𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍...

بواسطة workingclasscheroine

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Quando Paul arriva all'Università di Cambridge, il suo obiettivo è quello di far scorrere tutto liscio fino a... المزيد

CAST
1. The Prime Minister
2. The Breakfast Club
3. The Lord of the Rings
4. The Sleeping Beauty
5. The Secret We Keep
6. The Saturday Night Fever
7. The Tea Party
8. The Mistery Gang
9. The Fight Club
10. The Concussion
11. The Unintended Mask
12. The Backs
14. The Reason Why
15. The Lunch Date
16. The Dancing Queen
17. The Birthday Boy
18. The Broken Ones
19. The Patched Hearts
20. The Carpe Diem
21. The Red Skirt
22. The Allied Powers
23. The Art of War
24. The Plot Twist
25. The Ruthless Voice
26. The Kafka Trap
27. The Car Ride
28. The Double Date
29. The Drunk Calling
30. The Re-Education Program
31. The Romantic Comedy
32. The F*cking Sheets
33. The Unexpected Visitor
34. The Invisible Charybdis
35. The Question Game
36. The Absent Guard
37. The Final Duel
38. The Scared Child
39. The Last Trip
40. The Monet Affair
41. The Fallen Angel
42. The Little Brother
43. The Longest Dinner
44. The Unsolicited Opinions
45. The Unequal Struggle
46. The First Rule
47. The Lovely Bastard
48. The Crystal Boy
49. The Catkins' Philosophy
50. The Pool Party
51. The Immortal Youth
52. The White Nights
53. The Unfamiliar Familiarity
54. The Unshakable Complicity
55. The Water Strider
56. The Breakfast Fail
57. The Safe Haven
58. The Baby's Name
59. The Second Mouse
60. The Eagle
61. The Ghost of Christmas Past
62. The Mix Cd
63. The Haunted House
64. The Prodigal Son
65. The Bench

13. The Punt Tour

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بواسطة workingclasscheroine

Chip si rivela essere un uomo allampanato, alto e asciutto, come avesse finito per assomigliare al lungo bastone che usa come remo, e che punta sul fondale per imprimere direzione al punt.

Deve aver oltrepassato da un po' la mezz'età, ma il suo corpo è ancora solido e tonico, i muscoli delle braccia che si flettono e guizzano in modo impressionante mentre sterza per accostarsi alla riva.

A tradire circa la sua vera età è unicamente la chierica brizzolata dei suoi capelli, divorati da una calvizie che tra qualche anno non ne lascerà più traccia. Buona parte del cranio scoperto, in ogni caso, è coperto da una coppola logora.

Il sorriso e il fischio con cui ci saluta sono entrambi pieni di una gioia così spontanea che sento il cuore scaldarsi, nonostante per me non sia che uno sconosciuto.

"A bordo, ragazzi. Mi è sembrato di capire che abbiate bisogno di uno strappo"

Churchill salta con disinvoltura sulla lunga imbarcazione squadrata, sedendosi in modo tale da fronteggiare Chip.

"E a proposito, figliolo..." inizia col dire l'uomo, prima che un'occhiata severa del mio coinquilino lo zittisca, "Come non detto. Ma ho lasciato un pacco per te, stamattina"

Non ho il tempo di chiedermi cosa ci sia sotto.

"Forza, Rose. Le barche non mordono" mi deride Churchill, voltandosi verso di me come se nulla fosse stato detto, e incrocia comodamente le braccia dietro la testa.

"Neanche io mordo" rincara Chip, ma il suo tono è bonario e gentile, e so che sta solo cercando di mettermi a mio agio.

La barca oscilla pericolosamente quando poso il piede all'interno, e mi affretto a sedermi accanto a Churchill prima di finire dritto in acqua.

Se solo cadessi non perderebbe occasione di ricordarmelo ogni singolo giorno fino alla tomba.

Ed è forse questa la ragione principale, ancor prima che la paura di cadere davvero, per cui quando atterro sano e salvo sul legno della panca non posso trattenere un sospiro di sollievo.

"Sono contento di conoscere gli amici di Winston" dice Chip, e qualcosa in quelle parole mi mette sull'attenti, senza che riesca a capirne il perché, "Non me ne presenta mai"

"Melodrammatico" lo rimprovera Churchill, alzando gli occhi al cielo.

"Senti chi parla" è il candido commento dell'uomo.

Mi lascio sfuggire un sorriso.

"Quindi" riprende Chip, senza badare ai borbottii del mio amico, "Rose è davvero il tuo nome o...?"

"Oh, Dio, no" mi affretto a spiegare, mentre Churchill, al mio fianco, scoppia a ridere, "Sono Paul, Cassius per gli amici"

"Non sei quello dell'incenso, vero? Guarda che la barca è di legno" scherza Chip.

"No, quello è Shiva. Helen e Phineas invece litigano su chi debba portare l'oro e chi la mirra" risponde Churchill, prima che possa farlo io stesso, "Io dico loro: Ragazzi, neanche Gesù Cristo sa cosa sia la fottuta mirra. Portate entrambi oro e basta. Ma niente, non c'è verso di convincerli"

Chip incrocia il mio sguardo con esasperata complicità, poi torna su di lui.

"Sei già arrivato alla fase dei monologhi? Ragazzo mio, sei appena salito"

Churchill sbuffa, ma sta sorridendo, "Giro completo, Chip. Se divento troppo insopportabile puoi sbattermi il bastone in testa"

"Sarà fatto" gli assicura l'uomo, calcandosi meglio la coppola sulla fronte. "Quindi, Cassius. Non sei quello dell'incenso, e quasi sicuramente, direi, non sei quello dal naso grande" ragiona poi, sorridendo, mentre spinge il bastone contro la riva per riportarci al centro del Cam.

"No, infatti. Sono nuovo" dico, e sto per aggiungere che è normale che non abbia ancora sentito parlare di me, dato che sono qui da poco più di un mese.

Se non che, i suoi occhi si illuminano in riconoscimento.

"Certo! Il ragazzino di Oxford con la passione per le lingue morte" mi identifica infine, sbattendosi la mano sulla fronte.

Mi volto istintivamente verso Churchill, intenerito.

"Hai parlato di me" mormoro, commosso.

Lui mi guarda come se fossi del tutto pazzo.

"Certo che ho parlato di te, Ivory. Sei una di noi" mi fa notare, scandendo le parole come se fossi stupido. Poi si rivolge a Chip, "Non dovevi dirglielo, ora farà le fusa per tutto il giorno"

"Confermo" rincaro io alla volta del barcaiolo, strappando uno sbuffo divertito a Churchill.

Chip alza gli occhi al cielo, ma un angolo delle sue labbra si tende verso l'alto.

"Dietro di voi, ragazzi" ci invita, semplicemente.

Ci voltiamo all'indietro, obbedienti, scrutando il ponte alle nostre spalle.

È di legno, le assi fitte e incrociate tra loro, e devo dire che niente solletica particolarmente la mia curiosità.

Ricordo di averlo già notato nelle lunghe passeggiate lungo il Cam, senza prestarvi troppa attenzione.

"Quello è il Ponte Matematico" spiega Chip, puntando il lungo bastone sul fondale per frenare il punt e darmi tempo di studiarlo a dovere, "Collega i due lati del Queens' College"

"Gli studenti chiamano il lato più antico Il lato oscuro, per una qualche strana ragione" interviene Churchill, "Probabilmente perché non scopano mai, e hanno tempo di riguardare Star Wars"

"La prima parte è vera" conferma Chip, ridendo, "Non posso garantire sulla seconda. Vado verso i cinquanta, se provo a chiedere ai ragazzini quanto si scopa in questo o quel college becco una denuncia"

Rido anch'io, divertito dallo scambio di battute.

"Allora ti tocca dircelo, Churchill" lo provoco, "Quali sono le tue fonti?"

"Isabel, tesoro. Il motto del college è Floreat domus" ribatte lui, disgustato, "E il loro fottuto ponte si chiama Ponte Matematico. Con questi presupposti, come fai a credere che scopino?"

Sorrido, inarcando un sopracciglio, "Il nostro si chiama Ponte dei sospiri, amico. Come quello che i condannati a morte percorrevano a Venezia prima di essere uccisi"

"Finché lo chiami solo Ponte dei sospiri può andare, però" mi corregge lui, "Basta non specificare la natura dei sosp-"

Chip lo richiama con un breve fischio di ammonizione.

"Buoni, voi due" ci rimprovera, allegramente, "Questo tour sta diventando troppo diseducativo"

"Lo sto rendendo divertente" sottolinea Churchill, ma si zittisce subito dopo, con un sorriso di resa.

"Tornando al maledetto ponte" riprende Chip, "La curvatura è data dalle tangenti delle assi che si intersecano. La leggenda racconta che fu Newton a costruirlo, e che le sue abilità matematiche gli consentirono di farlo stare in piedi senza utilizzare né viti né bulloni. Degli studenti, più avanti, lo smontarono per capirne il funzionamento, ma poi non riuscirono più a rimontarlo, e dovettero rassegnarsi a usare delle viti"

"Ma è una stronzata" lo interrompe Churchill, di nuovo, "In realtà fu costruito vent'anni dopo la morte di Newton, e già con le viti al loro posto"

"Esatto" conferma Chip, con un sorriso orgoglioso, "Bravo, Winston"

Churchill sorride a sua volta, chinando gli occhi sul fondo della barca per celarne lo sfavillio.

Non posso che trovarlo, ancora una volta, incredibilmente dolce.

Non lo ho mai visto ricercare in questo modo l'approvazione di nessuno.

Non lo ho mai visto ricercare l'approvazione di nessuno e basta, in verità.

Il punt scorre lieve sull'acqua, spezzandola in piccole onde che rumoreggiano contro i fianchi della barca, e la voce calma di Chip accompagna la successiva mezz'ora di strada.

Ci indica i vari college, interrogandoci giocosamente sui loro motti, e snocciola continue curiosità.

Mi fermo a pensare, per la prima volta, che è strano che io non conosca il motto del St. John's.

Ma chiedere informazioni fornirebbe a Churchill l'occasione per fare sfoggio di sé, e non sono certo che la mia pazienza possa reggere il colpo.

Così taccio, semplicemente, e mi godo il sole che mi scalda la pelle e le piccole storie di Chip, arricchite dai commenti inopportuni del suo protetto.

Quando arriviamo all'ormai familiare Ponte dei Sospiri, delizioso nei suoi intagli neo-gotici, non posso che sentirmi orgoglioso.

Perché questo posto, tutta questa magia, ormai mi appartengono.

Sono casa mia.

"Dato che a te piace la letteratura, ti farà piacere sapere che Wordsworth ha studiato qui, come te" mi avvisa Chip, e sembra così paterno nel dirlo che mi ritrovo a capire l'affetto spropositato che il mio amico prova per lui.

Mio padre non si è mai troppo occupato di filtrare le informazioni che mi dava in base ai miei gusti.

"Il St. John's finora ha collezionato dodici arcivescovi, due principi, tre santi e dodici premi Nobel" spiega poi, come se avesse quei numeri tatuati nel cervello.

"Ma tra i premi Nobel c'è Penrose, che ora insegna ad Oxford. Quindi, un traditore" scherza Churchill, incrociando le braccia con un'aria fintamente battagliera.

"Peggio per lui" concorda Chip, "Ah! Dimenticavo. Anche sette tra i primi ministri della storia britannica hanno studiato al St. John's"

Incrocio lo sguardo del mio coinquilino, e i suoi occhi pieni di ambizione scintillano sotto il sole mentre si concede un sorriso.

"Otto, tra poco" afferma, con convinzione, e mi ritrovo a credergli senza remora alcuna.

Questi occhi, ne sono certo, un giorno metteranno in ginocchio l'intera nazione.

"Arrogante" lo rimprovero, invece, perché non si monti troppo la testa.

Lui sorride ancora, senza rispondere.

"Ci lasci alla cappella del King's, Chip?" chiede poi, riportando la propria attenzione sul guidatore.

E Chip, senza esitare, risponde come il migliore dei padri farebbe:

"Qualsiasi cosa per te, Winston"

Chip ci saluta con la raccomandazione di passare presto a trovarlo, ma senza portarci dietro il "tizio dell'incenso".

Stringe Churchill in un breve abbraccio, poi me.

Non sono abituato a questo tipo di affetto da parte degli adulti, non dopo mia madre, ma per qualche ragione l'abbraccio di Chip mi rasserena.

È come se avesse deciso, dopo una veloce valutazione, di adottare anche me.

"È un tipo in gamba" dico dunque appena ci allontaniamo, per spezzare il ghiaccio.

In seguito ai saluti, Churchill si è fatto più silenzioso, malinconico.

"Lo è" conferma, e gli sfugge un sorriso, "Nessuno conosce Cambridge meglio di lui"

"Anche tu non sei male, come guida" scherzo, tirandogli un colpo gentile sul braccio, "Ma solo quando sei inconsapevole di esserlo. Altrimenti diventi un incubo"

Churchill ridacchia, consapevole.

"Souvent me Souvient" dice poi, in una perfetta pronuncia francese.

"Che cosa?"

"La domanda che ti sforzi di non farmi, Henrietta" mi prende in giro, con gli occhi che brillano, "Il motto del St. John's"

Alzo gli occhi al cielo, ma non posso impedirmi di sorridere perché, ancora una volta, la sua capacità di leggermi si dimostra infallibile.

Ripenso a Penrose, che abbiamo citato poco fa, e mi dico che Churchill è come il suo triangolo: qualcosa di impossibile, di perfettamente logico ma quasi irreale, qualcosa che sembra poter esistere solo da una certa prospettiva, o che forse non esiste affatto.

Una specie di splendido rompicapo, metà favola e metà scienza.

Il limite che la realtà incontra ma che l'immaginazione sembra poter scavalcare.

"E cosa significa?" chiedo al mio perfetto e imperfetto triangolo, fingendomi annoiato per non dargli troppa soddisfazione.

"Era il motto della fondatrice, Margaret Beaufort. Ci sono due diverse letture. La prima è "Io spesso ricordo". Ma la mia preferita è la seconda" si interrompe per un istante, pregustando il momento, "Ricordati spesso di me. O, parafrasando, Non dimenticarmi"

Mi chiedo come potrei mai.

Dimenticare questo posto, tutto ciò che in queste poche settimane mi ha dato, gli occhi di Churchill e il sorriso storto di Shiva, la risata di Phineas e i capelli di Cyn.

E poi le lezioni infinite, le nottate sui libri, i brevi sguardi di approvazione della Tartaruga e quelli ancor più brevi dell'Arpia, la ruvida tenerezza del Cerbero e il rumore del suo sferruzzare, la calca dei corridoi e il mio posto sul divano nella sala comune.

La mia prima rissa, la prima volta in cui mi sono sentito a casa, i letti cigolanti della nostra camera che finiamo sempre per unire, i film mai finiti e i litigi frenati in partenza, l'odore degli incensi di Shiva, dell'erba scadente di Phineas, dei capelli di Churchill.

Il nostro ripiano sul frigorifero, le liste della spesa che ho compilato, i cardigan infiniti del Topo, il prato di fronte il New Court, le macchie di vino rosso sulla camicia, i pacchetti di sigarette acciaccati, l'anello che mi cinge il medio.

Cerco di immaginare l'ingiustificato timore di Lady Beaufort nello scegliere quella frase, senza riuscire a capacitarmene.

Perché io non potrei mai dimenticare.

E come dice il nostro, di motto, siamo audaci abbastanza da tracciare il nostro destino.

Il mio è qui, insieme a tutte queste cose.

Così circondo con il braccio le spalle di Churchill, per un breve momento, e gli rivolgo un sorriso.

Non abbiamo bisogno d'altro, per capirci.


Note

Bentornate stelle 🌞

Un momento di plauso per le mie rinnovate capacità di editing: cioè oltre alle immagini ora anche dei separa paragrafi come si deve.

Questa è ✨ arte✨

Bene, la verità è che sono le due del mattino e dovrei dormire, e questo capitolo doveva arrivare molto più avanti.

Non so quale sia il mio problema, ma quello che doveva essere un capitolo solo e coprire tutta la giornata finirà per coprire probabilmente QUATTRO CAPITOLI.

Quindi, altri due. Speriamo il numero non aumenti ma quanto sono prolissa.

OVVIAMENTE non rileggo il capitolo perché sono pigra, fatemi notare tranquillamente eventuali errori.

All the loveeeeeee

Ps: cosa ne pensate di Chip? Vorreste approfondirlo come personaggio o lo lasciamo così sullo sfondo?

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