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By workingclasscheroine

29.8K 3.1K 9.1K

Quando Paul arriva all'Universitร  di Cambridge, il suo obiettivo รจ quello di far scorrere tutto liscio fino a... More

CAST
1. The Prime Minister
2. The Breakfast Club
3. The Lord of the Rings
4. The Sleeping Beauty
5. The Secret We Keep
6. The Saturday Night Fever
7. The Tea Party
8. The Mistery Gang
9. The Fight Club
10. The Concussion
11. The Unintended Mask
12. The Backs
13. The Punt Tour
14. The Reason Why
15. The Lunch Date
16. The Dancing Queen
17. The Birthday Boy
18. The Broken Ones
19. The Patched Hearts
20. The Carpe Diem
21. The Red Skirt
22. The Allied Powers
23. The Art of War
24. The Plot Twist
25. The Ruthless Voice
26. The Kafka Trap
28. The Double Date
29. The Drunk Calling
30. The Re-Education Program
31. The Romantic Comedy
32. The F*cking Sheets
33. The Unexpected Visitor
34. The Invisible Charybdis
35. The Question Game
36. The Absent Guard
37. The Final Duel
38. The Scared Child
39. The Last Trip
40. The Monet Affair
41. The Fallen Angel
42. The Little Brother
43. The Longest Dinner
44. The Unsolicited Opinions
45. The Unequal Struggle
46. The First Rule
47. The Lovely Bastard
48. The Crystal Boy
49. The Catkins๏ฟผ' Philosophy
50. The Pool Party
51. The Immortal Youth
52. The White Nights
53. The Unfamiliar Familiarity
54. The Unshakable Complicity
55. The Water Strider
56. The Breakfast Fail
57. The Safe Haven
58. The Baby's Name
59. The Second Mouse
60. The Eagle
61. The Ghost of Christmas Past
62. The Mix Cd
63. The Haunted House
64. The Prodigal Son
65. The Bench

27. The Car Ride

445 56 207
By workingclasscheroine

"Perché dobbiamo andare al Mill Pub?" mi lamento, sbuffando, "La cameriera dell'altra volta ci prenderà per degli scambisti"

"Anche se fosse, Margaret, non sarebbero comunque affari suoi" ride Churchill, "E poi è una regola: nessun appuntamento al The Eagle"

"Una tua regola, come al solito" borbotto, con gli occhi che scorrono fuori dal finestrino e le braccia incrociate, "Io non ci sono nemmeno mai stato, al The Eagle"

"Ci andremo, Tallulah" promette lui, con il tono di una fottuta madre di fronte al figlio che fa i capricci, "Ma è un patto tra noi ragazzi: il The Eagle è un posto solo nostro, non può essere macchiato da brutti ricordi"

"Non è lo stesso posto dove Shiva ti ha vomitato in faccia?"

Lui storce il naso, ma sorride.

"Mi riferivo a brutti ricordi legati a delle ragazze" precisa, a metà tra il disgustato e il divertito, "E poi quella è stata una serata divertente: abbiamo battuto il nostro personale record di bevute"

"Un tizio ti ha vomitato in faccia" ripeto, acido, nel caso gli fosse sfuggito, "Devi avere un concetto molto strano di serata divertente"

Churchill mi rivolge un sorriso condiscendente.

"Basti pensare che mi diverto persino in tua compagnia, Selma" ribatte, allegro in maniera irritante.

Rinuncio a discutere, e mi limito a chiudermi in un mutismo offeso.

Nell'abitacolo cala un silenzio tombale, rotto solo dalle note di Friday I'm In Love dei The Cure, una canzone che solitamente adoro ma che adesso mi dà la nausea.

Churchill è calmo come sempre, alla guida dell'auto che Phineas ci ha prestato dopo una abbondante mezz'ora di minacce, e canticchia tenendo il tempo sul volante.

La malandata Ford Fiesta, più simile a una caffettiera ammaccata che a un veicolo a motore, segue morbida le inclinazioni che la mano di Churchill impone allo sterzo.

"Sai, Jane è più alla mano di quanto sembri" dice lui, dopo qualche secondo di silenzio, "Siamo amici da parecchio, e ancora non mi sono stancato di lei. Credo sia indicativo"

"Quel che mi preoccupa è che lei non si sia ancora stancata di te" ribatto, ancora di cattivo umore, "Vuol dire che non ha tutte le rotelle a posto"

"Non mordere la mano che ti ciba, Theresa" mi sgrida lui, divertito. E poi, ancora: "Ti piacerà, dico sul serio"

Sbuffo.

"Mi piace già" sottolineo, funereo, "Se dovessi farmela su un letto di chiodi, neanche mi accerterei di avere l'antitetanica. Mi ci butterei sopra, di pancia, senza fiatare"

Lui ride piano, stacca gli occhi dalla strada per un attimo, il tempo di rivolgermi un ghigno beffardo.

"E allora, Taylor, non capisco perché stasera tu sia così fottutamente insopportabile"

Il suo buonumore mi strappa un mezzo sorriso e un accenno di perdono, mentre forzo le mie dita a smettere di giocherellare col bottone del mio polsino.

Lo ho costretto, se non altro, a prestarmi una camicia ben stirata, dato che le mie sono in condizioni pietose e io non avevo in programma nessun fottuto appuntamento.

Lui ha borbottato un po', ovviamente, e poi mi ha allungato una camicia pulita, di un azzurro chiaro che Cyn saprebbe identificare con più precisione di me.

Quando gli ho chiesto se fosse il caso di indossarci sopra una giacca, lui si è limitato a un'occhiata critica e a un "Solo se invece che giù al pub hai intenzione di portare quella povera ragazza in Tribunale".

E ha ancora il coraggio di chiedermi perché sono insopportabile.

"Perché stiamo andando a un appuntamento insieme, amore" gli ricordo, tamburellando nervosamente le dita sul bordo del finestrino.

Non c'è verso di tenerle ferme.

"Non preoccuparti, ti tratterò bene" mi prende in giro lui, di rimando, come se non fossi già abbastanza irritato per conto mio.

Sbuffo ancora, con il gomito poggiato sul bordo del finestrino e il mento abbandonato nel palmo, e gli rivolgo l'ennesima occhiataccia.

"Molto divertente" commento, seccato, "Assurdo che ti chiamino Churchill e non Ricky Gervais"

"Assurdo che ti chiamino Cassius e non Madame Bovary" replica lui, di buon grado.

Mi sfugge un accenno di sorriso.

Il movimento è praticamente impercettibile, ma Churchill pare coglierlo ugualmente, perché sorride a sua volta.

Sembra così rilassato, alla guida, con le falangi che tamburellano sullo sterzo a ritmo di musica e le luci dei lampioni che rimbalzano sulle lenti dei suoi occhiali.

Ho dovuto pregarlo di indossarli, quantomeno per guidare, e lui mi ha accontentato a malincuore, accompagnando la sua resa con un'estrema varietà di sospiri teatrali.

Fortunatamente, non mi sono fatto smuovere.

Ne sono grato. In primis perché non mi dispiace il pensiero di non finire in fondo al Cam, e in secondo luogo perché c'è qualcosa di magico, nella luce che si specchia sugli occhiali di Churchill, schermando il suo sguardo.

"Dahlia, sei consapevole di passare il novantacinque percento del tuo tempo a fissarmi?"

Sussulto al suo divertito rimprovero.

"Perché guidi come un coglione" ribatto, piccato, "Hai due mani, e fino a prova contraria vanno entrambe sul volante"

"Ti sbagli" mi corregge, ancora stupidamente di buon umore, e allunga le dita alla cieca, nella mia direzione, "Una mano mi serve per tenere la tua"

"Spero che non sia il meglio che sai fare, o dovrai ripulire il vomito di Cynthia dal parabrezza" mugugno, sarcastico, ma sposto di un po' la mano perché possa raggiungerla più agilmente.

Le sue dita si stringono intorno alle mie, delicate e ferme come sempre, e questo basta perché io mi senta d'improvviso più calmo.

"Stai insinuando che invece a te non dispiaccia?" scherza Churchill, strappandomi un sorriso colpevole e un po' imbarazzato che (grazie a Dio) non può notare.

"Detesto le coppie che si tengono la mano mentre sono in macchina" sentenzio, con ritrovata leggerezza.

Churchill sorride a sua volta, piccole rughe ai lati dei suoi occhi, la spinta delle guance che solleva impercettibilmente gli occhiali.

"Per fortuna noi non siamo una coppia, Adrianne"

Sollevo d'istinto le sopracciglia, con aria critica, prima di rispondere.

"Lo siamo" puntualizzo, "Siamo letteralmente una coppia sposata"

"È vero" concorda Churchill, "Magari è meglio non dirlo alle ragazze con cui stiamo uscendo"

Il silenzio che segue alla mia breve risata è diverso dal precedente, più dolce, come un mattino d'inverno quando ti alzi e il mondo sembra muto, e ancor prima di vederla sai che c'è la neve.

La radio trasmette Talk di Hozier, e tutto sembra ovattato e calmo, bello come quando mia madre mi svegliava sorridendo e mi diceva di correre a controllare la finestra.

I'd be the voice that urged Orpheus
When her body was found

La strada mi scorre attraverso gli occhi come un sogno, e io mi sento svuotato, niente più che un filo di rame per la corrente che muove il mondo.

Non è una sensazione spiacevole: è come se il mio corpo diventasse parte di tutto ciò che mi circonda, come se io fossi ovunque negli alberi, nell'acqua, nella luce resa soffusa dall'umidità.

I'd be the choiceless hope in grief
That drove him underground

Come unico appiglio, il pollice di Churchill che scorre lungo il dorso del mio, in una carezza distratta e probabilmente involontaria, ma comunque continua.

L'unico legame tra me e il mondo è la sua mano nella mia, questa lieve sensazione di sfregamento contro la mia pelle.

Posso scandirne il percorso: trapezio, metacarpo, poi su sulla falange, e di nuovo indietro.

I'd be the dreadful need in the devotee
That made him turn around

Non oso voltarmi verso di lui, per paura che interrompa il contatto.

Così continuo a guardare il paesaggio che cambia, e a elencare silenziosamente le ossa che sfiora, ripetendole nella mia mente come una vecchia nenia.

Trapezio, metacarpo, falange.

Il mio legame col mondo: tre minuscole ossa.

And I'd be the immediate forgiveness
In Eurydice

"Ragazzino?" mi richiama Churchill, spezzando il nostro silenzio di cristallo.

Lo perdono perché c'è del tormento, nella sua voce, un ragionamento che sembra aver trattenuto finora.

"Mi spaventi, quando non mi chiami con nomi da donna" scherzo, riportando lo sguardo su di lui.

Non mi sta guardando, e tiene gli occhi ostinatamente fissi sulla strada, una lieve tensione che traspare dalle sue spalle.

"Stai bene?" chiede, e sembra preoccupato, turbato da qualcosa che non riesco a capire.

Mi prendo un attimo per rispondere.

"Non so, tu?"

La presa delle dita di Churchill intorno alle mie si fa più salda, il movimento del suo pollice più veloce, ossessivo.

"Non ne ho idea" risponde, "Potrei essere un po' nervoso"

"Nervoso?" sorrido, "Tu?"

L'auto accosta senza preavviso, prendendo nella fretta buona parte del marciapiede.

L'urto mi fa sussultare.

"Mi serve un attimo" mi informa Churchill, asciutto, ruotando le chiavi nel blocchetto d'accensione per mettere a tacere il motore.

Siamo in notevole ritardo, e quasi sicuramente Jane e Cyn sono già arrivate al Mill's, ma non mi sembra il momento più adatto per farglielo notare.

Slaccio la cintura, ruotando il busto per guardarlo in viso, e tento di indovinare a cosa stia pensando.

Senza riuscirvi.

Lo sguardo di Churchill è fisso sul cofano dell'auto di fronte a noi, e rifugge attentamente il mio.

"Che ti prende?" chiedo, la mia mano libera che raggiunge anch'essa il groviglio creato dalle nostre dita intrecciate, rafforzando la stretta.

"Questa macchina può portarci ovunque" risponde lui, come se non avesse neanche sentito la mia domanda, "Una tua parola e io continuo a guidare, senza fermarmi fin quando non lo deciderai tu"

La sua voce è bassa, calma, tanto pacata quanto decisa.

Riporta lo sguardo su di me, quasi a fatica, i suoi bei lineamenti che si confondono col buio e i suoi occhi luminosi come fari.

"Dove diavolo dovremmo andare?" chiedo, perplesso.

"Dove cazzo ci pare" ribatte lui, all'istante, "Ovunque tu voglia"

Qualcosa, nel suo tono appassionato, impone al mio cuore di lavorare più in fretta, con sempre più velocità.

Imagine being loved by me

"Churchill" sussurro, e ho come l'impressione che la mia voce abbia smesso di appartenermi, "Che succede?"

"Dimmelo tu" ribatte, secco, i suoi occhi che rilucono nel buio come coltelli affilati, "Cosa perdo se questo appuntamento va bene?"

La mia coscienza, che da qualche tempo parla con la voce di Shiva, prende a scalciare.

Ciò che sto facendo, questa specie di guerra fredda, non è giusta.

Continuo a dire di volerlo felice, di volere il suo bene.

Ma qualcosa dentro me continua a ribellarsi, di continuo, rendendomi nervoso e intrattabile in modo così palese che anche uno sconosciuto lo noterebbe, figuriamoci Churchill.

Per quanto terribile sia da dire, io lo voglio felice.

Ma non senza di me.

"Niente" rispondo, a denti stretti, "Non perdi niente"

La verità è che sono io, ad aver paura di perdere qualcosa, ma ammetterlo sarebbe troppo egoista persino per me.

Churchill mi rivolge un'occhiata scettica.

"Te lo ho già chiesto, ma te lo richiederò" sillaba, e so che si sta sforzando per non perdere la pazienza, "È un problema, per te? Sì o no, non è così difficile"

"Ne abbiamo già parlato" mi limito a rispondere, in un sussurro.

Ancora, la forza del suo sguardo mi fa sentire minuscolo.

"Già" concorda, con impercettibile sarcasmo, "Appena prima che tu diventassi piacevole come un calcio nei denti"

"Mi dispiace" ammetto, "È solo fottutamente strano"

Churchill sospira, frustrato, e si passa la mano libera tra i capelli.

Il maledetto abitacolo si è fatto d'improvviso soffocante.

"Questo, tu, è tutto troppo prezioso" spiega, ed è come se ogni singola parola gli costasse fatica, "Devo sapere se sto rischiando qualcosa. Se lo sto facendo, ragazzino, dimmelo. E io rimetto in moto questa macchina e ti porto lontano da qui"

I won't deny I've got in my mind now
All the things I would do

Trapezio, metacarpo, falange.

E poi gli occhi di Churchill nei miei, il suono fievole del suo respiro e quello assordante del mio cuore, che continua a martellarmi nelle orecchie.

Uno strano impulso, qualcosa che mi ordina di farmi più vicino, di mettermi a gridare fino a che la mia voce non laverà via dalla sua testa il nome di Cyn.

Poi la paura, d'improvviso, perché quello è solo Churchill, solo Churchill, con i capelli spettinati dal troppo riavviarseli sulla fronte e un'espressione indecifrabile dipinta sul viso.

Ed è bello, nella penombra, con i suoi occhi che brillano dietro le lenti e le dita allacciate alle mie, con la sua voce calma che dice Partiamo.

Ed è solo Churchill, Dio.

Lascio che le palpebre mi oscurino il mondo, solo per un istante, colto da un terrore ingiustificato e incomprensibile.

E rispondo, infine.

So I try to talk refined for fear that you find out
How I'm imaginin' you

"Non è un problema, davvero" mormoro, sfinito, senza neanche ragionarci, "Non stiamo rischiando niente"

Churchill ha un'aria strana, illeggibile.

"Sei sicuro?" chiede, per l'ultima volta.

Annuisco.

La voce di Shiva, impietosa, fa schioccare la lingua nella mia testa.

Non ne sei sicuro, sussurra, il bastardo, è solo che ti spaventa valutare l'alternativa.



Note

Mi trattengo pochissimo 🤍

Giusto il tempo di ringraziarvi per i mille voti raggiunti!! Grazie grazie grazie, non so come mai potrò ricambiare l'affetto di cui mi circondate 😭😭

Beh, cosa ne pensate di questo capitolo?

Non succede nulla, ma ci sono un po' di cose importanti su cui riflettere hehe

Vi inserisco la traduzione della canzone nei commenti, pezzo per pezzo, e vi consiglio di ascoltarla perché è davvero bella ⭐️

La musica sta diventando una costante di Audentes, e questo mi piace moltissimo.

Ci sono delle cose che mi piace ripetere (avrete notato la descrizione ossessiva della luce che si riflette sulle cose in ogni mia singola storia ahahah) e devo dire che scandire la storia a furia di canzoni potrebbe diventare un'abitudine.

Per il resto, non credo ci sia molto da dire, quindi vi bacio tutt* e mi ritiro a studiare.

Love you,

H.

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