un burlone, lo sai"

"Non sto scherzando" lo contraddice Churchill, serenamente, "Se potessero parlare, direbbero che si stava meglio nel culo della gallina"

Continuo a tossire, probabilmente paonazzo in viso, e Shiva mi tira qualche colpo laconico tra le spalle, senza un accenno di sorriso.

"Sedere, Church" lo corregge Phineas, severo, e poi, ancora, "Sta scherzando, lo sai"

"Jade, sai cos'hanno in comune Shiva e una gallina?" prosegue Churchill, indisturbato, rivolgendo gli occhi su di me.

L'implicita minaccia negli occhi di Shiva non basta a intimidirmi.

"Temo di no, Primo Ministro" ammetto, abbandonando innocentemente il viso tra i palmi, "Ma la prego di colmare questa mia lacuna"

Churchill sorride della nostra ritrovata complicità, un accenno di scintillio nel suo sguardo che basta a far sorridere anche me.

Questo è un qualcosa che nessuno potrà mai toglierci.

"Con piacere, Gretchen" acconsente, magnanimo, "Si dà il caso che entrambi facciano le uova col culo"

L'ennesima occhiataccia da parte di Phineas, ma potrei giurare di aver visto l'ombra di un sorriso comparire sul volto di Shiva.

Si trattiene ancora per qualche secondo, ma basta uno sguardo di Churchill e un minimo inarcarsi delle sue sopracciglia perché perda del tutto il controllo.

Ride con noi, rilassato, e alza le mani in segno di resa.

"Vaffanculo" commenta, semplicemente, lanciandogli contro un tovagliolo accartocciato, "Sarei riuscito a farti sentire in colpa, sappilo"

"Sarà per la prossima volta, coglione" lo consola Churchill, sorridendo.

"Va' a quel paese" corregge Phineas, sfinito, "E scemo".

Poi, come nulla fosse, sbatte la testa sul tavolo.

"Forse faccio prima ad uccidervi prima che Mo arrivi" è l'ultima cosa che gli sento dire.

"Non abbatterti, miglioreremo" prometto, allungando una mano per battergliela gentilmente sulla testa, "E nel caso in cui non succedesse, giuro che ti aiuterò a trafugare i cadaveri di questi due stronzi"

Shiva e Churchill si sorridono, sornioni.

"Canaglie" mi correggono poi, in contemporanea.

Phineas sbuffa.

"No, ha ragione lui" borbotta, cupo, "Non siete delle canaglie, siete proprio due fottuti stronzi"

Rifiuto con gentilezza l'invito di Shiva ad andare a studiare con lui in biblioteca, e accolgo con un'occhiata stranita la proposta di Phineas di accompagnarlo a scegliere un copridivano.

Quando Churchill si alza in piedi, rivolgendomi un'occhiata interrogativa e un distratto "Vieni?", mi limito ad annuire.

Cammino al suo fianco, le mani nelle tasche, condividendo con lui un silenzio rilassato, familiare.

Apre bocca solo quando mi chiudo la porta della 607 alle spalle, e lo fa per sbadigliare, passandosi una mano sulla fronte.

"Scusa" mormora un attimo dopo, con le dita già impegnate a slacciare i bottoni della sua camicia, "Stanotte non ho chiuso occhio"

"Non nel senso migliore del termine" scherzo, sfilandomi la maglia con un gesto veloce, "Questo lo abbiamo già appurato"

Churchill ride, con lo sguardo chino sul proprio petto e le dita che faticano a trovare i bottoni.

"Dipende da come la vedi" commenta, semplicemente.

Sorrido, guardandolo bisticciare con il tessuto, e inarco appena le sopracciglia.

"Hai perso gli occhiali?" 

Lui sbuffa, annoiato.

"Li ho lasciati in macchina"

Lo lascio armeggiare con la camicia ancora per qualche secondo, profondamente divertito dal modo in cui strabuzza gli occhi, nel tentativo di mettere a fuoco.

"Ti dò una mano" concedo infine, avvicinandomi a lui e scostando le sue dita con gentilezza.

"Grazie, Chelsea" acconsente Churchill, divertito, abbandonando le braccia lungo i fianchi, "Speravo proprio che a fine serata qualcuno mi spogliasse"

Una piccola risata da parte mia, una vaga sensazione di imbarazzo che mi fa sentire le guance più calde.

Churchill non può notare il rossore quasi scontato che sento pizzicare sugli zigomi, non senza occhiali, e soprattutto non se tiene la testa ostinatamente voltata di lato, verso la finestra.

Anche lui, anche lui è imbarazzato, mi rendo conto d'un tratto, e per qualche ragione questo contribuisce a rendere la cosa ancora più strana.

"Certo che potevi mettere una maglietta, prima" commenta, ironico, spezzando l'improvviso silenzio creatosi tra noi.

È una puntualizzazione stupida da fare, probabilmente dettata dall'esigenza di dire qualcosa per alleggerire la tensione, ma non ha del tutto torto.

La cosa veramente stupida qui, a dirla tutta, è proporsi di aiutare il proprio amico a togliersi la camicia.

Non ci ho pensato troppo, non ho ragionato: i limiti fisici tra me e Churchill sono sempre stati molto sottili e quasi del tutto evanescenti.

"Perché non hai dormito, quindi?" chiedo, tanto per distrarmi, affrettandomi a liberare i bottoni dalla propria asola.

"Abbiamo vagato in macchina per tutta la notte" è la semplice e poco soddisfacente spiegazione, "Non abbiamo fatto nulla, solo parlato"

"Vagare in macchina per tutta la notte è divertente" commento, laconico, "In fondo, a Phineas la benzina la regalano"

Una spinta gentile, appena la punta delle dita di Churchill contro il mio petto nudo, il suo sguardo che per un attimo incrocia il mio, sorridendo.

Una stupida sensazione di ustione lì dove mi ha toccato, un improvviso e ingiustificato accelerare del mio battito.

"Mi piace davvero" confessa, sottovoce.

Una stilettata dritta nel petto, ma sorrido.

"Sì, lo so" rispondo, dolcemente, "Lo ho visto"

Non voglio più litigare.

Non con lui.

Non così.

"C'è stato un solo bacio. Un unico bacio in un'intera notte" racconta, gli occhi ancora persi fuori dalla finestra, "Quando la ho riaccompagnata a casa, sulla porta. Un perfetto cliché"

"E poi vi siete resi conto di non essere in una fottuta commedia romantica degli anni duemila, vi siete sbattuti una mano in fronte e finalmente avete scopato" lo prendo in giro, innocente, allontanando infine le mani dalla sua camicia.

Churchill ride, dandomi le spalle per sfilarla e indossare la maglia del pigiama.

"No" borbotta, "Poi ho ricevuto la chiamata del maledetto Phineas e sono dovuto scappare via"

"Un peccato, vero?" lo assecondo, "Magari, se avesse aspettato qualche ora, sareste addirittura arrivati a tenervi la mano"

Churchill mi sbatte la sua camicia in faccia.

"Cinico" mi accusa, divertito. "Non lo avrei mai detto"

"Che avresti tenuto la mano a una ragazza?" scherzo, lanciando la camicia dall'altra parte della stanza e voltandomi per cercare il mio pigiama. 

"Che tu fossi cinico" mi corregge Churchill, ridendo, "È una cosa che ci aspetterebbe da me, questa. Non da te, con quegli occhi grandi e la passione per la poesia"

Scrollo le spalle, infilando distrattamente i pantaloni della tuta.

"Sono realista" puntualizzo, "Non cinico"

Sento il suono della sua risata alle mie spalle, incredula e paziente.

"Amore, tu mi obblighi a esprimere un desiderio ogni volta che lo schermo del telefono riporta ore e minuti in numero uguale" mi contraddice, dolcemente, "E sei davvero convinto che il respiro di un'altra persona nel tuo letto sia sufficiente a soffocare i mostri"

Ride, ancora, mentre io mi infilo tra le mie coperte, piccato.

"Quello funziona" mi lamento, sollevando gli occhi su di lui.

Le dita di Churchill mi scorrono tra i capelli, teneramente.

"Funziona" conferma, i suoi occhi che studiano con affetto il mio viso, le sue labbra distese in un sorriso, "Ma ciò non toglie che tu sia la persona meno realista sulla faccia della terra"

Scrollo le spalle, facendomi da parte per lasciargli un po' di spazio.

"Cosa vuoi che ti dica? L'amore di cui leggo non esiste. Per questo i poeti non fanno che scriverne" spiego, semplicemente, "Nessuno scrive di qualcosa che ha davvero. Scrive per fingere di averla"

Il braccio di Churchill si allaccia alla mia vita con una naturalezza che mi fa quasi sospirare di sollievo.

"Cinico, ancora" commenta, e lo sento sorridere contro la mia nuca, "Non ti sei mai innamorato?"

"Una volta, credo" ammetto, "Linda Eastman, ci siamo lasciati poco prima che io mi trasferissi qui. Sognavo di dedicarle canzoni di fronte al camino, nella nostra fattoria piena di cavalli e bambini"

"Una noia mortale" scherza Churchill, divertito, "Ma molto da te"

Una gomitata offesa da parte mia, e mi giro verso di lui.

"E poi Linda è finita a letto con il mio migliore amico"completo, con perfetta serenità.

Un fischio.

"Che stronza"

Scuoto la testa, ridendo.

"È stato meno tragico di come sembra" gli assicuro, stringendomi nelle spalle, "Nelle storie vere non ci sono buoni o cattivi. Ci sono persone buone che sbagliano e persone cattive che di tanto in tanto si redimono"

Churchill sorride, con gli occhi nei miei e un'espressione assorta stampata in viso, come se stesse tentando di ricostruire l'immagine che ha di me.

Non insiste.

La filosofia è il mio modo di chiudere un discorso che non ho voglia di affrontare, e lui lo sa bene.

Allunga semplicemente una mano verso il mio viso, sovrappensiero, e la abbandona contro la mia guancia, salvo ritirarla un attimo dopo.

"Mi sembra di conoscerti così bene" confessa, "Che ogni volta in cui mi sorprendi ne sono quasi spaventato"

Rido, una risata quieta, più stanchezza che divertimento.

"Lo prenderò come un complimento"

"Lo è, Millie" conferma Churchill, la sua voce più calda del solito, più dolce, "Come comprare un pacchetto di patatine e trovare due sorprese invece che una sola"

Ripenso alle parole che io e Jane Asher ci siamo scambiati durante la notte: la condanna di ogni rapporto umano, l'inevitabile corrosione operata dalla banalità.

Ero arrabbiato, in quel momento, in maniera cieca e stupida. Forse, in parte, credo davvero a ciò che ho detto.

Ma Churchill ha ragione.

Quel che abbiamo noi, questo, fa totalmente eccezione.

Prevedere i suoi movimenti, seguire il filo dei suoi pensieri senza neanche provarci. Niente di tutto ciò è banale, usurato.

È conosciuto, semplicemente, nella maniera più positiva del termine. Familiare, rassicurante.

Conoscerlo non fa altro che farmi apprezzare ancora di più i momenti in cui mi sorprende.

Non c'è noia.

Non c'è momento in cui io smetta di meravigliarmi di ciò che siamo riusciti a costruire in così poco: le sue mani che mi sfiorano, il suo profumo che va sostituendo la debole tonalità di vaniglia del bagnoschiuma di Jane, il calore che hanno i suoi occhi mentre mi guarda.

Il modo in cui solo a me si svela, le crepe che solo io posso vedere, le confessioni sussurrate durante la notte, il suo respiro che mi si infrange sul viso: tutto ciò che Churchill è con me, e che non ha il coraggio di svelare a nessun altro.

E questo terrore, la paura di perderlo, di condividere anche solo un frammento di lui con qualcuno.

Niente, nessuno degli atomi visibili e invisibili che compongono Churchill, sarà mai scontato per me.

"Io sono più cinico di quanto dò a vedere" concedo, sfiorando con l'indice la piega che il sorriso gli disegna sulla guancia, "Ma tu sei più dolce"

Lui ride, a bassa voce, il suo pollice che sfrega contro il mio fianco.

"Non dirlo in giro"

Sorrido.

"No, mai"

C'è qualcosa che nessuno potrà mai toglierci.

Ed è questo.




Note

Ci avevate sperato che l'appuntamento fosse andato male, vero??

E invece.

Buonanotte stelle 🤍

Love you,

H.

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