Slave (18+)

By martixlevi

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๐˜ญ๐˜ฆ๐˜ท๐˜ช ๐˜ข๐˜ค๐˜ฌ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ฏ ๐˜น ๐‘œ๐‘ sesso, in ogni sua forma e angolazione, l'antinomia che vive in tutti noi... More

introduzione
estetica
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By martixlevi

CAPITOLO VENTUNO
ESISTEVANO SOLO LORO DUE
(hanji supremacy 🛐🛐🛐)

Se si era bravi a guardare oltre il fumo di sigari e sigarette che invadeva la stanza, si intravedeva la televisione su un canale che non interessava a nessuno. Abigail, Levi, Hanji ed Erwin erano seduti sul divano, litigando perché non sapevano quale film scegliere. Dato che non potevano uscire di casa per un po', una serata passata insieme non era un'idea malvagia.

"Ve l'ho detto, i film horror sono i migliori." sbuffò Levi.

"Film horror? Non se ne parla nemmeno, io adoro quelli di fantascienza, che ne dite di Interstellar?" domandò Hanji, frugando tra le cassette.

"Anche un film giallo non sarebbe male, così vediamo chi scopre prima il colpevole." aggiunse Erwin, mettendosi comodo sul divano con dei pop corn sulle gambe.

"Mettiamo un film Disney?" chiese Abigail, tutti si girarono a guardarla male.

"Hai 3 anni?" la prese in giro il corvino.

"Ehi! I film Disney non sono per i bambini, sono belli e basta."

"Tch. Sono cartoni stupidi."

"Okay, metto un film Disney solo per disturbare Levi." disse Hanji, afferrando una cassetta piena di polvere di Lilli e il vagabondo, "Che ne dite di questo?"

"A me piace." rispose Abigail.

"Certo che ti piace, l'hai proposto tu." il corvino continuò a stuzzicarla.

"La tua opinione non conta."

"Come scusa?" alzò un sopracciglio.

"Ora basta litigare, guardiamo questo film di merda." li interruppe Erwin parando a bocca piena, divorando dei pop corn.

"Si parte signori!" Hanji corse sul divano non appena partí il film, "Levi che ne pensi? Ti piace?" chiese per dargli fastidio.

"Fottiti quattrocchi."

"Quattrocchi? Questa non la sapevo." ridacchiò la più giovane, dando una gomitata ad Hanji.

"Levi pensa di essere divertente, mi chiama quattrocchi perché ho gli occhiali, divertente da pisciarsi addosso vero?"

"Almeno io ci vedo."

"OHHHHH attenzione! Hanji colpita e affondata da Levi! Quale sarà la prossima mossa?" Erwin lanciò dei pop corn in testa ad Hanji.

"Almeno io sono alta." continuò ed il corvino si voltò per guardarla male.

"OH WOW, COLPO DI SCENA! Hanji controbatte e adesso Levi è spacciato!"

"Erwin non urlare, cazzo!" sbraitò Levi. Abigail osservó la scena divertita, senza fiatare, mentre i due continuavano a litigare. Era divertente, si sentiva al sicuro lí insieme a loro.

"Ovvio che Erwin debba urlare caro Levi, sei alto un metro e tanta speranza, deve farsi sentire da te." disse Hanji lanciando all'amico un'occhiata severa, il quale ricambió subito. Il corvino non rispose, si alzò dal divano e salí le scale per tornare nella sua camera.

"Levi aspetta!" Abigail provò a fermarlo, ma non si voltò.

"Lascialo stare, si arrabbia facilmente." sbuffò Erwin.

"Ma così non vede il film...non che gli interessi."

"Tranquilla, guardiamolo noi." continuò Hanji.

La storia romantica continuava ad andare avanti, questi due cagnolini che si innamoravano e si baciavano tramite un filo di spaghetti. Che bella relazione, ma quell'amore era così banale e noioso. Per Abigail si doveva morire d'amore, o più precisamente, dell'idea dell'amore. Le idee erano olio cerebrale, ma l'amore era un'ideologia tossica. Una passione morbosa che la divorava. Usciva matta per difendere questo sentimento. Nella trincea delle emozioni, i migliori guerrieri, avevano la luce nel cuore.

Era brutta la banalità. La vita l'aveva condannata alla non banalità, non superficialità, alla profondità d'animo. Una brutta bestia che la metteva in sintonia con tutto, anche con la cattiveria umana. Sentiva il dolore di ogni lacrima, anche dei suoi cari, come una lama che le forava il petto e poi sprizzava riflessioni da ogni poro. Eppure, non poteva cambiare canale, né frequenza, né vita. Doveva accontentarsi di quella faccia, sperando un giorno, avesse rigato dritto solo verso i sorrisi.

Era tesa, nervosa. Non sapeva per quale motivo avesse accettato di farsi toccare da Levi, farsi vedere nuda e vulnerabile. Era ancora in tempo per girare l'angolo e tornare a casa, a Mitras, evitando altre situazioni imbarazzanti, ma non voleva lasciarlo. Lui voleva lasciarla? Troppe domande vagavano nella sua mente senza tregua, alla ricerca di una risposta.

Sembravano tutti annoiati dal film, tanto che la testa di Erwin si abbassava continuamente, il mento quasi raggiunse il petto. Hanji si accese una sigaretta. Aspirò il primo tiro e si sentì già meglio, ne sentiva il bisogno.

"Questo film è troppo tenero." disse poi girandosi verso Abigail. Si stiracchió e sbadiglió, braccia che si allungavano in ogni direzione.

"Si. Credo che Erwin si sia addormentato." rispose, si sentiva un respiro pesante provenire dal suo naso. Hanji gli passò una mano davanti, lui non reagí.

"Eh già, sta dormendo."

"Come ha fatto? È passata solo mezz'ora."

"A volte mi chiedo se abbia 30 anni oppure 60."

"Forse ho proposto il film sbagliato..." sussurrò Abigail grattandosi la nuca.

"Oh no, si sarebbe addormentato anche con Fast and Furious. Tranquilla." Si gustò la sigaretta e si alzò prendendo il passo verso la cucina.

"Vieni, mangiamo qualcosa." la giovane la seguii e presero dei panini.

"Qual è il tuo preferito?" le chiese Abigail, indicando gli insaccati.

"Adoro il prosciutto crudo, il tuo?"

"Il salame."

"Ohhh ti piace il salame!" ridacchiò, solo dopo si rese conto della sua battuta pessima, "Scusa, era davvero brutta."

"Meno male che te ne sei accorta."

"Già, è un passo avanti."

Hanji alzò gli occhi e la vide mentre preparava i panini da mangiare, con dei movimenti lenti e lo sguardo di chi era persa nei propri pensieri. Non poteva più rimandare, era il momento di sapere a cosa stava pensando Abigail. "Posso chiederti una cosa?" le domandò.

"Certo."

"Stai pensando a Levi, vero?" chiese Hanji.

"Come mai me lo chiedi?" Abigail smise per un attimo di farcire i panini e la guardò.

"Perché ti si legge negli occhi."

"Allora sai già la risposta, no?"

"Si, ma volevo sentirlo da te." insistette l'amica.

La giovane prese un bel respiro. Nonostante fosse passato un po' di tempo dal loro primo bacio, non riusciva a dissuadere la sua mente dal pensarlo, continuava assiduamente ad avere il suo viso e i suoi occhi inespressivi impressi in testa. Si morse il labbro e si perse nel ricordo di quando lui glielo mordeva e lo succhiava tra le sue di labbra.

"Mi piace, cazzo." mormorò, "Non riesco a smettere di pensare a lui. Lo voglio sempre vicino, mi manca già, vorrei correre di sopra e baciarlo, spogliarmi e farci l'amore, Hanji sto impazzendo."

L'amica la abbracciò con una stretta forte e protettiva allo stesso tempo. Le diede un bacio sulla guancia lei poggiò la testa sul suo petto e le accarezzò i capelli, sorridendo. Chiuse gli occhi sapendo di essere al sicuro e volendo assaporare quel momento con tutti i sensi.

"Allora vai da lui." le disse.

"Hmm?"

"Và da lui, bacialo, spogliati, facci l'amore. Cos'hai da perdere?"

"Non lo so..."

"Abigail." la chiamò e la staccò dal suo petto, appoggiando le mani sulle sue spalle, "Te lo dico io: niente. Non hai niente da perdere, lui prova lo stesso per te."

"E tu come fai a saperlo?"

"Lo conosco, si vede dal suo sguardo, da come ti protegge...a modo suo." rispose sorridendo.

"È mai stato con qualcuna?" domandò Abigail. Si staccò dall'abbraccio, facendo dei passi indietro.

"No. Ha solo avuto relazioni di una notte e via, non è mai stato con nessuna. Ha subito smesso da quando sei arrivata tu." spiegò Hanji.

"Perché io?"

"Non so. Le ragazze con cui è stato erano prostitute, donne forti che volevano solo una cosa da lui."

"E quindi? Sono la prima donna debole che abbia mai incontrato?"

"No. Sei la prima donna di cui si è innamorato."

Abigail rimase in silenzio, felice della notizia ricevuta, si stava sforzando dal trattenere un sorriso, nonostante fosse perfettamente consapevole che la felicità provata in quel momento fosse effimera come quella provata in passato. Ripensò a tutte le volte in cui si era giurata che l'avrebbe ucciso con le sue mani se l'avesse incontrato, che non sarebbe più cascata nell'illusione di essere felice, che non avrebbe esitato. Invece, era cambiato tutto.

Le bastava anche solo un piccolo ricordo e tutto il resto sfumava, lasciando spazio ai desideri e alle piccole gioie. Lei era così. Maledettamente strana ma incredibilmente bella.​ Non capiva perché il dolore fosse un qualcosa di così sfuggente ma più forte del piacere, non capiva perché mai il destino giocasse con il suo cuore a suo piacimento, strappando i petali della sua dolcezza ad uno ad uno, come se lei fosse un fiore raro, ma velenoso.

"Che fate?" Erwin entrò in cucina, le donne lo videro mentre andava incontro a loro, con il passo lento e mezzo addormentato in volto, "Ehi, cucinate senza di me? Voglio un panino anch'io!"

"Si si, ora te lo faccio."

"Ti sei svegliato, finalmente." disse Hanji.

"Beh, il film era noioso."

"Ne vuoi vedere un altro?"

"Si ci sto, ma stavolta lo scelgo io. Abigail tu vuoi venire?" chiese il biondo.

"No, io vado a dormire, mi sento un po' stanca." rispose, "Ecco il panino."

"Grazie! Hanji vieni, ti farò divertire io."

"Augurami buona fortuna, si addormenterà sicuro." disse Hanji andando verso il soggiorno.

Abigail aveva bisogno di parlare con Levi, costi quel che costi. Svoltò l'angolo, iniziò a salire le scale e lo vide. Lui l'aveva già notata ed era lì ad aspettarla che arrivasse all'ultimo gradino. Tutta la rabbia che aveva accumulato svanì, non importava più niente se non il fatto che lui fosse lì ad aspettarla. Quando i loro occhi si incrociarono qualcosa nel cuore di lei si ruppe. Quel maledetto sguardo bastò a farle tremare le gambe e riesumare dal profondo della sua memoria valanghe di ricordi. Furono come una piccola tempesta nella sua mente, spazzarono via ogni pensiero.

Arrivata all'ultimo gradino lei iniziò a parlargli, chiedergli spiegazioni, ma per lui erano solo tante parole confuse che vagavano nell'aria. La guardava. Poi il silenzio. Il silenzio era intriso di parole che si potevano dire solo guardandosi.

Lui la afferrò e le diede uno di quei baci dove doveva solo stare zitta e seguire il movimento delle labbra e della lingua.

Nonostante si trovassero vicino al soggiorno dove Hanji ed Erwin guardavano la televisione e chiacchieravano, non sentivano niente. Le loro parole. Il rumore della cannuccia di quando Hanji sorseggiava il cocktail. L'odore delle sigarette nell'aria. Niente. L'unica cosa che sentiva era il rumore delle loro labbra che si muovevano con passione e senza freno. L'incontro delle lingue che si intrecciavano tra di loro. I loro respiri affannosi che si appiccicavano sulla pelle. Era come se si trovassero in una bolla dove il resto del mondo non esisteva. Esistevano solo loro due. Anche se non stavano insieme l'importante era che in quel preciso instante stessero insieme.​

"Vieni." le sussurró e aprii la porta di camera sua.

Tanto unico quanto tossico. Tossiche erano le sue parole, insieme di lettere messe a caso a farmi compagnia. Tossiche le sue abitudini senza un'apparente razionalità. Tossica era diventata lei, privata di ogni ragionevole percezione della realtà, viveva della sua ombra rassicurante quanto malata. E non riusciva a tirarsi indietro. Si guardarono per interminabili lunghi attimi. Gli occhi finalmente spalancati sulle loro reciproche realtà. Lui conscio della sua, lei di quella di lui. Non parlarono. Non era necessario.

"Avevi detto che non ero ancora pronta." mormoró Abigail sulle sue labbra.

"Ho cambiato idea."

"Si? Quindi vuoi mostrarmi cosa sai fare?"

"Solo se tu vorrai." la sua aria sempre troppo tranquilla lo metteva a suo agio, lei gli piaceva, ma era quel piacere procurato da un momento, un solo intenso istante che poi si dissolveva nell'aria umida della stanza. O forse era solo apparenza, Levi nascondeva i suoi veri sentimenti, lei voleva conoscerlo meglio.

"Si, voglio."

"Allora, vieni a letto con me."

SPAZIO AUTRICE

non odiatemi...
posso giurarvi che amerete il prossimo capitolo!
vi voglio bene, grazie ancora per i voti e per i commenti. <3

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