𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 π…πŽπ‘π“π”π...

By workingclasscheroine

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Quando Paul arriva all'UniversitΓ  di Cambridge, il suo obiettivo Γ¨ quello di far scorrere tutto liscio fino a... More

CAST
1. The Prime Minister
2. The Breakfast Club
3. The Lord of the Rings
4. The Sleeping Beauty
5. The Secret We Keep
6. The Saturday Night Fever
7. The Tea Party
8. The Mistery Gang
9. The Fight Club
10. The Concussion
11. The Unintended Mask
12. The Backs
13. The Punt Tour
14. The Reason Why
15. The Lunch Date
16. The Dancing Queen
17. The Birthday Boy
18. The Broken Ones
19. The Patched Hearts
20. The Carpe Diem
21. The Red Skirt
22. The Allied Powers
23. The Art of War
24. The Plot Twist
25. The Ruthless Voice
26. The Kafka Trap
27. The Car Ride
28. The Double Date
29. The Drunk Calling
31. The Romantic Comedy
32. The F*cking Sheets
33. The Unexpected Visitor
34. The Invisible Charybdis
35. The Question Game
36. The Absent Guard
37. The Final Duel
38. The Scared Child
39. The Last Trip
40. The Monet Affair
41. The Fallen Angel
42. The Little Brother
43. The Longest Dinner
44. The Unsolicited Opinions
45. The Unequal Struggle
46. The First Rule
47. The Lovely Bastard
48. The Crystal Boy
49. The CatkinsοΏΌ' Philosophy
50. The Pool Party
51. The Immortal Youth
52. The White Nights
53. The Unfamiliar Familiarity
54. The Unshakable Complicity
55. The Water Strider
56. The Breakfast Fail
57. The Safe Haven
58. The Baby's Name
59. The Second Mouse
60. The Eagle
61. The Ghost of Christmas Past
62. The Mix Cd
63. The Haunted House
64. The Prodigal Son
65. The Bench

30. The Re-Education Program

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By workingclasscheroine

Il mio telefono vibra incessantemente già da qualche minuto quando mi decido ad allungare una mano verso il comodino.

"Chi cazzo è?" mormoro, senza neanche darmi cura di controllare il nome sullo schermo.

"A colazione tra venti minuti" impone la voce di Phineas, ed è la prima volta, da quando lo conosco, che lo sento così nervoso, "Nessuna scusa"

Riattacca prima che abbia il tempo di rispondere.

Sbuffo, rigirandomi a fatica nel letto.

La testa mi fa così male che sembra dover scoppiare da un momento all'altro, e ho la bocca arsa e impastata per via della sete.

Mi basta completare la stupida rotazione su me stesso, tuttavia, per sorridere.

Jane dorme ancora, con le dita artigliate al bordo ricamato del cuscino e la bocca schiusa. I capelli color del tramonto sono morbidamente sparpagliati sul cuscino, come un'aureola intorno al suo viso, e qualche ciocca le copre gli occhi. Il mascara della sera scorsa le è colato sulle guance, un contrasto adorabile con la sua pelle chiara.

Le scosto con dolcezza i capelli dal viso, prima di alzarmi in piedi.

Questa immagine (Jane addormentata: un miscuglio di bianco, rosso, nero) è, senza alcun dubbio, la cosa più bella che vedrò oggi.

Nel bagno mi basta rovistare un po' negli armadietti per riemergerne con dei teli puliti. Mi infilo sotto la doccia, l'acqua quasi fredda che mi scorre sul corpo e mi rinvigorisce, e nonostante il risveglio brusco mi sento rilassato come non lo sono da giorni.

Devo quasi sforzarmi, per trattenere l'impulso di mettermi a canticchiare.

Chiuso nella camera di qualcun altro, costretto a frizionare i capelli con un asciugamano rosa e a usare il mio stesso indice come spazzolino. Eppure mi sento felice.

È come se mi fossi preso una pausa da Cassius, da Paul, da chiunque io sia stato in questa vita o in quelle precedenti.

La sensazione è simile a quella che si prova dormendo per la prima notte in un nuovo albergo: quella di non essere più nessuno, non avere più un passato, essere estraneo alle cose tanto quanto queste sono estranee a te.

Ed è quello che ho sempre amato dei viaggi: la spersonalizzazione in primo luogo, la fuga dalla quotidianità subito dopo.

Per qualche istante mi ritrovo a valutare l'idea di rimanere qui ancora per un po'. Rimettermi a letto e dormire ancora, silenziare il telefono con un tocco delle dita e il mondo tra i capelli di Jane Asher.

Ma è solo un attimo: il ricordo della voce di Phineas, preoccupata e nervosa, è sufficiente a riscuotermi.

I miei amici hanno bisogno di me.

Tutto il resto, me compreso, può aspettare.

Esco dal bagno con un asciugamano color lavanda precariamente allacciato in vita, e mi dedico all'umiliante ricerca dei miei fottuti boxer in giro per la stanza.

Sto chinandomi per recuperarli quando una piccola mano si insinua nella mia, trascinandomi nuovamente sul letto.

"Ciao" sussurra Jane, ancora assonnata.

"Ciao" rispondo, con dolcezza, riavviandole i capelli dietro l'orecchio.

Lei sorride, una seconda alba, e lascia scorrere lo sguardo lungo il mio corpo.

"Ho avuto mattinate peggiori" scherza, la punta delle sue dita che si incastra sul bordo dell'asciugamano, "Te ne stavi andando senza salutare?"

"Non volevo svegliarti" mi giustifico, sorridendo a mia volta, "Eri così bella mentre dormivi"

Jane sbuffa, sollevandosi per mettersi a sedere al mio livello. Si trascina dietro le lenzuola, stringendosele sopra il seno, il drappeggio della stoffa sul suo corpo come quello di una Venere su una scultura greca.

"È quello che dicono i ragazzi prima di uscire senza salutare" mi rimprovera, senza serietà, e si allunga per sfiorarmi le labbra con un bacio.

La trattengo per qualche attimo, le mie dita che si allargano sulla sua nuca.

"Forse" concordo, "Ma tu sei bella davvero"

Lei ride, consapevole, e scrolla le spalle.

"La bellezza è una condanna. È come una spada fatta di sola lama, senza impugnatura: ferisce te e gli altri"

Sta cercando di colpirmi, adesso.

Conosco bene questo modo di parlare, questo continuo rincorrersi retorico, come se ogni parola fosse destinata a essere trascritta in una biografia, a diventare citazione.

Anche Churchill mi parlava così, nei primi tempi in cui ci conoscevamo, senza sapere che, di lui, avrei amato molto più le frasi spezzate e incoerenti, sussurrate a bassa voce nel bel mezzo della notte.

Non ho mai ragionato, prima, sul fatto che a Churchill interessasse colpirmi.

"Mi dispiace" rispondo a Jane, baciandole la fronte, "Devo andare sul serio. Ma possiamo vederci dopo, se ti va"

Lei si irrigidisce appena.

"Mi piacerebbe" dice, con dolcezza, "Ma le mie condizioni di ieri, quelle valgono ancora: non voglio una relazione, e dubito che la voglia tu. Non dobbiamo metterci le catene a vicenda solo perché abbiamo scopato"

Rido, infilandomi velocemente i pantaloni.

"Ti ho solo chiesto di vederci dopo, Jane. Non di sposarmi" la prendo in giro, "Ma le catene potrebbero essere una buona idea, per la prossima volta"

Lei ride a sua volta, più rilassata, mi trascina su di sé per un altro bacio.

"Vedrò di procurarmele" mormora, divertita, "Ma conosco alternative più comode"

"Stupiscimi" scherzo, con un tono così allegro da strapparle un altro sorriso.

"Non volevo fare la stronza, Cassius. E voglio davvero rivederti, solo che ci tenevo a chiarire le cose"  ammette, mentre io mi metto alla ricerca della maledetta camicia, "Tutti i ragazzi con cui vado a letto finiscono per credere che io voglia di più, che io possa dar loro di più. Credono di potermi guarire da qualcosa. Non sai quante volte mi sono sentita ripetere 'Fai così solo perché non hai ancora incontrato la persona giusta'. Ma io non sto cercando nessuno. Non voglio cercare nessuno. Sto bene così. Ci ho messo così tanto, ad apprezzare la mia stessa compagnia, che non voglio più barattarla con quella di qualcun altro"

"Ci stiamo solo divertendo, Cherry" la rassicuro, dolcemente, e l'uso di quel soprannome le fa sfuggire un sorriso, "Ci daremo ciò che possiamo, e andrà benissimo così. La vita è fottutamente complicata e noi abbiamo vent'anni, che è come dire che siamo appena nati. A vent'anni è già difficile vivere da soli, figuriamoci in due"

Lei annuisce, pienamente rassicurata, e io le dò una lieve spinta, l'indice premuto sulla sua fronte.

"Ma questo non significa" aggiungo, divertito, "Che non possiamo fottutamente rivolgerci la parola una volta usciti fuori dal letto"

Jane sorride.

"Sai" dice, abbandonando la guancia contro il mio palmo, "Se mai decidessi di innamorarmi, sarebbe di qualcuno come te"

Mi allontano d'improvviso, fingendomi spaventato.

"Jane, ci sono delle regole" la prendo in giro, il mio tono giocosamente serio.

Mi tira contro un cuscino.

"Stupido" mi accusa, piccata, "E levati quella camicia, non puoi metterla. Gli stracci con cui pulisco il mio gabinetto sono più ordinati"

Rido, studiandomi brevemente allo specchio.

La camicia di Churchill, finita attorcigliata sotto al letto di Jane, è diventata un'unica piega.

Credo abbia ucciso per molto meno, ma non lascerò che questo rovini la mia mattinata.

"Non credo di avere alternative" commento, serenamente, "Girare a petto nudo per un dormitorio femminile potrebbe non essere una grande idea"

"Non dispiacerebbe a nessuno, fidati" mi assicura Jane, sorridendo, "Ma dammi un attimo, ti prendo una maglia"

"Dubito che portiamo la stessa taglia" scherzo, mentre lei si infila velocemente gli slip e una t-shirt.

"No" concorda, avvicinandosi per allacciarmi le braccia al collo, "Ma ho una collezione di magliette da uomo"

Si alza sulle punte, il peso del suo corpo abbandonato contro il mio che mi trascina verso il basso, la posizione che le solleva sui fianchi il bordo della maglietta, e sorride.

"Non faccio altro che rubarle a Peter, mi piace come mi stanno"

Le scosto dolcemente i capelli dalla spalla, sfiorando il suo collo bianco con le labbra.

"E chi cazzo è Peter?" chiedo, mentre lei si scosta, ridendo, per chinarsi a frugare nell'armadio.

"Mio fratello" mi rimprovera, lanciandomi una t-shirt, "E in ogni caso, non ti è concesso essere geloso"

"Non sono geloso" ribatto, sorridendo, "Volevo chiederti chi fosse meglio a letto. Ma sarà per la prossima volta"

Lei ride.

"Peter" afferma poi, con assoluta serietà, "Senza dubbio"

Simulo un conato di vomito, strappandole un'altra mezza risata.

"Sarà meglio che vada, ho sentito abbastanza"

"Non mi hai ancora chiesto chi abbia preferito tra te e Gerry Scarfe, il ragazzino che a quindici anni si prese la mia verginità in quattro minuti di pura gloria" scherza, allegra, rincorrendomi fino alla soglia.

"Ho cambiato idea, Jane Asher" rido, prima di sbattermi la porta alle spalle, "Sei davvero una strega"

Quando arrivo nella cucina comune, con il fiato corto e i muscoli dolenti, gli altri sono già seduti ai loro posti, e una tazza di the fumante mi fa da segnaposto.

"Buongiorno" auguro, sorridente, prima di crollare accanto a Shiva, "Che succede?"

Phineas mi rivolge uno sguardo interessato e profondamente indagatore.

"Hai scopato?"

Tossisco, e sono quasi certo di essere arrossito.

"Bastava dire Anche a te" commento, nascondendomi dietro la mia tazza, "E in ogni caso, non sono affari tuoi"

"Quindi sì" completa lui, divertito.

Sbuffo.

"E tu che ne sai?" chiedo, rassegnato, incrociando le braccia al petto.

C'è un incrocio di sguardi complici e divertiti, tra loro, che inizia a irritarmi.

"Potrebbe essere un mio super potere" suggerisce Phineas, candidamente.

"O magari è perché profumi di bagnoschiuma alla vaniglia in maniera insopportabile" rincara Shiva, angelico, "Come la protagonista media di una fan fiction su Harry Styles"

Prima o poi dovrò indagare, su tutte queste strane conoscenze di Shiva.

"O forse perché indossi i pantaloni eleganti di ieri con sopra una maglietta del Sea World" interviene Churchill, serafico.

"Anche tu indossi i vestiti di ieri" lo accuso, imbarazzato dalla piega che ha preso il discorso, "Perché non è in atto un processo nei tuoi confronti?"

"Questo ci porta all'ultimo punto" si limita a constatare Churchill, puntando gli occhi su Phineas, "Vuoi avere l'onore?"

"Churchill è entrato qui bestemmiandomi contro, stamattina" mi informa l'interessato, sorridendo, "Tu invece, amico mio, sembravi Biancaneve"

"Tu" sottolinea Shiva, "Che di solito sei intrattabile fino a mezzogiorno"

"Ci hai dato il buongiorno" rincara Churchill, sorridendo divertito "E hai sorriso, addirittura"

"Quindi, o hai scopato con Jane Asher" conclude Phineas, con il tono che probabilmente usa per comunicare le diagnosi ai pazienti, "O ti sei infilato una pasticca di ecstasy su per il culo"

"Sentiti libero di smentire la nostra teoria in ogni momento, Kennedy" mi rassicura Churchill, posando una mano sulla mia con fare comprensivo, "Basta che tu ammetta che ti sei infilato una pasticca di ecstasy su per il culo"

"Molto divertente" sibilo, tra le loro risate, "Ora, se avete finito di fare gli stronzi, possiamo passare al motivo per cui sono dovuto correre qui"

Shiva mi stringe un braccio intorno al collo, scompigliandomi i capelli nonostante la cieca opposizione prestata.

"Ora sì che ti riconosco" commenta, allegro, "Il buon vecchio calcio nei coglioni"

Lo spingo via, irritato.

E poi la noto, ancora, un'ombra che attraversa la risata di Phineas fino ad annullarla del tutto.

"Mo viene a trovarmi, il prossimo fine settimana" sputa, come se avesse paura di non trovare più il coraggio di dirlo, se solo esitasse, "Vuole conoscervi"

Shiva aggrotta appena le sopracciglia, confuso.

"Beh?" chiede, "Sarebbe anche ora, non credi?"

"Pensavi di tenercela nascosta per sempre?" scherza Churchill, cautamente, i suoi occhi che studiano l'espressione terrorizzata sul viso di Phineas.

"Ci hai svegliati per dirci che la tua ragazza viene a trovarti tra una settimana?"

Churchill mi rifila un meritato calcio sotto al tavolo.

"Scusa" mormoro, dolorante, "Dicci pure"

Phineas sospira, tormentandosi le dita.

"Ve l'ho detto adesso perché attueremo un programma di rieducazione, fino all'arrivo di Mo" spiega, mentre la sua voce acquisisce più sicurezza, "Non abbiamo mai toccato alcol in vita nostra, se non una birra di tanto in tanto. E tantomeno erba, ovviamente"

Vorrei chiedergli perché stia con una ragazza che non conosce nulla di lui, e con cui chiaramente non si sente a proprio agio nell'essere se stesso, ma basta un'occhiataccia da parte di Shiva, per convincermi a tacere.

"Da oggi, fino a venerdì, correggerò ogni comportamento che potrebbe risultare inappropriato ai suoi occhi" prosegue Phineas, spalancando in preghiera i suoi grandi occhi blu, "Vi supplico, siate collaborativi. È davvero importante, per me"

Churchill prende parola dopo appena un attimo di riflessione, parlando a nome di tutti.

"Puoi contare su di noi, amico" sorride, stringendogli un braccio intorno alle spalle, "Ma cazzo, lasciatelo dire, la tua ragazza deve essere una vera stronza"

"Prima lezione" lo interrompe Phineas, agitando un indice in aria, "Scordatevi di parlare in questo modo"

Churchill sembra perplesso, ma non fa una piega.

"Puoi contare su di noi, amico" ripete, innocente, "Ma accidenti, la tua ragazza deve essere una vera canaglia"

Phineas ride.

"Perfetto"


Note

Allora, parliamoci chiaro: bellissimi Cassius e Churchill ma anche Jane e Cassius non scherzano.

Niente, fine dell'analisi.

La relazione con Jane, per ora, è una semplice relazione del tipo "scopiamo quando ci va".

Tra le informazioni che vi avevo dato su Jane, c'era la facoltà che studiava.

Una che studia psicologia ed è di per sé abbastanza sveglia non ci ha messo molto a capire cosa Cassius prova davvero per Churchill. Quindi sa benissimo che non è emotivamente disponibile, semplicemente non le interessa.

Potrebbe informarlo, questo è certo, e qui ci sono due possibili letture:

a) è egoista, e preferisce non dirglielo per arrivare a ottenere ciò che vuole.

b) crede sia giusto che sia lui, a rendersene conto, e soprattutto che non sia opportuno intromettersi nella sfera privata di una persona che conosce appena.

Per me è un po' un misto tra le due cose.

Jane sa cosa Cassius prova per Churchill, ma sa anche che lui non è pronto ad ammetterlo. Quindi rispetta la sua scelta, e nel mentre si gode i benefici.

Peter è realmente il fratello di Jane, e Gerald Scarfe il suo attuale marito.

Per il resto, aspettiamo di conoscere Maureen, ma penso ci vorrà ancora un pochino.

Resta ancora aperta, invece, la caccia alla persona destinataria dei messaggi di Cass.

E si aprono le scommesse su come sia andata tra Church e Cyn, e cosa diavolo abbiano fatto per tutta la notte.

Buona lettura 🤍

Love you all,

H.

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