𝙻𝙰 𝙻𝙴𝙶𝙶𝙴 𝙳𝙴𝙻𝙻'𝙰𝙼...

By IAMASIANIMRI

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La legge. Un ambito di studio sicuramente eccellente. Nuovi avvocati, magistrati e tutto ciò che quell'univ... More

PROLOGO
Capitolo 1 (Zulema Zahir)
Capitolo 2 (Superficialità)
Capitolo 3 (sexy?)
Capitolo 4 (Zulema va bene)
Capitolo 5 (Processo)
Capitolo 6 (Controllo)
Capitolo 7 (Los Angeles)
Capitolo 8 (Correndo)
Capitolo 9 (Niente)
Capitolo 10 (🦋🦋🦋)
Capitolo 11 (Labbra tra i denti)
Capitolo 12 (Lavoro)
Capitolo 13 (Mia pt.1)
Capitolo 14 (Mia pt.2)
Capitolo 15 (🇮🇹 pt.1)
Capitolo 16 (🇮🇹 pt.2)
Capitolo 17 (🇮🇹 pt.3)
Capitolo 18 (🇮🇹 pt.4)
Capitolo 19 (🇮🇹 Processo)
Capitolo 20 (🇮🇹Venezia pt.1)
Capitolo 21 (🇮🇹Venezia pt.2)
Capitolo 22 (Prediletta?)
Capitolo 23 (Pensaci...)
Capitolo 24 (Non posso)
Capitolo 25 (Non riesco a stare senza di lei)
Capitolo 26 (Sesso?)
Capitolo 27 (Vedremo)
Capitolo 28 (Instagram)
Capitolo 29 (⚠️)
Capitolo 30 (Te lo avrei detto)
✨ANNUNCIO✨
Capitolo 31 (Questione di falsità)
Capitolo 32 (FOGLIO BIANCO)
Capitolo 33 (Dimmelo)
Capitolo 34 (La lettera)
CAPITOLO 35 (Ibiza)
Capitolo 36 (Gelosia)
Capitolo 37 (Convocazioni)
Capitolo 38 (California)
Capitolo 39 (Alcatraz)
Capitolo 40 (Periodo Natalizio)
Capitolo 41 (1 mese prima)
Capitolo 42 (Hai studiato abbastanza)
Capitolo 43 (Capodanno)
Capitolo 44 (Esame)
Capitolo 45 (Lei non avrebbe voluto)
Capitolo 47 (Dolore)
Info
Capitolo 48 (Fidati di me)
Capitolo 49 (Cosa mi nascondi?)
Capitolo 50 (28 Gennaio)
Capitolo 51 (disfruta, vive, ama)
Capitolo 52 (Ormai è tutto finito)
Capitolo 53 (Chiavi)
Capitolo 54 (Sono bloccata)
Capitolo 55 (28 luglio)
Capitolo 56 (Quel posto ha spezzato persino me)
Capitolo 57 (Forse hai ragione)
Capitolo 58 (L'ho fatto per te)
Capitolo 59 (L͟E͟G͟A͟L͟I͟T͟Á͟)
Capitolo 60 (𝑃 𝑎 𝑠 𝑠 𝑎 𝑡 𝑜)
EPILOGO
NEW STORY

Capitolo 46 (Questione di tranquillità)

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By IAMASIANIMRI

ZULE's POV

"Saray, non posso stare qua tutto il fottuto giorno. Ho due riunioni oggi e vorrei tornare a casa dalla mia bellissima fidanzata. Quindi se non ti dispiace muoverti ad arrivare" la sento ridere dall'altra parte del telefono.
"Calma hermana, sono praticamente arrivata, sto salendo con l'ascensore"
"Vale" chiudo la chiamata, per poi sbuffare, continuando ad occuparmi delle scartoffie di casi precedenti, che ho lasciato come lavoro arretrato.
"Eccomi" dice, aprendo la porta, dopo forse due minuti dalla chiusura della chiamata.
"Por dios, tieni. Metà per uno. Non riuscirò mai a finire per la prima riunione se non mi aiuti"
"Tranquilla Zule. Perchè hai tanta fretta?"
"Te l'ho detto. Voglio stare con Maca. Si sta riprendendo e voglio solo starle acanto" sorride, facendomi girare gli occhi al cielo, mentre afferro un'altra penna, passandogliela.
La afferra, per poi annuire, cominciando a scrivere.
"Devo ammettere che un amore come il vostro è raro. Tienitela stretta Zule" trattengo un piccolo e quasi impercettibile sorriso, mentre penso e ripenso alla mia biondina.
La notte scorsa si è concessa a me, combattendo la sua paura e il suo senso di colpa, e devo ammettere che è stata una cosa bellissima.
Nonostante tutto, si è fidata di me, e amo questa cosa da morire.
"E con la ricciolina? Tutto bene?"
"Si. È ancora un pò provata. Esattamente come Maca, ma si riprenderanno"
Annuisco, guardandola, mentre l'immagine di Maca mi arriva nitida nella mente.
Voglio portarla al mare, o in qualsiasi altro posto.
Non mi interessa della gente, faremo in qualche modo, ma in questo momento ha davvero bisogno di staccare la spina per un pò. Voglio farle fare una settimana lontana da tutto questo schifo, solo io e lei.
Voglio poter essere la sua tranquillità, come lei è la mia.

Passano forse venti minuti, poi la porta del mio ufficio viene spalancata, facendo sussultare sia me che la gitana, mentre guardiamo la Riccia davanti noi, con il fittone e gli occhi rossi.
"Hey..." Saray si alza, andando ad abbracciarla, mentre chiude la porta alle sue spalle, ma lei si divincola quasi subito.
"Z-Zulema...devi aiutarla" subito aggrotto le sopracciglia quando parla, non capendo a cosa si stia riferendo.
"Maca..." continua, e nel sentire il suo nome sgrano gli occhi.
"Cosa? Cos'ha? Sta male?" Chiedo, alzandomi subito in piedi, mentre lei piange, scuotendo la testa.
"Riccia!" Sento una paura tremenda salirmi dentro, ma quando sento le successive parole, che escono spezzate dalla bocca della bruna davanti a me, sento la felicità che stavo cercando di costruire con Maca svanire.
Tutto mi crolla addosso, e sento il terreno mancarmi da sotto i piedi.

"Hanno arrestato Maca"

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Non credo di essere mai andata tanto veloce prima.
Non guido quasi mai da sola, nonostante mi piaccia farlo, perché mi sono abituata alla presenza di Carlos.
La lancetta sul cruscotto sale sempre di più, mentre sorpasso le macchine a tutta velocità, sotto i clacson protestanti.
Il piede sull'acceleratore non sembra avere intenzione di rallentare, mentre la mia mente sta già pensando ad ogni eventuale possibilità.
Non riesco a smettere di elaborare informazioni, mentre non so nemmeno cos'è successo, o perché l'hanno arrestata.
Poi improvvisamente mi viene in mente una ragione possibile: la lite nel vicolo.
Sbatto violentemente la mano sul volante, più volte, mentre sento il mio cuore accelerare, facendomi sentire i battiti forti.
Non permetterò a nessuno di portarmela via, tantomeno alla polizia, che cerca colpevolezza anche negli innocenti.
Sfreccio tra queste strade troppo strette, sperando con tutta me stessa che sia solo un sospetto.
Varco rapidamente la soglia della centrale di polizia, mentre sento la ragione perdersi lentamente, incapace di rimanere lucida.
"Dove stanno interrogando Macarena Ferreiro?"
La donna alla scrivania si zittisce, tirando su il telefono, ma io metto il dito sul piccolo aggancio che fa chiudere la chiamata.
"Niente avvertimenti. La polizia è solita fare di tutto per non tirare in mezzo avvocati all'inizio, in modo da avere più prove incriminanti. Le ricordo che è illegale. Dimmi dove cazzo è prima che io faccia una pazzia" la guardo, con occhi irati, pieni di guerra, e lei sembra spaventata dalla mia reazione.
Annuisce, deglutendo, mentre riaggancia il telefono.
"Sala interrogatori numero 3"
"Gentilissima" dico, con tono più ironico che altro, per poi dirigermi rapidamente in quella direzione.
Sono stata in questo luogo fin troppe volte, per difendere persone che erano soltanto il mio lavoro, mentre adesso percorro questi corridoi con il cuore a tremila e la paura nel petto.
Non so quanto si grave.
Non so quante prove abbiano.
Non so niente, e potrebbero avere tutto, come niente.
Non so nemmeno quale sia la verità, mentre la mia mente ripensa ad ogni evento di quella sera: era sotto shock quando l'ho trovata, e ubriaca.
Sento gli occhi lucidarsi, ma respingo quelle lacrime che cercavano di uscire con tanta forza.
Mi maledico da sola per averla lasciata là fuori per così tanto tempo.
Avrei dovuto cercarle prima, e tutto questo non sarebbe accaduto.
Trovo la stanza e spalanco la porta, trovando Macarena con i polsi ammanettati, e il viso contratto, nel tentativo di apparire forte davanti a loro.
Noto come la sua espressione si tramuti in sollievo, al contrario di quella del poliziotto che conosco fin troppo bene.
"Cosa cazzo ci fai qua?"
"Sono l'avvocato della signorina Ferreiro. La stai interrogando senza un avvocato Tamayo? Ti devo ricordare come funziona la legge?"
Fa un sorriso tirato, per poi serrare la mascella.
"Spegni quella cazzo di telecamera e lasciami parlare con la mia cliente"
La lucina rossa sullo strumento di ripresa, posto nell'angolo destro di questa stanza, si spegne, mentre lui e il suo secondo si allontanano.
"Ci mancava la puta Zahir" dice, chiudendosi la porta alle spalle.
Solitamente quel complimento mi avrebbe fatta sorridere, ma questa volta la mia attenzione è su Macarena.
Mi avvicino rapidamente a lei, che mi porta le braccia, seppur ammanettate, al collo, stringendomi, dopo essersi alzata.
Scoppia a piangere, e capisco quanto sentirla così mi faccia male, mentre le mie mani accarezzano dolcemente la sua schiena.
"Shh...calmati Maca. Sono qui. Okay?" Annuisce, e aspetto che si calmi, per poi farla staccare un po, prendendole il viso, coperto di lacrime.
"Cos'è successo?"
Respira con affanno, e non riesce a parlare, mentre scuote la testa.
"Shh" la tiro nuovamente attaccata a me, ma non può stringermi, per colpa delle manette.
"Maca ti tiro fuori da questo casino. Te lo prometto" singhiozza, infilando la testa nell'incavo del mio collo.
"Z-Zule..." la voce le trema e le si rompe, mentre io sento il cuore spaccarsi nel mio petto, cercando di stringerla il più possibile.
Le sollevo poi il viso, guardandola negli occhi, rossi e pieni di lacrime, facendomi sentire così terribilmente male.
"Ti hanno fatto domande?" Annuisce, e chiudo gli occhi, pregando che le sue doti di avvocato l'abbiano fatta ragionare.
"Hai risposto?" Scuote la testa, e un sorriso fiero si stampa sul suo viso.
"Brava" sorride debolmente, mentre sento una tormenta dentro di me.
Le bacio la fronte, e poi le alzo il viso dal mento, mentre altre lacrime le rigano il viso.
"Ti giuro che non permetterò che ti portino via. Ti fidi di me?" Annuisce, e io sorrido, facendo lo stesso, per poi darle un leggero bacio sulle labbra.
"Non ti lascerò andare in prigione. Okay?"
Mentre lo dico a lei, prometto anche a me stessa di fare tutto ciò che è in mio potere per tirarla fuori da questo casino immenso, cercando come prima cosa, di capire cos'è successo quella notte.
"Andiamo" le dico, andando verso la porta, mentre lei mi segue, con la testa bassa.
Appena varchiamo la porta, Tamayo arriva, piazzandosi davanti a me.
"Dove cazzo andate?"
"Avete prove incriminanti contro la mia cliente?" Non dice niente, continuando a fissarmi, mentre io faccio un sorriso tirato.
"Molto bene. Quando e se mai le avrete ci chiamerete a processo. Adesso può lasciare la struttura. Legalmente parlando. O vuoi fare le cose illegali? Mh, Tamayo?" Chiedo, avvicinandomi a lui, che sbuffa una risatina ironica e isterica.
"Si. Ci vedremo a processo, stai tranquilla"
"Stai pronto a perdere allora" dico, per poi fare cenno a Maca, dietro di me, dopo che le sono state tolte le manette.
Mi affianca, mentre si tocca i polsi, doloranti e segnati dalle manette troppo strette.
Stringo gli occhi, cercando di mantenere un controllo che sto per perdere.
Arriviamo all'ascensore, e quando le porte si chiudono, lei si getta tra le mie braccia, facendomi sussultare.
La stringo, ma dopo poco alza la testa, e io le prendo le labbra, baciandole, mentre entrambe facciamo trasparire la paura di perderci.
Appoggio la fronte alla sua, accarezzandole il viso, mentre altre lacrime glielo rigano, per poi sentire il suono dell'ascensore che si apre.
Mi stacco, e la prendo per un polso, tirandola fuori.
Voglio allontanarmi da questo posto il più possibile. Saliamo in macchina, e la bacio ancora, sentendo che sta bene. È qua.
Cerco di scacciare la terribile sensazione di averla persa, mentre le sue mani, ora libere, trovano il mio viso, accarezzandolo.
"Portami...a casa" sussurra, e io la guardo, aggrottando le sopracciglia, per poi scuotere la testa.
"Non starai da sola. Mai. Scordatelo Maca"
"Zulema..."
"No. Vieni a casa con me. E ci rimani"
"Zule..."
"Non voglio sentire obiezioni"
"Smettila. Mi spaventi" dice, con la voce spezzata, e io faccio scattare il mio sguardo sul suo viso, così pieno di paura, tristezza, rancore.
Mi guarda, con quei suoi occhioni verdi, sfumati leggermente di qualche sfumatura tendente al giallo, mentre li noto ancora rossi.
"Scusami" la tiro, facendole posare il viso nell'incavo del mio collo, mentre la accarezzo, cercando di trasmetterle una leggera sicurezza.
"Ti amo. Non voglio che ti accada nulla. Ti prego...stai con me. Vieni a dormire da me, e la Riccia può andare da Saray. Ti accompagno a casa a prendere quello che ti serve. Stai da me per tutta la durata del processo" noto come mi guarda, respirando a fatica.
"Processo?" Chiudo gli occhi, capendo di aver detto l'unica cosa che non dovevo, per poi accarezzarle il viso con dolcezza.
"Se ti hanno arrestata hanno prove per avviarlo. Ma non per arrestarti ancora" annuisce, per poi contrarre il viso in un'espressione di dolore.
"Maca...ci sono io. Ti prometto che non andrai dentro"
"Ti prego Zule, non lasciarmi"
"Non lo farò...vieni con me" mi guarda, per poi annuire, sorridendomi in modo forzato, facendomi fare una piccolissima smorfia di sollievo.
La abbraccio, per quanto possibile in questo spazio stretto, per poi dire a Carlos di accompagnarci a casa sua per prendere la roba che le servirà in questi giorni.

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Entro in camera, trovandola intenta a sistemare i vestiti nell'armadio, dopo che le ho fatto spazio tra i miei vestiti.
Faccio una smorfia dolce, notando che non riesce a far stare appesa una giacca all'appendiabiti, poiché scivola, essendo troppo piccola.
Mi avvicino, prendendogliela di mano.
"Tieni, questa è meglio" gliene prendo un'altro, fatto apposta per quelle giacche, mentre lei mi fa un debole sorriso.
"Grazie".
Ammetto che la mia cabina armadio è molto grande, e c'è spazio per entrambe, nonostante non abbia preso troppa roba.
Deve ancora dirmi i fatti accaduti, ma ora non voglio chiederle questo: è fin troppo provata, e non voglio che si senta messa sotto pressione.
Abbiamo tempo.
Dopo che ha messo via tutto, si gira, guardandomi, per poi gettarsi tra le mie braccia, stringendomi a se.
"Tutto bene?"
"Zulema, ho paura. Non tutto è facile, e magari potresti perdere"
La guardo, per poi prenderle il viso con le mani, accarezzandoglielo con i pollici.
"Sei stata tu?" Noto come si stacca dalla presa, allontanandosi di qualche passo da me, mentre noto paura sul suo viso.
"Non intendevo questo. Rispondimi..." dico, avvicinandomi nuovamente.
"Certo che no. Pensi che io potrei mai fare una cosa simile?"
"Non lo penso. Era per farti capire che non devi preoccuparti. Se non sei stata tu, ti farò scagionare ancora prima. Lasciami fare quello in cui riesco meglio. Okay?" Annuisce, per poi lasciarsi andare tra le mie braccia.
"Vuoi fare una doccia? Magari ti fa bene" scuote la testa, per poi guardarmi, con quegli occhi desiderosi di una cosa che so molto bene cosa sia.
"Maca..."
"Voglio te. Tu mi fai bene" la guardo, mentre si avvicina, prendendomi il viso, che mi accarezza.
"Fammi tua Zulema"
"Maca...non credo sia-" blocca le mie parole, attaccando le sue labbra alle mie, mentre le sue mani vanno sui miei fianchi, stringendoli.
Non riesco a staccarla, e lascio che faccia ciò che vuole, mentre infila le mani sotto alla mia maglietta.
"Ti prego..." dice, mentre una lacrima le riga il viso.
Gliela asciugo, per poi riattaccarmi alla sua bocca, mentre schiude le labbra, in un gesto esasperato.
"Aspetta, ferma...sei sicura? Non puoi nasconderti nel sesso" mi guarda, con gli occhi lucidi, e le labbra che tremano.
"Sento dolore da giorni. Lasciami provare amore, piacere. Fammi stare bene. Anche se solo per poco. Ti prego..." dice, accarezzandomi il viso, mentre io annuisco, capendo quanto abbia bisogno di questo.
Riunisco le nostre labbra, mentre lei muove le sue sulle mie, facendomi capire quanto abbia voglia di questo.
Mi sfila la maglietta, e io faccio lo stesso con la sua. Le prendo la mano, intrecciando le nostre dita, per poi portarla sul letto. Si siede, guardandomi dal basso, mentre io le accarezzo il viso, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Mi sfilo le scarpe e i pantaloni, gettandoli poco distante da noi, mentre lei guarda ogni mio movimento, pronta a sentirsi meglio.
Le sbottono i jeans neri, stretti, per poi tirarglieli via, mettendoli insieme ai miei, per poi sorridere.
Porto una sua gamba sulla mia spalla, cominciando a baciarla, partendo dalla caviglia, per poi proseguire verso l'alto con una scia di baci umidi.
Sento come il suo respiro sia già accelerato, e la sua mano è nei miei capelli, mentre l'altra la regge, stando posata sul letto.
Mi guarda, con un piccolo sorriso di sollievo sul viso, mentre noto come la sto facendo stare meglio, e non voglio niente più di questo.
Salgo sempre più su, arrivando poi al linguine, che bacio piano, trattando il suo corpo con una delicatezza che raramente abbiamo avuto.
Sorride ancora, mentre una lacrima scende dai suoi occhi.
"Si...continua" dice, sussurrando, e io lo faccio: poso le labbra sul suo clitoride, cominciando a baciarlo, mentre lei getta la testa indietro, stringendomi i capelli in un pugno.
"Ahh..." lascia andare gemiti di sollievo, mentre la mia lingua gira intorno al suo clitoride, facendole stringere la stretta. Mi tira leggermente, volendomi sentire maggiormente, mentre io porto le sue gambe sulle mie spalle, tirandola più verso il bordo del letto.
La mia lingua scende verso il basso, trovando il suo ingresso, mentre il suo sapore perfetto mi pervade.
"Mh..." lascio un versetto, per poi spingere la lingua in lei, facendola gemere con più intensità.
Si lascia cadere con la schiena sul letto, mentre comincia a tremare, obbligandomi a tenerle i fianchi con le mani.
Accarezzo la sua pelle con i pollici, continuando a spingere in lei, sentendo come stringe le gambe intorno alla mia testa.
"Ahhhh" lascio che una mia mano salga verso l'alto, sul materasso, e quando trovo la sua, intreccio le nostre dita.
La sua mano nei miei capelli molla un pò la presa, diventando una stretta dolce.
Mugola piacere, e stringe la mia mano, mentre il piacere la pervade sempre di più.
"Ahhh...Zule" spinge il bacino contro la mia bocca, mentre porto la mano libera sul suo clitoride, massaggiandolo, con una velocità giusta e moderata.
Trema, per le scosse di piacere che le invadono il corpo, mentre noto la sua schiena inarcata e la testa gettata indietro.
"C-Continua...ahhh" mi tiene attaccata alla sua intimità, mentre continuo a muovere la lingua, dentro e fuori, procurandole vampate.
Sento quanto è vicina, poiché le sue pareti si stringono, e il suo corpo risponde al piacere che sta provando, muovendosi.
"Ahhh..." i suoi gemiti accelerano e diventano più frequenti, mentre ansima, stringendomi i capelli con forza.
Mi bastano poche spinte, combinate con il mio dito che faceva cerchietti sul suo clitoride, per farla venire, mentre geme il mio nome più volte.
Mi stacco, risalendo il suo corpo con baci delicati, per poi arrivare alle sue labbra, che bacio, facendole sentire il suo stesso sapore.
"Zule...ancora"
"Mh?" Chiedo, aggrottando le sopracciglia, mentre lei mi accarezza il viso.
"Voglio farlo ancora" la guardo, sapendo che sta cercando di soffocare il dolore e la paura con il piacere, con l'amore che ogni volta ci diamo.
Scuoto la testa, accarezzandole il viso.
"Vai a fare una doccia"
"No...Zule"
"Maca...non va bene. Ti prego prenditi un attimo. Sarò al piano di sotto. Preparo la cena" noto una lacrima scendere sul suo viso, mentre io la bacio, bloccandone il cammino.
"Ti sentirai meglio"
"Va bene" annuisce, e io le do un ultimo bacio, prima di aiutarla ad alzarsi, porgendole una mano.
Mi prende le labbra di sorpresa, posando le mani sui miei fianchi nudi, poiché indosso solo l'intimo.
"Ti amo"
"Maca...non hai idea. Ti amo tanto anche io. Vai a fare la doccia. Ti aspetto giù" annuisce, per poi farmi un piccolo sorriso.
Si chiude in bagno, e io posso crollare: mi siedo sul letto, passando una mano sul mio viso, mentre prendo frettolosamente una felpa dall'armadio, infilandola.
Chiamo subito Saray, che risponde dopo forse due squilli.
"Zule...cos'è successo? È grave? Sta male?"
"Basta domande..." si blocca, mentre una lacrima solitaria riga il mio volto, che subito asciugo, chiedendomi cosa fare.
"Non so cos'è successo, e adesso non credo sia il momento migliore di chiederglielo" sento il rumore dell'acqua che scorre, e chiudo gli occhi, lasciandomi cadere sul letto.
"Zulema...pensi-"
"No. Assolutamente no. Non è stata lei"
"Va bene. Allora la toglierai da questa accusa. Ne sono certa"
"Lo so. Voglio portarla via per questo week-end. Lunedì ti voglio in ufficio. Voglio elaborare il suo caso nel dettaglio".
"Zulema non può lasciare il paese"
"Non lo lasceremo. Ma voglio farla staccare un pò. Sta provando troppo dolore gitana. Non riesco a vederla così. Voglio che sorrida di nuovo" c'è un attimo di silenzio dall'altra parte del telefono, poi si sente un sospiro lieve.
"Vale. Mi dispiace...vorrei che non fosse successo niente"
"Vorrei anche io. Ma è successo. Adesso affrontiamo le conseguenze e basta. Vado a preparare da mangiare. Tu occupati della Riccia"
"Non preoccuparti di questo. Stacca per questi giorni. Mi occupo io dell'ufficio" annuisco, per poi sospirare, mettendomi seduta sul letto.
"Ciao gitana"
"Ciao Zule" chiudiamo la chiamata, e io chiudo gli occhi, mentre la mia mano stringe con forza il telefono.
Una lacrima mi riga il volto, ma non posso permettermi questo adesso: devo essere forte per lei, perché deve avere qualcuno a cui aggrapparsi.
Mi alzo, andando al piano di sotto per preparare qualcosa da mangiare, con un macigno sul petto.

La tv arriva quasi silenziosa alle mie orecchie, a causa del volume basso, mentre giro i filetti di pollo nella padella.
Due braccia calde mi circondano i fianchi, facendomi sussultare, mentre la sua testa si appoggia alla mia schiena.
"Hey..." dico, posando la paletta sul ripiano della cucina, per poi girarmi, accarezzandole il viso.
I suoi capelli sono ancora leggermente bagnati, mentre i suoi occhi, un pò rossi, mi fissano, con una leggera tranquillità che prima non c'era.
"Tutto bene?" Annuisce, per poi darmi un piccolo bacio, che mi fa chiudere gli occhi.
Poso le mani sui suoi fianchi, premendo le labbra sulle sue, incominciando un bacio più profondo: uno di quelli che si danno per trasmettere amore, tranquillità, fiducia.
Si stacca, appoggiando la testa sulla mia spalla.
"Grazie per prima. Non so cosa mi sia preso"
"Non devi ringraziarmi Maca. È normale. Cercavi qualcosa, e ti capisco. Okay? Puoi avere sempre tutto ciò che vuoi da me" le accarezzo la testa, mentre le sue braccia, che mi cingono la vita, stringono la presa.
Annuisce debolmente, per poi staccarsi, quando sentiamo l'olio sfrigolare nella padella alle nostre spalle.
"Siediti. È pronto" dico, dandole un bacio caldo sulla fronte, facendola sorridere.
Porto tutto in tavola, e mentre mangiamo la guardo, notando la sua espressione così cambiata negli ultimi giorni.
Quella tranquillità e felicità che le invidiavo, non compaiono più sul suo volto: tiene lo sguardo sul piatto, mentre sposta con la forchetta dei pezzi di pollo che ha tagliato.
"Mangia Maca" dico con un filo di voce, facendo alzare i suoi occhi nei miei.
"Non ho molta fame"
La guardo, facendole un sorriso dolce.
"Lo so. Ma mangia qualcosa..." fa un sospiro, per poi annuire, portando alla bocca un pezzo di pollo, facendomi un debole sorriso.
Ricambio con la stessa cosa, per poi finire di mangiare, in un silenzio che non c'è mai stato tra noi.
Sparecchio, portando i piatti nel lavandino, per poi notare che ha le mani sulla testa: sono certa che non riesca a togliersi l'arresto dalla mente.
Mi avvicino, prendendole il viso.
"Preciosa...ti va se vediamo un film?" Dico, e lei annuisce, scendendo dallo sgabello, per poi dirigerci sul divano.
Si accoccola a me, mentre porto una coperta sul suo corpo: la sua testa è appoggiata alle mie gambe, ed è rannicchiata.
"Scegli?" Chiedo, sapendo che l'ultima volta non ha voluto, e la vedo sorridere appena, mentre si volta leggermente.
"Ovvio. Faceva schifo quello che hai scelto sere fa" mi strappa il telecomando di mano, mentre si morde il labbro inferiore, nascondendo un sorriso.
Rido, per poi annuire, chinandomi a baciarle la guancia.
Sorride, per poi tirarmi nuovamente giù, mentre si mette dritta, permettendo alle nostre labbra di incontrarsi.
"Zule" dice, una volta che si è staccata, per poi guardarmi con quei suoi occhi verde menta.
"Dimmi"
"Ricordi quando mi hai detto che sono la tua tranquillità?" Annuisco, sorridendole, mentre i nostri occhi non si staccano nemmeno per un secondo.
"Si"

"Anche tu sei la mia"

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Mi sveglio, con il sole sul viso, per poi sorridere, portando una mano sulla testa di Maca, appoggiata al mio petto.
Si muove leggermente, mentre i nostri corpi, completamente nudi, sono stretti l'uno all'altro, dopo aver passato un'intera nottata a donarci a vicenda, più volte.
Sento il suo braccio intorno alla mia vita stringere leggermente la presa, mentre infila istintivamente il viso nell'incavo del mio collo.
Sorrido, dandole un bacio sulla testa, pensando a quanto questi giorni le stiano facendo bene.
Le ho lasciato scegliere la destinazione per questo week-end di distacco da tutto, con la premessa che non avremmo pensato a tutto ciò che sta succedendo, e ha accettato.
Siamo arrivate ieri pomeriggio, in questa città bellissima, che per quanto non sia niente di eccessivo, ha il suo fascino.
La stringo a me, mentre penso a quanto sia vicina la possibilità di perderla. Potrei non svegliarmi più con lei in questo modo, potrei non poterla più baciare, o toccare, o accarezzare.
Prometto a me stessa di fare il possibile per proteggerla, perché non posso permettere che vada in prigione.
La immagino in mezzo a detenute pericolose, e non posso sopportare l'idea che potrebbero farle del male, o toccarla.
Solo l'idea mi fa rabbrividire, e la stringo a me, appoggiando la testa sulla sua.
Sento dei baci caldi sul collo, che mi fanno distogliere dai miei pensieri, facendomi muovere la mano tra i suoi capelli.
"Buongiorno" dico, mentre sento che sorride sulla mia pelle, muovendo la gamba che ha in mezzo alle mie.
"Buongiorno amore" sento che si blocca, e io faccio lo stesso, sentendo quella parola che mai aveva usato prima.
Alza il viso, e mi guarda, scuotendo la testa.
"Scusami. Mi è venuto spontaneo"
"Non scusarti. È bello..." le accarezzo il viso, e lei fa un enorme sorriso sincero, che mi fa sentire bene.
Sta prendendo seriamente in considerazione l'idea di non pensare al suo processo imminente, e sono tremendamente felice di questo.
Si abbassa, posando le sue labbra sulle mie, mordicchiando leggermente il mio labbro inferiore di tanto in tanto, mentre accarezzo la sua bassa schiena con una mano.
La faccio scendere un pò, arrivando al suo fondoschiena, mentre lei ride sulle mie labbra.
Sale a cavalcioni sul mio corpo, e io poso le mani sui suoi fianchi, ridendo insieme a lei.
"Ancora? Sei insaziabile...mh?" Dico sulle sue labbra, mentre lei mi prende il viso, annuendo.
"Di te? Sei una dipendenza" la guardo, passando lo sguardo nei suoi occhi chiari, così dannatamente belli, e così tremendamente miei.
"Mh..." inverto rapidamente le posizioni, facendola ridere, per poi posare le labbra sul suo collo, baciandolo ripetutamente.
Porta le mani sulla mia testa, e improvvisamente tutta la dolcezza lascia spazio ad una voglia tremenda di farla mia in modo passionale.
Le prendo i polsi, tenendoli sopra la sua testa, e mentre la guardo, ad un centimetro dal suo viso, cerco consenso, che lei subito mi da, avvicinando le sue labbra alle mie.
Le mordo il labbro inferiore, sapendo che anche lei vuole questo, per poi mettermi a cavalcioni su di lei.
Il lenzuolo bianco cade dai nostri corpi, mentre io mi allungo, afferrando la mia cintura dal pavimento, che giace lì dalla scorsa notte, dopo che me l'ha tolta.
La giro intorno ai suoi polsi, guardandola con una voglia sfrenata di farla mia, e leggo nei suoi occhi eccitazione.
Da troppo non lo facciamo in questo modo, dopo tutto quello che è successo.
Stringo, mentre sento che fa un leggero gemito, a metà tra l'eccitazione e il lieve dolore.
"Non muoverti"
"Mh...altrimenti?" Sorrido alla provocazione, per poi prenderle il mento, tirandola vicina alle mie labbra.
"Altrimenti non vieni" noto come si asserisce, mentre una scossa le attraversa il corpo, facendole chiudere gli occhi per una frazione di secondo.
Deglutisce, per poi guardarmi, con sguardo profondo.
"Hai capito?" Chiedo, mentre lei annuisce, ma io scuoto la testa, avvicinando la bocca al suo orecchio.
"Voglio sentirlo"
"Ho capito" sorrido, per poi morderle il lobo, scendendo a baciarle quel piccolo spazio dove la pelle è delicata e soffice.
Faccio scorrere le mie labbra calde e leggermente bagnate sul suo petto, vedendola rabbrividire, per poi arrivare al seno destro, su cui mi soffermo.
I miei denti afferrano con una delicatezza straziante il suo capezzolo, tirandolo leggermente, mentre lei alza il petto, spingendolo contro la mia bocca.
Con una mano stringo l'altro seno, per poi scendere verso il basso, in una discesa piena di lentezza, desiderio, strazio.
Mugola, vogliosa di sentirmi, mentre io indugio sulla sua pelle, così dannatamente profumata.
Dicono che ogni pelle ha il suo odore, e che sia quello ad attirare maggiormente una persona: è la prima cosa che ti rimane impressa nel ricordo.
Ma come sempre capita con le cose belle, pur essendo la prima cosa che ricordi, è anche la prima che dimentichi.
Quando perdi una persona, il profumo cominci a dimenticarlo dopo poco, poiché ne hai bisogno, e nonostante cerchi di mantenerlo impresso nella mente, nel ricordo, non riuscirai mai a tenerlo.
Mentre bacio e mordo la sua pelle, cerco di memorizzarlo il meglio possibile, me lo gusto, godendomi ogni singolo secondo.
Per quanto io so dentro di me che non posso fallire, la paura che accada mi rende vulnerabile a qualsiasi tipo di attacco: solitamente mi sono sempre tenuta lontano da tutto, poiché in un lavoro come la legge, devi essere concentrato,  e sveglio.
Quando ci sono di mezzo delle cose personali, si impazzisce.
Risalgo, volendo baciarla, mentre la mia mano scende: le mie labbra raggiungono le sue, gustandosi il loro sapore.
Le schiude, lasciandomi accesso, mentre io faccio legare le nostre lingue, in una lotta di supremazia enorme.
Le mie dita raggiungono il suo centro, sentendo quanto le faccio effetto anche solo con dei semplicissimi baci.
Le prendo il mento con la mano libera, tirandola a me, mentre lei geme, sorridendo appena.
"Vorrei farti mia in un modo, ma non ne ho la possibilità. Mi fa incazzare questa cosa" freme, mentre nei suoi occhi c'è una scintilla, che non vedo più dopo qualche secondo, poiché serra gli occhi, sentendo come giro sul suo clitoride, dandole piacere.
"C-Come?"
"Con lo strap" sussurro al suo orecchio, mentre noto che la sua pelle si riempie di puntini, che mi fanno sorridere.
"Mh..." mugugno piacere nel vederla così per me, per poi baciarla, tirando il suo labbro inferiore con i denti.
Le mie dita scendono verso il basso, accarezzando il suo ingresso completamente bagnato.
"E-entra" chiede, facendomi fare un sorriso furbo.
"Adesso implori?"
"Non te lo sto chiedendo" dice, prendendo sicurezza, mentre io sbuffo una risatina, mordendomi il labbro inferiore.
Stacco la mano dalla sua intimità, facendola fremere, e mi guarda con occhi pieni di frustrazione.
"Cosa fai?"
"Non mi dai ordini" dico, stringendo il suo mento, facendo gemere leggermente.
"Sei bella da incazzata" sussurra, e io giro gli occhi al cielo, per poi baciarla rapidamente.
"Non mi compri"
"Facciamo un gioco" dice, facendomi sbuffare una risatina, mentre la guardo, annuendo.
"Dimmi"
"Tu ora prendi un foglietto, e se raccogli quello con scritto 'bottom', mi lasci decidere" sorrido, mordendomi il labbro inferiore.
"Vale" scendo da lei, per poi slegarle i polsi, lasciandole la possibilità di andare a scrivere, e osservo il suo corpo completamente nudo, che cammina per la stanza.
La noto ritornare a letto, con tre bigliettini nella mano destra, e un sorrisetto furbo sul viso.
Li scuote tra due mani, facendomi ridere, per poi porgermeli.
"Vamos. Scegli" dice, e io annuisco, facendo una smorfia. Prendo il primo bigliettino che mi capita, e la scritta che non mi aspettavo di prendere, mi piomba davanti.
La guardo, con gli occhi stretti in due fessure curiose: le strappo i bigliettini dalle mani, facendola ridere ancora prima che io li legga.
Quando lo faccio, la guardo, girando gli occhi al cielo.
"Hai barato. C'è scritto in tutti"
"Io non ho mai detto che dovevano essercene di diversi. Ho solo detto che se leggevi 'bottom', lo facevi. Quindi..." si avvicina, mettendosi a cavalcioni su di me, facendomi fremere.
Porta subito una mano al mio centro, fradicio per lei, mentre noto il suo labbro inferiore scomparire sotto i suoi denti.
"Mi stai facendo impazzire"
"Tu mi hai lasciata a metà..." si china, baciandomi con foga, per poi staccarsi qualche secondo, guardandomi.
"...ancora" rido, per poi alzare le spalle.
"Sei tu che te le cerchi"
"Sei tu che te le cerchi" dice, facendomi il verso, mentre mi imita, in modo eccessivo e provocatorio.
"Hai presente il tuo gioco?" Chiedo, mentre lei annuisce, alzando un sopracciglio in modo sexy.
"Mh mh" dice, accarezzandomi il viso.
"Fa schifo" rovescio le posizioni, aprendole le gambe, mentre io mi sistemo in mezzo, con fretta.
Comincio a muovermi su e giù, sfregando le nostre intimità, mentre noto come getta la testa indietro, provando piacere.
"Ahhh...." Continuo, mentre sento quanto è bello tutto questo: sento come il mio corpo ha vampate di calore, accompagnate da scosse improvvise.
"Ahh" gemo con lei, mentre mi tiene i fianchi, spingendomi più veloce per aumentare il piacere.
Porto una mano sulla sua gola, stringendo leggermente, mentre lei chiude gli occhi, tenendo la testa indietro sul cuscino.
Stringo un altro pò, sentendola gemere d'eccitazione, mentre continuo a muovere il bacino.
Dopo poco fa lo stesso, e comincio a sentire una sensazione estasiante.
"Dio Maca" dico, mentre geme sotto di me, incapace di contenersi.
Continuo per alcuni minuti, per poi notare quanto sta andando al limite, ma a me manca ancora un pò.
Aumento il movimento, sfregando i nostri clitoridi, per poi gemere, così come fa lei: stringe i miei fianchi, facendomi capire di essere quasi arrivata.
Bastano poche spinte, e viene, gemendo il mio nome, mentre getta la testa indietro, inarcando la schiena.
"Ahhh" ansima, e io vorrei così tanto continuare.
Faccio per scendere, ma lei mi stringe, tenendomi ferma.
"C-Continua a muoverti...vieni" muove i fianchi, nonostante stia ancora subendo l'orgasmo appena avuto, facendomi provare quel piacere che stavo per perdere.
Getto la testa indietro, e sento le sue mani sui miei seni, che stringono con forza.
"Ahhh"
"Ven por mi, Amor" sorrido, per poi poggiare le mani sui suo fianchi, reggendomi, mentre il mio clitoride sfrega il suo, e dopo poche spinte, sento il mio piacere all'apice.
Mi stringe lembi di pelle, facendomi gemere lievemente, per poi farmi venire, mentre dico il suo nome, ansimato.
"Ahh" scendo da lei, sdraiandomi al suo fianco, dopo questo bellissimo risveglio, per poi sentire che ride, appoggiando la testa al mio petto.
"Dio si..." sussurra, mentre io sorrido, con ancora il fiatone e gli occhi chiusi.
"Giuro che con te faccio il sesso migliore della mia vita" dico, e sento come la sua mano si blocca, smettendo per qualche secondo di accarezzarmi la pancia, per poi alzarsi, guardandomi.
"Davvero?"
"Mh mh" sussurro sulle sue labbra, rubandole un bacio.
Arrossisce, nascondendo il viso nell'incavo del mio collo, mentre io rido, stringendola a me.
Rimaniamo in questa stretta per qualche minuto, mentre io accarezzo la sua schiena, e lei la mia pancia, facendomi sorridere.
Poi nella mia testa compare nuovamente tutto il casino che abbiamo lasciato.
Madrid: so di aver chiesto a Maca di non pensarci, ma sto cercando di trovare una soluzione per sperare noi, da tutto quello.
La mia testa sembra trovare un modo, e dopo alcuni secondi, le alzo il viso.
"Maca..."
"Mh?"
Stavo per parlare, ma bussano alla porta, facendoci sussultare.
"Signora Zahir...la colazione" guardo l'orologio, notando che sono le dieci, e scuoto la testa, sorridendo.
"Arrivo" Maca si stacca, tirando la coperta sul suo corpo, mentre io mi infilo un kimono nero, andando ad aprire.
Tiro dentro il carrello, ringraziando sinceramente, per poi tornare da Maca, servendole un'ottima colazione a letto.
Finalmente ha ritrovato il sorriso, e anche se probabilmente domani sarà già sparito, una volta tornate a Madrid, mi fa stare bene vederla così.
Mi siedo accanto a lei, versandomi del caffè in una tazza, mentre a lei ho dato del cappuccino, sapendo quanto le piaccia.
Noto che sta mangiando delle fragole, su cui ha messo un'enorme quantità di panna.
"Maca..."
"Dimmi" si porta un cucchiaino in bocca, facendomi sorridere, per poi guardarmi.
"Voglio fare un patto" ora si asserisce, capendo che si tratta di qualcosa relativo al suo caso, e mi guarda, passando gli occhi nei miei.
Mi avvicino, accarezzando il suo viso, per poi sorriderle.
"Non parleremo mai del tuo caso"
"Come?!" Chiede, allarmandosi.
"intendo...ti tratterò come una cliente normale. Non parleremo di questo al di fuori dell'ambito lavorativo. Lasciami fare il mio lavoro. Va bene?" Mi guarda un pò, per poi annuire, abbassando il capo.
Noto come si è intristita, quindi decido di fare una mossa: con un dito afferro la panna, spargendola sul suo naso.
"Ops" dico, e lei sbuffa una risatina, facendomi ridere.
Si pulisce, guardandomi, piena di entusiasmo.
"Ti odio"
"Mh..." le vado a cavalcioni, prendendole la tazza dalle mani, appoggiandola con la mia sul carrello accanto al letto.
"Secondo round?" Dico, baciandola, mentre lei ride, prendendomi il viso.
"Non giriamo Valencia? L'ho scelta per la bellezza della città, non per le camere d'hotel"
"Mh mh...prima vedo quanto sei bella tu, poi andiamo a vedere la città" le bacio il corpo, facendola ridere, per poi sentire le sue mani sulla mia testa.
Non posso perderla.
Non lo permetto, perché non me lo perdonerei mai.
La guardo, incatenando i miei occhi ai suoi, facendole una promessa che ho intenzione di mantenere fino alla fine.
Una promessa vera e sincera:

Ti proteggerò sempre.

____________________________
Scusatemiiii!!! TROPPI IMPEGNI✨💥❤️

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