𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼...

Por IAMASIANIMRI

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La legge. Un ambito di studio sicuramente eccellente. Nuovi avvocati, magistrati e tutto ciò che quell'univ... Más

PROLOGO
Capitolo 1 (Zulema Zahir)
Capitolo 2 (Superficialità)
Capitolo 3 (sexy?)
Capitolo 4 (Zulema va bene)
Capitolo 5 (Processo)
Capitolo 6 (Controllo)
Capitolo 7 (Los Angeles)
Capitolo 8 (Correndo)
Capitolo 9 (Niente)
Capitolo 10 (🦋🦋🦋)
Capitolo 11 (Labbra tra i denti)
Capitolo 12 (Lavoro)
Capitolo 13 (Mia pt.1)
Capitolo 14 (Mia pt.2)
Capitolo 15 (🇮🇹 pt.1)
Capitolo 16 (🇮🇹 pt.2)
Capitolo 17 (🇮🇹 pt.3)
Capitolo 18 (🇮🇹 pt.4)
Capitolo 19 (🇮🇹 Processo)
Capitolo 20 (🇮🇹Venezia pt.1)
Capitolo 21 (🇮🇹Venezia pt.2)
Capitolo 22 (Prediletta?)
Capitolo 23 (Pensaci...)
Capitolo 24 (Non posso)
Capitolo 25 (Non riesco a stare senza di lei)
Capitolo 26 (Sesso?)
Capitolo 27 (Vedremo)
Capitolo 28 (Instagram)
Capitolo 29 (⚠️)
Capitolo 30 (Te lo avrei detto)
✨ANNUNCIO✨
Capitolo 31 (Questione di falsità)
Capitolo 32 (FOGLIO BIANCO)
Capitolo 33 (Dimmelo)
Capitolo 34 (La lettera)
CAPITOLO 35 (Ibiza)
Capitolo 36 (Gelosia)
Capitolo 37 (Convocazioni)
Capitolo 38 (California)
Capitolo 39 (Alcatraz)
Capitolo 40 (Periodo Natalizio)
Capitolo 41 (1 mese prima)
Capitolo 42 (Hai studiato abbastanza)
Capitolo 43 (Capodanno)
Capitolo 44 (Esame)
Capitolo 45 (Lei non avrebbe voluto)
Capitolo 46 (Questione di tranquillità)
Capitolo 47 (Dolore)
Info
Capitolo 48 (Fidati di me)
Capitolo 49 (Cosa mi nascondi?)
Capitolo 50 (28 Gennaio)
Capitolo 52 (Ormai è tutto finito)
Capitolo 53 (Chiavi)
Capitolo 54 (Sono bloccata)
Capitolo 55 (28 luglio)
Capitolo 56 (Quel posto ha spezzato persino me)
Capitolo 57 (Forse hai ragione)
Capitolo 58 (L'ho fatto per te)
Capitolo 59 (L͟E͟G͟A͟L͟I͟T͟Á͟)
Capitolo 60 (𝑃 𝑎 𝑠 𝑠 𝑎 𝑡 𝑜)
EPILOGO
NEW STORY

Capitolo 51 (disfruta, vive, ama)

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Por IAMASIANIMRI

(ZULE'S POV)

"Sveglia" vengo svegliata dopo un viaggio infinito, e mi strattonano giù dal furgone che usano per i trasporti delle detenute.
"Hai dormito bene principessa?"
"Fanculo" dico, e un forte schiaffo si stampa sul mio viso, facendomi male. Guardo male la guardia che continua a stringere la presa intorno al mio braccio, mentre il dolore aumenta, ma non è mia intenzione dargli la soddisfazione di fare espressioni di dolore.
Sono in questo ambiente da poche ore, e già non rimpiango la scelta che ho fatto di prendere il posto di Macarena. In questo luogo non c'è niente e nessuno di positivo.
"Tu sei una di quelle che dà problemi. Vedi di fare la brava...puttanella ricca e viziata. Adesso cammina" mi da uno spintone, facendomi avanzare verso l'ingresso del carcere, che si stanzia davanti a me, così grigio e triste.
La struttura non permette di vedere il sole che sta tramontando, e le sfumature arancioni del cielo fanno a pugni con i colori fiochi e sbiaditi delle mura carcerarie.
Le manette mi stanno segnando i polsi, e mi tagliano la pelle, facendomi stringere i denti per non apparire debole. Sono stata in questi posti milioni di volte, ma mai come detenuta. Sono sempre stata dall'altra parte. Quella che entrava dalla porta d'ingresso con rispetto, mentre adesso ci entro con spintoni e strattoni.
Il suono assordante delle sbarre che si aprono mi arriva alle orecchie, mentre il cuore mi batte forte, non sapendo bene cosa mi aspetta. O forse in fondo lo so, ma non mi piace pensare che dovrò passare vent'anni dentro quattro mura grigie e sporche. Senza libertà. Ho sempre amato la mia libertà, e adesso ho appena varcato la soglia di un posto che farà di tutto per portamela via.
Mi vengono tolte le manette, e tutti i miei effetti personali vengono presi, e riposti una cassetta apposita. Vengo accompagnata in una stanza fredda, insieme ad altre tre detenute nuove, dove troviamo una donna, forse sulla cinquantina. La mia capacità di analizzare le persone mi dice che è una bisbetica sola e rompi coglioni.
"Benvenute nella vostra nuova casa...novelline. Toglietevi i vestiti, e metteteli in quelle cassette che vi sono state date" lo facciamo e odio mostrare la mia nudità a persone qualsiasi. Sono sempre stata una persona riservata su questo, e so che in questo posto non potrò avere niente che si chiami 'privacy'.
"Bene, ora piedi sulla riga gialla e mani contro al muro" conosco queste procedure alla perfezione, perché ho lavorato in questo ambiente per anni e sono felice non ci sia Macarena.
Penso a quel suo viso dolce e perfetto, e so che in questo momento sarà pieno di lacrime, corrucciato e pieno di incomprensione per il mio gesto improvviso. Ma era la cosa giusta da fare. Dovevo prendere io il suo posto, perché non potevo sopportare l'idea di lei in questo ambiente, dove tutto ti viene portato via: vieni privato della libertà, del pudore, e del rispetto.

"Zulema Zahir, cella 234" faccio un sorriso tirato e falso alla stessa donna che ci ha ispezionato prima di entrare, con in mano la cassetta delle cose che ci hanno dato all'ingresso, per poi entrare, trovandomi davanti tre letti a castello.
Non c'è nessuno nella cella, che si chiude alle mie spalle una volta entrata, e appoggio la roba sul primo letto in alto a destra, trovandolo vuoto.
Faccio il letto, sistemando poi le mie cose, e mi sdraio, osservando la mia tuta gialla, colore che ho sempre odiato per altro, per poi guardare fuori dalla piccola finestra. La notte è calata e credo sia ormai ora di cena, quindi ne approfitto per andare in bagno.
Percorro questi corridoi scuri e grigi, chiedendomi come avrebbe potuto sopravvivere una come Macarena in un posto come questo.
Il rumore non si ferma mai, e le detenute ti vedono come una preda, piuttosto che come una nuova compagna: come una novellina da sfruttare e usare. Per piaceri sessuali, per spaccio, per servitù. Ma io non sarò nessuna di quelle. Se voglio sopravvivere devo trovare quella forza e mancanza di sentimenti che Macarena mi ha portato via. Quando è arrivata nella mia vita, mi ha insegnato nuovamente la dolcezza, la tenerezza e la bontà. Ma qua dentro, in questo posto così orrendo e schifoso, questi valori non possono esistere.

Arrivo in bagno, abbastanza affollato, e mi chiudo in uno di questi, ma quando esco, non c'è più nessuno, se non tre detenute.
"Bene bene...una novellina. Cosa sei? Egiziana?" ridono tutte e io le guardo per qualche secondo: due sono castane, una abbastanza muscolosa, mentre l'altra più magrolina, e la terza, quella al centro, ha i capelli neri, lisci e lunghi. Sbuffo una risata ironica, annuendo.
"Non sono cazzi vostri" faccio per passare, ma una delle tre, la più robusta, mi si piazza davanti, scrocchiando le dita delle mani.
"Dove pensi di andare stronza? Qui comandiamo noi fino a prova contraria...inginocchiati" dice indicando l'unica delle tre che si è messa seduta sulle panche del bagno, con le gambe accavallate e uno sguardo da superiore strafottente. La guardo, e mi dirigo davanti a lei, per poi guardarla dall'alto in basso.
"Tu devi essere molto sicura di te" dico, e lei si alza in piedi, arrivando alla mia altezza, per poi annuire.
"Abbastanza, si..."
"Inginocchiati puttana" l'unica che non aveva ancora parlato mi strattona i capelli, cercando di spingermi verso il basso, ma reagisco rapidamente, dandole una gomitata forte nello stomaco che la fa indietreggiare.
"Che brutta troia" mugola di dolore, mentre l'altra mi da un forte pugno in faccia, facendomi cadere per terra.
Un forte calcio mi arriva nello stomaco, facendomi sputare leggermente sangue, e un dolore lancinante comincia a torturarmi la pancia.
Un altro.
E un altro ancora.
Cerco di alzarmi, ma un piede si poggia sulla mia schiena, tenendomi giù a causa dell'assenza di forza.
"Sei coraggiosa, ma stupida. Cosa volevi fare? Mh?" chiede quella che ho capito essere a capo di questa merda di carcere, mentre si china, prendendomi poi i capelli, che tira indietro in modo che possa guardarla dritta in faccia. Sento la testa leggera, a causa dei colpi subiti, e vedo offuscato.
Gli occhi neri della detenuta mi penetrano l'anima e sento la forza con cui mi stringe i capelli.
"Che brava...bastava che ti inginocchiavi, invece ora sei sdraiata" ridono tutte e tre, e io sputo il sangue che avevo in bocca, che aveva un sapore ferruginoso, in faccia alla detenuta.
"Cazzo se sei puttana" mi da un pugno forte, mentre si alza, pulendosi la faccia, per poi dare l'ordine di uscire, e mentre lo fanno, quella magrolina sputa, sottolinenando il disgusto nei miei confronti.
Rimango per terra per altri minuti, cercando di trovare la forza, poi, poggiando la mano sul pavimento, mi alzo, sedendomi sulla panchina.
Porto una mano sul mio labbro, che deve essere spaccato, e quando mi alzo per andare dallo specchio, un dolore lancinante allo stomaco mi fa barcollare, obbligandomi ad appoggiarmi al muro.
"Fanculo cazzo..." sussurro, e quando arrivo al lavandino, sputo il sangue che mi era rimasto in bocca, per poi bere un po d'acqua, cercando di togliermi il cattivo sapore.
Mi guardo e noto l'occhio già tremendamente violaceo, mentre lo sfioro, sentendo il dolore che mi provoca. Porto un pò d'acqua fredda su esso, per poi poggiare entrambe le mani sul lavandino. Mi guardo, e vedo solo la donna debole che Macarena ha riportato alla luce. Quella ragazzina che ero anni addietro. Ma non posso più essere questa donna se voglio sopravvivere qua dentro.

Mi incammino lungo i corridoi, sotto lo sguardo curioso di tutte le detenute che sussurrano tra loro, facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Non avevo dubbi che ti saresti messa in qualche casino...ti porto in infermeria muoviti" dice la stessa guardia che mi ha scortata all'ingresso, afferrandomi il braccio, ma subito mi fermo, opponendo resistenza, sotto lo sguardo di tutte.
"Nessuno ti ha detto che voglio andarci" un boato di sorpresa echeggia nella stanza, causato dalle detenute che notano la situazione.
"Sei ferita...devi andare in infermeria" lo guardo, puntando i miei occhi verdi nei suoi castani, e sbuffo un sorriso ironico.
"Devo? Sto benissimo. Non ho bisogno delle cure di un medico del cazzo mandato qua in carcere" le detenute ridono, urlando e fischiando.
"Stai attenta Zahir, sei nel mirino di tutti e sei qua dentro da una sola ora" se ne va, voltandomi le spalle, mentre io rimango li, pulendomi il sangue che ancora cade dal mio labbro, per poi girarmi verso le detenute, che mi osservano sorridendo.
"Que? FUERA" sussultano al mio urlo, per poi andarsene, parlando tra loro.

La serata scorre con una lentezza infinita e il tempo sembra non passare mai. Dopo cena mi dirigo in cella, e con mia poca sorpresa mi accorgo della mia compagna di cella.
"Oh...cosa ti è capitato stellina?" dice la mora, accarezzandomi il viso, ma subito mi sposto da quel tocco, andando verso il mio letto.
La stessa che poco fa mi ha picchiato nel bagno condivide la mia stessa cella, e in questo ambiente nulla è scontato.
Il fato è un bastardo.
"Smettila di voltarmi le spalle" mi strattona, e questa volta le do uno spintone talmente forte da farla barcollare. Avanzo, minacciosa, e la vedo un attimo colpita dal mio atteggiamento, mentre mi guarda.
"Cosa c'è? Non hai le tue amiche che fanno il lavoro sporco per te? Poverina" dico, senza mai staccare lo sguardo dal suo.
"Stai molto attenta Zahir...non sarò per sempre da sola. E qua dentro ho molte amiche"
"Amiche?" rido, per poi avvicinarmi al suo viso.
"Secondo me quella che deve stare attenta sei tu, qua dentro nessuno è una vera amica. Un giorno ti difendono, quello dopo potrebbero sbatterti sul pavimento" i nostri visi sono cosi vicini da sentire il suo respiro leggermente alterato sulle labbra, e sorrido, sapendo che nonostante sia a capo di questo carcere, non è nessuno da sola.
Rido ironicamente, mentre una guardia batte il manganello sulle sbarre della cella.
"Hey! Cosa succede?"
"Niente capo...tutto bene" dico guardandolo, per poi dare un ultimo sguardo alla donna davanti a me.
"Stavo solo dando una lezione di vita carceraria a...come ti chiami?"
"Okay basta adesso. Andatevene a letto. Si chiudono le celle tra poco" la guardia se ne va, e io sorrido con presunzione, salendo sul mio letto, per poi aprire un libro che mi è stato dato all'ingresso.
"Si può sapere chi cazzo sei tu?" dice la mora avvicinandosi al mio letto.
"Katrina basta..." dice una delle detenute della nostra stessa cella, che guardo, sorridendo, per poi riportare lo sguardo sulla mora davanti a me.
"Chi lo sa" ci guardiamo con sfida per pochi secondi, per poi riportare l'attenzione sul libro che tengo sulle gambe, con un sorriso vittorioso sul volto.
"Stronza" dice lei, andandosene nel suo letto, che fortunatamente è dall'altra parte della cella rispetto al mio.
Dopo poco le luci si spegnono, e tutte le celle si chiudono, segnalando la probabile ora notturna. Chiudo il libro, che ripongo sulla mia mensola, per poi sdraiarmi, con un braccio dietro la testa e gli occhi puntati sul soffitto bianco.
Il mio pensiero non si sposta da quella biondina che ora starà sicuramente malissimo per la mia decisione, ma sono felice che possa essere libera da questo inferno. Sono sollevata del fatto che non debba vivere questa follia omicida e mi va bene così.
So bene come funziona la notte in carcere. Dormire è difficile, soprattutto la prima. I rumori sono forti e incessanti, mentre il pericolo dietro ogni cazzo di angolo.
L'unica cosa che mi fa sentire meglio, è pensare a Macarena. Pensare che starà bene e avrà la sua vita.
Una lacrima mi riga il viso, nel buio della notte, con la consapevolezza che d'ora in avanti, la vecchia Zulema deve tornare, e quella che Macarena aveva riportato a galla...

...deve morire.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Il rumore assordante delle celle che si aprono, accompagnate da un suono forte e riconosocibile, mi fa aprire gli occhi, che avevo solo chiuso per riposare. Non sono riuscita a dormire minimamente, ma questo me lo aspettavo.
Ho pensato tutta la notte alla mia biondina, e penso di non essere mai stata tanto contenta per qualcosa prima. Vorrei averla qua? si. Sono contenta che non ci sia? si. Perché non riuscirei mai a sopportare l'idea che lei venga trattata come trattano ora me. Non riuscirei a guardare mentre le guardie la strattonano e la spingono, senza avere la possibilità di fare qualcosa.
Ho guardato nel buio della notte le immagini del suo viso impresse nella mia memoria, ma, nonostante tutto, non è come guardarlo per davvero.
Scendo dal letto, infilandomi la giacchetta, mentre sento una presenza alle mie spalle, cosi fermo i miei movimenti, guardando dritta davanti a me, per poi sbuffare una risatina.
"Cosa vuoi Katrina? Cosi ti chiami, no?" Dico voltandomi verso di lei, che se ne sta appoggiata al letto, guardandomi con sguardo sicuro.
"Si. Tu mi incuriosisci..." dice avvicinandosi a me, mentre mi infilo le scarpe bianche, guardandola.
"Ah si?"
"Mh...si. Sei qua dentro da mezza giornata e già il tuo nome è sulla bocca di tutti. Vorrei capire chi sei...e da dove vieni" la fisso per qualche secondo, per poi alzarmi, avvicinandomi terribilmente al suo viso.
"E io vorrei capire quale parte del tuo cervello ti fa credere che io ti racconti di me..." ci guardiamo, mentre la ragazzina magra di ieri notte si avvicina, toccando il braccio della mora.
"Dai andiamo alla mensa"
"Si Katrina...vai alla mensa" dico ridendo, per poi andare verso il letto e prendere la mia roba per andare in bagno, ma quando mi volto, la trovo ancora li a fissarmi, con un sorriso divertito sul viso.
"Divertente...Zulema. Ma non mi arrenderò cosi facilmente. Poche persone sanno tenermi testa come fai tu. Forse nessuno. Potremmo essere una bella squadra" mi fa un occhiolino, per poi uscire, seguita dalle altre due ragazze della nostra cella, e io la seguo con lo sguardo.
Mi chiedo che problema abbia, e per un secondo la sua offerta mi fa riflettere, ma ricaccio indietro quel pensiero all'istante, per poi dirigermi verso i bagni.

"Cos'è questo?" Dice la ragazza prima di me, mentre le viene servita la colazione, che effettivamente non sembra per niente invitante.
"Non rompere eh...stiamo aspettando i rifornimenti, per ora c'è questo" alza gli occhi al cielo, allontanandosi, mentre la donna dall'altra parte del bancone mi riempie il vassoio, facendomi fare una smorfia.
Mi allontano e cerco un posto libero in cui sedermi, ma subito noto Katrina seduta al tavolo con le sue 'amiche' al seguito, che sembrano più cani al guinzaglio.
Mi fa un cenno con la testa, che io non ricambio, per poi spostare lo sguardo da lei, e posarlo su un tavolo vuoto poco distante.
Mi siedo, cominciando a muovere con il cucchiaio la brodaglia che ho nel vassoio, che fa alquanto schifo solo a vederlo.
Non passa nemmeno un minuto, che un vassoio viene poggiato accanto al mio e non mi serve guardare per capire chi sia.
"Katrina cosa cazzo vuoi?"
"Te l'ho detto. Voglio conoscerti. Mi incuriosisci. Unisciti a me"
Rido ironicamente, per poi poggiare il cucchiaio e guardarla.
"In cosa? Nella tua banda criminale? No grazie..."
"Non é una banda criminale simpaticona. Siamo davvero amiche, e ci proteggiamo a vicenda..."
"Si? E perché dovrei unirmi a te...o meglio a voi...dopo quello che mi avete fatto? Mh?"
Sorride, avvicinandosi al mio viso, mentre io rimango ferma, guardando attentamente ogni suo movimento.
"Potrei farmi perdonare..." si morde il labbro inferiore, mentre capisco dove vuole arrivare e questo mi fa sbuffare una risatina ironica.
"Scordati di scopare con me Katrina"
"Non ho mai detto di volerlo fare"
"Si ma la tua espressione diceva altro"
"Si? E cosa diceva?" Dice vicinissima al mio viso, cosi tanto da permettermi di sentire il suo respiro sulla pelle.
Stavo per ribattere, quando una guardia si avvicina al tavolo.
"Hey puttanelle lesbiche...smettetela di amoreggiare"
"Non stiamo amoreggiando Frutus. Stavo...mettendo alla prova la nuova detenuta, che continua a superare gli ostacoli che le metto davanti" dice Katrina, mentre io sbuffo una risatina, non guardando nessuno dei due.
"Zahir...hai una visita" nel sentire quelle parole alzo di scatto la testa, guardando negli occhi questa guardia che sembra la più buona qua dentro.
"Di chi?"
"Vuoi andare o no?"
"Si" dico alzandomi, per poi venire scortata lungo i corridoi, fino alla sala visite.

Non capisco subito di chi si tratta, e forse nella mia mente prego non sia lei, ma quando vedo quella chioma bionda, abbasso la testa, chiudendo gli occhi.
Mi siedo di fronte a lei, che ha già gli occhi lucidi, mentre io cerco di essere forte.
"Macarena...cosa fai qua?" Mi sorride e sembra la persona più felice del pianeta nel vedermi.
"Zulema..." la sua voce é rotta e porto una mano sulla sua, accarezzandola, mentre la osservo attentamente.
"Di la verità Zulema...ti prego" sussurra tra il pianto e la tensione.
"Non posso farlo. Finirai qua dentro. E non lo permetterò mai" abbassa la testa, ma riesco comunque a vedere una lacrima rigarle il viso.
Faccio per asciugargliela, ma una guardia ci fa sussultare entrambe.
"Niente contatti"
Annuiamo, e rimaniamo di nuovo sole, in questo piccolo spazio.
"Amore cosa ti hanno fatto?" Dice indicando la mia faccia, completamente tumefatta.
"È tutto okay...però ora devi ascoltarmi attentamente. Okay?"
"Ti hanno picchiata?"
"Maca ascoltami"
"Dimmi la verità almeno!"
"Si. Si mi hanno picchiata, ma non ricapiterà" ci guardiamo per un po', e noto i suoi occhi estremamente lucidi.
"Ascoltami adesso..." annuisce lievemente, abbassando la testa, mentre io continuo a guardare questo viso perfetto che per tutta la notte ho avuto impresso nella mente.
"Non voglio che vieni più qui"
"Que?!"
"Non devi venirmi a trovare mai più"
"Scordatelo Zulema"
"Macarena..." le prendo la mano, intrecciando le dita alle sue, mentre il mio pollice accarezza la sua pelle calda.
"Sei una persona bellissima. Vivi la vita in modo forte e pieno. Voglio che tu sia felice..."
"Con te ero felice..." la guardo, mentre la sua voce rotta arriva alle mie orecchie, spaccandomi il cuore in mille pezzi.
"Non posso più essere la tua felicità Macarena...non posso" ci guardiamo e noto il dolore nei suoi occhi. Un dolore che le sto provocando io, ma che é necessario per farla andare avanti.
Non può fermare tutta la sua vita per me. Non può aspettarmi per vent'anni.
"Promettimi che andrai avanti..."
"Zulema-"
"No. Maca devi solo ascoltarmi ora..." abbassa la testa e noto quanto le mie parole la feriscono.
"Voglio che tu vada avanti. Voglio che vivi, perché sei una ragazza brillante. Finisci i tuoi studi e lavora. Diventa quell'avvocato brillante che tu hai sempre voluto diventare e che io ho sempre visto. Hai un bellissimo futuro.
Prendi la vita con leggerezza Maca e fai vedere al mondo quel tuo magnifico sorriso, che mi faceva impazzire ogni giorno.
Avrei voluto vederti eccellere, e avrei voluto starti accanto, ma non posso. Non possiamo più. Difruta, perché la vita é una e va vissuta a pieno. Vive, urla al mondo e fai follie. La vita é fin troppo breve. E ama. Ama più che puoi perché sei bellissima quando lo fai.
Ami con una forza che potrebbe spazzare via tutto.
Vai avanti. E ama di nuovo. Promettimelo"
"Zulema..." sta piangendo, e le sue lacrime cadono amare sul tavolo freddo di questa sala in cui lei non dovrebbe stare.
"...perché questo sembra un addio?"
Sorrido dolcemente, mentre accarezzo la sua mano in questo contatto che ancora non ci hanno interrotto.
"Perché lo é"
"No. Zulema...ti prego..." ci guardiamo e cerco di trattenere le lacrime, per non sembrare fragile e debole.
"Non ti farò del male mantenendo qualcosa che non funzionerà mai..."
"Si invece. Lasciamelo decidere a me"
Sorrido, e una lacrime fugge al mio controllo, rigandomi il viso.
"Funzionerà? Pensi questo? Pensi che una storia separata da una distanza più grande di noi possa esistere? Non ci vedremo mai come vorremmo. Non ci potremo sentire per giorni. Non ci potremo toccare, ne baciare.
Saremo per sempre separate da qualcosa di enorme. Tu mi aspetterai per vent'anni?"
"Si" sbuffo una risata ironica, scuotendo la testa.
"Così sarai per sempre legata al dolore, e ti perderai tutto ciò che la vita ha di bello da offrirti. No. Non andrà cosi..."
"Zulema! Lasciami decidere cosa posso o non posso fare..."
Sorrido e le accarezzo il viso con il dorso della mano, cercando di non farmi vedere.
"Questo no preciosa...questo lo decido io"
"Zulema...ti prego non farlo..."
"Ti amo" mi alzo, ma la sua mano afferra il mio polso con forza, tenendomi ferma.
"Hey! Niente contatti!" La guardia si incammina verso di noi, ma io approfitto della sua lontananza per dirle addio come si deve.
Poso le labbra sulle sue, assaporandole per quella che é l'ultima volta, per poi staccarmi, e notare il suo viso invaso dalle lacrime.
"Zahir! Cazzo staccati!" Vengo strattonata e rimessa seduta, mentre Maca osserva la scena rimanendo zitta.
"Zulema rimani ti prego..."
"Addio Maca...non dimenticare che ti amo" mi alzo, e vado verso la guardia.
"Ho finito"
"Noo! ZULEMA! ZULEMA TI PREGO!" Sento Maca urlare alle mie spalle, mentre io vengo scortata fuori dalla sala visite, con un macigno enorme sul petto che mi spacca a metà.
Ogni passo che faccio, quel peso diventa maggiore.
Ogni secondo che mi separa da lei, grava incredibilmente tanto sul mio cuore ormai rotto.
Cammino guardando dritto davanti a me, mantenendo uno sguardo freddo e apatico, mentre una lacrima, l'ultima, mi riga il volto, solcandolo.
Sento il calore di quest'ultima a contatto con la mia guancia fredda, e non riesco a pensare a niente se non ad aver appena mandato via l'amore della mia vita.
Ora, senza Macarena, non ho più niente da perdere.
Ora posso spegnere tutto.
Posso cadere in quella me che ero prima e che avevo tanto cercato di combattere.
Posso lasciar vincere quel lato freddo e cattivo, che Macarena aveva completamente distrutto.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
(MACA's POV)

"Macarena com'è stato vedere la Zahir?"

"Come sta l'avvocato più importante di Spagna?"

"Ferreiro ci dica qualcosa"

"Ora cosa pensa di fare senza la sua fidanzata?"

"Da quanto avete una relazione?"

"State insieme definitivamente?"

Le domande della stampa non smettono mai da quando é successo quel casino enorme. Copro la mia testa con un foulard nero, mentre esco dall'edificio di Cruz del Norte con gli occhiali da sole neri a coprirmi gli occhi lucidi, rossi e gonfi.
Un bodyguard di Zulema mi scorta, spostando la gente e facendomi spazio per arrivare alla macchina.
Salgo, senza aver dato nessuna risposta ai giornalisti invadenti e privi di buon senso, per poi togliermi tutto con rabbia, sotto lo sguardo attento di Saray.
Scoppio a piangere, e lei subito mi abbraccia, stringendomi a se.
"Cos'è successo?"
"Mi ha lasciata...lei...lei"
"Shh..." mi accarezza la schiena, e io mi lascio andare ad un pianto di sfogo tra le sue braccia.
"L'ho persa...se n'è andata Saray..."
"Maca calmati ti prego...ora andiamo a casa e mi spieghi tutto. Va bene?"
Annuisco lievemente, mentre Saray dice all'autista di portarci a casa mia.
Mi appoggio al seggiolino, per poi guardare fuori dal finestrino le nuvole grigie pronte a tuonare nel cielo, mentre il ricordo della notte prima del processo mi torna alla mente con rapidità.

"Zulema" busso alla porta del bagno, e la trovo con le mani sul lavandino e la testa bassa.
"Hey..." mi avvicino e le cingo la vita da dietro, mentre una lacrima le riga il viso.
Se l'asciuga subito, per poi voltarsi verso di me, stringendomi la vita con le sue braccia forti. Metto le mie intorno al suo collo, e mi avvicino per darle un bacio caldo. Guardo i suoi occhi lucidi, e l'unica cosa a cui riesco a pensare, è il fatto che domani potrebbe accadere il peggio: potremmo essere separate.
Appoggia la fronte sulla sua, chiudendo gli occhi, mentre sento un bacio casto sulle labbra.
"Andrà tutto bene..." mi sussurra, e io scuoto la testa, appoggiandomi poi alla sua spalla.
Il mio viso è nell'incavo del suo collo, e inspiro questo profumo che mi fa andare completamente fuori di testa.
Amo il profumo della sua pelle, che mi fa rilassare e calmare.
Sposto i suoi capelli lateralmente, e le mie labbra si poggiano subito sulla pelle calda e morbida del suo collo magro.
"Ti amo"
"Anche io preciosa" sussurra di rimando, accarezzandomi la testa.
Le do dei baci leggeri e delicati, mentre le sue mani accarezzano la mia schiena, facendomi rilassare.
"Maca..." dice, mentre io continuo quello che sto facendo, e lei gira il volto di lato per lasciarmi spazio.
"Mh..."
"Ti voglio per l'ultima notte" alzo la testa e la guardo, mentre i nostri occhi si incatenano, scambiandosi discorsi che a parole non sarebbero usciti.
I nostri volti si avvicinano lentamente, i nostri occhi osservano ora le labbra l'una dell'altra. Ho una voglia tremenda di baciarla, di sentirla, ma il fatto che questa potrebbe essere l'ultima volta, mi crea un macigno in mezzo al petto, che mi schiaccia. Ci baciamo, con quella voglia e passione che mai con nessun altro avevo sentito. Le nostre lingue si cercano, per poi trovarsi e intrecciarsi in questa unione di sapori.
Mi prendo i fianchi, e mi fa indietreggiare lentamente, facendomi sbattere delicatamente contro il mobile retrostante. Il bacio diventa molto passionale, e in poco meno di qualche secondo, sono già seduta sul mobile. Apro le gambe in modo da lasciarle spazio, che poi circondo intorno al suo bacino, mentre le sue mani tolgono gli indumenti dal mio corpo. Mi toglie la maglietta, e con sua grande sorpresa, si accorge che sono già senza reggiseno. Si china, e posa le labbra nella valle dei miei seni, per poi scendere lentamente verso il basso. Risale nuovamente, e prende tra le labbra il mio capezzolo già turgido. Gira la lingua intorno a quest'ultimo, mentre la sua mano si occupa dell'altro seno. Non rimaniamo tanto in quella posizione, perché dopo poco mi sta già trascinando sul letto, in quella che sarà una notte piena di passione, desiderio, e speranza.
Speranza che questa non sarà l'ultima volta.

E invece, sono stata una stupida a pensare che non fosse l'ultima.
Sono stata una stupida anche solo a credere che avremmo potuto vincere.
Abbiamo perso.
E adesso devo riuscire a convivere con il vuoto che Zulema ha lasciato.
Si è presa tutto e io le ho donato tutto.
Se n'è andata e si è portata tutto ciò che le avevo dato.
Ora tutto ciò che mi rimane, è solamente un buco enorme in mezzo al petto.

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SAD🥲🥺❤️‍🩹

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