๐€๐”๐ƒ๐„๐๐“๐„๐’ ๐…๐Ž๐‘๐“๐”๐...

By workingclasscheroine

29.8K 3.1K 9.1K

Quando Paul arriva all'Universitร  di Cambridge, il suo obiettivo รจ quello di far scorrere tutto liscio fino a... More

CAST
1. The Prime Minister
2. The Breakfast Club
3. The Lord of the Rings
4. The Sleeping Beauty
5. The Secret We Keep
6. The Saturday Night Fever
7. The Tea Party
8. The Mistery Gang
9. The Fight Club
10. The Concussion
11. The Unintended Mask
12. The Backs
13. The Punt Tour
14. The Reason Why
15. The Lunch Date
16. The Dancing Queen
17. The Birthday Boy
18. The Broken Ones
19. The Patched Hearts
20. The Carpe Diem
21. The Red Skirt
22. The Allied Powers
23. The Art of War
24. The Plot Twist
25. The Ruthless Voice
27. The Car Ride
28. The Double Date
29. The Drunk Calling
30. The Re-Education Program
31. The Romantic Comedy
32. The F*cking Sheets
33. The Unexpected Visitor
34. The Invisible Charybdis
35. The Question Game
36. The Absent Guard
37. The Final Duel
38. The Scared Child
39. The Last Trip
40. The Monet Affair
41. The Fallen Angel
42. The Little Brother
43. The Longest Dinner
44. The Unsolicited Opinions
45. The Unequal Struggle
46. The First Rule
47. The Lovely Bastard
48. The Crystal Boy
49. The Catkins๏ฟผ' Philosophy
50. The Pool Party
51. The Immortal Youth
52. The White Nights
53. The Unfamiliar Familiarity
54. The Unshakable Complicity
55. The Water Strider
56. The Breakfast Fail
57. The Safe Haven
58. The Baby's Name
59. The Second Mouse
60. The Eagle
61. The Ghost of Christmas Past
62. The Mix Cd
63. The Haunted House
64. The Prodigal Son
65. The Bench

26. The Kafka Trap

435 47 156
By workingclasscheroine

"Cosa ne pensi?"

"Quello che pensavo degli ultimi cinque, Cyn" rispondo, esasperato, "Ti stanno tutti bene"

Lei gonfia le guance, risentita, e si rimira allo specchio.

È il sesto vestito che prova.

Prima di questo c'è stato quello blu, poi quello blu scuro, quello blu chiaro, quello vagamente blu ma con un po' di viola e infine quello blu quasi nero.

"Credi mi stia meglio degli altri?" ritenta, indecisa.

Devo respirare a fondo per trattenermi dallo sbattere la testa al muro fino a vomitare il cervello.

Sono qui da ore, seduto su una poltroncina maledettamente scomoda, a guardare la tenda del camerino aprirsi e chiudersi in un loop infinito.

Persino le commesse hanno iniziato a lanciarmi sguardi impietositi, di tanto in tanto, probabilmente pensando che io sia il fidanzato più paziente della terra.

"Non ne ho idea, Cyn. È sempre blu" mormoro, sfinito, la voce innaturalmente acuta.

"Questo è celeste!" sbotta lei, offesa, lisciandosi addosso la gonna del vestito, "È un'altra cosa"

"Non lo è" ribatto, al colmo dello sconforto, "È solo un blu che non ci ha creduto abbastanza"

"Non sei d'aiuto" mi accusa, puntandomi l'indice in fronte e picchierellandoci sopra, "Sei un ragazzo, no? Dovresti sapere cosa ti piace vedere sulle donne"

"Oh, se è questo il problema, puoi andare all'appuntamento semplicemente nuda"

Lei arrossisce, imbarazzata, e mi rifila uno sguardo di minaccioso avvertimento.

"Sei un idiota"

"E tu sei pazza" ribatto, e sono più serio di quanto appaio, "Credi davvero che io faccia caso a cosa indossano le donne che mi porto a letto?" 

Cyn mette il broncio, ma si china per sedersi sulle mie ginocchia e gettarmi le braccia al collo.

La abbraccio a mia volta, seppur borbottando, e lascio che si rifugi contro il mio petto, al sicuro.

"Mi dispiace, so che è una tortura" ammette lei dopo qualche secondo, spingendo il labbro in fuori nel tentativo di intenerirmi, "Ma sei l'unico vero amico che ho"

"Pensa che fortuna" ribatto, lapidario.

"Ti prego, tipregotipregotiprego" mormora sul mio collo, facendomi il solletico, "Voglio scegliere la cosa giusta"

La allontano, ridendo, e le stampo un bacio sulla tempia.

Dovrei imparare ad avere più polso, probabilmente, senza lasciarmi convincere dalla prima moina che mi si rivolge.

"D'accordo, ma basta blu" impongo, perentorio.

Come ho detto, dovrei imparare ad avere più polso.

Cyn torna in piedi in un istante, quasi saltando sul posto.

"Ci sto" acconsente, battendo le mani con incomprensibile entusiasmo, "Tanto il mio colore è il rosso"

Mi ritrovo a pensare, d'improvviso, a Shiva e alla sua annichilente saggezza.

Ha ragione: la mente femminile rimarrà un eterno segreto, per me.

"Se il tuo fottuto colore è il rosso, perché diavolo finora abbiamo esplorato ogni singola gradazione di blu?" chiedo, e la mia domanda suona quasi come una supplica.

Ho davvero bisogno di risposte.

Sono ore che Cyn continua a parlare di cose che vanno oltre la mia semplice, umana comprensione.

Lei mi guarda con aria indulgente, come se non riuscisse a credere di dovermelo spiegare ma si sentisse abbastanza misericordiosa da provare a farlo.

"Perché è un colore sobrio" afferma, paziente, "Il rosso grida Non vedevo l'ora di venire a un appuntamento con te, il blu sussurra un Ma sì, non ho pensato troppo a cosa stavo indossando"

"Forse dovresti lasciar perdere i vestiti e indossare una camicia di forza, Cyn" suggerisco, incrociando le braccia al petto e lasciando scorrere la schiena sulla poltroncina.

"Sei davvero adorabile, Paul. Sempre così dolce" mi prende in giro lei, sullo stesso tono, "Ecco perché le donne cadono ai tuoi piedi"

"Ti concedo altri dieci minuti qua dentro, poi ce ne andiamo" patteggio, con estrema serietà, "O l'unico rosso che vedrai sarà quello del mio sangue, dopo che mi sarò tagliato la gola con una gruccia"

"Ti hanno mai detto che sei troppo drammatico?"

"Di continuo" ammetto, sorridendo, "Ora datti una mossa"

Cyn sbuffa appena, e si rimira un'ultima volta allo specchio, storcendo il naso nello studiare il vestito celeste.

"Va bene" acconsente, a malincuore, "Che ne pensi di un bel terra bruciata di Siena?"

La mia espressione deve essere a metà tra il vacuo e lo sconvolto.

"In Italia?"

Lei ride.

Mi batte una mano sulla testa, teneramente, come a un cane.

"Saranno i dieci minuti più lunghi della tua vita"

"Cosa ne pensi?"

Sollevo gli occhi da Le lettere a Milena di Kafka, fulminando Churchill con lo sguardo.

"Oh, no" sibilo, "Non osare mettertici anche tu"

"Anche io?" ripete lui, divertito, rigirandosi i polsini della camicia.

"Hai trasformato la mia migliore amica in un caso psichiatrico" lo accuso, richinando lo sguardo sul libro, "E ora, per colpa tua, io conosco la differenza tra un magenta e un corallo"

"Qual è la differenza?"

"Va' a farti fottere"

"Sarebbe quella, l'idea"

"Ancora una parola, Churchill" lo minaccio, tetro, "Una sola parola e faccio cambiare la serratura di questa camera"

Sento il suono sommesso della sua risata, qualche picco più acuto mentre la lascia stemperarsi, e nascondo il sorriso che mi nasce spontaneamente sulla labbra dietro la copertina del libro.

Churchill ride di rado, e mai troppo a lungo.

La cosa è dovuta in parte a un'indole malinconica, e in parte a una sua esplicita volontà.

È una di quelle persone che tendono a sostituire la risata con un sorriso, diversamente declinato a seconda del proprio interlocutore.

Più che ridere, dunque, Churchill si limita a sorridere a mezza bocca.

Ho sempre avuto l'impressione che non ami particolarmente il suono della propria risata, e che la ritenga in qualche modo sgraziata.

Se dovessi ricercare una spiegazione, direi che mantiene questo tipo di approccio per accrescere il proprio fascino, per rendersi più misterioso e irraggiungibile.

Gli riesce bene, ovviamente.

Ma la sua risata è allegra, acuta, contagiosa, ed è uno dei miei suoni preferiti.

Così nascondo il mio sorriso dietro le pagine del mio libro, e mi sforzo di ignorarlo perché non se ne accorga mai.

Churchill resta di fronte allo specchio per qualche minuto, mentre io lo osservo sottecchi, ormai incapace di concentrarmi sul libro.

Sta canticchiando quella che mi sembra essere Stuck on the puzzle di Alex Turner, e questo è sufficiente perché le mie labbra si stirino in un secondo sorriso.

Tra le mille cose di cui Churchill si lamenta, c'è la mia abitudine di ascoltare musica mentre mi preparo per uscire.

Quando mi grida di mettere a tacere quella lagna, e lo fa ogni singola volta, sia al mattino che eventualmente alla sera, io mi limito ad avvicinarmi quel tanto che basta per premergli la mano sulla bocca e dire "Fatto".

È una cosa che fa stupidamente ridere entrambi.

Così ho creato una playlist, riempiendola di tutte le canzoni che io amo e che lui afferma di odiare, e gliela ho inviata.

"Così, quando sentirai la mia mancanza, potrai mettere questa e gridarmi addosso anche se non sono lì con te" ho detto.

La risposta di Churchill, ai tempi, è stata un sentitissimo "Conosco modi meno dolorosi per evirarsi"

Eppure, sentendolo canticchiare distrattamente Stuck on the puzzle, di fronte allo specchio, il mio cuore si gonfia di tenerezza.

Non mi lascio sfuggire una sola parola, non glielo faccio notare.

Anche se lo facessi, non ammetterebbe mai di aver ascoltato la playlist che ho creato per lui.

Così come io non ammetterei mai di averci infilato questa canzone di proposito, solo perché mi ricorda lui, nonostante io non la abbia mai ascoltata nel prepararmi.

Qualcuno di così magnetico da spingere le stelle a nascondersi nella parte più buia del cielo, qualcuno di abituato a sentirsi definire un casino, un affascinante e irrisolvibile dilemma.

Nessuna definizione potrebbe essere più calzante, per lui.

Mi tornano ora in mente le parole che ho letto poc'anzi, quelle con cui Kafka descrive la sua Milena:

«Un fuoco vivo come non ne ho mai visti»

Ho sempre avuto il vizio di creare ponti invisibili tra ciò che leggo e la realtà che abito, come se le parole altrui mi fossero necessarie a capire meglio me stesso.

È come se ogni nuova lettura amplificasse il mio modo di stare al mondo.

Kafka, in particolare, mi è sempre piaciuto: un uomo che si sentiva infinitamente sporco, immeritevole, ingabbiato nell'ombra di un padre troppo distante e troppo più forte di lui.

Non serve avere chissà quale capacità introspettiva, per capire come mai una tale personalità susciti la mia partecipe simpatia.

Franz Kafka aveva vissuto tutta la sua vita sentendosi colpevole di qualcosa d'indefinito e terribile.

Poi, d'un tratto, aveva trovato l'unica persona al mondo che pareva non accusarlo di niente.

Ho studiato abbastanza per sapere che Milena era molto lontana dal meritare l'appellativo di angelo con cui Kafka la carezzava: era una donna figlia del suo tempo, imprevedibile, intelligente, coraggiosa.

Una donna, dunque molto più di un angelo, che amava la vita terrena con inarrestabile gioia.

E Franz, che di vivere era del tutto incapace, aveva lasciato che la vita gli scorresse addosso attraverso di lei.

Sfioro Churchill con lo sguardo, protetto dalla barriera offerta dal libro ancora aperto, e mi coglie d'improvviso la realizzazione d'aver trovato anch'io la mia Milena.

Con Kafka ho sempre condiviso, se non altro, la terribile abilità nell'erigere muri, la condanna a una sensibilità dolorosa e insoffocabile.

Quelli come noi non hanno bisogno delle Beatrici, degli angeli, di qualcuno che ci allontani dal mondo terreno per portarci altrove, a rincorrere le stelle.

Questo sappiamo già farlo, fin troppo bene.

Noi abbiamo bisogno delle Milena.

Abbiamo bisogno di qualcuno che ci tenga a terra, che ci costringa a restare nel mondo, a conoscerlo, ad amare l'oro e la polvere in egual modo, senza voltare la testa.

Un coltello che ci rigiri nelle viscere, qualcuno che ci dimostri che è possibile vivere sopravvivendo alle ferite.

Qualcuno che ci porti dei guai, perché siamo incapaci di procurarcene da soli, e che ci trattenga per la mano quando tentiamo di rifugiarci in una delle nostre tane.

Perché noi, scriveva bene Milena, siamo esseri senza rifugio e senza riparo, come creature nude in mezzo a creature vestite, e siamo esposti a tutto ciò da cui gli altri sono protetti.

E io mi sono sempre sentito così.

Come un essere scorticato e gettato al mondo, esposto alle intemperie, destinato a subire gli sguardi pietosi di coloro che nascono già provvisti di corazza.

Ma Churchill è per me ciò che Milena deve essere stata per Franz: nuova pelle.

Ha smesso di canticchiare, adesso, i suoi occhi che incrociano i miei nel riflesso dello specchio.

Corruga appena le sopracciglia, sarcastico.

"Perché mi fissi, Milena?"

Resto per un attimo senza parole, prima di capire che deve aver semplicemente letto il titolo del libro che continuo a tenere sulle gambe.

"Perché sembri un cameriere" rispondo, con leggerezza, e gli concedo un sorriso.

"Grazie, Ellie" replica lui, sistemandosi il colletto, "Hai altri complimenti da fare, prima che venga lì a strapparti via la lingua dalla bocca?"

"Uno solo" confermo, abbandonando finalmente il libro sul letto, "Se volessi vederti mezzo nudo, mi infilerei direttamente nella doccia con te"

Mi alzo in piedi, quasi barcollando per la stanchezza, e gli faccio cenno di voltarsi.

"Sono certo che tu ci abbia provato, amore" commenta Churchill, parandomisi obbedientemente di fronte, "Ecco perché chiudo sempre a chiave"

Mi lascio sfuggire una breve risata mentre le mie dita si stringono intorno al colletto slacciato della sua camicia, strattonandolo lievemente per spingerlo ad avvicinarsi ancora un po'.

"Dovresti assicurarti di coprire il buco della serratura" scherzo, rilassato.

Spingo gli ultimi due bottoni nella propria asola, sotto lo sguardo divertito di Churchill, e mi allontano per rimirare il risultato.

"Ecco, ora sei quasi decente"

"Non sembro più un cameriere?"

Lo studio con aria critica, e lui ride ancora e sibila un Bastardo affettuoso e appena accennato.

"Lo sembri ancora" decido, dopo una breve valutazione, "Ma perlomeno sembri un cameriere che può sperare di arrivare a fine serata senza essere licenziato"

Churchill mi dà nuovamente le spalle, e io mi rigetto sul letto, recuperando Kafka e posandomelo di nuovo sulle ginocchia.

"Tu cosa farai, stasera?"

Mi scrollo un po', indifferente rispetto alla questione.

Prima di loro, prima di lui, ero abituato alla solitudine: non sarà una serata in camera a darmi il colpo di grazia.

"Nulla, credo" lo informo, sovrappensiero, "Se mi annoio, in ogni caso, posso sempre fare un salto da Shiva e Phineas"

Churchill mi rivolge un sorriso.

"Se l'appuntamento dovesse andare bene, amore, potrei chiederti di dormirci, da loro"

Sollevo lo sguardo dal libro solo per rivolgergli un'occhiataccia.

"Se davvero credi di poterti scopare la mia migliore amica sul mio letto, come se tutta questa situazione non fosse già inquietante di per sé, sappi che dovrai prima passare sul mio cadavere" lo minaccio, perfettamente calmo, "E se la porterai in camera giuro che io rimarrò qui, seduto sul letto, a guardarti dritto nelle palle degli occhi e a cantare Nella vecchia fattoria fino ad ammazzare ogni singolo, piccolo, minuscolo accenno di erezione sul nascere"

Churchill ride, senza riuscire a frenarsi, e si avvicina per stamparmi un bacio affettuoso e quasi orgoglioso sui capelli.

"Oh, non c'è niente che mi ecciti di più che sentir cantare Nella vecchia fattoria, Vallie" mormora, con un tono scherzosamente seducente che mi strappa un verso di disgusto e una mezza risata.

"Te ne manca una" rilevo, tamburellando le dita sulla copertina delle Lettere a Milena.

"Una cosa?"

"Una sorella" mi limito a constatare, con un'occhiata complice, "Mi hai chiamato col nome di due delle sorelle di Kafka. Manca solo la terza"

Churchill sorride, il suo sorriso enigmatico che balena per un attimo nel riflesso dello specchio.

"Non so di cosa parli, Ottla" risponde la mia vivente definizione di kafkiano, la mia ingestibile Milena, "Non ho mai letto Kafka"

Sorrido a mia volta.

Churchill torna a prestare la sua attenzione allo specchio, lavorando i capelli con le dita, e io al mio libro.

Anche nel ritrovato silenzio, tuttavia, non c'è verso per me di continuare la lettura in santa pace.

Afferro il telefono, che ha preso a vibrarmi in tasca da qualche minuto, e lo tiro fuori con la solenne intenzione di lanciarlo giù dalla finestra.

Il nome di Cyn sullo schermo mi spinge ad esitare.

Impallidisco.

I miei occhi si posano istintivamente su Churchill, che canticchia a bassa voce, inconsapevole di ciò che sta succedendo.

Lei risponde all'istante, e posso facilmente immaginarmela a passeggiare per camera sua, con le unghie tra i denti e il telefono stretto in mano.

Questa potrebbe essere un'occasione d'oro per togliermi da una situazione scomoda.

Mi tornano in mente le parole che Shiva mi ha rivolto stamattina.

"Se proprio ti mette così a disagio, basta che tu glielo dica" ha spiegato, esalando il fumo con le parole, "E non se ne farà nulla"

So che è così.

Churchill è troppo leale nei miei confronti, troppo corretto, e si limiterebbe ad eseguire senza fiatare.

Ma non sarebbe quel che vuole.

E neanche quel che vuole Cyn.

La risposta di Cynthia arriva dopo qualche minuto di esitazione.

Sbuffo.

Riesco a immaginarla anche ora, mentre sorride in risposta alla mia esasperazione.

Sto per scriverle una banalità del tipo Nulla, probabilmente, quando una raffica di messaggi mi interrompe.

Questo è quel che succede a fare buone azioni: si ritorcono contro di te.

Cyn è ancor più lapidaria di me.

"Che ti prende?"

La voce di Churchill mi fa sussultare.

"La ragazza con cui hai un appuntamento ha appena minacciato di darti buca se io non vi accompagno" mi lascio sfuggire, preso alla sprovvista.

Lui sembra fermarsi nel bel mezzo di un movimento, con le dita a mezz'aria e la spazzola ben stretta in mano.

"Cosa?"

"Amico, non so cosa tu faccia alle donne, ma è fottutamente terrorizzata" spiego, ostentando una calma che non provo, "Ha osato chiedermi di farvi da candela, come se fosse una cosa normale da chied-"

L'espressione pensierosa sul viso di Churchill mi fa impallidire ulteriormente.

"Oh, no" mormoro, arretrando sul letto come un animale in trappola, "Non dirmi che ci stai ragionando"

Lui sembra esitare.

"Non è che tu abbia di meglio da fare, Jean" accenna, senza osare completare la frase.

"Church, tesoro. Permettimi di farti una lista di cose che preferirei fare" lo interrompo, a un passo dall'isteria, "Numero uno: infilare le palle in un frullatore a immersione"

"Non fa piacere neanche a me, Mayra, ma-"

"Numero due: strappare i peli sul petto della Scopa con i denti. Uno ad uno" proseguo, imperturbabile.

Churchill, seppur chiaramente nervoso, si lascia sfuggire un sorriso.

"Non riesco a credere che la gente dia a me del melodrammatico, quando al mondo esisti tu"

"Numero tre: farmi operare da Phineas il sabato sera. E tu sai come è ridotto Phineas il sabato sera"

"Hai finito?"

"Numero quattro: presentarmi a una cena di gala con un maglione lavorato ai ferri dal Cerbero"

"Layla..."

"Numero cinque: rimanere murato in uno sgabuzzino con la sola compagni di Stuart Sutcliffe e Liam Gallagher"

Churchill alza gli occhi al cielo, sorride ancora.

"Se tu vieni, convinco Jane Asher ad uscire con noi" offre, senza badarmi.

Mi blocco d'improvviso.

"Bastava dirlo" acconsento, senza pensarci due volte, "Per Jane Asher, amore, ti accompagno anche sull'altare"



Note

Prima di tutto, permettetemi di onorarvi con questa meraviglia fatta da trashmouxt 🤍:

Io rimango incantata ogni volta che guardo questo disegno, giuro 🥺🥺🥺

Ora, per quanto riguarda il capitolo: i guai si duplicano :))))

Benvenuta Jane.

E scusate per il pippone letterario, ma mi piaceva troppo il collegamento con la canzone di Alex Turner e in generale amo moltissimo Kafka.

Quindi spero lo troverete tollerabile, anche perché a me non dispiace per nulla.

Chi mi segue su instagram (@wcheroine.watt) la conosce già, ma per chi volesse ascoltarla la canzone in oggetto è questa:

(Spero di aver messo il collegamento giusto se no avvisatemi e io mi limiterò a sentirmi stupida per il resto della vita)

Sempre per la gang di Instagram, vi ricordo che tra i messaggi dei ragazzi c'era questo:

Qui nulla si fa per caso :)))))))

Poi, prendiamoci un secondo per apprezzare la maturità di Cass, che nonostante detesti l'idea dei suoi due migliori amici che escono assieme è comunque pronto a mettere di fronte a se stesso la loro felicità.

Bravo tesoro, vedi che non sei un amico di merda? 🥺🥺

Per il resto, nel prossimo capitolo vedremo finalmente questo appuntamento che vi sto facendo sudare, e che è improvvisamente diventato un'uscita a quattro.

Così, de botto, senza senso.

Non vedo l'ora di scriverlo, e spero di poterlo fare il prima possibile.

Spero di avervi detto tutto, ma nel caso dimenticassi qualcosa la aggiungerò man mano.

All the love,

H.

Continue Reading

You'll Also Like

114K 5.4K 65
Chissร  perchรฉ ci era stato insegnato che i simili erano soliti respingersi, che due menti e due caratteri fin troppo uguali non erano fatti per stare...
21.1K 1.6K 38
Pietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non...
143K 4.8K 65
"L'amore รจ come una partita di calcio: ci sono momenti di gioia e trionfo, ma anche momenti di tensione e sconfitta. Ma con Kenan al mio fianco, sape...