Poisonus Rose

By _0u_33_N

6.8K 277 12

Dopo la fine del conflitto fra mafie Italiana e Russa, y/n -l'ultima erede dell'impero italiano- si trasferis... More

premesse
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30

Capitolo 24

101 7 2
By _0u_33_N

Era arrivato sabato, entro qualche ora saresti partita per la missione e avresti concluso il piano.
Ti veniva quasi da vomitare al pensiero di ciò che avresti dovuto fare. Entro qualche ora saresti dovuta stare a un tavolo con Woojin e accettarne le avances, sentivi un conato di vomito al solo pensiero di sentire le sue mani toccarti, ti disgustava.

In quel momento stavi consolando Bangchan, era notte fonda, aveva avuto un altro incubo e ora stava di nuovo piangendo.
Gli stavi accarezzando i capelli mentre pensavi seriamente di assumere uno psicologo, avevi paura che il tuo vice avesse traumi troppo gravi per poter risolvere i problemi che ne sarebbero risultati da solo. Non volevi assolutamente sapere cosa aveva passato, volevi solo che stesse meglio.

"Chan"

Lo avevi chiamato mentre lo accarezzavi, lui aveva tirato su col naso una delle ultime volte. Aveva lasciato un gemito uscirgli dalle labbra, come a dirti di andare avanti. Aveva pianto per almeno un quarto d'ora, eri corsa da lui sentendo il solito urlo che aveva preceduto le lacrime.

"Che ne dici di andare da uno psicologo? Così magari potrebbe andare meglio con gli incubi"

Avevi detto stringendolo di più a te, tirandolo su per farlo stare più comodo.
Era sdraiato sopra di te con la testa sul tuo petto, teneva le braccia attorno alla tua vita, senza stringere, e ormai si stava quasi per riaddormentare.
Era passato poco tempo da quando era tornato, forse cercando di fare qualcosa da subito per sarebbe riuscito a guarire in poco tempo.
Aveva annuito, solleticandoti la pelle del collo coi capelli, facendoti sorridere e prudere la zona.

"Va bene, se pensi che possa aiutare mi fido"

Aveva risposto il ragazzo sbadigliando senza coprirsi la bocca.
Eri felice si stesse riaddormentando sereno. Quella non era la prima volta della settimana in cui dormivate assieme a causa dei suoi incubi, fortunatamente avevi il sonno leggero e riuscivi a sentire la sveglia dalla tua stanza e a svegliarti in tempo per andare a scuola.

Pensavi che magari con l'aiuto dei medici il suo stato sarebbe migliorato e si sarebbe rimesso in sesto in un paio d'anni, forse anche meno.

Il ragazzo intanto si era riaddormentato fra le tue braccia, lo avevi capito grazie all'allentarsi della sua presa sul tuo girovita.
Ti aveva lasciato la maglia del pigiama fradicia, ma almeno era riuscito ad addormentarsi serenamente, avevi continuato ad accarezzargli i capelli finché anche tu non ti eri abbandonata alle braccia di morfeo.
Mentre lo coccolavi -accertandoti fosse comodo e a suo agio- lo osservavi, guardavi i gessi, le bende e le cicatrici, avresti voluto accarezzarle, ma avevi paura che si sarebbe svegliato.
Eri molto preoccupata per lui, per la sua salute, i tuoi compagni erano troppo impegnati a ricoprire il loro hyung di attenzioni e non si erano accorti fossi tesa.
Eri rimasta turbata dallo stato in cui era tornato a casa, sia fisico che mentale, e avevi sinceramente paura a lasciarlo a casa senza poterlo controllare tutto il giorno tutti i giorni.
Non ti importava di dover dormire con lui, ne delle opinioni che avevano i tuoi colleghi a riguardo, volevi proteggerlo, ne aveva bisogno ora che era così fragile.
Avevi paura di lasciarlo con Jeongin, quel ragazzo era troppo immaturo per capire i limiti che i traumi di Chan imponevano. Non capiva che non poteva abbracciarlo e toccarlo come voleva quando voleva, che il maggiore ne soffriva e che aveva bisogno di tempo per far tornare tutto come prima.
Purtroppo non era nemmeno l'unico: Felix era quasi uguale. Al ragazzo piacevano gli abbracci, le carezze e le coccole più che a ogni altro in quella casa, e da quando il suo hyung preferito era tornato nemmeno lui mancava di ricoprirlo d'affetto.
Bangchan dal canto suo faceva del suo meglio per non far notare il suo malessere ai due più piccoli, anche se non gli riusciva molto bene a vederlo dall'esterno.
Mancava quel Chan che cercava sempre degli abbracci, mancava da troppo tempo e doveva tornare.

La mattina dopo ti eri svegliata nella stessa posizione in cui ti eri addormentata, forse solo un po' più in giù, più sdraiata rispetto a come eri andata a dormire, con ancora il tuo vice addosso, sdraiato a stella su di te, quasi non ti faceva respirare.
Volevi alzarti, ma il ragazzo era troppo pesante per essere spostato con gentilezza, lo avresti svegliato e non volevi.
Ne avevi approfittato per osservargli il viso un'altra volta: era bello proprio come lo ricordavi, quei lineamenti di cui avevi tanto sentito l'assenza ora però non erano più altrettanto dolci, non altrettando sereni. Forse era perché era dimagrito -la perdita di peso glieli aveva induriti- o forse era per quello che aveva subito.
Avevi paura che non avresti più visto quel suo sorriso che gli colorava il viso di gioia, quello che gli faceva mostrare le fossette e quasi chiudere gli occhi, quello accompagnato da quella risata che gli faceva male alla pancia e alle guance, che gli faceva perdere il fiato per quanto durava. Solo i suoi compagni riuscivano a farlo ridere così e in quella settimana non ci erano riusciti.
Gli occhi di Bangchan erano ancora pieni di paura, un'emozione che prima non vedevi mai sul suo viso.

Era triste, ti faceva male il cuore a pensarci, non volevi credere che fosse colpa tua, anche se eri convinta che lo fosse.
Saresti potuta andarlo a prendere prima, o esser stata più prudente con quella scheda madre; effettivamente Woojin non poteva essere così stupido da lasciarla intatta, te ne saresti dovuta accorgere, ma il buonsenso era stato oscurato dalla gioia che avevi provato in quel momento. Eri triste, delusa da te stessa, ma non provavi l'impulso di piangere, solo quello di gridare a pieni polmoni, di cercare quell'uomo disgustoso e fargli passare quello che aveva fatto al tuo vice.

Quei pensieri avevano smesso di tormentarti quando Chan si era svegliato. Ormai erano le dieci e un quarto, e si era addormentato molto presto la sera prima, chissà quante ore di sonno che aveva perso per dormire così tanto.
Appena aveva aperto gli occhi si era guardato attorno, un po' spaesato, finché non aveva incontrato il tuo sguardo e il suo viso non si era colorato di rosso, facendolo subito, ma a fatica, spostare da sopra di te.

"S-scusami"

Aveva balbettato mentre scendeva, sdraiandotisi accanto, dandoti le spalle. Tu avevi fatto una piccola risata prima di abbracciarlo da dietro con il viso sulla sua schiena, facendolo sussultare per un attimo. Si sarebbe aspettato la tua solita sgridata su come non avreste dovuto dormire assieme abbracciati e su come non avreste dovuto avere nessun tipo di rapporto, invece lo avevi sorpreso. La piccola speranza che quella relazione potesse avere una possibilità era tornata.

"Non ti preoccupare"

Avevi detto stringendolo a te, non era il momento di rimproverarlo per cose futili.

"Come hai dormito?"

Gli avevi chiesto accarezzandogli l'addome cercando di calmarlo. Sentivi il cuore pulsare nel suo petto, non sapevi se per l'ansia di quel tocco improvviso che ancora lo spaventava o magari per l'emozione, speravi -sapendo che in realtà non era così- per la seconda.

"Abbastanza bene, non ho fatto più incubi da quando sei arrivata"

Aveva risposto senza girarsi, abbassando la voce man mano che andava avanti a parlare. Quell'affermazione ti aveva fatta sorridere, facendoti distrarre, per un momento, dai brutti pensieri.
Il ragazzo si era lentamente rilassato sotto il tuo tocco, avevi quasi paura si sarebbe riaddormentato.

"Dai, andiamo a fare colazione"

Avevi detto prima di liberarlo dall'abbraccio e alzarti, lui non aveva fatto nulla per trattenerti se non sbuffare.

"Non ho voglia"

Si era lamentato, ovviamente per lui alzarsi era molto più faticoso che per te con tutto il gesso e che aveva addosso.

"Va bene, ti faccio portare la colazione qui, io ho alcune cose da fare"

Avevi detto mentre ti stiracchiavi e andavi in camera tua a sistemarti, dodici ore dopo saresti stata in quella di Woojin, anche se non volevi assolutamente pensarci.

Ti eri lavata e vestita prima di andare nel tuo ufficio a cercare su internet i migliori psicologi del paese, volevi solo il meglio per il tuo vice.
Avevi usato tutto il resto della mattinata per farlo e infine avevi assunto l'élite, il migliore fra i migliori: i chiamava Kim Namjoon, aveva più certificazioni di quante potessi contarne e parlava perfettamente inglese in caso Bangchan avesse sentito il bisogno di quella lingua.
Aveva curato persone sul lastrico, a un passo dal suicidio, il caso del tuo compagno per lui non sarebbe stato troppo difficile rimetterlo in sesto anche se non pensavi che sarebbe guarito completamente nonostante non la smettessi di sperarci.
Avevi dato un'occhiata all'agenda del tuo collega, notando che aveva il martedì libero e fissandogli il primo appuntamento quel giorno della settimana a venire.

Dopo aver finito quella piccola commissione eri uscita in giardino a fare due passi, osservando il maniero da fuori.
Era un edificio quasi triste, non aveva nulla di bello o particolare fuori, sembrava un condominio qualunque.
Era perfetto per la zona in cui era, si mimetizzato perfettamente nel quartiere malfamato, forse l'unica cosa che avrebbe potuto far saltare la copertura dell'edificio era il cortile, tenuto molto bene nonostante non fosse nulla di speciale o particolarmente colorato.
Avevi camminato attorno al palazzo sulla stradina di mattonelle, guardandoti le converse nere e tenendo le mani nelle tasche del giubbotto.
Continuavi a rimuginare su cosa avresti dovuto fare quella sera, potevi sentire la tua colazione minacciarti di uscire, provavi un disgusto che non avevi mai provato prima. Avevi tirato su il cappuccio della felpa nera rubata a Hongjoong, tirandone i lacci, affondando il viso nel tessuto e annusando il profumo del ragazzo.
Avevi chiuso gli occhi, prendendo un respiro profondo e cercando di calmarti. Appena avevi abbassato le palpebre ti era comparso davanti il viso solare e dal sorriso furbo di Hongjoong, eri curiosa di sapere come se la passava ora che aveva trovato sua madre. Sicuramente era al settimo cielo, e su quello non avevi dubbi, ma volevi sapere come fosse questa donna che lo aveva dovuto lasciare in orfanotrofio. Lui non ce l'aveva con sua madre, anche se non ne capivi il motivo, non eri ancora abbastanza matura da capirlo forse. Intelligente non significava matura, e cosa poteva saperne una diciasettenne cresciuta nell'amore incondizionati della propria famiglia di cosa prova un ragazzo con un'infanzia in orfanotrofio?

Avevi dato un calcio a un ciottolo, sempre guardando giù, mentre riprendevi a camminare, continuando a girare attorno al palazzo e a perderti fra i tuoi pensieri. Ci eri rimasta finché non era arrivata l'ora di pranzo, era un po' che non uscivi, avevi recuperato tutti i passi che non avevi fatto in quel periodo.
Ti eri presentata al tavolo per pranzo forse leggermente in ritardo rispetto agli altri, e non avevi per niente fame. Avevi avanzato quasi tutto se non un sorso d'acqua e qualche boccone di verdura, ma la nausea aveva avuto la meglio su di te e ti eri fermata.

"T/n, tutto bene?"

Ti aveva chiesto Felix, che era seduto accanto a te, preoccupato.

"Sì, non ti preoccupare, è solo un po' di nervosismo"

Gli avevi risposto con un sorriso affaticato. Il ragazzo aveva lasciato perdere, dando per scontato che avresti preferito non parlarne.

"Mi fa schifo"

Avevi sussurrato fra te e te, attirando -come speravi- l'attenzione di Felix.

"Cosa ti fa schifo?"

Aveva chiesto sempre più preoccupato, pensava ci fosse qualcosa di strano nel cibo, che non ti sentissi bene.

"Woojin, mi disgusta"

Avevi detto. Sentivi quasi le lacrime agli occhi, erano giorni che la cosa di tormentava e non trovavi una soluzione. Il ragazzo ti aveva preso la mano, accarezzandone il dorso col pollice.

"Prova a immaginare che sia qualcuno che ti piace, tipo Chan, oppure Hongjoong"

Aveva provato a consigliare l'australiano. Tu intanto ti guardavi attorno, accertandoti che nessuno ti vedesse vulnerabile: mostrarti in quello stato non era nei piani, ma non eri riuscita a contenerti nel vedere lo sguardo preoccupato del tuo amico, era sempre stato così gentile con te e nonostante questo non ti eri mai aperta con lui.
Avevi preso un respiro profondo, chiudendo gli occhi e immaginando i visi sorridenti di entrambi i ragazzi a cui ti aveva consigliato di pensare prima di parlare.

"Hai ragione, potrebbe funzionare"

Avevi risposto con un sorriso prima di provare a buttare giù qualche altro boccone a fatica.

Avevi passato altre ore nel giardino nel retro prima di deciderti a prepararti per uscire, all'alba delle quattro.
Ti eri presa un bel po' di tempo per farti una doccia prima di vestirti e truccarti.
Avevi deciso di indossare un vestito di raso senza maniche, lungo fin sotto le ginocchia e con un profondo spacco sulla gamba sinistra. Sopra avevi una pesante pelliccia finta nera abbinata con le scarpe aperte dal tacco a spillo e a una borsetta di pelle dentro a cui tenevi un cellulare con localizzatore, portafogli e una bustina di polvere bianca che avresti dovuto usare per addormentare Woojin.
Avevi deciso di stirare i capelli e di sistemarli in modo che ti mostrassero il viso usando della lacca.
Indossavi una parure di diamanti: orecchini pendenti, bracciale sul polso sinistro e collana abbinati. Erano sobri per quanto brillassero, si limitavano a essere una serie ininterrotta e senza decorazione di pietre quadrate, eleganti nella loro semplicità.
Non ti eri truccata in modo troppo pesante, ti eri limitata a fare una lunga e molto appuntita linea di eyeliner e ad alzare ed evidenziare i lineamenti del tuo viso con la base. Indossavi anche delle ciglia finte e un rossetto opaco del colore delle tue labbra, incapace di trovare qualcosa che si abbinasse meglio ai colori che avevi scelto.
Non ti eri dimenticata il profumo, forse quello avrebbe giocato la parte più importante.

Ci avevi messo circa un'ora e mezza ed eri partita non appena eri stata pronta. Avevi evitato di farti vedere da Bangchan, sapevi che si sarebbe opposto al piano nel vedere la tua espressione così disgustata.
Felix ti aveva presa per mano prima di farti salire sull'aereo privato con cui sareste arrivati nel paese in cui eravate diretti.
Sentivi come se stessi per andare al macello, avevi avuto quella sensazione durante tutto il viaggio, sia in aereo sia in macchina: a distanza di poco tempo Woojin ti avrebbe dovuta toccare in posti intimi, e tu avresti dovuto fingere che ti piacesse.
Eri arrivata davanti al locale, dopo aver guardato un'ultima volta il biglietto che quella donna ti aveva dato giorni prima, alzando lo sguardo verso l'insegna. Era un locale elegante, pieno di persone di classe, come era possibile che un verme come Kim Woojin potesse essere accettato lì? Il pensiero delle sue mani sulla tua pelle ti era di nuovo passato per la mente, facendoti deformare il viso da una smorfia di disgusto, non sapevi come e se saresti riuscita a farcela.
Ti eri fatta forza, entrando finalmente in quel posto così lussuoso. Era di un'eleganza antica, anni sessanta: tutto era dorato e luccicante lì dentro, ed era pieno di persone vestite di tutto punto.
Ti guardavi attorno, cercando una chioma castana e un paio di occhi a mandorla fra i ciuffi biondi e perfettamente pettinati del resto degli uomini del locale.
Non avevi gli occhi di tutti addosso, la tua scelta del guardaroba non era insolita o particolarmente sfarzosa nel luogo in cui ti trovavi, ma avevi conquistato quelli del barista al bancone. Era un ragazzo giovane, sui vent'anni -venticinque forse- ovviamente biondo e con gli occhi scuri, ti fissava in modo così insistente che te ne eri accorta, girandoti verso la sua direzione e trovando -davanti a lui- ciò che cercavi: un paio di spalle larghe, capelli castani e occhi a mandorla sottili, il tuo obiettivo.
Avevi sorriso e ti eri avvicinata, cercando di fare più rumore possibile coi tacchi, attirando la sua attenzione.

"È libero qui?"

Avevi chiesto in inglese, una lingua in cui il tuo accento non si sentiva, toccando lo schienale della sedia alla sua sinistra, il ragazzo si era girato con un sorriso gentile, un aggettivo che non pensavi gli avresti mai attribuito. Aveva annuito per poi girarsi verso il suo bicchiere prima che ti sedessi al suo fianco e ordinassi un cosmopolitan al barista che osservava troppo fastidiosamente l'interno della tua scollatura.

"Lasci che glielo offra"

Aveva detto il ragazzo a un tratto riferendosi al drink, girandosi di scatto verso di te.
Avevi sorriso, un sorriso falso e che cercava do nascondere la tua nausea: sapevi che si aspettava qualcosa in cambio di quella bevanda, qualcosa che non volevi dargli.

"La ringrazio"

Avevi detto, senza rifiutare, e lui aveva avvicinato la sua sedia alla tua, cercando di iniziare un dialogo.

"Viene spesso qui?"

Aveva chiesto lui bevendo un sorso di quello che credevi fosse whiskey mentre tu seguivi i movimenti delle sue mani. Eri ansiosa di sapere quando avrebbero toccato la tua pelle, era come aspettare di fare una colonscopia.

"No, a dire il vero no, è la prima volta"

Avevi risposto accarezzando il bordo del tuo bicchiere -che era arrivato in sorprendentemente poco tempo- con le dita, senza guardare Woojin che stava squadrando ogni centimetro del tuo corpo.

"Ha ragione, l'avrei notata prima se no"

Aveva ribattuto lui, strappandoti un sorriso falsamente lusingato.
Sentivi il suo sguardo bruciare sulla tua pelle, ti infastidiva anche se cercavi di non farlo notare facendo vagare il tuo su di lui, per sapere dove colpirlo una volta fosse arrivato nel tuo seminterrato.
Era atletico, non troppo alto, e aveva le spalle larghe, fisicamente non avrebbe fatto fatica a sovrastarti, avresti dovuto usare altri mezzi per buttarlo giù.
Indossava una camicia con due bottoni aperti a partire dall'alto, un paio di pantaloni neri da ufficio abbinati alla sua giacca. Stava bene, nulla da dire, ma sia Hongjoong che Bangchan sarebbero stati molto meglio.

"Posso chiederle il nome, se non risulto troppo sfacciato"

Aveva detto appoggiando le braccia al bancone come avevi fatto tu molto prima, sfiorandoti il dorso della mano con un dito.

"Rose Veneno, molto piacere"

Avevi risposto prendendo il tuo bicchiere, alzandolo mentre ti giravi verso di lui e accavallavi lentamente la gamba sinistra sulla destra, lasciando intravedere sempre più pelle, sotto il suo sguardo attento che non ti lasciava andare nemmeno per un istante.

"Il suo?"

Avevi chiesto, riappoggiando il bicchiere al bancone, abbassando l'enorme pelliccia fino a scoprire il tuo scollo e le tue spalle. Ora il tuo profumo si sentiva ancora di più di prima, il tuo obbiettivo ne era deliziato.

"Kim Woojin"

Aveva risposto distrattamente, senza staccarti gli occhi di dosso e senza pensare a dove avesse già sentito il tuo nome, anche se non era troppo raro. Si era quasi dimenticato della sua conversazione con Chan, quando gli aveva chiesto se si scopasse qualcuno.

"Woojin!"

Lo aveva chiamato una voce maschile.

"Seungri! Da quanto tempo"

Lo aveva salutato il giovane uomo. Si erano parlati per qualche minuto, ignorandoti completamente, ne avevi approfittato per versare la polvere nel bicchiere del tuo obbiettivo.

Avevi sorriso prima di cercare di iniziare una conversazione, avendo molto successo. Avevate cominciato a parlare di politica, avevate idee molto differenti, anche se avevi dovuto fingere di essere d'accordo con lui per il bene del piano.

"Wow, sei veramente perfetta Rose"

Aveva detto, ormai ti era vicino e ti accarezzava la gamba sinistra arrivando troppo in alto per i tuoi gusti. Nonostante questo lo stavi lasciando fare, doveva credere che ti piacesse.
Avevi sorriso prima di fare una piccola risatina e ringraziare.

"Mi annoio qui però"

Avevi detto dopo uno sbuffo, mentre passavi un dito sul suo avambraccio. Avevi deciso di puntare lo sguardo nei suoi occhi prima di fare un sorriso malizioso che lui aveva ricambiato.

"Potremmo andare da me se ti va"

Avevi risposto senza smettere di accarezzarti la gamba, portando la mano nel tuo interno coscia.
Mentre andavi avanti con il tuo lavoro il disgusto in qualche modo aveva condiviso il posto con la soddisfazione: ce l'avevi fatta, aveva abboccato.

"Ne sarei deliziata"

Ti eri avvicinata al suo orecchio prima di parlare, sussurrando.
Il ragazzo ti aveva preso la mano prima di scuotere un po' la testa, iniziava a annebbiarglisi la vista, e si era alzato portandoti alla sua macchina. Non abitava lontano da lì, erano tre minuti e fortunatamente non c'era traffico. Non si era nemmeno accorto del furgone che vi seguiva.
Avevate salito le scale di un condominio nel centro della città, entrando in un attico. Era buio, il proprietario non si era preoccupato di accendere la luce, si era immediatamente fiondato su di te e sulla tua pelle, ti sembrava la sensazione che poteva darti una lumaca. Avevi finto di provare piacere finché non ti aveva portata nella sua camera, togliendosi la camicia, buttandoti sul letto e sovrastandoti prima di scuotere di nuovo la testa. Aveva sonno, non vedeva più quasi nulla e continuavano a chiuderglisi gli occhi.

"Tutto bene?"

Gli avevi chiesto fingendoti preoccupata, cercando di trattenere un sorriso.

"No, no-non mi sento molto be-"

Non aveva nemmeno finito la frase che era collassato su di te, fortunatamente ti eri scansata in tempo.
Ti eri alzata, osservando compiaciuta il ragazzo svenuto sul letto davanti a te.
Avevi preso il cellulare, chiamando Hyunjin che era in macchina con Minho e Changbin.

"Ce l'hai fatta?"

Aveva chiesto il ragazzo nervoso.

"Sì, siamo all'ultimo piano"

Continue Reading

You'll Also Like

4.3K 179 9
(storia ambientata negli anni 2000) Tn: perché mi fai tutto questo!? Bill: perché ti amo. 4 ragazzi vanno in giro vestiti da ghostface a fare ciò ch...
162K 7.5K 17
Fanfiction di Miraculous Ladybug e Chat Noir. E se con il tempo Adrien imparasse a conoscere meglio Marinette e Marinette si innamorasse di Chat Noir...
60.1K 4.5K 37
Ci si può innamorare di una voce al di là di un muro? Quando tutto è buio e la speranza sembra sparita, quando hai freddo e non sai se rivedrai più...
2.5K 65 10
E se i cinque dragon slayer più Zeref fossero dei sovrani? Cosa accadrebbe? E se Lucy avesse un segreto che non può dire a nessuno? Questa è la mia p...